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DISPENSA DI ITALIANO DI II A

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Academic year: 2021

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DISPENSA DI ITALIANO GRAMMATICA LA FRASE SEMPLICE O PROPOSIZIONE

La frase semplice (o proposizione)è un insieme di parole di senso compiuto organizzate intorno a un solo verbo. Essa è composta dal soggetto , un solo predicato e complemento(espansione).

RICORDA: elemento essenziale di una frase è il predicato (verbo).

ESEMPIO: LUCA SCRIVE UNA LETTERA Luca:soggetto

scrive:predicato verbale

una lettera : complemento oggetto

La frase semplice ha una forma breve che si chiama frase minima , composta soltanto dagli elementi necessari a darle un senso compiuto : un soggetto e un predicato.

ESEMPIO: LUCA SCRIVE

RICORDA:i verbi impersonali indicanti fenomeni atmosferici,bastano da soli a formare una frase minima,senza neanche l’aiuto del soggetto.

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L’ESPANSIONE DELLA FRASE MINIMA

La frase minima ,costituita soltanto dagli elementi necessari a darle un senso compiuto(soggetto e predicato), può espandere la sua forma arricchendosi di altri elementi che forniscono ulteriori precisazioni e informazioni relative al soggetto o al predicato o a entrambi o all’ intera frase. Così la frase minima costituita soltanto dal soggetto e dal predicato:”Marta scrive” può arricchirsi:

- con l’ aggiunta di un’ indicazione che completa il significato del predicato, precisando che cosa scrive Marta:

Marta scrive una lettera (complemento oggetto).

-con l’aggiunta di un’ indicazione che completa il significato del predicato, precisando a chi Marta racconta una favola:

Marta scrive una lettera ai suoi nonni(complemento di termine).

-con l’ aggiunta di un ‘ indicazione che completa il significato dell’intera frase precisando quando Marta scrive una lettera ai nonni:

Ogni settimana (complemento di tempo), Marta scrive una lettera ai suoi nonni. -con l’ aggiunta di un aggettivo che precisa come è la lettera:

Ogni settimana, Marta scrive una lunga( attributo) lettera ai suoi nonni.

-con l’aggiunta di un nome che, insieme a un aggettivo, precisa meglio chi è Marta: Ogni settimana, la mia amica ( apposizione) Marta scrive una lunga lettera ai suoi nonni.

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N.B.l’ apposizione è un nome che si unisce ad un altro nome per precisarlo. RICORDA:IL SOGGETTO E IL PREDICATO SONO GLI ELEMENTI ESSENZIALI DELLA FRASE SEMPLICE.

L’ ATTRIBUTO, L’APPOSIZIONE E I COMPLEMENTI SONO GLI ALTRI ELEMENTI DELLA FRASE SEMPLICE UTILI MA NON SEMPRE INDISPENSABILI AD ARRICCHIRE IL SIGNIFICATO DEL MESSAGGIO.

GLI ELEMENTI ESSENZIALI DELLA PROPOSIZIONE:SOGGETTO E PREDICATO

IL SOGGETTO

Gli elementi essenziali di una frase o proposizione sono il soggetto e il predicato. Essi, infatti, sono gli unici elementi che possono formare da soli una frase e, quindi, comunicano un messaggio, per quanto semplice, di senso compiuto.

Il soggetto, cioè l’ elemento della frase di cui il predicato dice qualcosa, può indicare la persona, l’animale o la cosa che:

- compie un’azione:”Luca passeggia nel parco”;

- subisce un’azione :”Le piante sono state innaffiate dal giardiniere”; - si trova in una certa condizione o ha una certa qualità:”Elisa è buona”.

(4)

Il soggetto è legato al predicato da uno stretto vincolo grammaticale:la

concordanza .Il verbo concorda con il soggetto nella persona, nel numero e, in qualche caso, nel genere.

Il soggetto è per lo più costituito da un nome,comune o proprio:

Il cielo è azzurro. L’amicizia è preziosa. Nicoletta dorme. Il gatto miagola. o da un pronome che,come si sa,sostituisce il nome a tutti gli effetti:

Noi corriamo. Qualcuno ha sbagliato.

Ma può anche essere costituito da qualsiasi altra parte del discorso, usata come nome, per esempio:

- un aggettivo:”Il bello piace a tutti”;

- un verbo:”(Il )Camminare fa bene alla salute”; - un avverbio:”Il male va combattuto”;

- una congiunzione:”Il perché di questo sfugge a tutti”.

Il soggetto può essere espresso o anche sottinteso perché il verbo nella maggior parte dei modi e dei tempi, permette attraverso le diverse desinenze, di

comprendere la persona che compie l’azione,dunque il soggetto. ESEMPIO:

-RIDO (sogg. sottinteso = io)

-SUONIAMO LA CHITARRA(sogg.sottinteso= noi) -CHIUDI LA PORTA!(sogg . Sottinteso = tu)

Il soggetto può anche mancare del tutto:

-con i verbi usati impersonalmente:”Oggi non si esce in mare”;”Qui si mangia proprio bene”.

-con i verbi indicanti fenomeni atmosferici(piovere, nevicare, grandinare, fare freddo, fare caldo ecc):”Domani nevicherà”;Oggi fa molto caldo”;”Ieri è piovuto”. Il soggetto non è mai preceduto da una preposizione. Solo in un caso specifico possiamo trovarlo introdotto dalle preposizioni articolate del, dello, dei, degli,

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delle,usati come articoli partitivi, per indicare una quantità generica”(un po’ di “)o un numero imprecisato”(alcuni, alcune”):

-In frigo c’è solo del(= un po’di) latte(del latte = soggetto) .

-Nel cestino ci sono dei(= alcuni) giornali vecchi( dei giornali = soggetto).

