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Indice generale

Indice generale

Introduzione . . . VII

Avvertenze generali . . . XV

1

1 - Ambiente e territorio . . . .

1

1

2 - Popolazione . . . .

33

1

3 - Sanità . . . .

69

1

4 - Assistenza e previdenza sociale . . . 101

1

5 - Conti economici della protezione sociale . . . 123

1

6 - Giustizia . . . 139

1

7 - Istruzione . . . 169

1

8 - Cultura . . . 197

1

9 - Lavoro . . . 229

10 - Elezioni . . . 253

11 - Famiglie e aspetti sociali vari . . . 267

12 - Contabilità nazionale . . . 293

13 - Agricoltura . . . 325

14 - Industria . . . 361

15 - Costruzioni . . . 387

16 - Commercio interno . . . 403

17 - Commercio con l’estero . . . 419

18 - Turismo . . . 443

19 - Trasporti e telecomunicazioni . . . 463

20 - Credito, assicurazioni, mercato monetario e finanziario . . . 501

21 - Ricerca, sviluppo e innovazione tecnologica . . . 535

22 - Prezzi . . . 555

23 - Retribuzioni . . . 583

24 - Bilanci delle imprese . . . 595

25 - Finanza pubblica . . . 607

26 - Censimenti . . . 639

Note metodologiche . . . 675

Bibliografia generale . . . 709

(4)
(5)

"Le statistiche ufficiali non ponno acquistare il

valore d'un calcolo riscontrato colla riprova, se

non sono convalidate dalla libertà d'esame e

dal pubblico consenso"

C. Correnti,

Annuario statistico italiano,

Anno 1,

1858, p. 397

Introduzione

Introduzione

La prima edizione dell'

Annuario statistico italiano

del 1857-58, illuminato

tentativo risorgimentale di descrivere la realtà del paese che si andava

compo-nendo, esprimeva il carattere duplice di pubblicazione sperimentale e destinata

a continuare. Ciò emergeva già dalla prefazione di Cesare Correnti: "Pur quel

che si ha a fare si faccia. Se avremo ajuto, e non di parole e promesse

soltan-to, quest'altr’anno ritenteremo la prova con auspicj migliori".

Dopo quasi un secolo e mezzo, rinnovamento e continuità ispirano tuttora

l'

Annuario

. Anche l'edizione di quest'anno contiene una serie di novità:

l'amplia-mento e la revisione delle voci del glossario; l'introduzione di una bibliografia

generale che riassume le citazioni presenti nelle sezioni tematiche; la

distribu-zione, all'interno dei diversi capitoli, di dati internazionali utili per confronti; la

revisione delle note metodologiche sia per i contenuti sia per la presentazione

grafica; una maggiore attenzione a temi di rilevanza attuale quali l'ambiente e il

territorio, le telecomunicazioni, la ricerca e l'innovazione tecnologica.

L'

Annuario

è stato inoltre snellito, secondo una scelta editoriale dell'Istituto,

volta a promuovere l'informazione statistica presso un pubblico più ampio. Per

la stessa ragione, l'edizione cartacea è accompagnata da quella in formato

digi-tale, su cd-rom.

Lo scorso anno la risposta dei lettori è stata fortemente incoraggiante. Ci

auguriamo che le innovazioni introdotte quest'anno aumentino il consenso.

(6)
(7)
(8)
(9)
(10)
(11)
(12)
(13)

Avvertenze generali

Avvertenze generali

Segni convenzionali

- Nelle tavole statistiche sono adoperati i seguenti segni convenzionali:

Linea (-):

a) quando il fenomeno non esiste;

b) quando il fenomeno esiste e viene rilevato, ma i casi non si sono

veri-ficati.

Quattro puntini (....):

quando il fenomeno esiste, ma i dati non si conoscono per qualsiasi

ragione.

Due puntini (..):

per i numeri che non raggiungono la metà della cifra dell'ordine minimo

considerato.

