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Introduzione agli Spazi Curvi

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Academic year: 2021

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(1)

Introduzione agli Spazi Curvi

(2)

Indice

Indice... 2

Nota introduttiva ... 4

Prerequisiti ... 4

Spazi Euclidei ... 5

Misura di Distanze e Superfici in Spazi Euclidei con metriche piatte ... 5

Alcuni esempi in due dimensioni ... 6

Segmento su retta ... 6

Circonferenza ... 6

Area del quadrato ... 6

Area del cerchio ... 7

Alcuni esempi in tre dimensioni ... 7

Superficie della sfera ... 7

Sistemi Cartesiani e Coordinate curvilinee ... 7

Alcuni esempi di calcolo di metriche in coordinate curvilinee ... 8

Coordinate Cilindriche ... 8

Coordinate Sferiche... 8

Simboli di Christoffel ... 9

Alcuni esempi di calcolo di simboli di Christoffel ... 9

Calcolo dei simboli di Christoffel e del laplaciano per coordinate Cilindriche ... 9

Calcolo dei simboli di Christoffel e del laplaciano per coordinate Sferiche ...10

Trasporto parallelo ...11

Trasporto parallelo attorno a superficie infinitesima ...11

Tensore di curvatura e Scalare di Kretschmann ...12

Alcuni esempi di calcolo del tensore di curvatura ...13

Calcolo del tensore di curvatura per coordinate Cilindriche ...13

Calcolo del tensore di curvatura per coordinate Cilindriche restringendosi alla superficie del cilindro .13 Calcolo del tensore di curvatura per coordinate Sferiche ...13

Calcolo del tensore di curvatura per coordinate Sferiche restringendosi alla superficie del cilindro ...13

Tensore di Ricci e Curvatura Scalare ...14

Alcuni esempi di calcolo del tensore di Ricci e della Curvatura scalare ...14

Calcolo del tensore di Ricci e della curvatura scalare sulla superficie della sfera ...14

Tensore di Einstein ...14

Alcuni esempi di calcolo del tensore di Einstein...15

Calcolo del tensore di Einstein sulla superficie della sfera ...15

(3)

Spazi di Minkowski...15

Metriche non definite positive ...15

Definizioni di indici Controvarianti e Covarianti ...15

Spazi Curvi ...16

Classificazione degli spazi ...16

Equazione di Einstein ...17

Alcuni esempi di classificazione degli spazi ...17

Coordinate Cilindriche ...17

Coordinate Sferiche...17

Sistema Ruotante ...17

Superficie del cilindro ...17

Superficie della Sfera...17

Spazio a due dimensioni a curvatura negativa costante ...17

Metrica di Schwarzschild ...18

Analisi delle singolaritΓ  della Metrica di Schwarzschild ...19

Metrica di Schwarzschild con costante cosmologica ...20

Metrica di Kerr ...21

Metrica di Reissner Nordstrom...22

Metrica di Kerr Newmann ...23

Cosmologia ...23

Principio Cosmologico ...23

Universi massimamente simmetrici...24

NecessitΓ  di introduzione della Costante Cosmologica ...24

Esperimenti di verifica della Teoria della RelativitΓ  Generale...25

Verifica del Principio di Equivalenza ...25

Redshift Gravitazionale ...25

Verifica dell’Equazione di Einstein ...25

Orbite Chiuse: precessione del Perielio ...25

Orbite Aperte: deflessione della luce ...28

Trasmissione: ritardo del segnale ...30

Verifica del Principio Cosmologico...31

Correzione al primo ordine dell’equazione di Poisson...32

(4)

Nota introduttiva

Queste dispense non sono un corso di geometria differenziale nΓ© di relativitΓ  generale, vogliono solo spiegare in modo semplice alcuni semplici concetti sugli spazi curvi, introdurre i tensori piΓΉ importanti attraverso diversi esempi.

Prerequisiti

È consigliato avere le nozioni di spazio vettoriale, prodotto scalare, spazio metrico, metrica indotta da un prodotto scalare ed elementi di base di geometria differenziale, tuttavia non sono concetti essenziali.

È invece necessario conoscere il concetto di derivata parziale, vettore, sistema di riferimento cartesiano e non cartesiano, integrali, integrali multipli. È consigliabile anche avere un minimo di pratica col calcolo matriciale e con la convenzione di Einstein di somma sugli indici ripetuti.

(5)

Spazi Euclidei

Misura di Distanze e Superfici in Spazi Euclidei con metriche piatte

Uno Spazio Euclideo Γ¨ uno spazio vettoriale arricchito di alcune nozioni come distanza e angolo, e con una metrica indotta da un prodotto scalare definito positivo.

In parole piΓΉ povere: prendiamo uno spazio o un piano (gli unici β€œspazi” che possiamo immaginare).

Possiamo identificare i loro punti specificando un sistema di riferimento Cartesiano costituito dall’origine e da degli assi cartesiani, ed associando quindi ad ogni punto delle coordinate, che saranno le componenti di quelli che chiamiamo vettori. Tutte le caratteristiche geometriche del sistema saranno poi specificate da quello che si chiama tensore metrico. Esso Γ¨ il tensore che specifica le lunghezze in ogni punto e direzione:

𝑑𝑙2= 𝑔𝑖𝑗𝑑π‘₯𝑖𝑑π‘₯𝑗

Con questa espressione indichiamo quanto Γ¨ lungo (𝑑𝑙) un tratto di curva nella direzione indicata dal vettore infinitesimo formato dalla componenti 𝑑π‘₯𝑖: ogni componente riceve un β€œpeso” in lunghezza dato dal tensore metrico 𝑔𝑖𝑗. Per trovare la lunghezza di una curva basta prendere una parametrizzazione qualsiasi

π‘₯𝑖 = π‘₯𝑖(𝑠), 𝑠 ∈ [π‘Ž, 𝑏]

Dove con π‘₯𝑖 indichiamo le singole componenti, ed integrare

𝑙 = οΏ½ 𝑑𝑙 = οΏ½ �𝑔𝑖𝑗𝑑π‘₯𝑖𝑑π‘₯𝑗

π‘π‘’π‘Ÿπ‘£π‘Ž = οΏ½ �𝑔𝑖𝑗𝑑π‘₯𝑖

𝑑𝑠 𝑑π‘₯𝑗

𝑑𝑠 𝑑𝑠

𝑏 π‘Ž

Usando il tensore metrico Γ¨ anche possibile calcolare superfici, e piΓΉ avanti quelle che chiameremo iper superfici, ovvero oggetti in uno spazio di dimensione n che hanno meno di n dimensioni. Nel caso delle superfici per esempio avremo

π‘₯𝑖 = π‘₯𝑖(𝑠1, 𝑠2), 𝑠1 ∈ [π‘Ž, 𝑏] 𝑠2∈ [𝑐, 𝑑]

