Considerazioni Conclusive
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-CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE
Al termine del lavoro svolto sono state individuate espressioni analitiche in forma chiusa di relativamente semplice utilizzo da inserire in cicli di calcolo. L’utilizzo delle formule ricavate è ampiamente giustificato dalla discussione sugli errori commessi, di modesta entità.
Tali espressioni permettono di calcolare velocemente il fattore di intensità degli sforzi agli apici della fessura senza ricorrere ogni volta all’analisi agli Elementi Finiti.
La validità del modello creato in ANSYS è mutuata dalla buona risposta che il modello stesso fornisce se testato con casistiche presenti in letteratura.
Qualitativamente merita un approfondimento la risposta del corrente rotto, totalmente diversa rispetto al caso integro. Con la rottura del corrente è infatti evidente dai dati che si perde la validità del concetto di area equivalente così come descritto nella formulazione per corrente integro e quindi la possibilità di considerare un corrente di geometria reale alla stregua di un corrente a doppia striscia di area opportuna.
La formulazione proposta diversifica le geometrie possibili (prendendo ovviamente in considerazione quelle studiate) ed è quindi imprescindibile dalla forma stessa del corrente. Si è voluto comunque mantenere la correlazione con la formulazione proposta per il corrente a doppia striscia introducendo espressioni correttive alla formula stessa. Tali espressioni correttive sono funzioni della forma geometrica della sezione, ovvero differenti nel caso Z rispetto al caso Ω.
I risultati sono in questo senso soddisfacenti.
Si è affrontato infine un nuovo approccio alla equivalenza tra geometria reale e doppia striscia proponendo come criterio di equivalenza stessa l’assunzione di pari area geometrica. Uno studio in questo senso è stato affrontato confrontando quanto ottenuto per la geometria reale, metodo FEM, con quanto calcolato per la doppia striscia applicando la relazione (3.3). L’errore non è numericamente accettabile, ma qualitativamente il confronto è proponibile. L’ordine di grandezza è, infatti, coerente con l’ipotesi fatta.
Lo scostamento dall’ottimo indica un maggiore effetto del corrente a doppia striscia rispetto al pari area geometrica di forma reale
La giustificazione e comprensione della disparità di valori riscontrata va aldilà degli scopi di questa tesi. Si può comunque supporre che l’energia necessaria a deformare la sezione del corrente nel piano della sezione stessa sia differente a seconda della geometria considerata. Una sezione sottile a Z sarà in questo senso più deformabile di una ad Ω e di una più compatta a doppia striscia e quindi scaricherà meno tensioni sul pannello alla rottura del corrente. In questo senso potrebbero spiegarsi i valori analitici più alti del fattore di intensità degli
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-sforzi calcolati per la doppia striscia rispetto al caso ad Ω e a Z rispettivamente di eguale area geometrica.
Come sviluppi futuri, affermato comunque il successo della formulazione individuata, è possibile rifinire le formule stesse, da un lato comprendendo una maggiore precisione per posizioni del corrente più lontane dalla mezzeria di fessura (in questo senso deve essere modulato un esponenziale di comodo che faccia tendere ad 1 la funzione), dall’altro cercando funzioni di correzione per la (3.3) più generali e possibilmente indipendenti dalla forma geometrica della sezione.
Per quanto riguarda l’ultima dissertazione proposta riguardante l’equivalenza tra aree geometriche,è possibile ricondurre le espressioni correttive della (3.3) non più rispetto all’area equivalente, ma rispetto all’area geometrica. La comprensione del comportamento del corrente rotto in funzione della forma della sezione è meritevole di ulteriore indagine, prendendo in considerazioni casistiche più vaste in termini di valori di area e dimensioni di fessura e soprattutto forme di sezione differenti (C, doppia T).