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Osservatorio spese famiglie torinesi, 2005. Nono osservatorio sulle spese delle famiglie torinesi. Capacità delle famiglie torinesi di fronteggiare le spese per i consumi. Risultati statistici di un'indagine campionaria per il 2005

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(1)

IX OSSERVATORIO SULLE SPESE

DELLE FAMIGLIE TORINESI

(ANNO 2005)

(2)

Capacità delle famiglie torinesi di fronteggiare le spese per i consumi.

Risultati statistici di un’indagine campionaria per il 2005.

Luigi Bollani*

---

Indice

1.

L’osservatorio sui consumi delle famiglie torinesi

pag. 3

2.

L’indagine campionaria sui consumi delle famiglie per l’anno 2005 pag. 3

3.

La struttura del campione e della popolazione di riferimento.

Alcune indicazioni sui caratteri socio-demografici rilevati

e sulle loro opportunità d’uso.

pag. 3

3.1

Le

famiglie

pag.

4

3.2

I

componenti

pag.

6

4.

I

consumi

delle

famiglie

pag.

9

4.1

I

consumi

alimentari

pag.

9

4.2

La struttura dei consumi alimentari

pag. 15

4.3

I

consumi

non

alimentari

pag.

20

4.4

La struttura dei consumi non alimentari

pag. 27

4.5

Struttura generale dei consumi e profili di consumo famigliare

pag. 33

5.

Atteggiamento delle famiglie nei confronti degli acquisti

pag. 37

5.1

I

luoghi

di

acquisto

pag.

37

5.2

Le

ragioni

di

acquisto

pag.

40

5.3

La variazione delle abitudini di acquisto secondo l’inflazione

pag. 42

5.4

Rilevazione di particolari comportamenti di consumo

pag. 42

Bibliografia

Tabelle statistiche

*Dipartimento di Statistica e Matematica Applicata “Diego de Castro”. Facoltà di Economia. Università di Torino.

(3)

1. L’osservatorio sui consumi delle famiglie torinesi

Il presente studio segna l’appuntamento annuale con l’osservazione sui consumi delle famiglie torinesi e sulle spese ad essi inerenti, come descritto nel paragrafo successivo dedicato all’introduzione dell’indagine campionaria per l’anno 2005, che è condotta su iniziativa Ascom Torino, Confesercenti Provinciale di Torino, Camera di Commercio di Torino e Unioncamere.

Caratteristica tipica di questa ricerca longitudinale è lo studio dell’azione diretta al consumare nell’ambito della famiglia, intesa come unità organizzativa di base in cui la maggioranza delle forme di consumo prendono corpo e vengono soddisfatte, pur orientate più o meno intensamente dal contributo degli individui singoli.

Il bisogno, l’attitudine imitativa, il desiderio di status o l’attitudine all’adattamento a modelli di consumo1 del singolo individuo vengono così rivisitati con un occhio prevalente ad un livello di aggregazione piccolo, la famiglia. Essa recepisce ed integra, attraverso i bisogni e le aspettative proprie dei suoi componenti, il riflesso della società in cui è inserita e contemporaneamente, con il suo atteggiamento di piccola struttura in cui si consuma l’esperienza empirica dell’esistenza, dà una risposta che influenza a sua volta il tessuto sociale e lo modifica nel tempo.

2. L’indagine campionaria sui consumi delle famiglie per l’anno 2005

La presente indagine, basata su una rilevazione campionaria del 2005, si inserisce in un quadro pluriennale di osservazione dei consumi delle famiglie torinesi iniziata nel 1996 dall’Ascom e proseguita con cadenza annuale2 fino alla presente edizione, che è gestita insieme alla Confesercenti Provinciale. La natura e l’evoluzione temporale di detto osservatorio è condotta in sincronia con l’omologa indagine a livello nazionale dell’Istat3, di cui mutua nelle linee generali la metodologia4 e della quale tende anche ad accogliere le modificazioni dinamiche5. Negli ultimi anni essa si svolge anche concordemente con una analoga indagine Unioncamere6 che si riferisce ai consumi degli altri capoluoghi piemontesi.

Il presente studio accoglie la rilevazione campionaria Ascom / Confesercenti 2005 e, dopo un esame di alcuni tratti caratteristici del campione, espone il quadro statistico che da esso emerge, indirizzandosi talvolta anche ad un confronto con altre aree piemontesi7.

3. La struttura del campione e della popolazione di riferimento. Alcune indicazioni sui caratteri socio-demografici rilevati e sulle loro opportunità d’uso.

Il campione, composto di 260 famiglie, presenta – rispetto alla realtà complessiva delle famiglie torinesi – un buon bilanciamento secondo alcuni caratteri che si possono ritenere importanti per la sua rappresentatività (alcuni di essi sono stati utilizzati in fase progettuale8 come caratteri di controllo).

E’ tuttavia difficile un parallelo preciso con le consistenze di universo poiché di esse si ha un quadro variegato. La fonte più attendibile (sebbene con un riferimento temporale datato) pare essere il censimento Istat 2001, disponibile da poco più di due anni, le cui risultanze si affiancano a quelle del data base dell’ Anagrafe del comune di Torino, di cui è stato possibile consultare incroci mirati9 riferiti

1Proposti dalla società o da alcune sue componenti. 2 Fatta eccezione per l’anno 1999.

3 L’ultimo rapporto completo disponibile, riferito all’anno 2003, è contenuto in Istat (2005). E’ inoltre disponibile un rapporto in forma breve per il 2004, anch’esso pubblicato nel 2005.

4 Utilizzo di un libretto di acquisti - nel quale si riassumono gli acquisti correnti della famiglia intervistata nel corso della settimana - e di un questionario, nel quale sono annotate le spese che vengono effettuate a intervalli più lunghi (p. es. beni durevoli).

5 Particolare rilevanza assume la riclassificazione della spesa delle famiglie introdotta, recependo la richiesta comunitaria, nell’anno 2000. Si può vedere a questo proposito: ISTAT (2000).

6 L’ultimo rapporto disponibile, riferito all’anno 2005, è contenuto in Regione Piemonte, Osservatorio regionale del commercio, Unioncamere piemonte (2005).

7 In base ai risultati della citata indagine UnionCamere.

8 Il progetto di campionamento per quote proporzionali (in base ai dati forniti dal Comune di Torino – Ufficio Statistica) si riflette approssimativamente nelle risultanze empiriche.

9 Si ringrazia la Signora Patrizia Pasetti della Biblioteca dell’Ufficio di Statistica del Comune di Torino per la gentilezza, la precisione e la sollecitudine nel fornire le informazioni derivanti dal data base anagrafico.

(4)

(nominalmente10) all’anno 2005. Purtroppo, allo stato attuale, tra le due fonti vi è una discreta discrepanza: come dato complessivo il censimento 2001 indica per il comune di Torino 394378 famiglie e 865263 residenti, mentre i dati del data base Anagrafe (anno 200411) riportano 433494 famiglie e 900748 residenti.

Nel verificare le caratteristiche e l’attendibilità del campione si pone attenzione innanzitutto alla struttura delle famiglie (le unità di indagine) rispetto alla dimensione e ad alcuni tratti della tipologia famigliare e della persona di riferimento (capofamiglia). In seguito si esaminano anche le caratteristiche dell’insieme degli individui componenti le famiglie medesime. L’analisi di tale aggregato infatti, se confrontato con l’intera popolazione torinese, può dare ulteriori elementi di verifica dell’attendibilità campionaria.

3.1 Le famiglie

Con riferimento alla dimensione della famiglia la tabella che segue pone a confronto la struttura12 campionaria rispetto a quella di universo.

Struttura dimensionale delle famiglie per il campione e per la città di Torino13

0 5 10 15 20 25 30 35 40 45 1 componente

2 componenti 3 componenti 4 o più componenti Campione 2005 Comune 2005 Istat 2001 Dimensione

famigliare Campione (%) Universo14 Comune 2004 (%) Universo Censim. 2001 (%) 1 componente 39 41 34 2 componenti 29 29 32 3 componenti 18 18 19 4 o più comp.15 14 13 14 100 100 100

Si nota che, pur nel sostanziale accordo tra le tre serie, si corre il rischio di una sovrastima delle famiglie monocomponenti (che, ceteris paribus, consumano di meno), se si assume come dato più attendibile quello censuario.

Un riscontro della medesima situazione, esplorata secondo un punto di vista differente, si può rintracciare nel confronto che segue:

10 Non è nota con esattezza la tempestività di aggiornamento di detto data base, dovuta anche al presentarsi del cittadino agli uffici anagrafici.

11 Nel 2001 si segnalavano circa 425000 famiglie e 900000 abitanti. 12 Cioè la composizione percentuale.

13 Per i dati campionari vedasi Tab. 1.1 (elaborazioni da campione Ascom / Confesercenti) ; per quelli di universo Tab. 1.16 (Fonte: Comune di Torino - Ufficio Statistica) e Istat (censimento 2001).

14 Escluse le comunità, come anche nel seguito.

(5)

Tipologia delle famiglie per il campione e per la città di Torino16 0 5 10 15 20 25 30 35 40 45

Persone sole Coppie senza figli Coppie con figli Monogenitori Altro Campione 2005 Comune 2005 Istat 2001

La maggiore presenza nel campione di “persone sole” (rispetto all’universo Istat) è dunque soprattutto compensata da una minore proporzione di “coppie”.

