Dai giochi del far finta
ai giochi di ruolo e di simulazione
Il gioco del “far finta”
Rappresentazione
della realtà: non una copia, ma una versione che
sottolinea gli aspetti essenziali che definiscono u
na situazione: da qui l’abbreviazione, l’enfasi, la
caricatura, la ripetizione.
Importanza del gioco del “far finta”
(A. Bondioli, Gioco e educazione, Franco Angeli, Milano1996)
1. Le azioni e gli oggetti cessano di essere puri stimoli motivanti l’azione e acquistano significato nell’uso
comune.
2. Vengono esplorati quei significati sociali – i significati abituali di oggetti, azioni, situazioni – che il bambino
sta apprendendo e che solo successivamente potranno dare luogo a una ricombinazione dei significati in forme nuove o meno comuni.
3. Giocando con questi significati si acquisisce conoscenza – soprattutto nel senso di “confidenza” – con oggetti,
azioni e situazioni.
Un esercizio epistemologico
Giocare con la realtà e con le sue versioni
(i futuri modelli?) permette di sviluppare la capacità di:
• decontestualizzare
• decentrarsi
• verbalizzare in modo sempre più astratto
• cooperare
Un esercizio epistemologico
Promuovere il gioco del “far finta” significa:
• superare la tradizionale dicotomia tra gioco euristico(che si p resume propedeutico a un pensiero scientifico) e
gioco simbolico (che si presume propedeutico al pensiero creativ o e alla produttività artistica);
• sostenere un tipo di procedimento cognitivo volto a produrre, con
mezzi noti e dati certi vincoli, combinazioni inedite,
nuove esecuzioni (gioco come pensiero divergente, comune ad ar te e scienza).
(A. Bondioli, Gioco e educazione, Franco Angeli, Milano1996)
Un esempio: “Gocciolo, il Babao e Sabelina”
di S. Trovato, EMI, Bologna 2005
Obiettivi: Portare i bambini a conoscere e fare co nfidenza con forme, funzioni e significati dell’el emento acqua
Esempi: travasi, schizzi, spruzzi, galleggiam
enti, metafore, storie, giochi…
Ruolo, simulazione & co…
• Drammatizzazione
• Gioco di ruolo (role playing)
• Gioco di ruolo (avventuroso)
• Gioco di simulazione
• Psicodramma
Drammatizzazione
Interpretazione che viene fatta in classe di
testo in forma collettiva.
Psicodramma
Messa in scena di situazioni reali della propria vita allo scopo di esplorare e rielaborare in modo terapeutico il
proprio vissuto emotivo.
Gioco di ruolo (role playing)
Rappresentazione di una situazione data
o sua costruzione sulla scorta di elementi forniti dall’educatore, finalizzata all’acquisizione di
competenze relazionali situate.
Gioco di ruolo (role playing)
Situazione: contesto dinamico in cuiè necessario distinguere alm eno due locutori con le loro relazioni di ruolo, un luo go e un argomento.
Per ogni situazione è necessario individuare:
• dove accade (luogo)
• quando accade (tempo)
• a chi accade (persone)
• che rapporti ci sono fra loro(rapporti)
• di che cosa si tratta (problema)
Vantaggi del role playing
Sul piano semiotico: unisce le parole alle espressioni del viso, ai gesti e agli oggetti Sul piano psicologico: è una simulazione e pertanto
viene vissuto come un gioco.
Sul piano sociale: può essere una sorta di apprendistato di modelli relazionali e culturali
Tipologie di role playing
1 Rappresentazione di una situazione data
2 Costruzione di una situazione sulla scorta di elementi forniti dall’insegnante
Dal punto di vista delle interazioni e dei ruoli:
1 Il role taking che è basato su interazioni imitative
2 Il role making che è basato su interazioni partecipative
Esempi di role playing
1 Role playingper l’apprendimento della LS (saluti…) 2 Role playingper l’apprendimento della L2 (autobus…) 3 Role playingper la formazione (accoglienza…)
Gioco di ruolo (avventuroso)
Narrazione condivisa come gioco in cui tutti i gi ocatori (tranne uno) partecipano
interpretando e gestendo un personaggio protagonista, e il
master gestisce l’ambientazione, la trama e i pers
onaggi non protagonisti.
Gioco di ruolo (avventuroso)
Costituisce un ambiente didattico: ogni narrazione condivisa costruisce infatti un ambiente di relazioni e di saperi
comuni, dentro cui possono prendere corpo le sc
operte e le esplorazioni dei partecipanti.
