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In piazza l Italia che non ha paura

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Academic year: 2022

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M

entre su Raitre andava in onda una tribuna elettorale con diversi partecipanti, su Rete 4 ovviamente parlava solo Berlusconi. Ma questa settimana i programmatori Mediaset sono stati furbissimi e non hanno collocato il loro padrone al posto dello 'Squalo' (o, magari di 'Due mafiosi nel far West'): lo hanno messo in palinsesto a sostituire il film 'Calda emozione'. Berlusco- ni come sempre si stagliava su un fondale azzurro e si sbracciava per convincerci che 'bisogna dare una mano a chi ha meno di noi'. Avremmo voluto dirgli: più che una mano, onorevole Berlu- sconi, dia qualche miliardo al fisco, magari di quelli che si è tenuto in tasca per via della legge Tremonti. Ma sappiamo che Berlusconi è generoso soprattutto di sé. Anche se purtroppo non abbiamo ancora ricevuto il suo libro delle figurine, e siamo molto invidiosi di familiari e amici che ce l'anno già e discutono su quale uso farne. Non tutte le proposte sono riferibili, ma molte sono in sintonia con Tabucchi, che invita a rimandarlo indietro. Non è facile però rinunciare a un'opera che apre un interrogativo critico nella storia umana: un uomo che spende 100 miliardi per manda- re le sue foto a tutto un paese, non merita, secondo voi, di essere mandato solo metaforicamente a quel paese?

ROMA Duello sul rinnovo dei contratti ancora aper- ti, atto secondo. «Sarei contento se anche Berlusco- ni dicesse a Confindustria che i contratti vanno firmati. Ci sono lavoratori che aspettano da quattro anni». Così Amato torna a puntare il dito sulla

«piaga-rinnovi», ed annuncia che il governo sta pensando a giocare la mossa decisiva sulla scacchie- ra delle relazioni sindcali: convocare le parti a Palaz- zo Chigi, forse il 2 maggio. A rivelare la notizia (ancora non definitiva) è stato ieri Cesare Salvi, sottolinenado l’obiettivo dell’iniziativa: sconfiggere l’attendismo dei datori di lavoro, che comporta una perdita secca nelle tasche di circa sei milioni di lavoratori.

Ma i segnali che giungono da Confindustria restano tutt’altro che rassicuranti. «Iniziativa fuori luogo», dichiara secco il numero uno di Viale del- l’Astronomia Antonio D’Amato, il quale comun- que assicura che a Palazzo Chigi ci andrà. È lì che il duello passerà dagli slogan di oggi ai veri propositi, che non riguardano solo il punto importante del recupero salariale dell’inflazione (come oggi D’Amato tende a far credere), ma anche molti altri aspetti tecnici.

A PAGINA 11

fronte del video

Maria Novella Oppo

Calda emozione

S

ulle etichette del Barolo di Bar- tolo Mascarello esposte nella ve- trina della libreria di Gigi Marchisio, nella centrale Via Maestra di Alba, capitale delle Langhe e città medaglia d'oro per la Resistenza, ora campeg- gia la scritta "censura". Dipinto dalla mano ferma di Bartolo, patriarca e nume stellare del Barolo, il piccolo quadratino è andato a sovrapporsi all'etichetta originale sulla quale c'era scritto "No barriques. No Berlu- sconi". A qualcuno non andava be- ne. Quindi martedì mattina di buon' ora, i carabinieri si sono presentati al titolare della libreria, al quale è stata contestata una violazione della legge sulla propaganda elettorale.

Ora ad Alba, la città di Beppe Feno- glio e del "Partigiano Johnny", si mor- mora sottovoce che il centrodestra, al governo della città dal 1999, abbia

segnato un autogol.

Bartolo Mascarello, nella sua casetta di Barolo, non commenta. Continua a fare il suo lavoro e con un sorriso appena abbozzato dai suoi occhi viva- ci lascia capire che la questione la

dice lunga sulla situazione attuale.

Lui, vecchio barolista d'antan, è an- che un inossidabile uomo di sinistra.

Ecco quindi l'idea dello slogan. Uno slogan urlato con foga e lanciato al mondo dei suoi estimatori: dai gran- di dirigenti del Pci, a Giorgio Bocca, fino a Massimo D'Alema a cui Barto- lo regalò lo scorso anno un magnum del '96. Ma è una lista con collezioni- sti e consumatori anche di altro se- gno politico, soprattutto del centro- destra, che proprio sulle bottiglie "in- criminate" hanno ingaggiato una ga- ra per accaparrarsele. Gli stessi che hanno decretato il flop del libro del Cavaliere sui suoi discorsi a braccio in giro per l'Italia. Esposto nella vetri- na della libreria di Alba tra due botti- glie censurate, ha riscosso meno suc- cesso del Barolo "sovversivo" di Bar- tolo.

ROMA Da Roma a Milano passando per Marzabotto: una giornata impor- tante, quella del 25 aprile. Una giorna- ta in cui nelle piazze è sfilata l’Italia che non ha paura, che ricorda una data decisiva per la nostra democrazia e dice no al terrorismo. Ha cominciato il Pre- sidente Ciampi ieri mattina all’Altare della Patria a Roma. È stato il primo segnale. Poi, le manifestazioni, i cortei, le bandiere: giovani e anziani nella me- moria della Resistenza e dell’antifasci- smo. A Milano nel pomeriggio 50mila persone hanno sfilato fino a Piazza Duomo. Qualche incidente a Roma(fe- rito un militante di Rifondazione) e a Milano, tensioni a Lucca per la manife- stazione di Forza Nuova. A Marzabot- to, insieme con Rutelli, i partigiani han- no raccontato ai ragazzi la Resistenza.

Sul terrorismo, dice il candidato pre- mier, bisogna essere uniti. E Berlusconi da Torino per un giorno smette i panni del pasdaran: contro la violenza serve l’unità democratica. Quanto durerà?

ALLE PAGINE 2 E 3

Inpiazzal’Italiachenonhapaura

Da Roma a Milano, 25 aprile della libertà: «No al terrorismo»

A Marzabotto i partigiani raccontano la Resistenza ai ragazzi

3 milioni senza rinnovo: il governo propone, Confindustria respinge

A PAGINA16

Fini si sta esercitando.

In ogni telegiornale ripete frasi già dette dal suo capo.

Vuole farci sapere che il leader non è lui.

Lui è stato pregato di fare

il portavoce. Lo fa con scrupolo. Non gli sfugge mai un suo pensiero.

Morto Alboreto l’ultimo grande italiano

della Ferrari

O

ggi un adolescente americano ha due probabilità su tre di soffrire di sovrappeso durante la sua vita. Un adolescente del Botswana ha le medesime probabilità di morire di Aids. Tenuto presente che l’età media dell’infezione è di 18 anni per le donne e 24 per gli uomini, ciò vuol dire che la maggior parte dei giovani in quel paese dell’Africa meridionale, finora ritenuto un modello di svilup- po, hanno appena dieci anni circa di vita adulta. È difficile persino rendersi conto dell’ordine di grandezza della pandemia di Hiv/Aids in Africa. Oltre 25 milioni di africani sono infetti. L’anno passato sono morti di Aids qualcosa come 3.800.000 persone, un quarto delle quali bambini.

SEGUE A PAGINA 26

Contratti, D’Amato non vuole

U N BAROLO POLITICAMENTE C ORRETTO

Luis Cabasés

Il vertice

L ’AFRICA MUORE DI A IDS

IL M ONDO TACE

SALIMAHMED EK.Y.AMOKAO

Sondaggio dell’Unicab:

Rutelli aggancia Berlusconi

ALLE PAGINE6 E 7

Il Papa contro

gli agit-prop della pena di morte

I

l Papa ha chiesto che sia salvata la vita a Timothy McVeigh. Chi è? Un signore di trent’anni che sei anni fa, ad Oklahoma City, ucci- se con un’auto-bomba 168 perso- ne, tra le quali 19 bambini di un asilo nido. L’esecuzione è fissata per il 16 maggio e sarà trasmessa in di- retta Tv, a circuito chiuso, in modo da permettere ad un migliaio di pa- renti delle vittime di assistere. Ieri, a Bologna, al funerale della piccola Sarah J., uccisa da uno squilibrato, la gente ha invocato la pena di mor- te. Ieri ha invocato la pena di morte anche un piccolo sindacato di poli- zia, il Lisipo, dopo l’assassinio di un imprenditore cinquantenne aggre- dito in casa sua dai rapinatori. Nelle stesse ore la commissione per i dirit- ti dell’uomo dell’Onu, riunita a Gi- nevra, ha approvato una mozione che chiede l’abolizione della pena di morte in tutto il mondo. Martedì i giornalisti del “Giorno”, della

“Nazione” e del “Resto del Carlino”

- editore Riffeser - hanno sciopera- to perché indignati da un articolo firmato dall’ex direttore Franco Cangini, pubblicato il giorno dopo l’uccisione di Sarah J., nel quale si chiedeva il ritorno della pena di morte, in Italia, e si tacciava di

“buonismo” il fronte contrario.

