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Assaggi di continuità in documenti europei e italiani

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(1)

Assaggi di continuità in

documenti europei e italiani

Terni

26 maggio 2022

DD “Mazzini” polo formativo

Lorenzo Campioni

(2)

Oggi

• Accenni:

 all’importanza dell’educazione 0/6

 alle politiche europee per l’infanzia (nei documenti europei prima infanzia = 0/6-7, periodo pre-obbligo)

 alla situazione italiana del sistema integrato 0/6: decreto

legislativo 65/2017, decreti attuativi, circolari…

• Continuità verticale e orizzontale

:

 Indicazioni nazionali

 Linee pedagogiche 0/6

 Orientamenti nazionali 0/3

(3)

Oggi sappiamo di più sull’importanza del periodo infantile rispetto al passato

• Psicologia:

importanza della vita affettiva, cognitiva, relazionale… dei primi anni di vita per ogni persona

• Pedagogia:

importanza dei contesti educativi per gli

apprendimenti (chance maggiori per chi frequenta lo 0-6: ricerche Pisa, Commissione europea, Istat – abbandoni scolastici…)

• Ricerche nei servizi educativi e nelle scuole dell’infanzia

• Neuroscienze: importanza di ‘agire’ sul periodo infantile

(plasticità)

e dimostrazione di ‘periodi sensibili’

• Scienze economiche: investire sull’infanzia è produttivo

(gruppo di ricerca J. HecKman e nuovi sociologi dell’infanzia)

(4)

Una motivazione forte a favore dell’unitarietà dello 0/6

• Lo 0/6, un periodo

:

 in cui decollano e si consolidano le conquiste

principali di ogni individuo

(dalla stazione eretta, dal linguaggio verbale, dalle autonomie di base… al pensiero simbolico, alle basi della costruzione dell’identità…)

 con caratteristiche peculiari nel modo di apprendere e rapportarsi al mondo e agli altri

(importanza dell’azione, del gioco e delle esperienze personali ‘concrete’ e sociali di gruppo)

 con grandi turbolenze

(vedi desideri, fantasie, vissuti emotivi forti… un bambino autocentrato che gradualmente potrà conquistare la capacità di decentramento)

(5)

Documenti di riferimento europei sulla prima infanzia

(= periodo pre-obbligo)

 Comunicazione n. 66/2011

(i perché dell’impegno verso lo 0/6)

 Raccomandazione n. 112/2013

(0/18)

 [

Quality framework

, Un quadro europeo per la qualità dei servizi educativi e di cura per l’infanzia. Proposta di principi chiave, 2014]

 [ONU, Agenda 2030, n. 4 “fornire un’educazione di qualità]

 Il pilastro europeo

dei diritti sociali, 2017 (11° principio: diritto alla cura e all’educazione nella prima infanzia)

 Raccomandazione

del 22 maggio 2019

 Raccomandazione del 4 giugno 2021 (garanzia x l’infanzia)

(6)

Una dichiarazione fondamentale del Consiglio europeo

(Comunicazione n. 66/2011)

L’educazione e la cura della prima infanzia costituiscono la base essenziale per il buon esito

- dell’apprendimento permanente, - dell’integrazione sociale,

- dello sviluppo personale […]

Le primissime esperienze dei bambini gettano le basi per ogni forma di apprendimento ulteriore. […]

Esistono già a 3 anni numerose differenze in termini di sviluppo cognitivo, sociale ed emotivo tra i bambini di bassa estrazione

sociale e quelli provenienti da un contesto agiato e, in mancanza di una gestione mirata, tale divario tende ad aumentare entro i 5 a.”