Questo tipo di soggetto introdotto dagli articoli partitivi viene chiamato soggetto partitivo.

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Il predicato

L’ altro dei due elementi essenziali della proposizione è il predicato che indica ciò che si “predica”,cioè si dice sul soggetto.

Il predicato è sempre costituito da un verbo che concorda grammaticalmente con il soggetto nella persona(I,II o III), nel numero( singolare o plurale) e nel genere ( maschile e femminile):

Il ragazzo è tornato. Le ragazze sono tornate.

Il predicato può essere di due tipi:verbale e nominale.

IL PREDICATO VERBALE

Il predicato verbale può essere costituito da qualsiasi voce verbale che abbia un significato compiuto:

-verbi intransitivi (=Francesca nuota)

- verbi transitivi di forma attiva(=Giulia canta)

-verbi transitivi di forma passiva(=Il cancello fu colpito da un sasso) Verbi transitivi di forma riflessiva(=Dario si pettina).

Il predicato verbale può indicare:

- un’azione compiuta dal soggetto(=Giacomo canta)

- un’azione subita dal soggetto(=Gabriele è stato battezzato) - un’azione compiuta e subita dal soggetto(=Giulia si pettina) -uno stato del soggetto(=Martina sonnecchia).

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IL PREDICATO NOMINALE

Il predicato nominale è il predicato costituito da una voce del verbo essere e da un aggettivo o un nome che, insieme, predicano qualcosa intorno al soggetto.

Luigi è avvocato. Il gatto è buono -Luigi =soggetto

è=copula

avvocato=nome del predicato -Il gatto=soggetto

è=copula

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La voce del verbo essere è detta copula, cioè legame,essa serve a collegare il soggetto con l’aggettivo o il nome che vengono riferiti al soggetto stesso e che formano quella che viene chiamata la parte nominale del predicato o, più brevemente, il nome del predicato.

RICORDA :il verbo essere può avere anche la funzione di predicato verbale quando assume il significato di :

-trovarsi=Maria è in casa;

-esistere=Oggi ci sono farmaci straordinari;

-vivere, abitare = Mia nonna è con noi da molti anni. I VERBI COPULATIVI

Oltre al verbo essere, possono fare da copula e formare dei predicati nominali anche:

- i verbi sembrare, parere, diventare, divenire:”Massimo è diventato avvocato”;

- alcuni verbi intransitivi che possono avere anche la funzione di predicato verbale, come nascere, crescere, vivere, morire, rimanere , restare, quando sono seguiti da un aggettivo o da un nome che risulti loro necessario per avere un senso compiuto nel contesto della frase:”Franco è nato fortunato “;” Il prato cresce rigoglioso ”;”Adesso mia sorella vive sola”.

- i verbi detti appellativi(chiamare, dire, soprannominare, nominare)=Fu nominato sindaco

- elettivi(eleggere, dichiarare, nominare)=E’ stato eletto capoclasse.

- estimativi(stimare, giudicare ,ritenere credere)=”Amir è considerato un buon atleta

- effettivi(fare, rendere, ridurre …)= Quella chiesa è resa famosa dagli affreschi. I verbi copulativi , da soli, in genere non esprimono un senso compiuto; perché il loro significato si completi necessitano di un sostantivo o di un aggettivo che li accompagni: il cosiddetto nome del predicato o complemento predicativo del soggetto.

ESEMPIO: Amir è considerato un buon atleta Amir= soggetto

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è considerato= verbo copulativo

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ATTRIBUTO E APPOSIZIONE

L’ attributo è un aggettivo che affianca un nome e lo qualifica = Gli allievi diligenti sono premiati con un viaggio di studio.Il termine diligente è un

aggettivo che qualifica il nome, allievi. In analisi logica questo tipo di aggettivo prende il nome do attributo.

CARATTERISTICHE DELL’ ATTRIBUTO L’ATTRIBUTO:

-concorda col nome a cui si riferisce nel genere(maschile e femminile)e nel numero( singolare e plurale);

-si può riferire ad un soggetto, ad un qualsiasi complemento, ad un’ apposizione;

-può precedere o seguire un nome cui si riferisce.

L’apposizione è un nome che si unisce ad un altro nome per meglio

determinarlo = Il professor Guarini viene da Piacenza. Il termine professor è un sostantivo che aggiunge al nome proprio, Guarini,una particolare

determinazione. In analisi logica si chiama apposizione.

CARATTERISTICHE DELL’ APPOSIZIONE

L’apposizione può essere semplice, se è formata solo da un sostantivo(= Il console Cicerone)oppure composta , se è formata da un’ espressione più ampia(= Luigi,, l’alunno migliore della classe);

-concorda nel numero con il nome cui si riferisce, ma , essendo un sostantivo, mantiene il suo genere(=Quell’ altura(F), monte(M) ricco di ombra….)

-può riferirsi al nome e quindi al soggetto e a tutti i complementi(= Il dottor Rossi è partito. Accompagno la signora Maria alla stazione);

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- può essere introdotto dalla preposizione da oppure dalle espressioni come, quale, in qualità di.

COMPLEMENTI DIRETTI E INDIRETTI

I complementi sono quelle parole o gruppi di parole che hanno la funzione di completare il significato degli elementi essenziali della proposizione. I complementi sono numerosi e, in bare al modo in cui si uniscono all’elemento da cui dipendono, si dividono in : complementi diretti,complementi indiretti e complementi avverbiali. I complementi diretti sono quelli che vengono uniti direttamente,cioè senza

preposizioni al verbo o ad altre parti della proposizione da cui dipendono. Il complemento diretto per eccellenza è rappresentato dal complemento oggetto. ESEMPIO:Il maestro rimprovera l’alunno(= complemento oggetto- complemento diretto).

