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eBook per la Scuola | A. Diotti, S. Dossi, F. Signoracci | Libera Lectio - Vol. 1 | SEI

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Academic year: 2021

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(1)

1

Antico, incredibilmente nuovo

3

Premessa

La trasmissione dei testi. Il lavoro filologico, 3 - Le collane dei classici, 4

5

LE ORIGINI

Dalla fondazione di Roma allo scontro con Cartagine

6

Gli eventi, la società, la cultura

6 Cronologia

8 I nodi della storia

8 “Fondazione” o “formazione”? 8 La monarchia

9 Le magistrature repubblicane

9 I mutamenti interni tra Ve IIIsecolo a.C. 10 L’espansione in Italia

10 in sintesi

11 Società e cultura

11 Pater familias e struttura gentilizia 12 Ilmos maiorum

12 Oralità e scrittura 13 in sintesi

14 La lingua

14 Origini della lingua latina

14 Latino preletterario e latino arcaico

15 L’alfabeto latino

15 in sintesi

16

Le origini della letteratura latina

16 Le prime testimonianze linguistiche

18 La fibula praenestina

18 Le testimonianze poetiche preletterarie

19 I carmina

19 Le muse

Indice

III Indice

(2)

19 Il saturnio 20 Carmina religiosi 23 Le divinità familiari 23 I carmina popularia 23 La poesia celebrativa 25 in sintesi 26 La prosa preletteraria 26 Commentarii e fasti 27 Il diritto e le leggi 27 Le leggi scritte 28 L’oratoria 29 Le maschere funerarie 29 in sintesi

30 Appio Claudio Cieco

31 Il teatro italico delle origini

30 I fescennini

31 La donna nella società latina 32 La satura

32 La fabula Atellana 33 in sintesi

33 IN DIC A ZION I BI B LIOGR AF ICH E

34 I GENERI LETTERARI

:

La poesia epica

34 Definizione e origini

34 La trasmissione e la sopravvivenza 34 Il ciclo epico

35 Iliade e Odissea: il filone “eroico” 36 L’epica ellenistica

39

L’ETÀ ARCAICA

Dalle guerre puniche alla dittatura di Silla

40

Gli eventi, la società, la cultura

40 Cronologia

44 I nodi della storia

44 Lo scontro con Cartagine 45 Espansionismo militare 46 Problemi sociali 46 Mario e Silla 47 in sintesi

48 Società e cultura

48 Le province e le nuove classi sociali 49 La svolta imperialistica

50 Incontro, scontro e fusione con la cultura greca 52 in sintesi

53 Pubblico, generi letterari e scrittori in età arcaica

53 Le conseguenze di una fruizione orale 53 Gli “artigiani” delle lettere

54 in sintesi

54 La lingua

54 Una lingua a strati 55 in sintesi

(3)

56

L i v i o A n d r o n ì c o

56 L’autore

56 Notizie biografiche

57 Le divinità dell’antica Roma

57 L’opera 57 Le opere teatrali 58 La villa dell’Esquilino 58 L’Odusía 58 La traduzione artistica 60 in sintesi

61 Approfondimento:Che cos’è l’acculturazione? 61 IN DIC A ZION I BI B LIOGR AF ICH E

62

G n e o N e v i o

62 L’autore

62 Plenum superbiae Campanae

63 L’opera

63 Le opere teatrali 64 Il Bellum Poenicum

65 Didone ed Enea: un amore tradito

66 in sintesi

66 Approfondimento:Mito e storia in Nevio 67 IN DIC A ZION I BI B LIOGR AF ICH E

68 I GENERI LETTERARI

:

Il teatro in Grecia

68 Le forme del teatro greco

69 La tragedia

69 Le origini della tragedia 69 Significato della tragedia

70 Struttura e autori della tragedia e del dramma satiresco

72 La commedia

72 Le origini della commedia 72 Significato del teatro comico

73 Tipologie, struttura e autori della commedia 75 Il teatro a Roma

75 L’origine e le tipologie 77 La struttura

77 Le occasioni degli spettacoli 78

P l a u t o

78 L’autore

78 Notizie biografiche

78 Approfondimento:L’ambiente scenico 79 Il problema del nome

80 L’opera

80 Le fabulae varronianae 81 Le trame delle opere 84 La struttura

84 Gli intrecci 85 in sintesi

85 Una possibile classificazione 86 I personaggi

86 I rapporti con il mondo greco

87 Approfondimento:Gli attori e i costumi 88 Un mondo alla rovescia

V Indice

(4)

90 Le feste dei folli 90 La lingua plautina

91 Il festival di Sarsina 92 La fortuna

92 in sintesi

93 IN DIC A ZION I BI B LIOGR AF ICH E

94

Percorsi antologici

94 1. I prologhi plautini

95 TESTO1 (LAT/ITA):Che questo spettacolo porti bene a me e a voi (Asinaria, vv. 1-15)

96 TESTO2 (LAT/ITA):Prima di tutto prestate attenzione (Trinummus, vv. 1-22) 97 SCHEDA LESSICALE:I verbi latini che indicano l’opera del tradurre

98 TESTO3 (ITA):Vi userò la cortesia di esporvi il soggetto di questa commedia (Miles gloriosus, vv. 79-155) 99 riepilogo del percorso

100 2. Il servus nelle sue tipologie ricorrenti

100 TESTO1 (ITA):Fatemi passare, fuggite tutti (Curculio, vv. 280-295)

101 TESTO2 (ITA):E ora, Pseudolo, che hai intenzione di fare? (Pseudolus, vv. 394-414) 102 TESTO3 (ITA):Nella mia mente c’è un piano (Pseudolus, vv. 574-594)

102 Approfondimento:Gli schiavi nel mondo romano

104 TESTO4 (ITA):Vinta la guerra, vi ringrazio signori del cielo (Persa, vv. 753-762) 104 riepilogo del percorso

105 3. Tipi e personaggi del teatro plautino

105 TESTO1 (ITA):Il soldato fanfarone e il parassita adulatore (Miles gloriosus, vv. 1-78) 108 TESTO2 (ITA):Il parassita affamato (Menaechmi, vv. 77-109)

108 Approfondimento:Il tipo plautino del parassita

109 TESTO3 (ITA):Il lenone (Rudens, vv. 125-126; Curculio, vv. 494-504) 109 TESTO4 (LAT):L’avaro (Aulularia, vv. 40-66)

112 AN A L I S I D E L T E S T O

113 Approfondimento:Euclione: il prototipo dell’avaro

114 TESTO5 (ITA):Un personaggio inconsueto: il dio Mercurio (Amphitruo, vv. 271-309; 350-374)

116 riepilogo del percorso

117 4. La vis comica plautina

117 TESTO1 (LAT):Il tesoro perduto (Aulularia, vv. 713-726) 119 AN A L I S I D E L T E S T O

120 TESTO2 (LAT):L’equivoco della pentola (Aulularia, vv. 731-772)

123 SCHEDA LESSICALE:Fides 124 AN A L I S I D E L T E S T O

124 TESTO3 (LAT/ITA):Una gara di insulti (Persa, vv. 405-426) 126 Approfondimento:L’insulto liberatorio

128 TESTO4 (LAT/ITA):Furcifer! (Pseudolus, vv. 359-369) 128 SCHEDA LESSICALE:Le interiezioni in Plauto

129 riepilogo del percorso

130

C e c i l i o S t a z i o

130 L’autore

130 La vita 131 L’opera

131 I titoli delle commedie 131 Il Plocium

132 Approfondimento:Un’antica top ten 133 Un commediografo “di passaggio”? 133 in sintesi

133 IN DIC A ZION I BI B LIOGR AF ICH E

(5)

134

P u b l i o Te r e n z i o A f r o

134 L’autore

134 Notizie biografiche 135 L’opera

135 Cronologia e contenuti delle commedie 135 Le trame delle opere

137 Tradizione e innovazione 138 Una commedia stataria

139 Terenzio e Menandro

140 in sintesi

141 Approfondimento:Terenzio dimidiatus Menander? 142 I prologhi

143 Le parti cantate

143 L’interpretazione del teatro terenziano 145 Il contrasto tra padri e figli 146 Lo stile e la lingua

147 La fortuna

148 in sintesi

148 IN DIC A ZION I BI B LIOGR AF ICH E

149

Percorsi antologici

149 1. I prologhi in Terenzio

150 TESTO1 (LAT/ITA):Contaminari non decere fabulas (Andria, vv. 1-27)

151 TESTO2 (LAT/ITA):Non date retta ai discorsi dei maligni (Heautontimorúmenos, vv. 1-52) 153 TESTO3 (LAT/ITA):Un ladro, non un poeta, ha scritto la commedia (Eunuchus, vv. 19-45)

154 TESTO4 (LAT/ITA):Una terribile accusa o una grande lode? (Adelphoe, vv. 1-25) 156 TESTO5 (ITA):Evitare l’obscura diligentia (Phormio, vv. 1-34)

