SPAZI ADEGUATI E COMFORT PER CRESCERE BENE
Gli obiettivi di una fase tanto delicata della vita del suinetto sono quelli di limitare la mortalità e di favorire elevate
performance zootecniche.
I benefici di tecniche e attrezzature idonee.
N
egli allevamenti suinicoli italiani è largamente diffuso lo svezzamen- to a 25-28 giorni, che garantisce un adeguato sfruttamento produttivo della scrofa e favorisce un buon accrescimento dei suinetti.La normativa europea per la protezione dei suini, peraltro, ha posto il divieto di separare i suinetti dalla scrofa prima che questi abbia- no compiuto i 28 giorni d'età, a meno che la permanenza presso la madre abbia un effet- to negativo sul benessere o sulla salute dei lattonzoli o della scrofa. Tuttavia i lattonzoli possono essere svezzati al compimento del 21° giorno d’età “qualora siano trasferiti in impianti specializzati che vengano svuotati e accura- tamente puliti e disinfettati prima dell’introduzione di un nuovo gruppo e che siano separati dagli impianti in cui sono tenute le scrofe, in modo da ridurre al minimo i rischi di trasmissione di malat- tie ai piccoli” (punto 3, paragrafo C dell’alle- gato alla direttiva 2001/93/CE). In pratica, lo svezzamento dei suinetti a 21 giorni è ammesso nel caso in cui l’allevamento sia dotato di specifica porcilaia da svezzamento suddivisa in sale, condotta con la tecnica del
“tutto pieno tutto vuoto” (Tptv) e netta- mente separata dalle porcilaie destinate alle scrofe. Lo svezzamento causa stress ai sui- netti in seguito a una serie di eventi sfavore- voli, fra i quali si ricordano la separazione dalla madre, la privazione del capezzolo ma- terno, il cambiamento nel tipo di alimenta- zione e lo spostamento in un altro settore dell'allevamento. Al fine di limitare gli effetti negativi di tali eventi risulta molto impor- tante la creazione di un ambiente fisico e sociale ottimale, valutando attentamente sia i parametri termo-igrometrici e il ricambio d'aria, sia le esigenze di superficie disponibi- le per capo e di spazio alla mangiatoia.
I gruppi di suinetti devono essere il più possibile omogenei, preferibilmente com- posti da soggetti provenienti dalla stessa nidiata; in questo modo le lotte per la defi- nizione della scala gerarchica si esauriscono nel giro di poche ore e si riducono le perdite di suinetti. Gli obiettivi della fase di svezza- mento sono quelli di limitare la mortalità e di favorire elevate performance zootecni-
che. Dati di riferimento validi per molti allevamenti suinicoli italiani indicano tempi medi di 60-65 giorni dalla nascita ai 20 kg di peso vivo e di 80-90 giorni dalla nascita ai 30 kg di peso vivo, con accrescimenti medi giornalieri di circa 400 g/giorno dallo svez- zamento ai 20 kg e di circa 420 g/giorno dallo svezzamento ai 30 kg.
È molto importante il rispetto delle esigen- ze minime di spazio per suinetto, in quanto gabbie sovraffollate causano un peggiora- mento delle performance e un aumento del nervosismo e dell'aggressività all'interno del gruppo, con possibile scatenamento di patologie (malattia delle orecchie, morsica- tura della coda).
La conduzione a Tptv risulta essenziale per il settore di svezzamento; in queste condi- zioni i suinetti immessi in una sala presenta- no più o meno la stessa età e hanno il medesimo sviluppo, cosa che consente di mantenere i parametri ambientali ai livelli ottimali per le diverse fasi di crescita. È stato ampiamente dimostrato, inoltre, che i di Paolo Rossi, Alessandro
Gastaldo
g Foto 1 Sala da svezzamento con gabbie tipo flatdeck (archivio Crpa).
suinetti svezzati a 3-4 settimane, in un mo- mento nel quale i sistemi immunitari non sono completamente sviluppati, traggono grande beneficio nell’essere trasferiti in sale di post-svezzamento accuratamente pulite, asciutte e con temperatura ottimale.
Al termine di ogni ciclo di occupazione, quindi, si deve provvedere allo svuotamen-
to completo delle vasche liquami eventual- mente presenti sotto il pavimento grigliato, a un accurato lavaggio e alla disinfezione della sala; deve poi seguire un periodo di vuoto sanitario non inferiore a 4¸5 giorni.
