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Contesto topografico e stratigrafico

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Academic year: 2021

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83 Tra le peculiarità dello scavo del tesoro di Hoxne uno degli elementi più importanti è il fatto che sia stato effettuato da un gruppo di archeologi professionisti, quando ancora la maggior parte degli oggetti si trovava nel terreno (di norma, al contrario, gli oggetti compaiono sul mercato antiquario senza informazioni sulla provenienza). 1

Lo scavo è avvenuto, dunque, in modo assai accurato ed è stato possibile conservare la maggior parte degli elementi legati al contesto topografico e stratigrafico del tesoro stesso.

Gli oggetti del tesoro di Hoxne sarebbero stati privati di gran parte del loro valore storico-archeologico senza le informazioni legate alla loro deposizione e provenienza: è infatti fondamentale capire come gli oggetti fossero stati seppelliti e dove, per stabilire quali potessero essere state le motivazioni che stavano alla base del loro abbandono.

1 Bland & Johns, 1993, p.8; Johns, ‘The Hoxne Hoard’, Minerva 4, no. 6 (Sept./Nov.

1993), p. 23; Johns, “The Hoxne Late Roman Tresure”, Britannia 25 (1994), p. 165 Johns, 2010, p. 14.

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84 Considerazioni topografiche

Dal punto di vista topografico possiamo ricavare diverse conclusioni sulla base delle informazioni date dalla collocazione fisica del tesoro nel punto in cui era stato sotterrato.

Innanzitutto il luogo esatto in cui il tesoro è stato ritrovato si trova in modesta altura, nei pressi dell’attuale villaggio di Hoxne, nella contea del Suffolk, nell’Inghilterra Orientale (East Anglia, vedi figura 1). 2 Il Suffolk è la contea centrale dell’area definita East Anglia e confina a Nord con la contea del Norfolk e a sud con quella dell’attuale Essex. Tutta l’area, in epoca immediatamente pre-romana era stata dominata fondamentalmente dalla tribù degli Iceni, una delle prime genti delle isole britanniche con cui i Romani, fin dai tempi di Giulio Cesare, avevano avuto a che fare (vedi contesto storico, pp. 92-93). 3

Lo sperone di roccia su cui il tesoro venne ritrovato e l’adiacente villaggio di Hoxne si trovano immediatamente ad est di un’antica strada romana realizzata attorno al 70 d.C., attualmente chiamata Pye Road, che collegava, nell’antichità, Venta Icenorum (odierno Caister St. Edmund) con Londinium e Camulodunom (odierna Colchester, vedi immagine xx). 4

Il più grande centro abitato vicino al punto in cui il tesoro è stato rinvenuto, doveva essere, in epoca romana, l’attuale Scole (figura 1), insediamento anch’esso posto sull’antica via Camulodunum– Venta

Icenorum e situato ad una distanza di 3.4 km a nord-ovest. 5

Nell’area immediatamente adiacente al luogo del tesoro, invece, non si conoscono ad oggi tracce di occupazione romana di alcun tipo,

2 Guest, 2005, p. 16. 3 Warner, 1996, p. 4. 4 Warner, 1996, pp. 38-39.

5 Bland & Johns, 1993, p. 8; Johns, ‘The Hoxne Hoard’, Minerva 4, no. 6 (Sept./Nov.

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85 nonostante le ricognizioni topografiche e numerose perlustrazioni effettuate anche dopo lo scavo. 6

Nel Febbraio 1993, venne effettuata una ricognizione geofisica dell’area circostante il tesoro, che evidenziò la presenza di un fossato riempito però da ceramica medievale di epoca ormai già pienamente anglosassone.

Ancora, nel Novembre del 1994, il SCCAS effettuò un ulteriore scavo di 30 m2 attorno al punto del tesoro, con lo scopo preciso di evidenziare elementi che avessero potuto fornire un contesto coevo al tesoro, ma, nuovamente, le uniche tracce rinvenute risalivano o al periodo medievale o a quello preistorico.