Tipologia Cam pion (%) Univers Comun e 2004 (%) Unive Censi. 2001 (%) Persone sole 39 41 35

Coppie senza figli 19 18 24 Coppie con figli 27 24 30

Monogenitori 10 9 9

Altro 6 8 2

100 100 100

La struttura campionaria con riguardo alle caratteristiche della persona di riferimento (capofamiglia) è rintracciabile in molte delle tabelle da 1.1 a 1.13. Sono 8 le famiglie con una persona di riferimento di età inferiore o uguale a 25 anni (si tratta ovviamente di famiglie formatesi recentemente, con un componente unico o una coppia formata da poco); le proporzioni più rilevanti si hanno per classi di età di 26-40 anni (23%) e 41-65 anni (51%); infine risultano abbastanza presenti (22%) le famiglie con capofamiglia di età superiore a 65 anni.

Le famiglie con persona di riferimento non occupata sono il 38% (si tratta in gran parte di capifamiglia pensionati – 84% dei casi).

Le restanti famiglie hanno la persona di riferimento occupata come lavoratore dipendente nel 61% dei casi (di cui: 10% dirigente o quadro; 26% impiegato; 20% operaio; 5% altra qualifica) e come lavoratore indipendente nel 39% dei casi ( di cui: 11% imprenditore o libero professionista; 28% lavoratore in proprio).

Il titolo di studio delle persone di riferimento è più frequentemente il diploma superiore (46%) o la licenza media inferiore (29%); più rari i casi in cui si rimane alla licenza elementare (10%) o si arriva al diploma universitario o alla laurea (14% dei casi).

Per riassumere alcuni caratteri demografici propri della persona di riferimento e talora anche il carattere dimensione famigliare, si è costruita17 una classificazione, funzionale a successive elaborazioni, che si inserisce qui perché può fornire ulteriori indicazioni di struttura campionaria. Essa risulta così composta (da Tab. 2.8):

Classe demografica N. famiglie

Classe 1 - single fino a 34 anni 20

Classe 2 - single tra 35 e 54 anni 26

Classe 3 - single tra 55 e 64 anni 13

Classe 4 - single con più di 64 anni 42

Classe 5 - coppia senza figli con persona di riferimento fino a 54 anni 30 Classe 6 - coppia senza figli con persona di riferimento con più di 54 anni 20 Classe 7 - coppia con figli e dimensione famigliare fino a 3 componenti 34 Classe 8 - coppia con figli e dimensione famigliare 4 (o più) componenti 35

Classe 9 - famiglia monoparentale 25

Classe 10 - altro tipo di famiglia 15

Tutto il campione 260

16 Per i dati campionari vedasi Tab. 1.1 (elaborazioni da campione Ascom / Confesercenti) ; per quelli di universo Tab. 1.16 (Fonte: Comune di Torino - Ufficio Statistica) e Istat (censimento 2001).

17 In analogia di intenti con una classificazione molto simile proposta dall’Istat nel resoconto dell’indagine sui consumi delle famiglie 2003 e sul rapporto breve, già pubblicato, riguardante il 2004.

(6)

Si forniscono quindi indicazioni sulla struttura campionaria per numero di percettori di reddito dichiarati dalla famiglia18 (dettagli maggiori si trovano nelle Tab. da 1.10 a 1.13). Le situazioni più comuni riguardano il caso di un percettore (58% delle famiglie campione) o due percettori (37%). Tre o più percettori si riscontrano nel 5% dei casi.

Una considerazione a parte riguarda l’informazione acquisita con domanda su questionario circa la fascia di reddito famigliare, con la richiesta di indicare una classe di reddito medio mensile approssimativamente percepito dalla famiglia.

L’accorpamento delle classi rispetto alla ricerca dell’anno precedente (sei classi invece di quattordici) snellisce la richiesta e la rende affrontabile con maggiore facilità dal rispondente, anche se la suddivisione può essere migliorata: la classe “766-2066 euro” è assai capiente (139 famiglie - più del 50% del campione), mentre l’ultima “oltre 6197 euro” è quasi vuota (4 famiglie).

E’ comunque noto il rischio di domande da un lato personali e dall’altro coinvolgenti valutazioni medie riferite ad un periodo lungo (in questo caso particolarmente pesanti per i percettori di reddito non strettamente legati ad una omogenea cadenza mensile).

L’assai presumibile legame tra reddito famigliare e tipologia di consumo ha tuttavia portato ad acquisire informazioni in questo ambito19, mentre la forma della domanda è stata mutuata dall’indagine Istat sui consumi delle famiglie, di cui – come detto - si desidera mantenere la confrontabilità anche metodologica20.

In particolare, per i dati 2003 raccolti dall’osservatorio, si è fatto a suo tempo uno studio sull’attendibilità di questa variabile, giungendo alla conclusione che essa non sia attendibile in termini monetari assoluti, ma conservi un significato ordinale.

Si conviene allora di mantenere l’informazione acquisita (con l’accorpamento delle ultime due classi) e di considerare gli scaglioni dichiarati (fino a 775€ ; 776€ - 2066€ ; 2067€ - 3099€ ; 3100€ - 4132€; oltre 4133€) considerandoli nel senso di cinque categorie crescenti di reddito, di cui non si conosca l’ammontare. Per comunicare meglio questa intenzione si indicano nel seguito dette classi di reddito con le lettere da A (reddito più basso) a E (reddito più alto).

3.2 I componenti

Facendo riferimento ai 540 individui componenti le famiglie campionarie si nota una composizione per sesso illustrata dalla tabella che segue:

Sesso dei componenti (famiglie campione) e della popolazione torinese21

0 10 20 30 40 50 60 Maschi Femmine Campione 2005 Comune 2005 Istat 2001 Sesso Campio ne (%) Universo Comune 2004 (%) Universo Censim. 2001 (%) Maschi 43 48 47 Femmine 57 52 53 100 100 100

18 Si notano possibili perplessità nella risposta in situazioni di lavoro saltuario e/o precario, eventualmente abbinato ad una attività prevalente non redditizia (p. es. studente o casalinga).

19Si veda a questo proposito lo studio derivante dall’osservatorio del 2003.

20 Si precisa che nel resoconto Istat sui consumi delle famiglie 2003 non compare però alcuna indicazione sulle risposte ottenute a seguito di questa domanda.

21 Per i dati campionari vedasi Tab. 1.14 (elaborazioni da campione Ascom / Confesercenti); per quelli di universo Tab. 1.17 (Fonte: Comune di Torino – Ufficio Statistica e Istat – Censimento 2001).

(7)

Le proporzioni appaiono soddisfacenti, nonostante la lieve sottostima dei maschi nel campione. Segue un confronto secondo l’età:

Età dei componenti (famiglie campione) e della popolazione torinese22 Sesso Campione Maschi (%) Universo Maschi Comune 2004 (%) Universo Maschi Censim. 2001 (%) Campio ne Femmine (%) Universo Femmine Comune 2004 (%) Universo Femmine Censim. 2001 (%) Campio ne Totale (%) Univer so Totale Comune 2004 (%) Universo Totale Censim. 2001 (%) Fino a 25 anni 29 22 21 18 19 18 23 21 20 26-40 anni 20 25 25 26 22 22 23 24 23 41-65 anni 42 35 35 38 34 34 40 34 35 Più di 65 anni 9 18 19 19 25 26 15 22 22 100 100 100 100 100 100 100 100 100

Età dei componenti (famiglie campione) e della popolazione torinese

0 5 10 15 20 25 30 35 40

Fino a 25 anni 26-40 anni 41-65 anni Più di 65 anni

Campione 2005 Comune 2005 Istat 2001

Come si nota anche la distribuzione per età è abbastanza soddisfacente, pur con un certo sottodimensionamento campionario della classe di età maggiore di 65 anni, compensato da un analogo sovradimensionamento della classe 41-65 anni .

22 Per i dati campionari vedasi Tab. 1.14 (elaborazioni da campione Ascom / Confesercenti) ; per quelli di universo Tab. 1.17 (Fonte: Comune di Torino - Ufficio Statistica) e Istat (censimento 2001).

(8)

Dal punto di vista della condizione professionale il campione sovraproporziona gli occupati (62% invece di 40%), tra cui soprattutto i lavoratori autonomi. Tale sovrastima potrebbe portare, a parità di altre condizioni, a sopravalutare i consumi.

Tra i non occupati risultano sovradimensionati i pensionati e sottodimensionati gli studenti e le casalinghe.

Condizione e posizione professionale dei componenti (famiglie campione) e della popolazione torinese

0 10 20 30 40 50 60 70 Occu pati Non oc cupat i Campione (%) Universo (%) Condizione ,

posizione professionale pione Cam (%)

Universo Comune

2005 (%)

Occupati (di cui:) 62 40

- Imprenditori e liberi professionisti 7 4 - Lavoratori in proprio 18 7 - Dirigenti e impiegati 22 18 - Operai 12 10 - Altro 3 0

Non occupati (di cui:) 38 60

- Pensionati 32 15

- Casalinghe 3 14

- Studenti 2 30

(9)

4. I consumi delle famiglie

Nel seguito si esaminano i consumi medi campionari suddivisi nelle due grandi categorie dei consumi alimentari e consumi non alimentari.