Tecniche di stabulazione
I suinetti in svezzamento sono sempre alle-
vati in gruppo, ma l’organizzazione del set- tore può variare per la durata del periodo e per il tipo di attrezzature impiegate. Le tecniche di stabulazione oggi adottate sono le seguenti:
n gabbie tipo flat-deck
n box parto-svezzamento
n box a pavimento grigliato
abbeveratoio a bottone sovrastante.
Negli ultimi anni è aumentato l’interesse nei confronti dell’alimentazione liquida anche per questa fase d’allevamen- to; il motivo risiede nella possibilità di alimentare a liquido i suini per tutto il ciclo d’allevamento, eliminando i traumatici cambi di alimentazione da liquido a secco fra maternità e svezzamento e da secco a liquido fra svezzamento o accrescimento e ingrasso, con benefici in termini di salute dei soggetti e di performance zootecniche.
Gli impianti proposti di recente sono essenzialmente di due tipi: quelli che prevedono il trasporto dell’alimento secco e dell’acqua su linee separate e la loro miscelazione a livello dei truogoli o di particolari tramogge miscelatrici e quelli che prevedono, invece, una vasca di preparazione e distribuzione con trasporto della broda tramite tubazioni e calate. Il consumo dell’acqua di bevanda da parte dei suinetti aumenta rapida- mente con l’inizio dell’assunzione dei mangimi prestarter. I fabbisogni medi giornalieri, per suinetti in svezzamento dai 6 ai 25 kg di peso, variano da 1 a 5 l/capo.
La somministrazione dell’acqua avviene, nella generalità dei casi, trami- te abbeveratoi a imbocco con una portata di circa 1 l/min.
Di regola l’abbeveratoio è installato sul lato opposto a quello della mangiatoia, ai fini di favorire la turnazione dei suinetti all’alimento e l’occupazione più uniforme della gabbia o del box. In presenza di pavi- mentazione parzialmente fessurata, gli abbeveratoi devono essere col- locati in corrispondenza della zona fessurata.
L’alimento può essere somministrato in forma secca (farina o pellet) o in forma liquida (pastone).
La distribuzione a secco è la forma tradizionale di alimentazione nel settore di svezzamento e viene realizzata con sistemi manuali o meccanici, in mangiatoie multiposto a tramoggia d’acciaio inox, lamiera zincata o plasti- ca.
La distribuzione manuale con carrello è ancora adottata, soprattutto negli allevamenti di dimensione media, in quanto non comporta un eccessivo aggravio di manodopera, assicura il controllo dei suinetti e permette l’agevole somministrazione di mangime medicato a singole nidiate.
La distribuzione automatica è effettuata con sistemi a rosario o a spirale che prevedono singole calate, dotate di saracinesca, in grado di rifornire 2 o 3 mangiatoie; è una tecnologia abbastanza diffusa nelle realizzazioni più recenti che prevedono la disposizione in serie delle sale e delle gabbie.
In alternativa alle tradizionali tramogge multiposto si possono adottare mangiatoie monoposto con paletta dosatrice del mangime azionata dai suini ed abbeveratoio incorporato (tramogge “mangia e bevi”). Altre tipologie innovative di tramoggia consentono al suinetto di alimentarsi a secco oppure di farsi la “zuppa”, grazie alla presenza di un piatto dispensatore di mangime secco e di mangiatoie a vaschetta laterali con
ALIMENTAZIONE E ACQUA DI BEVANDA
g Foto 2 Box da svezzamento con pavimento parzial
mente grigliato (fonte Schauer). g Foto 3 Porcilaia prefabbricata per svezzamento (archivio Crpa).
Suinicoltura– n. 12 dicembre 2008
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SPAZI ADEGUATI E COMFORT PER CRESCERE BENE
Gli obiettivi di una fase tanto delicata della vita del suinetto sono quelli di limitare la mortalità e di favorire elevate
performance zootecniche.
I benefici di tecniche e attrezzature idonee.
