• Non ci sono risultati.

Studio dell’AMMI per una proposta di legge in tema di reati militari

N/A
N/A
Protected

Academic year: 2021

Condividi "Studio dell’AMMI per una proposta di legge in tema di reati militari"

Copied!
9
0
0

Testo completo

(1)

1

Studio dell’AMMI

per una proposta di legge in tema di reati militari

Un ristretto gruppo di studio, costituito nell’ambito dell’Associazione nazionale magistrati militari, ha elaborato una articolata bozza di modifiche e integrazioni al Codice penale militare di pace, nell’auspicio che possa essere utilizzata de jure condendo dal Ministero della Difesa e/o per proposte di legge di iniziativa parlamentare.

Come precisato nella relazione di accompagnamento, si tratta di misure minime tese a razionalizzare la giurisdizione militare, evitando, tra l’altro, l’inutile e dispendiosa duplicità di procedimenti, che frequentemente si presenta. Attualmente in numerosi casi l’accertamento del medesimo fatto è attribuito alla giurisdizione ordinaria e alla giurisdizione militare (emblematica è l’ipotesi del peculato), sulla base di fattispecie astratte in tutto o in parte formalmente differenziate, che configurano reati distinti anche se tra loro connessi.

Pubblichiamo l’articolato e la relazione.

(2)

2

Articolato

Art. 1.

1. L’articolo 215 del Codice penale militare di pace è sostituito dal seguente:

“Art. 215 - Peculato militare – 1. Il militare incaricato di funzioni amministrative o di comando che avendo per ragione del suo ufficio o servizio il possesso o comunque la disponibilità di denaro o di altra cosa mobile appartenente alla amministrazione militare o ad altro militare, se ne appropria è punito con la reclusione da tre a dieci anni e sei mesi.

2. Si applica la pena della reclusione da sei mesi a tre anni quando il colpevole ha agito al solo scopo di fare uso momentaneo della cosa e questa, dopo l’uso momentaneo, è stata immediatamente restituita.”

Art. 2.

1. L’art. 3 della legge 9 dicembre 1941, n. 1383, è sostituito dal seguente:

“ 1. Il militare della guardia di finanza che commette una violazione delle leggi finanziarie costituenti delitto, o collude con estranei per frodare la finanza è punito con le pene stabilite dagli articoli 215 e 219 c.p.m.p., ferme le sanzioni pecuniarie delle leggi speciali.

2. Le stesse pene si applicano al militare della guardia di finanza che si appropria di valori o generi di cui egli, per ragioni del suo ufficio o servizio, abbia la amministrazione o la custodia o su cui eserciti la sorveglianza.

3. Si applica la pena della reclusione da sei mesi a tre anni nei casi di cui al secondo comma quando il colpevole ha agito al solo scopo di fare uso momentaneo della cosa e questa, dopo l’uso momentaneo, è stata immediatamente restituita.

4. La condanna per il reato di cui al secondo comma, qualora a pena superiore a tre anni di reclusione, comporta la degradazione.

5. Nel caso di condanna o applicazione della pena su richiesta delle parti a norma dell’articolo 444 del codice di procedura penale per uno dei reati previsti dal presente articolo è sempre ordinata la confisca dei beni che costituiscono il profitto o il prezzo salvo che appartengano a persona estranea al reato ovvero quando essa non è possibile la confisca di beni di cui il reo ha la disponibilità per un valore corrispondente a tale prezzo o profitto.

5. Il giudice, con la sentenza di condanna, determina le somme di denaro o individua i beni assoggettati a confisca in quanto costituenti il profitto o i prezzo del reato ovvero in quanto di valore corrispondente al profitto o al prezzo di reato.

7. In ogni caso con la sentenza di condanna è sempre ordinato il pagamento di una somma pari all’ammontare di quanto oggetto di indebita appropriazione o equivalente al profitto del reato a titolo di riparazione pecuniaria in favore dell’amministrazione restando impregiudicato il diritto al risarcimento del danno.

