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A ogni lettore, la sua literacy. L'ambiente formativo diffuso della Biblioteca nel Salone del Libro di Torino.

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A ogni lettore, la sua literacy. L'ambiente formativo diffuso della

Biblioteca nel Salone del Libro di Torino

Bianca Gai, Sandra Migliore

(Associazione Italiana Biblioteche – Sezione Piemonte)

La Biblioteca nel Salone è un progetto promosso e realizzato dalle bibliotecarie e dai bibliotecari piemontesi, nella cornice della XXX edizione del Salone internazionale del libro di Torino, a maggio 2017. Il progetto, coordinato dalla Sezione Piemonte dell’Associazione Italiana Biblioteche, con la consulenza scientifica del Prof. Maurizio Vivarelli dell’Università degli Studi di Torino, ha visto la partecipazione e il contributo di sistemi bibliotecari di diversa afferenza istituzionale: dall’Area Bibliotecaria e Museale del Politecnico di Torino, alle Biblioteche civiche Torinesi, dal Cobis (Coordinamento delle Biblioteche Speciali e Specialistiche di Torino), allo Sbam (Sistema Bibliotecario di Area Metropolitana di Torino), dal Sistema bibliotecario di Ivrea, al Sistema bibliotecario e biblioteche dell’Università di Torino, dal Polo del ‘900 alle Rete biblioteche metodiste e valdesi.1

Il progetto ha portato a costruire all’interno della “Piazza dei Lettori”, vero centro simbolico del Salone, non ultimo per la presenza della suggestiva torre di libri di François Confino, una biblioteca connessa e integrata, organizzata nelle quattro aree tematiche di ispirazione warburghiana (Immagine, Parola, Orientamento,

1 La genesi del progetto e le sue linee di sviluppo sono state presentate in: M. Vivarelli, E. Borio, La

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Azione), in cui è stata suddivisa l’intera Piazza. Per ciascuna di queste aree è stato allestito un tavolo contenente, ogni giorno, due diversi percorsi di lettura legati alle tematiche sviluppate all’interno del programma del Salone, spaziando da approfondimenti su singoli autori presenti al Salone, a celebrazioni di ricorrenze, a suggestioni legate alle problematiche del superamento dei confini, fisici e metaforici: “Oltre il confine” era infatti il titolo scelto per questa edizione del Salone. Gli anniversari di Antonio Gramsci, Primo Levi, Don Milani, del movimento culturale del’77, della Rivoluzione d’ottobre e della Riforma di Lutero; il tema degli studi di genere, Daniel Pennac, John Fante, Allen Ginsberg, Henry Miller, la memoria dell’Olocausto nella graphic novel, la gestione aperta dei diritti in ambiente digitale, Zerocalcare e la decrescita felice, sono solo alcuni degli esempi degli oltre 50 percorsi offerti.2

In tali percorsi di approfondimento, proposte di lettura più tradizionali, con una selezione di titoli editoriali messi a disposizione dal Consorzio dei Librai Torinesi Indipendenti (COLTI) - anch’esso presente all’interno della Piazza dei Lettori - erano

2 Di seguito, l’elenco completo di tutti i percorsi di approfondimento predisposti da quattro gruppi di lavoro che hanno coinvolto numerosi bibliotecari: gruppo Immagine (coordinato da Cecilia Cognigni), gruppo Parola (coordinato da Bianca Gai), gruppo Orientamento (coordinato da Franco Bungaro, con la collaborazione di Oriana Bozzarelli), gruppo Azione (coordinato da Matteo D'Ambrosio). Immagine:

Zerocalcare, Letture diverse, L’arte. Un linguaggio universale. La medicina nelle immagini, Immagini oltre il confine, Il movimento culturale del 77, Il linguaggio del corpo, Igort, Hugo Pratt, Giordana e l’Italia del Novecento, Caravaggio, Arianna Papini, Antropomorfismi nella letteratura nell’arte e nella scienza. Parola: Tolkien, Stephen King, Scrittori e scritture, Primo Levi, Parola e paura, Oltre i confini: migrazione, guerra…, Olocausto e graphic novel, Narrare la realtà, Malattia: femminile singolare, Letteratura per ragazzi, John Fante, I fuorilegge della parola, E caddi come corpo morto cade, Donne e conflitti, Daniel Pennac, Avventure oltre il confine. Orientamento: Università e democrazia, Pubblico dominio e culture open, Lettura, La salute dei migranti, Labirinto, La biblioteca. Un percorso digitale, La Biblioteca, I cinquecento anni della Riforma protestante, Giorgio Agamben, Don Milani, Derrick De Kerckhove, Aby Warburg. Azione: Trasformazioni urbane, Resistenza/Liberazione, Migrazioni, La rivoluzione russa, La grande guerra, Iraq: salvare l’arte e la storia, Il movimento del ‘77, Decrescita felice, Da Galileo Ferraris a Luca Mercalli, Antonio Gramsci 1937-2017. Tutte le