N
egli allevamenti suinicoli italiani è largamente diffuso lo svezzamen- to a 25-28 giorni, che garantisce un adeguato sfruttamento produttivo della scrofa e favorisce un buon accrescimento dei suinetti.La normativa europea per la protezione dei suini, peraltro, ha posto il divieto di separare i suinetti dalla scrofa prima che questi abbia- no compiuto i 28 giorni d'età, a meno che la permanenza presso la madre abbia un effet- to negativo sul benessere o sulla salute dei lattonzoli o della scrofa. Tuttavia i lattonzoli possono essere svezzati al compimento del 21° giorno d’età “qualora siano trasferiti in impianti specializzati che vengano svuotati e accura- tamente puliti e disinfettati prima dell’introduzione di un nuovo gruppo e che siano separati dagli impianti in cui sono tenute le scrofe, in modo da ridurre al minimo i rischi di trasmissione di malat- tie ai piccoli” (punto 3, paragrafo C dell’alle- gato alla direttiva 2001/93/CE). In pratica, lo svezzamento dei suinetti a 21 giorni è ammesso nel caso in cui l’allevamento sia dotato di specifica porcilaia da svezzamento suddivisa in sale, condotta con la tecnica del
“tutto pieno tutto vuoto” (Tptv) e netta- mente separata dalle porcilaie destinate alle scrofe. Lo svezzamento causa stress ai sui- netti in seguito a una serie di eventi sfavore- voli, fra i quali si ricordano la separazione dalla madre, la privazione del capezzolo ma- terno, il cambiamento nel tipo di alimenta- zione e lo spostamento in un altro settore dell'allevamento. Al fine di limitare gli effetti negativi di tali eventi risulta molto impor- tante la creazione di un ambiente fisico e sociale ottimale, valutando attentamente sia i parametri termo-igrometrici e il ricambio d'aria, sia le esigenze di superficie disponibi- le per capo e di spazio alla mangiatoia.
I gruppi di suinetti devono essere il più possibile omogenei, preferibilmente com- posti da soggetti provenienti dalla stessa nidiata; in questo modo le lotte per la defi- nizione della scala gerarchica si esauriscono nel giro di poche ore e si riducono le perdite di suinetti. Gli obiettivi della fase di svezza- mento sono quelli di limitare la mortalità e di favorire elevate performance zootecni-
che. Dati di riferimento validi per molti allevamenti suinicoli italiani indicano tempi medi di 60-65 giorni dalla nascita ai 20 kg di peso vivo e di 80-90 giorni dalla nascita ai 30 kg di peso vivo, con accrescimenti medi giornalieri di circa 400 g/giorno dallo svez- zamento ai 20 kg e di circa 420 g/giorno dallo svezzamento ai 30 kg.
È molto importante il rispetto delle esigen- ze minime di spazio per suinetto, in quanto gabbie sovraffollate causano un peggiora- mento delle performance e un aumento del nervosismo e dell'aggressività all'interno del gruppo, con possibile scatenamento di patologie (malattia delle orecchie, morsica- tura della coda).
La conduzione a Tptv risulta essenziale per il settore di svezzamento; in queste condi- zioni i suinetti immessi in una sala presenta- no più o meno la stessa età e hanno il medesimo sviluppo, cosa che consente di mantenere i parametri ambientali ai livelli ottimali per le diverse fasi di crescita. È stato ampiamente dimostrato, inoltre, che i di Paolo Rossi, Alessandro
Gastaldo
g Foto 1 Sala da svezzamento con gabbie tipo flatdeck (archivio Crpa).
suinetti svezzati a 3-4 settimane, in un mo- mento nel quale i sistemi immunitari non sono completamente sviluppati, traggono grande beneficio nell’essere trasferiti in sale di post-svezzamento accuratamente pulite, asciutte e con temperatura ottimale.
Al termine di ogni ciclo di occupazione, quindi, si deve provvedere allo svuotamen-
to completo delle vasche liquami eventual- mente presenti sotto il pavimento grigliato, a un accurato lavaggio e alla disinfezione della sala; deve poi seguire un periodo di vuoto sanitario non inferiore a 4¸5 giorni.
Tecniche di stabulazione
I suinetti in svezzamento sono sempre alle-
vati in gruppo, ma l’organizzazione del set- tore può variare per la durata del periodo e per il tipo di attrezzature impiegate.
Le tecniche di stabulazione oggi adottate sono le seguenti:
n gabbie tipo flat-deck
n box parto-svezzamento
n box a pavimento grigliato
abbeveratoio a bottone sovrastante.
