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RELAZIONE DR. ROSARIO BARBERA RESPONSABILE SAI

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Academic year: 2022

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RELAZIONE DR. ROSARIO BARBERA RESPONSABILE SAI

Dr.Rosario Barbera

Dall’ascolto degli argomenti trattati, tradottisi in un utile arricchimento di conoscenze personali, ho avuto conferma della necessità di un sempre maggior interscambio di esperienze fra gli addetti a discipline diverse.

Parto così dall’intervento del dott. Omero e segnatamente dal suo incipit, laddove afferma che “dove ci sono macchine ci sono infortuni”. E quanto vero sia l’assunto è confermato dalla nostra esperienza aziendale, particolarmente significativa nella RC, settore in cui la SAI è leader.

Orbene da questo osservatorio emerge un’alta frequenza di sinistrosità, fenomeno cui si accompagna un numero di danni non genuini stimati, per l’intero mercato, in 155.000 con un esborso pari a 450 miliardi (dati al 1998) e con una tendenza ad aumentare per l’anno ’99, con percentuali rispettivamente pari per i due esercizi al 3,7% e al 3,9%, ancorché manchino ad oggi criteri oggettivi ed univoci per la individuazione del “sinistro da frode”. Un esborso secco, questo, le cui conseguenze non sono da considerare un fatto esclusivamente privatistica, tutto interno cioè al rapporto tra truffatore e compagnia, bensì un rapporto trilaterale, registrandosi l’entrata in scena di un terzo soggetto, vale a dire l’Utenza stessa.

E’ la collettività, infatti, che si accolla una quota parte del danno sociale attraverso un esborso non fisiologico bensì patologico. Tale fenomeno non passa inosservato, assumendo anzi particolare valenza in relazione al fatto che il bene protetto, leggasi assicurazione, è tutelato dallo Stato. Ora è indubitabile che l’aver dimenticato troppo spesso in passato l’esigenza delle compatibilità economiche ha provocato guasti enormi sul piano economico-sociale e, quindi, non può più assumersi, per evitare di mandare in corto il sistema, che sia la collettività ad addossarsi oneri non propri. La conseguenza immediata è un aumento indebito dei

Responsabile Contenzioso Sinistri S.A.I. Sicilia e Calabria

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costi, che si riversano sulla massa degli assicurati costretti a pagare premi più alti rispetto al rischio naturale. Vogliamo in sostanza affermare che le compatibilità economiche-finanziarie vanno tenute sempre alla base delle attività assicurative per le motivazioni sopra dette. C’è ancora da considerare un altro aspetto altrettanto importante di quello economico: il lato etico.

Le assicurazioni, così, non possono essere considerate come ammortizzatore sociale, poiché il costo si scarica sulla collettività innescando una spirale perversa in fatto di sinistri e premi non più a lungo tollerabili. E’ ormai assodato che il crimine organizzato ha mostrato nel tempo un interesse crescente riguardo le assicurazioni, le quali costituiscono un target di buone remuneratività a basso rischio, esistendo poi una criminalità di contorno ed occasionale che sfrutta tutti i rami di questo settore cardine dell’economia. Necessita, quindi che gli operatori (medico-legali) dell’impresa e del danneggiato operino con rigore scientifico ed asetticità professionale. I punti di danno biologico non possono essere considerati come un titolo di cavaliere che non si nega a nessuno!

Se i sintomi possono essere soggettivi, i danni no: o sono e allora essi vanno debitamente risarciti, o non lo so e, quindi, se non vengono accertati non vanno risarciti. Il danno biologico è risarcibile come pregiudizio effettivo conseguente ad una lesione (Corte Costituzionale 372/94): se nessuna patologia viene acclarata, rimanendo il tutto in una sfera di percezione esclusiva del danneggiato senza ripercussioni obiettive sulla sua esistenza, non può procedere alla liquidazione, come ribadito dalla Corte di Cassazione. Incidentalmente, citeremo la singolare circostanza che vede il nostro Paese attestato su una percentuale del 17% di sinistri auto che presentano colpi di frusta, rispetto al 9%

della media europea.

E’ da ritenere, pertanto, che a creare negatività più che gli “eventi” di Dio siano i fattori speculativi umani. La gente, forse, “sente” l’assicurazione come una tassa imposta dal Governo e, quindi non è truffa se ci si rivale del premio pagato attraverso artifizi e comportamenti obliqui. La truffa, se non a locupletare, serve a compensare il pagamento obbligatorio del premio.

Abbiamo visto più sopra quanto pernicioso per il passato si sia rivelato questo atteggiamento al fondo lassista; la speranza è che una maggiore presa di coscienza ed una migliore consapevolezza di tutti gli aspetti del problema portino a risultati più confortanti con beneficio, in primis, della stessa utenza.

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