Lo sviluppo delle imprese:
strategie, modelli e strumenti per
la crescita
Sommario
• Crescita e sviluppo
• Il concetto di strategia e le decisioni strategiche e l’impresa artigiana
• La media impresa
Crescita: incremento del volume di attività o miglioramento della
gestione
- implica uno sviluppo aziendale
Sviluppo: riguarda un cambiamento dei rapporti impresa ambiente
- non implica necessariamente la crescita dimensionale
– Sviluppo quantitativo: si realizza per linee interne
– Sviluppo qualitativo: potenziamento delle competenze aziendali esistenti e/o sviluppo di nuove competenze
Per sopravvivere “occorre” crescere? costi/rigidità organizzative
La via esterna: saturata la capacità produttiva dei propri impianti, un’impresa può ricorrere all’esterno per fare produrre l’eccedenza
richiesta dai suoi clienti.
Poiché l’assetto organizzativo e la struttura/capacità manageriale costituiscono un limite alla crescita dimensionale l’impresa può
crescere “per linee esterne”.
Il tema della dimensione va inquadrato in un problema più generale che supera i confini d’impresa.
Lo sviluppo dell’impresa minore:
il modello di Greiner (1972)
- Situazione di crisi impone il cambiamento manageriale - Dimensione come fattore principale del cambiamentoMappa delle modalità di crescita per le
PMI (Boldinozzi, Serio, 1996)
Creazione di nuove unità Acquisto di nuove imprese Joint venture Fondazione di nuove imprese Franchising Consorzi Accordi con fornitori
Partecipazioni a imprese non collegate Associazioni di servizi
Filiazioni Spin-off Putting-out
Patti/accordi con imprese di altri settori
N A T URA DE L L E RE L AZ IONI FORMALE INFORMALE
IMPERATIVO
La crescita dimensionale
OPZIONE - La crescita quantitativa consente di: - attrarre risorse - sfruttare opportunità di mercato - innovare - internazionalizzare - La crescita dimensionale non è necessaria se le imprese sono in grado di:- innovare, riconfigurando
e consolidando modelli di business flessibili e sostenibili (reti di collaborazione,
E’ il PROCESSO volto a sviluppare e mantenere una corrispondenza efficace tra gli OBIETTIVI DI LUNGO
TERMINE, le RISORSE dell’organizzazione e le OPPORTUNITA’ di mercato
La pianificazione strategica
La strategia riguarda la determinazione delle finalità e degli obiettivi di lungo periodo dell’impresa (ottica progettuale) e
l’attuazione delle linee di condotta (ottica di risultato) e l’allocazione delle risorse necessarie per il perseguimento
Un disegno elaborato dall'imprenditore, che individua le direttrici da seguire per raggiungere determinate mete (obiettivi).
È il mezzo per conseguire traguardi di tempo non breve, definiti in funzione dell’evoluzione del rapporto tra l’impresa e l’ambiente nel quale questa opera
si caratterizza per tre elementi fondamentali: 1. la formulazione a livello alto – direzionale, 2. la proiezione a lunga scadenza
3. la priorità dei traguardi da raggiungere
• Disegno generale globale che individua le direttrici da seguire per raggiungere determinate mete (obiettivi)
• Decisioni che si riflettono direttamente e decisamente sugli obiettivi prioritari dell’azienda
• Difficilmente modificabili, una volta poste in attuazione, senza contraccolpi significativi sulla gestione e sull’immagine aziendale
Strategie e tattiche
• Scelte funzionali in rapporto al disegno strategico
• Si riferiscono ad obiettivi gerarchicamente inferiori, e comunque di tempo breve, che appaiono modificabili senza ripercussioni particolarmente sfavorevoli per l’azienda
• Le scelte tattiche sono la traduzione sul piano operativo della strategia
Strategie e tattiche
I comportamenti imprenditoriali di tempo lungo dovranno essere definiti secondo un percorso che prevede quattro fasi o momenti successivi, rappresentati dalla
1. formulazione delle previsioni, 2. individuazione degli obiettivi, 3. definizione della strategia,
4. adattamento della struttura organizzativa.
