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L'uso tradizionale delle piante nella comunità rurale di Chiusa Sclafani (Palermo)

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Academic year: 2021

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(1)

I

NTRODUZIONE

Le tradizioni popolari legate alle piante, e specialmente a quelle spontanee, fanno parte di un patrimonio culturale che oggi, sfortunatamente, tende a perdersi.

I depositari di queste conoscenze sono pochi anziani, che lo hanno ereditato dalle precedenti generazioni.

Per il territorio siciliano sono numerosi i contributi pub- blicati a partire da R

AIMONDO

(1979) e successivamente dallo stesso e collaboratori a Palermo (R

AIMONDO

& L

ENTINI

, 1990; L

ENTINI

& R

AIMONDO

, 1990). I dati disponibili sono stati recentemente sintetizzati e rielaborati da L

ENTINI

&

V

ENZA

(2007) e recentemente da G

UARINO

& al. (2020).

Questo contributo è finalizzato alla conoscenza delle spe- cie vegetali spontanee o di antica coltivazione nel territorio del comune di Chiusa Sclafani − un piccolo comune della provincia di Palermo, posto al margine sud-occidentale dei monti Sicani − che trovano un uso nell’ambito alimentare, artigianale, medicinale e veterinario.

Esso si inserisce nell’ambito di un più vasto programma di ricerche condotte in diverse comunità della regione siciliana avviato dal Dipartimento di Scienze Botaniche dell’Università degli Studi di Palermo e, con la disattivazio- ne dello stesso, proseguito poi nelle nuove strutture diparti- mentali della stessa Università.

C

ENNI STORICI E LINEAMENTI FISIOGRAFICI

La storia di Chiusa Sclafani è legata al susseguirsi delle famiglie feudali che l’hanno dominata: dagli Sclafani ai Peralta, dai Cardona ai Giorni e ai Colonna. Il territorio di Chiusa Sclafani apparteneva alla Chiesa di Agrigento prima che Ruggero II lo concedesse a Giovanni Antonio Sclafani. Il

primo casale e la prima Chiesa furono costruiti nella contra- da Barrere, l’attuale quartiere S. Salvatore. Nella stessa loca- lità Giovanni Antonio Sclafani iniziò a costruire il suo castel- lo.

Il primo gruppo di case di Chiusa sorse in questa località e Matteo Sclafani che successe nel 1320, continuò a costrui- re il castello, nei pressi del quale cominciarono a costruirsi le case dei sudditi. Alcuni secoli dopo Chiusa Sclafani è dive- nuto un crocevia culturale, insieme a Giuliana e Burgio, la cui importanza si diffondeva in tutta la Sicilia occidentale. Il secolo scorso è stato un secolo di declino con crescente emi- grazione, non solo in Italia, ma anche all’estero raggiungen- do una popolazione attuale di 2766 abitanti attuali, contro 7105 del 1901.

Il territorio di Chiusa Sclafani (Fig. 1) si estende tra la Valle del fiume Belice e quella del fiume Sosio.

E’ situato a 658 m s.l.m. su di un pendio delimitato in parte dalla Serra dell’Omo Morto, ed è posto al margine sud- occidentale dei Monti Sicani, nel Corleonese. Confina a nord con Bisacquino, a sud con Burgio, ad est con Palazzo Adriano e ad ovest con Giuliana. Ha una superficie territo- riale di 5755 km

2

con un’altitudine che va dai 172 m del mulino di S. Carlo ai 1197 m di monte Colomba. Da segna- lare i rilievi di Omo Morto (905 m) e monte Lucerto (739 m) (Fig. 2). Il territorio di Chiusa comprende la frazione di S.

Carlo.

La cittadina di Chiusa Sclafani presenta un’economia strettamente legata alle tradizionali attività agricole, quali la coltura del ciliegio e dell’ulivo. Degna di nota è la pastorizia che permette di vivere ad alcune famiglie. Il clima è mite d’estate e freddo d’inverno; in questa stagione non sono assenti brevi periodi d’innevamento. La comunità è com- posta soprattutto da addetti ad attività terziaria e da una larga fascia di pensionati.

Quad. Bot. Ambientale Appl., 31 (2020): 03-14.

L'uso tradizionale delle piante nella comunità rurale di Chiusa Sclafani (Palermo)

G IUSEPPE C ERTA

Via Sebastiano La Franca 112 – 90127 Palermo

A

BSTRACT

. – The traditional use of plants in the rural community of Chiusa Sclafani (Palermo) – Following similar surveys conduct- ed by other authors in many rural communities in Sicily, the results of a study on the traditional uses of the plants of the local flora in the territory of the municipality of Chiusa Sclafani (Palermo province), are reported. The study made it possible to identify 72 specific and infraspecific taxa belonging to 40 families. Among all the Asteraceae with 14 taxa prevail, then the Brassicaceae and Lamiaceae respectively with 6, the Poaceae with 4, the Rosaceae with 3. All the other families appear with 1 or 2 taxa. Of the plants surveyed, 20 have a medicinal use, 39 food and partly medicinal use, 13 artisanal and various uses.

Key words: Ethnobotany, plant uses, native flora, Sicily.

Pubblicato online: 01/10/2020

http://www.centroplantapalermo.org

(2)

Fig. 2 - Veduta del Monte Lucerto, rilievo ricadente nel territorio di Chiusa Sclafani.

Fig. 1 - Panoramica dell’abitato di Chiusa Sclafani (Palermo).