157 riepilogo del percorso

157 2. Il capovolgimento dei personaggi tradizionali

158 TESTO1 (ITA):Un nuovo modo di essere suocera (Hecyra, vv. 577-606)

159 Approfondimento:Il carattere di Sostrata

159 TESTO2 (ITA):Una cortigiana fuori dagli schemi (Hecyra, vv. 816-840)

160 TESTO3 (ITA): Servus e meretrix: la rottura delle convenzioni (Hecyra, vv. 841-880)

162 riepilogo del percorso

163 3. Il rapporto padri-figli

163 TESTO1 (LAT):Una discussione per ragioni d’amore (Andria, vv. 872-903) 166 AN A L I S I D E L T E S T O

166 TESTO2 (LAT):Homo sum (Heautontimorúmenos, vv. 53-120) 169 SCHEDA LESSICALE:Homo

169 SCHEDA LESSICALE:Credo

172 TESTO3 (LAT):Iniqui sunt patres (Heautontimorúmenos, vv. 213-229)

173 SCHEDA LESSICALE:Pater e filius

174 TESTO4 (LAT):Due modelli pedagogici a confronto (Adelphoe, vv. 26-81)

175 Approfondimento:Un inciso dall’interpretazione problematica

177 SCHEDA LESSICALE:Pudor e liberalitas: due parole chiave del modello pedagogico terenziano 178 SCHEDA LESSICALE:Ratio

179 Approfondimento:Terenzio e l’humanitas 179 riepilogo del percorso

180

Q u i n t o E n n i o

180 L’autore

180 Il poeta dai «tre cuori» 180 Notizie biografiche

VII Indice

(6)

181 L’opera

181 Le opere minori

182 Una poesia... gastronomica 183 Il teatro

184 Gli Annales: l’impianto generale 185 La novità degli Annales

186 Approfondimento:L’humanitas 187 La chiave interpretativa del poema

188 Perché Ennio si definisce dicti studiosus 188 Lingua, metrica e stile

190 Approfondimento:Il “sogno simbolico” in Ennio 192 La fortuna

192 in sintesi

193 IN DIC A ZION I BI B LIOGR AF ICH E

194

La tragedia arcaica

194 Il “secolo d’oro” della tragedia

195 Pacuvio

195 Un artista poliedrico

195 Pathos e sperimentalismo linguistico

196 Approfondimento:Il concetto di Fortuna in Pacuvio 198 in sintesi

198 Accio

198 Un intellettuale orgoglioso e prolifico 199 La tragedia del potere

201 Il declino del teatro letterario

201 Decadenza della commedia 201 La tragedia dalla scena alla lettura 202 in sintesi

203 IN DIC A ZION I BI B LIOGR AF ICH E

204

C a t o n e e l a s t o r i o g r a f i a a n n a l i s t i c a

204 L’autore

204 Homo novus e conservatore 205 Non ho vesti preziose 205 La lotta culturale

206 in sintesi

207 Le opere

207 Orazioni e opere didascaliche 208 Il De agri cultura

211 La storiografia annalistica

212 Storiografia e pratiche divinatorie 212 La novità delle Origines

214 Curiosità nelle Origines 215 in sintesi

215 Una prosa asciutta ed essenziale 216 La fortuna

216 Catone idealizzato 217 in sintesi

217 IN DIC A ZION I BI B LIOGR AF ICH E 218 I GENERI LETTERARI

:

La satira

218 Origine 218 Etimologia 219 I caratteri

(7)

221

G a i o L u c i l i o

221 L’autore

221 Notizie biografiche 222 L’opera

222 Le satire: genesi e ordinamento 222 Gli argomenti

223 Viaggio letterario in Sicilia 225 Caratteri della satira luciliana

226 Approfondimento:Satira e realismo in Lucilio 227 La lingua e lo stile

228 in sintesi

228 IN DIC A ZION I BI B LIOGR AF ICH E

229

L’ETÀ DI CESARE

La crisi della repubblica dalla morte di Silla all’affermazione di Ottaviano

230

Gli eventi, la società, la cultura

230 Cronologia

233 I nodi della storia

233 Forze destabilizzanti 233 La congiura di Catilina 234 L’accordo segreto 234 Cesare in Gallia 235 La guerra civile

236 La dittatura e la morte di Cesare 236 Dalla guerra civile al principato 237 in sintesi

238 Società e cultura

238 La figura di Cesare: un bilancio

238 La crisi dei valori tradizionali e il rifugio nell’otium 239 Filosofie ellenistiche e culti misterici

240 in sintesi

241 Pubblico, generi letterari e scrittori nell’età di Cesare

241 Gli intellettuali di fronte alla crisi 241 Cambiamenti nei generi letterari 242 Un pubblico nuovo: i salotti e le donne 242 La lingua

242 Nuove acquisizioni 243 Gli studi sulla lingua 243 in sintesi

244 I GENERI LETTERARI

:

La poesia lirica greca

244 Definizione e caratteri del genere 245 La poesia giambica

246 La melica monodica 247 La melica corale

250

La poesia neoterica

250 Caratteri generali

250 Lo sfondo storico-culturale alla nascita del fenomeno neoterico 251 Caratteri del neoterismo

IX Indice

(8)

252 Gli influssi della poetica callimachea

254 Approfondimento:La definizione dei poeti neoterici 255 I poeti

255 I preneoterici 256 I neoterici 259 in sintesi

259 IN DIC A ZION I BI B LIOGR AF ICH E

260

G a i o Va l e r i o C a t u l l o

260 L’autore

260 Il problema delle date 260 La vita

261 in sintesi

262 L’opera

262 Il Liber e la sua struttura 262 La prima sezione del Liber 262 Una poesia “leggera”

263 Approfondimento:Regole artistiche e principi etici 264 La seconda sezione: i carmina docta

264 Il culto di Cibele 266 Venere e Giunone 267 La terza sezione: gli epigrammi 267 in sintesi

268 I temi

269 Approfondimento:Fu davvero una rivoluzione? 271 Lo stile

272 La fortuna

272 in sintesi

273 IN DIC A ZION I BI B LIOGR AF ICH E

274

Percorsi antologici

274 1. Il mondo della poesia: lepos, novitas e doctrina

275 TESTO1 (LAT):Cui dono lepidum novum libellum (Carmina, 1) 276 AN A L I S I D E L T E S T O

277 TESTO2 (ITA):Il lamento di Arianna abbandonata (Carmina, 64, vv. 124-201) 279 TESTO3 (ITA):La Chioma di Berenice (Carmina, 66)

282 TESTO4 (ITA):Un’antologia da buttare (Carmina, 14)

283 TESTO5 (LAT/ITA):La vera poesia secondo Catullo (Carmina, 95)

284 riepilogo del percorso

285 2. Da mi basia mille: l’esplodere della passione per Lesbia

285 TESTO1 (LAT):Ille mi par esse deo videtur: l’inizio dell’amore (Carmina, 51) 287 Approfondimento:Saffo, modello di Catullo e Lucrezio

288 TESTO2 (LAT):Vivamus, mea Lesbia, atque amemus (Carmina, 5) 289 AN A L I S I D E L T E S T O

290 TESTO3 (ITA):I baci non bastano mai (Carmina, 7)

290 Approfondimento:Una morale nuova per una poesia nuova 292 TESTO4 (LAT):Passer, deliciae meae puellae (Carmina, 2)

293 TESTO5 (LAT):Lugete, o Veneres Cupidinesque (Carmina, 3)

295 DE N T R O I L T E S T O

296 TESTO6 (LAT/ITA):Un amore eterno? (Carmina, 109) 296 riepilogo del percorso

297 3. Odi et amo: l’amore incrinato e poi spezzato

297 TESTO1 (LAT):Smettila di impazzire (Carmina, 8)

300 Approfondimento:Il lessico catulliano dell’amore

(9)

302 TESTO2 (ITA):Un colloquio del poeta con se stesso (Carmina, 76)

303 DE N T R O I L T E S T O

303 TESTO3 (LAT):Promesse al vento (Carmina, 70)

304 TESTO4 (LAT):Le diverse gamme dell’amore (Carmina, 72) 305 TESTO5 (LAT):Odi et amo (Carmina, 85)

306 TESTO6 (LAT):L’addio definitivo (Carmina, 11)

308 Approfondimento:Il topos letterario del fiore reciso 310 AN A L I S I D E L T E S T O

310 riepilogo del percorso

311 4. Venimus larem ad nostrum: amicizie, rancori, antipatie e affetti familiari

311 TESTO1 (ITA):Un invito originale (Carmina, 13) 312 TESTO2 (LAT):Amicizia e poesia (Carmina, 50) 314 AN A L I S I D E L T E S T O

314 TESTO3 (LAT):Il ritorno a casa (Carmina, 31)

316 TESTO4 (ITA):L’impazienza del ritorno (Carmina, 46)

317 TESTO5 (LAT):Un ironico ringraziamento a Cicerone (Carmina, 49) 318 TESTO6 (ITA):L’insofferenza verso Cesare (Carmina, 93)

318 TESTO7 (LAT):Sulla tomba del fratello (Carmina, 101)

320 Approfondimento:Il topos letterario del compianto funebre 321 riepilogo del percorso

322 I GENERI LETTERARI

:

La storiografia

322 Definizione e premesse

323 L’historía e i logografi 323 Erodoto, pater historiae 324 Tucidide, il grande modello

325 I continuatori di Tucidide e la storiografia ellenistica 326 La storiografia greca di fronte a Roma: Polibio 327 Le prime tappe della storiografia latina 327 Eredità greca e originalità latina 328

C a i o G i u l i o C e s a r e

328 L’autore

328 L’ascesa

328 Accordi con Pompeo e Crasso 329 La guerra in Gallia 329 La guerra civile 330 La congiura 330 in sintesi 331 L’opera 331 Un uomo colto