(3)

3

8. La sospensione condizionale della pena, qualora concedibile, è comunque subordinata al pagamento delle somme indicate dal giudice a titolo di riparazione.

9. La ammissibilità della richiesta di applicazione della pena cui all’. art. 444 codice procedura penale è subordinata alla restituzione integrale del prezzo o del profitto del reato.

10. La cognizione dei reati previsti dal presente articolo appartiene ai tribunali militari.”

Art. 3.

1. L’articolo 216 del codice penale militare è abrogato.

Art. 4.

L’art. 217 c.p.m.p. è sostituito dal seguente:

“Art. 217. - Peculato del portalettere. 1. Il militare incaricato del servizio di portalettere, che si appropria di valori o cose di cui ha il possesso per ragione del suo servizio è punito con la pena prevista dall’art 215 diminuita da un terzo alla metà.

2. Si applica la pena della reclusione militare da tre mesi a due anni di reclusione militare quando il colpevole ha agito al solo scopo di fare uso momentaneo della cosa e questa, dopo l’suo momentaneo, è stata immediatamente restituita.”

Art. 5.

1. L’art.219 è sostituito dal seguente:

“Art. 219. - Pene accessorie. 1. La condanna alla reclusione per un tempo non inferiore a tre anni per il delitto di cui all’articolo 215 primo comma comporta la degradazione.

2. La condanna per alcuno dei reati indicati negli articoli precedenti, quando non ne derivi la degradazione, importa la rimozione.”

Art. 6.

1. Dopo l’art. 219 del Codice penale militare di pace sono inseriti i seguenti:

“Art. 219-bis – Confisca. – 1. Nel caso di condanna o applicazione della pena su richiesta delle parti a norma dell’articolo 444 del codice di procedura penale per uno dei reati previsti dagli articoli 215, 217 e 218, è sempre ordinata la confisca dei beni che costituiscono il profitto o il prezzo salvo che appartengano a persona estranea al reato ovvero quando essa non è possibile la confisca di beni di cui il reo ha la disponibilità per un valore corrispondente a tale prezzo o profitto.

2. Il giudice con la sentenza di condanna determina le somme di denaro o individua i beni assoggettati a confisca in quanto costituenti il profitto o i prezzo del reato ovvero in quanto di valore corrispondente al profitto o al prezzo di reato.

Art. 219-ter - Riparazione pecuniaria. 1. Con la sentenza di condanna per i reati previsti dagli articoli 215 e 217, è sempre ordinato il pagamento di una somma pari

(4)

4

all’ammontare di quanto oggetto di indebita appropriazione o equivalente al profitto del reato a titolo di riparazione pecuniaria in favore dell’amministrazione restando impregiudicato il diritto al risarcimento del danno.

2. La sospensione condizionale della pena, qualora concedibile, è comunque subordinata al pagamento delle somme indicate dal giudice a titolo di riparazione.

3. La ammissibilità della richiesta di applicazione della pena cui all’art. 444 codice procedura penale è subordinata alla restituzione integrale del prezzo o del profitto del reato.

Art. 219-quater. Circostanze attenuanti. Se i fatti previsti dagli articoli 215, 217, 218 sono di particolare tenuità le pene sono diminuite.”

Art. 7.

1. Dopo l’art. 220 del Codice penale militare di pace sono inseriti i seguenti:

“Art. 220-bis. – Falsità materiale. 1. Il militare che nello svolgimento del servizio forma in tutto o in parte un atto falso o altera un atto vero è punito con la reclusione militare da otto mesi a quattro anni.

2. La pena è da uno a sei anni di reclusione se la condotta di cui al primo comma è posta in essere dal militare nell’esercizio delle sue funzioni amministrative e di comando.

Art. 220-ter. – Falsità ideologica. Il militare che nell’esercizio delle sue funzioni amministrative o di comando attesta falsamente che un fatto è stato da lui compiuto o è avvenuto in sua presenza o attesta come da lui ricevute dichiarazioni a lui non rese ovvero omette o altera dichiarazioni da lui ricevute o comunque attesta falsamente fatti dei quali l’atto è destinato a provare a verità è punito con la reclusione da uno a sei anni.

