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Oggetto: Orientamenti per l’elaborazione del Rapporto di Autovalutazione.

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Academic year: 2022

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Ai Direttori

degli Uffici Scolastici Regionali LORO SEDI

Ai Dirigenti scolastici delle Istituzioni scolastiche

statali e paritarie di ogni ordine e grado LORO SEDI

E, p.c. Al Capo di Gabinetto

Al Capo Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e formazione Al Capo Dipartimento per la

programmazione e la gestione delle risorse umane, finanziarie e strumentali Al Capo Ufficio stampa

LORO SEDI

Oggetto: Orientamenti per l’elaborazione del Rapporto di Autovalutazione.

L’avvio della valutazione del sistema educativo di istruzione, secondo il procedimento previsto dall’art. 6 del D.P.R. n. 80/2013, costituisce un passo importante per completare il processo iniziato con l’attribuzione dell’autonomia alle istituzioni scolastiche.

L’autonomia responsabilizza le scuole “nella progettazione e nella realizzazione di interventi di educazione, formazione e istruzione mirati allo sviluppo della persona umana, adeguati ai diversi contesti, alla domanda delle famiglie e alle caratteristiche specifiche dei soggetti coinvolti, al fine di garantire loro il successo formativo, coerentemente con le finalità e gli obiettivi generali del sistema di istruzione e con l'esigenza di migliorare l'efficacia del processo di insegnamento e di apprendimento” e il Sistema Nazionale di Valutazione ha come fine il

“miglioramento della qualità dell'offerta formativa e degli apprendimenti”.

Autonomia, valutazione e miglioramento sono, dunque, concetti strettamente connessi.

Mediante la valutazione, interna ed esterna, le scuole possono individuare gli aspetti positivi da mantenere e consolidare e gli elementi di criticità in relazione ai quali realizzare azioni di miglioramento.

Avviare il Sistema Nazionale di Valutazione significa, perciò, rafforzare l’autonomia di tutte le istituzioni scolastiche mediante la messa a disposizione di procedure, strumenti e dati utili e, di conseguenza, metterle in condizione di svolgere sempre meglio i compiti fondamentali ad esse

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Con i presenti Orientamenti si forniscono alcuni primi essenziali elementi per l’elaborazione del Rapporto di autovalutazione (RAV), il cui format con la mappa dei relativi indicatori è in allegato in formato pdf. Tale versione pdf viene distribuita al fine di rendere noti alle scuole struttura e contenuti del Rapporto che dovrà essere, poi, elaborato per tappe graduali successive esclusivamente in modalità on line secondo quanto di seguito specificato.

1. IL PROCESSO DI AUTOVALUTAZIONE 1.a. Caratteri

Come ormai noto, a partire dal corrente anno scolastico tutte le scuole del sistema nazionale di istruzione (statali e paritarie) anche quelle che stanno partecipando a progetti sperimentali in tale ambito, sono coinvolte nel processo di autovalutazione con l’elaborazione finale del Rapporto di Autovalutazione (RAV), da rendere pubblico sul portale del Ministero entro luglio 2015.

L’autovalutazione, prima fase del procedimento di valutazione, è un percorso di riflessione interno ad ogni scuola autonoma finalizzato ad individuare concrete piste di miglioramento, grazie alle informazioni qualificate di cui ogni istituzione scolastica dispone. Tale percorso non va considerato in modo statico, ma come uno stimolo alla riflessione continua, con il coinvolgimento di tutta la comunità scolastica, sulle modalità organizzative, gestionali e didattiche messe in atto nell’anno scolastico di riferimento.

L’autovalutazione, da un lato, ha la funzione di fornire una rappresentazione della scuola attraverso un’analisi del suo funzionamento, dall’altro, costituisce la base per individuare le priorità di sviluppo verso cui orientare nel prossimo anno scolastico il piano di miglioramento.

È opportuno evidenziare come il Rapporto di autovalutazione, essendo ancora in una fase iniziale, offra primi strumenti di analisi della realtà scolastica, strumenti da discutere, regolare e consolidare nel tempo grazie alla fattiva collaborazione e al costante confronto tra le istituzioni scolastiche, gli Uffici Scolastici Regionali e il Ministero, facendo tesoro anche delle esperienze realizzate.