E il tensore metrico che vale sulla superficie sarΓ 

𝑔′𝑖𝑗= π‘”π‘™π‘šπ‘‘π‘₯𝑙 𝑑𝑠𝑖

𝑑π‘₯π‘š 𝑑𝑠𝑗

𝑑𝐴 = �𝐷𝑒𝑑�𝑔𝑖𝑗��𝑑𝑣⃗1𝑖× 𝑑𝑣⃗2𝑗� = �𝐷𝑒𝑑�𝑔′𝑖𝑗�𝑑𝑠1𝑑𝑠2= �𝐷𝑒𝑑 οΏ½π‘”π‘™π‘šπ‘‘π‘₯𝑙 𝑑𝑠𝑖

𝑑π‘₯π‘š

𝑑𝑠𝑗� 𝑑𝑠1𝑑𝑠2

= �𝐷𝑒𝑑[π‘”π‘™π‘š]𝐷𝑒𝑑 �𝑑π‘₯𝑙

𝑑𝑠𝑖� 𝑑𝑠1𝑑𝑠2

Dove l’ultimo passaggio vale solo se anche lo spazio di partenza Γ¨ una superficie, e si ottiene (in questo caso)

𝐴 = οΏ½ 𝑑𝑠1οΏ½ 𝑑𝑠2�𝐷𝑒𝑑�𝑔𝑖𝑗�𝐷𝑒𝑑 �𝑑π‘₯𝑖

𝑑𝑠𝑗� 𝑑𝑠1𝑑𝑠2

𝑑 𝑐 𝑏 π‘Ž

(6)

Alcuni esempi in due dimensioni

Lo spazio euclideo ha metrica cosiddetta β€œpiatta”. La metrica in un piano Γ¨ 𝑔𝑖𝑗 = οΏ½1 00 1οΏ½

Segmento su retta

Per cui la lunghezza di un segmento su una retta di equazione 𝑦 = π‘šπ‘₯ + 𝑛 di sui una parametrizzazione Γ¨

οΏ½ π‘₯ = 𝑠 𝑦 = π‘šπ‘  + 𝑛 Da π‘₯ = π‘Ž a π‘₯ = 𝑏, estremi a cui corrisponde 𝑠 ∈ [π‘Ž, 𝑏]

Γ¨

𝑙 = οΏ½ 𝑑𝑙 = οΏ½ �𝑔𝑖𝑗𝑑π‘₯𝑖𝑑π‘₯𝑗

π‘π‘’π‘Ÿπ‘£π‘Ž = οΏ½ �𝑔𝑖𝑗𝑑π‘₯𝑖

𝑑𝑠 𝑑π‘₯𝑗

𝑑𝑠 𝑑𝑠

𝑏

π‘Ž = οΏ½ οΏ½(1 π‘š) οΏ½1 00 1οΏ½ οΏ½1

π‘šοΏ½ 𝑑𝑠

𝑏 π‘Ž

= οΏ½1 + π‘š2οΏ½ 𝑑𝑠𝑏

π‘Ž = οΏ½1 + π‘š2(𝑏 βˆ’ π‘Ž) Possiamo fare il controllo calcolando semplicemente la distanza fra i due punti

𝐴 = (π‘Ž, π‘šπ‘Ž + 𝑛)𝐡 = (𝑏, π‘šπ‘ + 𝑛)

𝑙�(𝑏 βˆ’ π‘Ž)2+ (π‘šπ‘ + 𝑛 βˆ’ π‘šπ‘Ž βˆ’ 𝑛)2 = οΏ½1 + π‘š2(𝑏 βˆ’ π‘Ž) Circonferenza

οΏ½π‘₯ = π‘…πΆπ‘œπ‘ (πœƒ)𝑦 = 𝑅𝑆𝑖𝑛(πœƒ) πœƒ ∈ [0,2πœ‹]

𝑙 = οΏ½ 𝑑𝑙 = οΏ½ �𝑔𝑖𝑗𝑑π‘₯𝑖𝑑π‘₯𝑗

π‘π‘’π‘Ÿπ‘£π‘Ž = οΏ½ �𝑔𝑖𝑗𝑑π‘₯𝑖

𝑑𝑠 𝑑π‘₯𝑗

𝑑𝑠 𝑑𝑠

2πœ‹ 0

= οΏ½ οΏ½(βˆ’π‘…π‘†π‘–π‘›(πœƒ) π‘…πΆπ‘œπ‘ (πœƒ)) οΏ½1 00 1οΏ½ οΏ½βˆ’π‘…π‘†π‘–π‘›(πœƒ) π‘…πΆπ‘œπ‘ (πœƒ) οΏ½ 𝑑𝑠

2πœ‹

0 = οΏ½ �𝑅2πœ‹ 2πΆπ‘œπ‘ 2(πœƒ) + 𝑅2𝑆𝑖𝑛2(πœƒ)𝑑𝑠

0

= 𝑅 οΏ½ 𝑑𝑠2πœ‹

0 = 2πœ‹π‘…

Area del quadrato

οΏ½π‘₯ = 𝑠1

𝑦 = 𝑠2 𝑠1∈ [0, 𝑙]; 𝑠2∈ [0, 𝑙]

𝐴 = οΏ½ 𝑑𝐴 = οΏ½ 𝑑𝑠1οΏ½ 𝑑𝑠2𝐷𝑒𝑑�𝑔𝑖𝑗�𝐷𝑒𝑑 �𝑑π‘₯𝑖

𝑑𝑠𝑗�

𝑙 0 𝑙

0 = οΏ½ 𝑑𝑠1οΏ½ 𝑑𝑠2𝐷𝑒𝑑 οΏ½1 00 1οΏ½ 𝐷𝑒𝑑 οΏ½1 0

0 1οΏ½

𝑙 0 𝑙 0

(7)

= οΏ½ 𝑑𝑠1οΏ½ 𝑑𝑠2 𝑙 0 𝑙

0 = 𝑙2

Area del cerchio

οΏ½π‘₯ = π‘ŸπΆπ‘œπ‘ (πœƒ)𝑦 = π‘Ÿπ‘†π‘–π‘›(πœƒ) π‘Ÿ ∈ [0, 𝑅], πœƒ ∈ [0,2πœ‹]

𝐴 = οΏ½ π‘‘π‘Ÿ οΏ½ π‘‘πœƒπ·π‘’π‘‘οΏ½π‘”π‘–π‘—οΏ½π·π‘’π‘‘ �𝑑π‘₯𝑖 π‘‘π‘Ÿπ‘—οΏ½

2πœ‹ 0 𝑅

0 = οΏ½ π‘‘π‘Ÿ οΏ½ π‘‘πœƒπ·π‘’π‘‘ οΏ½1 00 1οΏ½ 𝐷𝑒𝑑 οΏ½ πΆπ‘œπ‘ (πœƒ) 𝑆𝑖𝑛(πœƒ)