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accompagnate da mappe grafiche e digitali pensate per suggerire connessioni con oggetti di diversa natura, utili a stimolare riflessioni sui diversi argomenti. Le mappe, realizzate con il software Aureoo, sono state messe a disposizione su tablet e iPad connessi in rete, dando la possibilità ai visitatori di navigarle ed esperirle in loco, col supporto e la consulenza dei bibliotecari presenti all’interno della Biblioteca nel Salone.3

“Imparare è un’esperienza. Tutto il resto è solo informazione”4

Aureoo è un software già presentato a Stelline 2016,5 che consente di creare

mappe interattive raccontando in forma grafica le relazioni tra contenuti digitali e costruendo itinerari di esplorazione e di lettura. I percorsi si strutturano in nodi, che possono essere di diverse tipologie (libri, ma anche bibliografie, canzoni, filmati, fotografie, ecc.) e in legami tra i nodi, che - essendo di colori diversi a seconda della tipologia - consentono una visualizzazione immediata ed efficace dei contenuti.

La scelta del software per la costruzione dei grafi è ricaduta su Aureoo principalmente perché il meccanismo di organizzazione dei contenuti consente un approccio cognitivo alle mappe di tipo esperienziale. Stimolando in maniera intuitiva e visiva la comprensione dei contenuti e delle loro interrelazioni, i grafi elaborati con questa applicazione tendono, infatti, a umanizzare e rendere piacevole l’accesso alla conoscenza. L’elasticità del grafo e la possibilità di intervenire manualmente a riposizionare fisicamente i nodi con tutte le loro interconnessioni hanno introdotto, inoltre, un elemento ludico di grande successo, soprattutto con i lettori più piccoli.

Elementi ulteriori della scelta sono stati la potenzialità di attivare percorsi di

social reading, stimolando espressioni di intelligenza collettiva (il software consente

a ciascun lettore di contribuire all’arricchimento del grafo, esprimendo la propria

vision su un certo argomento) e la facilità di utilizzo del software, che ha consentito

ai bibliotecari partecipanti al progetto di riuscire a utilizzarlo in tempi molto brevi. Come punti nodali delle connessioni tra i grafi, i bibliotecari hanno selezionato risorse di tipologie documentarie, formati e provenienze eterogenee, che il software

3 Secondo l’Analisi dell'impatto socio economico del Salone del libro condotta dall’Università di Torino, il Salone 2017 ha avuto 168.815 visitatori totali, molti dei quali visitatori fedelissimi e buoni consumatori di libri. Si può quindi evincere che il pubblico intercettato al Salone sia stato un pubblico di lettori. Nella stessa analisi, la ripartizione dei visitatori per titolo di studio (9% titolo post laurea, 45% laurea o diploma universitario, 42% scuola media superiore, 4% scuola media inferiore), se interpretata alla luce della correlazione forte tra titolo di studio e competenza di lettura emersa dall’indagine ISTAT sulla Produzione e lettura di libri in Italia relativa al 2016 (https://www.istat.it/it/archivio/207939), lascia ipotizzare una forte presenza di lettori deboli. Incrociando queste premesse con le Statistiche culturali ISTAT (https://www.istat.it/it/archivio/207536), secondo le quali i frequentatori delle biblioteche in Italia nel 2015 sono stati il 15,1% della popolazione (cioè molto meno del 42% di lettori, rilevati dall’ISTAT per lo stesso anno: https://www.istat.it/it/archivio/207939), possiamo presumere che l’utenza potenziale della Biblioteca nel Salone sia stata composta da una quota rilevante di non-utenti delle biblioteche.