1.b. Attori

La gestione del processo di autovalutazione interna è affidata al dirigente scolastico, attraverso la costituzione di un’unità di autovalutazione. Essa, come già proposto nella circolare n. 47/2014 e fatta salva l’autonomia delle istituzioni scolastiche, è costituita preferibilmente dal dirigente scolastico, dal docente referente della valutazione e da uno o più docenti con adeguata professionalità individuati dal Collegio dei docenti.

La composizione interna di ogni unità può essere comunque variamente articolata a seconda del contesto di riferimento, della realtà scolastica e delle modalità di analisi che si intendono intraprendere.

Si precisa che il Dirigente scolastico, in qualità di rappresentante legale e di garante della gestione unitaria della scuola, rimane il diretto responsabile dei contenuti e dei dati inseriti nel Rapporto di autovalutazione.

In questa ottica è, comunque, opportuno che il dirigente scolastico operi, con il supporto dell’unità di autovalutazione, in modo da:

- favorire e sostenere il coinvolgimento diretto di tutta la comunità scolastica, anche promuovendo momenti di incontro e di condivisione degli obiettivi e delle modalità operative dell’intero processo di autovalutazione;

- valorizzare le risorse interne, assicurandone, da un lato, una piena legittimazione all’interno di questo processo innovativo e, dall’altro, favorendo un più significativo collegamento del processo di valutazione nel sistema scuola;

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- incoraggiare la riflessione dell’intera comunità scolastica attraverso una riprogettazione delle azioni mediante il ricorso a nuovi approcci, anche facendo eventualmente tesoro di proposte operative collegate ad esperienze precedenti in tale ambito;

- alimentare costantemente il processo di autovalutazione, superando un approccio di chiusura autoreferenziale.

1.c. Strumenti

Al fine di supportare tutto il procedimento di valutazione, è stato creato un portale sulla valutazione (http://www.istruzione.it/sistema_valutazione/documenti.html), a cui si accede anche dalla pagina “Istruzione” del sito istituzionale del Ministero. In tale portale è pubblicata tutta la normativa e la documentazione amministrativa di riferimento. Secondo una prospettiva formativa-informativa è inserita anche un’apposita sezione, che andrà nel tempo integrata, con tutti i materiali del seminario del 27 e 28 novembre 2014 rivolto al personale degli UU.SS.RR. e a tutti i dirigenti tecnici dell’Amministrazione.

Con riferimento allo specifico processo di autovalutazione, il primo strumento operativo che le scuole hanno avuto a disposizione è rappresentato dal Questionario Scuola, predisposto dall’INVALSI e diffuso nei giorni scorsi attraverso l’invio ad ogni dirigente scolastico di un link con il relativo codice di accesso. Al questionario si potrà accedere anche attraverso il portale con le credenziali ricevute.

I dati di questo questionario, strutturato in coerenza con il Rapporto di autovalutazione, anche sulla base delle esperienze svolte nei progetti sperimentali di valutazione, saranno inseriti direttamente dal dirigente scolastico che, come già precisato, se ne assume la responsabilità.

Essi consentiranno di dettagliare ulteriormente i dati con riferimento al contesto e alle risorse, ma soprattutto di specificare gli elementi di conoscenza concernenti i processi, intesi sia come pratiche educative e didattiche sia come pratiche gestionali e organizzative di ciascuna scuola. Si tratta, perciò, di esplicitare, in relazione alle informazioni richieste, i dati già a disposizione della scuola che, in realtà, dove esistono pratiche consolidate di autovalutazione, sono ricchi e dettagliati.

Il Questionario Scuola, una volta compilato, consentirà all’INVALSI di elaborare i dati in esso contenuti e di restituirli tramite la piattaforma informatica alle istituzioni scolastiche con valori di riferimento esterni (benchmark). In questo modo si permette ad ogni singola scuola di confrontare la propria situazione con quella di altre istituzioni scolastiche operanti in ambiti e contesti simili.

Entro il mese di marzo 2015 sul portale della valutazione sarà resa disponibile all’interno del portale, ad opera della Direzione generale per i contratti, gli acquisti e per i sistemi informativi e la statistica, una piattaforma operativa unitaria (tramite un apposito link) che dovrà essere utilizzata per l’elaborazione finale del Rapporto di autovalutazione. La piattaforma unitaria consentirà alle scuole, in un primo momento, di reperire e inserire dati, organizzati attorno agli indicatori relativi a tre differenti aree di analisi (Contesto, Esiti e Processi) e, successivamente, di procedere all’elaborazione del RAV e alla relativa pubblicazione.

