• Non ci sono risultati.

Studio della proteina fotorecettrice in Blepharisma japonicum

N/A
N/A
Protected

Academic year: 2021

Condividi "Studio della proteina fotorecettrice in Blepharisma japonicum"

Copied!
2
0
0

Testo completo

(1)

Riassunto

Uno dei parametri ambientali che hanno maggiormente condizionato l’evoluzione degli organismi viventi è la luce; infatti, grazie alla capacità di convertire l’energia luminosa in energia chimica, alcuni essere viventi possono sintetizzare molecole organiche ex novo.

Tra gli eventi biologici indotti e/o regolati dalla luce, di particolare interesse sono quelli basati sull’abilità di alcuni microorganismi di utilizzare lo stimolo luminoso non come sorgente di energia, bensì come fonte di informazione sull’ambiente circostante.

Il nostro studio si è focalizzato su Blepharisma japonicum, un ciliato eterotrico che normalmente vive sul fondo di acque dolci stagnanti, dove ci sia assenza di luce. L’obbiettivo della tesi è quello di caratterizzare e purificare la cromoproteina fotorecettrice responsabile della risposta fotomotoria, una risposta fotofobica di step-up che induce il microorganismo ad accumularsi in aree buie; il cromoforo (blefarismina) della cromoproteina appartiene ad una nuova classe di fotorecettori sensoriali analoghi dell’ipericina.

Se irraggiata sia in vivo che in vitro per lunghi periodi di tempo, la blefarismina (di colore rosso, con picco di assorbimento a 580 nm) va incontro ad una fotoossidazione convertendosi in ossiblefarismina (di colore blu, con picco di assorbimento a 590 nm); la fotoconversione del cromoforo, quando ottenuta in vivo, non ne inficia la capacità di provocare la risposta fotofobica nel ciliato.

Il lavoro di tesi si è basato sull’utilizzo di cellule blu di B. japonicum, in quanto dopo la fotoconversione il cromoforo è più saldamente legato alla proteina e non si distacca dall’apoproteina neanche a seguito di passaggio in colonna cromatografica. Questo permette di avere una resa di cromoproteina maggiore a seguito dei passaggi di purificazione.

La fase iniziale della tesi ha previsto l’affinamento delle tecniche di estrazione della proteina fotorecettrice facendo uso di diversi tipi di

(2)

detergenti e metodiche di lisi cellulare (quali sonicazione, congelamento). In un secondo tempo, si è cercato di purificare la cromoproteina mediante l’utilizzo di colonne cromatografiche. A questo scopo si è fatto uso di cromatografia su idrossiapatite e su sephadex.

Mediante tecniche elettroforetiche è stato possibile verificare il grado di purificazione raggiunto nell’isolare la proteina; tramite elettroforesi si è cercato inoltre di saggiare alcune caratteristiche biochimiche della cromoproteina in esame.

Infine, i campioni ottenuti sono stati sottoposti ad analisi spettrofotometrica per studiarne le proprietà di assorbimento e di fluorescenza.

Riferimenti

Documenti correlati

In Figura 29 è invece rappresentata l’attività mitocondriale (% rispetto alle cellule di controllo non esposte agli AZAs) nelle cellule HepG2 trattate per un’ora con gli inibitori

Il volume nel suo complesso si fa apprezzare sia per la riflessione pedagogica sulla Didattica Laboratoriale, sia perché l'analisi guarda a tali pratiche svolte all'in-

Di ciò si dichiara perfettamente consapevole – come sopra abbiamo anticipato – il documento di massima elaborato dalla Sala civile del Tribunal Supremo, quando riconosce

To reduce the energy consumption as much as possible, while still satisfying the reliability constraints, JIT-LEAP uses a Controlled Tuning algorithm (during both the

47 riproduce una pala di Antonino Parentani per la cappella degli Angeli Custodi della Consolata (oggi in Duomo) che raffigura, sullo sfondo di Torino, del Piemonte e delle Alpi,

CAPPUCCETTO ROSSO CON IL SUO CESTINO VA DALLA NONNA.. Cappuccetto Rosso con il suo cestino va

Currently the principal indications for using US in the assessment of patients with RA include: detection of sub-clin- ical synovitis, demonstration of bone erosion undetected

• ND histochemistry: no significant difference was found in the weakly stained type I cells (p = 0.1197), but the intensely stained type II neurons were reduced in the TS mice (p