(7)

Raccomandazione del 22 maggio 2019:

5 assiomi, 5 pilastri da cui partire

• Tutti i bambini hanno diritto all’educazione e cura

• L’ educazione e cura sono inseparabili

• Lo 0/6 è un buon investimento solo se i servizi sono di alta qualità, accessibili, inclusivi e a costi sostenibili

• Le famiglie devono essere coinvolte in tutti gli aspetti dell’educazione e cura della prima infanzia

• Il lavoro dei professionisti dell’educazione della prima

infanzia è di grande responsabilità: “ha ripercussioni

a lungo termine sulla vita dei bambini”

(Racc. n. 17)

(8)

Personale 0/6: professionalità di grandissima responsabilità che necessita di sostegni

(Rac. 2019)

• “È dimostrato che solo servizi di educazione e cura di alta

qualità della prima infanzia apportano benefici, mentre servizi di scarsa qualità hanno ripercussioni fortemente negative sui bambini e sulla società nel suo complesso.” (n. 9)

• “Per adempiere al proprio ruolo professionale di sostegno dei bambini e delle loro famiglie, il personale addetto

all’educazione e alla cura della prima infanzia necessita di conoscenze, competenze e abilità complesse, come anche di una comprensione approfondita dello sviluppo infantile e di conoscenze in materia di pedagogia per la prima infanzia. La professionalizzazione del personale è fondamentale…” (n.18)

(9)

Solo servizi di alta qualità,

accessibili e inclusivi

(Raccomand. 22/05/2019)

• Politiche europee: dalla quantità e dalla conciliazione alla qualità dell’offerta

• “Investire nell’educazione e nella cura della prima infanzia è un buon investimento soltanto se i servizi sono di alta qualità, accessibili, a costi sostenibili e inclusivi. […]

Riforme e misure strategiche devono dare la priorità

alle considerazioni sulla qualità.”

(n. 9)

(10)

Decreto legislativo 65/2017,

attuativo della legge 107/2015

(11)

Decreto legislativo n. 65/2017,

attuativo della legge 107/2015

• Una riforma non solo tecnica:

art. 1 Principi e finalità

“Alle bambine ai bambini, dalla nascita fino ai sei anni, per sviluppare potenzialità di relazione, autonomia, creatività, apprendimento, in un adeguato contesto affettivo, ludico e cognitivo, sono garantite pari opportunità di educazione e di istruzione, di cura, di relazione e di gioco, superando

disuguaglianze e barriere territoriali, economiche, etniche e culturali” (comma1) […] Il sistema integrato

“ favorisce la conciliazione tra i tempi e le tipologie di lavoro dei genitori e la cura delle bambine e dei bambini, con

particolare attenzione alle famiglie monoparentali” (c. 3, lett. f)

(12)

Lo 0-6 in Italia

dopo il decreto legislativo 65/2017

(art.2)

 nido d’infanzia: -

nidi tradizionali, aziendali - micronidi

- sez. primavera (bb. da 24 a 36 mesi)

 servizi integrativi al nido:

- spazi gioco (max 5 ore senza pasto)

- centri per bambini e famiglie (non c’è affido)

- servizi in contesto domiciliare (varie denominazioni)

 scuola dell’infanzia:

gestione statale, parit. pubbli./privata

 polo per l’infanzia:

servizio/i per lo 0/3 + scuola dell’infanzia

(13)

Un grande merito del d. lgs. 65/2017:

descrizione puntuale di compiti e funzioni

• Stato: “indirizza, programma e coordina” lo 0/6

(piano d’azione naz.le/finanziamenti, formazione in servizio, Linee pedagogiche, Orientamenti, titoli di accesso, sistema infor.)

• Regioni e Prov. Autonome

(programmazione, intervento formativo, promozione coordinamenti pedagog. territoriali, monitoraggio, standard strutturali, organizzativi e qualitativi)

• Enti locali, singoli o associati

(gestione servizi,

autorizzazione-accreditamento-vigilanza, monitoraggio,

attivazione del coord. ped. territoriale, coordinamento della formazione in servizio della rete, modalità di coinvolgimento delle famiglie, sostegno a iniziative di continuità 0/11)

(14)

La situazione italiana dello 0/6

• Una delle realtà nazionali più attive a livello europeo per approfondimenti teorici e per esperienze

• Una situazione disomogenea segnata profondamente dalle politiche regionali e all’interno della stessa

regione

(livelli essenziali/LEP, finanziarie, PNRR)

• Con il decreto legislativo 65/2017 inizia un nuovo percorso complesso ma necessario per attuare i diritti dei bambini alla cura e all’educazione

• Difficoltà: complessità istituzionale multilivello

(Stato, Regione, Ente locale)

e pregiudizi reciproci tra 0/3 e 3/6

(15)

Lo 0/6, oggi, ha solide basi di riferimento teoriche ed esperienziali

• Documenti europei

(Consiglio europeo)

• Indicazioni nazionali

per il curricolo della scuola dell’inf. e del primo ciclo d’istruzione (D.M. 16/11/2012, n. 254)

• Linee pedagogiche

per il sistema integrato zerosei (D.M.