Negli ultimi anni è aumentato l’interesse nei confronti dell’alimentazione liquida anche per questa fase d’allevamen- to; il motivo risiede nella possibilità di alimentare a liquido i suini per tutto il ciclo d’allevamento, eliminando i traumatici cambi di alimentazione da liquido a secco fra maternità e svezzamento e da secco a liquido fra svezzamento o accrescimento e ingrasso, con benefici in termini di salute dei soggetti e di performance zootecniche.
Gli impianti proposti di recente sono essenzialmente di due tipi: quelli che prevedono il trasporto dell’alimento secco e dell’acqua su linee separate e la loro miscelazione a livello dei truogoli o di particolari tramogge miscelatrici e quelli che prevedono, invece, una vasca di preparazione e distribuzione con trasporto della broda tramite tubazioni e calate.
Il consumo dell’acqua di bevanda da parte dei suinetti aumenta rapida- mente con l’inizio dell’assunzione dei mangimi prestarter. I fabbisogni medi giornalieri, per suinetti in svezzamento dai 6 ai 25 kg di peso, variano da 1 a 5 l/capo.
La somministrazione dell’acqua avviene, nella generalità dei casi, trami- te abbeveratoi a imbocco con una portata di circa 1 l/min.
Di regola l’abbeveratoio è installato sul lato opposto a quello della mangiatoia, ai fini di favorire la turnazione dei suinetti all’alimento e l’occupazione più uniforme della gabbia o del box. In presenza di pavi- mentazione parzialmente fessurata, gli abbeveratoi devono essere col- locati in corrispondenza della zona fessurata.
L’alimento può essere somministrato in forma secca (farina o pellet) o in forma liquida (pastone).
La distribuzione a secco è la forma tradizionale di alimentazione nel settore di svezzamento e viene realizzata con sistemi manuali o meccanici, in mangiatoie multiposto a tramoggia d’acciaio inox, lamiera zincata o plasti- ca.
La distribuzione manuale con carrello è ancora adottata, soprattutto negli allevamenti di dimensione media, in quanto non comporta un eccessivo aggravio di manodopera, assicura il controllo dei suinetti e permette l’agevole somministrazione di mangime medicato a singole nidiate.
La distribuzione automatica è effettuata con sistemi a rosario o a spirale che prevedono singole calate, dotate di saracinesca, in grado di rifornire 2 o 3 mangiatoie; è una tecnologia abbastanza diffusa nelle realizzazioni più recenti che prevedono la disposizione in serie delle sale e delle gabbie.
In alternativa alle tradizionali tramogge multiposto si possono adottare mangiatoie monoposto con paletta dosatrice del mangime azionata dai suini ed abbeveratoio incorporato (tramogge “mangia e bevi”). Altre tipologie innovative di tramoggia consentono al suinetto di alimentarsi a secco oppure di farsi la “zuppa”, grazie alla presenza di un piatto dispensatore di mangime secco e di mangiatoie a vaschetta laterali con
ALIMENTAZIONE E ACQUA DI BEVANDA
g Foto 2 Box da svezzamento con pavimento parzial
mente grigliato (fonte Schauer). g Foto 3 Porcilaia prefabbricata per svezzamento (archivio Crpa).
n box a lettiera
n strutture da svezzamento esterne.
Gabbia tipo flat-deck
La gabbia flat-deck (a un solo piano) è sicura- mente la tipologia d'attrezzatura più diffu- sa, perché consente una sensibile riduzione dei tempi di lavoro e ottimi accrescimenti
degli animali. Prevede pavimento grigliato e divisori in tubolari o tondini metallici ed è idonea ad ospitare suinetti dai 5-6 kg sino ai 20-30 kg di peso vivo (foto 1).
Una delle quattro pareti della gabbia è occu- pata totalmente o parzialmente dalla man- giatoia a tramoggia per l’alimentazione sec- ca ad libitum, con ingombro preferibilmente
esterno alla gabbia stessa. Le gabbie, di norma, consentono l'assemblaggio in serie mediante imbullonamento o incastro.
La forma e le dimensioni della gabbia flat- deck variano nei diversi modelli disponibili sul mercato anche se, in pratica, le tipologie oggi più diffuse sono essenzialmente due: la gabbia rettangolare con dimensioni medie di 1x2 m e quella quadrata con lato di 1,5 m.
