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Chiara Amata Tognali. Chiara d Assisi. Come si diventa cristiani?

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Academic year: 2022

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Chiara d’Assisi

Come si diventa cristiani?

Chiara Amata Tognali

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ISBN 978-88-250-5056-1 ISBN 978-88-250-5057-8 (PDF) ISBN 978-88-250-5058-5 (EPUB) Copyright © 2021 by P.P.F.M.C.

MESSAGGERO DI SANT’ANTONIO – EDITRICE Basilica del Santo - Via Orto Botanico, 11 - 35123 Padova www.edizionimessaggero.it

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Indice

Fonti e abbreviazioni . . . 7

Introduzione . . . 9

Avvio . . . 15

Intermezzo . . . 41

Ripresa. . . 47

Epilogo. . . 79

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Tutti i testi sono tratti dalle Fonti Fran- cescane. Terza edizione rivista e aggior- nata. Scritti e biografie di san Francesco d’Assisi. Cronache e altre testimonianze del primo secolo francescano. Scritti e biogra- fie di santa Chiara d’Assisi. Testi normativi dell’Ordine Francescano Secolare, EFR, Pa- dova 2011 (FF). Da qui anche le abbrevia- zioni dei vari documenti:

1LAg Lettera prima di Chiara alla santa Agnese di Praga (FF 2859-2870).

2LAg Lettera seconda di Chiara alla santa Agnese di Praga (FF 2871-2882).

3LAg Lettera terza di Chiara alla santa Agnese di Praga (FF 2883-2898).

4LAg Lettera quarta di Chiara alla santa Agnese di Praga (FF 2899-2911).

BensC Benedizione di santa Chiara (FF 2854-2858).

Fonti e abbreviazioni

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LegsC Leggenda di santa Chiara vergine (FF 3149-3278).

Proc Processo di canonizzazione di santa Chiara (FF 2919-3148).

RsC Regola di santa Chiara d’Assisi (FF 2744-2822).

TestsC Testamento di santa Chiara d’Assisi (FF 2823-2853).

1Cel Vita Prima di Tommaso da Celano (FF 315-571).

Priv Privilegio di povertà (FF 3279)

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Non molti sanno che san Francesco d’Assisi, quando voleva nominare Chiara, la chiamava semplicemente la «cristiana».1 Detto da lui, che è passato alla storia come alter Christus, il nome di cristiana assume tutto il suo peso. Francesco esprimeva così la convinzione che, per Chiara, Cristo fosse l’unico interlocutore e la esprimeva con un nome che rimane significativo e bellissimo ancora oggi, dopo tanti secoli di utilizzo più o meno congruo.

Chiara, la cristiana.

Credo che a Chiara piacesse quel nome, forse più rispondente al suo sentire profon- do che non il suo Clara, cioè «l’illustre».

Noi oggi li riteniamo entrambi azzeccati per lei e nel corso del libro continueremo

1 FF 2682. Si tratta della testimonianza di frate Stefano riportata nella sezione Cronache e altre testimonianze fran- cescane, VI,3. I racconti di frate Stefano derivano dal codice S. Antonio di Roma.

Introduzione

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a usare il nome che i suoi “illustri” genitori le hanno dato nel battesimo: Chiara. Tutta- via, per esplorare un po’ la sua vita e la sua santità, mi lascerò ispirare dal nome che le diede il padre san Francesco.

Gesù Cristo è indubbiamente per lei il riferimento unico e costante della sua vita.

Seguirlo, amarlo, imitarlo, specchiarsi in lui: questa è vita per Chiara d’Assisi! Sen- za permettere, come raccomanda all’amica Agnese di Praga (2LAg 12: FF 2875), nep- pure alla polvere di rallentare il suo passo, (così) corre sulla via beata del Signore Gesù.

In queste pagine tratteggerò le vicende che hanno segnato la vita di questa cri- stiana, Chiara d’Assisi, senza pretendere di aver scoperto qualcosa di nuovo. È for- se nuovo invece il taglio dato alla ricerca.

Vorrei infatti narrare, per quanto è possi- bile, qualcosa della vita interiore di Chiara;

scrutando il suo percorso spirituale, vorrei delineare uno sviluppo nel suo pensiero e nella sua esperienza di vita.