L’articolo era titolato: «La pena di morte? Sì, sì, sì». Ieri in un carcere del Missouri, è stato ucciso con una iniezione letale un tal Mose Young, accusato di rapina con omicidio.

Young si è sempre dichiarato inno- cente.

Scusate il disordine di questo elen- co, ma c’è un grande disordine sot- to il cielo. Pensate che l’articolo di Cangini è stato pubblicato, sul

“Giorno”, vicino a una rubrica inti- tolata “il breviario”, nella quale l’au- tore - credo un sacerdote - chiede rispetto per i valori cristiani, in pole- mica con Celentano.

SEGUE A PAGINA 6

S ’AGGIRA IL FANTASMA DELLA V ENDETTA

Piero Sansonetti

Elezioni

ROMA I giochi sono aperti.Per la prima volta nel confronto fra le due coalizioni il centrosinistra (28,4%) raggiunge il centrodestra (28,5%). E’ que- sto il dato più significativo del sondaggio realizzato da Unicab. Nelle intenzioni di voto per il proporzio- nale, invece, si mantiene ancora, secondo il sondag- gio, un distacco di 9 punti fra Ulivo e Polo. Distacco che diventa di 5 punti se si sommano le preferenze per Rifondazione comunista. Infine, è testa a testa fra Rutelli e Berlusconi: 39% alla pari.

BENINI A PAGINA 4

Automobilismo

anno 78 n.29 giovedì 26 aprile 2001 lire 1.500 (euro 0.77) www.unita.it

ARRETRATI L IRE 3.000 – EURO 1.55 SPEDIZ. IN ABBON. POST. 45\%

ART. 2 COMMA 20/B LEGGE 662/96 – FILIALE DI ROMA

(2)

tmc news studio aperto

tg5 tg4

tg3 tg2

tg1

Ancora violenza nelle grandi cit- tà. All’alba di oggi, a Torino, bandi- ti hanno aggredito un imprendito- re, mentre era con la moglie,per derubarlo, e lo hanno ucciso.

Scioperi eventuali. Potrebbero coinvolgere ferrovieri,assistenti di volo Alitalia, piloti Meridana.

Il ponte delle vacanze del primo maggio. Con un tempo così così.

i tg d i ieri

I funerali di Sara. Te nei sei andata come un angelo. Migliaia in lacrime a Bologna dietro la piccola bara.

Donna o trans? Giallo a Miss Uni- verso. La vera natura di una ( o di un) concorrente scoperta dopo una perizia molto piccante.

Che bravo Teocoli. Il vero Confalo- nieri applaude l’imitazione del comi- co a Quelli che il calcio.

La cassaforte non la apro. È l’ulti- ma di una serie di rapine finite tragi- camente soprattutto nel nord Italia.

Ditelo con un Sms. La mania dei messaggi scritti sui telefonini ha contagiato ormai milioni di italiani.

La Roma senza Totti. Quasi certa- mente salterà il derby. Quanto vale la squadra giallorossa quando gio- ca senza il suo capitano?

È il giorno del 25 aprile. Fol- la di popolo a Milano, Ro- ma, Marzabotto. La Libe- razione riporta in piazza l’Italia che resiste. Dopo aver attizzato lo scontro nel Paese, Berlusconi ne prende atto e invoca la ri- conciliazione. Quanto du- rera?

È il giorno dello scontro go- verno-D’Amato. Il premier Amato dice che gli indu- striali bloccano i rinnovi contrattuali. Il presidente della Confindustria rispon- de: siamo pronti a firma- re, ma nei limiti dell’infla- zione programmata. Intan- to, tre milioni di lavoratori aspettano.

È il giorno dei funerali di Sa- rah. Tanta gente straziata, a Bologna, intorno al pic- colo feretro. Tanto rispet- to per il dolore dei poveri genitori. Tranne da parte di coloro che ne appofitta- no per lanciare stolti pro- clami a favore della pena di morte.

È il giorno degli assassini di Torino. Un industriale sor- preso in casa dai rapinato- ri. Esita a dare loro la chia- ve della cassaforte. Viene ucciso davanti alla mo- glie. Una tragedia del pro- fondo nord.

È il giorno della morte di Mi- chele Alboreto. Fatale un in- cidente a Dresda, in Ger- mania, dove l’ex pilota di Formula Uno provava una vettura. Aveva 44 anni.

Quando era alla Ferrari ci aveva fatto sognare la vit- toria di un italiano a bor- do di una “rossa”.

È il giorno del ponte del pri- mo maggio. Pochi giorni dopo il ponte di Pasqua, gli italiani si rimettono in viaggio.Nove milioni, dice la società Autostrade. Im- magini di lunghe code.

Che si ripeteranno tra una settimana, quando avre- mo il controesodo. Avanti e indietro. Indietro e avan- ti. Un popolo di poeti, di navigatori e di nomadi.

È il giorno della telefonata nello spazio. È il presiden- te Ciampi che si collega con l’astronauta italiano:

«Buon giorno caro inge- gner Guidoni». Diciamo la verità: del nostro concit- tadino in orbita, quasi ci stavamo dimenticando.

Festa della democrazia. Amato:

essere italiani è essere antifascisti.

Rutelli: la libertà ha radici solide.

Berlusconi: oggi è una festa per tut- ti.

Unità contro il terrorismo. Dopo i volantini Br, il governo convoca un vertice per la sicurezza.

Il flagello malaria. Un milione di morti l’anno nei Paesi più poveri.

DALL'INVIATO Vincenzo Vasile

MARZABOTTO L'accademia corale del Reno intona: «Noi siam di Marzabotto, viviamo di speranza, quella speranza che innalza i cuo- ri». Ma a nessuno viene in mente che siano versi retorici in questo paesaggio appenninico di Monte Sole, che racchiude la memoria di milleottocentotrenta vittime dei

«volenterosi carnefici» del nazifa- scismo, sepolte proprio qui nei ci- miteri di San Martino e di Casa- glia.

C'è gente che ha visto morire la madre, le sorelle: «Quel signore lì, sapete, s'è salvato perché è fug- gito n el bosco di larici accanto al paese, mentre i nazisti entravano casa per casa, vigna per vigna e massacravano vecchi, donne, bambini », mormora il sindaco di Marzabotto, Andrea De Maria,

«se andate in giro con il metal detector vedrete che fischierà a di- stesa, tante armi sono abbandona- te, e tante munizioni, e tante vitti- me sono ancora sottoterra».

Qui Rutelli e Fassino, candida- ti premier e vicepremier del cen- trosinistra, hanno celebrato ieri la festa della Liberazione in una ma- nifestazione politica piena di signi- ficati simbolici.

Cento diciottenni, giovani

«matricole» del primo voto han- no sfilato l ungo i tornanti della stradicciola del parco storico-am- bientale di Marzabotto per incon- trarsi con le rappresentanze dei partigiani e dei superstiti della strage del '44. E qui Rutelli ha ri- sposto - senza nominarli - a Rauti e Cossiga: l'alleato dichiaratamen- te fascista di Berlusconi ha detto che il 25 Aprile è «la festa degli altri», mentre l'ex presidente della Repubblica ha puntato sull'equi- valenza Resistenza-guerra civile.

Rutelli: «Certo, sono liberi di esprimere le loro opinioni, ma non di calpestare il lascito di soffe- renza e di coraggio che ha portato alla nostra libertà». E no, la Resi- stenza «non fu un'indifferenziata guerra civile, ma pur nel rispetto di tutti i caduti, la ragione era da una parte sola, quella della lotta per la demo crazia e la libertà».

La giornata è iniziata con un pellegrinaggio senza fotografi, sen- za testimoni esterni, nella sede di quella comunità cattolica «Picco- la famiglia dell'Annunziata» che don Giuseppe Dossetti, il tormen- tato fondatore della Democrazia Cristiana, scelse come r ifugio di meditazione spirituale.

Proprio accanto al cimitero di Casaglia dove riposano le vittime di una delle tante stragi sistemati- che della sedicesima divisione del- le Ss al comando del maggiore Walter Reder, il parroco e i fedeli, un grappolo di famiglie contadi- ne sterminate a colpi di bombe a mano davanti all'altare della chie- sa.