In base alla normativa vigente, la superficie libera disponibile per suinetti fino a 20 kg di peso vivo è pari a 0,2 m2; quindi, le gabbie del tipo descritto sono adatte a ospitare, rispettivamente, fino a un massimo di 10 e di 11 suinetti di peso non superiore ai 20 kg.
Box parto-svezzamento
Questa soluzione prevede la permanenza dei suinetti nel box parto dopo l'allontana- mento della scrofa, fino a pesi di circa 14-20 kg; per questo il box deve essere dotato di particolari accorgimenti che lo distinguono dal tradizionale box parto-allattamento.
Gli elementi di contenzione della scrofa devono essere mobili, di norma ribaltabili o apribili lateralmente, per permettere la libe- ra circolazione dei suinetti dopo lo svezza- mento e per facilitare le operazioni di cattu- ra degli animali.
Il pavimento è di norma totalmente griglia- to, con adozione dei tondini d'acciaio, delle barrette triangolari d'acciaio o dei pannelli in plastica.
La notevole variazione delle dimensioni dei suinetti durante il periodo di occupazione del box richiede un abbeveratoio con dop- pia erogazione o ad altezza regolabile se del tipo a succhiotto.
La mangiatoia a tramoggia viene introdotta al momento dello svezzamento in sostitu- zione di quella più piccola impiegata per la somministrazione del mangime prestarter ai lattonzoli.
I box parto-svezzamento sono in genere del tipo con scrofa disposta diagonalmente, con ingombro totale di 2-2,1 x 1,6-1,8 m.
La tecnica del parto-svezzamento presenta indubbi vantaggi in termini di minore mor- talità e di maggior accrescimento dei suinet- ti; inoltre, si riducono le richieste di lavoro g Fig.1 .Schema di porcilaia per svezzamento con box a lettiera di paglia
(archivio Crpa).
Tab. 1 - Allevamento del suinetto dalla nascita ai 20 kg di peso vivo: confronto fra due soluzioni organizzative
Parametri Soluzioni
P+S PS
Periodo di accrescimento dalla nascita ai 20 kg di peso vivo (d) 63 60 Periodo totale di vuoto sanitario per ogni ciclo completo (d) 16 5 Periodo totale di occupazione dei settori per ogni ciclo completo (d) 84 70
Numero box P o PS 78 129
Numero posti S 720 0
Superficie coperta indicativa (m2):
per settore P o PS 460 760
per settore S 290 0
totale 750 760
Costo di ostruzione indicativo (€):
per settore P o PS 289.000 478.000
per settore S 187.000 0
totale 476.000 478.000
P=parto; S=svezzamento; PS=parto-svezzamento. (252 scrofe in ciclo, svezzamento a 28 giorni)
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Suinicoltura– n. 12 dicembre 2008 per le operazioni di spostamento degli ani-mali e di lavaggio e disinfezione delle sale a fine ciclo.
Il costo di questi box è indubbiamente su- periore rispetto alle gabbie flat-deck, ma la valutazione del costo d'investimento deve tenere conto dell'organizzazione comples- siva dei settori di maternità e svezzamento e dei tempi di occupazione che determinano i numeri di box e di gabbie necessari.
Nella tabella 1 si riporta un confronto fra differenti impostazioni della fase d'alleva- mento del suinetto compresa fra la nascita e il post-svezzamento.
Box a pavimento grigliato
I suinetti svezzati possono essere ospitati in box in grado di contenere da 2 a 4 nidiate; il rimescolamento anticipato dei giovani suini sembra essere meno stressante per gli animali rispetto a rimescolamenti più tardivi e agevo- la, quindi, il successivo trasferimento nei set- tori di accrescimento-ingrasso. Quest'ultimo aspetto, fra l'altro, è richiamato dall’allegato alla direttiva 2001/93/Ce laddove si dice che
“Qualora si debbano mescolare suini che non si conoscono, occorre farlo il prima possibile, di preferen- za prima dello svezzamento o entro una settimana dallo svezzamento”.
