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I A che punto è la copertura vaccinale anti-Hpv?

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22 n M.D. Medicinae Doctor - Anno XXI numero 1 - 20 febbraio 2014

A ggiornAmenti

I

l carcinoma del collo dell’utero, la prima neoplasia totalmente riconducibile a un’infezione, causata da un agente virale molto comune, il papilloma virus umano (HPV), trova nella profilassi la mi- gliore arma di difesa. Ma in Italia la copertura vaccinale non ha ancora raggiunto l’obiettivo (≥ 70%) pre- fissato dal Piano Nazionale della Prevenzione Vaccinale 2012-2014.

Infatti, in base ai dati aggiornati al 30 giugno 2013, forniti dal Centro Nazionale di Epidemiologia Sorve- glianza e Promozione della Salute (CNESPS) e pubblicati dall’Istituto Superiore di Sanità, la copertura media nazionale per le coorti 1997, 1998 e 1999 è intorno al 69% per tre dosi di vaccino.

Il rapporto testimonia inoltre una grande disomogeneità nell’acces- so al vaccino a livello regionale:

dalla “virtuosa” Toscana (nelle tre coorti prese in esame registra una copertura superiore all’80%

per tre dosi di vaccino) ai risultati di Sicilia e Campania, che non superano rispettivamente il 56%

e il 62%.

Oltre alla prevenzione secondaria effettuata attraverso il Pap-Test, esame di screening in grado di in- dividuare precocemente le altera-

zioni delle cellule del collo dell’ute- ro, esiste anche una forma di pre- venzione primaria: la disponibilità di due vaccini, sicuri e ben tollera- ti, che svolgono un’azione protetti- va nei confronti dei due sierotipi del papilloma virus umano, re- sponsabili del 70% dei casi del carcinoma uterino. L’Italia è stato il primo Paese in Europa a lanciare nel 2008 un’organica campagna di immunizzazione gratuita, rivolta al- le ragazze preadolescenti nel dodi- cesimo anno di vita, ma c’è ancora molto da fare per raggiungere gli obiettivi previsti dal Piano Nazio- nale della Prevenzione Vaccinale 2012-2014.

“È fondamentale - dichiara il Pro- fessor Walter Ricciardi, Direttore del Dipartimento di Sanità Pubbli- ca del Policlinico Gemelli di Roma - la promozione e l’implementazio- ne di programmi informativi per la sensibilizzazione delle ragazze e, soprattutto, dei genitori, sull’im- portanza cruciale del vaccino. Stra- tegico, in tal senso, è anche il ruolo svolto da tutti gli operatori sanitari coinvolti (Pediatri di libera scelta, Medici di medicina penerale, gine- cologi, operatori dei centri vaccina- li, etc.), che rappresentano gli in- terlocutori diretti con l’utenza inte-

ressata. Il raggiungimento di un’ot- timale copertura vaccinale ci pro- ietterà in una società di donne più sane con una qualità di vita sem- pre migliore”.

Per diffondere una maggiore in- formazione e promuovere lo scre- ening, è proseguito quest’anno l’impegno di O.N.Da attraverso il Progetto AURORA, cofinanziato dalla Commissione Europea, in partnership con altri 10 Stati mem- bri dell’UE.

Il progetto ha sviluppato un mo- dello di training volto a formare addetti ai lavori sulla prevenzione di questo tumore. Più di 200 ope- ratori sanitari e 68 figure impe- gnate nel campo dell’advocacy sono stati formati durante due corsi europei. Inoltre, il consorzio AURORA ha creato in tutti gli Stati partecipanti al progetto una rete di 22 centri pilota, che stan- no già implementando lo scree- ning del cancro alla cervice.

Obiettivo del network è testare la metodologia di AURORA, coin- volgendo il personale sanitario formato durante il progetto, con lo scopo di migliorare la qualità e il numero di test di screening cer- vicale eseguiti nei diversi centri.

È, inoltre, disponibile una piatta- forma e-learning, con accesso li- bero: www.aurora-project.eu/it.

In Italia il tumore colpisce ogni an- no oltre 3.000 donne; in Europa è il secondo tumore più diffuso, do- po il cancro al seno, nella popola- zione femminile tra i 15 e i 44 anni:

causa ogni anno circa 15.000 vitti- me in Europa e 1.500 in Italia.

A che punto è la copertura vaccinale anti-Hpv?

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