Art. 220-quater. 1. Fuori dai casi degli articoli 220 bis e ter il militare che commette uno dei reati previsti dal titolo settimo capo terzo del codice penale al fine di realizzare i reati di cui agli art. 159, 161, 215, 234, 234 bis e 234 ter nonché il reato di cui all’art. 3 comma 2 della legge 9 dicembre 1941, n. 1383 è punito con le pene previste dal codice penale sostituita la reclusione con la reclusione militare.”

Art. 8.

1. Dopo l’art. 224 del Codice penale militare di pace sono inseriti i seguenti articoli:

“Art. 224-bis. - Omicidio. – 1. Il militare che cagiona la morte di altro militare è punito con la reclusione non inferiore ad anni 21.

2. Si applica la pena dell’ergastolo se ricorre alcuna delle circostanze di cui agli articoli 576 e 577 del codice penale.

Art. 224-ter. - Omicidio preterintenzionale. – 1. Il militare che, con atti diretti a commettere uno dei delitti di cui agli articoli 222 e 223, cagiona la morte di altro militare, è punito con la reclusione da dieci a diciotto anni.

Art. 225-bis. - Omicidio colposo. – 1. Il militare che cagiona per colpa la morte di altro militare è punito con la reclusione militare da sei mesi a cinque anni.

2. Si applica la pena della reclusione da due a sette anni se ricorre alcuna delle circostanze indicate dall’articolo 589, comma 2, del codice penale e la pena della reclusione da tre a dieci anni se ricorre alcuna delle circostanze di cui all’art. 589, comma

(5)

5

3, del codice penale. La pena non può superare gli anni quindici, nel caso di morte di più persone, ovvero di morte di una o più persone e di lesioni di una o più persone.

Art. 225-ter. - Lesioni personali colpose. – 1. Il militare che cagiona ad altro militare, per colpa, una lesione personale è punito con la reclusione militare fino a tre mesi.

2. Se la lesione è grave la pena è della reclusione militare da uno a sei mesi; se è gravissima, della reclusione militare da tre mesi a due anni.

3. Se ricorre alcuna delle circostanze di cui all’articolo 590, commi 3 e 4, del codice penale, si applicano le pene ivi previste sostituta la reclusione con la reclusione militare.

4. Nel caso di lesione di più persone si applica la pena che dovrebbe infliggersi per la più grave delle violazioni commesse aumentata fino al triplo ma pena della reclusione militare non può superare gli anni cinque.”

2. All’art. 225 del codice penale militare di pace: le parole “Nei casi preveduti dai due articoli precedenti” sono sostituite dalle parole “Nei casi preveduti dagli articoli 223, 224 e 224 – ter”; il secondo comma è abrogato.

Art. 9.

1. Dopo l’articolo 229 del Codice penale militare di pace sono inseriti i seguenti:

“Art. 229-bis. - Violenza privata. – 1. Il militare che, con violenza o minaccia, costringe altro militare a fare, tollerare od omettere qualche cosa è punito con la reclusione militare fino a quattro anni.

2. La pena è aumentata se la violenza o la minaccia è commessa con armi, o da persona travisata, o da più militari riuniti, o con scritto anonimo o in modo simbolico.

Art. 229-ter. - Atti persecutori. – 1. Salvo che il fatto costituisca più grave reato, è punito con la reclusione militare da sei mesi a cinque anni il militare che, con condotte reiterate, minaccia o molesta altro militare in modo da cagionare un perdurante e grave stato di ansia o di paura ovvero da ingenerare un fondato timore per l’incolumità propria o di un prossimo congiunto o di persona al medesimo legata da relazione affettiva ovvero da costringere lo stesso ad alterare le proprie abitudini di vita.