Il box a pavimento totalmente o parzialmen- te grigliato (foto 2) utilizzato per lo svezza- mento è assimilabile ai box impiegati per la successiva fase di accrescimento; di fatto, questo box non è altro che una gabbia flat- deck di maggiori dimensioni, che consente di ospitare 15-40 suinetti. A ciascun capo del peso finale massimo di 30 kg deve essere garantita una superficie utile di 0,3-0,32 m2su pavimento integralmente grigliato e di 0,36- 0,38 m2su pavimento parzialmente grigliato.
Nelle tipologie di box a pavimento parzial- mente grigliato è possibile prevedere il riscal- damento a pavimento, con serpentine a ricir- colo di acqua calda, nella porzione di pavi- mento pieno, di norma collocata verso il centro della porcilaia; in talune soluzioni la pavimentazione piena è posta nella parte cen- trale del box, racchiusa fra due zone a grigliato.
Di recente sono state proposte piccole por- cilaie prefabbricate per lo svezzamento dei
suinetti in box a pavimento grigliato. Que- ste strutture (foto 3), fornite in kit di mon- taggio e dal costo competitivo rispetto a porcilaie tradizionali, prevedono struttura portante d’acciaio, tamponamenti e coper- tura in pannelli prefabbricati coibentati con superfici perfettamente pulibili e impianto coordinato di ventilazione e riscaldamento artificiali, con dispositivo per la ventilazio- ne di soccorso in caso di black out.
Box a lettiera
Soluzioni diffuse soprattutto nel Centro e Nord Europa prevedono box con zone più o meno ampie a lettiera, che favoriscono il benessere degli animali e consentono una limitazione della produzione di liquami.
Queste soluzioni sono spesso inserite in edifici parzialmente aperti e non coibentati e prevedono la lettiera di paglia nella zona di riposo-esercizio, mentre la zona di ali- mentazione viene realizzata su pavimento pieno sopraelevato; le due aree sono colle- gate mediante una rampa o un gradino.
È possibile prevedere, in un settore dell'area a lettiera, un pannello orizzontale sospeso che crea una nicchia protetta nella quale gli animali, durante la stagione fredda, possono trovare un ambiente termicamen- te più confortevole rispetto a quello delle altre zone del box. La presenza della lettie- ra, comunque, è già sufficiente ad abbassare la temperatura critica inferiore dei suinetti
rispetto a soluzioni a pavimento grigliato:
secondo Brumm e Reese (1996) l’aggiunta di uno strato di paglia di circa 25 mm di spessore equivale ad un aumento della tem- peratura a livello degli animali di circa 4°C.
Una diversa configurazione del box preve- de l’area di alimentazione-riposo a pavi- mentazione piena e la zona a lettiera posta ad un livello inferiore (figura 1); nella zona priva di lettiera può essere prevista una nicchia ad altezza regolabile, anche dotata di lampade per il riscaldamento localizzato (foto 5). La gestione della lettiera prevede, di norma, l’aggiunta di paglia ogni 1-2 setti- mane, in corrispondenza dell’asportazione della lettiera esausta; l’operazione può esse- re eseguita agevolmente se si prevedono cancelli in grado di chiudere momentanea- mente i suinetti nella zona di riposo. La superficie da assegnare a ciascun suinetto del peso finale di 30 kg è pari a 0,45-0,5 m2e in ogni box possono essere ospitati fino a un massimo di 70 capi.
Strutture per esterno
Le soluzioni stabulative per lo svezzamento che non fanno uso di edifici sono di vario tipo e vengono utilizzate, in genere, negli allevamenti suinicoli all’aperto; ragioni eco- nomiche o di opportunità, tuttavia, posso- no consigliarne l’impiego anche negli alle- vamenti intensivi, in alternativa alle tipolo- gie tradizionali di svezzamento al chiuso.
g Foto 4 Porcilaia da svezzamento con box a lettiera e nicchia riscaldata (archivio Crpa).
(Freriks, 1987). Ciascuna unità è suddivisa in due aree, di cui una è coperta e adibita a zona di riposo mentre l’altra, scoperta, è adibita a zona di alimentazione, abbeverata e defecazione.
L’area esterna scoperta può essere a pavi- mentazione grigliata e presentare dimensio- ni analoghe a quelle dell’area coperta; in alternativa, può disporre di fondo in terra e lettiera di paglia e presentare una superficie doppia rispetto alla prima soluzione. Gli abbeveratoi del tipo a succhiotto sono in- stallati nell’area scoperta.
