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Carlo Pedretti, studioso leonardiano, bibliofilo e bibliotecario. Pubblicata la sua bibliografia nel cinquecentenario della morte di Leonardo

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aliane spa - Sped. in a.p. - DL 353/2003 (con

v. in L 2 7/02/0 4 n. 46) ar t. 1 , c. 1 , DR CB Milano / V

ol. XXXVIII n. 1 Gennaio-F

ebbr aio 2020 € 1 5 Mensile ISSN 0392-8586 BIBLIO TEC HE OGGI Gennaio-F ebbr aio 2020

RIVISTA DI INFORMAZIONE AGGIORNAMENTO E DIBATTITO

GENNAIO-FEBBRAIO 2020

VOL. XXXVIII

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Biblioteche

oggi

GENNAIO-FEBBRAIO 2020 VOL. XXXVIII

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Barbara Mantovi

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PROFILI

Bibliografia completa di Carlo Pedretti (1928-2018), a cura di Margherita

Me-lani; con un inedito di Carlo Pedretti; premessa di Roberta Barsanti; intro-duzione (gennaio 1998) e poscritto (settembre 2019) di Paolo Galluzzi, Poggio a Caiano, CB Edizioni, 2019, 573 p., con illustrazioni.

Carlo Pedretti (6 gennaio 1928-5 gennaio 2018) è stato uno dei mas-simi studiosi di Leonardo da Vinci, un Maestro per molti, un riferi-mento ineludibile per tutti i con-temporanei e, ovviamente, per i po-steri. In un’intervista all’“Europeo” del 31 agosto 1981, egli afferma di essere stato folgorato da Leonardo

a 13 anni. L’ho incontrato su una bancarella nel 1941, in un libro di Clemente Fusero. C’era la riprodu-zione di un mulino, con accanto appunti manoscritti. A colpirmi furono quelle note indecifrabili, scritte nella caratteristica grafia rovesciata di Leonardo. Presi a fre-quentare la biblioteca dell’Archi-ginnasio. Ci passavo tutto il tem-po libero dalla scuola. E, insieme ai fumetti di Mandrake, cominciai

a raccogliere libri sul Rinascimen-to: arrivai ad averne 400. Nel giro di un anno avevo già letto tutto il libro scritto su Leonardo da Gero-lamo Calvi. L’ho imparato a memo-ria, poi me lo sono riscritto da cima a fondo, per esercizio. Mi sono mes-so a scrivere come Leonardo.

Frequenta il liceo classico “Laura Bassi” di Bologna e quindi l’uni-versità, senza conseguire la laurea. Leonardo Pedretti, come lo chia-mano gli amici, collabora alla “Set-timana”, periodico del “Resto del Carlino”, e a “Cronache”, diretto da Enzo Biagi. Il suo primo articolo è

Leonardo fu amico di Niccolò Machia-velli pubblicato su “La settimana di

Piacenza” del settembre 1944 (la bibliografia segnala due precedenti opuscoli adolescenziali, senza luo-go e senza data, editi con lo pseu-donimo Anairo). Ma, commenta

Pedretti,

scrivevo anche di arte in generale, attento a dare ai pezzi un taglio sempre divulgativo, mai accademi-co. Quella scuola mi è stata utile per il mio mestiere di insegnante. In America c’è la tradizione dell’in-segnamento come spettacolo, c’è il culto del divulgare senza annoiare chi ti ascolta. È un posto dove si troverebbero in difficoltà tanti storici dell’arte italiani che vivono arroccati nella loro torre d’avorio.

Carlo ha, infatti, sempre vantato la dimensione divulgativa di alcuni suoi contributi e il suo insegna-mento coinvolgente trasmesso in modo accattivante, pur trattando concetti complessi.