331 Cesare riforma il calendario 331 I Commentarii

332 Finalità del De bello Gallico e del De bello civili 332 Una storiografia di parte?

332 I contenuti del De bello Gallico 333 Il De bello Gallico

334 Un racconto di guerra 334 Una prova di etnogeografia 335 Romani e barbari

335 La battaglia di Alesia

XI Indice

(10)

336 Conquista e romanizzazione 336 in sintesi

337 Il De bello civili

337 I contenuti del De bello civili 338 Guerra e politica

338 La morte di Pompeo

338 La clementia di Cesare 339 Verità o giustificazione?

339 Il corpus Caesarianum e le opere perdute 339 Cesare, difensore del popolo

340 La lingua e l’oratoria di Cesare, tra analogia e atticismo 340 in sintesi

341 Lo stile

341 Chiarezza ed efficacia 341 Una lingua “pura” 342 La fortuna

342 Un protagonista della storia

343 Cesare oggetto di studio e personaggio letterario 343 in sintesi

343 IN DIC A ZION I BI B LIOGR AF ICH E

345

Percorsi antologici

345 1. Alesia, il grande assedio

346 TESTO1 (LAT/ITA):Uno spietato avversario (De bello GallicoVII, 4)

348 DE N T R O I L T E S T O

348 TESTO2 (ITA):Sotto le mura di Alesia (De bello GallicoVII, 68-71) 350 TESTO3 (LAT):L’esercito di soccorso (De bello GallicoVII, 75, 1; 76, 4-6) 351 AN A L I S I D E L T E S T O

352 TESTO4 (ITA):Una drammatica assemblea: il discorso di Critognato (De bello GallicoVII, 77) 353 Approfondimento:Le ragioni degli altri

354 DE N T R O I L T E S T O

354 TESTO5 (LAT):Crudeltà verso gli inermi (De bello GallicoVII, 78) 355 AN A L I S I D E L T E S T O

356 TESTO6 (ITA):I Romani, da assedianti ad assediati (De bello GallicoVII, 79, 1-3; 84-85) 357 TESTO7 (ITA):Le decisioni di Cesare (De bello GallicoVII, 86-87)

358 TESTO8 (LAT/ITA):La vittoria (De bello GallicoVII, 88) 359 DE N T R O I L T E S T O

359 TESTO9 (LAT):Le ultime parole di Vercingetorige (De bello GallicoVII, 89) 360 AN A L I S I D E L T E S T O

361 TESTO10 (LAT/ITA):Le condizioni della resa e la conclusione della campagna (De bello GallicoVII, 90) 362 Approfondimento:Il pessimismo di Cesare, tra fortuna e virtus

362 riepilogo del percorso

364 2. I popoli di Cesare

365 TESTO1 (LAT):Descrizione della Gallia (De bello GallicoI, 1) 366 AN A L I S I D E L T E S T O

367 Approfondimento:I Celti

368 TESTO2 (LAT/ITA):L’organizzazione sociale dei Galli (De bello GallicoVI, 11) 369 Approfondimento:Il lessico di Cesare “etnografo”

(11)

370 TESTO3 (ITA):I druidi e i cavalieri presso i Galli (De bello GallicoVI, 13-15) 372 Approfondimento:I misteriosi druidi

373 DE N T R O I L T E S T O

373 TESTO4 (LAT):I sacrifici agli dèi presso i Galli (De bello GallicoVI, 16) 374 TESTO5 (LAT):Gli dèi adorati dai Galli (De bello GallicoVI, 17) 375 AN A L I S I D E L T E S T O

376 TESTO6 (ITA):I Germani (De bello GallicoVI, 21-23)

378 TESTO7 (LAT):Confronto tra il valore dei Galli e quello dei Germani (De bello GallicoVI, 24) 379 AN A L I S I D E L T E S T O

379 TESTO8 (ITA):La Britannia e i suoi abitanti (De bello GallicoV, 12; 14) 380 riepilogo del percorso

381 3. La guerra civile: Farsalo, lo scontro finale

382 TESTO1 (ITA):I pompeiani si spartiscono in anticipo cariche e bottino (De bello civiliIII, 82) 383 Approfondimento:Toni polemici e satirici nel De bello civili

384 DE N T R O I L T E S T O

384 TESTO2 (LAT/ITA):Il discorso di Cesare all’esercito schierato (De bello civiliIII, 90) 385 TESTO3 (LAT):Un soldato coraggioso (De bello civiliIII, 91)

386 AN A L I S I D E L T E S T O

386 TESTO4 (LAT):L’errore tattico di Pompeo (De bello civiliIII, 92) 387 AN A L I S I D E L T E S T O

388 TESTO5 (ITA):La battaglia (De bello civiliIII, 93-94)

389 Approfondimento:Una lezione di psicologia della guerra

389 TESTO6 (ITA):Nel campo di Pompeo; fuga e inseguimento (De bello civiliIII, 96-97) 390 DE N T R O I L T E S T O

391 TESTO7 (LAT):La resa dei pompeiani (De bello civiliIII, 98)

391 riepilogo del percorso

392 I GENERI LETTERARI

:

La retorica

392 Distinzione fra retorica e oratoria

392 Il valore della retorica e dell’oratoria presso i Greci e i Romani 393 L’origine greca della retorica e i suoi legami con il pensiero filosofico 394 Lo sviluppo della retorica nella Grecia classica fino ad Aristotele 395 Gli studi retorici nell’età ellenistica. Scuole e retori dell’Asia Minore 395 La retorica nell’età imperiale

397 La retorica a Roma

398 I GENERI LETTERARI

:

L’oratoria

398 L’oratoria greca e il “canone dei dieci oratori” 398 La limpida oratoria di Lisia

399 Isocrate e la paideia dell’oratore 399 Oratoria e politica: Demostene 400 Origine e sviluppo dell’oratoria romana 402

M a r c o Tu l l i o C i c e r o n e

402 L’autore

402 La formazione culturale

403 L’ascesa politica fino al consolato 403 Anni difficili: l’esilio, la guerra civile 404 Le villae di Cicerone

405 L’ultima stagione

XIII Indice

(12)

405 Le Philippicae 406 in sintesi

407 L’opera

407 Il difensore della repubblica oligarchica 407 Le orazioni

407 Discorsi per il presente e per la gloria futura 408 Prima fase: l’affermazione di un giovane avvocato 408 I Romani e l’arte greca

409 Seconda fase: i discorsi del console 409 Le congiure nell’età di Cesare

410 Terza fase: prima e dopo l’esilio, le orazioni della maturità 411 Gli scontri politici a Roma

412 Quarta fase: le orazioni “cesariane” 412 Quinta fase: l’ultima battaglia 413 Non hominis nomen sed eloquentiae 413 Il diritto di parola

414 Approfondimento:I generi dell’oratoria e la struttura dell’orazione 416 in sintesi

417 Le opere retoriche

417 Un punto di approdo per la riflessione sulla parola 417 Il De oratore, ovvero la natura dell’oratoria 417 I contenuti del De oratore 418 Una storia dell’eloquenza: il Brutus 418 L’Orator: un trattato sullo stile 419 in sintesi

420 Le opere politiche 420 Il De re publica: i dati esterni 420 I palinsesti

421 Il contenuto dell’opera

421 I contenuti del De re publica 422 I nodi politici del De re publica 423 Le fonti di Cicerone

424 Il De legibus: uno studio del diritto romano 424 in sintesi

425 Le opere filosofiche

425 Una grande operazione culturale 425 Il fine delle opere filosofiche 426 Il genere letterario

426 Gli argomenti affrontati

426 Il “metodo” seguito e il confronto con le scuole ellenistiche 427 Il contributo di Cicerone allo sviluppo del pensiero filosofico 427 Un linguaggio filosofico latino

428 Introduzione alla filosofia 428 Il problema morale 429 Il problema teologico 429 I tesori della vita 430 Educare i giovani 431 in sintesi

432 L’epistolario e le opere poetiche 432 Un documento storico e umano

433 Approfondimento:Scrivere lettere a Roma 434 Le opere poetiche

434 in sintesi

(13)

435 Lo stile

435 Varietà e concinnitas

435 La prosa “numerosa” e il lessico 436 La fortuna

436 Modello di stile e mediatore di valori 436 L’uomo e l’oratore

437 in sintesi

438 IN DIC A ZION I BI B LIOGR AF ICH E

440

Percorsi antologici

PE R C O R S I N E L LO R AT O R I A

441 1. L’affermazione di un giovane avvocato

441 TESTO1 (ITA):L’esordio (Actio prima in VerremI-II) 442 Approfondimento:I processi a Roma

444 TESTO2 (LAT/ITA):Un generale... da banchetto! (Actio secunda in VerremV, 28) 445 DE N T R O I L T E S T O

445 riepilogo del percorso

446 2. I discorsi del console

446 TESTO1 (LAT):Un attacco diretto e violento (CatilinariaI, 1) 448 AN A L I S I D E L T E S T O

449 Approfondimento:Stile e struttura di un’orazione: la prima Catilinaria 450 TESTO2 (LAT):Catilina è sorvegliato (CatilinariaI, 3)