βˆ’π‘Ÿπ‘†π‘–π‘›(πœƒ) π‘ŸπΆπ‘œπ‘ (πœƒ)οΏ½

2πœ‹ 0 𝑅 0

Dove con π‘‘π‘Ÿπ‘‘π‘₯𝑖

𝑗 intendiamo le derivate rispetto alle due nuove coordinate

= οΏ½ π‘‘π‘Ÿ οΏ½ π‘‘πœƒπ‘Ÿ2πœ‹

0 𝑅

0 = πœ‹π‘Ÿ2

Alcuni esempi in tre dimensioni

La metrica Γ¨

𝑔𝑖𝑗= οΏ½1 0 0 0 1 0 0 0 1οΏ½ Superficie della sfera

οΏ½π‘₯ = 𝑅𝑆𝑖𝑛(πœƒ)πΆπ‘œπ‘ (πœ‘) 𝑦 = 𝑅𝑆𝑖𝑛(πœƒ)𝑆𝑖𝑛(πœ‘)

𝑧 = π‘…πΆπ‘œπ‘ (πœƒ) πœƒ ∈ [0, πœ‹], πœ‘ ∈ [0,2πœ‹]

𝐴 = οΏ½ π‘‘πœƒ οΏ½ π‘‘πœ‘οΏ½π·π‘’π‘‘ �𝑔𝑖𝑗𝑑π‘₯𝑖 𝑑π‘₯𝑙

𝑑π‘₯𝑗

𝑑π‘₯π‘šοΏ½

2πœ‹ 0 πœ‹ 0

= οΏ½ π‘‘πœƒ οΏ½ π‘‘πœ‘οΏ½π·π‘’π‘‘ οΏ½οΏ½π‘…πΆπ‘œπ‘ (πœƒ)πΆπ‘œπ‘ (πœ‘) βˆ’π‘…π‘†π‘–π‘›(πœƒ)𝑆𝑖𝑛(πœ‘) βˆ’π‘…π‘†π‘–π‘›(πœƒ)

π‘…πΆπ‘œπ‘ (πœƒ)𝑆𝑖𝑛(πœ‘) 𝑅𝑆𝑖𝑛(πœƒ)πΆπ‘œπ‘ (πœ‘) 0 οΏ½ οΏ½π‘…πΆπ‘œπ‘ (πœƒ)πΆπ‘œπ‘ (πœ‘) π‘…πΆπ‘œπ‘ (πœƒ)𝑆𝑖𝑛(πœ‘)

βˆ’π‘…π‘†π‘–π‘›(πœƒ)𝑆𝑖𝑛(πœ‘) 𝑅𝑆𝑖𝑛(πœƒ)πΆπ‘œπ‘ (πœ‘)

βˆ’π‘…π‘†π‘–π‘›(πœƒ) 0 οΏ½οΏ½

2πœ‹ 0 πœ‹ 0

= οΏ½ π‘‘πœƒ οΏ½ π‘‘πœ‘οΏ½π·π‘’π‘‘ �𝑅2 0

0 𝑅2𝑆𝑖𝑛2(πœƒ)οΏ½

2πœ‹ 0 πœ‹

0 = 2πœ‹π‘…2οΏ½ π‘‘πœƒπ‘†π‘–π‘›(πœƒ)πœ‹

0 = 4πœ‹π‘…2

Sistemi Cartesiani e Coordinate curvilinee

I cambiamenti di coordinate in questi due sistemi hanno delle importanti differenze:

1) Partendo da un sistema cartesiano in cui la metrica Γ¨ piatta ovunque, passare a un altro sistema cartesiano comporta di usare delle trasformazioni lineari nelle coordinate, per cui si ottiene che la metrica Γ¨ nuovamente ovunque piatta perchΓ© le matrici contenenti le derivate delle nuove coordinate rispetto alle vecchie sono indipendenti da π‘₯ in quanto le trasformazioni sono appunto lineari:

𝑔′𝑖𝑗 = π‘”π‘™π‘šπ‘‘π‘₯′𝑙 𝑑π‘₯𝑖

𝑑π‘₯β€²π‘š 𝑑π‘₯𝑗

(8)

2) Mentre nei sistemi cartesiano gli assi sono fissi e non dipendono dal punto, nei sistemi curvilinei passando da un punto a un altro cambia anche l’orientamento degli assi, per cui per esempio per fare una derivata, dove Γ¨ necessario fare la differenza fra due vettori in due diversi punti π‘₯ e π‘₯ + 𝑑π‘₯ Γ¨ prima necessario riscrivere il vettore in π‘₯ + 𝑑π‘₯ in base agli assi usati in x, quindi fare la differenza e il limite ottenendo la derivata.

Alcuni esempi di calcolo di metriche in coordinate curvilinee

Coordinate Cilindriche Le nuove coordinate sono

οΏ½

𝜌 = οΏ½π‘₯2+ 𝑦2 πœƒ = π΄π‘Ÿπ‘π‘‡π‘Žπ‘› �𝑦 π‘₯οΏ½ 𝑧 = 𝑧 La matrice di trasformazione Γ¨

𝑑π‘₯′𝑙 𝑑π‘₯𝑖 =

⎝

βŽœβŽ› π‘₯

οΏ½π‘₯2+ 𝑦2

𝑦

οΏ½π‘₯2+ 𝑦2 0

βˆ’ 𝑦

π‘₯2+ 𝑦2

π‘₯

π‘₯2+ 𝑦2 0

0 0 1⎠

⎟⎞

= οΏ½

πΆπ‘œπ‘ (πœƒ) 𝑆𝑖𝑛(πœƒ) 0

βˆ’1

𝜌 𝑆𝑖𝑛(πœƒ) 1

𝜌 πΆπ‘œπ‘ (πœƒ) 0

0 0 1

οΏ½

La nuova metrica risulta essere:

𝑔′𝑖𝑗 = π‘”π‘™π‘šπ‘‘π‘₯′𝑙

𝑑π‘₯𝑖 𝑑π‘₯β€²π‘š

𝑑π‘₯𝑗 =

⎝

βŽœβŽ›πΆπ‘œπ‘ (πœƒ) βˆ’1

𝜌 𝑆𝑖𝑛(πœƒ) 0 𝑆𝑖𝑛(πœƒ) 1

𝜌 πΆπ‘œπ‘ (πœƒ) 0

0 0 1⎠

⎟⎞

οΏ½1 0 0 0 1 0 0 0 1οΏ½ οΏ½

πΆπ‘œπ‘ (πœƒ) 𝑆𝑖𝑛(πœƒ) 0

βˆ’1

𝜌 𝑆𝑖𝑛(πœƒ) 1

𝜌 πΆπ‘œπ‘ (πœƒ) 0

0 0 1

οΏ½

= οΏ½1 0 0

0 𝜌2 0 0 0 1� Coordinate Sferiche

Le nuove coordinate sono

⎩βŽͺ

⎨

βŽͺ⎧ 𝜌 = οΏ½π‘₯2+ 𝑦2+ 𝑧2

πœƒ = π΄π‘Ÿπ‘πΆπ‘œπ‘  οΏ½ 𝑧

οΏ½π‘₯2+ 𝑦2+ 𝑧2οΏ½ πœ‘ = π΄π‘Ÿπ‘π‘‡π‘Žπ‘› �𝑦

π‘₯οΏ½ La matrice di trasformazione Γ¨

(9)