SVILUPPO DIMENSIONALE (crescita del volume d’affari); RIEQUILIBRIO GESTIONALE (risposta alla crisi);
RIDUZIONE DEL RISCHIO (continuità aziendale);
MANTENIMENTO DELLE POSIZIONI (difesa del mercato); DISINVESTIMENTO PARZIALE (ridimensionamento);
USCITA DAL MERCATO (cessione o liquidazione).
La definizione della strategia realizzata
ANALISI STRATEGICHE FORMALI
INTUIZIONE DELL’IMPRENDITORE
Cosa spinge la nascita e lo sviluppo d’impresa? Cosa ne guida lo sviluppo?
Visione – cosa vogliamo diventare Missione – perché esistiamo
Valori – cosa è importante per noi Strategia – il nostro piano d’azione
Le decisioni sull’orientamento strategico di
fondo
È ciò che l’impresa vorrebbe/potrebbe diventare, ossia “un’idea del futuro atteso”
È la motivazione strategica (strategic intent), l’aspirazione di lungo termine dell’impresa
Si può esplicitare in un manifesto
La visione ha motivato la nascita e lo sviluppo d’impresa - è un concetto connesso al ruolo imprenditoriale
La visione si compone di:
Principi guida (core values – p.e. servizio eccellente, tecnologia più avanzata;
creatività, responsabilità sociale)
Obiettivo di base (core purpose – la ragione per cui esiste l’impresa: fare
ricerche di mercato, produrre materiali ecc.)
Obiettivi visionari (visionary goals – possono tradursi in:
- Il raggiungimento di determinati target
Ford voleva “democratizzare” l’uso dell’auto – “Un’automobile per ogni famiglia”
Missione
Missione aziendale: espressione dello scopo dell’organizzazione, ossia gli obiettivi che intende
raggiungere nel più vasto ambiente esterno
Missione in termini
di prodotto o di tecnologia - approccio miope -
Missione orientata al mercato e definita in termini di bisogni del cliente.
We help you organize the world’s information and make
it universally accessible and useful.
Le finalità dell’impresa
La definizione della missione deve comprendere: la storia dell’impresa
la definizione del campo di attività (ovvero il bisogno generico soddisfatto)
gli obiettivi prioritari (di natura economica e non) e i vincoli (risorse disponibili, valori etici e morali)
le opzioni strategiche di base (vantaggio di costo, differenziazione, concentrazione)
La missione deve essere: - realistica
- specifica
Impresa Definizioni orientate al prodotto
Definizioni orientate al mercato
Amazon.com Vendiamo online libri, video, CD, giocattoli,
articoli dell’elettronica di consumo,
ferramenta, casalinghi e altri prodotti
Rendiamo l’esperienza d’acquisto online semplice, veloce e piacevole. Da noi potete trovare e reperire tutto ciò che si può acquistare online.
Disney Gestiamo parchi tematici. Creiamo sogni. Da noi i sogni diventano realtà e l’America funziona ancora come
dovrebbe. Nike Vendiamo scarpe e
attrezzature sportive.
Portiamo ispirazione
e innovazione a ogni sportivo del mondo.
Definisce la natura dell’attività economico-produttiva verso cui convoglieranno le energie personali ed i capitali dell’imprenditore.
Business idea (idea imprenditoriale)
Un segmento di mercato (il target di riferimento) Un prodotto/offerta
Una struttura organizzativa (modo di realizzare ed erogare l’offerta)
Occorre consonanza tra questi elementi che sono alla base dell’avvio dell’impresa.