La piattaforma unitaria - a partire da marzo 2015 con popolamenti automatici di dati successivi e progressivi - consentirà nel tempo alle scuole di :

1) avere a disposizione i dati informativi e statistici sugli aspetti fondamentali di funzionamento, già in possesso del Ministero grazie alle ordinarie operazioni di rilevazione;

2) usufruire dei dati informativi e statistici già presenti a sistema e derivanti da banche dati gestite da altri soggetti istituzionali (es. Istat, Ministero del Lavoro, Ministero dell’Interno etc.);

3) inserire i dati richiesti dal Questionario scuola;

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4) avvalersi delle elaborazioni in chiave comparativa effettuate dall’INVALSI utilizzando i dati dei Questionari Scuola e consentendo così alle scuole di effettuare le opportune comparazioni;

5) inserire dati e informazioni integrative collegati a propri specifici indicatori.

Si sottolinea che, in questo primo anno di avvio del Sistema Nazionale di Valutazione, non saranno predisposti a livello nazionale questionari unici per studenti, docenti, e genitori.

Le scuole, nella loro piena autonomia, potranno raccogliere le informazioni relative agli indicatori interessati tramite focus, interviste o modelli di questionari autonomamente elaborati.

Al fine di accompagnare le scuole in questo percorso si sono costituiti presso ogni USR degli staff di supporto al processo di autovalutazione. Le scuole o le reti di scuole possono facilmente reperire i contatti e le attività dei predetti nuclei direttamente sui siti dei rispettivi UU.SS.RR.

Inoltre, il Miur ha aperto un’apposita casella di posta elettronica (valutazionescuole@istruzione.it) attraverso cui si possono fare segnalazioni o richiedere informazioni non reperibili in altro modo.

2. PERCORSO DI ELABORAZIONE DEL RAV

L’elaborazione del RAV è un processo che si sviluppa attraverso alcuni fondamentali passaggi.

2.a. Comprendere la logica del RAV

In via preliminare, una volta costituita l’unità di autovalutazione, vanno esaminate la struttura del Rapporto e la mappa degli indicatori, per capirne lo schema concettuale sottostante:

Le prime tre sezioni del Rapporto (parte descrittiva e valutativa) sono articolate in aree:

CONTESTO ESITI

PROCESSI

PRATICHE EDUCATIVE E DIDATTICHE

PRATICHE GESTIONALI E ORGANIZZATIVE

Popolazione scolastica Risultati scolastici

Curricolo, progettazione e

valutazione

Orientamento strategico e organizzazione della

scuola

Territorio e capitale sociale

Risultati nelle prove standardizzate nazionali

Ambiente di apprendimento

Sviluppo e valorizzazione delle

risorse umane

Risorse economiche e materiali

Competenze chiave e di cittadinanza

Inclusione e differenziazione

Integrazione con il territorio e rapporti

con le famiglie Risorse professionali Risultati a distanza Continuità e

orientamento

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Per ciascuna delle tre aree (Contesto, Esiti e Processi) il format del RAV:

- fornisce una definizione dell’area al fine di esplicitarne più compiutamente il contenuto;

- individua un certo numero di indicatori idonei a rappresentare le caratteristiche di qualità dell’area; la mappa sintetica degli indicatori è arricchita anche da descrittori che ne facilitano ancor più la comprensione e ne specificano il contenuto;

- riserva uno spazio per l’inserimento di indicatori a cura della scuola, in modo che questa possa meglio rappresentare la propria peculiare situazione; in qualche caso la scelta degli indicatori è completamente rimessa alla scuola;

- propone domande guida, a cui non dovrà essere data una specifica risposta, con lo scopo di stimolare la riflessione sui dati;

- richiede di individuare opportunità e vincoli (solo per l’area Contesto);

- richiede di definire punti di forza e punti di debolezza (per Esiti e Processi);

- definisce un criterio complessivo di qualità, come dimensione rilevante a cui riferirsi nella formulazione del giudizio finale relativo alle varie aree di intervento;

- richiede di esprimere un giudizio autovalutativo complessivo per le aree concernenti Esiti e Processi, utilizzando una scala di possibili situazioni che va da 1 a 7, e di motivare tale giudizio.

La quarta sezione orienta la riflessione critica sul percorso di autovalutazione svolto.