451 TESTO3 (ITA):Una riunione notturna; la congiura in senato (CatilinariaI, 4) 452 DE N T R O I L T E S T O

452 TESTO4 (LAT):Fuori dalla città! (CatilinariaI, 5)

454 TESTO5 (LAT):Il vuoto intorno a Catilina (CatilinariaI, 7) 455 AN A L I S I D E L T E S T O

456 TESTO6 (ITA):Giove proteggerà Roma (CatilinariaI, 13) 457 riepilogo del percorso

458 Approfondimento:Il cursus honorum e il lessico della politica 460 3. Prima e dopo l’esilio (le orazioni della maturità)

460 TESTO1 (LAT):La poesia nutre l’oratoria (Pro Archia poeta 12-13) 462 AN A L I S I D E L T E S T O

462 TESTO2 (ITA):Le lettere e la virtù civile (Pro Archia poeta 14-23 passim)

465 Approfondimento:Pro Archia: un’orazione particolare

466 TESTO3 (LAT):Omero fu la fortuna di Achille! (Pro Archia poeta 24-25) 466 Riepilogo del percorso

467 4. L’ultima battaglia

467 TESTO1 (ITA):Antonio si guardi dall’imitare Cesare (Philippica secunda 115-118) 468 TESTO2 (LAT/ITA):L’orgoglio di Cicerone (Philippica secunda 118-119)

469 riepilogo del percorso

PE R C O R S O N E L L E O P E R E R E T O R I C H E 470 Il ruolo della parola

470 TESTO1 (ITA):L’esaltazione dell’eloquenza (De oratoreI, 30-34) 471 DE N T R O I L T E S T O

472 TESTO2 (ITA):Importanza della filosofia nella formazione dell’oratore (Orator 14-17)

473 TESTO3 (ITA):Gli stili dell’eloquenza; Demostene e la polemica contro gli atticisti (Orator 20-23) 474 Approfondimento:Numerus, clausula e cursus

475 riepilogo del percorso

XV Indice

(14)

PE R C O R S I N E L L E O P E R E P O L I T I C H E 476 1. Il “canto del cigno” della repubblica

476 TESTO1 (ITA):Pro Sestio: un progetto politico (Pro SestioXLV, 96-98) 477 DE N T R O I L T E S T O

478 TESTO2 (ITA):La miglior forma di governo (De re publicaI, 69-70) 479 TESTO3 (ITA):Un conservatore moderato (De legibusIII, 23-25)

480 Approfondimento:La posizione politica di Cicerone: un bilancio 481 riepilogo del percorso

482 2. Il Somnium Scipionis, finale “celeste” del De re publica

483 TESTO1 (LAT):L’incontro con Massinissa (De re publicaVI, 9)

484 TESTO2 (LAT):L’apparizione di Scipione Africano (De re publicaVI, 10) 485 AN A L I S I D E L T E S T O

486 TESTO3 (LAT):Il destino eterno dei benefattori dello Stato (De re publicaVI, 13) 486 AN A L I S I D E L T E S T O

487 TESTO4 (LAT):La vera vita (De re publicaVI, 14) 488 TESTO5 (LAT):Il divieto del suicidio (De re publicaVI, 15) 489 AN A L I S I D E L T E S T O

490 TESTO6 (ITA):L’ordine dell’universo (De re publicaVI, 16-17) 491 DE N T R O I L T E S T O

492 TESTO7 (LAT):Che cos’è la gloria terrena? (De re publicaVI, 20) 493 TESTO8 (LAT):Solo la virtù dona la gloria celeste (De re publicaVI, 25) 493 SCHEDA LESSICALE:Virtus

494 TESTO9 (ITA):La conclusione del Somnium: l’anima e la vita divina (De re publicaVI, 26-29) 495 riepilogo del percorso

PE R C O R S O N E L L E O P E R E F I L O S O F I C H E 496 I valori dell’humanitas

496 TESTO1 (LAT/ITA):Il bene morale e le quattro virtù stoiche (De officiisI, 15-17)

498 TESTO2 (ITA):Una lezione di convivenza civile: la filantropia (De officiisIII, 21-26) 499 Approfondimento:Cicerone e l’ideale dell’humanitas

499 riepilogo del percorso

PE R C O R S O N E L LE P I S T O L A R I O 500 Tra politica e affetti familiari

501 TESTO1 (LAT):La nascita del figlio: Cicerone pensa al consolato (Ad AtticumI, 2) 502 Approfondimento:Attico, l’amico e l’editore

503 TESTO2 (LAT):Una richiesta di aiuto (Ad AtticumI, 18, 1-7) 504 AN A L I S I D E L T E S T O

504 TESTO3 (LAT):Dall’esilio (Ad AtticumIII, 3)

505 TESTO4 (LAT):Dolore per la famiglia (Ad familiaresXIV, 4, 1-3) 506 AN A L I S I D E L T E S T O

507 TESTO5 (ITA):Cesare ha passato il Rubicone: timori di guerra (Ad familiaresXVI, 12) 508 TESTO6 (ITA):Cesare è folle, Pompeo appare debole (Ad AtticumVII, 11)

510 TESTO7 (ITA):Cicerone parte per il campo di Pompeo (Ad familiaresXIV, 7) 510 DE N T R O I L T E S T O

511 TESTO8 (ITA):Pompeo è morto, Cicerone attende il perdono di Cesare (Ad AtticumXI, 6, 3-7) 512 TESTO9 (ITA):Arriva il perdono di Cesare (Ad familiaresXIV, 23)

512 TESTO10 (ITA):Cesare è stato ucciso! (Ad familiaresVI, 5) 513 TESTO11 (ITA):Tutto è stato inutile (Ad AtticumXIV, 12) 513 DE N T R O I L T E S T O

514 Approfondimento:Una scoperta straordinaria 515 riepilogo del percorso

(15)

516

T i t o L u c r e z i o C a r o

516 L’autore 516 Notizie biografiche 517 Il filtro d’amore 517 L’opera 517 Il genere didascalico 519 I Fenomeni

519 Il valore della poesia 520 Lo sfondo storico-culturale 520 I circoli epicurei 521 Il titolo e la struttura

522 I contenuti del De rerum natura 524 in sintesi

524 L’apertura del poema 525 La funzione di Epicuro 525 Il sacrificio di Ifigenia 526 Le paure degli uomini 527 Uomini e dèi 528 La storia degli uomini 528 Guardare dall’alto

529 La metafora del naufragio 529 Pessimismo ambiguo

531 in sintesi

532 Lingua e stile 533 La fortuna

534 in sintesi

534 IN DIC A ZION I BI B LIOGR AF ICH E

535

Percorsi antologici

535 1. I lucida carmina: una poesia filosofica

536 TESTO1 (LAT):L’inno a Venere (De rerum naturaI, 1-43) 539 SCHEDA LESSICALE:L’avverbiogeneratim

541 AN A L I S I D E L T E S T O

542 Approfondimento:Lucrezio e gli dèi

543 TESTO2 (ITA):La fatica del poeta (De rerum naturaI, 136-145)

543 TESTO3 (LAT/ITA):I lucida carmina lucreziani (De rerum naturaI, 921-950) 545 TESTO4 (LAT/ITA):La serenità del sapiente epicureo (De rerum naturaII, 1-61) 548 Approfondimento:L’epicureismo: una filosofia ascetica

549 TESTO5 (LAT/ITA):Epicuro, rerum inventor (De rerum naturaIII, 1-30) 550 riepilogo del percorso

551 2. L’uomo e gli dèi

551 TESTO1 (LAT):L’elogio di Epicuro (De rerum naturaI, 62-79) 552 SCHEDA LESSICALE:Religio

554 AN A L I S I D E L T E S T O

554 TESTO2 (LAT):Il sacrificio di Ifigenia (De rerum naturaI, 80-101) 556 AN A L I S I D E L T E S T O

557 Approfondimento:Il mito di Ifigenia

558 TESTO3 (ITA):L’indagine scientifica contro i timori religiosi (De rerum naturaI, 102-135) 559 TESTO4 (ITA):L’origine della religione (De rerum naturaV, 1161-1240)

561 riepilogo del percorso

562 3. I fantasmi della psiche (sogni, amore, morte)

562 TESTO1 (LAT/ITA):I sogni (De rerum naturaIV, 962-1025)

565 Approfondimento:Rapporti tra poesia e filosofia in Lucrezio

XVII Indice

(16)

566 TESTO2 (LAT):La passione d’amore (De rerum naturaIV, 1121-1159) 569 AN A L I S I D E L T E S T O

570 TESTO3 (ITA):Le paure umane di fronte alla morte (De rerum naturaIII, 31-93) 571 riepilogo del percorso

572 4. La dolorosa storia dell’umanità

572 TESTO1 (LAT):L’umanità primitiva (De rerum naturaV, 925-1010)

578 AN A L I S I D E L T E S T O

578 Approfondimento:La visione della storia

580 TESTO2 (ITA):Il progresso non è un bene assoluto (De rerum naturaV, 1105-1135) 581 TESTO3 (ITA):La peste di Atene (De rerum naturaVI, 1138-1181; 1225-1286)

583 riepilogo del percorso

584

M a r c o Te r e n z i o Va r r o n e

584 L’autore

584 Un vero erudito

584 Fortuna culturale, sfortuna politica 585 Le biblioteche pubbliche 585 in sintesi

586 L’opera

586 Antiquaria e filologia a Roma

586 Opere storico-antiquarie: le Antiquitates 588 Gli studi letterari: filologia plautina e Imagines 589 in sintesi

589 Le opere linguistiche: un monumento alla lingua latina 590 Opere didascaliche: tra arti liberali e agricoltura 592 Scritti “creativi”: filosofia e satira