𝑑π‘₯′𝑙 𝑑π‘₯𝑖 =

⎝

⎜⎜

βŽœβŽ›

π‘₯

οΏ½π‘₯2+ 𝑦2+ 𝑧2

𝑦

οΏ½π‘₯2+ 𝑦2+ 𝑧2

𝑧

οΏ½π‘₯2+ 𝑦2+ 𝑧2 π‘₯𝑧

(π‘₯2+ 𝑦2+ 𝑧2)οΏ½π‘₯2+ 𝑦2

𝑦𝑧

(π‘₯2+ 𝑦2+ 𝑧2)οΏ½π‘₯2+ 𝑦2 βˆ’ π‘₯2+ 𝑦2

(π‘₯2+ 𝑦2+ 𝑧2)οΏ½π‘₯2+ 𝑦2

βˆ’ 𝑦

οΏ½π‘₯2+ 𝑦2

π‘₯

οΏ½π‘₯2+ 𝑦2 0

⎠

⎟⎟

⎟⎞

=

⎝

βŽœβŽ›

𝑆𝑖𝑛(πœƒ)πΆπ‘œπ‘ (πœ‘) 𝑆𝑖𝑛(πœƒ)𝑆𝑖𝑛(πœ‘) πΆπ‘œπ‘ (πœƒ) 1

π‘Ÿ πΆπ‘œπ‘ (πœƒ)πΆπ‘œπ‘ (πœ‘) 1

π‘Ÿ πΆπ‘œπ‘ (πœƒ)𝑆𝑖𝑛(πœ‘) βˆ’1 π‘Ÿ 𝑆𝑖𝑛(πœƒ)

βˆ’ 𝑆𝑖𝑛(πœ‘) π‘Ÿπ‘†π‘–π‘›(πœƒ)

πΆπ‘œπ‘ (πœ‘)

π‘Ÿπ‘†π‘–π‘›(πœƒ) 0 ⎠

⎟⎞

𝑔′𝑖𝑗 = π‘”π‘™π‘šπ‘‘π‘₯′𝑙

𝑑π‘₯𝑖 𝑑π‘₯β€²π‘š

𝑑π‘₯𝑗

=

⎝

⎜⎜

βŽœβŽ›π‘†π‘–π‘›(πœƒ)πΆπ‘œπ‘ (πœ‘) 1

π‘Ÿ πΆπ‘œπ‘ (πœƒ)πΆπ‘œπ‘ (πœ‘) βˆ’ 𝑆𝑖𝑛(πœ‘) π‘Ÿπ‘†π‘–π‘›(πœƒ) 𝑆𝑖𝑛(πœƒ)𝑆𝑖𝑛(πœ‘) 1

π‘Ÿ πΆπ‘œπ‘ (πœƒ)𝑆𝑖𝑛(πœ‘) πΆπ‘œπ‘ (πœ‘) π‘Ÿπ‘†π‘–π‘›(πœƒ)

πΆπ‘œπ‘ (πœƒ) βˆ’1

π‘Ÿ 𝑆𝑖𝑛(πœƒ) 0 ⎠

⎟⎟

⎟⎞

οΏ½1 0 0 0 1 0 0 0 1οΏ½

⎝

βŽœβŽ›

𝑆𝑖𝑛(πœƒ)πΆπ‘œπ‘ (πœ‘) 𝑆𝑖𝑛(πœƒ)𝑆𝑖𝑛(πœ‘) πΆπ‘œπ‘ (πœƒ) 1

π‘Ÿ πΆπ‘œπ‘ (πœƒ)πΆπ‘œπ‘ (πœ‘) 1

π‘Ÿ πΆπ‘œπ‘ (πœƒ)𝑆𝑖𝑛(πœ‘) βˆ’1 π‘Ÿ 𝑆𝑖𝑛(πœƒ)

βˆ’ 𝑆𝑖𝑛(πœ‘) π‘Ÿπ‘†π‘–π‘›(πœƒ)

πΆπ‘œπ‘ (πœ‘)

π‘Ÿπ‘†π‘–π‘›(πœƒ) 0 ⎠

⎟⎞

= οΏ½1 0 0

0 π‘Ÿ2 0

0 0 π‘Ÿ2𝑆𝑖𝑛2(πœƒ)οΏ½

Simboli di Christoffel

Per trasportare i vettori parallelamente e fare le derivate si usano degli oggetti detti β€œconnessioni” o

β€œSimboli di Christoffel”, cosΓ¬ definiti:

Ξ“π‘Ž;𝑏𝑐 =1

2 π‘”π‘Žπ‘‘βˆ’1οΏ½ πœ•

πœ•π‘₯𝑏𝑔𝑑𝑐+ πœ•

πœ•π‘₯π‘π‘”π‘‘π‘βˆ’ πœ•

πœ•π‘₯𝑑𝑔𝑏𝑐�

Come si puΓ² vedere le connessioni dipendono dalle derivate della metrica, sono quindi identicamente nulle in tutti i sistemi cartesiani.

Utilizzando le connessioni possiamo definire una derivata covariante per un vettore π·π‘Žπ‘“π‘ = οΏ½ πœ•

πœ•π‘₯π‘Žπ›Ώπ‘π‘βˆ’ Γ𝑐;π‘Žπ‘οΏ½ 𝑓𝑐

I simboli di Christoffel possono essere usati per calcolare il laplaciano in coordinate curvilinee:

βˆ‡2= π‘”π‘Žπ‘βˆ’1π·π‘Ž πœ•

πœ•π‘₯𝑏 = π‘”π‘Žπ‘βˆ’1 πœ•2

πœ•π‘₯π‘Žπœ•π‘₯π‘βˆ’ π‘”π‘Žπ‘βˆ’1Γ𝑐;π‘Žπ‘ πœ•

πœ•π‘₯𝑐

Alcuni esempi di calcolo di simboli di Christoffel

Calcolo dei simboli di Christoffel e del laplaciano per coordinate Cilindriche

La metrica dipende solo da una coordinata, ed Γ¨ diagonale, quindi possono essere non nulli solo connessioni con un indice uguale a 2:

(10)

Ξ“1;22=1

2 𝑔1π‘‘βˆ’1οΏ½ πœ•

πœ•π‘₯2𝑔𝑑2+ πœ•

πœ•π‘₯2𝑔𝑑2βˆ’ πœ•

πœ•π‘₯𝑑𝑔22οΏ½ =1

2 𝑔11βˆ’1οΏ½ πœ•

πœ•π‘₯2𝑔12+ πœ•

πœ•π‘₯2𝑔12βˆ’ πœ•

πœ•π‘₯1𝑔22οΏ½

=1 2οΏ½βˆ’ πœ•

πœ•πœŒ(𝜌2)οΏ½ = βˆ’πœŒ

Ξ“2;12= Ξ“2;21=1

2 𝑔2π‘‘βˆ’1οΏ½ πœ•

πœ•π‘₯1𝑔𝑑2+ πœ•

πœ•π‘₯2𝑔𝑑1 βˆ’ πœ•

πœ•π‘₯𝑑𝑔12οΏ½ =1

2 𝑔22βˆ’1οΏ½ πœ•

πœ•π‘₯1𝑔22+ πœ•

πœ•π‘₯2𝑔21βˆ’ πœ•

πœ•π‘₯2𝑔12οΏ½

=1 2 οΏ½

1 𝜌2οΏ½ οΏ½πœ•

πœ•πœŒ (𝜌2)οΏ½ =1 𝜌 Tutti gli altri simboli sono nulli.