La quinta sezione (individuazione delle priorità e dei traguardi di miglioramento e degli obiettivi di processo) è la logica conclusione del processo di autovalutazione in quanto chiede alle scuole di fare delle scelte individuando priorità e traguardi da raggiungere attraverso il successivo Piano di Miglioramento.

2.b. Interpretare e costruire gli indicatori

Ogni istituzione scolastica rappresenta una realtà complessa e articolata che non può essere chiusa in un set predefinito di indicatori secondo un modello astratto di scuola. Proprio in ragione delle ineliminabili e fondamentali specificità di ogni contesto scolastico, la valutazione è stata pensata come un costrutto a più dimensioni che deve permettere di leggere la complessità di ogni singola scuola senza riduzioni o semplificazioni eccessive e/o arbitrarie. Certo, ogni sistema di valutazione e di miglioramento necessita di un linguaggio condiviso, di modalità standardizzate e di un quadro di riferimento comune. Per favorire adeguati processi di analisi e miglioramento è stato, pertanto, imprescindibile fornire, tramite un modello-base di Rapporto di autovalutazione, punti di riferimento univoci, indicatori comuni, dati comparabili.

Gli indicatori già presenti a sistema consentono alla scuola di confrontare i dati relativi alla propria situazione con altri valori di riferimento esterno, come ad esempio le medie nazionali e regionali riportate nella piattaforma. Essi rappresentano una prima base dati per poter procedere all’autovalutazione. Si tratta, pertanto, di analizzare i dati forniti dal sistema e di leggerli criticamente, anche tenendo conto degli indici di comparazione, al fine di poter effettuare un confronto sia a livello territoriale che nazionale. Questa analisi e lettura critica dei dati concorre ad individuare, rispetto ad ogni area, i punti di forza e di debolezza di ogni contesto scolastico.

In relazione alle seguenti aree o sottoaree la scelta degli indicatori è, invece, affidata alle singole istituzioni scolastiche:

• Competenze chiave e di cittadinanza (Esiti)

• Missione e obiettivi prioritari (Processi - Pratiche gestionali e organizzative)

• Controllo dei processi (Processi - Pratiche gestionali e organizzative)

• Valorizzazione delle competenze delle risorse umane (Processi - Pratiche gestionali e organizzative)

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Per tutte le aree esiste, comunque, sempre uno spazio riservato all’istituzione scolastica per l’eventuale inserimento di indicatori autonomamente definiti. Tali ulteriori indicatori danno la possibilità, infatti, di evidenziare gli aspetti della realtà scolastica rimasti in ombra dall’impianto generale e a collocare in un quadro di sistema gli altri dati disponibili al fine di far emergere la peculiarità di ogni singola realtà scolastica. Nella scelta di questi indicatori è opportuno considerare la validità degli stessi, che risiede prima di tutto nella loro capacità di rappresentare ciò che dovrebbero indicare, garantire la loro affidabilità e verificare la facilità di acquisizione, tenendo presente la possibilità di comparazione anche con dati esterni.

2.c. Esaminare e interpretare i dati

L’esperienza acquisita nei progetti sperimentali ha portato a individuare alcuni fondamentali criteri di qualità per quanto riguarda l’esame dei dati da parte delle scuole:

la completezza, ossia l’analisi di più fonti e di più dati a disposizione,

la comparazione, basata anche sul confronto con i valori di riferimento esterni disponibili,

la contestualizzazione, che permette alle scuole di verificare i dati attraverso un esame di realtà,

l’interpretazione, che consente ai dati di trasformarsi in informazioni nell’ambito di un contesto di senso complessivo.

Dall’esame dei dati secondo tali criteri di qualità, anche attraverso l’utilizzo delle sollecitazioni e degli spunti di riflessione derivanti dalle domande guida, la scuola giunge alla identificazione per ogni specifica area di Esito e di Processo dei punti di forza e di debolezza e alla successiva formulazione del giudizio autovalutativo. In entrambi i casi (individuazione dei punti di forza e di debolezza – formulazione di un giudizio motivato) non si tratta semplicemente di trascrivere dati, ma di attribuire loro un significato anche tenendo conto del contesto e delle tendenze rilevabili dalle serie storiche, se disponibili.

Infatti, un dato di esito negativo per quanto riguarda il confronto con i valori esterni, ad esempio, può assumere una diversa connotazione se comunque negli ultimi anni si registra una tendenza costante al miglioramento; viceversa, un dato positivo può rappresentare una criticità se la tendenza è di tipo peggiorativo.