2. La pena è aumentata se il fatto è commesso con abuso dei poteri o violazione dei doveri inerenti allo stato di militare, ovvero da persona che sia stata legata da relazione affettiva alla persona offesa.

3. La pena è aumentata fino alla metà se il fatto è commesso a danno di una donna in stato di gravidanza, ovvero con armi o da persona travisata.

Art. 229-quater. - Violenza sessuale. – 1. Il militare che in luogo militare, con violenza o minaccia o con abuso dei poteri o violazione dei doveri inerenti allo stato di militare, costringe altro militare a compiere o subire atti sessuali è punito con la reclusione da cinque a dieci anni.

2. Alla stessa pena soggiace il militare che induce altro militare a compiere o subire atti sessuali traendo in inganno la persona offesa per essersi il colpevole sostituito ad altra persona.

3. La pena è della reclusione da sei a dodici anni se il fatto è commesso:

1) con l’uso di armi o di sostanze alcoliche, narcotiche o stupefacenti o di altri strumenti o sostanze gravemente lesivi della salute della persona offesa;

2) da persona travisata o che simuli la qualità di superiore gerarchico;

3) su persona comunque sottoposta a limitazioni della libertà personale;

(6)

6

4) nei confronti di una donna in stato di gravidanza;

5) nei confronti di persona della quale il colpevole sia il coniuge, anche separato o divorziato, ovvero colui che alla stessa persona è o è stato legato da relazione affettiva, anche senza convivenza;

4. Nei casi di minore gravità la pena è diminuita in misura non eccedente i due terzi.

Art. 229-quinquies. - Violenza sessuale di gruppo. – 1. Il militare che in luogo militare e in concorso con altri militari commette nei confronti di altro militare atti di violenza sessuale di gruppo come previsti dall’art. 609-octies, comma 1, del codice penale è punito con la reclusione da sei a dodici anni. (NB: ho qualche dubbio su questa previsione, perché non mi è chiaro se il gruppo debba essere composto esclusivamente da militari. Per questo ho ritenuto di inserire l’inciso e con altri militari)

2. La pena è aumentata se concorre taluna delle circostanze aggravanti previste dal terzo comma dell’art. 229-quater.

3. La pena è diminuita per il partecipante la cui opera abbia avuto minima importanza nella preparazione o nella esecuzione del reato. La pena è altresì diminuita per il militare che sia stato determinato a commettere il reato da un superiore.”

Art. 229-sexties.- Pene accessorie. 1. La condanna per alcuni dei reati indicati negli articoli 229-quater e 229-quinquies, quando non ne derivi la degradazione, comporta la rimozione.

Art. 10.

1. Dopo l’articolo 234 del codice penale militare di pace sono inseriti i seguenti:

“Art. 234-bis. - Frode informatica – 1. Il militare che alterando in qualsiasi modo il funzionamento di un sistema informatico o telematico o intervenendo senza diritto con qualsiasi modalità su dati, informazioni o programmi contenuti in un sistema informatico o telematico o ad esso pertinenti, procura a sé o ad altri un ingiusto profitto con danno per altro militare, è punito con la reclusione militare da sei mesi a tre anni.

2. La pena è della reclusione militare da uno a cinque anni se ricorre una delle circostanze previste dal numero 1) del secondo comma dell’articolo 234, ovvero se il fatto è commesso con abuso della qualità di operatore del sistema.

3. La pena è della reclusione militare da due a sei anni se il fatto è commesso con furto o indebito utilizzo dell’identità digitale in danno di uno o più militari.

Art. 234-ter. - Utilizzo indebito di carta di credito, di pagamento e di documenti analoghi. – 1. Il militare che, in danno di altro militare o della amministrazione militare, indebitamente utilizza, non essendone titolare, carte di credito o di pagamento, ovvero qualsiasi altro documento analogo che abiliti al prelievo di denaro contante o all'acquisto di beni o alla prestazione di servizi, è punito con la reclusione militare da uno a cinque anni.