Molto interessante, tuttavia, il fatto che nel corso del medesimo scavo fu rinvenuto anche un unico buco di palo di 4 cm di diametro e 3 cm di profondità circa, di datazione probabilmente contemporanea al tesoro, che, essendo stato ritrovato immediatamente a sud del punto in cui questo venne sotterrato, potrebbe forse costituire la traccia di un antico segnale collocato nel terreno per distinguere il punto in cui il tesoro era stato nascosto, oppure, viceversa, potrebbe essere stato un elemento preesistente che aveva fatto sì che questo stesso punto fosse stato scelto per nascondervi il baule con il suo contenuto. 7

Quel che si può affermare con certezza, alla luce di queste considerazioni, è che lo sperone di roccia sul quale giace l’area di ritrovamento del tesoro, era già stato disboscato e utilizzato a scopo agricolo dalla prima età del bronzo, a cui risalgono alcuni frammenti ceramici. 8 L’assenza di qualsiasi elemento databile all’epoca romana (ad eccezione del piccolissimo buco di palo), suggerirebbe un uso

6 Per i dettagli sulle ricognizioni topografiche del 1993 e 1994 vedi Johns, 2010, pp.9,

14-15; Bland & Johns, “The Hoxne Late Roman Tresure”, Britannia 25 (1994), pp. 165-173

7 Bland & Johns, “The Hoxne Late Roman Tresure”, Britannia 25 (1994), pp. 165-173; 8 Warner, 1996, p. 58.

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86 prevalentemente agricolo dell’area durante questo periodo storico, senza insediamenti particolari se non qualche modesta fattoria o altre piccole strutture abitative che non hanno lasciato alcuna traccia, mentre, a partire dall’epoca anglosassone ricominciano segni di attività lungo l’asse viario principale.

Parrebbe, dunque, che il tesoro fosse stato appositamente lasciato in un’area isolata di aperta campagna, tuttavia non lontano dalla via principale e presumibilmente in un punto facilmente distinguibile per qualche caratteristica topografica oggi andata perduta. 9

Le ricognizioni effettuate dopo il 1992, avevano anche portato alla luce nuove monete, non raccolte durante lo scavo perché sparse in tutta l’area circostante probabilmente dall’attività agricola più recente. Nessuna moneta è comunque stata rinvenuta a più di 20 m di distanza dall’area di deposizione del baule ligneo, così da non avere dubbi sulla loro appartenenza al tesoro di Hoxne. 10

Un altro importantissimo tesoro consistente prevalentemente in monete in oro e in argento è stato ritrovato ad Eye, a soli 6.2 km a sud-ovest di Hoxne e data la notevole vicinanza topografica e l’analogia cronologica col tesoro di Hoxne, i due ritrovamenti dovrebbero essere messi in relazione, secondo alcuni studiosi. 11

Il tesoro di Eye, rinvenuto nel 1781, è purtroppo completamente perduto e le uniche notizie si ricavano da vecchi ed imprecisi resoconti di scavo che, tuttavia, segnalano con certezza la presenza di monete di Costantino III, elemento che consente di ipotizzare un terminus post

quem per la data di deposizione analogo a quello di Hoxne. 12

Da questa analogia cronologico-topografica alcuni autori hanno ipotizzato che gli oggetti dei due ritrovamenti potessero far parte delle

9 Warner, 1996, p. 58.; Johns, 2010, p. 15.

10 Johns ‘The Hoxne Hoard’, Minerva 4, no. 6 (Sept./Nov. 1993), pp. 22-25. 11 Abdy, 2002, p. 58; Robertson, 2000, p. 156; de la Bédoyère, 2006, p. 259. 12 Robertson, 2000, p. 404, 442.

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87 ricchezze e dei possedimenti di un’ unica famiglia, separate al momento in cui si decise di nascondere gli oggetti sotto terra. 13

Le informazioni che possediamo sul tesoro di Eye sono troppo scarse per poter accettare con sicurezza questa ipotesi, ma, in ogni caso, è comunque importante notare come questa specifica area fosse evidentemente stata interessata in modo particolare dal fenomeno della tesaurizzazione sotto terra di oggetti in metalli pregiati, all’inizio del V secolo d.C.