22/11/2021, n. 334)

• Orientamenti nazionali

per i servizi educativi per l’infanzia

(D.M. 24/02/2022, n. 43)

• Orientamenti interculturali.

Idee e proposte per

l’integrazione di alunni e alunne provenienti da contesti migratori (M.I., marzo 2022)

(16)

Sistema integrato di

educazione e istruzione: 0/6

• Due storie e identità diverse che hanno viaggiato in parallelo e che, ora, si incontrano nello scambio di esperienze educative, di conoscenze approfondite sull’infanzia, di ‘doni’. È arrivato il tempo favorevole (kairòs) per un incontro fecondo tra lo 0/3 e il 3/6 per garantire un’esperienza di continuità di sviluppo per ogni bambino. Una sfida che ci interpella.

• Affrontando le Linee pedagogiche e gli Orientamenti

vedremo cosa il nido può offrire alla scuola dell’infanzia e

viceversa: più condivisioni e assonanze che iati e discontinuità

(17)

Le Linee pedagogiche e gli Orientamenti nazionali sono documenti che

 non fanno riferimento a un’unica teoria pedagogica

 cercano di valorizzare le prassi educative più virtuose

 sono attenti al contesto territoriale

 non hanno una struttura lineare ma reticolare ed entrano nel merito dei contenuti strutturali,

organizzativi, gestionali ed educativi

 sarebbe consigliabile una lettura sinottica per parole- chiave, iniziando dalle Indicazioni, per rendersi conto degli avanzamenti, degli approfondimenti, delle

conquiste in questi ultimi dieci anni

(18)

Curricolo e/o

progetto pedagogico-educativo

(19)

Pregiudizi da superare grazie alla conoscenza, al confronto e allo studio

• Si è dichiarato, in passato, l’impossibilità di convivenza tra 0/3 e 3/6 correlata proprio a un immaginario

collettivo, figlio di pregiudizi: da una parte il progetto pedagogico/educativo dall’altra il curricolo. Solo

l’incontro reciproco e la creazione di una nuova cultura condivisa ci farà vedere l’equivalenza del progetto

pedagogico/educativo con il curricolo

• Si tratta di definire meglio le cose e di convenire su una

interpretazione olistica del curricolo, grazie ai documenti

europei, alle Indicazioni nazionali, Linee pedagogiche e

agli Orientamenti nazionali 0/3

(20)

La tradizione pedagogica italiana

• è sempre stata riluttante e contraria a una interpretazione

formalistica e precocemente istruttiva del periodo scolastico e convinta che un approccio olistico, sia più funzionale e

rispettoso dello sviluppo del singolo bambino. Si insiste sull’idea di bambino costruttore di saperi, di scoperte autonome e di relazioni significative e vere

• ha sempre condiviso per la scuola dell’infanzia finalità globali e non settoriali: identità, autonomia, competenze,

cittadinanza sono processi interiori che vengono favoriti da un ambiente caratterizzato dal rispetto dello sviluppo, dei tempi, delle regressioni e degli avanzamenti individuali e collettivi

(21)

Indicazioni nazionali e nuovi scenari, 2018:

un curricolo aperto, verticale, progressivo…

• “Al centro del curricolo si colloca la promozione delle competenze di base (cognitive, emotive, sociali) che strutturano la crescita di ogni bambino.”

(p. 8)

• “L’identità pedagogica della scuola dell’infanzia, oggi chiamata a confrontarsi anche con la prospettiva

‘zero-sei’ , può aiutare tutta la scuola di base (3-14 anni) ad affrontare con fiducia e convinzione i

compiti formativi a cui è chiamata dalle nuove

condizioni sociali e culturali.”