Con l'erede di Dossetti, don Athos Righi, hanno ragionato su

alcune domande semplici e com- plicatissime, l'impegno, le batta- glie di libertà e di coscienza, le generazioni. Ecco la foto della pis- side di una di queste chiese viola- te dai nazisti, perforata da una pal- lottola, i ricordi di famiglie disper- se. «E don Athos mi ha invitato - ha raccontato Rutelli - a conside- rare anzitutto come ogni vita sia unica e irripetibile, e come la vita ci porti davanti a tanti complicati

quadrivi, e ogni volta - davanti a ciascun quadrivio - hai bisogno di trovare un esempio, un modello, dei ricordi che rimandino all'ap- plicazione attiva di ideali positi- vià».

Come qui a Marzabotto, dov e scorreva la Linea Gotica e i nazi- sti conclusero l'avventura bellica in Italia con rastrellamenti di inte- re popolazioni, di famiglie iner- mi: «Da queste radici, da questi esempi viene il futuro del nostro paese, l'autentica, laica devozione alla libertà e alla democrazia», ha detto parlando da un palco issato accanto alla lapide che ricorda l'ul- tima vittima del rastrellamento, il parroco di Sperticano, medaglia d'oro, Giovanni Fornasini.

La polemica elettorale è sullo sfondo, oggi ci si interroga sul rap- porto difficile tra le generazioni in merito al recupero della memoria e agli insegnamenti del passato.

Tra tre generazioni. Tra questa gente con i capelli bianchi che ha sofferto personalmente la trage- dia della guerra e ha pagato il tri- buto di sangue per la lotta di libe- razione, i giovanissimi su cui pesa la «banalizzazione» e la cancella- zione della memoria, e chi - come il cinquantenne Fassino, il quaran- tenne Rutelli - sta anagraficam en- te «in mezzo».

Il candidato vicepremier con suo padre partigiano morto armi in pugno proprio qualche giorno prima dell 25 aprile, il candidato premier cresciuto in una famiglia di estrazione moderata, ma che ritenne «normale ospitare e na- scondere un raga zzo ebreo», la madre di Rutelli che recava sul corpo la cicatrice di una scheggia del bombardamento di san Loren- zo a Roma.

«Pazienza», «grande forza» oc- corrono per ristabilire giustizia e verità: perché, ammonisce Rutel- li, la libertà non è una volta e per tutte, ma è «una pianta che se non viene curata e innaffiata, allora rinsecchisce».

Quelli di Marzabotto sono

«vaccinati », è vero, ma occorro- no ulteriori periodici «richiami»

di questo vaccino di democrazia.

Rimane sottinteso il rimando po- lemico a chi oggi sottovaluti per tattica elettoralistica questa lezio- ne: «A proposito di terrorismo, la vigilanza deve essere costante , nessuna polemica può appannare la necessità di stare uniti, serve una determinazione unitaria», ha detto a margine Rutelli. E, a pro- posito di lotta per la democrazia,

«il passato vive se saremo capaci di non ripetere gli errori e gli orro- ri».

Uniti contro il terrorismo. Festa della liberazione dal nazifasci- smo. Tutti i partiti contro il peri- coo Br.

Usa e Ue d’accordo. Crescita economica inferiore al previsto.

L’Italia nonostante i progressi non fa eccezione.

Panariello. Come sarà la Lotte- ria Italia condotta dal comico?

Ciampi si prenota. Il presidente parla del 25 aprile con l’astronauta Guidoni e dice: nello spazio ci ver- rei anch’io.

Monito alla Cina. Risale la tensio- ne dopo il via libera di Washington alla vendita di armi a Taiwan.

Addio piccola Sara. Rabbia e dolo- re a Bologna. La madre non regge alla vista del feretro e sviene.

ROMA Non sono gravi le condizioni di Alessandro Danè, il venticinquen- ne militante di Rifondazione comu- nista aggredito in via della Piramide Cestia ieria mattina mentre distribu- iva copie del quotidiano Liberazio- ne.

Il corteo organizzato dall'Anpi era già partito quando tre giovani han- no cominciato prima a fissarlo, poi si sono avvicinati ed uno di loro ha vibrato una coltellata sulla natica che ha reciso una piccola vena.

«Un nostro giovane compagno - ha commentato Sandro Curzi, diretto-

re di Liberazione - è stato accoltella- to e ferito da una banda di teppisti fascisti, in un'imboscata tipica delle bande criminali nere. A lui la solida- rietà di tutti i vecchi partigiani e sono certo - ha detto parlando ai manifestanti in Campidoglio - di tutti voi. Ma episodi come questo non ci fanno cambiare strada: netto è il nostro impegno contro ogni for- ma di violenza».

Alessandro Danè, fra l'altro è candi- dato nelle liste di Rifondazione co- munista per le circoscrizionali a Ro- ma del 13 maggio.

ROMA Non c’é stata nessuna ceri- monia a Sassari per il 25 Aprile.

Il prefetto ha presenziato ad una manifestazione svoltasi ad Alghe- ro. Quanto al sindaco, l’ex sena- tore di Alleanza nazionale Nanni Campus, si é limitato a far stam- pare alcune centinaia di manife- sti con il simbolo del Comune, la bandiera italiana e la data del 25 Aprile 2001.

Ha detto: «Ho ritenuto mio dovere ricordare la fine di una guerra e basta. A Sassari non esi- ste un monumento ai caduti.

Nella sede del Comune, a Palaz- zo Ducale, esiste una lapide in cui si ricorda il 25 luglio del 1943». «Non ho fatto nulla - ha continuato Campus - perché nes- suno mi ha fatto richieste di al- cun tipo, né io sono stato invita- to da chicchessia...Credo che la festa nazionale sia il 2 giugno, celebrazione del cui recupero si deve riconoscere il merito al pre- sidente Ciampi». L’atteggiamen- to del sindaco ha suscitato sde- gno e proteste. L’Ulivo sassarese ne denuncia «l’abissale distanza dai valori democratici e fondati- vi della nostra Repubblica». La Sassari democratica aveva co- munque organizzato, in assenza di altre iniziative, una manifesta- zione a Palazzo Ducale. Si é tro- vata però davanti il portone chiu- so, davanti al quale é stata depo- sta la corona che avrebbe dovuto trovar posto sotto la lapide che in Comune ricorda il 25 Aprile.

Qualcosa di simile é accadu- to ad Agnone, in provincia di Isernia. L’amministrazione di centrodestra non aveva program- mato nulla,, e così é stata l’oppo- sizione di centrosinistra ad orga- nizzare la cerimonia in piazza da- vanti al monumento ai caduti. Il centrosin istra non é rimasto da solo: hanno partecipato anche i rappresentanti delle forze dell’or- dine, delle organizzazioni degli ex combattenti e dei reduci e an- che quelli del mondo del volonta- riato.

A Monte Marrone, sulla Mai- narde, una corona di fiori é stata posta dai segretari di Cgil, Cisl e Uil sulla lapide che ricorda il sa- crificio di Giaime Pintor, che lì morì a ventitré anni mentre orga- nizzava le formazioni partigiane.

25 aprile e unità contro il terrorismo che giorno

è

Marzabotto, i giovani a scuola dai partigiani

Cento diciottenni con Rutelli e Fassino incontrano i superstiti della strage del ‘44

DALL’INVIATO Marcella Ciarnelli

TORINO Sta quasi per terminare la kermesse elettorale della Casa delle Libertà, in un teatro Carignano af- follato di supporter di Silvio Berlu- sconi e del suo pupillo torinese, il candidato sindaco Roberto Rosso. I palloncini azzurri cominciano a sgonfiarsi, le bandiere sventolano un po’ meno, la gente comincia ad essere un po’ stanca perché tra i cori in attesa del leader, l’intervento del candidato locale e il profluvio di parole del Cavaliere sono passate or- mai molte ore. Ed è proprio alla fine, sollecitato dalla platea che non mostra di gradire quanto dirà, che Silvio Berlusconi dopo le tante sban-

date di questi giorni mostra di aver finalmente recepito l’indicazione del Capo dello Stato

. Lo scontro è lecito ma davanti a determinati problemi del Paese non bisogna andare oltre misura.

Così chi vorrebbe la forca per le Br si sente dire: «Il terrorismo è un fenomeno pericolosamente tornato in prima pagina. Per combatterlo si deve lavorare per una riconciliazio- ne con l’altra parte. Si può essere divisi sulla politica ma in questi casi occorre l’unità di tutte le forze de- mocratiche».

