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san miniato, pi sa

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Academic year: 2021

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1 2 1 vista assonometrica del lotto 2 il contesto urbano in scala 1:1000 3 schemi: a volumi edificati b viabilità c superfici a verde 4 planimetria san miniato in scala 1:5000 5 ubicazione san miniato in toscana e nel comune di pisa 6 foto storica dei bombardamenti durante la seconda guerra mondiale

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oltre il giardino un museo pr es so por ta fa og na na

località san miniato (PI) italia cronologia aprile 2011

relatori prof. arch. antonello boschi prof. ing. francesco leccese 3 4

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Il borgo storico di San Miniato è sito su un colle a 190 metri sul livello del mare che domina le valli dell’Arno, dell’Egola e dell’Elsa ed è un susseguirsi di aperture panoramiche poste lungo le strette vie cittadine: un’alternanza di pieni e vuoti, dove al passaggio urbano si intervalla il verde collinare delle vallate circostanti. Il costruito vede lo stretto legame tra percorsi e chiusi dovuti alle facciate che segnano le vie, ed i fronti “affacciati” sulla campagna. Ne deriva una strutturazione caratteristica per filamenti urbani, che racchiudono un unico percorso stradale il quale si sviluppa ininterrotto sul crinale est-ovest. Le abitazioni, per lo più costituite da tipologie a schiera dal fronte stretto e dal lotto profondo, definiscono il margine costruito, punto di soglia fra il dentro ed il fuori, fra un interno rivolto alla dimensione raccolta della strada ed un esterno che dilata la percezione alla scala allargata del paesaggio. Anche se lontana dalle più importanti vie di comunicazione e priva di obbiettivi militari significativi, San Miniato venne colpita duramente nel corso del secondo conflitto bellico. Oltre il 50% delle abitazioni, ivi compresi antichi monumenti come la rocca federiciana e l’ex monastero della SS. Annunziata furono distrutti o gravemente danneggiati. Ancora oggi i segni delle devastazioni sono testimoniati da alcuni vuoti sparsi per la città, come nel caso dell’area del nostro intervento.

san miniato, pi sa

università di pisatesi di laurea in ingegneriaedile-architettura 5 pisa

san miniato

correlatore dott. ing. matteo casini 6

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oltre il giardino un museo pr es so por ta fa og na na

località san miniato (PI) italia cronologia aprile 2011

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L’area d’intervento è posta alla fine di via Cesare Battisti, quando ormai dal centro si è giunti in prossimità delle mura del centro storico. Vicino alla rampa che porta all’ex fortilizio di San Martino, sono situati l’ex chiesa, Porta Faognana e quello che resta del monastero della SS. Annunziata prima che i bombardamenti tedeschi ne abbattessero una porzione. Il monastero, il suo giardino e la chiesa facevano un tempo parte di un unico complesso architettonico, mentre ora sono rispettivamente adibiti a complesso ricettivo, pertinenza di residenze private e sala convegni. L’area pur non essendo particolarmente degradata, necessita di un intervento finalizzato in primo luogo a suturare una vecchia ferita urbana ed a creare un museo di storia della città. Viste le dimensioni ridotte ed il particolare contesto ambientale, il progetto mirerà a liberare gli spazi piuttosto che a saturarli, a preservare le zone verdi dell’area, che rappresentano un filtro dai rumori della città, piuttosto che realizzare una semplice ricostruzione. Si è così optato per una soluzione ipogea, un’architettura dove la luce viene catturata e guidata negli ambienti interni, dove la rimodulazione del terreno rimane finalizzata ad una felice contaminazione tra edificio e paesaggio.

san miniato, pi sa

università di pisatesi di laurea in ingegneriaedile-architettura 1 vista assonometrica del progetto 2 il contesto urbano in scala 1:500 3 schemi: a pianta monastero piano terra b pianta monastero piano primo 4 vista assonometrica dell’ingresso al lotto 5 vista assonometrica dal giardino

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La zona di arrivo al lotto si presenta angusta, slegata dal contesto cittadino, mentre le recinzioni dell’albergo e delle abitazioni private occludono totalmente la vista del giardino sottostante. Per poter dil

atare gli spazi, allargare gli orizzonti e osservare il panorama, l’intervento mira a liberare l’area. Per raggiungere questo risultato la rampa di arrivo è stata abbassata di oltre un metro, ricavando una prima zona che avesse la funzione di filtro tra museo e contesto urbano. Nel salto di quota tra questo livello e l’attuale piano di campagna è stata inserita una vetrata che permette di gettare un primo sguardo sulle sale sottostanti. Nessun volume è stato inserito ad eccezione di una pensilina che protegge gli accessi verticali -ascensore e scale- ai livelli inferiori del complesso espositivo. Superata la copertura in acciaio si giunge ad una sorta di punto panoramico dal quale è possibile affacciarsi sulla corte posta a due livelli sottostanti, sul giardino e sulla campagna circostante. Nella parte terminale del piano è situata un’area per esposizioni temporanee all’aperto.