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I complementi indiretti sono quelli che sono uniti indirettamente, cioè con l’ aiuto di preposizioni (semplici o articolate),al verbo o ad altre parti della proposizione .I complementi indiretti sono estremamente numerosi e vari.

ESEMPIO:Mia sorella parte con la macchina(= complemento di mezzo- complemento indiretto);Caterina è la figlia di mio cugino(= complemento di specificazione).

I complementi avverbiali sono quelli rappresentati da un avverbio o da una

locuzione avverbiale , che forniscono informazioni sul quando, dove, come avviene ciò che è detto dal predicato o dall’ intera frase.

ESEMPIO: Maria è arrivata adesso(=avverbio-complemento avverbiale);Elena risponde a tutti gentilmente(=complemento avverbiale).

Questi complementi avverbiali equivalgono a complementi indiretti.

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Il complemento oggetto è l’ elemento della frase che dipende direttamente dal verbo e indica la persona, l’ animale o la cosa su cui ricade l’azione compiuta dal soggetto ed espressa dal verbo.Il complemento oggetto è il completamento naturale dei verbi transitivi. Esistono però alcuni verbi intransitivi che, in determinati

casi,ammettono il complemento oggetto. Sono i

verbi:vivere,dormire,sognare,piangere(=Io vivo una vita tranquilla. Tu dormi sonni sereni. Piangono lacrime amare ).In questi casi il complemento oggetto è detto complemento dell’ oggetto interno.

Il complemento oggetto risponde alla domanda : Chi?Che cosa?

Oltre al nome, possono fungere da complemento oggetto anche altre parti del discorso:

-l’ aggettivo = Adoro il bello; -il pronome = Non te lo dirò;

-un ‘ intera proposizione, detta proposizione oggettiva = Penso che tu sia noioso.

RICORDA:il complemento oggetto, per la sua natura di complemento diretto, non può essere introdotto da preposizione. C’ è un’unica eccezione: esso può essere introdotto dalle preposizioni articolate del, dello, della, dei, degli,delle in funzione di articolo partitivo:”Per questo ritratto ho usato soltanto delle(alcune) matite e della (= un po’ di) tempera”.Questo particolare tipo di complemento oggetto si chiama complemento oggetto partitivo.

Il predicativo dell’ oggetto

Il complemento predicativo dell’ oggetto o predicativo dell’ oggetto è un aggettivo o un nome che serve a completare il significato del verbo, dicendo qualche cosa del complemento oggetto.

Le compagne di squadra hanno eletto Sergio capitano.

Il nome capitano è un complemento predicativo dell’ oggetto: completa, infatti, il significato del verbo(hanno eletto) dicendo(predicando)qualcosa riguardo al

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Il complemento predicativo dell’ oggetto può essere costituito da un aggettivo , che predica una qualità o una caratteristica dell’ oggetto:

Tutti ti(=complemento oggetto) considerano simpatico=(predicativo dell’ oggetto) Questo complemento si ha con:

-verbi elettivi attivi(eleggere, nominare

-verbi appellativi attivi(dire, soprannominare, chiamare) -verbi estimativi attivi(stimare,reputare, giudicare)

-altri verbi usati con funzione copulativa(fare, ridurre, rendere) IL COMPLEMENTO DI SPECIFICAZIONE

Il complemento di specificazione specifica o precisa il significato generico di un nome, esprimendo un rapporto di appartenenza, parentela o altre relazioni di dipendenza.

Il complemento di specificazione risponde alle domande “:Di chi? Di che cosa”? Il complemento di specificazione può essere espresso:

-da un nome, un pronome o da qualunque parte del discorso sostantivata,

preceduti dalla preposizione di, semplice o articolata:”La casa di Lucia”. Il bello del dormire.

-dalla particella pronominale ne:” Ne ho pietà” (ne=di lui, di lei di loro).

ESEMPIO:Il giardino del vicino è ampio( del vicino= complemento di specificazione).

IL COMPLEMENTO DI DENOMINAZIONE

Il complemento di denominazione è quello che “denomina”, cioè indica il nome proprio di un luogo o di una persona o di un mese.

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La città di Napoli è incantevole. “Di Napoli” è il complemento di denominazione il quale indica il nome della città: è cioè un sostantivo proprio che determina un sostantivo comune

Analogamente al complemento di specificazione , è preceduto dalla preposizione “di”, però risponde alla domanda di”Di quale nome?” o, potremmo semplicemente dire”Quale?)

RICORDA: IL COMPLEMENTO DI DENOMINAZIONE SI USA:

-con nomi geografici(città, laghi, province, penisole, isole(L’isola di Capri). -con nomi indicanti mesi e giorni(Il mese di Luglio è caldo).

-con nomi e soprannomi o titoli(Ho ricevuto il titolo di commendatore)

IL COMPLEMENTO PARTITIVO

Il complemento partitivo indica il tutto di cui il nome che lo regge indica una parte. Esso risponde alle domande:”Tra chi? Tra che cosa?E’ preceduto sempre dalle preposizioni di, tra , fra.

Il complemento partitivo può dipendere:

-da aggettivi numerali come uno, due, dieci……..”Uno di voi ci raggiunga”

-da pronomi indefiniti o interrogativi come qualcuno, nessuno, chi……”Chi di voi si fa avanti?”

-da un aggettivo di grado superlativo relativo ……..”Il più grande dei fratelli”. …..”Il migliore fra i soldati”

- da un nome indicante una porzione di un tutto. …… “La maggior parte del materiale”.

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Come il complemento di specificazione , anche il complemento partitivo può essere rappresentato dalla particella pronominale ne……”Possiedo molte giacche, ma ne indosso solo alcune “(ne=di esse)

IL COMPLEMENTO DI TERMINE

Il complemento di termine indica l’ essere animato o inanimato su cui va a terminare l’ azione espressa dal verbo.