2. Alla stessa pena soggiace il militare che, con danno di altro militare o dell’amministrazione militare, falsifica o altera carte di credito o di pagamento o qualsiasi altro documento analogo che abiliti al prelievo di denaro contante o all’acquisto di beni o alla prestazione di servizi, ovvero possiede, cede o acquisisce tali carte o documenti di provenienza illecita o comunque falsificati o alterati, nonché ordini di pagamento prodotti con essi.

Art. 11

1. Dopo l’articolo 237 del codice penale militare di pace sono inseriti i seguenti

(7)

7

“237- bis. - Rapina. – 1. Il militare che, in luogo militare, per procurare a sé o ad altri un ingiusto profitto, mediante violenza o minaccia s’impossessa della cosa mobile altrui, sottraendola al militare che la detiene, è punito con la reclusione da tre a dieci anni.

2. Alla stessa pena soggiace il militare che adopera violenza o minaccia immediatamente dopo la sottrazione, per assicurare a sé o ad altro militare il possesso della cosa sottratta, o per procurare a sé o ad altro militare l’impunità.

3. La pena è della reclusione da quattro anni e sei mesi a venti anni:

1) Se la violenza o minaccia è commessa con armi, o da persona travisata, o da più persone riunite;

2) Se la violenza consiste nel porre taluno in stato d’incapacità di volere o di agire.

Art. 237-ter. - Estorsione. – 1. Il militare che, mediante violenza o minaccia, costringendo altro militare a fare o ad omettere qualche cosa, procura a sé o ad altri un ingiusto profitto con danno ad altro militare, è punito con la reclusione da cinque a dieci anni.

2. La pena è della reclusione da sei a venti anni, se concorre taluna delle circostanze indicate nell’ultimo capoverso dell’articolo precedente.

(8)

8

Relazione all’articolato

In attesa di una riforma organica, il presente disegno di legge è volto a porre in essere misure minime tese a razionalizzare la giurisdizione militare, intervenendo in modo limitato, specifico e settoriale soltanto su alcuni reati, che richiedono una urgente azione riformatrice del vigente codice penale militare di pace.

L’intervento è giustificato dalla necessità di conferire efficienza ed economicità al sistema, evitando una inutile e dispendiosa duplicità di procedimenti, che frequentemente si presenta. Infatti, attualmente in numerosi casi l’accertamento dei medesimi fatti è attribuito sia all’Autorità giudiziaria militare che all’Autorità giudiziaria ordinaria, a ciascuna delle quali spetta la cognizione di reati diversi anche se tra loro connessi. La proposta di legge risponde inoltre ad esigenze di garanzia per il militare indagato, che sarà sottoposto ad un procedimento solo anziché a due, innanzi a due diverse Autorità giudiziarie.

Circa i reati contro l’amministrazione militare, si è proceduto ad effettuare alcune modifiche tese ad armonizzare i reati militari con le disposizioni riformatrici dei reati comuni omologhi introdotte dalla legge 26 aprile 1990, n. 86 (recante modifiche in tema di delitti dei pubblici ufficiali contro la pubblica amministrazione), dalla legge 29 settembre 2000, n. 300 (recante ratifica ed esecuzione di atti internazionali elaborati in base all'articolo K. 3 del Trattato dell'Unione europea sulla lotta contro la corruzione ed altro), nonché dalla recente legge 27 maggio 2015, n. 69 (cd. “Legge anticorruzione”, recante disposizioni in materia di delitti contro la pubblica amministrazione, di associazioni di tipo mafioso e di falso in bilancio).

Si è pertanto riformulata la fattispecie del peculato militare di cui all’art. 215 c.p.m.p.

modificando anche la pena e prevedendo l’assorbimento del reato di malversazione a danno di militari (ora punito dall’art. 216 c.p.m.p.). Analogamente, si è prevista la riformulazione del peculato del portalettere (art. 217 c.p.m.p.)