2.d. Descrivere il contesto

L’analisi del Contesto – sezione prima del RAV - è un’azione che tutte le scuole effettuano ormai da molto tempo, in quanto costituisce il presupposto per l’elaborazione del Piano dell’Offerta Formativa, e per la quale ogni istituto dispone di una vasta gamma di dati e di riflessioni che rappresentano la fonte primaria a cui riferirsi.

Gli indicatori previsti dal RAV e i relativi dati disponibili a sistema focalizzano l’attenzione su alcuni fattori che possono avere riflessi rilevanti sui Processi e sugli Esiti. Tali indicatori, come già precisato, possono essere integrati in modo da consentire alla scuola una più ampia riflessione e una più dettagliata analisi.

Il Contesto viene descritto e non valutato, in quanto lo scopo è di permettere alle scuole di analizzare i tratti salienti del contesto di riferimento, evidenziandone poi, in relazione a ciascuna delle aree, i vincoli (elementi esterni al contesto scolastico che possono condizionare negativamente i processi e gli esiti, come ad es.: carenza di stimoli culturali, scarsa disponibilità del territorio a collaborare e a mettere a disposizione servizi e risorse, resistenza al cambiamento da parte di determinati gruppi professionali, ecc.) e le opportunità (elementi esterni al contesto scolastico che possono incidere favorevolmente, come ad es. buona disponibilità di finanziamenti locali, disponibilità del corpo docente alla formazione e all’innovazione, ecc.).

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2.e. Valutare gli esiti

Il compito fondamentale della scuola è di far acquisire agli studenti buoni esiti di apprendimento, in quanto questi costituiscono una risorsa essenziale per la piena realizzazione della persona, per l’esercizio attivo della cittadinanza e per il progresso della comunità sociale.

D’altro canto, si ricorda che la Direttiva 11/2014, nell’individuare le priorità strategica del Sistema Nazionale di Valutazione per il prossimo triennio precisa che “ …la valutazione è finalizzata al miglioramento della qualità dell’offerta formativa e degli apprendimenti e sarà particolarmente indirizzata:

- alla riduzione della dispersione scolastica e dell’insuccesso scolastico;

- alla riduzione delle differenze tra scuole e aree geografiche nei livelli di apprendimento degli studenti;

- al rafforzamento delle competenze di base degli studenti rispetto alla situazione di partenza - alla valorizzazione degli esiti a distanza degli studenti, con attenzione all’Università e al lavoro”

L’analisi e la valutazione degli Esiti, quindi, sono particolarmente importanti, perché le criticità rilevate in questa sezione sono l’ambito nel quale individuare le direzioni di miglioramento.

Nell’area dei risultati scolastici particolare rilievo ha il numero degli studenti che abbandonano la scuola, considerando sia gli abbandoni propriamente detti sia i trasferimenti da una scuola all’altra.

Per quanto riguarda i risultati nelle prove standardizzate nazionali è significativo confrontare i risultati della singola istituzione scolastica con altre che operano a parità di altre condizioni. Per facilitare questo compito, ogni anno, i risultati delle prove Invalsi sono restituiti alla scuola anche confrontandoli con quelli di 200 scuole che operano in situazione di background socio-economico culturale simile (cioè con lo stesso ESCS). Altrettanto importante è ridurre la varianza dei risultati fra le classi al fine di garantire a tutti gli studenti pari opportunità.

Circa le competenze chiave e di cittadinanza il format del RAV non presenta specifici indicatori. Come è noto, la Raccomandazione del 18 dicembre 2006 del Parlamento europeo e del Consiglio dell’Unione europea inserisce tra le competenze chiave sia quelle riguardanti le acquisizioni nelle aree fondamentali (madrelingua, lingue straniere, matematica, scienza e tecnologia, competenze digitali), sia quelle concernenti la capacità di costruire autonomamente un percorso di vita e di lavoro (imparare ad imparare, spirito di iniziativa e di imprenditorialità), sia quelle più strettamente collegate alla cittadinanza attiva e consapevole (competenze sociali e civiche, consapevolezza ed espressione culturale). Al riguardo non sono attualmente disponibili indicatori omogenei a livello nazionale: la scelta è stata, pertanto, quella di lasciare alle scuole la scelta degli indicatori e delle fonti. Ad esempio, gli elementi di conoscenza riguardanti quest’area possono essere ricavati dalle procedure adottate per la certificazione delle competenze, dagli elementi considerati per la valutazione del comportamento, dall’osservazione della qualità di alcuni processi (quali, ad esempio, la partecipazione attiva degli studenti alla vita scolastica, il livello di collaborazione, il grado di autonomia e il senso di responsabilità degli studenti) all’interno di ciascuna scuola.