Nel 1952, a 24 anni, scrive al mi-nistro Achille Marazza, presidente del Comitato per le celebrazioni

leonardiane in Italia per il quinto centenario della nascita (Vinci, 15 aprile 1452) e riesce a organizzare una mostra su Leonardo a Bologna, corredata da un importante cata-logo. È il periodo in cui propone d’identificare la Gioconda in Fili-berta di Savoia, moglie di Giuliano de’ Medici, fratello di papa Leone X, in seguito al ritrovamento di un documento inedito sulla presenza di Leonardo a Bologna insieme a Filiberta e a suo marito. La prima di varie ipotesi sul celebre dipinto che hanno segnato la sua vita, fino all’ultima congetturata pochi anni prima della morte: la cortigiana Pa-cifica Brandani, della quale suppo-ne abbia chiesto il ritratto Giuliano de’ Medici, un suo amante.

In quegli anni Pedretti conosce El-mer Belt, ricco medico aEl-mericano, studioso e bibliofilo di Leonardo (ricchissima la biblioteca da lui se-lezionata, ora presso la UCLA, Uni-versity of California, Los Angeles), che lo incarica di rintracciare quan-te più notizie possibili su Leonardo nelle biblioteche italiane, da Firen-ze a Milano, Parma, Roma, alla Va-ticana; è un’occasione d’oro (e ben retribuita, confessa Carlo) di ap-profondire lo studio delle opere di Leonardo direttamente sugli origi-nali. Ha, quindi, modo di frequen-tare la Royal Library at Windsor Castle che, tra l’altro, conserva di-segni di teste disegnate da Leonar-do ritagliate vicino al contorno. La sua competenza e il suo intuito gli permettono di riconoscere la fonte dei frammenti nei fogli conservati presso la Biblioteca Ambrosiana; in alcuni disegni lì custoditi, infatti, vi sono i buchi che testimoniano il taglio dei circa settanta disegni ora a Windsor. Pedretti ricompone idealmente i testi con uno

scrupo-Carlo Pedretti, studioso leonardiano,

bibliofilo e bibliotecario

Pubblicata la sua bibliografia nel cinquecentenario

della morte di Leonardo

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loso fotomontaggio e pubblica il catalogo nella serie dei prestigiosi testi dell’editore Phaidon. “Pedret-ti’s method” – scrive Joyce Pelle-rano Ludmer in Carlo Pedretti. A bibliography of his work on Leonardo da Vinci and the Renaissance –

“con-centrated on original texts and pri-mary source. Using paleographic, philological, and historical tools, he forged a complete textual, chro-nological, and interpretative revi-sion of the Corpus vincianum”.

Alle ricostruzioni filologiche dei molteplici frammenti sparsi di manoscritti e disegni abbina rico-struzioni intuitive, mentali, oggi ben più facilmente realizzabili con l’ausilio dei software sofisticati di cui disponiamo: in ciò consiste la peculiarità di Pedretti: intuito e fi-lologia.

Nel settembre 1959 si trasferisce a Los Angeles dove si laurea con una tesi su Leonardo architetto e inizia a insegnare Rinascimento italiano alla prestigiosa UCLA, per poi esse-re riconosciuto professoesse-re emerito di Storia dell’arte italiana.

Collabora assiduamente con la “Raccolta vinciana” (negli anni Cinquanta e Sessanta alcuni fasci-coli sono da lui ampiamente redat-ti), con i principali editori e le più importanti riviste internazionali di storia dell’arte e di Rinascimento, senza disdegnare i periodici divul-gativi e i quotidiani (in Italia: dal “Corriere della sera” al “Sole 24 ore” all’“Osservatore romano”), anzi privilegiandoli nell’ottica del-la valorizzazione di un Leonardo fuori dal mito del genio universa-le costruito durante il Fascismo; aspetto ampiamente trattato da una vasta letteratura contempora-nea e ben evidenziato nella mostra