βˆ‡2= π‘”π‘Žπ‘βˆ’1π·π‘Ž πœ•

πœ•π‘₯𝑏 = π‘”π‘Žπ‘βˆ’1 πœ•2

πœ•π‘₯π‘Žπœ•π‘₯π‘βˆ’ π‘”π‘Žπ‘βˆ’1Γ𝑐;π‘Žπ‘ πœ•

πœ•π‘₯𝑐= πœ•2

πœ•πœŒ2+ 1 𝜌2

πœ•2

πœ•πœƒ2+ πœ•2

πœ•π‘§2βˆ’ 1

𝜌2(βˆ’πœŒ) πœ•

πœ•πœŒ

= πœ•2

πœ•πœŒ2+ 1 𝜌2

πœ•2

πœ•πœƒ2+ πœ•2

πœ•π‘§2+1 𝜌

πœ•

πœ•πœŒ

Calcolo dei simboli di Christoffel e del laplaciano per coordinate Sferiche Ξ“1;22=1

2 𝑔1π‘‘βˆ’1οΏ½ πœ•

πœ•π‘₯2𝑔𝑑2+ πœ•

πœ•π‘₯2𝑔𝑑2βˆ’ πœ•

πœ•π‘₯𝑑𝑔22οΏ½ =1

2 𝑔11βˆ’1οΏ½ πœ•

πœ•π‘₯2𝑔12+ πœ•

πœ•π‘₯2𝑔12βˆ’ πœ•

πœ•π‘₯1𝑔22οΏ½

=1 2οΏ½βˆ’ πœ•

πœ•π‘Ÿ(π‘Ÿ2)οΏ½ = βˆ’π‘Ÿ

Ξ“1;33=1

2 𝑔1π‘‘βˆ’1οΏ½ πœ•

πœ•π‘₯3𝑔𝑑3+ πœ•

πœ•π‘₯3𝑔𝑑3βˆ’ πœ•

πœ•π‘₯𝑑𝑔33οΏ½ =1

2 𝑔11βˆ’1οΏ½ πœ•

πœ•π‘₯3𝑔13+ πœ•

πœ•π‘₯3𝑔13βˆ’ πœ•

πœ•π‘₯1𝑔33οΏ½

=1 2οΏ½βˆ’ πœ•

πœ•π‘Ÿ(π‘Ÿ2𝑆𝑖𝑛2(πœƒ))οΏ½ = βˆ’π‘Ÿπ‘†π‘–π‘›2(πœƒ)

Ξ“2;33=1

2 𝑔2π‘‘βˆ’1οΏ½ πœ•

πœ•π‘₯3𝑔𝑑3+ πœ•

πœ•π‘₯3𝑔𝑑3 βˆ’ πœ•

πœ•π‘₯𝑑𝑔33οΏ½ =1

2 𝑔22βˆ’1οΏ½ πœ•

πœ•π‘₯3𝑔23+ πœ•

πœ•π‘₯3𝑔23βˆ’ πœ•

πœ•π‘₯2𝑔33οΏ½

= 1

2π‘Ÿ2οΏ½βˆ’ πœ•

πœ•πœƒ(π‘Ÿ2𝑆𝑖𝑛2(πœƒ))οΏ½ = βˆ’πΆπ‘œπ‘ (πœƒ)𝑆𝑖𝑛(πœƒ)

Ξ“2;12= Ξ“2;21=1

2 𝑔2π‘‘βˆ’1οΏ½ πœ•

πœ•π‘₯1𝑔𝑑2+ πœ•

πœ•π‘₯2𝑔𝑑1 βˆ’ πœ•

πœ•π‘₯𝑑𝑔12οΏ½ =1

2 𝑔22βˆ’1οΏ½ πœ•

πœ•π‘₯1𝑔22+ πœ•

πœ•π‘₯2𝑔21βˆ’ πœ•

πœ•π‘₯2𝑔12οΏ½

=1 2 οΏ½

1 π‘Ÿ2οΏ½ οΏ½πœ•

πœ•π‘Ÿ (π‘Ÿ2)οΏ½ =1 π‘Ÿ Ξ“3;13= Ξ“3;31=1

2 𝑔3π‘‘βˆ’1οΏ½ πœ•

πœ•π‘₯1𝑔𝑑3+ πœ•

πœ•π‘₯3𝑔𝑑1 βˆ’ πœ•

πœ•π‘₯𝑑𝑔13οΏ½ =1

2 𝑔33βˆ’1οΏ½ πœ•

πœ•π‘₯1𝑔33+ πœ•

πœ•π‘₯3𝑔31βˆ’ πœ•

πœ•π‘₯3𝑔13οΏ½

=1 2 οΏ½

1 π‘Ÿ2𝑆𝑖𝑛2(πœƒ)οΏ½ οΏ½

πœ•

πœ•π‘Ÿ (π‘Ÿ2𝑆𝑖𝑛2(πœƒ))οΏ½ =1 π‘Ÿ

(11)

Ξ“3;23= Ξ“3;32 =1

2 𝑔3π‘‘βˆ’1οΏ½ πœ•

πœ•π‘₯2𝑔𝑑3+ πœ•

πœ•π‘₯3𝑔𝑑2βˆ’ πœ•

πœ•π‘₯𝑑𝑔23οΏ½ =1

2 𝑔33βˆ’1οΏ½ πœ•

πœ•π‘₯2𝑔33+ πœ•

πœ•π‘₯3𝑔32βˆ’ πœ•

πœ•π‘₯3𝑔23οΏ½

=1 2 οΏ½

1 π‘Ÿ2𝑆𝑖𝑛2(πœƒ)οΏ½ οΏ½

πœ•

πœ•πœƒ (π‘Ÿ2𝑆𝑖𝑛2(πœƒ))οΏ½ = 1 π‘‡π‘Žπ‘›(πœƒ) Tutti gli altri simboli sono nulli

βˆ‡2= π‘”π‘Žπ‘βˆ’1π·π‘Ž πœ•

πœ•π‘₯𝑏 = π‘”π‘Žπ‘βˆ’1 πœ•2

πœ•π‘₯π‘Žπœ•π‘₯π‘βˆ’ π‘”π‘Žπ‘βˆ’1Γ𝑐;π‘Žπ‘ πœ•

πœ•π‘₯𝑐

= πœ•2

πœ•π‘Ÿ2+ 1 π‘Ÿ2

πœ•2

πœ•πœƒ2+ 1 π‘Ÿ2𝑆𝑖𝑛2(πœƒ)