593 in sintesi

594 Lo stile

594 La lingua di un ricercatore 594 La fortuna

594 Un grande “vaso collettore” dell’antichità latina 595 in sintesi

595 IN DIC A ZION I BI B LIOGR AF ICH E 596

C o r n e l i o N e p o t e

596 L’autore

596 Uomo di cultura, lontano dalla politica 596 in sintesi

597 L’opera

597 Le opere perdute

597 Il De viris illustribus e il genere biografico 598 Limiti di un lavoro innovativo

598 Gli errori di Nepote 600 in sintesi

600 Lo stile

600 Una prosa per la scuola 601 La fortuna

601 Un modello minore 601 in sintesi

602 IN DIC A ZION I B I B LIOGR AF ICH E

(17)

603

G a i o S a l l u s t i o C r i s p o

603 L’autore

603 Un grande storico

603 Un uomo politico controverso 604 Gli horti sallustiani 604 in sintesi

605 L’opera

605 La monografia storica in Sallustio 606 Il De Catilinae coniuratione

606 I contenuti del De Catilinae coniuratione 607 Un proemio problematico

608 Catilina “eroe nero” e i ritratti dei protagonisti 609 Le finalità degli excursus

609 Una congiura di basso profilo

610 Cesare, Catone e l’uomo politico ideale 610 Sallustio storico narratore

611 in sintesi

612 Bellum Iugurthinum

612 I contenuti del Bellum Iugurthinum 613 Uno scenario ampio

614 Giugurta, una personalità in fieri

614 Mario: l’allargamento della classe politica 615 Le Historiae: il ritorno all’annalistica 616 in sintesi

616 Lo stile

616 Uno stile disarmonico e originale 617 La fortuna

617 Modello di storia e di stile 618 in sintesi

619 IN DIC A ZION I BI B LIOGR AF ICH E

620

Percorsi antologici

620 1. Scrivere storia e fare storia: i proemi nelle monografie sallustiane

621 TESTO1 (ITA):Il proemio del De Catilinae coniuratione (De Catilinae coniuratione 1-4) 623 Approfondimento:Una chiave di lettura dei proemi sallustiani

623 TESTO2 (LAT/ITA):Dal Bellum Iugurthinum: la scelta di scrivere storia (Bellum Iugurthinum 4)

625 Approfondimento:Scrivere storia e fare storia nella crisi della repubblica 625 riepilogo del percorso

626 2. Sallustio e l’arte del ritratto

627 TESTO1 (LAT):Il ritratto di Catilina (De Catilinae coniuratione 5) 628 AN A L I S I D E L T E S T O

629 TESTO2 (LAT):La turpe giovinezza di Catilina (De Catilinae coniuratione 15) 630 AN A L I S I D E L T E S T O

630 TESTO3 (LAT):Il ritratto di Sempronia (De Catilinae coniuratione 25)

631 AN A L I S I D E L T E S T O

632 TESTO4 (LAT):Cesare e Catone a confronto (De Catilinae coniuratione 54) 633 TESTO5 (ITA):Mario, homo novus (Bellum Iugurthinum 63-64)

634 DE N T R O I L T E S T O

635 TESTO6 (LAT/ITA):Silla, il futuro avversario politico (Bellum Iugurthinum 95-96) 636 riepilogo del percorso

637 3. De Catilinae coniuratione: la cronaca di un colpo di Stato

637 TESTO1 (LAT):Il seguito di Catilina (De Catilinae coniuratione 14) 639 TESTO2 (LAT):Catilina ordisce la congiura (De Catilinae coniuratione 16)

640 AN A L I S I D E L T E S T O

XIX Indice

(18)

640 TESTO3 (LAT):La congiura viene svelata (De Catilinae coniuratione 23)

642 TESTO4 (LAT):Un drammatico confronto (De Catilinae coniuratione 31) 643 AN A L I S I D E L T E S T O

644 TESTO5 (ITA):L’esecuzione dei congiurati; Catilina organizza le truppe (De Catilinae coniuratione 55-56) 645 TESTO6 (LAT):Catilina parla al suo esercito (De Catilinae coniuratione 58)

647 AN A L I S I D E L T E S T O

647 Approfondimento:Le ragioni sociali del fallimento di Catilina 648 TESTO7 (LAT):Preparativi per la battaglia (De Catilinae coniuratione 59) 649 TESTO8 (LAT):La battaglia e la morte di Catilina (De Catilinae coniuratione 60)

650 AN A L I S I D E L T E S T O

650 TESTO9 (LAT):Il campo di battaglia dopo il massacro (De Catilinae coniuratione 61) 651 riepilogo del percorso

652 4. Bellum Iugurthinum: ascesa e caduta di un principe ambizioso

652 TESTO1 (LAT):La dinastia dei sovrani numidi (Bellum Iugurthinum 5) 654 TESTO2 (LAT):Il ritratto del giovane Giugurta (Bellum Iugurthinum 6) 655 AN A L I S I D E L T E S T O

655 TESTO3 (ITA):Giugurta al seguito di Scipione (Bellum Iugurthinum 7-9,3) 656 Approfondimento:Giugurta, una figura complessa

657 TESTO4 (LAT):La cattura di Giugurta (Bellum Iugurthinum 113) 658 TESTO5 (LAT):Mario torna vincitore (Bellum Iugurthinum 114)

659 riepilogo del percorso

661

Appendice

662 Nozioni di prosodia e metrica

662 Prosodia

Le principali figure prosodiche, 662 663 Cenni generali di metrica

L’esametro dattilico, 664; Il pentametro dattilico, 664; Il distico elegiaco, 664; I versi della commedia, 664; I prin-cipali metri lirici, 665

666 Glossario di retorica e stilistica

670 Repertorio di autori della letteratura greca

679 Indice dei nomi e dei generi letterari

XX Indice

INSERTO ICONOGRAFICO

ROMA OLTREROMA: IL CINEMA • Si può credere a Hollywood?

(19)

L’autore

Il problema delle date Nel Chronicon di Girolamo si legge che nell’anno 87 a.C. Gaius Valerius Catullus scriptor lyricus Veronae nascitur («nasce a Verona il poeta Gaio Valerio Catullo»); trent’anni più tardi, sotto l’anno 57 a.C., si trova la notizia della sua morte (Catullus tricesimo aetatis anno moritur, «Catullo muore a trent’anni»). Un’attestazione così certa, tuttavia,

viene contraddetta da alcuni carmi del-lo stesso Catuldel-lo nei quali compaiono riferimenti a fatti storici avvenuti dopo il 57 a.C., come il secondo consolato di Pompeo (55 a.C.) e la spedizione di Ce-sare in Britannia (55-54 a.C.). Per que-ste ragioni, si deve mettere in dubbio la data della morte riferita da Girolamo e si deve spostarla almeno al 54 a.C. (oltre a questo anno, infatti, nei carmi non compaiono altri riferimenti a fatti storici). Se riteniamo vera, infine, la no-tizia che la sua vita durò trent’anni, si

può pensare che Catullo sia vissuto tra l’84 e il 54 a.C., ma non si può

an-dare oltre una fondata ipotesi.

La vita Quanto alle vicende della sua vita, è lo stesso poeta che talvolta fornisce notizie. Catullo nacque a Verona da una famiglia probabilmente di origine

ro-mana, come dimostrano il nome gentilizio e il cognomen Catullus, che godeva di un

certo prestigio, se è vero che ospitò Giulio Cesare, come attesta Svetonio (Vita di

Giulio Cesare, 73), e aveva possedimenti nella Gallia Cisalpina, a Verona e a

Sir-mione, nonché a Tivoli. Negli anni veronesi il poeta ricevette un’educazione molto raffinata sotto la guida di illustri maestri.

Intorno al 66 a.C. Catullo si trasferì a Roma, dove strinse legami di amicizia con i poeti della cerchia neoterica, come Licinio Calvo ed Elvio Cinna, e con personaggi di

odi et amo.

quare id

faciam,

fortasse

requiris.

nescio, sed

fieri sentio

et excrucior

Gaio Valerio

Catullo

260 L’età di Cesare

Uomo con rotulo, identificato da alcuni con lo stesso Catullo (Sirmione, Grotte di Catullo).

le origini

il trasferimento a Roma

(20)

rilievo come Asinio Pollione, Ortensio Ortalo, Gaio Memmio e Cornelio Ne-pote, il dedicatario del suo Liber. La vita della capitale fu per Catullo occasione di incontri, di affetti, di attività culturale e mai politica, dal momento che rifiutò di avviarsi al cursus honorum e si dimostrò sempre sprezzante nei confronti dell’atti-vità pubblica o dei personaggi di spicco impegnati in essa. Risale probabilmente a questo primo soggiorno romano l’incontro con una donna, con la quale – se crediamo ai suoi carmi – nacque una storia atroce e meravigliosa al tempo stesso. Il nome con cui questa donna compare nel Liber è Lesbia, ma esso è uno pseu-donimo letterario, che richiama la poetessa greca Saffo, originaria dell’isola di Lesbo. Secondo una testimonianza di Apuleio, autore del IIsecolo d.C., (Apolo-gia, 10), il nome autentico di Lesbia fu Clodia, che buona parte della critica

iden-tifica ormai con la moglie di Quinto Cecilio Metello Celere e la sorella del tri-buno Publio Clodio Pulcro, acerrimo nemico di Cicerone. Costei, più anziana di Catullo di circa dieci anni, era donna di straordinario fascino e grande intelli-genza, appartenente alla nobiltà patrizia, spregiudicata protagonista di intrighi amorosi e politici dell’alta società del tempo. Il ritratto di lei tracciato da Cice-rone nella Pro Caelio, la descrive come una donna pericolosa e corrotta.