4 La citazione di A. Einstein è il motto scelto da Aureoo per presentare il proprio prodotto (www.aureo.com/it/vision).

5 C. Faggiolani, M. Vivarelli, Leggere in rete. La lettura in biblioteca al tempo dei big data, in

Bibliotecari al tempo di Google. Profili, competenze, formazione, Milano, Associazione Biblioteche

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stesso imposta diversamente a livello grafico e di editing secondo le seguenti categorie:

● Url: link a contenuto audio, link a pagina web, link a contenuto video ● File: caricamento di documento o immagine

● Testo: campo libero editabile

● Pubblicazione: metadati strutturati relativi a una pubblicazione (Titolo, Autore, ISBN, Lingua, Editore, Anno di Pubblicazione, Trama, URL, Copertina)

La presenza fisica del libro nello spazio del Salone è in questo modo contestualizzata e arricchita dalla sua immersione in un ambiente virtuale più esteso, all’interno del quale fisico e digitale si integrano senza soluzione di continuità. La costruzione di reti di risorse multimediali attorno al libro può essere considerata il fulcro di uno sforzo collettivo, da parte dei bibliotecari partecipanti al progetto, di rimodulazione del concetto di educazione alla lettura, alla luce delle recenti teorie che vedono l’Information Literacy come parte di una costellazione più ampia, che include diverse literacies6. Le competenze informative del pubblico attuale si

estendono infatti, oltre alla lettura del formato testuale caratteristico dei supporti bibliografici cartacei, a ulteriori abilità chiave, che è necessario ricomprendere in qualsiasi attività di promozione della lettura. La prospettiva prescelta è stata quindi modulata a partire da concezioni più generali e onnicomprensive delle competenze informative, come quella di transliteracy:

Transliteracy is the ability to read, write and interact across a range of platforms, tools and media from signing and orality through handwriting, print, TV, radio and film, to digital social networks. [...] the concept of transliteracy calls for a change of perspective away from the battles over print versus digital, and a move instead towards a unifying ecology not just of media, but of all literacies relevant

to reading, writing, interaction and culture, both past and present. It is, we hope, an opportunity to

cross some very obstructive divides.7

Verso “un’ecologia unificata della lettura”

La sfida di creare tale ecologia unificata della lettura sembra essere stata accolta dall’utenza della Biblioteca nel Salone, come dimostrano le statistiche di accesso complessive ai nodi dei grafi, suddivisi per tipologie documentarie. I più cliccati risultano infatti i nodi immagine, seguiti dai nodi pubblicazione e dai nodi link.

6Gruppo di studio nazionale AIB sull’Information Literacy, Manifesto per l’Information Literacy, 2016 (http://www.aib.it/struttura/commissioni-e-gruppi/gruppo-literacy/ilmanifesto/).

7 S. Thomas et alii, Transliteracy: Crossing devices, in “First Monday”, v. 12, n. 12, 3 december 2007, h

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TIPOLOGIA NODO N. CLICK PERCENTUALE IMMAGINE 5082 39% PUBBLICAZIONE 2927 22% LINK 2457 19% VIDEO 1544 12% TESTO 736 5% DOCUMENTO 252 2% AUDIO 75 1% TOTALE 13073 100%

Evidente la preferenza del pubblico per contenuti di tipo visuale e multimediale e per la possibilità di espansione ulteriore dei percorsi di approfondimento proposti, garantita dai link. Permane comunque un interesse consistente per le fonti documentarie, nonostante si individui anche in questo caso una forte spinta visuale, preponderante anche per i nodi pubblicazione data la centralità delle immagini di copertina che accompagnano nei grafi ogni riferimento bibliografico.

L’analisi dei formati più cliccati dagli utenti conferma la necessità di ampliamento dei confini dell’Information Literacy in una prospettiva “transliterate”

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nell’ambito dell’educazione alla lettura. Direzione supportata con evidenza statistica dagli studi recenti sulle nuove modalità della lettura, quale lo studio I nuovi modi di

leggere, a cura dell’Osservatorio AIE sulle nuove forme di consumo editoriale

culturale.8 Nel campione qui analizzato i lettori di soli libri (in formato cartaceo o

digitale) sono solo il 9% del totale, mentre il 56% del campione è rappresentato da lettori di contenuti reperiti sia nei libri sia in formati diversi (definiti “altra lettura”: social, riviste cartacee, siti online, viaggi…) e il 18% è costituito da lettori di sola “altra lettura”.