(p. 9)

(22)

Raccomandazione del 22 maggio 2019:

interpretazione europea del curricolo 0/6

• Il curricolo deve

(punto 4)

:

 “… rispondere agli interessi dei bambini,

 favorire il loro benessere e soddisfare i bisogni e il potenziale unici di ciascun bambino, compresi quelli con bisogni

educativi speciali, quelli che si trovano in situazione di vulnerabilità o che provengono da contesti svantaggiati”

 sostenere un apprendimento olistico/globale

NB. Seguono ben otto punti per descrivere nei particolari il significato e il senso di un curricolo aperto per creare “un ambiente educativo che sia inclusivo, democratico e

partecipativo che ascolti e dia voce a tutti i bambini”

(23)

Fare chiarezza

per un dialogo fruttuoso 0/6

• Sollecitazioni e affermazioni che fanno chiarezza: quando parliamo di curricolo nello 0/6 non facciamo riferimento ad apprendimenti formali e questo sgombra il campo da timori di asservimento alla scuola primaria o da obiettivi e traguardi rigidi, preconfezionati, da eserciziari…

• Un curricolo, frutto di confronto nell’équipe e con i genitori, punto di riferimento per il lavoro collettivo e per

l’organizzazione di spazi e della vita in comunità, che rispetta le soggettività, i processi individuali di apprendimento, che lascia tempo per le scoperte, per apprendimenti generali, per godere della presenza di altri bambini e di adulti come guide, condividendo giochi, vita, appartenenza e significati

(24)

Linee pedagogiche 0/6:

una cornice di riferimento culturale

Premessa

• I diritti dell’infanzia

• Un ecosistema formativo

(società, lavoro, media, famiglie)

• La centralità dei bambini

• Curricolo e progettualità: le scelte ped./organizzative

• Coordinate della professionalità

• Le garanzie della governance

Uno sguardo positivo al futuro

(25)

Parte IV: Curricolo e progettualità

 L’educazione nello zerosei: scopi e processi

 Progettualità e intenzionalità pedagogica:

progettazione e curricolo

 I sistemi simbolico-culturali e i campi di esperienza

 Il curricolo del quotidiano

 L’ambiente educativo: il terzo educatore

 Il tempo: variabile pedagogica

 Socialità e gruppi

(26)

Descrizione di curricolo attrezzato 0/6

• Il curricolo viene descritto “come una cornice di riferimenti, di traiettorie e di obiettivi condivisi, che danno coerenza al

percorso zerosei e vengono interpretati in ogni servizio

educativo e scuola dell’infanzia in modo specifico e adeguato alle caratteristiche di ogni gruppo.” (p. 23)

• Il curricolo/progetto educativo deve esplicitare strategie, metodologie, strumenti. Si insiste sul curricolo quotidiano, quindi sull’organizzazione degli spazi, dei gruppi, dei tempi e sull’ambiente educativo come terzo educatore

• Una descrizione ampia che dà un contributo importante per avviare una nuova riflessione sulla progettazione educativa

(27)

Una professionalità individuale e collettiva in ricerca e in affinamento continuo

• Un adulto e un’ équipe accogliente, in ascolto, incoraggiante, regista, responsabile, partecipe è garanzia di curricoli espliciti verticali e orizzontali,

caratterizzati da condivisione di valori e da continuità dell’esperienza educativa di ogni bambino

• Un adulto e un’équipe che può contare su:

 coordinamento ped. territoriale: rete e sistema integrato 0/6

 coordinatore pedagogico/figura delegata/figura di sistema

 formazione continua in servizio di tutto il personale 0/6 e specifica 0/3 e 3/6

(28)

I genitori come partner educativi

(29)

Sensibilizzare, aiutare, far partecipare

(Raccomandazione 112/2013, 0/18)

• “Aiutare le famiglie a sviluppare le loro competenze parentali evitando stigmatizzazioni” (2.2) e

• “Permettere alle famiglie di partecipare ad attività sociali in grado di migliorare le loro competenze parentali e di favorire una comunicazione familiare positiva.” (2.3), incentivando la loro partecipazione ad attività, laboratori promossi dai nidi o dalla singola scuola o dalle istituzioni locali, incontri non

formali…

• “Sensibilizzare i genitori ai vantaggi dei servizi di educazione e accoglienza per la prima infanzia sia per i figli che per loro

stessi” (2.2), anche in funzione preventiva o di segnalazione di necessità particolari: il nido e la scuola non sono spettatori!

