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6 Il recupero architettonico funzionale: aspetti progettuali

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Academic year: 2021

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Il recupero architettonico funzionale: aspetti progettuali

6.1 Le scelte progettuali

Negli ultimi decenni si assiste a una profonda trasformazione della struttura museale, che da luogo di osservazione e di cultura destinato a un pubblico ristretto, diviene luogo d’istruzione e di divertimento, destinato a una fruizione di massa. Alle sale tradizionali si aggiungono sale per esposizioni temporanee, auditori, librerie, biblioteche, mediateche, bar, ristoranti ecc. La caratteristica spesso più vistosa dei musei di tendenza più recente, e una certa attitudine ludica, spesso a scala non solo architettonica ma urbanistica, a richiamare folle non particolarmente interessate ai contenuti del museo, con attrazioni non necessariamente in tema con quelle museali.

Coerentemente con questa tendenza si è scelto di inserire all’interno del complesso molteplici funzioni, di contorno e a servizio della principale destinazione espositiva:

• sale conferenze e spazi congressuali, con relativi locali di servizio; • spazi per la ristorazione

• spazi per la gestione del complesso • spazi per la didattica

• laboratori di conservazione.

La scelta nella disposizione di tali locali all’interno del complesso monastico, ossia la ricerca di spazi funzionali alle nuove destinazioni d’uso,

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si è basata innanzi tutto su un’accurata analisi del convento, da un punto di vista architettonico e stilistico, nonché individuando le linee evolutive del complesso e le varie destinazioni d’uso che ha assunto. Scopo di tale esame è stato quello di ottenere un riuso degli spazi conventuali che non badasse soltanto alla funzionalità del nuovo organismo edilizio, ma che salvaguardasse soprattutto l’edificio originario, mantenendo ed esaltando tutte gli interventi e le peculiarità che hanno portato il complesso ad assumere la conformazione attuale. Si è inoltre cercato di porre estrema attenzione nella dislocazione di quei locali, come i servizi igienici, che richiedono interventi abbastanza invasivi sulla struttura muraria: si è scelto perciò, dove era possibile, di individuare zone precise del complesso in cui concentrare i bagni, zone che normalmente si corrispondono su ogni piano, così da poter evitare indebolimenti della struttura muraria dovuti all’inserimento degli impianti.

Il progetto prevede una suddivisione dei vari ambiti funzionali secondo i tre livelli del complesso:

• al piano terra si trova l’ingresso principale, i locali destinati a conferenze e congressi, con i relativi servizi, e gli spazi amministrativi;

• il piano primo è riservato alle sale espositive ed a un piccolo laboratorio per la cura e la manutenzione degli oggetti in mostra;

• il piano seminterrato è interamente dedicato alla ristorazione, con accesso indipendente;

• i due livelli ammezzati assolvono funzioni specifiche, l’uno dedicato a libreria specializzata, l’altro a locali per la didattica;

Questa scansione per piani, oltre che permettere una facile e intuitiva percezione degli spazi, favorisce la creazione di un percorso organico che interessa tutti i livelli, permettendo una fruizione completa del complesso.

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6.2 Gli ingressi

Figura 30. Pianta Piano Terra.

Il progetto prevede tre punti distinti d’accesso al complesso: • l’accesso al pubblico all’area espositiva e congressuale;

• l’accesso di servizio per il personale • l’accesso di servizio per i fornitori;

• l’accesso al pubblico agli spazi ristorativi.

Sfruttando, infatti, i dislivelli naturali del terreno, che portano il complesso ad avere più punti d’accesso, si è scelto di modificare l’ingresso originario al convento, spostandolo dal Prospetto Sud sul lato che guarda verso Est. Questa scelta è stata dettata sia dalla posizione prevista per il parcheggio, sia dalla possibilità di ottenere in questo modo un atrio d’ingresso più grande e funzionale. Infatti, la conformazione architettonica

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originaria dei locali sul lato Est, è caratterizzata dalla presenza di archi in muratura, successivamente tamponati, ma che se riportati alla conformazione primitiva, così come previsto dal progetto, consentono di ottenere un ampio locale, scandito longitudinalmente dagli archi in quattro settori distinti. Si possono così creare tre aree d’ingresso distinte, in caso di più eventi all’interno della struttura, e un’area d’uscita indipendente, facilitando così le operazioni di controllo degli operatori, sia in entrata sia in uscita.

Figura 31. Particolare atrio d'ingresso al pubblico.

L’attuale accesso principale, viene ad assumere invece nel progetto il ruolo d’accesso di servizio per il personale; questa scelta è dettata soprattutto da ragioni funzionali, in quanto tale ingresso è facilmente raggiungibile tramite un percorso carrabile separato e indipendente rispetto a quello destinato al pubblico.