La storia dell’amore tra Catullo e Lesbia fu alterna e appassionata, interrotta non per volontà di Catullo e perciò, da un certo momento in avanti, dolorosa e sof-ferta. Non sappiamo tuttavia ricostruire le fasi e la durata di questo legame, per-ché nel Liber l’ordine dei carmi che riguardano Lesbia non segue una cronologia, né una logica: potrebbe essersi trattato di una storia lunga anni così come di un periodo brevissimo. Tuttavia, se davvero fu Clodia la donna che Catullo amò e alla quale dedicò tanta della sua attenzione poetica, possiamo realisticamente supporre che la loro relazione ebbe le prerogative di un legame tra una donna po-tente e colta dell’alto patriziato romano, impegnata in molti e complessi intrighi nella vita della capitale, e un giovane poeta proveniente dalla provincia romana: nulla più di questo.

Tra il 60 e il 58 a.C., a causa della morte del fratello, Catullo fu costretto a tor-nare a Verona e negli anni seguenti, 57-56, partì per un viaggio al seguito di Gaio

Memmio incaricato del proconsolato in Bitinia. Fu in questa occasione che poté visitare la tomba del fratello nella Troade, come testimonia il carme 101. A dopo il suo ritorno possiamo forse far risalire il più fecondo periodo della produzione di Catullo, ma dal 54 a.C. si perdono le tracce del poeta.

261 Gaio Valerio Catullo

l’incontro con Clodia

gli ultimi anni

Le informazioni che Girolamo riporta sulla vita di Catullo sono contraddittorie. Dagli studi fatti l’ipotesi più attendibile è che il poeta sia nato nell’84 e sia morto nel 54 a.C. all’età di trent’anni.

Proveniente da una famiglia veronese che godeva di prestigio, ricevette un’educazione molto raffinata sotto la guida di illustri maestri.

Intorno al 66 a.C. si trasferì a Roma, dove si legò ai poeti della cerchia neoterica, come Licinio Calvo ed

Elvio Cinna e a personaggi di rilievo, come Cornelio Nepote, il dedicatario del suo Liber. Qui conobbe

anche Clodia, moglie di Quinto Cecilio Metello Celere, cantata dal poeta con il nome di Lesbia in

omag-gio alla poetessa Saffo, e con la quale intrecciò una relazione burrascosa.

Tra il 60 e il 58 a.C. Catullo tornò a Verona a causa della morte del fratello. Nel 57-56 andò in Bitinia

al seguito del pretore Memmio; durante il viaggio potè visitare la tomba del fratello.

Tornato a Roma, si dedicò alla poesia; dopo il 54 a.C. si perdono le sue tracce.

(21)

262 L’età di Cesare

L’opera

Il Liber e la sua struttura La produzione di Catullo giunta fino a noi è tutta raccolta in un liber che comprende 116 carmi, ordinati in base a criteri metrici. Con ogni probabilità questo ordine non risponde alle reali intenzioni del poeta che forse, a causa di una morte prematura, non riuscì a curare personalmente l’edi-zione definitiva della sua opera.

Così come lo possediamo noi oggi, il Liber catulliano si suddivide in tre sezioni: un primo gruppo di liriche, le cosiddette nugae, in polimetri, comprendente il carme proe-miale e i carmi 2-60; un secondo gruppo, comprendente i carmi 61-68, i cosiddetti

car-mina docta, dei quali i primi quattro sono polimetrici, mentre gli altri sono in distici

ele-giaci; un terzo gruppo, dal carme 69 al 116, comprendente componimenti in distici elegiaci, che per il metro e per il contenuto possono essere considerati epigrammi. Il Liber nel suo insieme contiene 2300 versi circa, un’ampiezza davvero notevole che contrasta con l’epiteto con cui Catullo presenta il suo lavoro all’amico Corne-lio Nepote nel carme dedicatorio. È difficile infatti che, data la sua estensione, la raccolta possa essere definita come libellus ed essere contenuta in un unico volumen. Inoltre, anche il termine nugae, usato dall’autore nello stesso carme in riferimento alle sue composizioni, mal si adatta ai carmina docta che pure sono parte integrante dell’opera. Si deve perciò concludere che la dedica del libellus si doveva probabil-mente riferire a un’opera più snella, forse proprio a quei componimenti che suc-cessivamente sono confluiti nella prima sezione del Liber, tanto più che l’edizione a noi pervenuta – come già detto – non fu curata dallo stesso autore.

La prima sezione del Liber I criteri che regolano la prima parte del Liber sono quelli della varietas – vale a dire la varietà dei metri, degli argomenti, dello stile e del tono – e della brevitas, cioè della brevità del componimento, unita alla raffinatezza formale. Il termine con cui tradizionalmente sono definiti i testi di questa prima parte del Liber è nugae, che deriva dallo stesso Catullo (cfr. c. 1, 4).

nugae, carmina docta ed epigrammi

varietas e brevitas

Una poesia “leggera”

L’etimologia del termine nugae è spiegata dai filologi latini Ernout e Meillet come «semi di zucca» ed equivale al greco pàignia, «scherzi». Diventa termine tec-nico della poesia neoterica per indicare una poesia leggera, in-tesa come lusus («svago», «diver-timento») fra amici, contrapposta alla poesia impegnata e in parti-colare al poema epico.

Amorini che raccolgono fiori, affresco del Isecolo a.C. ritrovato a Pompei.

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Già in questa prima sezione del Liber risulta evidente l’influenza della poesia elle-nistica, che possiamo ritenere il modello più importante per la composizione dei carmi, sia nelle forme sia nei contenuti. I principi programmatici di questa produ-zione, elaborati ed espressi dal suo principale poeta, Callimaco, nel prologo degli

Aitia, possono essere riassunti in questi termini: sul piano formale è dominante il

principio del labor limae, cioè della rifinitura stilistica a cui il poeta sottopone l’opera d’arte, avendo di mira la perfezione assoluta della forma. Ciò assume parti-colare rilievo, se si tiene conto che sul piano dei contenuti e delle strutture l’arte callimachea, e in generale quella ellenistica, si era pronunciata per un rifiuto del poema epico e di qualsiasi forma di poesia di ampie dimensioni a favore di com-ponimenti agili e brevi. La perfezione formale perciò si imponeva per compensare in certo qual modo la brevitas proprio attraverso l’eleganza e la raffinatezza for-mali. Infine, l’arte ellenistica puntava su forme poetiche esili e scherzose – come fanno a Roma i neoteroi –, sull’eleganza dell’artista e sulla sua capacità di introdurre

temi originali ed eruditi (doctrina).

La poetica catulliana seguì quindi i precetti di derivazione callimachea adottati dai poeti neoterici, ma non si esaurì in essa. «Un Catullo esclusivamente alessandrino sarebbe rimasto un dotto poeta, pasto ghiotto di eruditi di tutte le epoche; a sal-varlo, oltre alla sua natura, fu la tendenza [...] della poesia latina al soggettivismo, per cui egli non dà mai l’impressione di ripetere aridamente uno schema letterario, ma di ampliarlo e modificarlo, rendendo vivi e sentiti anche gli elementi conven-zionali» (P. FEDELI, Introduzione a Catullo, cuore senza fine, Torino, 19902, p. XXXVI). Oltre alla brevitas, al labor limae e alla doctrina, quindi, ciò che rese davvero innova-tiva e interessante la poesia di Catullo è il carattere soggettivo, quasi intimistico, delle nugae, in cui Catullo trasferisce sia il suo mondo – quello di un uomo che vive in modo consapevole e profondo affetti e antipatie – sia gli ideali dei circoli letterari della capitale, frequentati da uomini il cui stile di vita coincide con gli ideali poetici, in cui vita e arte si mescolano e in cui i principi estetici si fondono con quelli etici.

263 Gaio Valerio Catullo

i principi programmatici

il carattere soggettivo

Regole artistiche e principi etici

I principi poetici ispiratori dell’estetica catulliana sono indissolubilmente intrecciati con il suo codice di comportamento, con la sua etica, che è poi di fatto coincidente con quella neoterica. Essi si possono riassumere in tre termini, che compaiono a più riprese nei carmi: lepos, venustas e urbanitas. Sono i nuovi valori che, nel loro in-sieme, regolano i rapporti tra le persone, soprattutto all’interno della cerchia letteraria, e dettano contemporaneamente le regole artistiche che si rifanno al gusto dei poetae novi. Il tratto comune ai tre concetti è l’eleganza dei modi, la raffinata sensibilità che si riflette nel comportamento e nel gusto estetico. In particolare, poi, lepos acquista il significato di «gra-zia leggiadra» e indica quell’amabilità, quel garbo che sa contemperare l’argu«gra-zia dello spi-rito con la piacevolezza dei modi. Venustas è sostantivo astratto, derivato da Venus e si-gnifica «bellezza», «eleganza», «leggiadria». Sul piano fisico sta a indicare doti di fascino e di eleganza proprie sia delle donne sia degli uomini, soprattutto di quelli appartenenti alla cerchia neoterica. Sul piano estetico rinvia al concetto di finezza, di decoro, di pia-cevolezza nel modo di parlare e nello stile. Il concetto di urbanitas, infine, indica l’«ele-ganza» nei modi e nel vestire, l’arguzia dello spirito, il comportamento cortese e affa-bile, la dizione elegante, che non tradisce inflessioni provinciali. È evidente che come retroterra culturale e ideologico di tutti e tre questi concetti sta l’ideale dell’humanitas.