Mormorio in sala, applausi me- no convinti dei momenti in cui il Cavaliere ha sciorinato tutto il suo repertorio di attacchi al centrosini- stra, a suo dire incapace di governa-

re, ed ha elencato quello che lui e il suo governo si accingono a fare una volta sbrigata la pratica delle elezio- ni del 13 maggio, «il giorno della scelta decisiva» in cui il Paese lo porterà al governo. E poiché «un uomo si giudica per quello che è riuscito a fare» con lui il Paese può stare tranquillo.

Il Cavaliere ha scelto di far tap- pa a Torino, la città culla dell’Italia unita e medaglia d’oro della Resi- stenza, proprio il 25 aprile, la gior- nata in cui si ricorda la Liberazione.

Affronta il tema non prima, però, di aver concesso un po’ di spazio al candidato sindaco che purtroppo di cognome si chiama Rosso ma che non si sottrae ad una buona imitazione del suo leader che ne ap-

prova l’operato con una carezzina sulla testa ed un «l’ho tirato su be- ne» rivolto alla platea. Che applau- de così come farà quando il medesi- mo Rosso e il presidente della Regio- ne, Enzo Ghigo, saranno utilizzati dal Cavaliere come valletti per reg- gere la mappa degli interventi infra- strutturali che cambieranno il volto dell’intera regione una volta che al- la casa delle Libertà saranno consen- titi i fatti e non solo le parole. Una battuta anche per Raffaele Costa, al- tro ministro in pectore del futuro governo di centrodestra (ma quanti sono ormai?), definito dal suo lea- der «cane da tartufo» capace di sni- dare le leggi inutili che appesantisco- no la macchina dello Stato.

La Liberazione, dunque. Il 25

aprile. Quello privato di Berlusconi ragazzino che cita la mamma e il papà e strappa lacrime alle signore in sala e non nasconde la sua com- mozione. Quello di tutti. Il giorno che sancì la «liberazione dall’occu- pazione tedesca, da una dittatura, dal fascismo, del ritorno alla demo- crazia, che affonda le sue radici nel- lo statuto albertino». Sul fatto che gli eredi storici di alcuni di quegli sconfitti facciano parte della sua co- alizione, il Cavaliere preferisce glis- sare. Ma preferisce dedicarsi ai rin- graziamenti a chi ha consentito una giornata «che appartiene a tutti».

«La vittoria della democrazia e della libertà -ha detto- è stata possibile innanzitutto dallo sforzo di quel Pa- ese che ha sacrificato la vita di tanti

suoi giovani per l’Italia, gli Stati Uni- ti D’America. Un grazie va anche alla grande Russia, che ha combattu- to il nazismo nel centro Europa».

Ma i comunisti non erano uomini cattivi, incapaci di azioni democrati- che? Boh. E grazie anche a chi ha saputo, nel dopoguerra, superare le diversità e porre le fondamenta del- l’Italia democratica. «Tra essi -ricor- da il Cavaliere- De Gasperi, Einau- di, Saragat, Pacciardi. E non furono inutili il sacrificio di Matteotti e le predicazioni di don Sturzo». I co- munisti che parteciparono alla Co- stituente non vengono citati. Ma sa- rebbe stato pretendere troppo, an- che nel giorno dell’anniversario del- la Liberazione.

Per il resto tutto come da copio-

ne. Del famoso programma che sa- rebbe dovuto essere stampato lune- dì scorso e di cui non c’è nessuna traccia «anche perché basta leggere i miei libri per conoscerlo» ha riba- dito il Cavaliere aggiungendo che il centrosinistra lo ha già ampiamente saccheggiato.

L’opposizione all’«esercito del male», la malavita e il terrorismo contro cui c’è bisogno di dare una stretta alle punizioni; l’appoggio al- le forze dell’ordine; il problema del- la magistratura; la scuola, la sanità, l’organizzazione dello Stato fatta in modo da coniugare pubblico e pri- vato. Non è mancata la consueta conferma: al faccia a faccia con Francesco Rutelli il Cavaliere conti- nua a sottrarsi.

Nel suo giro elettorale a Torino il capo della destra, dopo le sortite dei giorni scorsi modera i toni e rende omaggio al 25 Aprile: la fine dell’occupazione nazista e della dittatura fascista

Berlusconi cambia idea: contro il terrorismo, unità delle forze democratiche

Giornale chiuso in redazione alle ore 22.50

Roma, aggredito e ferito da una coltellata un giovane di Rifondazione

Sassari, il Comune cancella il 25 Aprile

25 aprile memoria e tensione.

L’omaggio di Ciampi all’Altare della Patria. Giovane di Rifondazione ac- coltellato a Roma. Tafferugli e cari- che della polizia a Milano.

Ucciso davanti alla moglie. Cac- cia ai banditi che nel torinese han- no ucciso un imprenditore.

Sara straziante addio. Un orsac- chiotto nella tomba della bimba.

2 oggi giovedì 26 aprile 2001

(3)

MILANO Si sono presentati ieri mattina verso le 11 in quattro in Piazzale Loreto, con le teste rapa- te e un grosso mazzo di fiori in mano. Volevano deporlo nel luo- go dove furono appesi nell’aprile del 1945 il corpo di Mussolini, della Petacci e degli altri gerachi fascisti; ma non sapevano di preci- so dove metterlo, sbagliando an- che l’angolo della piazza. Alla fine hanno appena fatto in tempo ad abbandonarlo lì dove capitava, prima di mettersi a fuggire a gam- be levate.

Infatti una decina di giovani dei Centri sociali, che presidiava- no la piazza da alcune ore, li han- no subito individuati e inseguiti.

Due sono riusciti a svignarsela, ma gli altri sono stati raggiunti e picchiati. Sono quindi stati tra-

sportati al pronto soccorso del- l’ospedale Fatebenefratelli. Uno di loro, il ventottenne A.M., ha riportato contusioni giudicate guaribili in sette giorni; più serie le conseguenze per il suo camera- ta (il trentanovenne D.A.), al qua- le sono state riscontrate fratture al setto nasale e alla gamba sini- stra. Per lui la prognosi è di due mesi.

I due sono dell’area dell’estre- mismo di destra, ma hanno di- chiarato di non far parte di Forza Nuova, l’organizzazione neofasci- sta che aveva annunciato la com- memorazione di Piazzale Loreto.

Entrambi vengono da Varese e fanno parte del gruppo di ultras della locale squadra di basket, no- ti per le loro provocazioni razzi- ste e antisemite. Anni fa, in occa-

sione di una partita di pallacane- stro tra la squadra di casa e quella israeliana del Maccabi, esposero uno striscione dai contenuti anti- semiti sugli spalti del Palazzetto dello sport varesino.

Fallita la commemorazione di Milano, alcuni esponenti di Forza Nuova, guidati dal nipote del duce, Guido Mussolini, sono riusciti ieri mattina a deporre dei fiori al cimitero del Verano di Ro- ma. «Piazzale Loreto - ha detto Roberto Fiore - segretario nazio- nale di Forza Nuova - rimane per noi un discorso aperto, tornere- mo in altri momenti per omaggia- re coloro che vi caddero».

A Crotone invece quattro mi- litanti di Forza Nuova hanno de- posto ieri mattina una corona di fiori sotto la statua del legionario a Crotone. Il monumento, realiz- zato in epoca fascista, era stato per 50 anni in un locale all’inter- no della villa comunale. Da qual- che anno è stata collocata in una piazza lungo corso Mazzini per iniziativa del sindaco Pasquale Se- natore di An.

Ha voluto celebrare il 25 aprile deponendo un mazzo di fiori sulla lapide che in via Salaria ricorda l’uccisio- ne di suo marito, Massimo D’Antona, assassinato dalle Br il 20 maggio di due anni fa. «Qui c'era una scritta delle Brigate Rosse - ha det- to Olga D'Antona - e l'ab- biamo cancellata. Se dovessi- mo rivederla ancora la pros- sima volta non la cancellere- mo, perchè ognuno di noi deve avere presente il ri- schio incombente per la de- mocrazia. Non abbiamo pa- ura, lo dimostranoi anche le manifestazioni di oggi».