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Accanto a questo, l’altra entrata a quella che è comunemente denominata casa dell’abate, assume la funzione d’accesso sia per i fornitori della zona ristorante, sia per l’arrivo del materiale per eventuali esposizioni. Si è scelto, infatti, di sfruttare il locale più ad Ovest del volume aggiunto della casa dell’abate, privo di tutti i solai da terra fino a tetto, per il posizionamento di un montacarichi idraulico, che servisse sia per il trasporto delle materie prime e delle derrate alimentari nella zona ristorante del piano interrato, sia per quello dei materiali per la zona esposizione del piano primo.

Figura 32. Area ingressi di servizio.

Infine l’accesso al pubblico alla zona ristorante, posta al piano seminterrato, avviene, sfruttando l’andamento naturale del terreno, lungo il lato Nord, sfruttando la grande apertura già presente su questo prospetto.

6.3 Gli spazi amministrativi

Agli spazi amministrativi, necessari per la gestione del complesso, è stata destinata tutta l’ala Est del complesso, laddove originariamente si trovavano l’antica sala capitolare del 1200 e le stanze da lavoro dei monaci. Con questa collocazione si è cercato infatti di richiamare e in certo senso far

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rivivere le destinazioni originarie degli spazi, oltre che naturalmente valorizzare alcune tra le stanze più belle e particolari dell’intero convento.

Figura 33. Particolare spazi amministrativi.

L’antica sala capitolare, che ad oggi presenta le dotazioni tipiche di una stanza destinata a lavanderia, è rivalutata nel progetto per il valore e per il pregio artistico che essa e i suoi duecenteschi affreschi hanno, e

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destinata con lo scopo di farne un simbolo dell’intero complesso a un ambiente di prestigio come l’ufficio della direzione.

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6.4 Le sale conferenze e gli spazi congressuali:

piante e sezioni

Al Piano Terra è prevista la realizzazione di una sala per convegni da 80 posti, una saletta conferenze da 42 posti, due salette riunioni da 21 posti. La capacità degli ambienti è stata naturalmente dettata dal rispetto della vigente normativa in materia di sicurezza in caso di pericolo o d’incendio.

Figura 34. Particolare Area conferenze.

La sala più grande è stata ricavata nell’ampio locale originariamente adibito a refettorio: lo spazio collettivo viene quindi ad ubicarsi dove storicamente si svolgevano le funzioni della comunità religiosa. Tale locale

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presenta già due uscite indipendenti ai lati opposti sufficienti a permettere il deflusso degli occupanti in caso di pericolo.

La saletta da 42 posti è stata ricavata nel vano che negli ultimi secoli di vita del convento era stato destinato a nuova sala capitolare, mentre le due salette più piccole sono state ricavate nei locali attigui. Dal punto di vista funzionale, questa scelta comporta la necessità di prolungare il corridoio interno attiguo al chiostro, che costeggia le due salette più piccole, anche lungo la nuova sala capitolare, così da ottenere un passaggio distinto, funzionale a collegare l’atrio di ingresso alle varie salette per conferenze. A questo scopo si è deciso di inserire un divisorio in vetro nella nuova sala capitolare, che distingua lo spazio di percorso, dallo spazio destinato a convegni e conferenze. La scelta del materiale vetro è stata dettata da due ragioni distinte: da un lato la necessità di distinguere ogni nuovo segno inserito nella struttura dal preesistente; dall’altro la parete in vetro permette una percezione del vano e del soffitto voltato che lo ricopre nella sua interezza, così com’era stato progettato originariamente.

A servizio a questi spazi di riunione presenti al piano terra, è stato deciso di inserire un a zona bar nel locale originariamente adibito a cucina.

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6.5 Gli spazi espositivi: piante e sezioni

Il Piano Primo è dedicato alla parte espositiva: si è mantenuta la configurazione originaria degli spazi, potendo sfruttare la suddivisione in celle per creare salette espositive distinte, e gli ampi corridoi voltati come percorsi di passaggio.

Figura 35. Pianta Piano Primo.

La mostra, seguendo la conformazione originaria del fabbricato, è stata suddivisa in sei sezioni distinte, visitabili in sequenza o separatamente. La presenza, infatti, già adesso di numerosi passaggi tra le singole celle, e tra le celle e il corridoio, ha permesso la creazione di un percorso unitario che il visitatore può intraprendere sull’intero piano, ma che allo steso tempo può interrompere in ogni momento qualora non fosse interessato a sezioni particolari della mostra.

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Il lato Sud del piano è stato adibito a piccolo laboratorio per il restauro e la preparazione degli oggetti da esporre: su questo lato è, infatti, previsto la presenza del montacarichi, per il trasporto di materiale e oggetti, mentre è stata smantellata gran parte della caotica suddivisione con tramezzi, per ottenere un ampio locale da allestire per il restauro e la pulizia.

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6.6 Gli spazi per la ristorazione: piante e sezioni

Si è scelto di dedicare il Piano Interrato alla funzione ristorativa potendo contare a questo livello su locali caratterizzati da un ampio corpo longitudinale e da vari ambienti, alcuni direttamente collegati e collegabili con l’esterno.