APPROFONDIMENTO

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264 L’età di Cesare

La seconda sezione: i carmina docta I carmi 61-68 del Liber Catulli costi-tuiscono i cosiddetti carmina docta. Il nome con cui vengono designati è desunto dall’incipit del carme 65, in cui Catullo parla delle doctae virgines, le Muse ispiratrici della sua poesia. Si tratta di componimenti “impegnati”, secondo la concezione poetica alessandrina e neoterica, che si distinguono dalle nugae per ampiezza, temi e stile, benché ripropongano la stessa materia personale ed esprimano la stessa sen-sibilità.

Il carme 61 è un epitalamio, composto per le nozze di Manlio Torquato e Vibia Au-runculeia. Gli epitalami (propriamente «canti per le nozze», vedi p. 253) erano poesie di occasione, comuni alla tradizione latina e a quella greca (vi sono esempi di questo genere letterario anche nella produzione di Saffo). Elementi tradizionalmente presenti erano l’invocazione agli dèi tutelari del matrimonio, la descrizione dei due sposi, le espressioni beneauguranti. Per la composizione di questo epitalamio è probabile che Catullo abbia tenuto presente un modello greco. La cosa che appare interessante, però, è che il poeta non si è limitato a riprendere il modello greco, ma lo ha variato in modo che i moduli stilistici greci si fondessero con il patrimonio culturale italico. Se ne ha traccia nel momento della deductio, cioè del corteo che accompagnava la sposa alla casa dello sposo e al talamo nuziale. Qui infatti si riscontrano riflessi di scherzi rituali, con valenza apotropaica, che affondano le loro radici nella tradizione dei fescennini. Anche il carme 62 è un epitalamio. Composto in esametri, è un carme “a contra-sto”, cioè costruito in modo che il canto sia intonato alternativamente da un coro di fanciulli e da uno di fanciulle. Non è dedicato a personaggi specifici, ma con-tiene motivi topici relativi a questo genere poetico: da una parte le fanciulle de-nunciano gli aspetti negativi del matrimonio, che costringe le donne a perdere la verginità per un legame deciso dai genitori; dall’altra i giovani esaltano gli effetti positivi del matrimonio, che giova anche alle donne, e pongono l’accento sul tema della procreazione.

Il carme 63 è un epillio, ossia un componimento piuttosto esteso di argomento erotico-mitologico, che nella poetica callimachea e neoterica sostituisce il poema epico. Narra del mito di Attis che, invasato dal culto della dea Cibele, si evira e si unisce ai sacerdoti Galli, seguaci di quel culto; ma, al sorgere del nuovo giorno, ri-prende coscienza e, rivolgendosi alla patria, prorompe in un doloroso lamento.

il carme 61

il carme 62

il carme 63

Il culto di Cibele

I sacerdoti del culto di Cibele avevano nome di Galli e pratica-vano effettivamente, così come dice il carme catulliano, l’evi-razione rituale. Era un atto sacrificale e iniziatico al tempo stesso attraverso il quale si dava alla divinità la propria ca-pacità virile. I sacerdoti erano noti, poi, per il loro abbi-gliamento molto vistoso e colorato e per il trucco con cui erano soliti modificare l’aspetto del loro volto.

Sacerdote di Cibele, bassorilievo funerario dalla necropoli dell’Isola Sacra, prima metà del IIIsecolo (Ostia Antica, Museo Ostiense).

(24)

Il tratto più evidente del poemetto è il virtuosismo con cui l’autore riesce a trattare la materia, un’abilità che coinvolge sia l’ambito formale, sia quello contenutistico. Anche la lingua diviene un duttile strumento nelle mani di Catullo per riprodurre la condizione psicologica di Attis: significativo il passaggio dal maschile al femmi-nile, che marca la condizione di straniamento da sé del protagonista e la radicale trasformazione a cui egli si è volontariamente sottoposto.

La finezza dell’analisi psicologica e la sottolineatura dei toni patetici presenti nel carme di Attis si ritrovano anche nel successivo carme 64, in esametri. È forse il più celebre dei carmina docta; è sicuramente il più lungo dell’intero Liber. Vi si cantano le nozze di Peleo e Teti, ma parallelamente viene svolta la narrazione della vicenda d’amore di Arianna e Teseo. Il nesso narrativo è costituito dal ricamo della coperta nuziale della prima coppia, su cui compare appunto la storia drammatica di Arianna, che dopo aver aiutato Teseo a vincere e uccidere il Minotauro, viene se-dotta dall’eroe ateniese e poi

abban-donata sull’isola di Nasso. La storia della seconda coppia si intreccia dun-que con dun-quella della prima mediante la tecnica alessandrina dell’ékphrasis: è una «descrizione», presentata come una digressione. In realtà sotto que-sto legame di natura narrativa si trova un collegamento ben più significa-tivo. Le due storie sono infatti dispo-ste in modo che l’una sia il contrario dell’altra: alla felicità del legame tra Peleo e Teti si contrappone la sfortu-nata vicenda di Arianna. A rendere fortunato l’esito della prima unione stanno, secondo Catullo, due fattori vincenti: la regolarità del patto (

foe-dus) e la fedeltà reciproca ( fides) dei

due innamorati. A essi si contrap-pongono invece il tradimento di Teseo e il patto violato. Così il mito proiettava a livello universale uno dei concetti-chiave della poetica catul-liana, trasportando con sé la vicenda personale tra Catullo e Lesbia.

Il carme 65 è la breve dedica, in distici elegiaci, della traduzione della Chioma di

Be-renice di Callimaco all’amico Ortensio Ortalo. Quest’ultimo aveva esortato Catullo

a trovare nella composizione di versi un motivo di consolazione alla perdita del fra-tello. Il poeta risponde che la profonda sofferenza legata al lutto recente gli toglie ogni vena poetica e per questo gli invia la traduzione della Chioma di Berenice, che nel Liber costituisce il carme 66. La regina egizia Berenice, perché il marito Tolo-meo III Evergete torni salvo dalla spedizione militare in cui è impegnato, sacrifica agli dèi la propria treccia, che scompare e viene identificata dall’astronomo di corte Conone nella nuova costellazione apparsa in cielo, la “Chioma di Berenice”, ap-punto. La morale della vicenda conferma la tematica centrale del pensiero catul-liano: gli dèi apprezzano l’amore coniugale e la fedeltà, tanto da concedere i loro favori (il re torna a casa) agli innamorati fedeli. Ancora una volta il mito serve al poeta per proiettare su vasta scala la sua ideologia.

265 Gaio Valerio Catullo

Arianna piange per la partenza di Teseo, affresco della Casa di Meleagro a Pompei, Isecolo a.C. (Napoli, Museo Archeologico Nazionale).

il carme 65 il carme 64

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Il carme 67 è un paraklausíthyron (letteralmente «lamento davanti a una porta chiusa»), ossia un’elegia in distici, che vede un dialogo tra il poeta-viandante e la porta della casa bresciana di un certo Cecilio. Questa rivela i molteplici tradimenti perpetrati dalla moglie ai danni del poco vigoroso marito. Il tema dell’infedeltà, caro alla poetica catulliana, ritorna anche in questo testo, seppure in una tonalità leggera. Il carme 68, in distici elegiaci, è particolarmente complesso. La prima parte com-prende la dedica all’amico Allio, o Mallio, che, in un momento particolarmente tri-ste della sua vita, chiede a Catullo munera et Musarum ... et Veneris («doni delle Muse e di Venere»). Il poeta rifiuta perché anch’egli afflitto a causa della perdita del fratello e impedito dal fatto di trovarsi a Verona, mentre tutti i suoi libri sono a Roma, dove abitualmente si svolge la sua vita. Ricompaiono dunque anche qui temi cari a Ca-tullo, come il dolore per la morte del fratello, l’amicizia, l’amore. La seconda parte narra il mito di Protesilao e Laodamia, una storia d’amore esemplare, che si intreccia con la storia tra Lesbia e Catullo e il motivo del compianto funebre. Infatti il mito è introdotto dall’accostamento della bellezza fulgente di Lesbia a quella di Laoda-mia; procede poi con il racconto della vicenda, che culmina nella morte di Protesi-lao, il primo dei caduti sotto le mura di Troia. A questo punto Catullo interrompe il racconto ed esprime il suo dolore per la morte del fratello, spentosi proprio nella Troade. Torna quindi nuovamente al mito di Laodamia, per concludere l’elegia nel modo in cui l’aveva iniziata: lode di Lesbia e ringraziamento all’amico Allio. Il carme, per la sua struttura e per i temi, che proiettano vicende personali su uno sfondo mitico, è considerato un archetipo dell’elegia latina, che troverà più tardi il suo massimo esponente in Properzio.