4.1 I consumi alimentari

La spesa media mensile per generi alimentari e bevande nelle famiglie campione è risultata di 266 euro, con una contrazione di circa 80 euro rispetto all’anno precedente e in controtendenza con gli aumenti (pur proporzionalmente meno ingenti) riscontrati nei due periodi ancora precedenti23.

Sul totale dei consumi la spesa alimentare rappresenta circa il 12% della spesa totale24 (escluso l’acquisto di auto), in linea con le risultanze Unioncamere per le famiglie degli altri capoluoghi piemontesi (che variano dall’ 11% di Asti e Verbania al 14-15% di Verbania e Vercelli).

Tale spesa risulta notevolmente diversificata secondo alcune tipologie socio-demografiche delle famiglie campione che risultano evidenti in base ai risultati riportati nelle Tab. 2.1 – 2.8.

Tra i fattori che influenzano tale spesa, è da notare il ruolo assai rilevante della dimensione famigliare, evidenziato nello schema che segue (i dati sono derivati da Tab. 2.1).

Consumi alimentari della famiglia e pro capite secondo la dimensione famigliare Dimensione famigliare Consumi alimentari famigliari Consumi alimentari pro capite Indice di aumento spesa famigliare Indice di risparmio

pro capite Numero famiglie

1 211 211 100 100 101 2 254 127 121 60 76 3 317 106 151 50 47

4 o più 380 94 180 45 36

Media 266 128 260

Al crescere della dimensione, risulta evidente la progressione del consumo famigliare e la contemporanea diminuzione di quello pro capite. Per misurare tali effetti si presentano i due indici di aumento della spesa famigliare e di risparmio pro capite. Il primo mostra le percentuali di aumento della spesa alimentare famigliare al crescere della famiglia: le famiglie con due persone spendono in media il 21% in più di quelle monocomponenti, le famiglie con tre persone il 51% in più e quelle con quattro o più componenti l’ 80% in più. Il secondo indice mostra il risparmio pro capite che accompagna la convivenza di più membri: chi vive insieme ad un’altra persona risparmia mediamente il 40% rispetto al single, chi ha una famiglia con altri due componenti il 50% e chi convive con altre tre o più persone il 55%.

Il grafico che segue mostra gli andamenti dei consumi alimentari famigliari e pro capite.

23 Si fa in particolare riferimento ai due periodi di confronto 2002-2003 e 2003-2004.

24 Dalla spesa totale si escludono le manutenzioni alla casa e l’acquisto di auto e moto, in analogia con l’indagine Unioncamere da cui si traggono i dati di raffronto sui capoluoghi piemontesi, escluso Torino. Il dato non è direttamente comparabile con quello dello scorso anno, in cui l’acquisto di auto e moto veniva incluso.

(10)

Consumi alimentari per famiglia e pro capite secondo la dimensione famigliare 0 50 100 150 200 250 300 350 400 Dimensione famigliare Consumi alimentari

Cons. alim. famigliari 211 254 317 380

Cons. alim. pro capite 211 127 106 94

1 2 3 4

Il volume di spesa alimentare e la sua disaggregazione per categorie merceologiche deve essere quindi considerata con cautela25, se si tiene presente la difficile26 descrizione dell’universo delle famiglie secondo la dimensione e i già citati elementi di disallineamento della struttura campionaria soprattutto rispetto ai dati Istat.

Secondo la tipologia della famiglia (Tab. 2.2), che – come si è già fatto notare - è connessa alla dimensione (vedasi Tab. 1.1), si nota la progressione della spesa alimentare tra single (211 euro), famiglia monoparentale (248 euro), coppia senza figli (358 euro) e coppia con figli (362 euro).

Si presenta anche un confronto in numeri indice. Nel seguente schema l’indice di spesa alimentare famigliare è posto uguale a 100 in corrispondenza della spesa media (relativa cioè a tutte le famiglie campione). L’indice mostra l’andamento già descritto, in termini relativi, evidenziando una escursione che inizia dai single - che consumano il 21% in meno della media – per arrivare alle coppie con figli – che consumano il 36% in più della media.

Tipologia di famiglia Consumi alimentari famigliari Indice di spesa alimentare

famigliare Numero famiglie

Persona sola 211 79 101

Coppia senza figli 258 97 50

Coppia con figli 362 136 69

Famiglia monoparentale 248 93 25

Altro 256 96 15

Tutte le famiglie 266 100 260

25 Ulteriori elementi di cautela possono derivare dalla mancanza di una stratificazione campionaria proporzionale per sub-aree cittadine con caratteristiche reddituali , di benessere e di struttura dei servizi diverse, e in generale dalla difficoltà di inserimento casuale delle famiglie nel campione, dato anche l’impegno richiesto alla famiglia oggetto di indagine. A tale impegno si coniuga anche – per le spese alimentari – la richiesta di avere cure giornaliere, mantenere gli scontrini fiscali, ecc. che potrebbero lasciar supporre eventuali dimenticanze.

(11)

Differenze rilevanti si notano anche rispetto all’età della persona di riferimento. Tra le famiglie campione con capofamiglia di età fino a 65 anni, si nota la progressione della spesa al crescere dell’età del capofamiglia: le famiglie con capofamiglia più giovane, fino a 25 anni, spendono 239 euro27; le famiglie con capofamiglia tra 26 e 40 anni spendono 251 euro e quelle con capofamiglia tra 41 e 65 anni spendono 301 euro. Le famiglie con capofamiglia di età superiore a 65 anni spendono invece 266 euro, con una regressione a valori inferiori alla media campionaria (347 euro). L’andamento pare armonizzarsi con una plausibile capacità economica prima crescente e poi decrescente del capofamiglia, ma soprattutto con la naturale tendenza delle famiglie più giovani a crescere dimensionalmente e al successivo ridimensionamento delle famiglie con capofamiglia che diventa anziano (si noti la manifesta connessione tra età del capofamiglia e dimensione famigliare in Tab. 1.2).

In numeri indice si può confrontare meglio tale andamento, che sembra presentare un’escursione meno rilevante rispetto al caso precedente.

Età della persona di riferimento Consumi alimentari famigliari Indice di spesa alimentare

famigliare Numero famiglie

Fino a 25 anni 239 90 8

26-40 anni 251 94 61

41- 65 anni 301 113 133

Più di 65 anni 207 78 58

Tutte le famiglie 266 100 260

Considerazioni di sintesi riferite a dimensione famigliare, tipo di famiglia e età della persona di riferimento si possono desumere dalla classe demografica introdotta nel paragrafo 3.1

Classe demografica Consumi alimentari famigliari Indice di spesa alimentare

famigliare Numero famiglie

Classe 1 204 77 20 Classe 2 210 79 26 Classe 3 255 96 13 Classe 4 201 75 42 Classe 5 258 97 30 Classe 6 259 97 20 Classe 7 338 127 34 Classe 8 386 145 35 Classe 9 248 93 25 Classe 10 256 96 15 Tutte le famiglie 266 100 260

Rilevante nel consumo sembra anche lo stato occupazionale del capofamiglia: si passa infatti da situazioni inferiori del 16% rispetto alla media nel caso del non occupato, a situazioni di spesa medio-alta per il dirigente o quadro (+ 15% rispetto alla media), per arrivare alla spesa più elevata dell’imprenditore o libero professionista (+ 30% rispetto alla media).

(12)

Occup. del capofamiglia Consumi alimentari famigliari Indice di spesa alimentare

famigliare Numero famiglie

Non occupato 229 86 98

Dirigente o quadro 304 114 16

Impiegato 267 100 42

Operaio 284 107 32

Altro dipendente 285 107 8

Imprenditore o Lib. prof. 346 130 18

Lavoratore in proprio 284 107 46

Tutte le famiglie 266 100 260

Una importante progressione si nota anche secondo la numerosità dei percettori di reddito.

Percettori di reddito Consumi alimentari famigliari Indice di spesa alimentare

famigliare Numero famiglie

1 percettore 240 90 150

2 percettori 290 109 95

3 o più percettori 380 143 15

Tutte le famiglie 266 100 260

Infine si esamina, con le cautele dovute e a fini informativi, il comportamento della fascia di reddito, che mostra una decisa tendenza a crescere insieme all’aumento dei consumi alimentari.

Reddito famigliare Consumi alimentari famigliari Indice di spesa alimentare

famigliare Numero famiglie

Reddito A 181 68 16 Reddito B 239 90 139 Reddito C 301 113 62 Reddito D 335 126 24 Reddito E 336 126 19 Tutte le famiglie 266 100 260

L’incidenza dei caratteri considerati in questa analisi è riepilogata nel seguente grafico in cui si nota anche l’importanza relativa degli scostamenti.

(13)

Indice di spesa alimentare famigliare per alcuni caratteri influenti. 79 96 119 143 79 97 136 93 96 90 94 113 78 77 79 96 75 97 97 127 145 93 96 0 100 1 componente 2 componenti 3 componenti 4 o più componenti Persona sola Coppia senza figli Coppia con figli Fam. monoparentale Altro Fino a 25 anni 26-40 anni 41- 65 anni Più di 65 anni Classe 1 Classe 2 Classe 3 Classe 4 Classe 5 Classe 6 Classe 7 Classe 8 Classe 9 Classe 10

Indice di spesa alimentare

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Indice di spesa alimentare famigliare per alcuni caratteri influenti. 86 114 100 107 107 130 107 68 90 113 126 126 90 109 143 0 100 200 Non occupato Dirigente o quadro Impiegato Operaio Altro dipendente Imprenditore o Lib. prof. Lavoratore in proprio Reddito A Reddito B Reddito C Reddito D Reddito E 1 percettore 2 percettori 3 o più percettori

Indice di spesa alimentare

Come si può notare le escursioni più evidenti dell’indice si hanno per fattori legati alla dimensione della famiglia e alla collegata classe demografica (dimensione - da 79 a 143; classe demografica - da 75 a 145) o a fattori inerenti al reddito (numeo di percettori - da 90 a 143; fascia di reddito – da 68 a 126).