Sempre in relazione agli Esiti, è infine importante considerare il successo degli studenti al termine del percorso di studio, nei percorsi formativi successivi e nel mondo del lavoro (Risultati a distanza). La positiva e immediata affermazione in ambito lavorativo è particolarmente rilevante per gli istituti tecnici e professionali e per i percorsi d’istruzione e formazione professionale. Va evidenziato, però, che tutti gli indirizzi di scuola dovrebbero in ogni caso aiutare i propri alunni a orientarsi nel mondo del lavoro e delle professioni così come nella prosecuzione degli studi.

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Occorre, perciò, individuare indicatori che siano in grado di rilevare gli esiti conseguiti nel successivo iter formativo e/o ingresso nel mondo del lavoro. Le scuole potranno avvalersi, a questo fine, man mano che verranno costruiti, di indicatori basati sull’incrocio di diverse banche dati che verranno definiti e messi a disposizione dall’Ufficio di Statistica del MIUR.

Come già precisato, gli esiti rappresentano la prima sezione di carattere valutativo del RAV in relazione alla quale ciascuna scuola è chiamata a individuare i punti di forza e di debolezza.

Essi attengono a fattori endogeni, parte integrante dello specifico sistema scolastico e sui quali è possibile agire direttamente. Alla fine di ciascuna area, la scuola è tenuta a formulare un giudizio, che richiede di portare a sintesi una varietà di informazioni riferite alla pluralità di indicatori proposti dal sistema e/o inseriti da ciascuna istituzione scolastica.

In relazione a ciò sono presenti nel percorso di elaborazione nel RAV delle rubriche di valutazione con lo scopo di facilitare questa operazione. Ogni rubrica è costruita su 7 livelli riferiti alla situazione che emerge dall’analisi. I livelli 1 (molto critica), 3 (con qualche criticità), 5 (positiva) e 7 (eccellente) sono corredati da una descrizione analitica che ha la finalità di guidare la scuola a collocarsi. I livelli 2, 4 e 6, come livelli intermedi, non sono descritti e permettono di posizionare le scuole nelle quali si riscontra - solo per alcuni aspetti - una corrispondenza tra la descrizione analitica degli altri livelli e la situazione effettiva. Per esempio, la scuola può scegliere di indicare 4 se ritiene che la propria situazione sia per alcuni aspetti positiva (5) mentre per altri presenti qualche criticità (3).

Come già evidenziato nella guida all’autovalutazione collegata al format del RAV in allegato, le descrizioni già presenti possono non rappresentare esattamente la specifica situazione della singola scuola: le possibili combinazioni dei livelli relativi a tutti aspetti considerati in ciascuna area sono, infatti, numerose e varie. La collocazione della scuola per una specifica area a un determinato livello va, quindi, attentamente calibrata e adeguatamente motivata, come richiesto, nell’apposito spazio, facendo espresso richiamo alle evidenze e alle considerazioni che hanno portato alla scelta.

Per l’individuazione del livello nella rubrica di valutazione, la guida all’autovalutazione del format del RAV fornisce alcuni criteri di riferimento:

è opportuno assicurare il pieno utilizzo degli indicatori e dei descrittori messi a disposizione centralmente, eventualmente integrandolo con ulteriori evidenze e dati disponibili a livello di scuola per supportare meglio il giudizio;

è importante assumere un’ottica comparativa mediante il confronto della situazione specifica della scuola con i valori di riferimento esterni forniti dalla piattaforma (es. medie nazionali o regionali, andamento generale delle scuole di riferimento, ecc.);

è fondamentale mettere in campo un’azione critica e riflessiva.

Il giudizio non consiste, infatti, nella semplice riproposizione dei dati o nella descrizione di ciò che la scuola fa, ma è il risultato di una lettura critica dei dati, è la sintesi interpretativa degli elementi di conoscenza acquisiti in relazione agli indicatori utilizzati. La scuola, infatti, nel processo di autovalutazione individua i dati significativi, li esplicita, li rappresenta, li argomenta e li collega alla sua particolare organizzazione e al suo specifico contesto. In altri termini ogni scuola può attribuire un peso e un significato diverso al valore numerico degli indicatori e, queste diverse interpretazioni saranno evidenziate nella motivazione del livello scelto per ciascuna rubrica di valutazione.