Lo stile dei carmina docta è molto curato e certamente più aulico rispetto ai polimetri e agli epigrammi, ma non è raro trovare un lessico comune. Soprattutto, come si può ricavare da quanto detto, non c’è forte distacco fra i temi specifici della poesia catul-liana – amore, amicizia, dolore, foedus e fides – e quelli dei

car-mina docta, in cui, nonostante il ricorso

all’erudizione e i riferimenti dotti, il mito è trattato in maniera perso-nale e soggettiva.

266 L’età di Cesare

il carme 67

il carme 68

Venere e Giunone

Nei testi di Catullo si fa spesso riferimento alla dea Venere, che viene evocata in relazione alle vicende d’amore, alle gioie come alle pene. Ve-nere – e così Afrodite greca – era una divinità fem-minile che presiedeva alla fecondità, proteggendo tutto ciò che la favorisce e la induce: la seduzione, il corteggiamento, la bellezza, la grazia, l’eleganza, fino all’atto sessuale. Tutto l’aspetto della fertilità, della ma-ternità e del parto era invece protetto da un’altra divinità, Giunone nel mondo latino ed Era in quello greco. L’una e l’al-tra erano retaggio delle antiche divinità femminili – le dee madri – che riassumevano in sé tutte le qualità proprie del femminile, poi differenziate in diverse divinità.

(26)

La terza sezione: gli epigrammi La terza sezione del Liber Catulli è costi-tuita da componimenti in distici elegiaci, tradizionalmente denominati

epi-grammi, anche se alcuni di essi sembrano avvicinarsi maggiormente alla forma

dell’elegia. La tecnica epigrammatica era fondata su concisione e allusività e tali sono le caratteristiche dell’ultima parte del Liber, che raccoglie composizioni di

vario tipo: epigrammi sul tema della fides, caratterizzati da solennità epigrafica;

funebri, molto vicini al genere dell’epitaffio e della lamentazione; celebrativi di un’opera letteraria, che enunciano il programma poetico ed estetico del neoteri-smo, come il carme 95, dedicato alla Zmyrna di Cinna; scommatici, vale a dire a carattere sarcastico, corrispondenti alla medesima tipologia dell’epigramma ales-sandrino.

Si diceva che alcuni carmi di questa terza sezione, più che all’epigramma, sembrano avvicinarsi all’elegia. L’accostamento è dovuto al fatto che queste composizioni hanno tratti ed elementi tipici del genere elegiaco: il metro (distico elegiaco), l’at-mosfera struggente, la tonalità malinconica, la tematica esistenziale. I componi-menti catulliani che più si avvicinano all’elegia sono il carme 76, che rappresenta l’avvio dell’esperienza elegiaca di Catullo, e il carme 109, che del precedente costi-tuisce il nucleo generatore; di dimensioni epigrammatiche quest’ultimo, decisa-mente più ampio il primo. Come si è già avuto modo di vedere, il genere elegiaco non è esclusivo della terza sezione del Liber, ma compare anche tra i carmina docta (carmi 65, 66, 67, 68), connotato da altri elementi propri dell’elegia alessandrina: i contenuti mitologici, gli elementi eruditi, l’eziologia.

267 Gaio Valerio Catullo

concisione e allusività

Catullo è autore del Liber, una raccolta di 116 carmi per un totale di circa 2300 versi. È però probabile che la dedica a Cornelio Nepote facesse riferimento soltanto alla prima sezione del Liber, ossia alle cosid-dette nugae.

Il Liber si divide in tre sezioni:

– il primo gruppo comprende i carmi 1-60, ossia le nugae

– il secondo gruppo comprende i carmi 61-68, ossia i carmina docta – il terzo gruppo, dal carme 69 al 116, comprende gli epigrammi

La prima sezione del Liber è caratterizzata dalla varietas, ossia dalla varietà dei metri, degli argomenti, dello stile e del tono. Il termine nugae con cui vengono designate le poesie di questa prima parte è ter-mine tecnico che indica una poesia leggera, intesa come lusus, «divertimento», caratterizzata dalla

bre-vitas, dal labor limae, secondo i precetti della poetica callimachea, a cui la posia catulliana, come quella

neoterica, si rifaceva.

La seconda sezione del Liber comprende i carmina docta, componimenti impegnati e di più ampio re-spiro rispetto alle nugae. I carmi 61 e 62 sono epitalami, il carme 63 è un epillio sul mito di Attis, il carme 64, in esametri, celebra le nozze di Peleo e Teti, ma con la tecnica dell’ékphrasis vi inserisce la vicenda di Arianna abbandonata da Teseo. Il carme 65 è la dedica, in distici elegiaci, della traduzione della Chioma di

Berenice di Callimaco all’amico Ortensio Ortalo. Il carme 66 è costituito dalla traduzione stessa. Il carme 67

è un’elegia in distici in cui la porta di una casa bresciana racconta al poeta i tradimenti perpetrati dalla moglie del padrone di casa ai danni del marito. Il carme 68, in distici elegiaci, comprende nella prima parte la dedica all’amico Allio o Mallio, nella seconda il mito di Protesilao e Laodamia. Lo stile dei carmina

docta è molto curato e più aulico rispetto alle altre parti del Liber, a cui tuttavia essi si legano per le

te-matiche.

La terza sezione comprende gli epigrammi di argomenti vari, che spaziano dalla fides alla commemora-zione funebre, dalla celebracommemora-zione di un’opera letteraria alla parodia. Alcuni epigrammi, per l’ampiezza, il metro e la tonalità malinconica, si avvicinano all’elegia.

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268 L’età di Cesare

I temi Temi fondamentali della poesia catulliana sono l’amore, gli affetti fami-liari, le amicizie e le inimicizie del poeta.

L’amore è il centro del mondo poetico catulliano e assume un ruolo nuovo

ri-spetto a quello che la morale tradizionale romana gli aveva sempre assegnato. Per i Romani l’amore non era altro che una debolezza giovanile, da tollerare purché non intaccasse certe convenzioni sociali: il ruolo preminente dell’uomo nella società e nell’ambito familiare, il suo impegno di civis, la fedeltà coniugale e l’assenza di pas-sione. Per Catullo, invece, l’amore è l’unico valore che possa confortare l’uomo, consapevole della brevità della vita e dello scorrere del tempo. L’amore, così come lo intende Catullo, si fonda su due principi: il foedus e la fides. L’area semantica di tali vocaboli, insieme a quelli a essi collegati ( fidus, amicitia, ius, iniuria) rimande-rebbe al linguaggio giuridico e politico, mentre Catullo li riferisce alla tematica amorosa. La loro presenza implicita domina l’intero corpus catulliano. La fides è un’antica virtù della morale tradizionale romana, garante dei rapporti interperso-nali e fondamento del diritto e del sentimento religioso. Affermare che il rapporto che lo lega a Lesbia è basato sulla fides, per Catullo significa uscire dal ristretto am-bito della passionalità e rivestire la sua relazione erotica con i caratteri della fedeltà di stampo matrimoniale. Ne consegue che tra i due si dovrebbe stabilire un vero e proprio patto d’amore ( foedus), un legame giuridico e religioso, regolato da leggi precise e inviolabili, che andrebbe a conferire al rapporto amoroso i caratteri tipici delle nuptiae. I due termini, che hanno tra loro anche un legame etimologico, deri-vando entrambi dalla radice del verbo fido («avere fiducia»), nobilitano così la con-cezione catulliana dell’amore e innalzano la relazione erotica a un livello superiore, di patto eterno sancito religiosamente (cfr. carme 76, 3 e carme 109, 6). Il tema della fides è senza dubbio centrale nella visione dell’amore di Catullo, come viene confermato dai numerosi carmi che denunciano la rottura del foedus da parte di Le-sbia e dagli stessi carmina docta, in cui l’amore esemplare di Peleo e Teti fornisce un archetipo mitico del foedus che si sostanzia della fides e si contrappone al tema del

foedus spezzato esecrato nella vicenda di Teseo e Arianna.

La relazione con Lesbia, così come la conosciamo at-traverso le poesie del Liber, si nutre di accenti di pas-sione e di sconforto, rivelando di volta in volta uno stato d’animo particolare che scaturisce dagli atteg-giamenti della donna, da cui Catullo a volte vuole difendersi, rinunciando all’illusione di averla per sé (si veda, ad esempio, il carme 8, in cui il poeta esorta se stesso a smettere di inseguire una donna che non lo vuole), di cui a volte esalta il ritorno in-sperato (vedi il carme 107), e dalla quale spera di ricevere finalmente amore eterno (carme 109). Le-sbia, tuttavia, è anche colei che lo tradisce ripetuta-mente e allora Catullo non esita a ritrarla in ma-niera cruda mentre abbraccia i suoi innumerevoli amanti (vedi carme 11, considerato l’addio defini-tivo del poeta a Lesbia). Insomma amore e odio verso la donna sono i sentimenti che occupano l’animo di Catullo, non solo alternativamente, come spesso accade anche nei modelli cui il poeta fa riferimento, ma addirittura contempo-raneamente (vedi carme 85), con un’intensità sconvolgente.

l’amore

la fides

il foedus

Una cerimonia nuziale, gruppo scultoreo del Isecolo.

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