Una diversa soluzione per lo svezzamento è costituita da capannine realizzate in vetro- resina o in lamiera d’acciaio zincata e coi- bentata, provviste anteriormente di un’area a cielo aperto con pavimentazione grigliata e divisori pieni (foto 6). La capannina può
g Foto 5 Capannina da svezzamento in batteria con area esterna fessurata (fonte Fon
tana).
prevedere una pavimentazione in legno, oppure essere del tipo senza fondo da uti- lizzarsi con abbondante lettiera di paglia. Gli abbeveratoi, a succhiotto o a tazzetta, sono installati nel parchetto esterno. La somministrazione dell’alimento avviene al- l’interno della capannina, in mangiatoie a tramoggia installate sul tamponamento po- steriore e rifornite dall’esterno, mediante il sollevamento del coperchio di protezione. Generalmente le capannine dispongono di sportelli laterali o di camini regolabili per favorire la ventilazione naturale, soprattut- to durante la stagione estiva.
In taluni casi queste strutture da svezza- mento vengono poste in serie al di sotto di tettoie, al fine di evitare la raccolta di acqua piovana nelle fosse sotto grigliato.
Gli autori sono del Crpa spa, Reggio Emilia La soluzione inglese, nota come piglet bunga-
low, prevede l’alloggiamento dei suinetti dai 6 ai 35 kg di peso in unità modulari da disporre in serie direttamente sul terreno
per le operazioni di spostamento degli ani- mali e di lavaggio e disinfezione delle sale a fine ciclo.
Il costo di questi box è indubbiamente su- periore rispetto alle gabbie flat-deck, ma la valutazione del costo d'investimento deve tenere conto dell'organizzazione comples- siva dei settori di maternità e svezzamento e dei tempi di occupazione che determinano i numeri di box e di gabbie necessari.
Nella tabella 1 si riporta un confronto fra differenti impostazioni della fase d'alleva- mento del suinetto compresa fra la nascita e il post-svezzamento.
Box a pavimento grigliato
I suinetti svezzati possono essere ospitati in box in grado di contenere da 2 a 4 nidiate; il rimescolamento anticipato dei giovani suini sembra essere meno stressante per gli animali rispetto a rimescolamenti più tardivi e agevo- la, quindi, il successivo trasferimento nei set- tori di accrescimento-ingrasso. Quest'ultimo aspetto, fra l'altro, è richiamato dall’allegato alla direttiva 2001/93/Ce laddove si dice che
“Qualora si debbano mescolare suini che non si conoscono, occorre farlo il prima possibile, di preferen- za prima dello svezzamento o entro una settimana dallo svezzamento”.
Il box a pavimento totalmente o parzialmen- te grigliato (foto 2) utilizzato per lo svezza- mento è assimilabile ai box impiegati per la successiva fase di accrescimento; di fatto, questo box non è altro che una gabbia flat- deck di maggiori dimensioni, che consente di ospitare 15-40 suinetti. A ciascun capo del peso finale massimo di 30 kg deve essere garantita una superficie utile di 0,3-0,32 m2su pavimento integralmente grigliato e di 0,36- 0,38 m2su pavimento parzialmente grigliato.
Nelle tipologie di box a pavimento parzial- mente grigliato è possibile prevedere il riscal- damento a pavimento, con serpentine a ricir- colo di acqua calda, nella porzione di pavi- mento pieno, di norma collocata verso il centro della porcilaia; in talune soluzioni la pavimentazione piena è posta nella parte cen- trale del box, racchiusa fra due zone a grigliato.
Di recente sono state proposte piccole por- cilaie prefabbricate per lo svezzamento dei
suinetti in box a pavimento grigliato. Que- ste strutture (foto 3), fornite in kit di mon- taggio e dal costo competitivo rispetto a porcilaie tradizionali, prevedono struttura portante d’acciaio, tamponamenti e coper- tura in pannelli prefabbricati coibentati con superfici perfettamente pulibili e impianto coordinato di ventilazione e riscaldamento artificiali, con dispositivo per la ventilazio- ne di soccorso in caso di black out.
Box a lettiera
Soluzioni diffuse soprattutto nel Centro e Nord Europa prevedono box con zone più o meno ampie a lettiera, che favoriscono il benessere degli animali e consentono una limitazione della produzione di liquami.