2.f. Valutare i processi

Una buona diagnosi relativamente ai Processi costituisce una valida premessa per l’individuazione delle azioni funzionali al superamento delle criticità e, quindi, per il raggiungimento dei traguardi di miglioramento.

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Il RAV contiene indicatori messi a disposizione dal sistema, che, però, data la complessità dei fenomeni oggetto di indagine, non possono costituire una rappresentazione esauriente della specificità della situazione di ciascuna scuola. Per l’analisi e la valutazione dei processi è, perciò, fondamentale considerare anche le informazioni, quantitative e qualitative, di cui la scuola dispone, sempre assicurandone la validità e l’attendibilità.

L’individuazione dei punti di forza e di debolezza è prevista per ciascuna delle 19 sottoaree, mentre la formulazione del giudizio autovalutativo (nei 7 livelli sopra citati) è riferita solamente alle 7 aree. Le definizioni delle aree, le domande guida, gli aspetti considerati dalle rubriche di valutazione, come già sottolineato, costituiscono una guida di base per queste operazioni.

Esistono, però, ampi spazi di integrazione degli strumenti da parte delle scuole, per le quali la predisposizione del RAV rappresenta proprio l’occasione per approfondire la riflessione sul senso e sulla qualità della propria azione in rapporto agli esiti attesi.

2.g. Riflettere sul processo di autovalutazione

Dopo un’analisi di Contesto e una prospettiva valutativa collegata agli Esiti e ai Processi, si promuove un riesame critico dell’intero processo di autovalutazione. Ogni scuola è chiamata, infatti, a fornire alcune essenziali informazioni sugli attori, le eventuali difficoltà incontrate, le esperienze pregresse in materia di autovalutazione.

2.h. Individuare le priorità, i traguardi e gli obiettivi di processo

Con la quinta e ultima sezione del RAV si passa alla fase proattiva di carattere strategico per l’avvio del cambiamento allo scopo di migliorare la situazione esistente. Il risultato non è ancora il Piano di miglioramento, che verrà analiticamente definito e avviato nell’a.s. 2015-2016, secondo il cronoprogramma indicato nella Direttiva n. 11/2014 e nella C.M. n.47/2014.

In questa fase si tratta di:

- individuare le priorità, intese come “obiettivi generali che la scuola si prefigge di realizzare nel lungo periodo attraverso l’azione di miglioramento”; tali obiettivi, come già chiarito nella guida all’autovalutazione collegata al format del RAV, devono necessariamente essere individuati nell’ambito degli Esiti, la cui acquisizione costituisce il compito fondamentale della scuola.

L’esperienza accumulata nei progetti di qualità insegna che, per poter essere realmente perseguiti con speranza di successo, gli obiettivi devono essere in numero limitato e definiti coerentemente con la situazione di contesto e con le risorse disponibili o realisticamente acquisibili. Si consiglia, perciò, di “individuare un numero limitato di priorità (1 o 2) all'interno di una o due aree degli Esiti degli studenti”. Per poter decidere, nell’ambito del quadro complessivo delle criticità rilevate, su quali concentrare l’azione di miglioramento, occorre stabilire appositi criteri, sulla base dei quali motivare la scelta nell’apposito spazio del RAV;

- definire i traguardi di lungo periodo, che “riguardano i risultati attesi a lungo termine in relazione alle priorità strategiche” e che “articolano in forma osservabile e/o misurabile i contenuti delle priorità e rappresentano le mete verso cui la scuola tende nella sua azione di miglioramento”. Se le priorità indicano scelte strategiche, i traguardi definiscono in termini concreti e verificabili i risultati che ci si prefigge di ottenere in un determinato periodo di tempo;

- definire gli obiettivi di processo, che “rappresentano una definizione operativa delle attività su cui si intende agire concretamente per raggiungere le priorità strategiche individuate” e che “costituiscono degli obiettivi operativi da raggiungere nel breve periodo (un anno scolastico) e riguardano una o più aree di processo”. Si tratta dunque di individuare a grandi linee quali azioni porre in essere per raggiungere i traguardi stabili.

