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DALLA PARTE DEGLI ESCLUSI DAL LIBERO MERCATO

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Academic year: 2022

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DALLA PARTE DEGLI ESCLUSI DAL LIBERO MERCATO

Ciclo di seminari aperti a cura di Carte in Regola – 9 ottobre 2019

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L’IRRAGIONEVOLE DISATTENZIONE DELLA POLITICA

• Sono 650.000 le famiglie in attesa di una alloggio erp in possesso dei requisiti

• Negli ultimi anni gli alloggi erp realizzati oscillano tra le 9.000 e le 4.000 unità

• Gli alloggi erp alienati a seguito dei piani di vendita variano nell’ultimo periodo tra le 10.000 e le 13.000 unità

(Fonte Federcasa)

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IN ALTRE EPOCHE LA CASA ERA AL CENTRO DEL CONFRONTO POLITICO

Negli anni Settanta, attraverso una serie di provvedimenti legislativi (equo canone, legge Bucalossi, piano decennale per l’edilizia), si è tentato di controllare il libero mercato ritenendo che la casa non era assimilabile ad altri beni di consumo e che, conseguentemente, andava regolamentato per tutelare le fasce più deboli della popolazione

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GLI ANNI DELL’EDILIZIA RESIDENZIALE PUBBLICA

Con il piano decennale per l’edilizia, dal 1978 al 1998, ed altre leggi varate per l’emergenza abitativa sono stati erogati finanziamenti prossimi ai 20 miliardi di euro con punte, in alcuni anni, di 1500 milioni Questi alloggi, realizzati quasi esclusivamente nei piani di zona su aree espropriate, hanno consentito di ridurre significativamente il fabbisogno abitativo delle famiglie escluse dal libero mercato

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LA CONTRORIFORMA DEGLI ANNI OTTANTA

Sono gli anni in cui:

• vengono messe in discussione le riforme del decennio precedente

• si vanno affermando, incontrastate, posizioni acritiche su privatizzazioni, liberalizzazioni e libero mercato

• si diffonde la convinzione che il problema delle abitazioni sia in larga misura risolto (al censimento Istat del 1991 le abitazioni in proprietà sono risultate pari al 74,7 per cento con un incremento di 10 punti percentuali rispetto al 1981 e 20 punti rispetto al 1971)

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NIENTE PIU’ RISORSE PER L’EDILIZIA PUBBLICA

• Il prelievo Gescal non è più prorogato

• Alle Regioni tutte le competenze ma senza alcuna risorsa

• Non alloggi pubblici ma sostegno all’affitto

• Qualche finanziamento per programmi di riqualificazione

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LA DISATTENZIONE DELLA POLITICA:

ALCUNE POSSIBILI MOTIVAZIONI

• Si riducono complessivamente gli investimenti pubblici in concomitanza con la crisi

• Le problematiche sociali, e quindi anche la questione abitativa, hanno una rilevanza residuale

• Soprattutto è la dimostrazione palese dell’incapacità di governare e gestire un problema complesso, insidioso e parzialmente impopolare (occupazioni illegali, morosità, canoni che non consentono bilanci in pareggio, prezzi di vendita simbolici)

• L’alternativa (ambigua e fuorviante) dell’edilizia residenziale sociale

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GLI OSTACOLI DA RIMUOVERE

• Prendere definitivamente atto del fallimento della teoria quantitativa (e dell’inutilità della derogamentazione per l’attività edilizia privata)

• Dimensionare e regolamentare i piani urbanistici in modo tale che l’offerta abitativa prevista sia rapportata alla domanda reale

• Attivare ogni possibile modalità per comprimere la rendita (l’edilizia residenziale pubblica come standard)

• Sostenere il comparto con un flusso di finanziamenti pubblici a carattere continuativo, anche di entità contenuta

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UN BARLUME DI OTTIMISMO

Punto 8 delle linee programmatiche del Governo Conte bis:

“Occorre prevedere un piano di edilizia residenziale pubblica volto alla ristrutturazione del patrimonio esistente e al riutilizzo delle strutture pubbliche dismesse, in favore di famiglie a basso reddito e dei giovani;

adeguare le risorse del Fondo nazionale di sostegno alle locazioni;

rendere più trasparente la contrattazione in materia di locazioni”

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