(30)

Coinvolgere i genitori come partner

(Raccomandazione 22 maggio 2019)

• “In un contesto dettato da normative nazionali, regionali o locali, le famiglie dovrebbero essere coinvolte in tutti gli

aspetti dell’educazione e della cura dei loro figli. La famiglia è l’ambiente primario di crescita e sviluppo del bambino […].

I servizi di educazione e cura della prima infanzia

rappresentano un’opportunità ideale per creare un approccio integrato, essendo l’occasione di un primo contatto diretto con i genitori. […] Affinché il loro coinvolgimento diventi realtà, i servizi di educazione e cura della prima infanzia devono essere concepiti in partenariato con le famiglie ed essere basati sulla fiducia e sul rispetto reciproco.” (n.13)

(31)

Indicazioni nazionali, 2012

• “I bambini giungono alla scuola dell’infanzia con una storia: in famiglia, al nido di infanzia o alla sezione primavera…” (p. 16)

• “La scuola perseguirà costantemente l’obiettivo di costruire un’alleanza educativa con i genitori. Non si tratta di rapporti da stringere solo in momenti critici, ma di relazioni costanti che

riconoscano i reciproci ruoli e che si supportino vicendevolmente nelle comuni finalità educative” (p. 6)

• “Le famiglie sono il contesto più influente per lo sviluppo affettivo e cognitivo dei bambini. […] Mamme e papà (ma anche i nonni) sono stimolati a partecipare alla vita della scuola, condividendo finalità e contenuti, strategie educative e modalità concrete per aiutare i

piccoli a crescere e imparare, a diventare più ‘forti’ per un futuro che non è facile da prevedere e da decifrare.” (p. 17)

(32)

Linee pedagogiche 0/6

• “Famiglia e istituzioni educative zerosei osservano e

‘vivono’ lo stesso bambino in contesti diversi; i rispettivi punti di vista vanno integrati e considerati una risorsa per entrambi.

Educatori, insegnanti e genitori sono chiamati a

confrontarsi con atteggiamento collaborativo, perché

solo nella coerenza educativa tra tutte le figure adulte

che circondano il bambino può scaturire un percorso

formativo che prenda in carico lo sviluppo in tutti i suoi

aspetti: emotivi, relazionali, affettivi, morali, spirituali,

sociali.”

(p. 16)

(33)

Orientamenti nazionali 0/3:

un ‘dono’ da portare in dote allo 0/6

Premessa

• I servizi educativi per l’infanzia: patrimonio del passato, prospettive per il futuro

(governance, cap. 1)

• Diritti e potenzialità dei bambini

(cap. 2)

• L’alleanza educativa con i genitori

(cap. 3)

• La professionalità educativa

(cap. 4)

• Un ambiente accogliente e propositivo

(cap. 5)

• La continuità nel sistema integrato zerosei: finalità e curricolo

(una discussione aperta, cap. 6)

(34)

Orientamenti nazionali

Cap. 3, L’alleanza educativa con i genitori

 Immagini reciproche

 L’ambientamento

 Servizi educativi e famiglia: gli strumenti per costruire la relazione

 Dal singolo al gruppo: offrire una molteplicità di occasioni diverse

 Costruire l’alleanza educativa nei centri per bambini e famiglie

 Dalla relazione alla partecipazione

 Il rapporto con il territorio e i servizi educativi come fattori di coesione sociale

(35)

Il genitore come partner educativo

• Nell’educazione vi è un punto irrinunciabile: “Innanzitutto, il rispetto del protagonismo di tutti gli attori coinvolti: bambini, genitori, educatori.” (p. 9)

• “I genitori non sono clienti, né meri fruitori di un servizio.