È questa una scelta che stimola la riflessione sulle correlazioni esistenti tra Processi ed Esiti, sulle modalità con cui i vari Processi possono influire sugli Esiti, e che evidenzia una volta di più l’importanza di una accurata analisi delle aree relative ai processi, in modo da potere disporre di una buona base per l’individuazione delle azioni efficaci ai fini del miglioramento.

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In conclusione è opportuno ricordare che il RAV verrà pubblicato a luglio 2015 nel portale del Ministero e nel sito della singola istituzione scolastica non solo per promuovere la trasparenza delle informazioni, ma soprattutto per portare a conoscenza di tutti le priorità che si intendono perseguire e i traguardi che si intendono raggiungere nei prossimi anni facilitando in tal modo il più possibile un processo di partecipazione condivisa verso il miglioramento.

3. CASI PARTICOLARI

3.a Istituti di istruzione secondaria superiore con pluralità di indirizzi o Istituti comprensivi con scuole secondarie di secondo grado

Non si ritiene opportuno che le istituzioni scolastiche ricorrano ad analisi “separate” per indirizzo/grado di scuola che potrebbero condurre alla redazione di RAV differenziati. Ogni istituzione scolastica deve elaborare un unico RAV, anche se è stato elaborato un differente questionario per grado di scuola.

Le scuole possono, comunque, recuperare la specificità dei propri indirizzi/gradi:

• integrando gli indicatori del RAV con indicatori autonomamente definiti;

• evidenziando tale caratteristica nella motivazione dei giudizi assegnati per ciascuna area, ove necessario.

3.b Istruzione e formazione professionale

Con riferimento al sistema di istruzione e formazione professionale, le priorità strategiche e le modalità di valutazione, secondo quanto previsto dall’articolo 2 del D.P.R. 80/2013, sono definite con linee guida adottate d’intesa con la Conferenza unificata previo concerto con il Ministero del lavoro e delle politiche sociali.

3.c Scuole dell’infanzia

In questo primo anno di avvio del Sistema Nazionale di Valutazione le scuole dell’infanzia, quando rappresentano l’unica offerta formativa di un’istituzione scolastica (come può accadere per molte scuole paritarie), non sono tenute ad elaborare il RAV, in attesa di un suo prossimo e necessario adeguamento alle specificità di questo segmento scolastico.

Come già precisato nella Circolare n. 47 del 2014, i docenti della scuola dell’infanzia parte di un istituto comprensivo o di un circolo didattico, invece, sono chiamati a partecipare e collaborare al processo di autovalutazione, che riguarda il servizio scolastico nel suo complesso, anche se il format del RAV non contiene dati relativi ai risultati di apprendimento di questo segmento scolastico. In questa fase il coinvolgimento delle scuole dell’infanzia può certamente offrire elementi utili, fin dalla compilazione del questionario scuola, al miglioramento di strumenti e modalità d’intervento a sostegno di un efficace procedimento di autovalutazione.

3.d Dimensionamento

Le istituzioni scolastiche, che sono state o saranno soggette a dimensionamento, elaborano il RAV con riferimento alla situazione esistente nel corrente anno scolastico. In particolare, le scuole che sono coinvolte dal prossimo anno in un processo di dimensionamento nella sezione del RAV riguardante priorità e traguardi possono tener conto di questa evoluzione organizzativa.

3.e Centri provinciali per l’istruzione degli adulti (CPIA)

Nelle more della definizione dei necessari adattamenti del RAV ai nuovi assetti organizzativi e didattici, delineati dal DPR 263/12, i CPIA, attivi e funzionanti nell’a.s. 2014/2015, sono esonerati per il corrente a.s. dalla stesura del RAV. In ogni caso, in attesa della definitiva messa a regime dei suddetti nuovi assetti, prevista per l’a.s. 2015/2016, i docenti dei CTP o dei percorsi di secondo livello sono chiamati a partecipare al percorso di elaborazione del RAV dell’istituzione scolastica di riferimento, mettendo in luce le peculiarità del proprio servizio di istruzione.

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3.f Scuole con esperienze sperimentali nazionali sull’autovalutazione

Le scuole con attività di sperimentazione da poco completate o ancora in corso (fermo restando il completamento di tali percorsi) valorizzeranno e metteranno a sistema tutto il bagaglio di esperienza e di conoscenza negli anni acquisito, avvalendosi comunque dei nuovi modelli e inserendosi così a pieno titolo nel sistema nazionale di valutazione.

Il Direttore Generale Carmela Palumbo

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