L’accesso indipendente al ristorante avviene sul lato nord, in corrispondenza del previsto parcheggio. Il vano a cui si accede viene adibito a disimpegno in ingresso, su cui convergono le scale provenienti dal piano superiore.

Nell’ampia sala voltata su questo fronte sono eliminati i pilastri, dalla dubbia funzione statica, previo consolidamento della volta di copertura, così da poter ottenere un ampio vano unitario da adibire ad enoteca. Nel rispetto delle norme per la sicurezza in caso di pericolo o incendio è necessario ricavare una nuova apertura sul lato Nord, da adibire appunto ad uscita di sicurezza.

Figura 36. Particolare Piano Interrato: Enoteca.

Proseguendo dritto dall’ingresso, si accede alla zona servizi, dove, sfruttando l’originaria suddivisione del vano con archi, sono ricavati i bagni.

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Da qui si accede ad un ulteriore cortile del convento, circondato da alte mura, dove è prevista la realizzazione ex-novo della più ampia sala ristorante.

Figura 37. Particolare Piano Interrato: Sala Ristorante.

Rifacendosi alla conformazione originaria del cortile, la sala ristorante assume una forma triangolare, con un lato in adiacenza al muro del convento, così da consentire il passaggio diretto dall’esistente al nuovo. Per evidenziare l’estraneità di questo spazio dal resto, è stato scelto di realizzare la struttura completamente in acciaio e vetro, materiali estremamente moderni che contemporaneamente creano contrasto con l’esistente, pur mantenendo caratteristiche di leggerezza e trasparenza che non vanno ad appesantire la percezione dell’intero complesso.

L’involucro esterno è dotato di continue aperture, per consentire nella stagione estiva l’utilizzo della sala quasi come uno spazio all’aperto. La

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copertura, sempre in acciaio e vetro, richiamandosi ai solai voltati interni, assume una conformazione a vela.

Figura 38. Particolare Sezione B: Sala Ristorante.

Direttamente a questa sala è previsto l’accesso dal parcheggio attraverso un varco nelle mura del cortile, apertura già esistente, ma ad oggi tamponato, che il progetto prevede sia ripristinata.

Figura 39. Particolare Sezione A: Sala Ristorante.

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all’interno del complesso, ed allo stesso tempo, per la posizione, la conformazione, la trasparenza, consente agli utilizzatori una percezione nuova ed originale del complesso monastico.

Il corpo longitudinale che si estende lungo l’asse Nord-Sud è stato invece destinato ad ospitare le cucine e i locali di deposito delle derrate alimentari. Quest’ultime sono trasportate a questo livello tramite il montacarichi a cui si accede al livello superiore dall’ingresso posto sul fronte Sud del convento. Anche i locali per il personale, con servizi e spogliatoi, vengono sistemati al Piano Terra, comunicando direttamente con la zona cucine attraverso un percorso separato già esistente.

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6.7 Il Chiostro

In quanto nucleo centrale dell’intero complesso, per il suo valore architettonico, ma soprattutto per l’importanza simbolica che questo spazio rivestiva nella vita dei monaci, si è deciso di mantenere il chiostro nella conformazione originaria, lasciandolo come spazio autonomo e indipendente.

Il progetto prevede solo di attrezzare questo luogo con tavoli sedie e panchine, così da ricreare una sorta di spazio di sosta e meditazione, che possa essere usufruito dagli utenti del complesso, rispettando e richiamando alla mente il chiostro come luogo di meditazione anche per i monaci che popolavano il convento.

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6.8 I collegamenti verticali

Per quanto riguarda i collegamenti verticali, cercando di operare nel pieno rispetto dell’edificio, si è optato per una scelta piuttosto forte e che può essere soggetta a critiche. Si è deciso, infatti, di mantenere gli attuali collegamenti verticali, andando solo ad operare su essi solo qualora fosse necessario per ragioni statiche. Non è previsto invece l’inserimento d’ascensori, in delega alla legge per l’abbattimento delle barriere architettoniche in quanto edificio monumentale; si ritiene, infatti, che questo presenti serie difficoltà, oltre che qualificarsi come un intervento estremamente invasivo, comportando la distruzione di parte dei solai originari.

E’ previsto soltanto l’inserimento di un ampio montacarichi sul lato Sud, utilizzando nel pieno rispetto dell’edificio, i vani già privi di solaio della casa dell’abate; questo montacarichi consente la movimentazioni dal Piano Terra sia delle merci verso il Piano Seminterrato, destinato alla ristorazione, sia verso il Piano Primo, in corrispondenza dei locali chiusi al pubblico e destinati alla preparazione degli oggetti da esporre.

Figura

Figura 30. Pianta Piano Terra.
Figura 31. Particolare atrio d'ingresso al pubblico.
Figura 32. Area ingressi di servizio.
Figura 33. Particolare spazi amministrativi.
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