πœ•2

πœ•πœ‘2βˆ’ 1

π‘Ÿ2(βˆ’π‘Ÿ) πœ•

πœ•π‘Ÿ βˆ’ 1

π‘Ÿ2𝑆𝑖𝑛2(πœƒ) (βˆ’π‘Ÿπ‘†π‘–π‘›2(πœƒ)) πœ•

πœ•π‘Ÿ

βˆ’ 1

π‘Ÿ2𝑆𝑖𝑛2(πœƒ) οΏ½βˆ’πΆπ‘œπ‘ (πœƒ)𝑆𝑖𝑛(πœƒ)οΏ½ πœ•

πœ•πœƒ

= πœ•2

πœ•π‘Ÿ2+ 1 π‘Ÿ2

πœ•2

πœ•πœƒ2+ 1

π‘Ÿ2𝑆𝑖𝑛2(πœƒ)

πœ•2

πœ•πœ‘2+2 π‘Ÿ

πœ•

πœ•π‘Ÿ + 1 π‘Ÿ2π‘‡π‘Žπ‘›(πœƒ)

πœ•

πœ•πœƒ

Trasporto parallelo

Come abbiamo detto, per fare una derivata dovremmo fare la differenza di due vettori in due punti dello spazio infinitamente vicini, tuttavia poichΓ© cambiano gli assi da un punto all’altro, fare la differenza delle componenti Γ¨ sbagliato. Ci serve uno strumento che riscriva le componenti del vettore nel punto B in funzione delle componenti nel punto A, e solo una volta fatto ciΓ² fare la differenza con il vettore del punto A. Ci serve cioΓ¨ uno strumento che trasporti parallelamente il vettore del punto B nel punto A.

Le connessioni sono appunto quello che ci serve:

Ξ“(x)π‘Ž;𝑏𝑐𝐴(π‘₯)𝑏𝑑π‘₯𝑐= π΄π‘Ž(π‘₯) βˆ’ π΄π‘Žπ‘₯β†’π‘₯+𝑑π‘₯(π‘₯) Ξ“(x)π‘Ž;𝑏𝑐𝐴(π‘₯)π‘Žπ‘‘π‘₯𝑏 = 𝐴𝑐π‘₯β†’π‘₯+𝑑π‘₯(π‘₯) βˆ’ 𝐴𝑐(π‘₯)

Dove 𝐴π‘₯β†’π‘₯+𝑑π‘₯(π‘₯) indica il vettore del punto π‘₯ trasportato parallelamente in π‘₯ + 𝑑π‘₯.

In questo modo la derivata covariante risulta definita come volevamo:

π·π‘Žπ΄π‘π‘‘π‘₯π‘Ž = οΏ½ πœ•

πœ•π‘₯π‘Žπ›Ώπ‘π‘βˆ’ Γ𝑐;π‘Žπ‘οΏ½ 𝐴𝑐𝑑π‘₯π‘Ž = �𝐴𝑏(π‘₯ + 𝑑π‘₯) βˆ’ 𝐴𝑏(π‘₯)οΏ½ βˆ’ �𝐴𝑏π‘₯β†’π‘₯+𝑑π‘₯(π‘₯) βˆ’ 𝐴𝑏(π‘₯)οΏ½

= 𝐴𝑏(π‘₯ + 𝑑π‘₯) βˆ’ 𝐴𝑏π‘₯β†’π‘₯+𝑑π‘₯(π‘₯) Trasporto parallelo attorno a superficie infinitesima

I simboli di Christoffel servono a β€œcompensare” il cambiamento che subiscono gli assi passando da un punto all’altro dello spazio, tuttavia la presenza di simboli non nulli non significa che siamo in uno spazio curvo, infatti tutti gli spazi considerati finora sono Euclidei e piatti, abbiamo solo effettuato un cambio di coordinate ma questo non varia certo la natura dello spazio.

Consideriamo ora una superficie infinitesima a forma di parallelogramma, di lati 𝑑π‘₯ e 𝑑𝑦. Facciamo un trasporto parallelo attorno alla curva chiusa che delimita il bordo di tale superficie, e calcoliamo la

variazione che subisce un vettore qualsiasi durante questo processo. Se tale variazione non Γ¨ nulla diremo che lo spazio in questione Γ¨ curvo. Il percorso sarΓ  π‘₯βˆ’> π‘₯ + 𝑑π‘₯βˆ’> π‘₯ + 𝑑π‘₯ + π‘‘π‘¦βˆ’> π‘₯ + π‘‘π‘¦βˆ’> π‘₯.

(12)

π›Ώπ΄π‘Ž = 𝛿π‘₯β†’π‘₯+𝑑π‘₯π΄π‘Ž+ 𝛿π‘₯+𝑑π‘₯β†’π‘₯+𝑑π‘₯+π‘‘π‘¦π΄π‘Ž+ 𝛿π‘₯+𝑑π‘₯+𝑑𝑦→π‘₯+π‘‘π‘¦π΄π‘Ž+ 𝛿π‘₯+𝑑𝑦→π‘₯π΄π‘Ž

= 𝛿π‘₯β†’π‘₯+𝑑π‘₯π΄π‘Ž+ 𝛿π‘₯+𝑑π‘₯β†’π‘₯+𝑑π‘₯+π‘‘π‘¦π΄π‘Žβˆ’ 𝛿π‘₯+𝑑𝑦→π‘₯+𝑑π‘₯+π‘‘π‘¦π΄π‘Žβˆ’ 𝛿π‘₯β†’π‘₯+π‘‘π‘¦π΄π‘Ž 𝛿π‘₯β†’π‘₯+𝑑π‘₯π΄π‘Ž = π΄π‘Žπ‘₯β†’π‘₯+𝑑π‘₯(π‘₯) βˆ’ π΄π‘Ž(π‘₯) = βˆ’Ξ“(x)π‘Ž;𝑏𝑐𝐴(π‘₯)𝑏𝑑π‘₯𝑐 𝛿π‘₯β†’π‘₯+π‘‘π‘¦π΄π‘Ž = π΄π‘Žπ‘₯β†’π‘₯+𝑑𝑦(π‘₯) βˆ’ π΄π‘Ž(π‘₯) = βˆ’Ξ“(x)π‘Ž;𝑏𝑐𝐴(π‘₯)𝑏𝑑𝑦𝑐

𝛿π‘₯+𝑑π‘₯β†’π‘₯+𝑑π‘₯+π‘‘π‘¦π΄π‘Ž= π΄π‘Ž[π‘₯β†’π‘₯+𝑑π‘₯]β†’π‘₯+𝑑π‘₯+𝑑𝑦(π‘₯) βˆ’ π΄π‘Žπ‘₯β†’π‘₯+𝑑π‘₯(π‘₯) = βˆ’Ξ“(x + dx)π‘Ž;𝑏𝑐𝐴𝑏π‘₯β†’π‘₯+𝑑π‘₯𝑑𝑦𝑐