(3)

M

ETODOLOGIA

Lo studio è stato condotto secondo il programma di inda- gini etnobotaniche condotte in passato dal Laboratorio di Sistematica Fitogeografia ed Ecologia Vegetale dell’Università degli Studi di Palermo. Esso si è potuto rea- lizzare anche grazie all’aiuto di alcuni agricoltori e conosci- tori degli usi delle piante selvatiche, che hanno comunicato verbalmente le notizie accompagnandole con campioni delle specie da loro stessi raccolti e successivamente deter- minati e depositati presso l’Erbario del SIMUA (PAL). Per i taxa, citati alfabeticamente per famiglia, la nomenclatura usata è quella di P

IGNATTI

(2017-19) Per ogni taxon viene riportato il nome locale, il nome volgare italiano e l’uso locale, al fine di confermare i dati conosciuti per altre comu- nità ed evidenziare quelli nuovi o inediti.

R

ISULTATI

Le piante utilizzate tradizionalmente nella comunità rurale di Chiusa Sclafani sono in massima parte riferite alle Magnoliophyta. Sono presenti principalmente specie della flora spontanea nativa e qualche specie della flora coltivata. Gli usi relativi ai vari taxa specifici e infraspe- cifici vengono di seguito riportati, per famiglie disposte alfabeticamente.

A

CANTHACEAE

Acanthus mollis L.

Nome volgare italiano: Acanto comune Nome locale: Grancarussina

Usi locali: le foglie di grancarussina insieme a quella del cavolo bollite e messe in un sacchetto venivano applica- te su di un arto gonfio, questo con il calore riassorbiva il gonfiore guarendo pure l’ infezione.

Habitat: incolti aridi, cespuglieti.

A

GAVACEAE

Agave americana L.

Nome volgare italiano: Agave Nome locale: Zabbara

Usi locali: le foglie, nel dopoguerra, venivano utilizzate per estrarne la fibra per fare i legacci.

Habitat: incolti, siepi, bordi di vie, uliveti, coltivata e naturalizzata.

A

NACARDIACEAE

Rhus coriaria L.

Nome volgare italiano: Sommacco siciliano Nome locale: Summaccu

Usi locali: i rami di sommacco venivano raccolti dagli agri- coltori e portati nell’aia dove i muli calpestandoli ripetuta- mente facevano staccare le foglie dai rami. Le stesse veni- vano vendute a dei commercianti perché contenenti sostan- ze coloranti e tannini. Inoltre le foglie di sommacco fresche si mettevano tra le calze come antisudorifero e per contene- re il cattivo odore dei piedi.

Habitat: incolti aridi, bordo di strada e tra i coltivi.

A

PIACEAE

Ferula communis L.

Nome volgare italiano: Ferula comune Nome locale: Ferla

Usi locali: dal fusto della pianta, raccolto in estate, si preparano degli sgabelli, detti “firlizzi”. Essi sono costi- tuiti da tanti segmenti di eguale lunghezza, legati tra loro da verghe di olivastro (Olea europea. sylvestris). Inoltre era usanza dei pastori fare un’ingessatura con i fusti della ferla, i quali venivano tagliati in due longitudinal- mente, e legati insieme da uno pezzo di stoffa intrisa di farina, bagnata, che asciugando e indurendo simulava un’ingessatura.

Habitat: garighe, incolti, pascoli aridi.

Foeniculum vulgare Miller subsp. piperitum (Ucria) Bég.

Nome volgare italiano: Finocchio comune Nome locale: Finucchiu d’asinu

Usi locali: secondo la tradizione popolare il succo della pianta fresca macerata, posto nella parte dolorante in seguito alla puntura di insetti (zanzare, api, ecc.) ne accelera la guarigione.

Habitat: incolti aridi, coltivi.

Foeniculum vulgare Miller subsp. vulgare Nome volgare italiano: Finocchio comune Nome locale: Finocchiu

Usi locali: i giovani e teneri getti basali vengono utilizzati in cucina per la preparazione della pasta con le sarde, mentre i semi servono ad aromatizzare le salsicce. E’ tradizione loca- le preparare la farinata con il finocchietto. La dose consi- gliata è di 200 g. di finocchietto per mezzo chilo di farina normale. Per prima cosa occorre pulire il finocchietto, spez- zettarlo, lessarlo e, a fine cottura, scolarlo. Successivamente occorre versare la farina in una pentola acqua tiepida (2 litri) e mescolare, a questo punto aggiungere i finocchietti conti- nuando a mescolare. Dopo 5 minuti la farinata è pronta.

Habitat: incolti aridi, coltivi.

(4)

Helosciadium nodiflorum (L.) W.D.D Koch subsp.

nodiflorum

Nome volgare italiano: Sedano d’acqua Nome locale: Scavuni J.

Usi locali: si utilizzano le foglie giovani e i gambi tene- ri, raccolti dall’autunno alla primavera, prima che spun- tano i fiori. Si consumano crudi, conditi con olio, sale e limone, in insalata insieme ad altri ortaggi o cotti insie- me ad alcune verdure spontanee.

Habitat: bordi dei ruscelli e altri luoghi umidi, come fossi, acquitrini o stagni poco profondi.

A

RECACEAE

Chamaerops humilis L.

Nome volgare italiano: Palma nana Nome locale: Scupazzu

Usi locali: è pianta artigianale; le foglie di questa pianta intrecciate costituivano materia per realizzare scope, “coffe”

(impiegate nei frantoi) e “zimmili” (capienti contenitori di prodotti agricoli).

Habitat: macchie e boscaglie termofile sempreverdi.

A

SPARAGACEAE

Asparagus acutifolius L.