Forse è un tentativo azzardato, dato i po- chi elementi che abbiamo. Forse, però, è un tentativo possibile. E quindi partiamo, at- tenendoci rigorosamente alle fonti antiche,

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cioè alcuni scritti di Chiara stessa, un’antica biografia, le testimonianze su di lei offerte dalle sorelle e da alcuni conoscenti al pro- cesso di canonizzazione e qualche dato nel- le biografie di Francesco.

La presente indagine è nata dal deside- rio di scoprire in Chiara non solo una gran- de santa, fulgente nella sua perfezione, ma anche una sorella in cammino. L’impresa è resa difficile dal fatto che fin da quando era giovane stima e ammirazione hanno avvol- to la sua vita, rischiando di mitizzarla. Nel- la prima biografia di san Francesco, redatta da frate Tommaso da Celano, parlando del- la chiesetta di San Damiano, si dice:

È là che madonna Chiara, pure nativa di Assisi, pietra preziosissima e fortissima [...]

conquistata a Dio dai moniti incoraggianti del santo, dopo l’inizio dell’Ordine dei frati minori, divenne causa di progresso spirituale ed esempio per innumerevoli anime. Nobile di nascita, più nobile per grazia; vergine nel corpo, purissima di spirito; giovane di età, matura per saggezza; costante nel proposito, ardente di entusiasmo nell’amore a Dio; pie- na di sapienza e di singolare umiltà; Chiara di nome, più chiara per vita, chiarissima per virtù (1Cel 18: FF 351).

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Chiara aveva in quel tempo circa tren- tasei anni. Erano apprezzamenti senz’al- tro fondati nella realtà, ma anche difficili da portare per lei e difficili anche per noi.

Come cogliere in tale sovrabbondanza di virtù, la donna vera? Come incontrare in Chiara, tutta luce, la cristiana in cammino?

Il Vangelo era per lei, come per noi, un’e- sperienza e una luce, ma anche un proce- dere a tentoni e fatiche.

Mi chiedo dunque: è possibile scorge- re qualche traccia di percorso nella vita di questa nostra sorella, della quale tutti par- lano in modo eccelso? Io credo che sia pos- sibile ammettere qualche increspatura in quell’itinerario apparentemente così linea- re della sua vita cristiana.

Lo spunto più esplicito che troviamo nelle fonti ce lo offre «sora Filippa de mes- ser Leonardo de Gislerio». Di famiglia no- bile, come Chiara, la conosceva già da ra- gazzina e visse sempre con lei a San Damia- no; al processo per la canonizzazione diede questa testimonianza:

Da poi che santa Chiara intrò nella Religione, lo Signore le aumentò le virtù e le grazie, im- però che sempre fu molto umile e devota, be-

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nigna e molto amatrice de la povertà, avendo compassione alle afflitte (Proc 3,3: FF 2969).

Filippa rileva, quindi, un progressivo miglioramento, nella vita di Chiara, anche se poi si sofferma sulle sue caratteristiche di sempre. Con la sua affermazione che «lo Signore le aumentò le virtù e le grazie»

apre per noi una fessura, delinea una crepa nel quadro monolitico che presenta Chia- ra d’Assisi come una santa irraggiungibile, un’icona della luce e della perfezione. La figlia di «messer Leonardo» ci spiega an- che l’atteggiamento di fondo che permise a Chiara di crescere nella santità: un atteg- giamento umile e attento a ciò che le sta in- torno. Dice, infatti, che era «umile e devo- ta, benigna e molto amatrice de la povertà, avendo compassione alle afflitte».

Anche per Chiara, dunque, il Vangelo è work in progress: lavori in corso, processo continuo, miglioramento graduale. La te- stimone che ce ne parla la conosce bene, perché le due donne erano amiche da una vita.

Apriamo ora i documenti in nostro pos- sesso e iniziamo il percorso.

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La prima volta che nella storia possia- mo sentire la viva voce di Chiara siamo già nel 1234-1235, quando scrive la prima delle lettere che possediamo. È indirizzata ad Agnese di Praga. Non ha una data, ma il suo contenuto ci fa capire che fu scritta dopo la Pentecoste del 1234, giorno in cui detta Agnese era entrata solennemente nel monastero che lei stessa aveva fondato nel- la sua città.