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Esso è preceduto dalla preposizione semplice o articolata a e risponde alla domanda : A chi? A che cosa?

ESEMPIO: Il controllore chiede il biglietto ai passeggeri.

L preposizione a non compare davanti ai pronomi personali atoni, cioè non accentati, mi ti, ci si vi e al pronome personale loro usati come complemento di termine(= a me , a te, a noi, a voi ecc)

ESEMPIO:Io ti parlo ( Io parlo a te).

I COMPLEMENTI DI LUOGO

I complementi di luogo indicano i luoghi in cui si verifica l’azione o la situazione espressa dal verbo.Essi sono di quattro tipi:complementi di stato in luogo,di moto a luogo, di moto da luogo e di moto per luogo.

IL COMPLEMENTO DI STATO IN LUOGO

Il complemento di stato in luogo indica il luogo, reale o figurato, in cui una persona , animale compie o subisce un’azione. Esso risponde alle domande:Dove? In quale luogo

Può essere introdotto:

-dalle preposizioni in, a ,su, sopra, dentro……..Abitavo in paese,La villa era ai confini del lago.

-dalle locuzioni prepositive come prima di, vicino a , accanto a, nei pressi di, ai confini di……..Claudia è accanto a me.

Può essere rappresentato anche dagli avverbi di luogo qui, qua, lì, là,lassù, laggiù, dove, dovunque, sopra, sotto e dalle particelle avverbiali ci e vi……..Sergio dorme qui. Sono nato a Roma ma non ci ho mai abitato.

Il complemento di statoin luogo può avere significato figurato in frasi del tipo…….Sei sempre nei miei pensieri.

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Il complemento di moto a luogo indica il luogo, reale o figurato, verso cui si va o ci si dirige.

Esso risponde alle domande:Dove? Verso dove? Può essere introdotto:

-dalle preposizioni in, da,su per, a verso…..Durante il week end andrò in montagna -da locuzioni come alla volta di, in direzione di…….I due alpinisti ripartirono alla volta del rifugio.

Il complemento di moto a luogo può essere espresso dagli avverbi di luogo,qui, qua lì, la, dove e dalle particelle avverbiali ci e vi……Vieni qua. Dove vai? Ci(=là, in quel luogo) andremo domani.

IL COMPLEMENTO DI MOTO DA LUOGO

Il complemento di moto da luogo indica il luogo da cui una persona un animale o una cosa si muove o parte. Esso risponde alle domande: Da dove? Da quale luogo? Può dipendere:

da verbi di movimento come: venire, arrivare, uscire, giungere, trasportare -da sostantivi come: ritorno, arrivo.

Può essere introdotto dalle preposizioni da e di

Può essere rappresentato anche da locuzioni avverbiali come da qui, da qua, da lì,da là,da laggiù, da lassù,da dove………Da qui non esce nessuno.

Può avere significato figurato……Le idee nascono dalla nostra mente. IL COMPLEMENTO DI MOTO PER LUOGO

Il complemento di luogo indica il luogo, reale o figurato, attraverso cui si passa o ci si muove .Esso è introdotto dalle preposizioni per, attraverso, in e da o dalla locuzione prepositiva in mezzo a .

Risponde alle domande:Per dove? Attraverso dove?

Il complemento di moto per luogo può essere introdotto anche dalle locuzioni

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avverbiali ci e vi ………….Passò per Genova. Passiamo attraverso il bosco. ….A volte ti passano strane idee per la mente. Non potrò mai uscire da questa finestra: non ci( = attraverso di essa) passo.

LA FRASE SEMPLICE O PROPOSIZIONE

La frase semplice (o proposizione)è un insieme di parole di senso compiuto organizzate intorno a un solo verbo. Essa è composta dal soggetto , un solo predicato e complemento(espansione).

RICORDA: elemento essenziale di una frase è il predicato (verbo).

ESEMPIO: LUCA SCRIVE UNA LETTERA Luca:soggetto

scrive:predicato verbale

una lettera : complemento oggetto

La frase semplice ha una forma breve che si chiama frase minima , composta soltanto dagli elementi necessari a darle un senso compiuto : un soggetto e un predicato.

ESEMPIO: LUCA SCRIVE

RICORDA:i verbi impersonali indicanti fenomeni atmosferici,bastano da soli a formare una frase minima,senza neanche l’aiuto del soggetto.

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L’ESPANSIONE DELLA FRASE MINIMA

La frase minima ,costituita soltanto dagli elementi necessari a darle un senso compiuto(soggetto e predicato), può espandere la sua forma arricchendosi di altri elementi che forniscono ulteriori precisazioni e informazioni relative al soggetto o al predicato o a entrambi o all’ intera frase. Così la frase minima costituita soltanto dal soggetto e dal predicato:”Marta scrive” può arricchirsi:

- con l’ aggiunta di un’ indicazione che completa il significato del predicato, precisando che cosa scrive Marta:

Marta scrive una lettera (complemento oggetto).

-con l’aggiunta di un’ indicazione che completa il significato del predicato, precisando a chi Marta scrive una lettera:

Marta scrive una lettera ai suoi nonni(complemento di termine).

-con l’ aggiunta di un ‘ indicazione che completa il significato dell’intera frase precisando quando Marta scrive una lettera ai nonni:

Ogni settimana (complemento di tempo), Marta scrive una lettera ai suoi nonni. -con l’ aggiunta di un aggettivo che precisa come è la lettera:

Ogni settimana, Marta scrive una lunga( attributo) lettera ai suoi nonni.

-con l’aggiunta di un nome che, insieme a un aggettivo, precisa meglio chi è Marta: Ogni settimana, la mia amica ( apposizione) Marta scrive una lunga lettera ai suoi nonni.