Dalla ricerca emerge come i nuovi contenuti della lettura non solo non contrastino la lettura del libro, ma anzi abbiano la potenzialità di alimentarla.9

L’accoglienza molto favorevole riscontrata nel pubblico del Salone per i percorsi di lettura multimediale dei bibliotecari, cioè di proposte che hanno inteso dare voce e spazio alle nuove forme di “altra lettura”, è un ulteriore segnale di questo cambiamento in essere nelle abitudini di lettura.

I grafi, come già anticipato, sono realizzati a partire da temi e autori di rilievo per l’edizione 2017 del Salone, sono cioè risorse informative che, pur essendo costruite “dall’alto” dai bibliotecari, si introducono nel contesto di un evento esterno alla biblioteca. A fondamento dell’esperimento possono collocarsi le suggestive tesi espresse da David Lankes: “La missione dei bibliotecari consiste nel migliorare la

8 I nuovi modi di leggere, studio presentato a Tempo di Libri, Milano, il 19/04/2017,

http://www.giornaledellalibreria.it/presentazione--osservatorio-sulle-nuove-forme-di-consumo-editoriale-e-culturale-i-nuovi-modi-di-leggere-2950.html.

9 Per esempio, tra chi guarda pay-tv o tv in streaming la quota di lettori di libri è +20% rispetto a chi non li utilizza. E anche la consultazione di tutorial o manuali su YouTube sembra andare di pari passo, per un’altissima percentuale del campione, con la consultazione della forma-libro (tra chi usa spesso YouTube la percentuale di chi ha letto contenuti pratici tramite libro è del 53%, contro il 49% di chi usa saltuariamente YouTube e il 20% di chi non usa YouTube), cfr. I nuovi modi di leggere, cit.

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società facilitando la creazione di conoscenza nelle comunità di riferimento”,10 che

esortano i bibliotecari a collocarsi dove si concentrano le conversazioni degli utenti, ovunque esse si realizzino. L’esperienza della Biblioteca nel Salone ha consentito infatti ai bibliotecari di allontanarsi dalle biblioteche fisiche di appartenenza, per portare le proprie competenze e i propri strumenti in un luogo altro, dall’alto afflusso di lettori. La stessa funzione dei grafi ricalca in parte la definizione di biblioteca digitale postulata da Lankes:

La biblioteca digitale è una collezione di servizi per la facilitazione (accesso, struttura, ricerca) che permette la riorganizzazione da parte dei membri e fornisce risorse per la creazione di nuovi contenuti, sulla base di opportunità di conversazione secondo le regole stabilite dalla comunità. Il bibliotecario assicura che questi servizi siano erogati dove le conversazioni hanno luogo.11

Strutture digitali di facilitazione alla comprensione dei temi chiave del Salone, i grafi sono intrecciati al flusso conversazionale dei suoi visitatori, non solo nello spazio fisico ma anche sul web, grazie all’interlinking di ciascun grafo con l’evento rilevante per quel tema nel programma del Salone, e viceversa dalla pagina dell’evento in programma al grafo.

Conferma il successo di questa impostazione l’analisi degli accessi ai grafi durante l’evento:

10 D. Lankes, L’atlante della biblioteconomia moderna. Edizione italiana a cura di A.M. Tammaro e E. Corradini, Milano, Editrice bibliografica, 2014, p. 23.

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TITOLO GRAFO N. VISUALIZZAZIONI I Cinquecento anni della Riforma protestante 322

Scrittori e scritture (Stephen King, Luis Sepúlveda, Roberto Bolaño, Daniel Pennac...)

274

Avventure oltre il confine (percorso sulla letteratura per ragazzi, dedicato a Luis Sepúlveda, Daniel Pennac, Giacomo Mazzariol, Fabio Geda, Marìa Teresa Andruetto)

255

Aby Warburg 247

Lettura 225

Le tre mappe Aureoo più visualizzate sono quelle che più di altre hanno affrontato temi e autori centrali per l’edizione 2017 del Salone. Il grafo più cliccato, dedicato alla Riforma Protestante, vedeva due eventi correlati in programma, in occasione del 500esimo anniversario della Riforma. Il secondo e il terzo - il cui titolo, Avventure

oltre il confine, riprende il titolo stesso della manifestazione, si agganciano a decine

di conferenze, durante le quali gli autori trattati erano presenti di persona o costituivano l’oggetto della discussione. Di tipo diverso invece gli ultimi due grafi

-Aby Warburg e Lettura, che riguardano il primo l’autore la cui teoria di biblioteca ha

ispirato tutto il progetto della Biblioteca nel Salone, il secondo un tema trasversale a tutto l’evento, che si connette a più conferenze in programma, anche di taglio bibliotecario. La classifica degli accessi ai grafi, quindi, oltre alla riuscita del tentativo di partecipare alla conversazione di partecipanti e altri stakeholders del Salone, dimostra l’importanza di mantenere vivo un dialogo sugli aspetti che caratterizzano più da vicino il mondo delle biblioteche.