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università di pisatesi di laurea in ingegneriaedile-architettura 1 vista assonometrica del progetto 2 pianta e sezioni in scala 1:200 a sezione 2-2 b pianta livello superiore c sezione 1-1 legenda localie esposizioni esterne

g giardino z zona di sosta 3 vista assonometrica dell’ingresso al museo nella corte interna 4 vista assonometrica della copertura agli accessi verticali del museo al piano superiore

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Scendendo la prima rampa della scala dal livello superiore, si arriva ad un spazio all’aperto che permette di scegliere fra le tipologie di percorso: entrare nell’area bar, proseguire con la seconda rampa della scala e giungere nella corte sottostante, oppure accedere sulla sinistra alla sala per esposizioni temporanee. Quest’ultima si lega alla sala sottostante, con la stessa destinazione d’uso, tramite un doppio volume. Il visitatore, affacciandosi può intuire come questa parte dell’edificio sia inserita parzialmente sotto il giardino. Intuizione che trova conferma, una volta all’esterno, nelle vetrate poste tra l’erba per illuminare gli ambienti. Aperture che diventeranno ben visibili col calare della notte, quando la luce artificiale degli ambienti sottostanti filtrerà in maniera puntuale ad illuminare il

giardino. In questo modo l

a corte adibita a prato e piantumata con alberature di cipresso, risulta il vero baricentro del museo, mitigando la sensazione di trovarsi sotto terra. Il terreno rimosso sotto l’ex monastero cede il passo alle sale espositive sottostanti che, grazie ad altezze diverse, salti di quota e scorci inusuali, diventano un unico grande spazio articolato.

san miniato, pi sa

università di pisatesi di laurea in ingegneriaedile-architettura 1 vista assonometrica del progetto 2 schemi: a tutti gli ambienti del museo aperti b sala esposizioni temporanee chiusa c sala esposizioni temporanee, sala conferenze chiuse 3 piante e sezioni in scala 1:200 a pianta livello intermedio (Lv -1) b sezione 3-3 c pianta livello inferiore (Lv-2) legenda locali

b bar c c

orte esternad depositoe esposizioni esternep sala esposizioni permanenti t sala esposizioni temporanee

g giardino l loc

ale tecnicom magazzino bar

s spogliatoio dipendenti sc s

ala conferenzeu ufficiowcservizi igienici z zona di sosta 4 vista assonometrica sala esposizioni temporanee del piano intermedio 5 vista assonometrica sala esposizioni permanenti

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correlatore dott. ing. matteo casini

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località san miniato (PI) italia cronologia aprile 2011

relatori prof. arch. antonello boschi prof. ing. francesco leccese 1

Nell’illuminazione museale è importante evitare il riflesso delle sorgenti luminose sulle opere esposte. La mancata schermatura di finestre e lucernari, o l’errato posizionamento dei centri luminosi possono portare non solo ad una cattiva visione dell’oggetto, ma anche al deterioramento del’opera. Tramite una costruzione geometrica, definita zona utile ridotta, si può determinare la presenza di riflessi sui quadri. Le verifiche della zona utile ridotta sono comunemente effettuate conoscendo le dimensioni delle opere da esporre e ricavando la posizione delle luci. Nel caso di ambienti adibiti ad allestimenti temporanei, laddove le opere sono periodicamente sostituite, si è proceduto in modo diverso; decisa una posizione per gli apparecchi si è ricavata l’opera di dimensioni massime -per larghezza e altezza- che è possibile allestire sulle pareti. Tale informazione tornerà utile ai curatori del museo per decidere quali mostre è possibile ospitare nella sala. Per ricavare la larghezza massima delle tele è sufficiente fare un’analisi in pianta sugli ingombri dei visitatori davanti alle opere, fissando una distanza minima di un metro per apprezzare l’opera nel suo insieme e una distanza massima di due metri e quaranta per garantire il passaggio. Per ricavare l’altezza massima si procede invece nel determinare la zona utile ridotta.

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II21°22°31°45° II21°22°I 70°70°

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wc pb 1 esploso assonometrico del progetto 2 pianta in scala 1:100 con possibile percorso di visita per una mostra con quadri e statue nella sala esposizioni temporanee legenda localib banco accettazionec corte esternap sala esposizioni permanenti t sala esposizioni temporaneel locale tecnicoscsala conferenzeu ufficio wc servizi igieniciz zona di sosta 3 piante e sezioni in scala 1:100 a sezione trasversale 2-2 per calcolo zona utile e zona utile ridotta b sezione longitudinale per calcolo zona utile e zona utile ridotta c pianta sala esposizioni temporanee di una mostra con soli quadri 4 vista assonometrica sala conferenze 5 vista assonometrica sala esposizioni temporanee

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