Agnese era una principessa boema che, dopo aver due volte rifiutato le nozze impe- riali, si era orientata a vivere come Chiara e le sorelle2. Sebbene Assisi sia molto lontana dalla Boemia (che si trova nella Repubbli- ca Ceca), le notizie si diffondevano rapide anche allora e Agnese aveva sentito parla- re del modo di vivere evangelico di quelle

2 È nel 1989 che papa Giovanni Paolo II ha proclamato la santità di Agnese di Boemia (1211-1282).

Avvio

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donne italiane. Erano stati i frati minori, araldi del gran Re (cf. 1Cel 16: FF 346) e propagatori di buone proposte evangeli- che, a parlare di quanto accadeva ad Assisi e a mettere in contatto le due donne, anche semplicemente facendo da postini. L’ultima lettera nomina espressamente i frati cui la lettera viene consegnata.

Torniamo al testo di Chiara. Avendo avu- to notizia delle scelte coraggiose di Agnese decide di scriverle. Se c’erano già stati dei contatti fra le due non possiamo saperlo, per noi la loro storia inizia qui. La lettera si apre solennemente con la presentazione delle due corrispondenti.

Alla venerabile e santissima vergine signora Agnese, figlia dell’eccellentissimo e illustris- simo re di Boemia, Chiara, indegna serva di Gesù Cristo e ancella inutile delle signore rinchiuse del monastero di San Damiano, sua suddita in tutto e ancella, si raccomanda in ogni modo con riverenza speciale e augu- ra di ottenere la gloria della felicità eterna (1LAg 1-2: FF 2859).

Il tono è per noi insopportabilmente ampolloso e richiede un chiarimento. Nel medioevo e nell’antichità le lettere erano

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eventi importanti e la forma in cui erano redatte faceva parte del messaggio. La let- tera in questione rispetta il modulo di un inferiore che scrive a un superiore. Chiara si muove molto bene, usando il rigido pro- tocollo per i suoi intenti.

In apertura troviamo Agnese, descritta nella sua dignità socialmente elevatissima («signora», figlia di re) ed evangelicamente significativa («santissima vergine» e «vene- rabile»). Di fronte a lei Chiara, che si pre- senta in modo quasi antitetico, con titoli umilissimi ed esclusivamente di carattere evangelico («indegna serva di Gesù Cristo e ancella inutile», «suddita»).

A pensarci bene non era affatto sconta- to che Chiara rinunciasse così totalmente a presentare un minimo delle proprie cre- denziali sociali, in una società in cui erano tanto importanti; in fondo anche lei non proveniva dai servi della gleba, ma da una famiglia aristocratica, aristocrazia di pro- vincia, ma pur tuttavia caratterizzata da una certa distinzione.

Tali titoli sono pura vanità, lo sappiamo, ma in genere siamo tentati di dare loro un certo peso. Qui le uniche credenziali pre-

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sentate sono quelle, davvero consistenti e non vane, del servizio a Dio e alle sorelle.

Già questo fatto ci dice molto su quanto il Vangelo avesse messo radici nell’animo di Chiara, che all’epoca aveva circa qua- rant’anni.

Veniamo al motivo della lettera. Chiara, dopo aver dichiarato la propria gioia per la buona fama di cui la principessa lontana gode presso il popolo cristiano, spiega:

Il motivo è questo: mentre avreste potuto più di chiunque altro godere dei fasti, degli onori e del prestigio del mondo, potendo con gloria meravigliosa andare legittima- mente in sposa all’illustre imperatore, come sarebbe stato conveniente alla vostra e sua eccelsa condizione, rigettando tutte queste cose, avete scelto piuttosto, con tutto l’animo e l’affetto del cuore, la santissima povertà e l’indigenza corporale, prendendo uno sposo di stirpe più nobile, il Signore Gesù Cristo, che custodirà sempre immacolata e intatta la vostra verginità (1LAg 5-7: FF 2861).

Chiara sottolinea il grande, coraggioso gesto compiuto da Agnese, la quale ha ri- nunciato ai fasti e agli onori del mondo per scegliere la povertà e la penuria, ha rinun-

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ciato alle nozze con l’imperatore per ab- bracciare la verginità, consacrata al Signore Gesù Cristo.