13 L’ipotesi è suggerita da A.S. Robertson in Robertson, 2000, p. 442; Abdy, 2002, p. 58;

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88 Considerazioni stratigrafiche

Passando ad analizzare gli elementi stratigrafici ricavati dallo scavo di Hoxne, è importante sottolineare che gli archeologi del SCCAS hanno dimostrato come l’attività di disturbo che ha fatto seguito alla deposizione del tesoro sia stata davvero minima (ne sono una prova le monete stesse, mai rinvenute a più di 20 m di distanza dal fulcro del tesoro, nonostante l’attività agricola costante) e che, pertanto, il contesto del tesoro di Hoxne è stato un contesto chiuso sino all’epoca della scoperta, quindi assai attendibile per le informazione stratigrafiche che esso ci fornisce. 14

L’area di estensione del tesoro era chiaramente demarcata nel terreno sabbioso da un cambiamento netto di colore che attestava, insieme al ritrovamento di oggetti in ferro tipo perni, chiodi e cardini (vedi pp. 77-78) l'esistenza di un contenitore in materiale evidentemente deperibile ormai completamente perduto (le analisi chimiche dei frammenti hanno poi rivelato come questo fosse stato in legno di quercia), misurante circa 60 x 45 x 30 cm, all’interno del quale gli oggetti erano stati deposti. 15

L’attuale scatola trasparente in perspex all’interno della quali gli oggetti si trovano oggi esposti al British Museum è costruita su modello esatto di questo contenitore ligneo che aveva ospitato gli oggetti sottoterra, seguendo una maniera del tutto innovativa di presentare il tesoro al pubblico, non secondo classificazione tipologica ma disponendo gli oggetti seguendo la stratigrafia dello scavo. 16

Lucchetti in argento di dimensioni minori, insieme a piccole profilature di bordi, pure argento, borchie e piccoli perni (vedi analisi dettagliata

14 Johns, 2010, p. 14.

15 Bland & Johns, 1993, p. 12; Abdy, 2002, p. 59; Guest, 2005, p. 16. 16 Johns, 2010, p. 5.

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89 dei pezzi del tesoro pp. 77-78 e figure 39, 40, 44), dimostrano che all’interno del più robusto baule ligneo utilizzato per la deposizione furono posizionati anche contenitori più piccoli in materiale altrettanto deperibile che probabilmente dividevano le categorie di oggetti. Frammenti di stoffa e paglia e frammenti di una pisside eburnea (vedi p. 78 e figura 41) provano ulteriormente questo fatto e denotano come certi oggetti fossero stati probabilmente protetti proprio da stoffe e paglia. 17

Le monete in oro sono state rinvenute tutte concentrate nella medesima area durante lo scavo stratigrafico, a differenza di quelle in argento trovate sparse per tutta l’area di estensione del tesoro: ci troviamo di fronte all'evidenza chiara del fatto che, le monete auree erano state divise dalle altre e collocate probabilmente all’interno di un contenitore in materiale deperibile che le aveva tenute “stratigraficamente” vicine nel corso dei secoli, mentre quelle in argento furono probabilmente “versate” all'interno del baule all’ultimo momento quasi a colmare i vuoti lasciati dagli altri contenitori e dagli altri oggetti.

Anche alcuni cucchiai in argento e le scodelle furono rinvenuti sovrapposti e impilati gli uni sugli altri (vedi figura 25), a riprova di una scelta intenzionale di riempire il baule in maniera ordinata e dividendo gli oggetti tipologicamente. 18

Dall'evidenza stratigrafica si ricavano quindi due elementi fondamentali utili a capire la storia del tesoro e della sua deposizione: innanzitutto i dati di scavo escludono nettamente che il tesoro fosse stato sotterrato frettolosamente all'ultimo minuto, vista la cura con cui gli oggetti furono divisi, posizionati in diversi contenitori e avvolti per evitare danni; in secondo luogo è assai improbabile che una deposizione avvenuta secondo queste modalità avesse avuto luogo

17 Bland & Johns, p.12; Guest, 2005, p. 18.

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90 senza l’intenzione dei proprietari degli oggetti di tornare a recuperarli.19

La deposizione del tesoro è frutto di una scelta meditata e non dettata da un’emergenza improvvisa e coloro che abbandonarono i loro beni sottoterra avevano tutte le intenzioni di tornare ma, di fatto, non ci riuscirono.

Riferimenti

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