Sono portatori di attese, di visioni educative e di progetti di vita che incontrano il servizio educativo, e il progetto

proposto, in molti modi diversi. Gli educatori stimano i genitori come interlocutori attivi e competenti, …” (p. 23)

• “Le famiglie che oggi si affacciano ai servizi educativi sono molto diverse tra loro nei modi di essere e fare famiglia e di interpretare i ruoli paterni e materni.” (p. 23)

(36)

L’educazione e cura dei figli tra incertezze e opportunità

• “ […] si sono allentate le relazioni con le generazioni più anziane, i genitori, sempre più soli, si affidano a fonti di informazione molto varie, talvolta non fondate

pedagogicamente e spesso contraddittorie.” (p. 23)

• “Tra i genitori si è diffusa anche la consapevolezza di ciò che il servizio educativo per l’infanzia può offrire ai propri bambini in termini di opportunità educative e di socializzazione. Nella condivisione della cura e dell’educazione del bambino con gli educatori e nell’incontro con altri genitori molte madri e molti padri possono maturare nuove riflessioni anche sul proprio ruolo educativo.” (p. 10)

(37)

Costruire alleanze per un ruolo

educativo genitoriale più responsabile

• “Vengono molto valorizzati anche il coinvolgimento dei

genitori e la costruzione di un’alleanza educativa con loro e l’apertura alla comunità territoriale.” (p. 9)

• “Oggi, dunque, il servizio per l’infanzia costituisce

un’importante tappa nell’elaborazione della funzione genitoriale e un’opportunità di scambio e confronto tra

persone che stanno attraversando la stessa esperienza di vita”

(p. 10)

• Servizi educativi/scuole dell’infanzia, luoghi di promozione di una nuova cultura educativa dell’infanzia

(38)

Importanza del primo incontro:

l’ambientamento

• “L’ ambientamento è il processo in cui si struttura la relazione tra i soggetti e il nuovo contesto, in una dinamica che produce cambiamenti e adattamenti reciproci.”

(Linee ped., p. 31)

• “Il primo incontro con il nido e altri servizi è un momento delicato e importante. Per questo va data attenzione a quella importante ‘transizione ecologica’ denominata ambientamento”

(p. 15)

• Memo: “Il primo incontro con un servizio educativo è in

buona parte determinato dall’atteggiamento e dalle emozioni che [il bambino] avverte nei genitori.” (p. 24)

(39)

Ambientamento,

primo banco di prova per il servizio

• “La permanenza nel servizio educativo di figure conosciute e familiari per il bambino, nei primi giorni di frequenza,

supporta in maniera favorevole la transizione..” (p. 24)

• “È quindi necessario sapersi affiancare con delicatezza al

genitore e al bambino, far comprendere la differenza dei ruoli, dialogare con autorevolezza con le domande e le

considerazioni del genitore, dare valore alla dimensione del gruppo.” (p. 25)

(40)

Un’accoglienza attenta,

preparata, condivisa e strutturata

• “La pluralità dei contesti familiari chiede una grande attenzione, sensibilità, sospensione dei propri

pregiudizi, capacità di ascolto autentico, disponibilità a mettere in discussione le proprie certezze.”

(p. 23)

• La comunità educativa nel suo complesso accoglie,

costruisce e garantisce un’ organizzazione ed un’unità che può dare fiducia ai genitori e alle altre figure di

riferimento del bambino che, ognuna nel proprio ruolo,

entrano in relazione con il servizio educativo.”

(p. 25)

(41)

L’incontro con lo 0/3:

dalla genitorialità individuale a quella sociale

• “Il servizio educativo spesso rappresenta la prima

esperienza di genitorialità sociale, non legata solo

all’ambito familiare. I genitori vanno accompagnati

nel divenire progressivamente più consapevoli delle

responsabilità che questo comporta verso il gruppo

di cui fa parte il proprio bambino e verso la comunità

del servizio nel suo complesso, ma anche dei benefici

che possono ricavare sul piano delle relazioni e delle

conoscenze rispetto sia al proprio ruolo genitoriale

sia alla conoscenza del proprio figlio.”