Nel momento stesso che canta le gesta di Agnese, così emblematiche per l’eccelsa condizione sociale da cui proviene, Chiara tratteggia anche la propria storia. Il salto compiuto da Agnese l’ha compiuto an- che lei. Nella sua piccola città di provincia avrebbe potuto godere dei fasti e del pre- stigio del mondo, quantomeno del mondo che la circondava, e invece aveva scelto di vivere povera e sappiamo che per anni fu povertà vera e dura la sua, penuria corpo- rale. Anche lei avrebbe potuto avere uno sposo di nobile condizione che le avrebbe assicurato una posizione onorata e presti- giosa, ma aveva tagliato i ponti con quel mondo, affidando la sua vita a uno sposo di stirpe ancor più nobile.

Credo sia vero che gli inizi di una sto- ria racchiudono il suo senso, perciò pos- siamo pensare che qui, facendo echeggiare nell’avventura della sorella lontana la pro- pria avventura, Chiara ci dica quale senso essa abbia per lei e quale senso voglia pro- porre ad Agnese.

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Si sente ancora vibrare nelle sue parole di rallegramento, l’emozione di quella sua decisione giovanile così coraggiosa, addi- rittura un po’ avventata3. Quando Chiara lasciò di nascosto la sua casa e distribuì la sua dote ai poveri, il suo era un vero “but- tarsi via”, socialmente parlando, un gesto molto arrischiato, il passaggio da una con- dizione sociale alta a un «genere di condi- zione vile», come la chiama il Celano nella sua antica biografia (cf. LegsC 5: FF 3173).

Il gesto fece scalpore, suscitando la vergo- gna e l’ira dei parenti e i pettegolezzi del pae se. La sua fuga da casa rimane ancora oggi impressa nella memoria dei fedeli, più che non la cosiddetta scacciata dei saraceni che determina la sua iconografia.

Dal Testamento e dalla Regola appren- diamo che fu Francesco, con il suo esem- pio e la sua intuizione, a metterle in cuo- re il desiderio di seguire Gesù in povertà.

Nelle Lettere, però, Chiara questo non lo

3 Le clarisse tedesche hanno pubblicato un libro su Chiara e le clarisse dal titolo Gewagtes Leben, cioè «vita azzardata», audace, arrischiata: mi sembra un titolo molto felice (cf. A. RöttgeR - M. KReidleR-Kos, Gewagtes Leben. 800 Jahre Klara von Assisi und ihre Schwestern, Herder, Freiburg i.Br. 2011).

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G. Biscontin, La gioia del Vangelo. Con san France- sco e sant’Antonio, pp. 80, 2015

U. Sartorio, L’omelia, evento comunicativo. In cerca di tratti francescani, pp. 120, 2015

D.M. Turoldo, Povero sant’Antonio, pp. 52, 2015 D. Dozzi (a cura), Qui è vera letizia, pp. 88, 2015 D. Dozzi (a cura), Verso la felicità, pp. 80, 2015 F. Scarsato - J. Leclercq - T. Merton, Marta e

Maria, pp. 120, 2016

P. Mazzolari, Francesco d’Assisi e il lupo, pp. 82, 2016 D. Dozzi (a cura), Sorella Terra. Il cantico di san Fran-

cesco, pp. 90, 2016

D. Dozzi (a cura), Con tutte le Tue creature. Dall’en- ciclica Laudato si’ alla custodia del creato, pp. 90, 2016

L.F. Ruffato (a cura), Francesco d’Assisi. Un cristiano lieto, povero, umile, semplice, buono, pp. 104, 2017 D. Dozzi (a cura), Per lo Tuo amore, pp. 88, 2017 D. Dozzi (a cura), Per quelli che perdonano, pp. 88,

2017

P. Maranesi, La fragilità in Francesco d’Assisi. Quan- do lo scandalo della sofferenza diventa grazia, pp.

120, 2018

I. Iadarola, Cantare il creato. Con san Francesco e con san Giovanni della Croce, pp. 68, 2019

Smartbooks, libri veloci intorno a un’idea, per capire, per capirsi, per leggere il presente e sporgersi sul futuro.

Pensieri che vanno lontano e mettono in cammino la vita, che nutrono la mente e lo spirito.

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Finito di stampare nel mese di marzo 2021 Mediagraf S.p.A. - Noventa Padovana, Padova

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