Nome volgare italiano: Asparago pungente Nome locale: Sparaciu

Usi locali: i turioni sono commestibili; emergono da fine inverno-inizio primavera, grossomodo nel periodo che coincide con la Pasqua; hanno un sapore leggermente amarognolo, si consumano cotti, conditi con olio e limo- ne, in minestre di pasta e risotti, ma più frequentemente vengono utilizzati per preparare la frittata. Il brodo di cottura viene bevuto la mattina nei casi di ipertensione e quello delle radici fa bene alla vescica, migliorando il funzionamento dell’apparato urinario.

Habitat: macchie, leccete, boschi caducifogli, siepi.

Asparagus albus L.

Nome volgare italiano: Asparago bianco Nome locale: Sparaciu biancu

Usi locali: anche questo asparago presenta turioni com- mestibili, che vengono cucinati come la specie di aspa- rago precedente.

Habitat: pendii aridi, garighe, rupi, muri, siepi.

A

SPHODELACEAE

Asphodeline lutea (L.) Rchb.

Nome volgare italiano: Asfodelo giallo Nome locale: Garufi

Usi locali: è una pianta alimentare. Si deve raccogliere prima della fioritura e, ripulita delle foglie e dello strato esterno, viene utilizzata, dopo sbollentatura in acqua, per fare delle ottime frittate o con il sugo come gli asparagi.

Habitat: pascoli xerofili e sassosi.

Asphodelus ramosus L. subsp. ramosus var. ramosus Nome volgare italiano: Porraccio

Nome locale: Purrazzi

Usi locali: è una pianta officinale. Le radici tuberose pestate in un mortaio, si applicavano sulle parti contuse e doloranti del corpo dell’animale, ottenendone in poco tempo la guarigione.

Habitat: Incolti aridi, pascoli, garighe.

A

SPLENIACEAE

Ceterach officinarum DC.

Nome volgare italiano: Cedracca comune Nome locale: Spaccapetri

Usi locali: la pianta intera viene utilizzata per preparare un decotto che, bevuto 2-3 volte al giorno, serve a espellere i calcoli renali. Tuttavia si sa che è irritante e non se ne può fare un uso prolungato.

Habitat: fessure delle rocce e vecchi muri.

A

STERACEAE

Artemisia arborescens L.

Nome volgare italiano: Assenzio arbustivo Nome locale: Erva bianca

Usi locali: la pianta viene usata per lenire il dolore provoca-

to dall’herpes (fuoco di S. Antonio); per far ciò occorre

prendere delle foglie, bollirle in un litro d’acqua per un

quarto d’ora circa. Dopo con una garza sterile, imbevuta di

quest’acqua si fanno dei lavaggi sulla zona del corpo dolo-

rante. Inoltre la pianta cura le emorroidi, per tale scopo si

(5)

prendono dei rametti muniti di foglie, si mettono a bollire in almeno due litri d’acqua. Con il liquido filtrato vengono praticati dei lavaggi, ricevendo dei benefici. Inoltre, i ramet- ti secchi venivano utilizzati come sigari per fumarli.

Habitat: rupi calcaree, tufi, vecchi muri.

Carlina gummifera (L.) Less.

Nome volgare italiano: Masticogna laticifera Nome locale: Masticogna

Usi locali: con le grosse radici si prepara un attrezzo, il cosiddetto “zubbu”, adoperato nella preparazione della ricotta, questo, secondo una opinione diffusa tra gli alleva- tori, dà dei sapori molto graditi alla ricotta.

Habitat: garighe e luoghi aridi sassosi.

Centaurea calcitrapa L.

Nome volgare italiano: Calcatreppola Nome locale: Aprocchiu

Usi locali: le rosette fogliari si bolliscono, si fanno saltare in padella con olio d’oliva e poco aglio e si consumano assie- me alla ricotta di pecora per condire la pasta. Viene consi- gliata per i diabetici perché amara.

Habitat: incolti aridi, prati, vigneti e lungo i sentieri.

Cichorium intybus L.

Nome volgare italiano: Cicoria comune Nome locale: Cicoria

Usi locali: le foglie tenere possono essere consumate sia crude che cotte, ed è preferibile che la loro raccolta avven- ga prima della fioritura da ottobre ad aprile. Generalmente si consumano bollite, e condite con olio d’oliva. Dal punto di vista officinale è utile per i benefici che apporta nei casi d’infiammazione a carico dell’apparato digerente e urinario.

Habitat: campi coltivati e incolti lungo i sentieri e i viottoli di montagna.

Cynara cardunculus L. subsp. cardunculus Nome volgare italiano: Carciofo selvatico Nome locale: Carcocciulu

Usi locali: è una pianta alimentare. Si raccoglie a marzo e si utilizzano i teneri steli lessi; essi si consumano con olio d’o- liva e limone oppure fritti con la farina e le uova in abbon- dante olio di oliva. Inoltre l’acqua dove si mettono a bollire

il fusto e i carciofini, privi delle spine è un ottimo digestivo Viene consigliato per chi soffre di diabete.

Habitat: pascoli, incolti.

Dittrichia viscosa (L.) Greuter Nome volgare italiano: Prucara Nome locale: Vrucale

Usi locali: dalle foglie verdi si ricava una poltiglia, che applicata sulle ferite, sia di uomini che di animali, ne favo- risce i processi di cicatrizzazione.

Habitat: bordi di strada, ruderi, incolti umidi.

Helminthotheca echioides (L.) Holub Nome volgare italiano: Aspraggine volgare Nome locale: Spiredda

Usi locali: le foglie della pianta ridotte in poltiglia e poste sulle ferite sono un ottimo cicatrizzante sia per l’uomo che per gli animali.

Habitat: bordi di vie, pascoli aridi, ruderi.

Matricaria chamomilla L.