Se – come si è detto – occorre cautela nel proiettare i dati campionari sulla intera realtà torinese, ancora maggiore attenzione è da utilizzare nel confronto tra la stima torinese e quella derivabile dal campione Unioncamere relativa agli altri capoluoghi piemontesi, senza poter tenere sotto controllo la struttura dimensionale e di composizione delle famiglie dei vari capoluoghi.

L’interesse del confronto è tuttavia tale da poter essere proposto, anche se a titolo indicativo, nella tabella che segue (ripresa da Tab 2.16.a)

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Consumi alimentari medi mensili nei capoluoghi di provincia piemontesi28 PANE E CERE ALI DOLCI E DRO GHE RIA CARNI E SALU MI PE SCE OLI E GRAS SI LATTICI NI E UOVA LEGU MI E OR TAG GI FRUT TA VAN BE DE TOTALE Alessandria 52,87 32,85 74,10 19,92 10,65 47,70 28,72 30,37 23,64 320,82 Asti 36,17 32,94 61,49 15,81 8,13 31,38 18,07 15,55 22,28 241,82 Biella 56,89 35,69 74,81 21,48 5,90 47,38 30,23 33,29 30,48 336,15 Cuneo 44,42 37,18 67,84 13,14 4,75 48,60 25,46 18,69 23,21 283,29 Novara 58,27 33,60 86,36 17,28 5,80 51,02 30,46 33,33 28,52 344,64 Torino 42,83 35,78 63,03 15,38 5,80 34,90 25,06 20,61 22,84 266,22 Verbania 56,39 58,05 112,06 28,61 9,00 55,17 29,20 24,58 52,01 425,07 Vercelli 48,53 36,62 56,16 16,78 6,03 36,68 30,73 21,89 31,01 284,43

4.2 La struttura dei consumi alimentari

La ripartizione in categorie merceologiche delle spese alimentari mostra che circa un quarto della spesa è destinata a “carni e salumi” (24%), cui seguono “pane e cereali” (16%), “latte e formaggi” e “dolciumi” (entrambi 13%).

Meno rilevanti le spese per “legumi e ortaggi” (9%), “frutta” (8%), “bevande” (8% ), “pesce” (6%) e “oli e grassi” (2%).

Struttura dei consumi alimentari nelle famiglie torinesi (campione di 260 famiglie)

Pane 16% Carni 24% Verdura 9% Frutta 8% Dolci 13% Bevande 9% Pesce 6% Latticini 13% 2%Oli Pane e cereali 16 Carni e salumi 24 Pesce 6 Olio e grassi 2 Latte e formaggi 13 Legumi e ortaggi 9 Frutta 8 Dolciumi 13 Bevande 9 100

28 La tabella, in tutto simile alla analoga pubblicata nel resoconto di indagine Unioncamere, aggiorna il dato di Torino, con l’aggiunta di 100 famiglie campione.

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Si considera quindi la struttura dei consumi alimentari torinesi, in base ai principali incroci socio-demografici esaminati in sede di indagine campionaria29.

Dimensione della famiglia

Pane Cereali Carne Salumi Pesce Olio Grassi Latte Formag Ver

dura Frutta Dolci Bevande Totale Aliment Num. Fam. 1 componente 17 24 5 2 13 9 8 14 7 100 101 2 componenti 16 24 6 2 12 11 8 13 8 100 76 3 componenti 15 22 7 2 15 9 8 12 9 100 47 4 o più componenti 17 25 6 2 12 8 6 14 11 100 36 Tipologia famigliare Persona sola 17 24 5 2 13 9 8 14 7 100 101

Coppia senza figli 16 24 6 2 12 12 9 12 6 100 50

Coppia con figli 16 23 6 2 13 8 7 13 11 100 69

Famiglia monoparentale 15 20 5 2 15 9 7 15 12 100 25

Altro 17 30 6 3 14 9 7 9 6 100 15

Età del capofamiglia

Fino a 25 anni 24 20 8 2 13 5 10 11 8 100 8

26-40 anni 17 22 6 2 12 9 5 15 10 100 61

41- 65 anni 16 24 6 2 13 9 8 13 9 100 133

Più di 65 anni 15 26 4 2 14 11 10 12 5 100 58

Occup. del capofamiglia

Non occupato 15 27 3 2 14 11 9 13 6 100 98

Dirigente o quadro 14 23 6 4 14 9 7 14 10 100 16

Impiegato 18 21 7 2 11 9 6 17 10 100 42

Operaio 17 25 6 2 13 7 9 13 8 100 32

Altro dipendente 16 20 7 1 11 11 9 21 3 100 8

Imprenditore o Lib. prof. 15 23 9 2 13 10 7 9 12 100 18

Lavoratore in proprio 17 21 7 2 14 8 7 13 10 100 46

Titolo di studio del capofamiglia

Licenza elementare 16 29 2 3 14 9 10 12 5 100 26

Licenza media inferiore 15 25 5 2 13 10 7 13 9 100 76

Diploma media superiore 16 23 6 2 13 10 8 13 9 100 120

Laurea 19 21 7 2 12 8 8 14 9 100 36 Reddito famigliare Reddito A 19 22 4 2 16 13 10 9 6 100 16 Reddito B 16 25 5 2 14 9 8 14 8 100 139 Reddito C 15 23 5 2 13 9 7 15 10 100 62 Reddito D 16 22 8 2 12 11 8 13 8 100 24 Reddito E 16 23 9 2 10 10 7 12 12 100 19 Percettori di reddito 1 percettore 16 24 6 2 13 9 7 14 8 100 150 2 percettori 16 23 6 2 13 11 9 13 8 100 95 3 o più percettori 15 24 5 2 15 8 6 12 12 100 15

Classe socio demografica

Classe 1 20 21 9 2 14 7 6 12 9 100 20 Classe 2 19 20 5 3 12 8 7 19 8 100 26 Classe 3 13 30 4 1 13 11 7 14 7 100 13 Classe 4 15 25 4 3 14 10 11 13 6 100 42 Classe 5 15 20 8 3 11 12 10 13 8 100 30 Classe 6 16 30 4 2 15 12 8 10 3 100 20 Classe 7 15 22 7 2 14 9 9 12 10 100 34 Classe 8 17 25 5 2 12 7 6 14 12 100 35 Classe 9 15 20 5 2 15 9 7 15 12 100 25 Classe 10 17 30 6 3 14 9 7 9 6 100 15 Tutto il campione 16 24 6 2 13 9 8 13 9 100 260

Tale struttura di consumo viene analizzata facendo ricorso a numeri indice, in cui si pone la media (cioè il valore collegato a “tutte le famiglie”) pari a 100.

29 I dati sono desunti dalle tabelle da 2.1 a 2.8.

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Dimensione della famiglia Etichetta Pane Cereali Carne Salumi Olio Grassi Latte Form. Ver

dura Frutta Dolci Bevande Num. Fam. 1 componente 103 101 108 101 98 106 107 82 101 2 componenti 97 102 100 93 120 106 94 90 76 3 componenti 93 93 119 94 95 109 91 109 47 4 o più componenti 107 104 96 81 91 72 107 133 36 Tipologia famigliare Persona sola 103 101 90 108 101 98 106 82 101

Coppia senza figli 97 101 109 106 93 126 118 91 50

Coppia con figli 100 99 108 91 98 88 90 100 125

Famiglia monoparentale 93 83 87 87 115 100 87 115 136 25 Altro 104 126 96 115 111 97 90 67 69 15 Fino a 25 anni 148 84 138 80 101 52 134 79 89 8 26-40 anni 93 112 108 93 100 68 113 113 61 41- 65 anni 97 105 96 100 96 101 100 107 133 Più di 65 anni 92 111 106 109 121 132 88 62 58

Occup. del capofamiglia

Non occupato No_occup 95 112 53 109 113 119 93 74 98

Dirigente o quadro Dirig_Quadro 85 99 98 164 105 91 102 114 16

Impiegato Impiegato 112 88 115 86 83 98 123 121 42

Operaio Operaio 104 105 112 97 99 78 119 91 32

Altro dipendente Altro_Dip 98 85 125 53 86 116 119 156 8

Imprenditore o Lib. prof. Lib_prof 93 99 157 90 96 108 84 69 143 Lavoratore in proprio In_proprio 105 89 129 87 107 90 85 100 118 46

Titolo di studio del capofamiglia

Elementari 97 123 37 128 111 95 125 92 57 26

Licenza media inferiore 96 107 92 94 97 104 94 100 102 76

Diploma media superiore M_sup 96 108 100 101 102 99 99 107 120

Laurea Laurea 116 123 90 95 90 100 104 103 36 Reddito famigliare Reddito A R-- 116 93 64 121 136 133 65 67 16 Reddito B R- 102 104 85 100 94 103 101 90 139 Reddito C R= 94 99 94 113 99 95 108 111 62 Reddito D R+ 100 91 145 91 89 115 100 96 24 Reddito E R++ 101 98 155 70 79 102 86 138 19 Percettori di reddito 1 percettore Perc1 101 102 97 104 100 94 97 104 96 2 percettori Perc2 101 96 105 96 96 112 110 96 96 95