E’ stato inoltre introdotto nel codice penale militare di pace il reato di peculato d’uso, la cui mancanza sinora è stata spesso causa di duplicazione di procedimenti, con conseguente spreco di risorse. Infatti, attualmente costituisce reato militare il peculato, ma non il peculato d’uso ad esso connesso, che invece è punito oggi solo dal codice penale.

Si è prevista specularmente la modifica del delitto punito dall’art. 3 della legge 9 dicembre 1941, n. 1383.

Sono state estese ai reati militari contro l’amministrazione militare le norme in materia di confisca e riparazione pecuniaria già introdotte nel codice penale per gli omologhi reati comuni, da ultimo dalla “legge anticorruzione”.

(9)

9

E’ stata poi contemplata l’attribuzione alla autorità giudiziaria militare delle condotte di falso strumentali alla realizzazione, da parte di militari, di un peculato militare o di una truffa a danno della amministrazione militare. Infatti, ad oggi per il medesimo fatto storico si verifica una duplicazione di procedimenti tra giurisdizione militare –per il peculato o la truffa- e giurisdizione ordinaria –per il connesso reato di falso. L’intervento normativo intende dunque perseguire l’efficienza della amministrazione della giustizia e risparmi di spesa mediante la celebrazione di un procedimento unitario ed evitare agli imputati l’onere di affrontare due diversi processi per la medesima vicenda.

E’ stata prevista come reato militare la fattispecie di omicidio, anche al fine di evitare la irrazionale attribuzione alla giurisdizione ordinaria dell’omicidio tra pari grado, mentre alla giurisdizione militare compete oggi il reato di omicidio di altro militare, solo se avente grado superiore o inferiore.

Del pari, sono state introdotte le fattispecie di omicidio preterintenzionale e di omicidio colposo, nonché quella di lesioni colpose. Con riguardo a quest’ultimo reato, si è previsto che l’ipotesi base, non aggravata, sia punibile soltanto a richiesta del comandante di corpo ai sensi dell’art. 260 c.p.m.p. .

La previsione come reati militari delle fattispecie di violenza privata, di atti persecutori e di violenza sessuale intende contrastare fenomeni di prevaricazione tra militari (tra cui il cosiddetto “nonnismo”), spesso commessi in danno di donne militari.

Si è prevista la introduzione nel codice penale militare di pace dei reati di frode informatica e di utilizzo indebito di carta di credito, di pagamento o di documenti, commessi in danno di altro militare o dell’amministrazione militare, che sono oggi perseguiti irrazionalmente dalla giurisdizione ordinaria. Analogamente sono stati previsti, tra i reati contro il patrimonio, i delitti di rapina e di estorsione.

Riferimenti

Documenti correlati

a) gerarchico, al Generale Ispettore per gli Istituti di Istruzione della Guardia di finanza, entro 30 giorni dalla data della notificazione o della comunicazione dell’atto

196, Codice in materia di protezione dei dati personali, recante disposizioni per l’adeguamento dell’ordinamento nazionale al Regolamento (UE) 2016/679 del Parlamento

MySolution | Circolare Monografica |7 dicembre 2021 6 In particolare, per le violazioni amministrative antiriciclaggio deve essere redatto un atto di conte- stazione della relativa

posizione ricoperta Comandante del Gruppo Tutela Spesa Pubblica del Nucleo pt della Guardia di Finanza di Milano Ente Nucleo Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di

213 Si evidenzia che il flusso delle segnalazioni sospette riferibili a persone fisiche e giuridiche riconducibili direttamente o indirettamente, sulla base di risultanze

Si sta affermando il principio secondo il quale le condotte penalmente rilevanti debbano essere individuate da parte dell’ordinamento giuridico solamente in

Da oggi, la Direzione Regionale Lazio dell’Inps, cui farà capo il “Polo”, sovrintenderà alla gestione delle attività di sistemazione dei cassetti pensionistici del

Al fine di garantire la massima efficacia all’azione di controllo per la prevenzione e la repressione dei fenomeni di illecito trasferimento e detenzione di attività