N.B.l’ apposizione è un nome che si unisce ad un altro nome per precisarlo.

RICORDA:IL SOGGETTO E IL PREDICATO SONO GLI ELEMENTI ESSENZIALI DELLA FRASE SEMPLICE.

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L’ ATTRIBUTO, L’APPOSIZIONE E I COMPLEMENTI SONO GLI ALTRI ELEMENTI DELLA FRASE SEMPLICE UTILI MA NON SEMPRE INDISPENSABILI AD ARRICCHIRE IL SIGNIFICATO DEL MESSAGGIO.

GLI ELEMENTI ESSENZIALI DELLA PROPOSIZIONE:SOGGETTO E PREDICATO

IL SOGGETTO

Gli elementi essenziali di una frase o proposizione sono il soggetto e il predicato. Essi, infatti, sono gli unici elementi che possono formare da soli una frase e, quindi, comunicano un messaggio, per quanto semplice, di senso compiuto.

Il soggetto, cioè l’ elemento della frase di cui il predicato dice qualcosa, può indicare la persona, l’animale o la cosa che:

- compie un’azione:”Luca passeggia nel parco”;

- subisce un’azione :”Le piante sono state innaffiate dal giardiniere”; - si trova in una certa condizione o ha una certa qualità:”Elisa è buona”.

Il soggetto è legato al predicato da uno stretto vincolo grammaticale:la concordanza .Il verbo concorda con il soggetto nella persona, nel numero e, in qualche caso, nel genere.

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Il cielo è azzurro. L’amicizia è preziosa. Nicoletta dorme. Il gatto miagola. o da un pronome che,come si sa,sostituisce il nome a tutti gli effetti:

Noi corriamo. Qualcuno ha sbagliato.

Ma può anche essere costituito da qualsiasi altra parte del discorso, usata come nome, per esempio:

- un aggettivo:”Il bello piace a tutti”;

- un verbo:”(Il )Camminare fa bene alla salute”; - un avverbio:”Il male va combattuto”;

- una congiunzione:”Il perché di questo sfugge a tutti”.

Il soggetto può essere espresso o anche sottinteso perché il verbo nella maggior parte dei modi e dei tempi, permette attraverso le diverse desinenze, di comprendere la persona che compie l’azione,dunque il soggetto.

ESEMPIO:

-RIDO (sogg. sottinteso = io)

-SUONIAMO LA CHITARRA(sogg.sottinteso= noi) -CHIUDI LA PORTA!(sogg . Sottinteso = tu)

Il soggetto può anche mancare del tutto:

-con i verbi usati impersonalmente:”Oggi non si esce in mare”;”Qui si mangia proprio bene”.

-con i verbi indicanti fenomeni atmosferici(piovere, nevicare, grandinare, fare freddo, fare caldo ecc):”Domani nevicherà”;Oggi fa molto caldo”;”Ieri è piovuto”. Il soggetto non è mai preceduto da una preposizione. Solo in un caso specifico possiamo trovarlo introdotto dalle preposizioni articolate del, dello, dei, degli, delle,usati come articoli partitivi, per indicare una quantità generica”( un po’ di “)o un numero imprecisato”(alcuni, alcune”):

-In frigo c’è solo del(= un po’di) latte(del latte = soggetto) .

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Questo tipo di soggetto introdotto dagli articoli partitivi viene chiamato soggetto partitivo.

Il predicato

L’ altro dei due elementi essenziali della proposizione è il predicato che indica ciò che si “predica”,cioè si dice sul soggetto.

Il predicato è sempre costituito da un verbo che concorda grammaticalmente con il soggetto nella persona(I,II o III), nel numero( singolare o plurale) e nel genere ( maschile e femminile):

Il ragazzo è tornato. Le ragazze sono tornate.

Il predicato può essere di due tipi:verbale e nominale.

IL PREDICATO VERBALE

Il predicato verbale può essere costituito da qualsiasi voce verbale che abbia un significato compiuto:

-verbi intransitivi (=Francesca nuota)

- verbi transitivi di forma attiva(=Giulia canta)

-verbi transitivi di forma passiva(=Il cancello fu colpito da un sasso) Verbi transitivi di forma riflessiva(=Dario si pettina).

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Il predicato verbale può indicare:

- un’azione compiuta dal soggetto(=Giacomo canta)

- un’azione subita dal soggetto(=Gabriele è stato battezzato) - un’azione compiuta e subita dal soggetto(=Giulia si pettina) -uno stato del soggetto(=Martina sonnecchia).

IL PREDICATO NOMINALE

Il predicato nominale è il predicato costituito da una voce del verbo essere e da un aggettivo o un nome che, insieme, predicano qualcosa intorno al soggetto.

Luigi è avvocato. Il gatto è buono -Luigi =soggetto

è=copula

avvocato=nome del predicato -Il gatto=soggetto

è=copula

buono =nome del predicato

La voce del verbo essere è detta copula, cioè legame,essa serve a collegare il soggetto con l’aggettivo o il nome che vengono riferiti al soggetto stesso e che formano quella che viene chiamata la parte nominale del predicato o, più brevemente, il nome del predicato.

RICORDA :il verbo essere può avere anche la funzione di predicato verbale quando assume il significato di :

-trovarsi=Maria è in casa;

-esistere=Oggi ci sono farmaci straordinari;

-vivere, abitare = Mia nonna è con noi da molti anni.

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Oltre al verbo essere, possono fare da copula e formare dei predicati nominali anche:

- i verbi sembrare, parere, diventare, divenire:”Massimo è diventato avvocato”;

- alcuni verbi intransitivi che possono avere anche la funzione di predicato verbale, come nascere, crescere, vivere, morire, rimanere , restare, quando sono seguiti da un aggettivo o da un nome che risulti loro necessario per avere un senso compiuto nel contesto della frase:”Franco è nato fortunato “;” Il prato cresce rigoglioso ”;”Adesso mia sorella vive sola”.