Leonardo di carta in carta. La

costru-zione del Mito tra Ottocento e Novecen-to finemente allestita alla

Bibliote-ca nazionale centrale di Firenze (5 dicembre 2019-14 marzo 2020). Egli ha consulenze per le princi-pali raccolte leonardiane del mon-do da cui scaturiscono le preziose edizioni commentate dei codici leonardiani; instaura un rappor-to privilegiarappor-to e continuativo con la Biblioteca Leonardiana – per la quale tiene ben cinque Letture vin-ciane (la prima è l’VIII della serie,

presentata nel 1968) – e con Re-nato Giunti, editore dell’Edizione nazionale dei manoscritti e dei di-segni di Leonardo da Vinci, a cura della Commissione Vinciana. Negli anni Cinquanta aveva avvia-to la Carlo Pedretti Edizioni d’Arte, con scarso successo, e dal 1988 al 1998 cura i dieci volumi di “Acha-demia Leonardi Vinci”, un annua-rio da lui fondato e diretto, aperto al dialogo con i giovani studiosi, distinto per la splendida grafica e la mise en page dei saggi montati

personalmente ritagliando su di un tavolo le bozze di stampa e rico-struendo il testo sulla griglia d’im-paginazione in modo che il foglio non presenti spaziature bianche a fine delle righe corrispondenti alla fine dei paragrafi, sul modello del-le composizioni editoriali cinque-centesche, da lui ben conosciute e amate. Cercava di “conferire un aspetto elegante e graficamente bilanciato a frontespizi, pagine di testo, apparati iconografici, appen-dici documentarie e inappen-dici”, scrive Paolo Galluzzi nel Poscritto.

Pedret-ti redattore e PedretPedret-ti bibliografo costituiscono due dimensioni ca-ratterizzanti eppure poco note ol-tre la schiera dei suoi intimi. Leonardo era la sua vita e per

que-sto Carlo necessitava di strumenti

di lavoro che lo aiutassero: l’allesti-mento di una grande e qualificata biblioteca di opere di e su Leonar-do e il suo tempo è stato il suo più grande investimento: libri d’ogni epoca e in ogni lingua che trova dappertutto e di cui conserva scru-polosamente fatture e corrispon-denza con i fornitori.

Una tipica biblioteca d’autore, come si chiama oggi una collezione progettata e curata da una persona-lità; una raccolta (oltre ai 400 libri acquisiti in età giovanile) custodita originariamente in parte nella villa di Los Angeles e in parte nella villa di Castel Vitoni di Lamporecchio, vicino a Vinci, acquistata nei primi anni Ottanta (dopo aver vissuto per un periodo a Villa Rospiglio-si, disegnata da Bernini) e in cui trascorre il periodo dalla metà di aprile alla metà di settembre e dove vive stabilmente dal 2013, quando si trasferisce definitivamente in Italia.

Nella sua biblioteca c’è la sua sto-ria. Pedretti è il bibliotecario di se stesso, paragonabile a un biblio-tecario erudito settecentesco, che conosce a memoria la collocazione di ciascun volume: quando, infat-ti, si doveva cercare un libro tra le decine di migliaia presenti nella collezione occorreva chiederglielo e Carlo lo trovava subito senza co-noscerne la segnatura e, se non lo trovava immediatamente, sbottava: “È lì”, indicando scaffale e palchet-to della libreria (fatta costruire in legno, con metodi rigorosamente artigianali), ovvero in un luogo fi-sico ben definito, e il libro veniva fuori sempre.

Nel 2015 inaugura la Fondazione Rossana e Carlo Pedretti (Rossana è sua moglie, conosciuta a scuola) che dirige fino ai suoi ultimi giorni.

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Biblioteche oggi • gennaio-febbraio 2020

Ricordando questi episodi e queste attività si capisce meglio il profilo di uno studioso che ha mantenuto caratteristiche stabili e ben defi-nite per tutta la vita: una capacità eccezionale di creare relazioni, una competenza “creativa” d’indagato-re, una memoria prodigiosa; tutto ciò, ben amalgamato, con l’aggiun-ta di qualche pizzico di disinvoltu-ra e anticonformismo, corrobodisinvoltu-ra la sua proverbiale conoscenza a tutto tondo di Leonardo, del suo mondo e dei suoi contemporanei.