3 o più percettori Perc>3 94 102 93 91 117 82 71 92 144 15

Classe 1 127 90 150 78 104 73 81 88 109 20 Classe 2 Cl2 84 92 122 89 87 88 142 89 26 Classe 3 Cl3 83 69 58 101 115 87 105 78 13 Classe 4 Cl4 90 107 133 Pesce 90 110 116 80 107 74 69

Età del capofamiglia

108 100 61 106 99 73 93 39 18 Licenza elementare M_inf 99 88 108 105 98 100 88 150

Classe socio demografica

Cl1 116 126 66 106 111 138 95 66 42 Classe 5 Cl5 96 84 142 126 81 123 128 99 96 30 Classe 6 Cl6 99 127 61 76 111 131 104 78 40 20 Classe 7 Cl7 92 93 127 102 105 99 111 93 113 34 Classe 8 Cl8 107 104 92 82 92 79 72 106 134 35 Classe 9 Cl9 93 83 87 87 115 100 87 115 136 25 Classe 10 Cl10 104 126 96 115 111 97 90 67 69 15 Tutto il campione 100 100 100 100 100 100 100 100 100 260 Minimo 83 83 37 53 79 52 68 65 39 Massimo 148 127 157 164 121 136 138 156 144

Si può notare che alcune colonne di indici presentano maggiore variabilità di altre. Nella tabella si sono evidenziati per ogni colonna (cioè per ogni categoria alimentare) il valore minimo e il valore massimo

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dell’indice, spesso verificatisi in relazione a caratteristiche reddituali o ad esse ricollegabili. L’escursione è particolarmente ampia per pesce, oli (e grassi) e bevande, categorie che più delle altre presentano comportamenti differenziati di acquisto secondo gli aspetti socio-demografici considerati.

La mappa30 che segue guida alla lettura della tabella. In essa si sono trascurati i caratteri dimensione famigliare, tipologia ed età del capofamiglia che si sono ritenuti sufficientemente rappresentati nella classe demografica.

Proiezioni di categorie merceologiche e caratteri socio-demografici sul piano principale di inerzia

No_occup Dirig_Quadro Impiegato Operaio Altro_Dip Lib_prof In_proprio Elementari M_inf M_sup Laurea R - R-R= R+ R++ Perc1 Perc2 Perc>3 Cl1 Cl2 Cl3 Cl4 Cl5 Cl6 Cl7 Cl8 Cl9 Cl10 PANE CARNE PESCE OLI LATTE VERDURA FRUTTA DOLCI BEVANDE

30 La mappa deriva dall’output di un’analisi delle corrispondenze e si riferisce al primo piano fattoriale che spiega il 65% di inerzia, come si nota dal seguente schema:

FATTORE AUTOVAL. %INER. %CUM. F1 0,018 47 47 F2 0,007 19 65 F3 0,005 12 77 F4 0,004 11 88 F5 0,002 5 93 F6 0,001 3 97 F7 0,001 2 99 F8 0,001 1 100 TOT 0,038

Alcuni punti vicini all’origine degli assi non presentano una buona rappresentazione planare, tuttavia la mappa pare essere utile guida alla lettura del contenuto più rilevante e alla interpretazione delle tabelle precedenti.

Il primo asse fattoriale è molto influenzato dai punti “classe demografica 6” (cioè coppie anziane senza figli in casa), da “un solo percettore di reddito” e da “licenza elementare”, che risultano opposti a “ reddito molto elevato” e “Imprenditore o libero professionista”.

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Sul primo asse fattoriale (coè nel confronto, in senso soltanto orizzontale, tra parte sinistra e parte destra del grafico) si nota una opposizione forte tra classe demografica 6, cioè coppie anziane senza figli in casa, licenza elementare, mancanza di occupazione, fascia reddituale bassa da un lato e buon livello occupazionale, fascia reddituale alta. A tale opposizione si accompagna la maggior propensione al consumo di frutta opposto a quello di pesce e bevande. Infine si propone il confronto tra la struttura torinese e quella degli altri capoluoghi piemontesi:

Struttura dei consumi alimentari nelle famiglie dei capoluoghi torinesi Pane e

cereali Dolciumi Carni e salumi Pesce Olio e grassi formaggi Latte e Legumi Ortaggi Frutta Bevan de

Alessandria 16 10 23 6 3 15 9 9 7 100 Asti 15 14 25 7 3 13 7 6 9 100 Biella 17 11 22 6 2 14 9 10 9 100 Cuneo 16 13 24 5 2 17 9 7 8 100 Novara 17 10 25 5 2 15 9 10 8 100 Torino 16 13 24 6 2 13 9 8 9 100 Verbania 13 14 26 7 2 13 7 6 12 100 Vercelli 17 13 20 6 2 13 11 8 11 100

Le quote più rilevanti si hanno per “carni e salumi” (dal 22% di Biella al 26% di Verbania), “pane e cereali” (da 13 a 17%, con la maggior parte dei capoluoghi vicino al massimo), “latte e formaggi” (da 13 a 17%, con la maggior parte dei capoluoghi vicino al minimo ) e “dolci” (da 10 a 14%).

Importante è poi il confronto in termini relativi proposto attraverso la seguente mappa31:

31 La mappa deriva dall’output di un’analisi delle corrispondenze e si riferisce al primo piano fattoriale che spiega il 68% di inerzia, come si nota dal seguente schema:

FATTORE AUTOVAL. %INER. %CUM. F1 0,007 48 48 F2 0,003 19 68 F3 0,002 16 84 F4 0,002 12 96 F5 0,000 3 99 F6 0,000 1 100 F7 0,000 0 100 TOT 0,015

L’esame dei coseni quadrati permette di evidenziare una buona rappresentazione delle categorie merceologiche e dei capoluoghi, con l’eccezione di Cuneo e, in misura minore, Torino.

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Proiezioni di categorie merceologiche e capoluoghi piemontesi sul piano principale di inerzia BEVANDE FRUTTA VERDURA LATTE OLI PESCE CARNE DOLCI PANE Vercelli Verbania Torino Novara Cuneo Biella Asti Alessandria

Dal grafico si nota una opposizione evidente tra il consumo di frutta e verdura e, in misura minore, pane e latte - più tipici di Alessandria, Novara e Biella – e il consumo di bevande e dolci, generi questi ultimi utilizzati in maggior proporzione ad Asti e Verbania. Particolare la posizione di Vercelli con propensioni elevate a verdura e legumi e alle bevande.

4.3 I consumi non alimentari

La spesa media mensile per generi non alimentari nelle famiglie campione raggiunge i 2024 euro (escluse le spese di acquisto di auto, moto, ecc. e le manutenzioni alla casa), con un aumento di 150 euro rispetto all’anno precedente.

Anche tra i consumi non alimentari gioca – come ci si aspetta – un ruolo assai rilevante la dimensione famigliare. Nello schema che segue si evidenzia tale ruolo32.

Consumi non alimentari, della famiglia e pro capite, secondo la dimensione famigliare Dimensione famigliare Consumi non alimentari famigliari Consumi non alimentari pro capite Indice di aumento spesa famigliare Indice di risparmio

pro capite Numero famiglie

1 1446 1446 100 100 101 2 2153 1076 149 74 76 3 2618 873 181 60 47 4 o più 2601 641 180 44 36 Media 2024 975 260 32 I dati sono derivati da Tab. 2.1.

(21)

Anche per la spesa non alimentare si presentano l’indice di aumento della spesa famigliare e quello di risparmio pro capite . Come già discusso nel caso delle spese alimentari, il primo indice mostra le percentuali di aumento della spesa non alimentare famigliare al crescere della famiglia: le famiglie con due persone spendono in media il 49% in più di quelle monocomponenti e le famiglie con tre o più persone spendono circa l’ 80% in più dei singles. Il secondo indice mostra il risparmio pro capite che accompagna la convivenza di più membri: chi vive insieme ad un’altra persona risparmia mediamente il 26% rispetto al single, chi ha una famiglia con altri due componenti risparmia il 40% e chi convive con altre tre o più persone il 56%.

Il grafico che segue mostra gli andamenti dei consumi non alimentari famigliari e pro capite. Consumi non alimentari, per famiglia e pro capite, secondo la dimensione famigliare

0

500

1000

1500

2000

2500

3000

Dimensione famigliare

Consumi non alimentari

Cons. non alim.

famigliari

1446

2153

2618

2601

Cons. non alim. pro

capite

1446

1076

873

641

1

2

3

4

Data la consistente dipendenza della spesa non alimentare dalla dimensione della famiglia, il volume di tale spesa e le sue disaggregazioni per varie tipologie debbono quindi essere considerate con cautela, come già suggerito per le spese alimentari33.

Secondo la tipologia della famiglia (Tab. 2.2), si nota una progressione della spesa non alimentare che ricorda quella alimentare: si inizia dai single (1446 euro), poi la coppia senza figli (2433 euro) e infine la coppia con figli (2630 euro), mentre la famiglia monoparentale (1972 euro) si situa tra la persona sola e la coppia senza figli.