- i verbi detti appellativi( chiamare, dire, soprannominare, nominare)=Fu nominato sindaco

- elettivi(eleggere, dichiarare, nominare)=E’ stato eletto capoclasse.

- estimativi(stimare, giudicare ,ritenere credere)=”Amir è considerato un buon atleta

- effettivi(fare, rendere, ridurre …)= Quella chiesa è resa famosa dagli affreschi. I verbi copulativi , da soli, in genere non esprimono un senso compiuto; perché il loro significato si completi necessitano di un sostantivo o di un aggettivo che li accompagni: il cosiddetto nome del predicato o complemento predicativo del soggetto.

ESEMPIO: Amir è considerato un buon atleta Amir= soggetto

è considerato= verbo copulativo

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ATTRIBUTO E APPOSIZIONE

L’ attributo è un aggettivo che affianca un nome e lo qualifica = Gli allievi diligenti sono premiati con un viaggio di studio.Il termine diligente è un aggettivo che qualifica il nome, allievi. In analisi logica questo tipo di aggettivo prende il nome do attributo.

CARATTERISTICHE DELL’ ATTRIBUTO L’ATTRIBUTO:

-concorda col nome a cui si riferisce nel genere(maschile e femminile)e nel numero( singolare e plurale);

-si può riferire ad un soggetto, ad un qualsiasi complemento, ad un’ apposizione;

-può precedere o seguire un nome cui si riferisce.

L’apposizione è un nome che si unisce ad un altro nome per meglio determinarlo = Il professor Guarini viene da Piacenza. Il termine professor è un sostantivo che aggiunge al nome proprio, Guarini,una particolare determinazione. In analisi logica si chiama apposizione.

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L’apposizione può essere semplice, se è formata solo da un sostantivo(= Il console Cicerone)oppure composta , se è formata da un’ espressione più ampia(= Luigi,, l’alunno migliore della classe);

-concorda nel numero con il nome cui si riferisce, ma , essendo un sostantivo, mantiene il suo genere(=Quella altura(F), monte(M) ricco di ombra….)

-può riferirsi al nome e quindi al soggetto e a tutti i complementi(= Il dottor Rossi è partito. Accompagno la signora Maria alla stazione);

- può essere introdotto dalla preposizione da oppure dalle espressioni come, quale, in qualità di.

COMPLEMENTI DIRETTI E INDIRETTI

I complementi sono quelle parole o gruppi di parole che hanno la funzione di completare il significato degli elementi essenziali della proposizione. I complementi sono numerosi e, in bare al modo in cui si uniscono all’elemento da cui dipendono, si dividono in : complementi diretti,complementi indiretti e complementi avverbiali.

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I complementi diretti sono quelli che vengono uniti direttamente,cioè senza preposizioni al verbo o ad altre parti della proposizione da cui dipendono. Il complemento diretto per eccellenza è rappresentato dal complemento oggetto. ESEMPIO:Il maestro rimprovera l’alunno(= complemento oggetto- complemento diretto).

I complementi indiretti sono quelli che sono uniti indirettamente, cioè con l’ aiuto di preposizioni (semplici o articolate),al verbo o ad altre parti della proposizione .I complementi indiretti sono estremamente numerosi e vari.

ESEMPIO:Mia sorella parte con la macchina(= complemento di mezzo-complemento indiretto);Caterina è la figlia di mio cugino(= mezzo-complemento di specificazione).

I complementi avverbiali sono quelli rappresentati da un avverbio o da una locuzione avverbiale , che forniscono informazioni sul quando, dove, come avviene ciò che è detto dal predicato o dall’ intera frase.

ESEMPIO: Maria è arrivata adesso(=avverbio-complemento avverbiale);Elena risponde a tutti gentilmente(=complemento avverbiale).

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COMPLEMENTO OGGETTO

Il complemento oggetto è l’ elemento della frase che dipende direttamente dal verbo e indica la persona, l’ animale o la cosa su cui ricade l’azione compiuta dal soggetto ed espressa dal verbo.Il complemento oggetto è il completamento naturale dei verbi transitivi. Esistono però alcuni verbi intransitivi che, in determinati

casi,ammettono il complemento oggetto. Sono i

verbi:vivere,dormire,sognare,piangere(=Io vivo una vita tranquilla. Tu dormi sonni sereni. Piangono lacrime amare ).In questi casi il complemento oggetto è detto complemento dell’ oggetto interno.

Il complemento oggetto risponde alla domanda : Chi?Che cosa?

Oltre al nome, possono fungere da complemento oggetto anche altre parti del discorso:

-l’ aggettivo = Adoro il bello; -il pronome = Non te lo dirò;

-un ‘ intera proposizione, detta proposizione oggettiva = Penso che tu sia noioso.

RICORDA:il complemento oggetto, per la sua natura di complemento diretto, non può essere introdotto da preposizione. C’ è un’unica eccezione: esso può essere introdotto dalle preposizioni articolate del, dello, della, dei, degli,delle in funzione di articolo partitivo:”Per questo ritratto ho usato soltanto delle(alcune) matite e della

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(= un po’ di) tempera”.Questo particolare tipo di complemento oggetto si chiama complemento oggetto partitivo.

Il predicativo dell’ oggetto

Il complemento predicativo dell’ oggetto o predicativo dell’ oggetto è un aggettivo o un nome che serve a completare il significato del verbo, dicendo qualche cosa del complemento oggetto.

Le compagne di squadra hanno eletto Sergio capitano.