Il dato quantitativo rafforza ciò che è apparso empiricamente a tutti i bibliotecari coinvolti: gli utenti hanno dimostrato infatti, in più momenti, un grande entusiasmo nell’accogliere un’idea diversa di biblioteca e una grande apertura nel discutere e rivalutare la propria percezione della biblioteca con i bibliotecari. La dimensione formativa della Biblioteca nel Salone si colloca anche, dunque, in una direzione meta-cognitiva: trovarsi a riflettere in uno spazio diverso dal consueto sulla natura dei servizi bibliotecari provoca un cambio di prospettiva immediato, sia negli operatori coinvolti, sia nel loro pubblico, che gli utenti raggiunti sembrano aver apprezzato.12

12 Cfr. le “lezioni apprese” dall’esperienza di co-creazione nella biblioteca danese Dokk1, in relazione al Transformation Lab, uno spazio per la produzione di prototipi e nuove immagini della biblioteca fisica del futuro: “Il Transformation Lab ci ha mostrato che gli utenti desiderano impegnarsi nel creare la biblioteca del futuro. Un consiglio per tutte le biblioteche è di fare posto al loro interno ad uno spazio aperto che non sia mai completamente allestito, e quindi possa essere modificato con breve preavviso. Qui sarà possibile sperimentare sia la disseminazione di temi specifici che l'organizzazione dello spazio fisico, che potranno essere continuamente aggiustati a seconda degli input degli utenti. Così si modifica la visione degli utenti di ciò che una biblioteca può essere, e quest'ultima finisce per non essere più lo spazio dei soli bibliotecari, ma quello degli utenti” (S. Bech-Petersen, Dokk1: la

co-creazione come nuovo metodo di lavoro in biblioteca, in “AIB Studi”, v. 56, n.3, 2016,

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Una serie di videointerviste agli utenti ospiti del nostro stand, raccolte nel corso dell’iniziativa, rappresentano la valutazione migliore dell’impatto dell’intero lavoro. Eccone alcuni stralci particolarmente rilevanti:

"Trovo che sia un'iniziativa molto bella quella di saper unire vari linguaggi anche moderni, tematizzando su degli argomenti. Mi sembra che sia una strada quella di lavorare in rete assolutamente da perseguire".13

"Penso che sia un'iniziativa interessante e possa avvicinare soprattutto i più giovani, delle scuole, alla lettura […] è un mezzo che può veramente cambiare il modo in cui i giovani percepiscono la lettura, divertirsi e avere piacere a leggere un libro".14

"Mi pare che sia un'idea veramente geniale perché i percorsi tematici multimediali riportano esattamente la persona a ritrovarsi almeno in un interesse specifico, poi è ricco di spunti, è proprio bello, ci sono le citazioni, c'è di tutto".15

"La Biblioteca nel Salone organizza del percorsi di lettura e vi aiuta perché qui come vedete siamo circondati dai libri, quindi chi meglio dei bibliotecari può aiutarvi a scegliere cosa leggere, che autori incontrare se non l'avete mai fatto".16

La Biblioteca nel Salone come “learning space”

La Biblioteca nel Salone è stata dunque pensata ed organizzata come un vero e proprio ambiente formativo diffuso, uno spazio di apprendimento, in cui rendere possibili percorsi esperienziali di approccio ai contenuti capaci di produrre nuove forme di conoscenza collettiva. La bibliotecaria e il bibliotecario presenti al Salone rappresentano una rivisitazione del modello teorico dell’“embedded librarian”, figura di norma ricondotta in letteratura ad un contesto accademico-scientifico, dove un bibliotecario esce dalla biblioteca tradizionale per collocarsi in una situazione ‘on-site’ in stretto coordinamento con ricercatori e docenti: “embedded” nella comunità di apprendimento, tale bibliotecario ha modo di valorizzare la propria esperienza di specialista dell’informazione, con un impatto diretto e profondo sulla ricerca e l’insegnamento.17

Ponendo le competenze dei bibliotecari al servizio di una comunità estesa e variegata, dove si rimodula quel concetto di “passionate affinity-based learning” che normalmente caratterizza le comunità di apprendimento,18 il contesto della Biblioteca

13 https://www.facebook.com/bibliotecanelsalone/videos/225115461318094.