Anche in questo caso può essere utile un confronto in numeri indice, ponendo la media uguale a 100. L’indice mostra una escursione un po’ meno marcata di quella ritrovata per la spesa alimentare, a partire dai single - che consumano il 29% in meno della media – per arrivare alle coppie con figli – che consumano il 30% in più della media.

33 Anche in questo caso altri elementi di non perfetta aderenza al collettivo possono influire sulle risultanze campionarie, sebbene siano di solito connessi alla dimensione.

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Tipologia di famiglia Consumi non alimentari famigliari Indice di spesa non alimentare

famigliare Numero famiglie

Persona sola 1446 71 101

Coppia senza figli 2433 120 50

Coppia con figli 2630 130 69

Famiglia monoparentale 1972 97 25

Altro 1858 92 15

Tutte le famiglie 2024 100 260

Differenze rilevanti - e simili nella tendenza qualitativa a quelle riscontrate per la spesa alimentare - si notano anche rispetto all’età della persona di riferimento. Tra le famiglie campione con capofamiglia di età fino a 65 anni, si nota la progressione della spesa al crescere dell’età del capofamiglia: le famiglie più giovani (con capofamiglia fino a 25 anni) spendono 1557 euro34 ; le famiglie con capofamiglia tra 26 e 40 anni spendono 2042 euro e quelle con capofamiglia tra 41 e 65 anni spendono 2450 euro. Le famiglie con capofamiglia di età superiore a 65 anni spendono invece 1093 euro, con una regressione a valori assai inferiori alla media campionaria (2024 euro). Anche in questo caso l’andamento pare armonizzarsi con una plausibile capacità economica prima crescente e poi decrescente del capofamiglia, oltre che con la naturale tendenza delle famiglie più giovani a crescere dimensionalmente e al successivo ridimensionamento delle famiglie con capofamiglia che diventa anziano.

Per un migliore confronto fra andamenti la situazione è riportata anche in numeri indice. Età della persona di

riferimento Consumi non alimentari famigliari Indice di spesa non alimentare

famigliare Numero famiglie

Fino a 25 anni 1557 77 8

26-40 anni 2042 101 61

41- 65 anni 2450 121 133

Più di 65 anni 1093 54 58

Tutte le famiglie 2024 100 260

Si presenta quindi la classe demografica a sintesi dei primi tre caratteri

Classe socio demografica

Consumi non alimentari famigliari Indice di spesa non alimentare

famigliare Numero famiglie

Classe 1 1504 74 20 Classe 2 1816 90 26 Classe 3 1892 93 13 Classe 4 1050 52 42 Classe 5 3140 155 30 Classe 6 1372 68 20 Classe 7 2756 136 34 Classe 8 2508 124 35 Classe 9 1972 97 25 Classe 10 1858 92 15 Tutte le famiglie 2024 100 260

(23)

Scostamenti rilevanti si evidenziano anche in riferimento alla posizione e condizione professionale della persona di riferimento.

In numeri indice si nota che i non occupati e gli operai hanno un consumo inferiore alla media rispettivamente del 29% e del 23%, gli impiegati e i lavoratori in proprio sono 11 – 17% sopra media, i dirigenti e quadri consumano il 25% in più della media, mentre gli imprenditori e i liberi professionisti consumano il 96% in più della media.

Posizione e condizione professionale della persona di riferimento Consumi non alimentari famigliari Indice di spesa non alimentare

famigliare Numero famiglie

Non occupato 1431 71 98

Dirigente o quadro 2523 125 16

Impiegato 2242 111 42

Operaio 1554 77 32

Altro dipendente 2679 132 8

Imprenditore o Lib. prof. 3968 196 18

Lavoratore in proprio 2370 117 46

Tutte le famiglie 2024 100 260

A completare l’influenza del quadro socio-economico sulla spesa famigliare non alimentare, concorre anche il titolo di studio del capofamiglia (Tab. 2.5). Risulta evidente il passaggio dalla licenza elementare (1218 euro) e media inferiore (1539 euro) al diploma di media superiore (2317 euro) e alla laurea o diploma di laurea (2663 euro), con escursioni rilevanti35.

Nello schema riportato tali differenze si valutano anche in termini relativi36.

Titolo di studio della persona di riferimento Consumi non alimentari famigliari Indice di spesa non alimentare

famigliare Numero famiglie

Licenza elementare 1218 60 26

Licenza media inferiore 1539 76 76

Diploma media superiore 2317 114 120

Laurea (o Dipl. di Laurea) 2662 132 36

Tutte le famiglie 2025 100 258

Buona progressione si ha anche in corrispondenza a un numero crescente di percettori di reddito

Percettori di reddito Consumi non alimentari famigliari Indice di spesa non alimentare

famigliare Numero famiglie

1 percettore 1659 82 150

2 percettori 2407 119 95

3 o più percettori 3253 161 15

Tutte le famiglie 2024 100 260

35La tabella 2.5 mostra una differenza rilevante di consumo tra le famiglie con capofamiglia in possesso di diploma di laurea (2110 euro) e quelli in possesso della laurea (2875 euro). Il confronto non è tuttavia da considerarsi stabile per le sole 10 famiglie del primo gruppo.

(24)

Come nel caso dei consumi alimentari, la fascia di reddito famigliare espressa dall’intervistato sembra concordare, in senso ordinale, con il livello di spesa.

Reddito famigliare Consumi non alimentari famigliari Indice di spesa non alimentare

famigliare Numero famiglie

Reddito A 826 41 16 Reddito B 1526 75 139 Reddito C 2452 121 62 Reddito D 3075 152 24 Reddito E 3958 195 19 Tutte le famiglie 2024 100 260

L’incidenza dei caratteri considerati in questa analisi è riepilogata nel grafico che segue, in cui si notano andamenti simili a quelli delle spese famigliari alimentari per dimensione famigliare, tipologia della famiglia ed età del capofamiglia (riepilogati nella classe demografica). Grande influenza sembrano avere anche i fattori economici.

(25)

Indice di spesa non alimentare famigliare per alcuni caratteri influenti. 71 106 129 128 71 120 130 97 92 77 101 121 54 74 90 93 52 155 68 136 124 97 92 0 100 200 1 componente 2 componenti 3 componenti 4 o più componenti Persona sola Coppia senza figli Coppia con figli Fam. monoparentale Altro Fino a 25 anni 26-40 anni 41- 65 anni Più di 65 anni Classe 1 Classe 2 Classe 3 Classe 4 Classe 5 Classe 6 Classe 7 Classe 8 Classe 9 Classe 10

(26)

71 125 111 77 132 196 117 60 76 114 132 41 75 121 152 195 82 119 161 0 100 200 300 Non occupato Dirigente o quadro Impiegato Operaio Altro dipendente Imprenditore o Lib. prof. Lavoratore in proprio

Licenza elementare Licenza media inferiore Diploma media superiore Laurea (o Dipl. Laurea)

Reddito A Reddito B Reddito C Reddito D Reddito E 1 percettore 2 percettori 3 o più percettori

Indice di spesa non alimentare

Con le cautele già espresse in riferimento alla possibilità di comparare i dati torinesi con quelli regionali dell’indagine Unioncamere, si presenta un confronto a titolo indicativo, inserendo Torino nel contesto dei capoluoghi piemontesi. A questo scopo si riprende la Tab. 2.16.b).

(27)

Consumi non alimentari medi mensili nei capoluoghi di provincia piemontesi37 PROVIN CIA TA BAC CO VE STIA RIO ABI TA ZIO NE* ENER GIA** AR REDI SA LUTE TRASP. COMU NIC. (no auto) RI CREA ZIONE ISTRU ZIONE ALTRI BENI E SER VIZI CONS. NON ALIM. (no auto) Alessandria 14 108 586 166 131 88 368 78 18 317 1873 Asti 3 146 596 152 235 87 302 131 19 325 1997 Biella 9 116 733 185 213 104 380 100 33 397 2271 Cuneo 13 138 561 160 188 88 284 97 33 364 1925 Novara 27 158 628 179 293 144 349 133 33 429 2373 Torino 14 112 729 147 177 71 315 128 25 308 2024 Verbania 26 154 570 207 285 109 377 130 55 357 2270 Vercelli 3 175 704 237 442 79 417 111 13 352 2533

* Le spese per l'abitazione non comprendono le spese per gli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria. **Detta voce comprende le spese per energia elettrica, acqua, gas, kerosene, altri combustibili

per riscaldamento autonomo e riscaldamento centralizzato

4.4 La struttura dei consumi non alimentari

La ripartizione in tipologie merceologiche delle spese non alimentari mostra che il 36% di tali spese è dedicato all’abitazione (quasi il 90% sono dovute all’affitto – reale o figurativo – ma incidono anche le spese condominiali e l’imposta sui rifiuti38), seguono “trasporti e comunicazioni” con il 16% della spesa non alimentare, quindi “mobili e arredi per la casa” (9%), “combustibili e energia elettrica” (7%), “vestiario e calzature” (6%), “ricreazione, spettacolo, cultura” (6%), e altre voci minori.

37 La tabella, in tutto simile alla analoga pubblicata nel resoconto di indagine Unioncamere, aggiorna il dato di Torino, con l’aggiunta di 60 famiglie campione.