Nome volgare italiano: Camomilla comune Nome locale: Camumidda

Usi locali: i fiori raccolti ed essiccati all’ombra, sono utiliz- zati per preparare decotti da bere la sera quando c’è inson- nia.

Habitat: bordi di strada.

Onopordum illyricum L.

Nome volgare italiano: Onopordo maggiore Nome locale: Munaceddi

Usi locali: è una pianta alimentare. Per prima cosa si tol- gono le spine dai teneri fusti, poi si bollisce con acqua, bicarbonato e limone. Una volta cotto si condisce con olio e limone, oppure si consuma fritti con olio d’oliva, passa- ti in farina, assieme alla frittura di sarde. A Chiusa Sclafani è tradizione raccogliere la pianta insieme ai cardi per S.

Giuseppe, il 19 marzo. Ha riconosciute proprietà diureti- che e depurative per il fegato.

Habitat: incolti, macerie, presso le stalle.

(6)

Reichardia picroides (L.) Roth Nome volgare italiano: Caccialepre Nome locale: Caccialepre

Usi locali: si utilizzano le foglie basali (rosetta), prima della fioritura, raccolte nel periodo novembre-maggio.

Le foglie tenere conferiscono gradevole gusto nelle misticanze.

Habitat: incolti aridi, muri, lungo le vie.

Scolymus grandiflorus Desf.

Nome volgare: Cardogna maggiore Nome locale: Scoddu

Usi locali: è una pianta alimentare della quale si utiliz- zano sia il fusto che le foglie in rosetta basale private delle spine, crude in insalata condite con olio d’oliva e limone. Inoltre si tramanda che le foglie fossero consu- mate dalle donne durante l’allattamento.

Habitat: incolti, lungo le vie, ruderi.

Silybum marianum (L.) Gaertner Nome volgare italiano: Cardo mariano Nome locale: –

Usi locali: i germogli centrali, molto teneri ricchi di vitami- ne e sali minerali, possono essere aggiunti alle minestre e alle zuppe; si possono anche mangiare crudi o in insalata, così come le foglie giovani. I ricettacoli dei fiori lessati si cucinano come i carciofi.

Habitat: ruderi, siepi, lungo le vie.

Sonchus asper (L.) Hill

Nome volgare italiano: Grespino spinoso Nome locale: Cardedda

Usi locali: è una pianta alimentare. Da sempre le sue foglie vengono consumate in insalata, cotte in minestre per accom- pagnare le fave per preparare minestre, semplicemente bol- lite e condite con olio d’oliva, oppure insieme alla pasta.

Habitat: colture sarchiate, orti, vigne.

Sonchus oleraceus L.

Nome volgare italiano: Grespino comune

Nome locale: Cardedda

Usi locali: è una pianta alimentare. Tutta la pianta, prima della fioritura, si consuma bollita e condita con olio d’oliva.

Habitat: vigne e colture concimate, bordi delle vie di cam- pagna.

B

ORAGINACEAE

Borago officinalis L.

Nome volgare italiano: Borragine Nome locale: Burrania

Usi locali: è una pianta alimentare. Con le parti tenere e le foglie, ricche di mucillagine, raccolte dall’autunno alla primavera, si preparano minestroni o si consumano lessati conditi con olio e limone. Inoltre le stesse parti lessate si possono consumare sal- tate in padella con pangrattato, aglio e olio d’oliva.

Habitat: incolti, ruderi e coltivi, bordi di strada, ma più fre- quentemente negli orti.

Cerinthe major L.

Nome volgare italiano: Erba vajola Nome locale: Pappameli

Usi locali: i fiori della pianta venivano raccolti per suc- chiarne il nettare depositato alla base della corolla.

Habitat: incolti e bordi di strada.

Echium italicum L. subsp. siculum (Lacaita) Nome volgare: Viperina maggiore

Nome locale: –

Usi locali: un mazzetto della pianta in fiore si appendeva capo- volto alla soffitta al centro della stanza come un lampadario e serviva ad attirare le mosche.

Habitat: incolti e pascoli aridi.

B

RASSICACEAE

Brassica rapa L. subsp. sylvestris (L.) Janch Nome volgare italiano: Cavolo rapa Nome locale: Qualazzi

Usi locali: è una pianta alimentare. Raccolta allo stadio di roset-

ta basale, viene bollita e condita con olio e limone o consumata

a frittata con la mollica.

(7)

Habitat: coltivi e incolti.

Diplotaxis erucoides (L.) DC.

Nome volgare italiano: Ruchetta violacea Nome locale: Ruca

Usi locali: si bolliscono i giovani getti, chiamati “spicunedda”, e si condiscono con olio d’oliva e limone. Inoltre possono esse- re consumati, passati in padella con olio d’oliva e pangrattato.

Habitat: orti, campi coltivati e incolti.

Isatis tinctoria L.

Nome volgare italiano: Glasto comune Nome locale: –

Usi locali: dai fiori gialli si ricavava un colorante per i tessuti.

Habitat: incolti aridi.

Lobularia maritima (L.) Desv.

Nome volgare italiano: Filigrana comune Nome locale: Erba della suocera

Usi locali: qualche piantina della filigrana comune messa in tasca favorisce, secondo la tradizione popolare, la guarigio- ne dalle emorroidi per il forte odore che emana.

Habitat: incolti aridi, rupi, muri.

C

ACTACEAE

Opuntia ficus-indica (L.) Miller Nome volgare italiano: Fico d’India Nome locale: Ficudinia

Usi locali: della pianta, oltre che i frutti, vengono utilizzati i fiori per preparare un decotto, utile per la diuresi; inoltre aiuta le donne in caso di mestruazioni dolorose e serve per espellere i calcoli.