La varietà e l’intensità degli studi di Leonardo si riflette nella varietà delle tematiche trattate da Pedretti. La bibliografia completa di Carlo, pertanto, restituisce la grandezza quantitativa e qualitativa del ricer-catore e dell’uomo. Pedretti si iden-tificava con lo studio, senza mai pause, fino all’ultimo, quando la semicecità gli impediva di leggere ma non di lavorare grazie alla col-laborazione di due assistenti, com-petenti e fidate: Margherita Melani e Sara Taglialagamba. Carlo, tutta-via, non disprezzava la compagnia di persone care, verso cui era molto generoso in informazioni biblio-grafiche e suggerimenti di studio, e amava l’ottimo cibo consumato conversando con amici e allievi, un novello simposio leonardiano. La bibliografia completa compren-de circa 1.300 record di contributi editi in 73 anni d’attività: libri, sag-gi, articoli in quotidiani e in riviste specializzate e divulgative, introdu-zioni a cataloghi, interviste e pro-grammi televisivi (celebri e impec-cabili quelli con Piero Angela, suo amico), CD-Rom e film con suoi commenti; da notare che egli non ha scritto alcuna recensione.

Il titolo comprende l’aggettivo “completa” perché altre ne erano

uscite. La prima, per gli anni 1944-1984, sopra citata, a cura di Joyce Pellerano Ludmer, bibliotecaria della Elmer Belt Library of Vincia-na, con l’aiuto di Martha Boca (poi al Getty Museum, da lui frequen-tato assiduamente), con una breve prefazione di Kenneth Clark, gran-de studioso leonardiano, edita “in celebration of his twenty-five years with The University of California, Los Angeles” (la formulazione è da assumere alla stregua della data di pubblicazione e corrisponde all’anno gregoriano 1984: 25 anni d’insegnamento accademico, 1959-1984). La seconda nel 1995, e suc-cessivamente nel 1996, di Nathalie Guttmann, Carlo Pedretti’s publica-tions 1985-1995, with an aftermath & a supplement (1946-1998), in

“Acha-demia Leonardi Vinci”, con l’intro-duzione di Paolo Galluzzi ripropo-sta nella bibliografia completa. Nel frattempo Pedretti provvedeva a pubblicare precisazioni, spigolature – Gleanings – in “Achademia

Leonar-di Vinci” e a commentare con note manoscritte la sua copia a stampa delle bibliografie; grazie a una me-ticolosa ricognizione sistematica di questi “perfezionamenti” compiuta da Margherita Melani, utilizzan-do un quaderno redatto da Carlo, è ora possibile consultare l’elenco completo degli scritti pubblicati nel corso della sua lunga carriera. Gal-luzzi, nella puntuale introduzione, considera, a ragione, lo studioso un punto di svolta nella storiografia leonardiana: c’è un prima e un dopo

Pedretti. Pensare che fino agli anni Ottanta gran parte dell’accademia italiana ignorava i suoi scritti: mai una sua opera consigliata nelle bi-bliografie per gli esami o citata nel-le note bibliografiche a pie’ di pagi-na o alla fine di un saggio.

Carlo teneva moltissimo alla pro-pria immagine e alla sua produzio-ne editoriale: senza produzio-nessuna falsa modestia nel 2008 pubblica l’auto-biografia – ovvero un “libro-testa-mento”, come lo definisce Melani – Leonardo e io. Un grande studioso racconta mezzo secolo di ricerche tra Europa e Stati Uniti (ristampato nel