Il ricordo Ifiori di OlgaD’Antona sullalapide delmarito Cancellatala scrittaBr

In Veneto, dove il Polo si fa sponsor della cultura dell’estrema destra

Bruno Cavagnola

MILANO In centomila a sfilare. E non solo per ricordare che «La liber- tà non ha casa» (come recitava il lungo striscione dell’Ulivo), ma che in Italia ha una precisa data di nasci- ta: il 25 aprile 1945. Milano ha ricor- dato il giorno della Liberazione con una manifestazione imponente, de- gna della sua medaglia d’oro della Resistenza: per dire no a chi vuole riscrivere la storia e mettere sullo stesso piano chi è caduto per la liber- tà e chi quella libertà negava. Ma per dire no anche alle nuove intolle- ranze e a chi, con il terrorismo, vuo- le riportare la violenza nel nostro Paese

Tantissime le bandiere (e non solo rosse, come paventava il sinda- co Albertini): dei partiti democrati- ci, dei sindacati, delle associazioni;

e i cartelli neri con i nomi di tutti i campi di concentramento e di ster- minio nazisti. E tantissime le perso- ne sotto quelle bandiere: partigiani ed ex deportati in testa, poi la gente comune. E i giovani, a cominciare dagli studenti del Liceo classico Car- ducci, il cui preside traduce libri che negano l’Olocausto. Una di lo- ro, Alba Gentili Tedeschi, salirà poi sul palco per leggere alcuni passi di Primo Levi.

Una Piazza del Duomo stracol- ma, che, come è ormai tradizione a Milano in occasione delle grandi manifestazioni, non ha potuto acco- gliere tutti. Almeno metà del corteo era ancora fermo lungo il percorso, tra Piazza San Babila e corso Vitto- rio Emanuele, quando il saluto di Arrigo Boldrini, il comandante par- tigiano Bulow, ha concluso le cele- brazioni.

Una manifestazione solo infasti- dita dai fischi e dal rumore di un gruppo di giovani del Coordina- mento collettivi studenteschi, che hanno preso di mira il ministro del- la Giustizia Piero Fassino durante il suo intervento. Una contestazione pacifica, ma soprattutto confusa:

«Anche se abbiamo molte critiche da fare a Fassino e al governo - ha dichiarato un portavoce del Coordi-

namento - siamo qui soprattutto per contestare il sindaco Albertini, perché ha detto che anche i fascisti di Forza Nuova possono parlare in una giornata come questa».

Sul palco intanto si sono svolti in assoluta tranquillità gli interventi aperti da Tino Casali, presidente dell’Anpi milanese. Hanno parlato il sindaco di Marzabotto, la meda-

glia d’oro Giovanni Pesce, la studen- tessa del Liceo Carducci, il rappre- sentante di Cgil- Cisl-Uil. Quindi Fassino che ha ricordato che «que- sto 25 aprile è innanzitutto una fe- sta della democrazia, degli italiani.

La Festa di un Paese che in questi è cresciuto sui valori che 56 anni fa sono stati affermati con la lotta di Liberazione». «Ispirandosi ai valori

di quella lotta - ha concluso il mini- stro della Giustizia - la democrazia italiana repubblicana sarà in grado di sconfiggere ogni ogni forma di violenza che qualcuno vorrebbe in- serire nella vita del nostro Paese. Il terrorismo si batte con l’unità».

Il palco era affollatissimo con, tra gli altri, Sergio Cofferati (applau- ditissimo durante il corteo), Gian-

franco Maris, presidente dell’Asso- ciazione ex deportati politici, Mus- si, Cossutta, il candidato sindaco del centro-sinistra Sandro Antoniaz- zi. E Albertini che, come è sua con- suetudine, non ha partecipato al corteo. E poi Ombretta Colli. che spiccava per la sua fascia di presi- dente della Provincia: più azzurra Forza Italia che blu rispetto alle fa- sce degli altri presdidenti, ma co- munque perfettamente in tinta con gli orecchini.

A sera poi la festa per la Libera- zione si è trasferita al Castello Sfoze- sco per lo spettacolo di fuochi artifi- cila e poi all’ex Ospedale psichiatri- co Paolo Pini dove diversi artisti (tra cui Moni Ovadia, Dario Fo e Franca Rame, Lella Costa, Aldo Gio- vanni e Giacomo) hanno animato la serata con recite e canzoni.

La giornata era iniziata con mo- menti di tensione in Piazzale Lore- to, dove quattro aderenti al movi- mento di destra Forza Nuova han- no cercato di portare dei fiori nel luogo dove era stato appeso il corpo di Mussolini. La piazza era presidia- ta sin dal mattino da un centinaio di giovani dei centri sociali, che nel primo pomeriggio si sono poi tarsfe- riti nei pressi dell’Hotel Michelange- lo, dove alle 15 era in programma un convegno di Forza Nuova. Han- no chiesto di poter portare davati davanti all’albergo uno striscione, ma le autorità di Pubblica sicurezza hanno negato il permesso. Polizia e carabinieri hanno quindi circonda- to la zona e i giovani dei centri socia- li si sono limitati a diffondere musi- ca da un altoparlante montato su un autofurgonee a lanciare slogan.

Quindi hanno deciso di lasciare il presidio e di confluire nel corteo ufficile.

Finita la manifestazione ufficia- le è scoppiata verso le 18 una rissa in Largo Carrobbio, ad alcune centi- naia di metri da Piazza del Duomo.

Un gruppo di giovani dell’ultrasini- stra è entrato in contatto con degli skinhead. Ci sono state dure percos- se e un ferito tra i giovani dei centri sociali, colpito da una coltellata ad un’ascella. Due vetrine di una cre- meria sono andate in frantumi, ta- volini e anche una tegola sono vola- ti tra la gente che passava nella piaz- za. Gli skinhead si sono quindi rifu- giati in un bar, dove sono rimasti asserragliati per circa un’ora, quan- do la polizia ne ha prelevati sei e li ha accompagnati in Questura per accertamenti..

Fiori a Mussolini Due in ospedale

DALL’INVIATO Michele Sartori

PADOVA«Il pensiero del Bianco è incisivo e vivace, quello del Giallo agisce per tocchi discontinui».

«L’occhio del Bianco è, in media, profondamente incassato nelle or- bite», «l’occhio del Giallo è fisica- mente a fior di pelle», «l’occhio del Nero è leggermente prominente, pesante, caldo, umido». Parola del professor Schuon, autore di «Caste e razze».

Dove si trova il pregiato volu- me? Nella sede centrale della Biblio- teca comunale di Padova. Vi ha fat- to il suo trionfale ingresso un paio d’anni fa assieme ad 800 camerati di stampa: il fior fiore della «cultu- ra di destra». I testi antimodernisti di René Guénon, maestro di

Schuon. Un nutrito corpus di Ju- lius Evola, il «filosofo»-mito degli ordinovisti: del quale mancano so- lo le opere più compromettenti, co- me «L’azione distruttrice dell’ebrai- smo», o la «Sintesi di dottrina della razza» e «La dottrina ariana di lotta e vittoria» edite da Franco Freda.

Una spruzzatina di maestri mo- derni: Marco Tarchi, Marcello Ve- neziani, Domenico Fisichella...

Una alluvione di letteratura esoteri- ca, misticheggiante, orientaleggian- te: tutti i possibili cicli di Artù, Par- sifal, Merlino, Graal, lancillotti e fateginevra... I vari «libri dei mor- ti», e via rallegrando. Nessun Van- gelo, nessuna Bibbia, ma tutto su- gli déi Celti o indù. Non Pound né Celine - almeno, ci fossero - ma Mishima e Drieu La Rochelle. Un solo testo di Freud affronta spaesa-

to l’opera omnia di Jung.

Spiegazione alla Storace del

«comitato di gestione» della biblio- teca: «La scelta dei libri ha privile- giato un’ottica differenzialista, lon- tana quindi da ogni suggestione li- vellatrice e assimilazionista, di fat- to totalitaria. Scopo della Bibliote- ca è quello di fare conoscere model- li di vita e di pensiero disomogenei rispetto al nostro». Missione falli- ta, a giudicare dalle schede di lettu- ra. In due anni gli ottocento libri hanno avuto una media di mezzo lettore a testa.

Nella coltissima, civile, univer- sitaria Padova, comunque, qualcu- no nelle istituzioni «ha detto qual- cosa di destra». E nelle altre città conquistate dal Polo in Veneto, quanti segnali analoghi? Non mol- tissimi ancora, ma sempre più fre-

quenti. La più attiva - e di più con- solidata tradizione - è la giunta co- munale di Verona. Festa del 4 no- vembre scorso: al «Concerto per la Vittoria» patrocinato dal Comune suona il gruppo «Gesta Bellica», di estrema destra. Teatro Estravaga- rio, 16 dicembre: concerto na- zi-rock patrocinato e finanziato da comune e provincia: si esibiscono gli svedesi «Ultima Thule» ed i bri- tannici «Condemned 84», del cir- cuito «White Power Music».