Habitat: coltivi.

C

APPARIDACEAE

Capparis spinosa L.

Nome volgare italiano: Cappero peloso Nome locale: Chiappara

Usi locali: i bocciuoli fiorali immaturi si conservano in sala- moia o più raramente sott’olio o sott’aceto e si consumano

conditi con olio e limone.

Habitat: rupi e muri.

C

APRIFOLIACEAE

Sambucus nigra L.

Nome volgare italiano: Sambuco comune Nome locale: Savucu

Usi locali: con i rami si fabbricava la “cannedda” della botte. Inoltre con i rami si costruiva un giocattolo “u Scricchialoru”. Questo oggetto consisteva in un segmento di ramo di 10-15 cm di lunghezza, dal quale con un pezzo di fil di ferro caldo si estraeva il midollo centrale.

Successivamente si intagliava un legno con cui venivano spinte delle pallottoline costituite da ceci, trasformandola in una piccola arma ad aria compressa. Inoltre dalla parte basa- le del tronco si ricavavano manici per le scope, mentre le foglie servivano a colorare la corda bianca nuova.

L’infiorescenza matura si metteva sulle tabische (delle schiacciate), quando s’infornavano.

Habitat: schiarite e siepi.

C

ARYOPHYLLACEAE

Silene vulgaris (Moench) Garcke s.l.

Nome volgare italiano: Silene rigonfia Nome locale: –

Usi locli: è una pianta alimentare. I teneri fusticini raccolti prima dell’antesi e si mangiano a pezzetti, in insalata.

Habitat: incolti, prati.

C

HENOPODIACEAE

Beta vulgaris L. subsp. maritima (L.) Arcang.

Nome volgare italiano: Bietola comune Nome locale: Giri

Usi locali: è una pianta alimentare. Le cime dei nuovi getti e le foglie tenere si utilizzano in vari modi: lessate e condi- te con olio d’oliva e limone o aceto; saltate in padella con aglio, olio e peperoncino. Inoltre sono ottime per insaporire minestroni, insieme ad altre erbe, o per accompagnare un piatto di fave.

Habitat: campi, coltivi e terreni umidi.

(8)

C

RASSULACEAE

Umbilicus horizontalis (Guss.) DC.

Nome volgare italiano: Ombelico di venere minore Nome locale: Oricchione

Usi locali: la foglia verde applicata sui calli ne favorisce l’eliminazione.

Habitat: rupi umide, muri.

D

IOSCOREACEAE

Tamus communis L.

Nome volgare italiano: Tamaro Nome locale: Sparaciu di serpa

Usi locali: nel periodo invernale e in primavera si raccolgo- no le parti tenere apicali, i cosiddetti turioni, comunemente chiamati “sparaci di serpa”. Essi si consumano, previa sbol- lentatura, come i normali asparagi, facendo delle gustose frit- tate e consumati con il sugo insieme alla pasta. Dal punto di vista officinale i semi, messi in alcool etilico a macerare, danno a questa mistura proprietà benefiche. Viene infatti, usata per guarire dall’infiammazione del nervo sciatico, ponendovi sopra un panno imbevuto di questa mistura per circa una settimana.

Habitat: boschi densi, cedui, radure, siepi.

D

IPSACACEAE

Sixalis atropurpurea (L.) Greuter et Burdet.

Nome volgare italiano: Vedovina marittima Nome locale: Scuparina

Usi locali: i fusti si raccolgono in estate, tagliati tutti alla stessa altezza, vengono riuniti in mazzetti legati con foglie di disa (Ampelodesmos mauritanicus) per farne scope, usate per pulire le stalle.

Habitat: incolti aridi, spiagge, ruderi, lungo le vie.

E

UPHORBIACEAE

Euphorbia characias L.

Nome volgare italiano: Euforbia cespugliosa Nome locale: Cacamarruni

Usi locali: è una pianta il cui lattice tossico, serviva per la cattura delle anguille. Le piante spezzettate venivano butta- te nelle pozze d’acqua che si formavano lungo i torrenti nel periodo estivo. Questa pratica oggi non è più usata a causa del verificarsi di diversi casi di avvelenamento di animali.

Dal punto di vista officinale la pianta, con le dovute precau- zioni, veniva usata per far maturare i foruncoli.

Habitat: macchie, garighe.

F

ABACEAE

Sulla coronaria (L.) Medik.

Nome volgare Italiano: Sulla comune Nome locale: Sudda

Usi locali: prima della fioritura, le parti tenere degli scapi fiorali – privati delle foglie e spellate – venivano consuma- te crude.

Habitat: leccete, macchie e garighe.

G

UTTIFERAE

Hypericum perforatum L.

Nome volgare italiano: Erba di S. Giovanni comune Nome locale: Ogliu di Piricò

Usi locali: con i fiori di questa pianta si prepara un olio da usare contro le scottature. Esso si prepara lasciando macerare i fiori per quaranta giorni e quaranta notti al sole e sereno in un contenitore di vetro, immerse in olio di oliva. Dopo que- sto tempo si forma un liquido rosso che viene filtrato e con- servato in bocce di vetro e utilizzato al bisogno.

Habitat: prati aridi, boscaglie, incolti.

J

UGLANDACEAE

Juglans regia L.

Nome volgare italiano: Noce comune Nome locale: Nuci

Usi locali: oltre all’impiego alimentare del frutto secco (gheriglio), il mallo dei frutti freschi veniva utilizzato per tingere i vestiti.

Habitat: coltivi.

J

UNCACEAE

Juncus inflexus L.