= βˆ’ οΏ½Ξ“(x)π‘Ž;𝑏𝑐+ πœ•

πœ•π‘₯𝑑Γ(x)π‘Ž;𝑏𝑐𝑑π‘₯𝑑� �𝐴𝑏(π‘₯) βˆ’ Ξ“(x)𝑏;𝑒𝑓𝐴(π‘₯)𝑒𝑑π‘₯𝑓�𝑑𝑦𝑐

β‰… βˆ’Ξ“(x)π‘Ž;𝑏𝑐𝐴𝑏(π‘₯)π‘‘π‘¦π‘βˆ’ πœ•

πœ•π‘₯𝑑Γ(x)π‘Ž;𝑏𝑐𝐴𝑏(π‘₯)𝑑π‘₯𝑑𝑑𝑦𝑐+ Ξ“(x)π‘Ž;𝑏𝑐Γ(x)𝑏;𝑒𝑓𝐴(π‘₯)𝑒𝑑π‘₯𝑓𝑑𝑦𝑐 𝛿π‘₯+𝑑𝑦→π‘₯+𝑑π‘₯+π‘‘π‘¦π΄π‘Ž = π΄π‘Ž[π‘₯β†’π‘₯+𝑑𝑦]β†’π‘₯+𝑑π‘₯+𝑑𝑦(π‘₯) βˆ’ π΄π‘Žπ‘₯β†’π‘₯+𝑑𝑦(π‘₯) = βˆ’Ξ“(x + dy)π‘Ž;𝑏𝑐𝐴𝑏π‘₯β†’π‘₯+𝑑𝑦𝑑π‘₯𝑐

= βˆ’ οΏ½Ξ“(x)π‘Ž;𝑏𝑐+ πœ•

πœ•π‘₯𝑑Γ(x)π‘Ž;𝑏𝑐𝑑𝑦𝑑� �𝐴𝑏(π‘₯) βˆ’ Ξ“(x)𝑏;𝑒𝑓𝐴(π‘₯)𝑒𝑑𝑦𝑓�𝑑π‘₯𝑐

β‰… βˆ’Ξ“(x)π‘Ž;𝑏𝑐𝐴𝑏(π‘₯)𝑑π‘₯π‘βˆ’ πœ•

πœ•π‘₯𝑑Γ(x)π‘Ž;𝑏𝑐𝐴𝑏(π‘₯)𝑑𝑦𝑑𝑑π‘₯𝑐+ Ξ“(x)π‘Ž;𝑏𝑐Γ(x)𝑏;𝑒𝑓𝐴(π‘₯)𝑒𝑑𝑦𝑓𝑑π‘₯𝑐 π›Ώπ΄π‘Ž = οΏ½βˆ’Ξ“(x)π‘Ž;𝑏𝑐𝐴(π‘₯)𝑏𝑑π‘₯𝑐�

+ οΏ½βˆ’Ξ“(x)π‘Ž;𝑏𝑐𝐴𝑏(π‘₯)π‘‘π‘¦π‘βˆ’ πœ•

πœ•π‘₯𝑑Γ(x)π‘Ž;𝑏𝑐𝐴𝑏(π‘₯)𝑑π‘₯𝑑𝑑𝑦𝑐+ Ξ“(x)π‘Ž;𝑏𝑐Γ(x)𝑏;𝑒𝑓𝐴(π‘₯)𝑒𝑑π‘₯𝑓𝑑𝑦𝑐�

βˆ’ οΏ½βˆ’Ξ“(x)π‘Ž;𝑏𝑐𝐴𝑏(π‘₯)𝑑π‘₯π‘βˆ’ πœ•

πœ•π‘₯𝑑Γ(x)π‘Ž;𝑏𝑐𝐴𝑏(π‘₯)𝑑𝑦𝑑𝑑π‘₯𝑐+ Ξ“(x)π‘Ž;𝑏𝑐Γ(x)𝑏;𝑒𝑓𝐴(π‘₯)𝑒𝑑𝑦𝑓𝑑π‘₯𝑐�

βˆ’ οΏ½βˆ’Ξ“(x)π‘Ž;𝑏𝑐𝐴(π‘₯)𝑏𝑑𝑦𝑐�

= πœ•

πœ•π‘₯𝑑Γ(x)π‘Ž;𝑏𝑐𝐴𝑏(π‘₯)𝑑𝑦𝑑𝑑π‘₯π‘βˆ’ πœ•

πœ•π‘₯𝑑Γ(x)π‘Ž;𝑏𝑐𝐴𝑏(π‘₯)𝑑π‘₯𝑑𝑑𝑦𝑐+ Ξ“(x)π‘Ž;𝑏𝑐Γ(x)𝑏;𝑒𝑓𝐴(π‘₯)𝑒𝑑π‘₯𝑓𝑑𝑦𝑐

βˆ’ Ξ“(x)π‘Ž;𝑏𝑐Γ(x)𝑏;𝑒𝑓𝐴(π‘₯)𝑒𝑑𝑦𝑓𝑑π‘₯𝑐

= οΏ½ πœ•

πœ•π‘₯𝑑Γ(x)π‘Ž;π‘π‘βˆ’ πœ•

πœ•π‘₯𝑐Γ(x)π‘Ž;𝑏𝑐+ Ξ“(x)π‘Ž;𝑒𝑑Γ(x)𝑒;π‘π‘βˆ’ Ξ“(x)π‘Ž;𝑒𝑐Γ(x)𝑒;𝑏𝑑� 𝐴𝑏(π‘₯)𝑑π‘₯𝑐𝑑𝑦𝑑

= π‘…π‘Ž;𝑏𝑐𝑑𝐴𝑏(π‘₯)𝑑π‘₯𝑐𝑑𝑦𝑑

Tensore di curvatura e Scalare di Kretschmann

Il tensore che ci dice se uno spazio è curvo o no è il tensore di curvatura di Riemann così definito:

π‘…π‘Ž;𝑏𝑐𝑑 = πœ•

πœ•π‘₯π‘‘Ξ“π‘Ž;π‘π‘βˆ’ πœ•

πœ•π‘₯π‘Ξ“π‘Ž;𝑏𝑑+ Ξ“π‘Ž;𝑑𝑒Γ𝑒;π‘π‘βˆ’ Ξ“π‘Ž;𝑐𝑒Γ𝑒;𝑏𝑑

La presenza di elementi non nulli in questo tensore Γ¨ indice che lo spazio Γ¨ veramente curvo e non piatto.

Possiamo definire una versione piΓΉ simmetrica di questo tensore come π‘…π‘Žπ‘π‘π‘‘ = π‘”π‘Žπ‘˜βˆ’1οΏ½ πœ•

πœ•π‘₯π‘‘Ξ“π‘˜;π‘π‘βˆ’ πœ•

πœ•π‘₯π‘Ξ“π‘˜;𝑏𝑑+ Ξ“π‘˜;𝑑𝑒Γ𝑒;π‘π‘βˆ’ Ξ“π‘˜;𝑐𝑒Γ𝑒;𝑏𝑑�

(13)

Tale tensore Γ¨ antisimmetrico sui primi due indici e sugli ultimi due indici, Γ¨ simmetrico per scambio dei primi due indici con i secondi due indici e rispetta l’IdentitΓ  di Bianchi su una qualsiasi delle due coppie di indici.