Queste soluzioni sono spesso inserite in edifici parzialmente aperti e non coibentati e prevedono la lettiera di paglia nella zona di riposo-esercizio, mentre la zona di ali- mentazione viene realizzata su pavimento pieno sopraelevato; le due aree sono colle- gate mediante una rampa o un gradino.
È possibile prevedere, in un settore dell'area a lettiera, un pannello orizzontale sospeso che crea una nicchia protetta nella quale gli animali, durante la stagione fredda, possono trovare un ambiente termicamen- te più confortevole rispetto a quello delle altre zone del box. La presenza della lettie- ra, comunque, è già sufficiente ad abbassare la temperatura critica inferiore dei suinetti
rispetto a soluzioni a pavimento grigliato:
secondo Brumm e Reese (1996) l’aggiunta di uno strato di paglia di circa 25 mm di spessore equivale ad un aumento della tem- peratura a livello degli animali di circa 4°C.
Una diversa configurazione del box preve- de l’area di alimentazione-riposo a pavi- mentazione piena e la zona a lettiera posta ad un livello inferiore (figura 1); nella zona priva di lettiera può essere prevista una nicchia ad altezza regolabile, anche dotata di lampade per il riscaldamento localizzato (foto 5). La gestione della lettiera prevede, di norma, l’aggiunta di paglia ogni 1-2 setti- mane, in corrispondenza dell’asportazione della lettiera esausta; l’operazione può esse- re eseguita agevolmente se si prevedono cancelli in grado di chiudere momentanea- mente i suinetti nella zona di riposo. La superficie da assegnare a ciascun suinetto del peso finale di 30 kg è pari a 0,45-0,5 m2e in ogni box possono essere ospitati fino a un massimo di 70 capi.
Strutture per esterno
Le soluzioni stabulative per lo svezzamento che non fanno uso di edifici sono di vario tipo e vengono utilizzate, in genere, negli allevamenti suinicoli all’aperto; ragioni eco- nomiche o di opportunità, tuttavia, posso- no consigliarne l’impiego anche negli alle- vamenti intensivi, in alternativa alle tipolo- gie tradizionali di svezzamento al chiuso.
g Foto 4 Porcilaia da svezzamento con box a lettiera e nicchia riscaldata (archivio Crpa).
(Freriks, 1987). Ciascuna unità è suddivisa in due aree, di cui una è coperta e adibita a zona di riposo mentre l’altra, scoperta, è adibita a zona di alimentazione, abbeverata e defecazione.
L’area esterna scoperta può essere a pavi- mentazione grigliata e presentare dimensio- ni analoghe a quelle dell’area coperta; in alternativa, può disporre di fondo in terra e lettiera di paglia e presentare una superficie doppia rispetto alla prima soluzione. Gli abbeveratoi del tipo a succhiotto sono in- stallati nell’area scoperta.
Una diversa soluzione per lo svezzamento è costituita da capannine realizzate in vetro- resina o in lamiera d’acciaio zincata e coi- bentata, provviste anteriormente di un’area a cielo aperto con pavimentazione grigliata e divisori pieni (foto 6). La capannina può
g Foto 5 Capannina da svezzamento in batteria con area esterna fessurata (fonte Fon
tana).
prevedere una pavimentazione in legno, oppure essere del tipo senza fondo da uti- lizzarsi con abbondante lettiera di paglia.
Gli abbeveratoi, a succhiotto o a tazzetta, sono installati nel parchetto esterno. La somministrazione dell’alimento avviene al- l’interno della capannina, in mangiatoie a tramoggia installate sul tamponamento po- steriore e rifornite dall’esterno, mediante il sollevamento del coperchio di protezione.
Generalmente le capannine dispongono di sportelli laterali o di camini regolabili per favorire la ventilazione naturale, soprattut- to durante la stagione estiva.
In taluni casi queste strutture da svezza- mento vengono poste in serie al di sotto di tettoie, al fine di evitare la raccolta di acqua piovana nelle fosse sotto grigliato.
Gli autori sono del Crpa spa, Reggio Emilia La soluzione inglese, nota come piglet bunga-
low, prevede l’alloggiamento dei suinetti dai 6 ai 35 kg di peso in unità modulari da disporre in serie direttamente sul terreno