• Non ci sono risultati.

Appendice B – Schede di rilievo edifici Di seguito viene allegata una legenda di aiuto per la compilazione e la lettura delle schede di rilievo dell’accessibilità negli edifici secondo la normativa vigente.

N/A
N/A
Protected

Academic year: 2021

Condividi "Appendice B – Schede di rilievo edifici Di seguito viene allegata una legenda di aiuto per la compilazione e la lettura delle schede di rilievo dell’accessibilità negli edifici secondo la normativa vigente."

Copied!
7
0
0

Testo completo

(1)

Appendice B – Schede di rilievo edifici

Di seguito viene allegata una legenda di aiuto per la compilazione e la lettura delle schede di rilievo dell’accessibilità negli edifici secondo la normativa vigente.

Differenza tra Accessibilità, Visitabilità ed Adattabilità:

• Accessibilità

“Per accessibilità si intende la possibilità, anche per persone con ridotta o impedita capacità motoria o sensoriale, di raggiungere l’edificio e le sue singole unità immobiliari e ambientali, di entrarvi agevolmente e di fruire spazi e attrezzature in condizioni di adeguata sicurezza e autonomia” (D.M. 236/89, art. 2 lett. G).

È il livello più alto di qualità edilizia e indica una completa fruibilità di tutti gli spazi in condizione di sicurezza e autonomia. Si ha la totale assenza di barriere architettoniche e la presenza di adeguamenti, elementi di ausilio, e di orientamento.

• Visitabilità

“Per visitabilità si intende la possibilità, anche da parte di persone con ridotta o impedita capacità motoria o sensoriale, di accedere agli spazi di relazione ed almeno un servizio igienico di ogni unità immobiliare. Sono spazi di relazione gli ambienti di soggiorno o pranzo dell’alloggio e quelli dei luoghi di lavoro, servizio e incontro, nei quali il cittadino entra in rapporto con la funzione ivi svolta” (D.M. 236/89, art. 2 lett. h).

(2)

È un livello intermedio di fruibilità dello spazio riservato a quegli edifici che non sono completamente accessibili, ma che lo sono solo in parte.

L’accessibilità è limitata solo ad alcune parti, i cosiddetti “spazi di relazione”, ovvero quegli spazi più o meno estesi che permettono all’utente di entrare in relazione con la funzione principale che si svolge all’interno dell’edificio (compresi la facile individuazione e l’agevole utilizzo di almeno un servizio igienico). Sono da considerarsi spazi di relazione gli ambienti di soggiorno o pranzo dell’alloggio privato o dei luoghi di lavoro (mense), servizio e incontro (banche, auditorium), nei quali la persona entra in rapporto con la funzione ivi svolta.

• Adattabilità

“Per adattabilità si intende la possibilità di modificare nel tempo lo spazio costruito a costi limitati, allo scopo di renderlo completamente e agevolmente fruibile anche da parte di persone con ridotta o impedita capacità motoria o sensoriale” (D.M. 236/89, art. 2 lett. i).

Si definisce quindi adattabile ciò che non risponde ai requisiti di accessibilità e visitabilità, ma che, per caratteristiche funzionali, strutturali e impiantistiche, può essere reso accessibile a costi limitati. Il D.M. 236/89 elenca, poi, le diverse tipologie di edifici indicandone il grado di fruibilità richiesto.

(3)

Parcheggio:

D.P.R. 503/96, artt. 10, 16; codice della strada art. 20 fig. 79/a, art. 149 figg. 445/a, 445/b:

1. il numero di posti macchina riservati non deve essere inferiore a 1 ogni 50; 2. a volte il posto macchina riservato è adeguato ma non è stata inscritta la

segnaletica verticale (cartello con il simbolo dell’accessibilità) o viceversa (striscia gialla, tratteggio, simbolo dell’accessibilità).

Accesso:

3. art. 16 D.P.R. 503/96: il percorso pedonale è considerato accessibile se il marciapiede, sia in rilevato sia a raso, risulta privo di dislivelli causati da gradini superiori a 2,5cm, strozzature, restringimenti. Deve avere inoltre larghezza utile netta superiore od uguale a 90cm e slarghi di 150x150cm almeno ogni 10m.