Lo scalare di Kretschmann Γ¨ definito come

𝐾 = π‘…π‘Ž;π‘π‘π‘‘π‘…π‘Ž;𝑏𝑐𝑑

Alcuni esempi di calcolo del tensore di curvatura

Calcolo del tensore di curvatura per coordinate Cilindriche 𝑅1;212 = πœ•

πœ•π‘₯2Ξ“1;21βˆ’ πœ•

πœ•π‘₯1Ξ“1;22+ Ξ“1;2𝑒Γ𝑒;21βˆ’ Ξ“1;1𝑒Γ𝑒;22 = βˆ’ πœ•

πœ•πœŒ Ξ“1;22+ Ξ“1;22Ξ“2;21= 1 βˆ’ 1 = 0 Per le proprietΓ  di simmetria del tensore di R. e per il fatto che tutte le terze componenti delle connessioni sono nulle questi erano gli ultimi elementi da controllare. Lo spazio piatto dopo aver cambiato coordinate Γ¨ ancora piatto!

Calcolo del tensore di curvatura per coordinate Cilindriche restringendosi alla superficie del cilindro

𝑔𝑖𝑗 = �𝜌2 0 0 1οΏ½

Non cambia nulla rispetto al calcolo precedente, in quanto ora il tensore di R. contiene solo le componenti 2 e 3 e quindi l’unica componente indipendente 𝑅2;323 rimane nulla in quanto non dipende dalle derivate rispetto a 𝜌. Andando a calcolare le connessioni, anche queste sono tutte nulle. La superficie laterale di un cilindro non Γ¨ uno spazio curvo! Infatti se la β€œtagliamo” possiamo β€œsrotolare” il tale superficie e stenderla su un piano.

Calcolo del tensore di curvatura per coordinate Sferiche

Il calcolo in questo caso è molto lungo e non lo riporto per brevità, dato che il risultato è che anche in questo caso che il tensore è identicamente nullo. Ancora una volta è logico che sia così dato che siamo partiti da uno spazio piatto.

Calcolo del tensore di curvatura per coordinate Sferiche restringendosi alla superficie del cilindro

La metrica Γ¨

𝑔𝑖𝑗 = �𝑅2 0 0 𝑅2𝑆𝑖𝑛2(πœƒ)οΏ½

Gli unici simboli di Christoffel non nulli sono quelli che dipendevano dalla derivate della coordinata radiale, che ora Γ¨ fissa:

Ξ“2;33=1

2 𝑔2π‘‘βˆ’1οΏ½ πœ•

πœ•π‘₯3𝑔𝑑3+ πœ•

πœ•π‘₯3𝑔𝑑3 βˆ’ πœ•

πœ•π‘₯𝑑𝑔33οΏ½ =1

2 𝑔22βˆ’1οΏ½ πœ•

πœ•π‘₯3𝑔23+ πœ•

πœ•π‘₯3𝑔23βˆ’ πœ•

πœ•π‘₯2𝑔33οΏ½

= 1

2𝑅2οΏ½βˆ’ πœ•

πœ•πœƒ(𝑅2𝑆𝑖𝑛2(πœƒ))οΏ½ = βˆ’πΆπ‘œπ‘ (πœƒ)𝑆𝑖𝑛(πœƒ)

(14)

Ξ“3;23= Ξ“3;32 =1

2 𝑔3π‘‘βˆ’1οΏ½ πœ•

πœ•π‘₯2𝑔𝑑3+ πœ•

πœ•π‘₯3𝑔𝑑2βˆ’ πœ•

πœ•π‘₯𝑑𝑔23οΏ½ =1

2 𝑔33βˆ’1οΏ½ πœ•

πœ•π‘₯2𝑔33+ πœ•

πœ•π‘₯3𝑔32βˆ’ πœ•

πœ•π‘₯3𝑔23οΏ½

=1 2 οΏ½

1

𝑅2𝑆𝑖𝑛2(πœƒ)οΏ½ οΏ½

πœ•

πœ•πœƒ (𝑅2𝑆𝑖𝑛2(πœƒ))οΏ½ = 1 π‘‡π‘Žπ‘›(πœƒ) 𝑅2;323= πœ•

πœ•π‘₯3Ξ“2;32βˆ’ πœ•

πœ•π‘₯2Ξ“2;33+ Ξ“2;3𝑒Γ𝑒;32βˆ’ Ξ“2;2𝑒Γ𝑒;33= βˆ’ πœ•

πœ•πœƒ Ξ“2;33+ Ξ“2;33Ξ“3;32= 𝑆𝑖𝑛2(πœƒ) Essendo questo elemento non nullo andiamo a calcolare anche l’altro elemento non nullo a lui proporzionale:

𝑅3;223= πœ•

πœ•π‘₯3Ξ“3;22βˆ’ πœ•

πœ•π‘₯2Ξ“3;23+ Ξ“3;3𝑒Γ𝑒;22βˆ’ Ξ“3;2𝑒Γ𝑒;23= βˆ’ πœ•

πœ•πœƒ Ξ“3;23βˆ’ Ξ“3;23Ξ“3;23= βˆ’1 Abbiamo trovato il nostro primo spazio curvo, la superficie di una sfera!

Lo scalare di Kretschmann in questo caso vale

𝐾 = 4 𝑅2

Tensore di Ricci e Curvatura Scalare

Il tensore di Ricci Γ¨ una contrazione del tensore di curvatura:

𝑅𝑖𝑗 = π‘…π‘Ž;π‘–π‘Žπ‘—

La curvatura scalare Γ¨ la sua traccia

𝑆 = π‘”π‘–π‘—βˆ’1𝑅𝑖𝑗 Ed Γ¨ pari al doppio della curvatura gaussiana

Alcuni esempi di calcolo del tensore di Ricci e della Curvatura scalare

Calcolo del tensore di Ricci e della curvatura scalare sulla superficie della sfera 𝑅22= π‘…π‘Ž;2π‘Ž2 = 𝑅3;232= βˆ’π‘…3;223= 1

𝑅33= π‘…π‘Ž;3π‘Ž3 = 𝑅2;323= 𝑆𝑖𝑛2(πœƒ) 𝑅𝑖𝑗= οΏ½1 0

0 𝑆𝑖𝑛2(πœƒ)οΏ½

𝑆 = 𝑔22βˆ’1𝑅22 = +𝑔33βˆ’1𝑅33= 1

𝑅2+ 𝑆𝑖𝑛2(πœƒ) 𝑅2𝑆𝑖𝑛2(πœƒ) =

2 𝑅2 Infatti la curvatura gaussiana di una sfera Γ¨ proprio 𝑅12

Tensore di Einstein

È definito come

𝐺𝑖𝑗= π‘…π‘–π‘—βˆ’π‘† 2 𝑔𝑖𝑗

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