Nome volgare italiano: Giunco tenace Nome locale: Juncu

Usi locali: fino a pochi decenni fa il giunco veniva utilizzato per la realizzazione di contenitori per la ricotta e il formaggio:

le cosiddette “fascedde”, ormai del tutto sostituite da conte- nitori in plastica.

Habitat: paludi, fossi, prati umidi.

L

AMIACEAE

Calamintha foliosa Opiz Nome volgare italiano: Nepetella Nome locale: Nipitedda

Usi locali: le foglie giovani della nepetella, sminuzzate,

insieme alla ricotta e alle uova sbattute si utilizzano per fare

gustose frittate Inoltre viene consumata con ricotta, uova,

zucchero e mollica di pane, dando luogo al dolce detto “sal-

viata”.

(9)

Habitat: prati aridi e incolti.

Origanum heracleoticum L.

Nome volgare italiano: Origano meridionale Nome locale: Ariganu

Usi locali: è una pianta aromatica utilizzata in cucina per condire pizza, insalata di pomodoro, pesce, ecc. inoltre un rametto di origano passato sulle gengive doloranti, pare che porti beneficio al dente malato.

Habitat: boscaglie rade, cespuglieti.

Origanum majorana L.

Nome volgare italiano: Maggiorana Nome locale: Maiurana

Usi locali: è una pianta aromatica che si usa come condi- mento in cucina. A Chiusa Sclafani si prepara una focaccia, detta “Ranza e Sciura” i cui condimenti principali sono:

farina, lievito, cipolla, pecorino, acciughe, maggiorana, ecc.

Habitat: incolti, bordi di vie.

Rosmarinus officinalis L.

Nome volgare italiano: Rosmarino Nome locale: Rosamarina

Usi locali: i rametti di “rosamarina” si utilizzano per aro- matizzare diverse pietanze.

Habitat: coltivato comunemente e spontaneo nella macchia e gariga.

Salvia officinalis L.

Nome volgare italiano: Salvia domestica Nome locale: Sarvia

Usi locali: le foglie sono adoperate per aromatizzare alcune pietanze.

Habitat: coltivata comunemente e spontanea nelle rupi aride e pietrose.

Thymbra capitata (L.) Cav.

Nome volgare italiano: Timo arbustivo Nome locale: Timu

Usi locali: le foglie di questa pianta si impiegano per aro- matizzare alcune pietanze.

Habitat: garighe, pendii aridi.

L

AURACEAE

Laurus nobilis L.

Nome volgare italiano: Alloro Nome locale: Addavuru

Usi locali: le foglie dell’alloro vengono utilizzate sia in cucina per aromatizzare gli arrosti e alcune pietanze, sia in medicina nei casi di indigestione. Si fanno bollire delle foglie di alloro e poi se ne beve l’infuso caldo. Sono note le proprietà antisettiche, diaforetiche delle foglie, che

contengono un olio essenziale, tannini, resine, sostanze amare, mucillagini.

Habitat: coltivato e talora spontaneo in stazioni soleggiate nella zona dell’olivo.

L

ILIACEAE

Allium porrum L.

Nome volgare italiano: Porro Nome locale: Purretti

Usi locali: è una pianta alimentare. Si consuma in vari modi:

il bulbo, bollito, infarinato e fritto anche con le uova con abbondante olio d’oliva. Il bulbo, per il suo caratteristico aroma agliaceo è adoperato anche per condire minestre, sughi e per insaporire il brodo.

Habitat: campi arati, coltivi, soprattutto, vigneti, più rara- mente negli incolti.

M

ALVACEAE

Malva sylvestris L.

Nome volgare italiano: Malva selvatica Nome locale: Marva

Usi locali: con le foglie e con i fiori si prepara un decotto che, bevuto per due volte al giorno, allevia l’infiammazione intestinale e migliora il funzionamento dell’apparato urina- rio. Con le foglie fresche ridotte in poltiglia, applicate ester- namente nei casi di mal di denti servono a contenere il dolo- re e per fare maturare gli ascessi dentari con rapidità.

Habitat: incolti, luoghi calpestati, accumuli di detriti ed immondizie.

M

ORACEAE

Ficus carica L. var. caprificus L.

Nome volgare italiano: Fico comune Nome locale: Ficu

Usi locali: il latice della pianta è un rimedio contro le pun- ture d’insetti. Inoltre viene usato quando si è feriti da ogget- ti con ruggine.

Habitat: coltivi e spontaneo nelle rupi e muri.

O

LEACEAE

Olea europaea L.

Nome volgare italiano: Olivo Nome volgare locale: Olivu

Usi locali: oltre alle olive e all’olio che se ne ricava, la pian- ta è importante per le proprietà officinali in modo particola- re per la cura delle emorroidi. Occorre fare bollire in un litro d’acqua 500 gr di foglie d’ulivo ridotte a pezzetti Si deve ridurre l’acqua a metà, filtrare e bere una tazzina di caffè al giorno per 3-4 mattine.

Habitat: spontaneo e coltivato in tutta l’area mediterranea.

Olea europaea L. var. sylvestris (Mill.) Hegi Nome volgare italiano: Oleastro

Nome locale: Agliastru

Usi locali: dall’ “agliastru” si tagliano i giovani polloni

dalla ceppaglia; essi privati delle foglie, vengono impiegati

quasi sempre intrecciati con canne e verghe di salici, per

(10)

realizzare contenitori come ceste e panieri.

Habitat: spontaneo lungo le coste.

O

XALIDACEAE

Oxalis pes-caprae L.