Business idea innovativa (genera nuovi mercati e crea nuovi
potenziali di profitto con l’uso di innovazioni o l’individuazione di nuovi usi di prodotti esistenti; genera un mercato; p.e. il cellulare)
Business idea imitativa (scaturisce da opportunità presenti
nel mercato, ma sfrutta esistenti potenziali di profitto con
miglioramenti organizzativi, differenziali; p.e. modifica della formula di vendita per commercializzare un prodotto)
Management– A.A. 2014-2015
Management – A.A. 2015-2016
Strategica : decisioni che vincolano l’impresa nel
medio-lungo periodo e regolano i suoi rapporti con l’ambiente
Direzionale: programmazione (attività e tempi),
organizzazione (ruoli e responsabilità) e controllo (valutazione risultati)
Operativa: traduce in azioni concrete le attività definite a
livello strategico e direzionale
Decisioni strategiche
riguardano l’attività complessiva dell’impresa/gruppo (integrazione, diversificazione)
(o competitive o di base) - riguardano singole unità di business o divisioni riguardano aree funzionali
La letteratura economico-manageriale ha identificato diverse possibili fonti di riduzione del costo medio totale nelle singole imprese, riconducibili essenzialmente alle seguenti:
• Economie di scala
• Economie di gamma
• Economie di esperienza
• Economie di elasticità e di adattabilità produttiva • Economie di rete
• Economie di potere di mercato • Economie di localizzazione
• Economie esterne di agglomerazione
Differenziali competitivi basati sui costi
generate all’interno dell’impresa
derivano dai rapporti dell’impresa con
Riduzione del costo medio totale per effetto dell’aumento della scala
dimensionale degli impianti – lungo periodo
Vantaggio di costo a favore dell’impresa con maggiori dimensioni
rispetto ad un’altra di dimensioni minori
Tradizionalmente:
- economie di scala relative ad aspetti gestionali fanno riferimento alla
riduzione del costo medio totale per effetto della scala dimensionale maggiore di attività quali quelle di marketing, di finanza o di management in senso lato
La struttura dei costi medi totali di produzione di breve periodo
La struttura del costo medio unitario di produzione di lungo periodo
1. Soglia minima di impiego di una determinata risorsa
produttiva
2. Uso ripetitivo di una risorsa produttiva senza oneri addizionali
(es. brevetti, marchi…)
3. Sfruttamento del livello di impiego ottimale di risorse
combinate, il cui impiego non è frazionabile
4. Dinamica area-volume di determinati input produttivi
5. Forme di autoassicurazione (es. fabbisogno di componenti da
detenere in magazzino cresce in maniera meno che proporzionale
1. Eccessiva burocratizzazione delle attività aziendali che,
prevedendo il rispetto di procedure e di processi eccessivamente standardizzati e pre-determinati, può generare una perdita dell’efficienza complessiva
2. Numerosità dei livelli gerarchici per coordinare l’attività
aziendale che si manifestano in modo immediato in un aggravio dei
costi totali
3. Scarsa motivazione al lavoro dei dipendenti per effetto di una
parcellizzazione eccessiva dei processi di lavoro e decisionali che generano un minor rendimento e, per tale ragione, un aumento dei costi medi totali
Economies of scope consistono nella riduzione del costo medio
totale per effetto della produzione congiunta, nella stessa impresa, di due o più beni, comparativamente alla loro produzione disgiunta in
differenti imprese
Le economie di gamma - definizione
c (y1, y2)<c(y1, 0)+c( 0,y2)
C = costo medio totale
Y1 = prodotto 1
Strategie di differenziazione dei prodotti o di diversificazione correlata Tecnologie manifatturiere, rete di distribuzione, sistemi informativi,
forza vendita, laboratori di ricerca consentono di realizzare economies of scope attraverso la loro condivisione nell’ambito di diverse unità di business (es. utilizzo marca ombrello)
Differenza:
le economie di scala si riferiscono ai risparmi di costo realizzati
dall’incremento del volume di produzione del singolo output
le economies of scope sono risparmi di costo ottenuti da un incremento
della varietà dei prodotti
Le economie di gamma – implicazioni
competitive
Riduzione del costo medio
totale per effetto
dell’apprendimento che si realizza nei metodi e nei processi di produzione
economica di un determinato prodotto
La competitività in termini di
costo discende dalla natura ripetitiva e ripetuta nel corso
Tutte le imprese, a prescindere dalla scala di produzione adottata (più o