(p. 29)

(42)

Una professionalità riflessiva,

condizione per ‘incontri quotidiani’ produttivi

• “La comunicazione con i genitori è una componente essenziale della professionalità educativa. […] La

comunicazione richiede un lavoro profondo su di sé per essere convinti che il partenariato con i genitori è

essenziale, […] che riconoscersi e legittimarsi

reciprocamente è necessario per poter collaborare…”

(38)

• “La relazione individuale va curata attraverso incontri dedicati e si ripropone ogni giorno all’ingresso e all’uscita quotidiana attraverso lo scambio diretto, ma anche attraverso la

condivisione di un’accurata documentazione delle esperienze dei bambini nel servizio.”(p. 26)

(43)

Un ambiente che parla grazie alla documentazione

• “La documentazione è memoria e traccia delle esperienze del singolo bambino, del gruppo e del lavoro educativo che si

trasforma in narrazione di quanto si è vissuto. […] Un

materiale differenziato che va organizzato per essere ben leggibile ai diversi destinatari…” (pp. 33-34)

• “L’ambiente si caratterizza ogni giorno e accoglie i genitori, li rende partecipi di ciò che bambini e adulti stanno scoprendo insieme, offre materiali per il dialogo, per il passaggio di

informazioni, favorendo il confronto e la trasparenza delle strategie educative.” (p. 40)

(44)

Un genitore disponibile, co-protagonista, parte di una comunità educante

• “[… ] è un genitore che mette a disposizione del gruppo dei bambini le proprie conoscenze e competenze (favole, ricette, abilità artigiane…) e si coinvolge come possibile attore di

proposte mirate per un arricchimento di una progettazione educativa. La famiglia è co-protagonista del progetto

educativo che il servizio propone e si deve perciò avere cura che il suo coinvolgimento non sia solo formale, ma si traduca in co-progettazione e corresponsabilità, coltivando fin dal primo incontro la consapevolezza dell’importanza di essere non solo genitore di un singolo bambino, ma genitore di un bambino che fa parte di un gruppo e della comunità più

estesa del servizio.” (p. 29)

(45)

Dal patto, un’idea di genitorialità sociale

• “Attraverso molteplici occasioni offerte a bambini e genitori per vivere il servizio educativo, si promuove una idea di

genitorialità più ampia, che contribuisce anche alla

elaborazione di una maggiore cultura dell’infanzia nel proprio territorio. “ (p. 28)

• “Il patto costituisce il primo accordo fra famiglia e istituzione per la costruzione di un percorso educativo condiviso e di un rapporto di fiducia e collaborazione…” (p. 28)

• Il servizio educativo diventa così promotore di iniziative sul proprio territorio, punto di riferimento educativo,…” (p. 29) per tutti i genitori di un determinato quartiere/paese

(46)

Una sfida possibile,

grazie alla solidarietà femminile

• “Un aspetto da considerare è inoltre quello di promuovere, da parte del personale scolastico, un atteggiamento di ascolto delle preoccupazioni dei genitori stranieri, spesso alle prese con difficili dinamiche intergenerazionali. […] Una particolare cura deve essere rivolta alle mamme che talvolta vivono

situazioni di isolamento e al loro coinvolgimento in momenti dedicati all’apprendimento della lingua italiana …, anche

utilizzando la biblioteca scolastica.” (p. 27)

• “Nell’ambito della realizzazione del sistema integrato 0/6

assicurare con apposite iniziative di informazione multilingue

… il coinvolgimento delle famiglie sull’importanza della

partecipazione ai servizi educativi e alla scuola dell’inf.” (p. 30)

(47)

Un appello ai genitori degli anni Settanta

di Francesco De Bartolomeis

“La scuola è un bene sociale, il suo funzionamento, la sua

qualità educativa, gli obiettivi che raggiunge dipendono anche da quello che voi date a essa. Dovete collaborare:

− conoscendo a fondo come vivono le bambine e i bambini a scuola

− partecipando alle attività

− venendo alle riunioni

− occupandovi dei problemi dei vostri figli in rapporto ai

problemi di tutte le bambine e i bambini e del progresso generale della società.”

(Pensieri su cui pensare, Bergamo, Zeroseiup, 2022, p. 61)

(48)

Alcune domande sul rapporto con i genitori

• si sentono ben accolti?

• hanno tempo sufficiente per separarsi dal loro b. e ritrovarsi con lui alla fine della giornata?

• pensano di avere sufficienti informazioni sui progressi del b.?

• sono informati sulla programmazione pedagogica e sulle attività quotidiane?

• hanno la possibilità di contribuire alla programmazione, alle attività, alle routine?

• sono previsti incontri personali per parlare del singolo b.?

• la partecipazione agli incontri è di entrambi i genitori?

• esistono strumenti per valutare la/il loro opinione/parere?

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