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Impressionismo: Monet, opere maggiori

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Academic year: 2021

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L’impressionismo e Monet

Da dove nasce la parola “impressionismo”?

I pittori impressionisti condivisero pensieri e teorie sull’arte, accompagnati dalla stessa volontà

di sperimentazione. Non costituirono mai, però, un gruppo vero e proprio perché non

scrissero un manifesto d’intenti (come invece faranno i Futuristi italiani nei primi anni del

Novecento!). Nel 1874 ebbe luogo la prima esposizione degli impressionisti presso lo studio di

un fotografo loro amico, di nome Nadar. Un’opera dipinta da Monet era intitolata “Impressione,

sole nascente” e il critico della rivista Charivari, Louis Leroy, utilizzò quel titolo in modo

sarcastico per definire tutto il gruppo. Gli impressionisti, infatti, non goderono subito di buona

fama presso la critica ma fu soprattutto nel secondo dopoguerra, con la creazione a Parigi del

Museo dell’Impressionismo, che vennero riconosciuti come punto di riferimento per le

Avanguardie del primo Novecento.

I principali pittori impressionisti: vi presento Claude Monet!

Claude Monet (1840-1926) è uno dei principali

pittori impressionisti. Giunse a Parigi nel 1859 e frequentò a lungo Degas e Pissarro. Amava molto

dipingere en plein air ed era interessato allo studio della luce naturale, convinto che solo

sviluppando una tecnica pittorica immediata sarebbe stato possibile rappresentarne gli effetti sulla tela. Già dal 1891, infatti, dipinge più versioni

dello stesso soggetto ritratto ad ore diverse del giorno e in momenti diversi dell’anno. Nelle

immagini qui riportate possiamo vedere alcune opere tratte dalla celebre serie dei Covoni di fieno: in alto a sinistra il soggetto è ritratto in una mattina nebbiosa; in basso a sinistra, in una giornata tersa; nell’immagine qui sotto, invece, subito dopo una nevicata.

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Lo stesso trattamento venne riservato alla facciata della cattedrale gotica di Rouen, che venne dipinta per ben 50 volte, e allo stagno con le ninfee che lo stesso artista realizzò deviando il corso di un torrente presso la propria abitazione a Giverny, dal quale trasse ispirazione per la realizzazione di circa 60 opere finite più centinaia di schizzi. Dipingere la

superficie dell’acqua con i suoi innumerevoli riflessi e rendere il lieve movimento delle foglie galleggianti era un’impresa ardua, tanto che lo

stesso Monet, in una lettera ad un amico, scrisse: «Ho di nuovo intrapreso qualcosa di impossibile: le acque con le erbe che ondeggiano sul fondo. È meraviglioso a vedersi, però tentare di dipingerlo è una follia. Ma io sono sempre alle prese con questo genere di cose.»

Nella pagina precedente, in alto a sinistra: Claude Monet, Haystacks on a Foggy Morning, 1891. In basso a sinistra: Claude Monet, Covone a Giverny, 1886. In basso a destra: Claude Monet, Wheatstacks, Snow Effect,

Morning, 1891. In questa pagina, in alto a sinistra: Claude Monet, Water Lilies, 1916. In basso a sinistra: Claude

Monet, Water Lilies, 1916-1919. In basso a destra: Claude Monet, Water Lilies, 1897-1899.

I tocchi di colore sono disposti sulla tela a piccole pennellate. Il nero e il bianco non

vengono mai utilizzati puri per evitare di smorzare la naturalezza dei toni. Le opere di

Monet sono la dimostrazione di quanto poco importante fosse, per gli impressionisti, il

soggetto e quanto, invece, lo fosse lo studio dei fattori formali e luministici di un’opera.

Erano quindi aboliti i contorni, le campiture di colore piatto, l’uso della prospettiva e delle

ombreggiature tradizionali.

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