L’happening fa scandalo. Il sin- daco si dissocia. Il vicesindaco Lu- ca Bajona e l’assessore alle politi- che giovanili Massimo Mariotti, en- trambi di An, cascano dalle nuvo- le: «Non sapevamo... Non si ripete- rà...». Infatti: ecco il 24 febbraio, sempre con la partecipazione del comune, una rassegna di 37 micro

case editrici, quasi tutte di destra,

«Alla scoperta della cultura non conforme». Stavolta il vicesindaco non si scompone alle proteste:

«Ben vengano, tutta pubblicità».

Ed ecco a marzo ancora comu- ne e provincia organizzare un ciclo di incontri sul «viaggio come meta- fora»: affidati alla «Fondazione Ju- lius Evola». E pochi giorni fa un convegno sulle foibe intitolato, nientemeno, «L’altra shoah»...

Anche a Vicenza il Polo ha ten- tato, senza successo, di trasformare via XX Settembre in «Via delle foi- be»; ed An ha fatto passare in consi- glio comunale una mozione sui li- bri di testo simile a quella di Stora- ce. Ma la presenza «culturale» della destra si ferma - quasi - qui. Arrigo Abalti, di An, assessore alle politi- che giovanile, riassume: «Abbiamo

organizzato una serata su Ezra Pound, stiamo preparando un evento su Mishima, nient’altro. Il cartellone è puntato su eventi pulp: piuttosto che i vecchi miti preferisco esplorare situazioni nuo- ve. E poi, sa, Vicenza è moderatissi- ma, non è né Padova né Verona».

A Padova l’assessore che si oc- cupa di giovani e di eventi è Alvaro Gradella, di An, dj ed attore. La sua ultima parte: il ruolo di un ufficiale SS. L’abito non fa il monaco, però, ed anche lui nega: «A parte un evento che sto organizzando su Tolkien, non mi interessa propor- re una cultura di destra esasperata.

Qua non abbiamo rapporti con Forza Nuova...».

È del Polo anche la Regione.

Ma qui cultura ed istruzione sono affidati alla Lega, col docente di

musica Ermanno Serrajotto: «asses- sore per la cultura e l’identità vene- ta».

E che si fa, di specifico, per pro- muovere l’«identità» regionale?

Spiega l’assessore: «Tra un mese sa- rà in stampa il Sussidiario dei Vene- ti, destinato agli studenti, scritto dal linguista Mario Cortellazzo:

120 pagine dedicate alla storia, alla cultura ed alle tradizioni dei Vene- ti, per far capire ai giovani le pro- prie radici».

In parte è scritto in veneto. Ci saranno difficoltà a leggerlo? Nien- te paura. L’assessore ha già stampa- to e distribuito a scuole e bibliote- che un «dizionario italiano-vene- to, veneto-italiano», redatto da un vecchio umorista di destra, Dino Durante. Il quale ha appena ricevu- to a Padova le «chiavi della città».

La Resistenza riconquista piazza Duomo

In centomila a Milano per dire no a chi vuole riscrivere la storia e no al terrorismo

A Milano

ROMA Più gioventù e maggiore par- tecipazione. E’ stata l’impressione di molti in questo 25 Aprile 2001.

Tra i primi a rendere omaggio al- l’anniversario della Liberazione é stato il presidente Ciampi. Alle 9 del mattino era già all’Altare della Patria, accolto dai vertici delle For- ze Armate e da centinaia di cittadi- ni che l’hanno applaudito e saluta- to affettuosamente. La cerimonia é stata breve, uno scarso quarto d’ora. Ciampi ha deposto una coro- na davanti al sacello del Milite Igno- to. La banda dell’Esercito ha suona- to l’Inno di Mameli e la Canzone del Piave, e poi anche l’Inno di Gari- baldi.

Il presidente del Consiglio Giu- liano Amato si trovava invece a Grosseto, nel centro del suo colle- gio elettorale. Circondato da una piccola folla, tra cui c’erano molti anziani, Amato si é lasciato andare

ad una serie di ricordi personali. «Il 25 aprile - ha raccontato - io me lo ricordo ancora. Avevo 7 anni, ero a scuola. Quella mattina i genitori vennero a prenderci e ci portarono fuori. All’epoca vivevamo a Canel- li, un paese del Piemonte celebre per il suo vino...Ricordo ancora la piazza, il capo partigiano che ci dis- se: é finita. Ricordo la festa che é esplosa tra di noi: il Paese aveva ritrovato nella Resistenza la sua di- gnità». Giuliano Amato ha ricorda- to anche la figura di suo padre. Era

«un italiano tra i tanti, sconosciuto, un impiegato pubblico che negli an- ni Trenta era stato tiepidamente fa- scista. Ma dopo il ‘43 seppe collo- carsi dalla parte giusta. Grazie an- che al fatto che era noto come fasci- sta poté conquistarsi la fiducia dei partigiani per le operazioni più deli- cate. In casa mia dopo le 10 veniva il colonnello, così lo chiamavano.

Io e mia sorella ci alzavamo dal let- to per vederlo. Mio padre gestiva i soldi per i partigiani della zona e faceva acquisti per loro. La sera i partigiani venivano in casa a pren- dere quello che era stato comprato per loro. Mio padre fu uno dei tan- ti italiani che rischiarono la pelle silenziosamente, senza le armi in pugno, ma adoperandosi per colo- ro che le portavano per il suo pae- se».

Per questo, ha concluso Ama- to, «essere italiani é essere antifasci- sti, legati alla democrazia. Questo é il nostro fondamento comune...la generazione della Resistenza seppe distribuire nel Paese una forza mo- rale e una tensione sui valori civili che vorrei ci fosse oggi. E’ stata una delle generazioni più belle della sto- ria d’Italia».

Un invito «a non disperdere l’eredità del 25 Aprile» é venuto an-

che dalle colonne dell’Osservatore Romano. «In questo momento - scrive il giornale del Vaticano - la storia non esige dagli italiani il co- raggio di resistere di fronte ad un nemico straniero o ad una dittatu- ra; chiede invece un eroismo quoti- diano: quello della serietà, della mi- sura, della fermezza». Un omaggio alla data di ieri é venuto anche da Antonio Di Pietro: «Anche noi - ha detto - facciamo parte di quelle per- sone che hanno il vizio della memo- ria, sia per quanto riguarda la storia d’Italia sia per quanto riguarda la storia più recente, quella fatta di corruzione ma anche di voglia di riscatto». Per Gianfranco Fini il 25 Aprile «é la festa della libertà, una festa di partecipazione senza alcun tipo di discriminazione. Non deve essere inserita nel taccuino elettora- le». Giusto, purché ci si ricordi di quale fosse la causa giusta.

Molti giovani e più partecipazione alla festa della Liberazione

Ciampi all’Altare della Patria

Piero Fassino durante il suo intervento alla manifestazione di Milano Bruno/Ap

giovedì 26 aprile 2001 oggi 3

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Luana Benini ROMA Per la prima volta nel con- fronto fra le due coalizioni il centro- sinistra (28,4%) raggiunge il centro- destra (28,5%). È questo il dato più pesante e significativo del sondaggio realizzato da Unicab. Nelle intenzio- ni di voto registrate per il proporzio- nale, invece, si mantiene ancora, se- condo il sondaggio, un distacco di 9 punti fra Ulivo e Polo. Distacco che diventa di 4 punti se si sommano le preferenze espresse dagli intervistati per Rifondazione comunista a quel- le attribuite al centrosinistra. Infine, nel testa a testa fra i due candidati alla Presidenza del Consiglio ,Rutel- li e Berlusconi, il risultato, secondo Unicab, è un 39% alla pari.

Il sondaggio è stato condotto su un campione molto consistente e rappresentativo della popolazione italiana sopra i 18 anni di età (1988 persone). Articolato per sesso, età, area geografica, ampiezza dei centri e costruito con estrazione casuale dalle liste degli abbonati al telefono.

Il metodo è quello delle interviste telefoniche condotte dal 20 al 23 aprile in orario serale, dalle 18,30 alle 21,30. Nelle ore, cioè, in cui le famiglie sono presenti al completo.

E le novità non sono man- cate. «Stiamo se- guendo da alcu- ni mesi, con son- daggi regolari il posizionamento di candidati e partiti - spiega Leonardo Abruz- zese di Unicab - Ci interessa so- prattutto il trend, l’anda-

mento complessivo. E in questi gior- ni abbiamo notato un certo recupe- ro dell’Ulivo». Recupero che fa bal- zare la coalizione di centrosinistra al 28,4%.