2019). Per tutta la vita ha mante-nuto aggiornata la sua bibliografia nel duplice senso di correggere al-cune sue affermazioni e di descri-vere quanto veniva pubblicando. Una bibliografia che, commenta Galluzzi nel Poscritto, non

annove-ra una biogannove-rafia di Leonardo, no-nostante le numerose, insistenti e certamente remunerative solleci-tazioni provenute da più editori. Perché? Il direttore del Museo Ga-lileo lo motiva citando una frase di Pedretti del 1953: “Una qualsiasi vistosa opera di compilazione pri-va di contributi originali” è inutile. Il titolo del volume, Bibliografia com-pleta, non dichiara esplicitamente

il lavoro inedito di Carlo, ossia gli importantissimi Richter Commen-tary. Additions & Corrections, che

rendono il libro uno e bino, ripren-dendo un celebre titolo di un testo di commento a Pinocchio. La

secon-da parte del volume (ben maggiore della prima) permette di conoscere la scrittura di Carlo, chiara e ben leggibile; il facsimile dei commenti manoscritti è stampato su pagine dai bordi grigi a marcare la diffe-renza tra le due opere (bibliografia e commenti). La minuziosa rilet-tura di The Literary Works of Leonar-do da Vinci compiled and edited

by Jean Paul Richter costituisce a sua volta un’opera critica monu-mentale, tanto che le aggiunte e le correzioni manoscritte di Pedretti potevano rappresentare una

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pub-blicazione autonoma: perché allora abbinare due opere così diverse in un unico volume? Forse la curatri-ce ha voluto proseguire curatri-certe ope-razioni editoriali tipiche dell’ul-timo Pedretti: congiungere cose diverse, contaminare generi diversi straniando positivamente il lettore; un regalo per celebrare lo studioso, ovvero, con le parole di Melani “la scelta [...] è stata quella di mostrare non solo un lavoro mai pubblicato ma un Pedretti inedito”.

La sterminata bibliografia che esce nell’anno del cinquecentenario del-la morte di Leonardo (Amboise, 2 maggio 1519; per questo i francesi lo considerano un concittadino e i cataloghi delle loro biblioteche usano la forma d’accesso preferi-ta Léonard de Vinci) presenta una

descrizione completa delle risorse bibliografiche. Ciò deriva dalla col-laborazione, dichiarata, della cura-trice con la Leonardiana e con Mo-nica Taddei in particolare, come scrive nella Premessa Roberta

Bar-santi, direttrice del Museo e della Biblioteca Leonardiana, ricordan-do il rapporto d’affetto di Pedretti con Vinci durato per decenni; pro-prio per questo nel 2008 il Comune di Vinci gli assegnò la cittadinanza onoraria.

Stupisce l’assenza di una numera-zione progressiva dei record (come in genere usa): ciò rende la loro citazione poco agevole, nell’assen-za ulteriore dei titoli correnti. Il criterio di ordinamento delle regi-strazioni bibliografiche all’interno dell’anno non risulta né in ordine alfabetico né in ordine cronologico

e non è chiarito nel saggio intro-duttivo di Melani, dall’eloquente titolo La bibliografia per una breve biografia di Carlo Pedretti.

Il volume esce sotto l’egida della Fondazione Carlo e Rossana Pe-dretti, una struttura che conserva la straordinaria eredità scientifica, bibliografica, archivistica (in parti-colare, la corrispondenza con pres-soché tutti gli istituti e studiosi le-onardiani) e museale di un grande studioso. La bibliografia sarà di-sponibile online e in libera

consul-tazione sul sito della Fondazione e di IRIS, la prestigiosa Associazione di biblioteche storico-artistiche e umanistiche dell’area fiorentina, insieme alla raccolta dei numerosi scritti di Pedretti dispersi in rivi-ste e volumi miscellanei di tutto il mondo.

MAURO GUERRINI

Università di Firenze mauro.guerrini@unifi.it

DOI: 10.3302/0392-8586-202001-055-1

Carlo Pedretti e Mauro Guerrini alla Biblioteca Leonardiana di Vinci a metà anni Ottanta. Foto dalla Collezione Emma Cianchi.

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