4. art. 8.1.1 D.M. 236/89: prevede dimensioni minime di 135x135/141cm per consentire la rotazione della carrozzina. Per consentire la rotazione della carrozzina consigliamo 150x150.

5. art. 15 D.P.R. 503/96: molti materiali (pietra, marmo, ecc…) se al momento della posa possono essere bocciardati o martellinati, col tempo le asperità si consumano, con il conseguente risultato di una superficie liscia e levigata. La pioggia e l’umidità aumentano la sdrucciolevolezza. Il degrado e la sconnessione del materiale è un problema frequente causando discontinuità della superficie e conseguente rischio di inciampo e caduta.

6. I pozzetti, le griglie o quant’altro, sono elementi che se sporgono dalla quota pavimento, creano pericoli d’inciampo e conseguente rischio di cadute.

(4)

7. art. 8.1.1 D.M. 236/89: lungo il percorso pedonale non devono esserci dei gradini, e l’adeguamento più frequente è la realizzazione di una rampa in corrispondenza degli stessi con larghezza minima di 90-150cm e pendenza che dovrà essere inferiore all’8%. Ricordiamo la formula: altezza/lunghezza = pendenza.

8. art. 15 D.P.R. 503/96: per superare la serie di gradini l’eventuale soluzione adottata può essere l’inserimento di una pedana elevatrice o servoscala.

9. art. 15 D.P.R. 503/96: le rampe esistenti non devono superare la pendenza longitudinale dell’8%, infatti con pendenze superiori sarebbe difficile percorrerle. La pendenza che ci permettiamo di consigliare è del 3%. Le eventuali variazioni di livello dei percorsi devono essere evidenziate con variazioni cromatiche (art. 4.2.1 D.M. 236/89).

10. art. 8.1.1 D.M. 236/89: verificare la misura netta in quanto una dimensione inferiore agli 80cm potrebbe non consentire l’accesso alle persone non deambulanti.

11. art. 4.1.1 D.M. 236/89: è importante presegnalare le trasparenze in modo da evitare eventuali ed accidentali urti che potrebbero causare anche la rottura dell’elemento vitreo con conseguente pericolo di ferite e tagli.

12. art. 17 D.P.R. 503/96: accessibilità significa anche fornire indicazioni chiare, leggibili e semplici, in modo da informare e garantire autonomia nei movimenti agli utenti.

13. art. 8.1.5 D.M. 236/89: la posizione verticale da pavimento è essenziale per garantire l’autonomia delle persone.

(5)

14. art. 8.1.6 D.M. 236/89: attenersi alle misure descritte dalla normativa; in caso contrario sarebbe difficile, se non impossibile garantire l’effettivo utilizzo dei servizi igienici e delle attrezzature presenti.

15. valgono le stesse cose dette al precedente punto. 16. valgono le stesse cose dette al precedente punto.

Collegamenti verticali:

17. artt. 13, 15 D.P.R. 503/96: nel caso l’edificio lo consenta inserire un ascensore per il superamento dei dislivelli tra piano e piano.

18. art. 8.1.12 D.M. 236/89: verificare le dimensioni della cabina ascensore per consentirne l’utilizzo.

19. art. 8.1.12 D.M. 236/89: verificare le dimensioni e l’altezza della porta ascensore per consentirne l’utilizzo.

20. art. 8.1.12 D.M. 236/89: verificare l’altezza dal pavimento dei vari accessori. 21. art. 8.2.2 D.M. 236/89: molti materiali (pietra, marmo, ecc…) se al momento

della posa possono essere bocciardati o martellinati, col tempo le asperità si consumano, con il conseguente risultato di una superficie liscia e levigata. La pioggia e l’umidità aumentano la sdrucciolevolezza. Il degrado e la sconnessione del materiale è un problema frequente causando discontinuità della superficie e conseguente rischio di inciampo e caduta (artt. 4.1.10, 8.1.10 D.M. 236/89). Per agevolare persone con deficit visivo, si consiglia di differenziare cromaticamente la fine della pedata e l’alzata del gradino.

22. artt. 4.1.10, 8.1.10 D.M. 236/89: oltre a questo tipo di corrimano, verificare se occorre anche quello per i bambini che dovrà essere posto ad una altezza di

(6)

75cm da terra. Ricordare, inoltre, che il corrimano dovrà iniziare 30cm prima e dopo l’ultimo gradino.