meno efficiente in termini di economie di scala), beneficiano delle economie di esperienza per effetto della produzione cumulata, nel corso del tempo, che realizzano
Per effetto dell’esperienza e a parità di ogni altra condizione,
un’impresa longeva presenta costi medi totali inferiori rispetto ad una nuova impresa
L’effetto esperienza si ha anche in altre attività, quali quella
amministrativa, finanziaria e di marketing
Le economie di esperienza – implicazioni
competitive
Elasticità = possibilità di
sottoutilizzazione
dell’impianti, senza che il costo medio del prodotto
aumenti in una misura tale da renderlo non competitivo sul mercato
Far fronte alla variabilità
della domanda
L’impresa che si dota
dell’impianto più elastico è in
Le economie di elasticità - definizione
In termini statici, la minimizzazione del costo medio totale
corrisponde alla quantità prodotta X con l’impianto B (l’impianto A, infatti, a quel livello produttivo, ha un
Adattabilità produttiva
confronta due impianti con dimensioni produttive
differenti
La variabilità della
domanda può far si che l’impianto con una
dimensione produttiva inferiore sia da preferire rispetto ad un impianto con dimensione produttiva
superiore, proprio in virtù delle sue oscillazioni
Le economie di adattabilità - definizione
In senso statico l’impianto A sarebbe da preferire.
Tuttavia, in un contesto di variabilità della domanda, l’impianto B possiede caratteristiche tali da comportare un minore costo medio totale di periodo, grazie alla sua maggiore adattabilità
Adozione di impianti elastici o adattabili, anziché quello prescritto
dall’analisi statica delle economie di scala
Flessibilità qualitativa dei prodotti (prodotti differenziati o
diversificati es. maglieria di lana nel periodo invernale e maglieria in cotone durante quello estivo)
Internazionalizzazione (es. per fronteggiare la variabilità stagionale
della domanda di prodotti estivi nel Paese, si può realizzare un’internazionalizzazione in un paese dell’altro emisfero)
Utilizzo delle scorte di materie prime e di prodotti finiti
Strategie di fronteggiamento della
variabilità periodica della domanda
Riduzione del costo medio totale per un’impresa per effetto dall’adozione di un determinato input (es. una determinata tecnologia) che beneficia di una ampia diffusione nel mercato
Network externality, quando il valore economico di un determinato bene o
servizio acquistato o adottato da un soggetto è tanto più grande quanto maggiore è il numero delle unità vendute sul mercato
Le economie di rete - definizione
Valore dei network good:
- valore autarchico = valore/utilità derivante al consumatore dal mero
possesso del bene
- valore di sincronizzazione = valore/utilità derivante dalla possibilità,
La domanda dipende dalle aspettative di ciascun cliente in
relazione alla dimensione della rete
Le aspettative dei clienti influenzano in modo rilevante il valore
del bene e la vendita dei prodotti e dei loro complementi
La disponibilità a pagare per l’acquisto del bene marginale
aumenta se il numero atteso delle unità da vendere cresce (per uno stesso prezzo ci possono essere diversi livelli della domanda)
La curva di domanda di un bene o servizio con economie di rete
ha una forma parabolica (con la concavità rivolta verso il basso)
Le economie di rete e la struttura della
domanda dei network goods
Massa critica = dimensione minima del network in grado di ingenerare il
comportamento imitativo
Superare velocemente la massa critica tramite politiche di marketing (prezzo,
comunicazione)
Esistono forti switching cost a carico degli utilizzatori a passare da uno standard
all’altro (es. sostituire una tecnologia con un’altra comporta costi elevati in termini di acquisto di una nuova tecnologia, con i relativi costi e tempi di apprendimento all’uso…)
Il feedback può condurre normalmente il mercato verso il dominio di una sola
impresa o comunque di un solo standard tecnologico
Effetti di rete diretti – diffusione di uno specifico bene (es. lo standard, come
sistema operativo, Windows
Effetti di rete indiretti - tra beni complementari (per esempio, l’offerta di software
applicativi compatibili con questo sistema operativo
Le economie di rete – implicazioni
competitive
L’impresa esercita un suo grado di influenza su altri soggetti
economici che interagiscono con essa (fornitori, clienti, concorrenti, istituzioni pubbliche ecc.)