Nome volgare italiano: Acetosella gialla Nome locale: Aghireddu

Usi locali: la pianta quando è adulta ha uno stelo che ha un gusto acido, rinfresca la bocca e si può mangiare. Inoltre si mangiavano i fiori e i tuberetti crudi. Ingerita dagli animali può causare gonfiore della regione addominale e condurre il bestiame alla morte per complicanze intestinali e respiratorie.

Habitat: incolti, orti, campi.

P

LANTAGINACEAE

Plantago lanceolata L.

Nome volgare italiano: Lingua di cane Nome volgare locale: –

Usi locali: secondo la tradizione la foglia ridotta in poltiglia si pone su un foruncolo, una ferita infiammata ottenendone una rapida guarigione.

Habitat: incolti, lungo le vie, campi, vigne, generalmente sinantropica.

P

OACEAE

.

Ampelodesmos mauritanicus (Poir.) T. Durand et Schinz Nome volgare italiano: Tagliamani

Nome locale: Disa

Usi locali: con tale pianta si preparano legacci, “ligame”, usate nel passato in agricoltura, per legare i covoni di grano.

Inoltre con le “ligame” si preparava u zubbu per preparare la ricotta.

Habitat: pendii argillosi.

Arundo donax L.

Nome volgare italiano: Canna domestica Nome locale: Canna

Usi locali: i culmi delle canne, anticamente, venivano tagliati in parti, usate nell’edilizia per costruire i solai, situate perpendico- larmente alle travi di sostegno; inoltre servivano per fare dei contenitori per il trasporto di prodotti agricoli “i carteddi” e “i cannizzi” per seccare i fichi e per contenere il frumento. Infine

tagliando un tratto di culmo, comprensivo di nodo e internodo si costruivano dei fischietti lunghi, i “friscaletti”, strumenti musicali arcaici impiegati per allietare le serate di festa nelle case di campagna.

Habitat: coltivi, anche spontaneizzata.

Avena barbata Potter ex Link Nome volgare italiano: Avena barbata Nome locale: Ina

Usi locali: dal culmo dell’avena barbata, comprensivo di un nodo e di un internodo, praticando un piccolo taglio si rica- vava una specie di fischetto, detto “Sampugna” con il quale, soffiando su di esso, produceva un piccolo suono.

Habitat: prati, incolti e siepi.

Cynodon dactylon (L.) Pers.

Nome volgare italiano: Gramigna rampicante Nome locale: Gramigna

Usi locali: con i rizomi si prepara un decotto che viene uti- lizzato nei casi di infiammazione dell’apparato urinario e per facilitare l’espulsione dei calcoli.

Habitat: incolti, siepi, terreni calpestati e di qui infestante i coltivi.

P

ORTULACACEAE

Portulaca oleracea L.

Nome volgare italiano: Porcellana comune Nome locale: Purciddana

Usi locali: è una pianta alimentare che fiorisce d’estate e che si mangia prima di fiorire in insalata con olio d’oliva e limo- ne. Inoltre ha una funzione officinale in quanto se si bolli- sce, l’acqua intrisa di questa pianta data ai bambini, nonché ai vitelli che hanno la diarrea, li porta alla guarigione.

Habitat: campi, orti incolti.

R

ANUNCULACEAE

Clematis vitalba L.

Nome volgare italiano: Vitalba Nome locale: Mitarba

Usi locali: i tralci secchi venivano fumati come surrogato dei sigari.

Habitat: boschi caducifogli submediterranei, siepi.

R

OSACEAE

Crataegus monogyna Jacq.

Nome volgare italiano: Biancospino comune Nome locale: Brizzulinu

Usi locali: dal fusto legnoso del biancospino si ricavano ottimi bastoni su cui appoggiarsi e corte e resistenti verghe di legno per battere i frutti dagli alberi.

Habitat: cespuglieti, siepi, boschi xerofili degradati.

(11)

Prunus spinosa L.

Nome volgare italiano: Prugnolo Nome locale: Brignole

Usi locali: serve come portainnesto del susino. I frutti molto maturi si riescono a mangiare.

Habitat: boschi cedui, cespuglieti, siepi, muretti.

Rubus ulmifolius Schott

Nome volgare italiano: Rovo comune Nome locale: Ruettu

Usi locali: è una pianta che produce le more e allo stes- so tempo è officinale. Le foglie, ridotte in poltiglia, ser- vono per cicatrizzare le ferite degli animali e degli uomi- ni e guarire dai foruncoli. Inoltre le more servivano a tin- gere i vestiti.

Habitat: siepi, incolti, cedui.

R

USCACEAE

Ruscus aculeatus L.

Nome volgare italiano: Ruscolo pungitopo Nome locale: Sparaciu di tronu

Usi locali: i turioni vengono cucinati come i comuni aspara- gi in gustose frittate e con il sugo insieme alla pasta.

Habitat: leccete, boschi caducifogli termofili.

R

UTACEAE

Ruta chalepensis L.

Nome volgare italiano: Ruta d’Aleppo Nome locale: Ruta

Usi locali: è una pianta officinale che viene usata contro i parassiti intestinali dei bambini, ponendola sotto il cuscino durante la notte. Lasciando seccare la pianta all’ombra parte di essa si usa in cucina come condimen- to per marinare la carne.

Habitat: rupi, muri prati aridi, garighe, macchie.

S

CROPHULARIACEAE

Verbascum sinuatum L.

Nome volgare italiano: Verbasco sinuoso Nome locale: Tassu barbassu

Usi locali: le foglie seccate del tassu barbassu vengono adoperate per la cura dei geloni. Si prendono alcune foglie e si bolliscono in almeno due litri di latte e un pò di sale e si lasciano macerare. Il latte impregnato delle sostanze essenziali della pianta, si versa in una bacinella e si fa un pediluvio almeno tre volte al giorno. Inoltre le foglie, pulite dalla polvere, bollite in acqua servono per la cura delle emorroidi, attraverso delle fumigazioni.