Tipologie di gioco di ruolo (avventuroso)
1 Giochi che mettono al centro l’azione, e dunque la trama alla base della quale c’è sempre un problema.
2 Giochi centrati sui personaggi in cui l’esito narrativo della partita è lasciato all’interazione fra i giocatori e gli obiettivi dei personaggi.
Prerequisiti rispetto al gioco e al gruppo
libertàdi espressione di tutti i partecipanti: poterdire cose personali, poterl e tacere, astenersi dal commento;
garanzia di diversità: nel gioco devono essere disponibili molte posizioni e mai solo due schieramenti contrapposti;
presenza di una (anche debole) struttura metaforica che permetta ai giocat ori di raccontarsi come altroda sé;
costruzione di una storia aperta e non necessariamente lineare;
trasversalità per età, genere, idee politiche ecc.
Potenzialità educative
di un gioco di ruolo avventuroso
motivazione
cooperazione
identificazione
narrazione
esplorazione condivisa
revisione
progettazione
Esempi di gioco di ruolo avventuroso
“Il gioco di Colombo” (varie versioni…)
“Sola Andata”
Gioco di simulazione
Tecnica di apprendimento che comporta la manipolazione di un modello attraverso
l’assunzione di ruoli sottoposti a regole.
Vantaggi di un gioco di simulazione
(Gioda, Ferracin, Loos, Giochi di simulazione, Elle Di Ci, Torino 1995)
1 Interesse più vivace e maggiore motivazione alla scoperta.
2 Clima diverso da quello usuale che rende più
facile avvicinarsi a idee nuove inquanto nonè necessari o avere molte conoscenze precedenti, potendoprendere decisioni e arrivare a conclusioni anche
sulla base dell’esperienza fatta nel gioco.
Vantaggi di un gioco di simulazione
(Gioda, Ferracin, Loos, Giochi di simulazione, Elle Di Ci, Torino 1995)
1 Maggiore partecipazione perché entro la cornice di gioco l’errore è accettato e costituisce anzi
un elemento di informazione per migliorare la strategia.
2 Posto all’inizio di un percorso di ricerca su un
problema il gioco di simulazione permette di effettuare un approccio globale, diretto e con meno preconcetti.
Un esercizio epistemologico
Giocare con la realtà e coni modelli permette:
di acquisire la nozione di modello
di imparare a inventare modelli
di imparare a usare i modelli
di imparare a situare i modelli
Coerentemente con tanta riflessione epistemologica da Russell/Whiteheadfino alla più
recente sociologia della scienza.
Il modello (prima del gioco)
È fondamentale curare, nella fase che precede il
gioco, una scelta accurata degli elementi della realtà che entrano a far parte della simulazione (modello).
In questo senso la costruzione di un gioco di
simulazione può essere un altro tipo di gioco (chi inventa il gioco migliore? che cosa vuol dire gioco o modello migliore?) e allo stesso tempo un utile esercizio epistemologico.
Il modello (dopo il gioco)
È fondamentale curare, in fase di dopo gioco, il
rapporto fra simulazione (modello) e realtà, presentan- do poi – nell’ambito di un progetto/percorso più ampio – approfondimenti, testimonianze, dati ecc. per non dare l’impressione diavere sperimentato tutte le dinami che del reale.
Un esempio: “Il gioco delle pecore”
di T. Rodar, CeVI-CIPSI, Udine Roma 2002
Argomento:
La gestione dell’utilizzodelle risorse naturali e la ricerc a di regole comuniper unloro razionale sfruttamento.
Obiettivi:
Comprendere il concetto di sostenibilità e di sviluppo
sostenibile. Comprendere le dinamiche del rapporto risorse/sviluppo.
Altri esempi di giochi di simulazione…
Il gioco degli scambi commerciali
Il gioco delle sedie
Il gioco del banchetto mondiale
Bafa bafa
G. Rodari, Grammatica della fantasia, Einaudi, Torino 1973
“… toccherà a me, di volta involta, capire se il bambino in un dato momento del suo
interesse per le cose desidera ‘informazioni sul rubinetto’ o vuole ‘giocare con il
rubinetto’, per ricavare a suo modo le informazioni che gli servono […].
Se gli racconto da dove viene l’acqua, parole come
‘sorgente’, ‘bacino’, ‘acquedotto’, ‘fiume’, ‘lago’
ecc. rimarranno in lui sospese, alla ricerca diun oggetto , fin quando non avràvistoe toccato
le cose che indicano” (p. 103)”.