(28)

Struttura dei consumi non alimentari nelle famiglie torinesi (campione di 260 famiglie) Generi (%)

Tabacco 1

Vestiario, calzature 6

Abitazione (di cui:) 36

- Affitto e subaffitto 8

- Valore locativo 24

- Spese condominio 3

- Assicurazione casa 1

- Imposta rifiuti 1

Combustibili, energia elettrica 7 Mobili, arredamenti, ecc. per la casa 9 Servizi sanitari, salute 3 Trasporti e comunicazioni (di cui:) 16

- Assicurazione e bolli 4

- Benzina, gasolio, ecc. 4

- Biglietti aereo, treno, tram, ecc. 2 - Telefono (acquisto, bolletta) 4 - Accessori auto, pneum. ecc. 1 - Spese postali e telefoniche 0 - Altri consumi per trasporti 0 Istruzione 1 Ricreazione, spettacolo, cultura 6

Altri beni e servizi 15

100 - Affitto e subaffitto 8% - Valore locativo 24% - Altro abitazione 5% Trasporti e comunicazioni 16% Ricreazione, spettacolo, cultura 6% Altro 19% Mobili, arredamenti, ecc. per la casa

9% Combustibili, energia elettrica 7% Vestiario, calzature 6% Abitazione 27%

37%

(29)

Si propone quindi la struttura dei consumi non alimentari torinesi, in base ai principali incroci socio-demografici esaminati in sede di indagine campionaria (Tabelle da 2.1 a 2.8).

Dimensione della famiglia

Tabac co Vestia rio Abita zione Ener

gia Mobili Salute Trasp comunic Istru zione Ricrea zione Altro Tot non aliment N. Fam. 1 componente 1 5 37 8 6 5 13 0 8 17 100 101 2 componenti 0 5 37 7 13 3 15 0 6 14 100 76 3 componenti 1 6 33 7 10 3 17 1 5 16 100 47 4 o più componenti 1 5 37 7 5 2 18 4 6 14 100 36 Tipologia famigliare Persona sola 1 5 37 8 6 5 13 0 8 17 100 101

Coppia senza figli 0 5 37 6 15 3 15 0 5 13 100 50

Coppia con figli 1 6 35 7 8 3 18 2 6 15 100 69

Famiglia monoparentale 1 7 35 8 7 2 18 5 4 12 100 25

Altro 1 4 35 8 6 3 15 1 7 20 100 15

Età del capofamiglia

Fino a 25 anni 3 8 31 9 4 2 16 2 7 19 100 8

26-40 anni 1 6 31 6 10 3 17 1 9 17 100 61

41- 65 anni 1 6 36 7 9 3 16 2 6 15 100 133

Più di 65 anni 1 3 47 12 8 6 9 0 4 12 100 58

Occup. del capofamiglia

Non occupato 1 5 42 10 8 4 12 1 4 13 100 98

Dirigente o quadro 1 6 38 6 12 3 14 0 10 11 100 16

Impiegato 0 6 34 6 10 4 15 1 9 15 100 42

Operaio 2 5 34 9 5 3 21 1 6 14 100 32

Altro dipendente 1 6 36 7 3 3 14 11 9 10 100 8

Imprenditore o Lib. prof. 0 7 33 5 15 3 14 1 6 15 100 18

Lavoratore in proprio 1 5 31 6 7 3 20 0 6 21 100 46

Titolo di studio del capofamiglia

Licenza elementare 1 7 44 12 6 4 13 1 3 10 100 26

Licenza media inferiore 1 4 39 8 8 4 15 1 5 16 100 76

Diploma media superiore 1 6 35 7 9 4 16 1 7 16 100 120

Laurea (o Dipl. Laurea) 1 7 32 6 9 3 17 3 8 16 100 36

Reddito famigliare Reddito A 1 3 48 13 1 6 9 1 7 13 100 16 Reddito B 1 5 38 9 6 4 16 1 7 15 100 139 Reddito C 0 6 34 7 10 3 15 2 6 16 100 62 Reddito D 0 6 35 6 12 3 17 1 6 13 100 24 Reddito E 0 5 35 6 12 3 16 1 6 16 100 19 Percettori di reddito 1 percettore 1 5 37 8 6 4 15 1 7 16 100 150 2 percettori 1 6 35 7 11 3 16 2 5 14 100 95 3 o più percettori 0 5 36 6 11 4 19 1 5 12 100 15

Classe socio demografica

Classe 1 1 6 30 7 4 4 19 0 11 18 100 20 Classe 2 1 5 33 6 6 3 16 0 11 19 100 26 Classe 3 1 7 35 7 5 6 12 0 7 19 100 13 Classe 4 0 3 47 12 7 6 7 0 4 13 100 42 Classe 5 0 5 35 5 17 3 15 0 6 14 100 30 Classe 6 0 5 44 10 8 5 14 0 4 9 100 20 Classe 7 1 6 33 7 10 3 17 2 5 16 100 34 Classe 8 1 5 37 7 6 2 18 2 7 15 100 35 Classe 9 1 7 35 8 7 2 18 5 4 12 100 25 Classe 10 1 4 35 8 6 3 15 1 7 20 100 15 Tutto il campione 1 6 36 7 9 3 16 1 6 15 100 260

Segue – analogamente a quanto presentato per i consumi alimentari - una analisi in numeri indice in cui si pone la media (cioè il valore riferito a “tutte le famiglie”) pari a 100.

(30)

Dimensione della famiglia Etichette Tabac co Vestia rio Abita zione Ener

gia Mobili Salute Trasp comun

Istru zione

Ricrea

zione Altro N. Fam.

1 componente 104 96 103 113 64 136 85 7 129 112 101 2 componenti 65 98 103 92 147 88 96 27 88 91 76 3 componenti 131 115 91 100 111 96 112 115 81 103 47 4 o più componenti 113 92 102 93 60 69 116 352 101 94 36 Tipologia famigliare Persona sola 104 96 103 113 64 136 85 7 129 112 101

Coppia senza figli 55 96 103 85 171 97 94 13 86 84 50

Coppia con figli 115 103 97 95 91 82 113 157 93 101 69

Famiglia monoparentale 107 129 97 107 85 69 114 408 71 82 25

Altro 166 67 97 113 66 93 100 50 103 134 15

Età del capofamiglia

Fino a 25 anni 355 143 87 118 45 55 102 163 118 123 8

26-40 anni 110 111 86 89 110 85 108 43 143 111 61

41- 65 anni 92 102 100 91 101 94 105 137 91 99 133

Più di 65 anni 73 60 129 163 86 169 56 6 58 79 58

Occup. del capofamiglia

Non occupato No_occup 106 88 118 136 86 122 79 80 58 89 98 Dirigente o quadro Dirig_Quadro 92 106 105 87 135 99 87 39 150 70 16

Impiegato Impiegato 37 112 95 86 109 116 96 71 136 99 42

Operaio Operaio 264 90 94 118 60 92 135 108 97 91 32

Altro dipendente Altro_Dip 129 117 99 96 37 73 90 852 150 67 8 Imprenditore o Lib. prof. Lib_prof 66 130 92 71 171 74 92 78 90 102 18

Lavoratore in proprio In_proprio 91 84 87 83 82 84 126 36 102 136 46

Titolo di studio del capofamiglia

Licenza elementare Elementari 209 118 121 164 72 112 86 65 44 63 26 Licenza media inferiore M_inf 74 69 110 112 90 112 94 67 82 103 76 Diploma media superiore M_sup 100 104 97 93 108 101 101 73 106 103 120

Laurea (o Dipl. Laurea) Laurea 100 119 89 86 98 74 110 235 122 104 36

Reddito famigliare Reddito A R-- 91 49 133 173 16 163 55 68 103 86 16 Reddito B R- 156 93 105 118 67 109 101 59 105 98 139 Reddito C R= 57 113 94 92 116 87 97 176 96 108 62 Reddito D R+ 68 112 98 76 137 90 108 116 93 88 24 Reddito E R++ 64 91 96 78 139 98 104 54 99 103 19 Percettori di reddito 1 percettore Perc1 105 97 103 106 67 113 95 69 117 109 150 2 percettori Perc2 105 105 97 96 130 83 102 143 86 95 95 3 o più percettori Perc>3 52 92 101 89 131 113 120 56 78 80 15

Classe socio demografica

Classe 1 Cl1 164 111 84 90 50 102 121 34 175 116 20 Classe 2 Cl2 114 98 91 86 63 97 102 0 172 126 26 Classe 3 Cl3 97 134 98 102 62 165 80 0 107 125 13 Classe 4 Cl4 58 62 132 165 75 186 43 0 65 86 42 Classe 5 Cl5 56 95 97 69 193 87 95 16 93 90 30 Classe 6 Cl6 53 99 123 141 94 133 88 2 64 60 20 Classe 7 Cl7 109 112 92 98 117 98 109 123 81 103 34 Classe 8 Cl8 121 94 103 93 63 65 118 194 106 99 35 Classe 9 Cl9 107 129 97 107 85 69 114 408 71 82 25 Classe 10 Cl10 166 67 97 113 66 93 100 50 103 134 15 Tutto il campione 100 100 100 100 100 100 100 100 100 100 260 Minimo 37 49 84 69 16 55 43 0 44 60 Massimo 355 143 133 173 193 186 135 852 175 136

(31)

Si può notare che alcune colonne di indici presentano maggiore variabilità di altre. Nella tabella si sono evidenziati per ogni colonna (cioè per ogni categoria non alimentare) il valore minimo e il valore massimo dell’indice. L’escursione è particolarmente ampia per tabacco, mobili e istruzione.