Infine con i rami secchi della pianta venivano fatte delle scope per pulire le stalle.

Habitat: incolti aridi e sabbiosi, lungo le vie.

S

OLANACEAE

Solanum melongena L.

Nome volgare italiano: Melanzana Nome locale: Milinciana

Usi locali: viene anche utilizzata come pianta medicina- le ed è un buon rimedio contro le verruche. Si taglia la melanzana a fette e si cosparge di sale. L’acqua che cola dalle fette si passa sulle verruche. Dopo 3-4 giorni si ha la guarigione.

Habitat: orti.

U

RTICACEAE

Urtica membranacea Poiret ex Savigny Nome volgare italiano: Ortica membranosa Nome locale: Ardicula

Usi locali: l’acqua della bollitura delle ortiche si impiegava come shampoo per prevenire la caduta dei capelli rinvigo- rendoli attraverso frizioni del cuoio capelluto. Era consuetu- dine tra gli agricoltori dare alle galline in pasto le ortiche perchè si riteneva che stimolassero la produzione delle uova. L’ortica è anche pianta alimentare. Cotta si impiega per la preparazione di vari piatti.

Habitat: rudereti e ambienti mitrofili.

V

ALERIANACEAE

Fedia graciliflora Fisch et C. A. Mey subsp. graciliflora Nome volgare italiano: Lattughella

Nome locale: Lattuchedda di vigna

Usi locali: tra la fine dell’inverno e la primavera si raccol- gono le foglie giovani, che si consumano crude in insalata o in misticanza con altre verdure.

Habitat: incolti, lungo le vie e negli orti.

(12)

T

AB

. 1 - D

ISTRIBUZIONE DELLE SPECIE IMPIEGATE PER FAMIGLIA

A

CANTHACEAE

1

A

GAVACEAE

1

A

NACARDIACE

1

A

RECACEAE

1

A

SPARAGACEAE

2

A

SPLENIACEAE

1

A

SPHODELACEAE

2

A

STERACEAE

14

B

ORAGINACEAE

3

B

RASSICACEAE

6

C

ACTACEAE

1

C

APRIFOLIACEAE

1

C

ARYOPHYLLACEAE

1

C

HENOPODIACEAE

1

C

RASSULACEAE

1

D

IOSCOREACEAE

1

D

IPSACACEAE

1

E

UPHORBIACEAE

1

F

ABACEAE

1

G

UTTIFERAE

1

J

UGLANDACEAE

1

J

UNCACEAE

1

L

AMIACEAE

6

L

AURACEAE

1

L

ILIACEAE

1

M

ALVACEAE

1

M

ORACEAE

1

O

LEACEAE

2

O

XALIDACEAE

1

P

LANTAGINACEAE

1

P

OACEAE

4

P

ORTULACACEAE

1

R

ANUNCULACEAE

1

R

OSACEAE

3

R

USCACEAE

1

R

UTACEAE

1

S

CROPHULARIACEAE

1

S

OLANACEAE

1

U

RTICACEAE

1

V

ALERIANACEAE

1

TOTALE taxa specifici e infraspecifici 73

C

ONCLUSIONI

Le indagini sugli usi tradizionali delle piante della flora spontanea e coltivata della comunità rurale di Chiusa Sclafani in provincia di Palermo ha consentito di individuare 72 taxa specifici e infraspecifici appartenen- ti a 40 famiglie. Di queste, come si vede dalla tab. 1, le più rappresentate sono le Asteraceae con 14 taxa, le Brassicaceae con 6, le Lamiaceae con 6, le Poaceae con 4, le Rosaceae con 3. Le altre famiglie sono costituite da 1 o 2 taxa al massimo.

Dei taxa censiti 20 risultano avere un uso medicinale, 39 con uso alimentare e in parte medicinale, 13 sono di uso artigianale e vario.

R

INGRAZIAMENTI

Per la realizzazione di questo contributo hanno collaborato:

Zito Antonino per le foto, inoltre per le altre notizie fornitemi i signori: Bondì Antonino, Cascio Ingurgio Giovanni, Coscino Ciro, Coscino Salvatore, Coscino Vincenzo, Ferina Francesco, Gatto Domenico, Giaccone Giuseppe, Napoli Giuseppe, Perricone Michele, Rizzuto Emanuele, Giaccone Gioacchino, Pizzolato Nicolò, Ragusa Giuseppe; a tutti loro un sentito rin- graziamento. Inoltre si desidera ringraziare il prof. Melchiorre Lascari per i consigli e gli indirizzi delle persone da intervi- stare forniti.

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s. 4, (3-4): 77-99.

RIASSUNTO – Facendo seguito ad analoghe indagini con-

dotte da altri autori in molte comunità rurali della Sicilia,

vengono riportati i risultati di uno studio sugli usi tradizio-

nali delle piante della flora locale nel territorio del comune

di Chiusa Sclafani, in provincia di Palermo. Lo studio ha

consentito di individuare 72 taxa specifici e infraspecifici

appartenenti a 40 famiglie. Fra tutte prevalgono le

Asteraceae con 14 taxa, quindi le Brassicaceae e le

Lamiaceae rispettivamente con 6, le Poaceae con 4, le

Rosaceae con 3. Tutte le altre famiglie figurano con 1 o 2

taxa. Delle piante censite 20 risultano avere un uso medici-

nale, 39 uso alimentare e in parte medicinale, 13 uso arti-

gianale e vario.

Riferimenti

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