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Formazione e specializzazione dei medici veterinari: un passo avanti e due indietro

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Academic year: 2022

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S.I.Ve.M.P.

Atenei

Formazione e specializzazione dei medici veterinari: un passo avanti e due indietro

I

l corso di laurea per la formazio- ne dei medici veterinari e, in particolare, l’attivazione paral- lela di corsi triennali per laureare fi- gure para-veterinarie e di corsi di perfezionamento per profili diversi dal medico veterinario, per il rico- noscimento di competenze non de- finite da albi professionali ma sicu- ramente assonanti a quella del me- dico veterinario se non addirittura potenzialmente competitive con quelle proprie dei medici veterinari, richiedono un intervento di razio- nalizzazione per evitare scippi, inu- tili sovrapposizioni e dannose con- flittualità.

In relazione alle modalità di accesso ai ruoli del Servizio sanitario nazio- nale, si è resa necessaria e urgente l’attivazione di nuovi e più rispon- denti percorsi specializzanti, da rea- lizzare mediante borse di studio o contratti di formazione/lavoro che permettano l’affidamento di parte del percorso formativo specialistico dei medici veterinari a strutture ac- creditate dei Dipartimenti di Pre- venzione delle Asl e degli Izs.

Per questo motivo Aldo Grasselli, segretario nazionale del Sindacato italiano dei veterinari di medicina pubblica (Sivemp) ha sollecitato un intervento del Ministero della Sa- lute.

Inoltre, in previsione dell’approva- zione da parte del Parlamento della conversione in legge del “Decreto scuola-ricerca” che prevedeva l’at- tivazione delle Scuole di specializ- zazione per veterinari, odontoiatri, farmacisti, biologi, chimici, fisici e psicologi in deroga alle disposizioni che stabiliscono la rilevazione an- nuale del fabbisogno, anche ai fini della ripartizione delle borse di stu- dio, insieme a Gaetano Penocchio, presidente Fnovi, al prof. Attilio Corradi per la Conferenza perma- nente dei direttori di Dipartimento di Medicina veterinaria, al prof. Gio- vanni Re della Conferenza dei diret- tori Dipartimenti universitari di Me- dicina veterinaria con delega per le Scuole di specializzazione, hanno chiesto che la nuova norma garan-

tisse una quota ai medici veterinari nella ripartizione delle borse di stu- dio.

Purtroppo il Parlamento, nel corso della conversione, ha approvato l’ar- ticolo 2-bis “Scuole di specializzazione non mediche - terminologia già di per sé insensata - che prevede: “Nelle more di una definizione organica della materia, le Scuole di specializzazione di cui al Decreto del presidente della Re- pubblica 10 marzo 1982, n. 162, riser- vate alle categorie dei veterinari, odon- toiatri, farmacisti, biologi, chimici, fisici e psicologi sono attivate in deroga alle disposizioni di cui al comma 1 dell’ar- ticolo 8 della Legge 29 dicembre 2000, n. 401. Dall’attuazione del presente ar- ticolo non devono derivare nuovi o mag- giori oneri per la finanza pubblica.”

Autorizzare l’apertura dei percorsi specializzanti a invarianza di spesa, impedendo quindi ai medici veteri- nari di ottenere le necessarie borse di studio, se non a danno dei medici chirurghi che, da anni, chiedono per i loro giovani laureati il doppio di borse di quelle oggi disponibili, si- gnifica mantenere una profonda ini- quità tra i professionisti che lo Stato utilizzerà in futuro per svolgere le sue funzioni.

Questa scelta/non scelta continuerà ad avere nel prossimo futuro effetti negativi.

L’accesso al Ssn dei medici veteri-

nari, infatti, deve avvenire con il pie- no possesso di tutti elementi, sia cul- turali che professionali, idonei a ren- derli da subito specialisti operativi, ma deve essere anche una scelta di orientamento della propria vita pro- fessionale e non un ripiego per chi, fallita la prospettiva di una libera professione remunerativa, ripiega su un concorso pubblico grazie a un qualsiasi “pezzo di carta”.

Per avere, in futuro, una Sanità pub- blica veterinaria solida, competitiva e veramente capace di tutelare la sa- lute animale e umana occorre oggi selezionare le vocazioni e occorre integrare il percorso teorico delle specializzazioni con un riscontro pratico e operativo che solo l’attività di campo può dare, sfruttando e in- tegrando competenze universitarie con il bagaglio di esperienza pratica dei colleghi che da sempre operano nei Servizi veterinari territoriali e negli Izs, bagaglio culturale integra- tivo e non sostitutivo di quello for- nito dall’Università.

Inoltre, i medici veterinari delle strutture del Ssn incaricati della for- mazione pratica in qualità di docenti troverebbero ulteriori stimoli di ri- cerca e crescita professionale dal continuo confronto con l’Università e con gli studenti inseriti nei percorsi di specializzazione.

Il percorso specializzante che si è

ipotizzato consentirebbe, in analogia a quanto già avviene per i medici chirurghi, di acquisire la specializ- zazione in discipline della Sanità pubblica veterinaria dedicando a ta- le processo una parte dell’impegno nel tradizionale studio accademico e una parte di tipo operativo, attra- verso il tutoraggio di un dirigente e di un servizio del Ssn, un impegno che deve essere adeguatamente re- tribuito ed efficace ai fini previden- ziali.

Il progressivo invecchiamento della classe dirigente dei servizi veterinari delle Asl e degli Istituti zooprofilat- tici (che imporrà a breve un’impor- tante fase di ricambio) impone che la questione delle specializzazioni per i giovani veterinari che vogliono entrare a lavorare nel Ssn sia un punto dell’agenda di Regioni e Mi- nisteri competenti.

Il segretario nazionale del Sivemp Aldo Grasselli ha dichiarato: “L’in- tento del Sindacato è diretto a ottenere borse di studio per gli specializzandi ve- terinari e il riconoscimento di una fun- zione di insegnamento e preparazione ai Servizi veterinari delle Asl e agli Izs, completando con l’impiego in campo i percorsi didattici universitari.”

Infatti, un impegno a tempo pieno che consenta di conoscere da vicino e nel dettaglio la complessa realtà operativa del mondo della Sanità pubblica veterinaria può consentire di integrare il percorso, per forza di cose prevalentemente teorico, con un impegno pratico sul campo che consenta di acquisire esperienza e professionalità confrontandosi con la quotidianità lavorativa.

È necessario superare l’eterno para- dosso della necessità di garantire una riduzione della spesa attraverso meccanismi di tagli lineari, mecca- nismo che non rimodula la spesa e che non prevede adeguati e oppor- tuni investimenti o la riallocazione di questi per intervenire su evidenti discrasie e su situazioni prevedibili che, se non affrontate con la dovuta programmazione, possono mettere la Sanità pubblica veterinaria dei prossimi anni in grave difficoltà.

La Settimana Veterinaria - N°966 - 22 giugno 2016

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