14 https://www.facebook.com/bibliotecanelsalone/videos/224695768026730.

15 https://www.facebook.com/bibliotecanelsalone/videos/224675611362079.

16 https://www.facebook.com/bibliotecanelsalone/videos/224226251407015.

17 J. Carlson and R. Kneale, Embedded Librarianship in the Research Context: Navigating New

Waters, in “College & Research Libraries News”, 72, no. 3 (March 2011), p. 167. Si veda anche: Embedded Librarians: Moving beyond One-Shot Instruction, Edited by C. Kvenild and K. Calkins,

Chicago, ACRL, 2011; B. J. Hamilton, Embedded Librarianship: Tools and Practice, in “Library Technology Reports”, 48, 2012 (numero monografico).

18 “Passionate affinity-based learning occurs when people organize themselves in the real world and/or via the Internet (or a virtual world) to learn something connected to a shared endeavor, interest, or passion […] Just as school is, in one sense, a place or space where people (students and teachers) are ‘in school’ or ‘at school’ passionate affinity-based learning is done in a place or space

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nel Salone consente una declinazione originale del modello. Ne emerge una figura di bibliotecario facilitatore di processi di apprendimento, promotore di un accesso all’informazione democratico ed inclusivo e capace di instaurare conversazioni utili alla creazione di nuova conoscenza: un bibliotecario che esce dalla biblioteca e dalla propria “confort zone” per “fare rete” e stringere alleanze strategiche, facendosi carico della complessità dell’ecosistema informativo, focalizzandosi sull’apprendimento dei processi di ricerca e considerandosi partecipe di una comunità di pratica, come prescritto dal “Framework for information literacy for

higher education” pubblicato da ACRL nel 2015.19

La compresenza di bibliotecari e lettori in un unico spazio interamente dedicato alla lettura ha generato un’inconsueta intensità di prospettive e stimoli collettivi. La condivisione di competenze diverse, in un luogo fortemente connotato culturalmente, ha trasformato la Biblioteca nel Salone in un ambiente formativo diffuso, un literate enviroment così come teorizzato nell’ambito degli studi sulla promozione dell’educazione informativa nei paesi in via di sviluppo. Sono, infatti,

literate environments quegli ambienti che sostengono l’acquisizione e l’uso delle

abilità informative nella vita quotidiana, offrendo insieme una densità di informazione accessibile e utile per l’utente e una ricchezza di opportunità di applicare le competenze informative acquisite in ambiti di interesse individuale20. Densità di

contenuti informativi e possibilità di confronto sulla base di stimoli individuali sono stati elementi portanti di tutta l’esperienza al Salone.

In questo senso, la Biblioteca nel Salone ha rappresentato un importante elemento di discontinuità rispetto al ruolo tradizionale della biblioteca e del bibliotecario, inserendo il tema classico del libro e della promozione della lettura in un contesto più ampio di educazione e mediazione informativa. Alla base dell’intero progetto, un’idea di biblioteca come spazio fisico, virtuale e sociale integrato con il tessuto urbano in cui si inserisce e capace di utilizzare tutte le leve utili a produrre conoscenza, aumentando quello che Antonella Agnoli ha definito “il capitale sociale del territorio.”21

which may be real or virtual or both” (J.P. Gee , E. Hayes , Language and learning in the digital age, London- New York, Routledge, 2011, p. 69).

19 Il Framework, tradotto in italiano a cura del Gruppo di studio nazionale sull’Information Literacy dell’AIB (http://www.aib.it/attivita/2015/51715-il-framework-acrl/), è stato presentato in: L. Testoni, Si

può “apprendere” la complessità? Nuove competenze per una Information Literacy sensibile al divenire dell’ecosistema informativo, in Bibliotecari al tempo di Google. Profili, competenze, formazione, Milano, Associazione Biblioteche oggi, 2016, pp.87-98).

20 Cfr. la definizione di Literate Environment, a cura di P. Easton, in Encyclopedia of Quality of Life

and Well-Being Research, ed. A. C. Michalos, 2014, Springer, (versione ebook:

https://link.springer.com/referenceworkentry/10.1007%2F978-94-007-0753-5_1665).

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