Il nome capitano è un complemento predicativo dell’ oggetto: completa, infatti, il significato del verbo(hanno eletto) dicendo(predicando)qualcosa riguardo al complemento oggetto (Sergio).

Il complemento predicativo dell’ oggetto può essere costituito da un aggettivo , che predica una qualità o una caratteristica dell’ oggetto:

Tutti ti(=complemento oggetto) considerano simpatico=(predicativo dell’ oggetto) Questo complemento si ha con:

-verbi elettivi attivi(eleggere, nominare

-verbi appellativi attivi(dire, soprannominare, chiamare) -verbi estimativi attivi(stimare,reputare, giudicare)

-altri verbi usati con funzione copulativa(fare, ridurre, rendere)

IL COMPLEMENTO DI SPECIFICAZIONE

Il complemento di specificazione specifica o precisa il significato generico di un nome, esprimendo un rapporto di appartenenza, parentela o altre relazioni di dipendenza.

Il complemento di specificazione risponde alle domande “:Di chi? Di che cosa”? Il complemento di specificazione può essere espresso:

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-da un nome, un pronome o da qualunque parte del discorso sostantivata, preceduti dalla preposizione di, semplice o articolata:”La casa di Lucia”. Il bello del dormire.

-dalla particella pronominale ne:” Ne ho pietà” (ne=di lui, di lei di loro).

ESEMPIO:Il giardino del vicino è ampio( del vicino= complemento di specificazione).

IL COMPLEMENTO DI DENOMINAZIONE

Il complemento di denominazione è quello che “denomina”, cioè indica il nome proprio di un luogo o di una persona o di un mese.

La città di Napoli è incantevole. “Di Napoli” è il complemento di denominazione il quale indica il nome della città: è cioè un sostantivo proprio che determina un sostantivo comune

Analogamente al complemento di specificazione , è preceduto dalla preposizione “di”, però risponde alla domanda di”Di quale nome?” o, potremmo semplicemente dire”Quale?)

RICORDA: IL COMPLEMENTO DI DENOMINAZIONE SI USA:

-con nomi geografici(città, laghi, province, penisole, isole(L’isola di Capri). -con nomi indicanti mesi e giorni(Il mese di Luglio è caldo).

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IL COMPLEMENTO PARTITIVO

Il complemento partitivo indica il tutto di cui il nome che lo regge indica una parte. Esso risponde alle domande:”Tra chi? Tra che cosa?E’ preceduto sempre dalle preposizioni di, tra , fra.

Il complemento partitivo può dipendere:

-da aggettivi numerali come uno, due, dieci……..”Uno di voi ci raggiunga”

-da pronomi indefiniti o interrogativi come qualcuno, nessuno, chi……”Chi di voi si fa avanti?”

-da un aggettivo di grado superlativo relativo ……..”Il più grande dei fratelli”. …..”Il migliore fra i soldati”

- da un nome indicante una porzione di un tutto. …… “La maggior parte del materiale”.

Come il complemento di specificazione , anche il complemento partitivo può essere rappresentato dalla particella pronominale ne……”Possiedo molte giacche, ma ne indosso solo alcune “(ne=di esse)

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IL COMPLEMENTO DI TERMINE

Il complemento di termine indica l’ essere animato o inanimato su cui va a terminare l’ azione espressa dal verbo.

Esso è preceduto dalla preposizione semplice o articolata a e risponde alla domanda : A chi? A che cosa?

ESEMPIO: Il controllore chiede il biglietto ai passeggeri.

L preposizione a non compare davanti ai pronomi personali atoni, cioè non accentati, mi ti, ci si vi e al pronome personale loro usati come complemento di termine(= a me , a te, a noi, a voi ecc)

ESEMPIO:Io ti parlo ( Io parlo a te).

I COMPLEMENTI DI LUOGO

I complementi di luogo indicano i luoghi in cui si verifica l’azione o la situazione espressa dal verbo.Essi sono di quattro tipi:complementi di stato in luogo,di moto a luogo, di moto da luogo e di moto per luogo.

IL COMPLEMENTO DI STATO IN LUOGO

Il complemento di stato in luogo indica il luogo, reale o figurato, in cui una persona , animale compie o subisce un’azione. Esso risponde alle domande:Dove? In quale luogo

Può essere introdotto:

-dalle preposizioni in, a ,su, sopra, dentro……..Abitavo in paese,La villa era ai confini del lago.

-dalle locuzioni prepositive come prima di, vicino a , accanto a, nei pressi di, ai confini di……..Claudia è accanto a me.

Può essere rappresentato anche dagli avverbi di luogo qui, qua, lì, là,lassù, laggiù, dove, dovunque, sopra, sotto e dalle particelle avverbiali ci e vi……..Sergio dorme qui. Sono nato a Roma ma non ci ho mai abitato.

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Il complemento di statoin luogo può avere significato figurato in frasi del tipo…….Sei sempre nei miei pensieri.

IL COMPLEMENTO DI MOTO A LUOGO

Il complemento di moto a luogo indica il luogo, reale o figurato, verso cui si va o ci si dirige.

Esso risponde alle domande:Dove? Verso dove? Può essere introdotto:

-dalle preposizioni in, da,su per, a verso…..Durante il week end andrò in montagna -da locuzioni come alla volta di, in direzione di…….I due alpinisti ripartirono alla volta del rifugio.

Il complemento di moto a luogo può essere espresso dagli avverbi di luogo,qui, qua lì, la, dove e dalle particelle avverbiali ci e vi……Vieni qua. Dove vai? Ci(=là, in quel luogo) andremo domani.

IL COMPLEMENTO DI MOTO DA LUOGO

Il complemento di moto da luogo indica il luogo da cui una persona un animale o una cosa si muove o parte. Esso risponde alle domande: Da dove? Da quale luogo? Può dipendere:

da verbi di movimento come: venire, arrivare, uscire, giungere, trasportare -da sostantivi come: ritorno, arrivo.