Nella «torta» che riassume il quadro della situazione resta una fet- ta ( 15%) di incerti, un 23% di non voto, e un 5% di elettori che votano fuori dai due schieramenti principa- li.

Dove ha recuperato il centrosini- stra per arrivare a questo sostanziale pareggio nel maggioritario? «Una fetta degli incerti - risponde Abruz- zese - comincia a schierarsi anche in virtù di situazioni, dichiarazioni e polemiche recenti. Insomma, la quo- ta degli incerti negli ultimi giorni è calata e si è avvicinata al centrosini- stra». Non si tratta tanto di quella fetta di incerti tradizionale, di scarso livello culturale, che non legge i gior- nali e non segue le vicende politiche del Paese, spiega ancora Abruzzese, ma di quel segmento di elettorato incerto più colto, capace di giudica- re criticamente, pronto a cogliere i segnali in base ai quali fare la sua scelta elettorale.

La crescita del centrosinistra ap- pare legata a tutta una serie di indi- catori indiretti del consenso. In par- ticolare l’Unicab ha proposto agli intervistati cinque domande chiave sulla coalizione che appare loro più affidabile, più visibile, più moderna, con i programmi più concreti, più capace di difendere i più deboli. Su ciascuna di queste caratteristiche ha

effettuato tre sondaggi (26 febbraio, 26 marzo, 23 aprile) per controllare l’evoluzione delle risposte degli elet- tori a favore dell’una o dell’altra coa- lizione.

Vediamo le risposte.

Coalizione più affidabile: l’Uli- vo passa dal 31% del 26 febbraio, al 35% del 26 marzo, al 36% del 23 aprile; il Polo dal 35%, al 36%, al 34%.

Più moderna: l’Ulivo passa dal 24% al 27% al 25%; il Polo dal 42%, al 41%, al 41%.

Più visibile: l’Ulivo passa dal 33%, al 35%, al 35%; il Polo dal 39%, al 38%, al 40%.

Che ha i programmi più concre- ti: l’Ulivo passa dal 25%, al 27%, al 31%; il Polo dal 35%, al 37%, al 34%.

Che difende i più deboli: l’Ulivo passa dal 36%, al 41%, al 44%; il Polo dal 24%, al 24%, al 23%.

Riassumendo, l’Ulivo batte il Po- lo in «affidabilità» e nella «difesa dei più deboli», e recupera, con un vero balzo in avanti, lo svantaggio che aveva in fatto di «programmi» regi- strato in sondaggi precedenti. Il Po- lo appare più «moderno» e più « visibile» e da marzo ad aprile perde tre punti percentuali in materia di

«programmi».

Unicab ha anche scavato nelle intenzioni di voto per capi- re meglio quali sono i fattori che poi determi- nano la scelta de- gli elettori. «Ab- biamo fatto dei test aggiuntivi su temi specifici - racconta Carlo Buttaroni, uno dei realizzatori del sondaggio - per capire il perché di certi comporta- menti. E’ emerso, ad esempio, che il centrosinistra è salito nella percezio- ne degli elettori su temi come le pen- sioni, la sanità, la difesa dei deboli, le tasse, l’ambiente e la scuola. Il centrodestra è calato sulle pensioni e sulle tasse, è rimasto stabile su sani- tà, difesa dei deboli, ambiente e scuola, mentre è cresciuto sull’immi- grazione. Sulla sicurezza sono saliti entrambi gli schieramenti...».

L’istogramma globale e riassun- tivo sulle indicazioni di voto vede dal 9 aprile al 23 aprile salire in alto la linea dell’Ulivo e scendere in bas- so quella del Polo: 28,4% a 28,5%. E per la prima volta le due coalizioni appaioni affiancate. insomma, negli ultimi dieci giorni c’è stata una cre- scita dell’Ulivo e un calo del Polo.

Pareggio anche nel confronto dei due leader (39%). Ma gli incerti sono ancora il 22%. Il pareggio Ru- telli-Berlusconi, però non è una no- vità. Altri confronti fra i due candi- dati sono stati fatti a più riprese e

vari istituti hanno registrato il pareg- gio e qualche volta il sorpasso da parte di Rutelli. Basta pensare ai son- daggi condotti da Abacus per la tra- smissione «Raggio verde» di Miche- le Santoro. Nessuna sorpresa dun- que. Non è una sorpresa neanche il fatto che nel maggioritario il centro- sinistra vada molto meglio che nel proporzionale.

A questo proposito scorriamo la tabella sulle intenzioni di voto rife- rite al proporzionale (laddove le percentuali attribuite ai partiti sono calcolate sul totale delle indicazioni di voto registrate il 23 aprile). Dal sondaggio emerge che i partiti del- l’Ulivo si aggiudicano complessiva- mente il 38,5% dei consensi, quelli dell Polo il 47,6%. Nel proporziona-

le permangono ancora 9 punti di differenza fra i due schieramenti (ag- giungendo il 5% di Rifondazione co- munista, diventerebbero 4).

Vediamo l’andamento dei parti- ti dell’Ulivo negli ultimi tre sondag- gi (9, 16 e 23 aprile). I Ds passano dal 20,1% al 20,9% al 21,5%. La Margherita dal 10,2% al 10,8% al- l’11,5%. Il Girasole dal 3,9% al 4,1%

al 4,2%. Tutti e tre in crescita. Una leggera flessione riguarda invece i Comunisti italiani: dall’1,8% al- l’1,5% all’1,3%.

Nel Polo, Fi passa dal 27,1% al 27,5% al 27,8%; cala An che passa dal 13,8% al 13,2% al 12,6%; Ccd e Cdu passano dal 3,9% al 3,8%; la Lega dal 3,4% al 3,2%, al 3%; il Psi si riduce dallo 0,5% allo 0,4%.

L’evoluzione dei consensi ai par- titi nelle ultime settimane è significa- tiva perché coincide con il passaggio dalla campagna elettorale «virtuale»

a quella concreta, della comunicazio- ne sul territorio, che arriva da perso- ne in carne e ossa e non solo dalle gigantografie berlusconiane. Com- plessivamente l’Ulivo ad aprile è pas- sato dal 36% al 38,5% e il Polo dal 48,7% al 47,6%.

Il Polo rimane in vantaggio

nel proporzionale di soli 4 punti se si sommano Prc e centrosinistra

Rutelli in crescita e Berlusconi perde colpi

Sondaggio Unicab sul gradimento delle coalizioni nel maggioritario. Nel testa a testa tra i due candidati risultato di parità: 39%

Andrea Sabbadini

ROMA Su richiesta dell'Authority per le Telecomunicazioni, dopo la denuncia dell'Ulivo in materia di par condicio, ieri quattro sottouffi- ciali della Guardia di Finanza sono andati nella sede del TG4 ed hanno chiesto l'acquisizione di tutte le re- gistrazioni dei TG di Rete4 dal pri- mo al 21 aprile.

Lo ha detto il Direttore del tele- giornale, Emilio Fede, raggiunto te- lefonicamente dopo che lo stesso Direttore aveva informato gli ascol- tatori nell'edizione della sera. Fede ha detto: «sono indignato per que- sto fatto e trovo mortificante e ver- gognoso che tutto ciò sia avvenuto nel giorno del 25 aprile».

Emilio Fede ha spiegato che gli uomini delle Fiamme Gialle, «che sono stati cortesissimi», hanno ver- balizzato la notifica che tutto il ma- teriale dovrà essere consegnato en- tro il prossimo 2 maggio. Infatti il

Direttore spiega che si tratta di ri- produrre oltre 35 ore di trasmissio- ne, complessivamente 80 edizioni del TG4.

Ovviamente Fede, che ancora martedì sera non aveva perso l’oc- casione di inondare gli schermi del- la sua rete con immagini di Berlu- sconi, relegando Rutelli in orari proibitivi, non ha perso l’occasio- ne per scagliare un nuovo attacco al centrosinistra. «Io trovo vergo- gnoso e mortificante che nel gior- no in cui si festeggia la libertà -ha detto Fede- un raggruppamento politico arrivi a questa intimidazio- ne. Hanno scomodato ben quattro sottoufficiali della Guardia di Fi- nanza, due erano addirittura in fe- rie e li hanno richiamati, per que- sta cosa come se attendere domani fosse stato un grave danno per la democrazia».

