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ATTI DEL CAPITOLO SUPERIORE

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ATTI DEL CAPITOLO SUPERIORE

Torino, 24 giugno 1949.

Figliuoli carissim i in Gesù Cristo,

1. - Per le Case dell'em isfero settentrionale s i in izia l'epoca delle vacanze dei giovani. Sono certo che i Direttori avranno fa tto di tutto per prem unirli contro ta n ti nem ici che attentano alla loro virtù. È necessario non dimenticare a questo proposito le disposizioni e tradizioni nostre, tra le quali la lettera da presen­

tarsi al Parroco e da riportarsi firmata ritornando in collegio.

A i giovani delle Compagnie e dell'A zione Cattolica devono darsi pratiche direttive, perchè possano compiere opere di apostolato.

M olti Direttori, nel periodo delle vacanze, inviano fogliettini speciali agli a lu n n i comunicando notizie, interessandoli in spe­

ciali esercitazioni, ma soprattutto dando loro consigli, norme, esortazioni per preservarli dal male e renderli apostoli di buon esempio. Questi contatti epistolari producono u n gran bene.

2. - A nche ai confratelli s i devono dedicare cure speciali nel periodo delle vacanze. A lc u n i avranno bisogno di riposo e gl'Ispet- tori e Direttori facciano in modo di procurarlo loro o nella casa di residenza o in altre dell'Ispettoria.

E qui credo bene ricordare che negli a n ni, che seguirono im m e­

diatamente la guerra, vi fu una relativa larghezza nel concedere andate in fam iglia, perchè tutto era stato sconvolto dall'im m ane cataclisma. Ora però si deve ritornare alla vita normale e le v i­

site ai parenti devono essere concesse solo per m otivi, giudicati gravi dall'Ispettore; in ogni caso poi la perm anenza non deve oltrepassare i quindici giorni. S i ricordi che solo l'Ispettore può concedere tali permessi; m a egli pure non può prescindere dalle

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tassative disposizioni date, che gravano sulla sua coscienza. Stiam o attenti agli abusi: essi porterebbero la nostra Società alla rovina.

Chiunque p o i, per gravi m otivi, dovesse recarsi presso i pa­

renti s i diporti i n modo tale da essere motivo di buon esempio e nel frattem po si dia attorno per trovare qualche buon aspirante chierico o coadiutore: anche in questo im itiam o S. Giovanni Bosco.

3. - N el periodo delle vacanze i Soci devono avere la comodità e la sorte di fare gli E sercizi S p iritu a li. I Direttori e gl'Ispettori facciano in modo che tu tti senz'eccezione possano godere di una grazia tanto im portante. A tal fine si pensi per tem po a combinare la partecipazione dei confratelli alla m u ta che possa loro mag­

giormente convenire.

Durante gli E sercizi s i ripassino diligentemente le cerimonie, per servire e per celebrare la santa Messa. I l contegno edificante del nostro Padre all'altare sia sempre presente a noi su oi figli.

È im m enso il bene che possiam o fare anche solo col nostro devoto contegno nel compiere le diverse pratiche di pietà.

Id d io allontani dalla nostra Società quell'atteggiamento di al­

tezzosa sufficienza, per non dire di noncuranza, da parte di taluni, fortunatam ente non salesiani, i quali, con la pretesa di volersi dedicare a opere grandi, incom inciano con condannare all'ostra- cismo tante piccole cose, che costituiscono appunto le linee ca­

ratteristiche e fisionomiche della vita cristiana e religiosa. I pre­

tenziosi iconoclasti riusciranno forse talvolta a scalfire e deturpare qualcosa, ma non sono essi di certo di quella schiatta di costrut­

tori, che Id d io ha scelto per l'erezione e lo sviluppo delle sue opere.

« Trattandosi di Dio, e delle cose che lo riguardano, io non so — diceva il grande papa P io X I — se v i siano delle cose piccole! ».

A tte n ti perciò, figliuoli carissim i, attenti per amor di D io e del nostro grande padre, sa n Giovanni Bosco.

N ell'ormai lungo periodo della m ia esistenza v id i sorgere, spe­

cialmente dopo le guerre, qua e colà di tempo in tem po di codesti novatori con la pretesa di riform atori: tu tti ebbero l'identica triste fine.

N ella dottrina e nella tradizione della Chiesa, come nelle nostre Costituzioni e tradizioni vi sono ta n ti tesori di vitalità apostolica e di nuove espressioni di zelo adatte alle singole epoche e ad even­

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tuali necessità, che non avremo m ai bisogno di andare alla ricerca di cisterne dissipate.

N on lasciatevi lusingare da certe voci di sirene, che trascinano alla perdizione e alla morte.

V i esorto a meditare su queste cose, specialmente nei giorni degli E sercizi. Rileggete le ispirate pagine che Don Bosco volle fossero come il preludio delle nostre Costituzioni: là è il cuore del P adre, là è la vita e lo sviluppo della nostra Società.

Ciò che ci rende grandi davanti al mondo, fecondi di opere e di vocazioni, richiesti in ogni regione, è proprio lo spirito del nostro P adre, che ci appare sempre più grande a m isura che se­

ne approfondiscono le virtù, le norme e le direttive sapienti.

N ei giorni degli E sercizi studiam o il nostro grande Modello, promettiamo al Padre fedeltà indefettibile e soprattutto imitiamolo.

Invoco su voi tutti le più copiose benedizioni, mentre raccom an­

dandomi alle vostre preghiere mi professo

aff .mo in G. e M.

Sac. PIETRO R ICALDONE

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