Nella tabella seguente39 si propone infine il confronto tra la struttura torinese e quella degli altri capoluoghi piemontesi:

Struttura dei consumi non alimentari nelle famiglie dei capoluoghi torinesi PROVIN CIA TA BAC CO VE STIA RIO ABI TA ZIO NE* ENER GIA** AR REDI SA LUTE TRASP. COMU NICAZ.*** RI CREA ZIONE ISTRU ZIONE ALTRI BENI E SER VIZI CONS. NON ALIM.*** Alessandria 1 6 31 9 7 5 20 4 1 17 100 Asti 0 7 30 8 12 4 15 7 1 16 100 Biella 0 5 32 8 9 5 17 4 1 17 100 Cuneo 1 7 29 8 10 5 15 5 2 19 100 Novara 1 7 26 8 12 6 15 6 1 18 100 Torino 1 6 36 7 9 3 16 6 1 15 100 Verbania 1 7 25 9 13 5 17 6 2 16 100 Vercelli 0 7 28 9 17 3 16 4 1 14 100

* Le spese per l'abitazione non comprendono le spese per gli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria. **Detta voce comprende le spese per energia elettrica, acqua, gas, kerosene, altri combustibili

per riscaldamento autonomo e riscaldamento centralizzato ***Sono escluse le spese per acquisto di auto, moto, ecc…

Un confronto in termini relativi è agevolato dalla seguente mappa40:

39 Derivata da Tab. 2.16.b.

40 La mappa deriva dall’output di un’analisi delle corrispondenze e si riferisce al primo piano fattoriale che spiega l’70% di inerzia, come si nota dal seguente schema:

FATTORE AUTOVAL. %INER. %CUM. F1 0,011 44 44 F2 0,007 26 70 F3 0,003 13 83 F4 0,002 9 92 F5 0,001 4 96 F6 0,001 3 99 F7 0,000 1 100 TOT 0,025

(32)

Proiezioni di tipologie merceologiche e capoluoghi piemontesi sul piano principale di inerzia Struttura dei consumi non alimentari nelle famiglie dei capoluoghi torinesi

Alessandria Asti Biella Cuneo Novara Torino Verbania Vercelli TABACCO VESTIARIO ABITAZIONE ENERGIA ARREDI SALUTE TRASPORTI RICREAZIONE ISTRUZIONE ALTRO

Il grafico mostra un impegno di spesa proporzionalmente maggiore – rispetto agli altri capoluoghi – per Alessandria verso l’abitazione, i trasporti, il tabacco; per Vercelli e Asti verso gli arredi e l’abitazione, per Torino e Biella verso l’abitazione.

(33)

4.5 Struttura generale dei consumi e profili di consumo famigliare

Si prende ora in considerazione la struttura generale dei consumi. L’analisi è stata condotta su base famigliare, calcolando per ciascuna delle 260 famiglie incluse nel campione, la percentuale di spesa dovuta alle varie categorie (alimentari e non) considerate nei paragrafi precedenti.

Si è poi proceduto a raggruppare le famiglie con profili di spesa più simili41, cercando di ottenere gruppi omogenei al loro interno e il più possibile diversificati l’uno rispetto all’altro; si sono così individuati sei gruppi. Il grafico che segue mostra, con la numerazione da 1 a 6, l’attribuzione di ogni famiglia ad uno dei sei gruppi. Le famiglie appaiono inoltre collocate in una mappa che aiuta ad evidenziarne il profilo di consumo rispetto ai generi considerati.

41 Si è utilizzato un metodo gerarchico di aggregazione basato sull’algoritmo “della ricerca a catena dei vicini reciproci” ( introdotto da J. P. Benzécri nel 1982). In questo caso si è ritenuto sufficiente valutare le distanze in un sottospazio determinato dai primi quattro assi fattoriali. La suddivisione dei gruppi, orientata dalla consultazione e taglio del dendrogramma (qui per brevità omesso), è stata ulteriormente migliorata con un procedimento finale di ottimizzazione. Per la realizzazione della procedura si è utilizzato il programma “DTM” di L. Lebart, gentilmente messo a disposizione dall’autore.

Nel processo di aggregazione si è trascurata una famiglia campione, con struttura di spesa assai diversa dalle altre, che avrebbe generato da sola un cluster a sé stante.

I gruppi ottenuti sono stati quindi rappresentati, come punti supplementari, sui piani fattoriali rappresentati nel seguito. Il contributo dei primi asi fattoriali all’inerzia globale è indicato nel seguente schema:

FATTORE AUTOVAL. %INER. %CUM. F1 0,130 18 18 F2 0,108 15 33 F3 0,091 13 46 F4 0,067 9 55 F5 0,040 6 61 F6 0,053 7 69 F7 0,046 6 75 F8 0,032 4 79 F9 0,024 3 83 F10 0,019 3 85 F11 0,018 3 88 F12 0,015 2 90 F13 0,013 2 92 F14 0,012 2 94 F15 0,011 1 95 F16 0,009 1 96 F17 0,008 1 97 F18 0,007 1 98 F19 0,006 1 99 F20 0,005 1 100 TOT 0,715

Come si vede la rappresentazione sul primo piano fattoriale rischia di essere piuttosto imprecisa. Ciò accade specialmente per i seguenti tipi di consumo: pesce e bevande (sia alcoliche sia analcoliche) tra gli alimentari e tabacchi, telefono e, in parte, istruzione, tra i non alimentari.

(34)

Rappresentazione fattoriale delle famiglie campione aggregate in gruppi in base alla struttura dei consumi MO ALTRO RICREAZIONE ISTRUZIONE TELEFONO TRASPORTI MEDICI BILI ENERGIA ABITAZIONE VESTIARIO TABACCHI ANALCOOL ALCOOL DOLCI FRUTTA VERDURA LATTE OLI PESCE CARNI PANE 3 4 6 1 1 4 1 2 5 1 3 4 1 5 5 4 4 6 1 3 3 1 1 3 1 1 1 1 1 3 3 5 4 1 4 5 5 3 5 5 1 2 3 1 1 1 1 5 1 1 1 5 1 1 4 5 4 2 1 1 1 1 5 1 3 1 5 1 1 1 1 1 1 1 4 5 3 1 2 4 5 5 3 5 5 1 5 3 5 5 3 5 5 3 2 3 1 2 3 4 2 5 2 5 3 3 3 1 3 3 3 3 5 3 5 4 2 4 4 4 3 1 3 4 5 3 3 5 3 4 5 5 3 5 5 5 5 3 1 3 5 3 2 3 4 1 5 3 5 5 1 3 5 3 3 4 5 3 3 4 5 5 3 3 3 3 6 3 3 1 3 3 5 5 3 4 4 1 3 5 5 5 3 3 5 2 5 5 3 5 4 3 5 5 2 4 5 5 5 5 3 2 5 3 3 2 3 3 2 3 4 5 3 5 3 3 5 3 5 2 6 3 3 3 4 3 5 3 5 5 5 3 3 6 3 3 3 3 4 3 3 5 5 5 5 3 5 3 5 5 3 4 4 3 4 3 3 3 1

Il grafico, utile per apprezzare la dispersione individuale dei punti caratterizzanti ciascun gruppo, risulta riassunto in quello successivo in cui ogni gruppo è rappresentato in una posizione centrale rispetto alle famiglie che lo compongono.

Tale rappresentazione suggerisce, nella dimensione orizzontale, una maggiore propensione dal lato sinistro verso generi più disponibili alle fasce abbienti. I mobili hanno una posizione di deciso rilievo e, con la loro posizione estrema, comprimono la variabilità relativa alle altre categorie, tra cui tuttavia si può notare la posizione del vestiario, dei trasporti, della abitazione e della ricreazione. La dimensione verticale esprime soprattutto la maggior incidenza dei consumi alimentari in alto verso quella dei consumi non alimentari mano a mano che si scende.

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Rappresentazione fattoriale di gruppi di famiglie aggregate in base alla struttura dei consumi PANE CARNI PESCE OLI LATTE VERDURA FRUTTA DOLCI ALCOOL ANALCOOL TABACCHI VESTIARIO ABITAZIONE ENERGIA MOBILI MEDICI TRASPORTI TELEFONO ISTRUZIONE RICREAZIONE ALTRO GRUPPO_1 GRUPPO_2 GRUPPO_3 GRUPPO_4 GRUPPO_5 GRUPPO_6

Si può comprendere meglio la raffigurazione conoscendo alcune caratteristiche dei gruppi ottenuti.

In particolare nella tabella che segue si considera l’ammontare di spesa mensile e la quota di consumo alimentare e non alimentare.

Entità dei consumi e struttura della spesa dei gruppi di famiglie individuati. Entità dei consumi

GRUPPO GR1 GR2 GR3 GR4 GR5 GR6 Media

CONSUMI ALIMENTARI 285 287 281 246 238 323 266

CONSUMI NON ALIMENTARI 2465 2530 1889 2416 1331 5542 2024 TOTALE CONSUMI FAMILIARI 2750 2817 2170 2662 1569 5865 2291

Numero di famiglie 48 16 85 31 74 5 259

Struttura della spesa

GRUPPO GR1 GR2 GR3 GR4 GR5 GR6 Media

CONSUMI ALIMENTARI 10 10 13 9 15 6 12

CONSUMI NON ALIMENTARI 90 90 87 91 85 94 88

TOTALE CONSUMI FAMILIARI 100 100 100 100 100 100 100

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