Intanto Paolo Gentiloni e Anto-

nello Falomi preannunciano che oggi presenteranno per conto dell' Ulivo un nuovo esposto all'Autori- tà Garante delle Comunicazioni contro il Tg4: «I 12 minuti di mo- nologo berlusconiano al Tg4 di questa sera, mercoledì - spiega Gen- tiloni - confermano la tendenza che nelle ultime 3 settimane ha por- tato il telegiornale di Fede a dedica- re oltre 70 minuti a Berlusconi e meno di 3 a Rutelli».

«Si tratta - prosegue - di una evidente violazione della legge con- tro la quale l'Authority si è già pro- nunciata lo scorso 20 aprile, con- dannando il Tg4 per violazione del- la imparzialità dell'informazione.

La risposta di Fede l'abbiamo vista stasera».

«Siamo fiduciosi - conclude Gentiloni - che in seguito al nuovo esposto, l'Authority finalmente im- ponga il rispetto della legge».

Dall’Ulivo un’altra denuncia e l’Authority manda la Finanza da Fede per controllare i filmati

Nuovo esposto contro il Tg4

Andrea Sabbadini

4 oggi giovedì 26 aprile 2001

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Colore: Composite

Sarà una coincidenza, ma da quando l’onorevole diessino Antonio Di Bisceglie è presidente della Commissione paritetica per la regione a statuto speciale Friuli Venezia Giulia non si è più fatto

niente.

Che il nostro scugnizzo non sia di nazionalità friulana lo rivelano il nome, il cognome, l’accento e

pure l’aspetto. Ora anche il suo comportamento.

Ora gli esponenti della Lega attendono una risposta esaustiva. Se ciò non avvenisse, Di Bisceglie farà

meglio a girare al largo dal Friuli.

La Padania, 3 febbraio 2000.

Dallo stipendio di deputato di Umberto Bossi ogni mese viene tolta una somma fino a raggiungere i 430

milioni che il leader della Lega deve come risarcimento al giudice varesino Agostino Abate. È

l’effetto della condanna subita da Bossi per avere detto, in un comizio, che al magistrato (che indagava

su un presunto finanziamento illecito ricevuto dal leghista Leoni) «gli sarà raddrizzata la schiena». Il

magistrato è disabile.

Il Messaggero, 28 novembre 2000.

«Io posso entrare al governo. È Berlusconi che dovrà valutare. Si potrebbe anche pigliare le nostre idee, i

nostri uomini e fare quello che vogliamo. Però capiscono bene che un leader deve fare i suoi conti.

Io sono ragionevole.»

Ansa, 21 aprile 2001.

DALL’INVIATO Sergio Sergi

STRASBURGO Per il Cavaliere davve- ro una brutta giornata in Europa. E a dispetto del generoso tentativo compiuto da un suo emissario, l’on. PinoAleffi, ex generale dell’Ar- ma, che ha invocato la natura del Consigliod’Europa:«Questo - ha esclamato - è un organismo nato per la difesa dei diritti dell’uomo».

Dove, citando l’«uomo», si spera che non intendesse riferirsi a Berlu- sconi. Una brutta giornata per una duplice sconfitta politica. È andata avanti, infatti, la procedura per la revoca dell’immunità parlamenta- re, così come

chiesto a questa assemblea parla- mentare dai giu- dici della procu- ra anticorruzio- ne di Madrid che indagano sulla frode fisca- le nei bilanci di

«Telecinco» , dieci reati per se- dici imputati, compreso Mar-

cello Dell’Utri. E, quasi in contem- poranea,con un significativo docu- mento politico, la stessa assemblea, riunita in sessione plenaria a Stra- sburgo, ha votato una raccomanda- zione ai 43 Statimembri chiedendo che «gli organi di informazione non siano utilizzati per la conquista del potere politico».

Inserito in un rapporto molto approfondito sulla condizione del- l’informazione e la libertà d’espres- sione in Europa, il riferimento al pericolo sulla concentrazione dei

«media» dei , suggerito da un emen- damento di deputati socialisti, è ap- parso molto esplicito. Quasi uno scatto fotografico sull’Italia, su Sil- vio Berlusconi e il conflitto d’inte- ressi che lo attanaglia. Infatti éstato approvato a grande maggioranza ma con l’opposizione, ovvia, dei de-

putati popolari e di Forza Italia. La raccomandazione ha chiesto agli Stati di impedire che si creino situa- zioni oligopolistiche «nei paesi do- ve un sistema misto, pubblico e pri- vato, consenta a dei movimenti poli- tici, sostenuti dal settore privato, di controllare la totalità dell’informa- zione, specialmente radiotelevisiva, dopo le elezioni» .

Un pugno nello stomaco per il leader di Forza Italia, membro del- l’’assemblea e componente della commissione «Regolamento e im- munità» che si sta occupando del suo caso, anche se si tratta, anche se si tratta di un documento che diffi- cilmente il «Comitato dei ministri», che vota all’una- nimità, porterà alle estreme con- clusioni.

Berlusconi, sostituito dal so- lerte Aleffi, non é arrivato. Ha mandato una lettera per dire che é impegna- to nella campa- gna elettorale.

In ogni caso, se vorrà, sarà ascoltato dai suoi colle- ghi che ieri, in una riunione a porte chiuse presieduta dal popolare Cyril Svoboda (ceco), hanno preso atto del dossier di Garzón e hanno nominato la relatrice, la conservatri- ce finlandese Kaarina Drumberg, la quale dovrà preparare un rapporto con le proposte da sottoporre al vo- to dell’aula.

«Sono soddisfatto - ha detto il senatore Felice Besostri, dei Demo- cratici di sinistra, membro della commissione - perché qui la proce- dura sulla revoca non è stata insab- biata e, con tutte le garanzie, andrà avanti sino alla decisione finale»

In verità, il tentativo di rinviare c’è stato, una sorta di fotocopia di quanto é già avvenuto al parlamen- to europeo. Il presidente Svoboda ha tentato il colpetto equivocando

la furbetta richiesta di rinvio del- l’esame del dossier avanzata dal ca- rabiniere Aleffi. Ma Besostri era al- l’erta e ha ricordato le disposizioni inequivocabili del regolamento:

«L’esame va fatto senza indugio» .

Interpellato, il cancelliere della sedu- ta, Bruno Haller, ha confermato. Ri- sultato: la richiesta dei magistrati spagnoli di revoca dell’immunità non si blocca e la pratica approderà alla prossima sessione, dal 25 al 29

giugno. Svoboda e Aleffi si sono messi il cuore in pace e hanno dovu- to convenire sulla correttezza del procedere. Un comportamento che, in questa vicenda, non é stato però di casa nelle file del Ppe. Prima della riunione, il segretario del grup- po, Paul Staes, ha scritto una lettera per invitare tutti i deputati ad essere presenti perché i socialisti «voglio- no forzare il voto sul dossier Berlu- sconi» . Besostri,rivolto ad Aleffi, ha commentato:«Almeno per stile ve la potevate sisparmiare». E Aleffi ha dovuto ammettere:«Sì, la critica al- lo stile, la condivido».

bar Bossi

ROMA Vladimiro Zagrebelsky è sta- to eletto giudice della Corte Euro- pea dei Diritti dell'Uomo. Lo ha deciso l'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa che a Stra- sburgo ha proceduto all'elezione nell'ambito di una lista di tre can- didati, come è previsto dall'artico- lo 22 della Convenzione Europea dei Diritti dell'Uomo. La Corte è composta da un giudice per cia- scuno degli Stati membri del Con- siglio d'Europa e Zagrebelsky è il primo magistrato italiano eletto al- la Corte. Prende il posto del prof.

Benedetto Conforti che ha conclu- so il suo mandato.

Zagrebelsky, nato a Torino nel

1940, è magistrato di Cassazione ed è stato per due volte componen- te del Consiglio superiore della magistratura (nel 1981 e nel 1994).

Successivamente, è stato Direttore generale dell'Organizzazione giu- diziaria ed è attualmente capo dell' Ufficio legislativo del Ministero della Giustizia. In precedenza ha esercitato le funzioni giudiziarie a Torino dove ha tra l'altro presiedu- to la Corte di Assise ed è stato Procuratore della Repubblica. È autore di pubblicazioni di diritto penale, di studi di ordinamento giudiziario e di storia della magi- stratura.

Una brutta giornata per il capo del Polo Continua l’esame della procedura per la revoca

dell’immunità

Strasburgo censura Berlusconi

Il Consiglio d’Europa: non si può consentire ad un partito di controllare tutta l’informazione, pubblica e privata

Corte europea dei Diritti dell’uomo Vladimiro Zagrebelsky eletto giudice

Il giudice spagnolo Garzon e in alto la sede del Parlamento Europeo

giovedì 26 aprile 2001 oggi 5

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