23. artt. 4.1.10, 8.1.10 D.M. 236/89: per impedire eventuali cadute, porre attenzione all’altezza del parapetto che deve essere almeno a 100cm dalla quota pavimento.

24. artt. 4.1.10, 8.1.10 D.M. 236/89: il corpo scale è tra gli elementi edilizi quello considerato più pericoloso. Si controlli l’illuminazione, che deve essere priva di zone d’ombra.

Percorso interno:

25. art. 8.2.2 D.M. 236/89: molti materiali (pietra, marmo, ecc…) se al momento della posa possono essere bocciardati o martellinati, col tempo le asperità si consumano, con il conseguente risultato di una superficie liscia e levigata. La pioggia e l’umidità aumentano la sdrucciolevolezza. Il degrado e la sconnessione del materiale è un problema frequente causando discontinuità della superficie e conseguente rischio di inciampo e caduta.

26. art. 4.1.9 D.M. 236/

27. lungo il percorso orizzontale non devono esserci dei gradini e l’adeguamento più frequente è la realizzazione di una rampa in corrispondenza degli stessi. Ricordiamo la formula: altezza/lunghezza = pendenza.

28. art. 4.1.11 D.M. 236/89: le rampe esistenti non devono superare la pendenza longitudinale dell’8-12% (art. 8.1.11 D.M. 236/89), infatti con pendenza superiore, sarebbe difficile percorrerle. La pendenza che ci permettiamo di consigliare è del 3%.

(7)

29. art. 23 D.P.R. 503/96, art. 4.1.4 D.M. 236/89: per garantire l’autonomia della persona, bisogna che anche l’arredo sia adattato alle possibilità degli utilizzatori.

30. artt. 4.1.4, 4.1.9 D.M. 236/89: il percorso è considerato accessibile se di larghezza minima utile di 90cm al netto di eventuali arredi ma in ogni caso dovranno essere previsti slarghi nelle parti terminali e comunque ogni 10m. 31. art. 1 D.P.R. 503/96: gli elementi ed impianti tecnologici, spesso vengono

posizionati ad altezza o con sporgenza da filo muro tale da divenire eventuali fonti di pericolo all’incolumità della persona .

32. art. 1 D.P.R. 503/96, art. 4.3 D.M. 236/89: accessibilità significa anche fornire indicazioni chiare, leggibili e semplici, in modo da riuscire a rendere autonomi gli utenti.

33. art. 8.1.1 D.M. 236/89: verificare l’effettiva luce netta delle porte in modo da garantire l’attraversamento.

34. art. 4.1.5 D.M. 236/89: è obbligatorio, negli edifici scolastici ma è consigliabile anche per gli altri, l’utilizzo di interruttori luminosi facilmente individuabili anche al buio.

Riferimenti

Documenti correlati

Il materiale prodotto è di proprietà dei vari Comuni che partono da un rilievo per poter poi arrivare ad ottenere dei finanziamenti per un progetto di restauro o recupero ma è anche

Tale difficoltà è stato superata in parte dalle caratteristiche innovative dello strumento in dotazione al Laboratorio di Rilievo Architettonico dell’ITC di Bari, un Riegl VZ 400

E’ costituito da una piastra dallo spessore di 15 mm sagomata come in figura 5 su cui devono essere realizzati due fori passanti dal diametro indicativo di

Durante i numerosi sopralluoghi effettuati sia in occasione dei rilievi della rete che durante alcuni eventi meteorici, oltre che dalla verifica della rete con il metodo

Nel caso politico recente, i tempi lunghi della ripresa sono tali che il terremoto dell’Aquila, tanto vicino nella memoria collettiva per la dimensione della catastrofe, ma

4 An MS-VAR Model of the European Business Cycle In this section the Hamilton model is generalized to a Markov-switching vector autoregressive MS-VAR model characterizing

First, both the Bagwell-Staiger model and the Grossman-Helpman model say that even when governments have political-support motives and engage in protectionism, a trade

In questa prospettiva, gli educatori sono una com- ponente critica nel progetto democratico in quanto si trovano a con- ciliare ogni giorno le diversità con i bambini e le loro