Implicazioni competitive:
• lato dei costi medi totali dell’impresa: minori costi di
acquisto di materie prime, regolamentazione pubblica favorevole …
• lato dei ricavi dell’impresa: premium price, barriere
Concentrazione della struttura del mercato
posizioni dominanti dipendenti dal numero e dimensione delle
imprese (mercati monopolistici o oligopolistici)
potere di mercato esercitato a monte (es. acquisto materie prime
a prezzi inferiori presso i fornitori) o a valle (prezzi maggiori per i consumatori) – extra-profitto
per limitare gli effetti anti-concorrenziali del potere di mercato,
in molti Paesi sono state istituite le autorità Antitrust
Le economie di potere di mercato: le
determinanti economiche (1)
Asimmetrie informative nelle relazioni con clienti e fornitori
una delle controparti possiede maggiori informazioni dell’altra e può
sfruttarle per avvantaggiarsene economicamente, conseguendo
economie di potere di mercato
Per ridurre le asimmetrie informative:
a. rafforzare le competenze possedute da un soggetto economico in modo da
conseguire la posizione di equilibrio nel possesso delle informazioni
b. generare una condizione di forte reputazione commerciale da parte del
venditore
c. offrire condizioni contrattuali tali da ridurre (es. garanzia)
d. diffondere un’informazione neutra (es. periodici tecnici specializzati che
Le economie di potere di mercato: le
determinanti economiche (2)
Riduzione del costo medio totale, conseguito da un’impresa, per effetto della sua localizzazione (o della localizzazione di alcune sue parti, quali taluni stabilimenti
manifatturieri) in una determinata area geografica Determinanti:
• possibilità di beneficiare di contributi finanziari pubblici per effetto dell’insediamento in una
determinata area
• esistenza di un costo del lavoro inferiore rispetto ad altre aree
• presenza di minori prescrizioni normative sui temi dell’inquinamento e della tutela ambientale
• minori costi della rendita fondiaria per l’insediamento di specifici plant (es. supermercato in periferia) • minori costi di acquisizione delle materie prime per la vicinanza alle fonti di approvvigionamento • maggiori competenze e professionalità di taluni segmenti della forza lavoro (es. area della Silicon
Valley)
• minori costi logistici e di trasporto per la maggiore vicinanza ai mercati di sbocco • maggiori vantaggi economici connessi all’infrastrutturazione del territorio
• maggiore trasparenza, efficienza ed efficacia della pubblica amministrazione per sostenere e supportare
l’attività delle imprese
Diseconomie di localizzazione - esistenza di svantaggi economici localizzativi in una determinata area (es.
Competitività delle imprese localizzate nei distretti industriali, in cui operano
numerose piccole imprese, ciascuna specializzata in una fase di lavorazione, nell’ambito della filiera, ma tutte insieme orientate alla realizzazione
manifatturiera e alla commercializzazione di un prodotto finito
Le imprese, perseguendo la propria specializzazione in una determinata area,
contribuiscono a ridurre il costo medio totale di ciascuna di esse Fattori:
1. L’esistenza di un mercato locale del lavoro fondato su una ampia disponibilità di
personale specializzato.
2. L’esistenza di banche locali che storicamente hanno mostrato una conoscenza del tessuto
imprenditoriale e dei suoi bisogni, assecondando i loro progetti di investimento.
3. L’esistenza di imprese locali specializzate nella fornitura di materie, componenti e