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Presentazione del Diario veneto dell’unione all’Italia Treviso, 20 ottobre 2016

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Tina Cupani_ Segretaria Cisl Scuola Veneto

Presentazione del Diario veneto dell’unione all’Italia

Treviso, 20 ottobre 2016

Ringrazio a nome del sindacato Cisl Scuola del Veneto tutti i presenti a questa bella iniziativa che ci vede insieme alla Cisl del Veneto quali “co-editori” del Diario veneto dell’unione all’Italia.

Mi sia concessa una particolare soddisfazione per il fatto che anche questo Diario è stato curato da un nostro iscritto, il prof. Mauro Pitteri.

Abbiamo partecipato a questo progetto con la consapevolezza che il sindacato dei lavoratori della scuola, di coloro cioè a cui è affidata una parte importante della educazione e della istruzioni dei nostri giovani, non poteva essere assente.

Ai maestri, ai buoni maestri, è stato infatti affidato il compito di costruire nel periodo risorgimentale e dell’unità d’Italia l’identità degli italiani; poi, con la Repubblica, l’identità dei cittadini italiani.

Alcuni storici affermano che questa identità si è costruire nelle trincee del Piave, dove operai e contadini delle diverse parti della penisola si sono per la prima volta conosciuti. Questo è indubbiamente vero, come lo è il fatto che la televisione degli anni ’50 ha dato un suo grande contributo.

Ritengo però che questa opera educativa sia stata svolta soprattutto nei banchi di scuola. Dai maestri e dalle maestre e dai professori.

L’unione all’Italia ha permesso al Veneto di entrare a pieno titolo nella riforma Casati del 1859.

Alle urne si recarono quasi tutti gli aventi diritto: la maggioranza di loro non sapeva leggere perché il Veneto era privo di scuole diffuse, la gran parte dei contadini era analfabeta diversamente dalla elite composta dai signori, eredi di nobili famiglie, a capo del potere economico ed amministrativo e dal clero. Una forbice sociale che la scuola e la formazione cercarono di ridurre.

Le poche scuole per il popolo erano così descritte dal Provveditore Scolastico di Vicenza “Scolette in mano alle parrocchie, bambini raccolti spesso solo per pregare affidati a massaie zotiche in stanze malsane".

Solo dal 1870 inizia un vero percorso contro l'analfabetismo e contro gli asili abusivi dove non si faceva istruzione ma solo custodia.

Si cerca di riformare l'intero sistema scolastico, lo Stato interviene e toglie monopolio alla Chiesa, anche se di fatto hanno continuato a convivere.

Inizia una vera e propria lotta contro l'analfabetismo, per il superamento dei dialetti e l’introduzione di almeno tre anni di scuola dell'obbligo.

Concludo ritornando al nostro ruolo di sindacato dei lavoratori della scuola.

C’è ancora molta strada da fare per ridare piena dignità e valore alla nostra scuola e darle piena efficacia nella formazione dei futuri cittadini. Questo vale anche per il Veneto dove non mancano le eccellenze.

A cominciare dalla conoscenza della sua storia che, come quella nazionale, spesso si ferma alla fine dell’800, a volte anche in modo superficiale. In questi giorni ho chiesto a molti ragazzi se sapevano qualcosa sul Plebiscito. Le risposte ve le lascio immaginare.

Io spero che questo Diario possa essere un contributo, modesto ma concreto, ad una buona scuola per dei buoni italiani.

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