Può essere introdotto dalle preposizioni da e di

Può essere rappresentato anche da locuzioni avverbiali come da qui, da qua, da lì,da là,da laggiù, da lassù,da dove………Da qui non esce nessuno.

Può avere significato figurato……Le idee nascono dalla nostra mente. IL COMPLEMENTO DI MOTO PER LUOGO

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Il complemento di luogo indica il luogo, reale o figurato, attraverso cui si passa o ci si muove .Esso è introdotto dalle preposizioni per, attraverso, in e da o dalla locuzione prepositiva in mezzo a .

Risponde alle domande:Per dove? Attraverso dove?

Il complemento di moto per luogo può essere introdotto anche dalle locuzioni avverbiali per di qua, per di là, per di qui, da qua, di qua,da là ,di lì o dalle particelle avverbiali ci e vi ………….Passò per Genova. Passiamo attraverso il bosco. ….A volte ti passano strane idee per la mente. Non potrò mai uscire da questa finestra: non ci( = attraverso di essa) passo.

ANTOLOGIA IL TESTO POETICO

Il testo poetico esprime i pensieri, i sentimenti, le emozioni e gli stati d’ animo dell’autore. Il messaggio poetico ha però un valore universale e assoluto: pur essendo legato a esperienze individuali e personali, le esigenze dell’ autore,assurge a significati universali,validi per tutti gli uomini.

E’ un testo che,attraverso un uso particolare della lingua, esprime i contenuti più svariati. Di origine antichissima,esso presenta caratteristiche che lo differenziano da tutti gli altri tipi di testo:

-è un testo in versi;

-è un testo in cui conta molto la forma , cioè il modo in cui il poeta sceglie le parole e le combina insieme per produrre immagini e per conseguire effetti espressivi, ritmici e musicali;

- è un testo polisemico: esso , infatti, condensa in sé svariati significati GLI ASPETTI METRICO- RITMICI: IL VERSO

La poesia è, anzitutto, musica e ritmo. Nata come canto accompagnato da strumenti musicali, essa è sempre stata caratterizzata dalla presenza di effetti sonori e ritmici

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che la distinguono dagli altri tipi di testo e che sono dovuti a particolari elementi espressivi: i versi, gli accenti, le cesure, le rime, gli accostamenti e la ripetizione di suoni.

IL VERSO

Riconoscere un testo poetico, prima ancora di leggerlo, è molto semplice perché è scritto in versi .Ciò significa, per dirla in termini molto semplici, che l’autore non sfrutta tutto lo spazio della riga a sua disposizione sulla pagina, ma procede per un po’ e poi va a capo. Del resto la parola verso deriva dal latino vertere che vuol dire appunto “tornare indietro, girare”,mentre prosa deriva dall’ aggettivo latino prosus che significa “ciò che va in linea retta”.Dunque il verso è ciascuna delle righe che formano una poesia, alla fine della quale il poeta va a capo .Il fatto che un testo sia scritto in versi conferisce ad esso una “musicalità”che non si riscontra in un passo di prosa. Il verso tradizionale è costituito :

-da un determinato numero di sillabe(il verso può essere lungo o breve e si misura contando le sillabe che lo costituiscono);

Esempio:Il giorno fu pieno di lampi= Il/gior/no/ fu/pie/no/di/lam/pi Così il verso di G. Pascoli, costituito da nove sillabe , è un novenario. -dalla ripetizione degli accenti a intervalli regolari che crea il ritmo.

L’andamento musicale del verso, oltre che dal numero delle sillabe, è fortemente influenzato dalla successione degli accenti ritmici. Infatti, gli accenti ritmici, che coincidono con gli accenti tonici delle parole ma non riguardano tutte le parole del verso, mettono in evidenza alcune sillabe- che vengono pronunciate con maggiore intensità di voce- e non altre .Ciò che conferisce ritmo al verso è , quindi,la ripetizione degli accenti a intervalli regolari.

RICORDA:ogni parola è dotata di un suo accento tonico che può cadere sull’ ultima sillaba e allora la parola sarà tronca(più), sulla penultima e si avrà una parola piana(casa), sulla terzultima e si avrà una parola sdrucciola(margine).

LE CESURE

Un altro elemento importante nella creazione del ritmo dei versi poetici è costituito dalle cesure, cioè dalle pause che in punti precisi interrompono i versi. La pausa più forte e più evidente – la cosiddetta pausa ritmica primaria- è quella che coincide con

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la fine di ogni verso e che scandisce la fine del ritmo di un verso e l’ inizio del ritmo del verso successivo .La pausa più frequente è quella che divide il verso in due parti. ESEMPIO:Sempre caro mi fu/ quest’ermo colle.(Infinito. G. Leopardi)

Nella maggior parte dei casi, la cesura coincide con una pausa determinata dalla sintassi o dal senso come nel seguente verso di Marino Moretti:

Piove .E’mercoledì./Sono a Cesena.

A volte però contraddice le pause sintattiche segnate dalla punteggiatura o dal senso per creare un ritmo del tutto nuovo e mettere in evidenza elementi o parti significativamente importanti del verso, come nel seguente verso di Umberto Saba: per celia e poi,/ il dolore è eterno.

L’ENJAMBEMENT

Rilevanza ritmica ha anche l’ enjambement, cioè il fenomeno che si ha quando la pausa ritmica di fine verso non coincide con una pausa logica, cioè la fine di un verso non coincide con la fine di una frase e la frase continua nel verso successivo .Così , nei seguenti versi tratti dalla canzone A Silvia di Giacomo Leopardi, la fine di verso separa l’ aggettivo dal sostantivo cui si riferisce:

Sonavan le quiete

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