Arrotondamenti

- Per effetto degli arrotondamenti in migliaia o in milioni operati direttamente

all’elaboratore, i dati delle tavole possono o non coincidere tra loro per qualche unità (di migliaia

o di milioni) in più o in meno. Tali motivi, inoltre, non sempre hanno consentito la realizzazione

della quadratura verticale o orizzontale nell'ambito della stessa tavola.

Numeri relativi

- I numeri relativi (percentuali, quozienti di derivazione, ecc.) sono

generalmen-te calcolati su dati assoluti non arrotondati, mentre molti dati congeneralmen-tenuti nel presengeneralmen-te volume sono

arrotondati al migliaio, al milione, ecc.; rifacendo i calcoli in base a tali dati assoluti si possono

pertanto avere dati relativi che differiscono leggermente da quelli contenuti nel volume.

Distribuzione di frequenza per classe di valore di un carattere

- Nelle tavole che riportano

tali classi di valori, come regola generale, gli estremi inferiori di ciascuna classe s'intendono

esclusi e gli estremi superiori inclusi nella classe considerata.

Ciò non vale per le distribuzioni per età, sia per anni singoli sia per classi, in quanto l'età viene

computata in anni compiuti. Così, ad esempio, l'età 0 anni, 1 anno, ecc. si riferisce

rispettiva-mente agli individui dalla nascita al giorno precedente il 1° compleanno e agli individui dal

gior-no del 1° compleangior-no al giorgior-no precedente il 2° compleangior-no e così via. Analogamente nelle

distribuzioni secondo classi di età, le classi, ad esempio, fino a 4 anni, 5-9 anni, 10-14 anni, 75

anni e più, includono rispettivamente gli individui dalla nascita al giorno precedente il 5°

com-pleanno, dal giorno del 5° compleanno al giorno precedente il 10° comcom-pleanno, dal giorno del

10° compleanno al giorno precedente il 15° compleanno, dal 75° compleanno in poi.

Ripartizioni geografiche

Nord-Centro

Italia Nord-Occidentale comprende: Piemonte, Valle d'Aosta, Lombardia, Liguria;

Italia Nord-Orientale comprende: Trentino-Alto Adige, Veneto, Friuli-Venezia Giulia,

Emilia-Romagna;

Italia Centrale comprende: Toscana, Umbria, Marche, Lazio.

Mezzogiorno

Italia Meridionale comprende: Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria;

Italia Insulare comprende: Sicilia, Sardegna.

(14)

Glossario -

È costituito dai principali termini utilizzati nei capitoli; data la complessità e la

spe-cificità della materia, alcune definizioni potrebbero non risultare completamente soddisfacenti ed

esaustive.

Bibliografia generale -

È costituita dal complesso delle citazioni bibliografiche, in ordine

alfa-betico per autore, inserite nei vari capitoli sotto la dizione “Per saperne di più”.

Indice analitico -

Si riferisce ai titoli dei prospetti, figure e tavole ed ai titoli inseriti nelle note

introduttive ai capitoli.

Fonti

- Vengono indicate con codici alfa-numerici le Fonti che derivano da Rilevazioni od

Elaborazioni prodotte dall’Istat (vedi Note Metodologiche). Per ogni indagine il codice è costituito

dalla lettera

R

per le

Rilevazioni

ed

E

per le

Elaborazioni,

e da un numero a due cifre di cui la

prima individua il Capitolo e la seconda il numero progressivo delle schede (esisterà quindi, ad

esempio, una rilevazione con codice

R 1.1

ed una elaborazione

E 1.1

nell’ambito del Capitolo

1

).

Negli altri casi viene specificato l’Ente di provenienza delle informazioni.

Confronti Internazionali

Classificazione dei Paesi

- Di regola i Paesi sono riportati nell'ambito dei Continenti, secondo

l'ordine (geografico) concordato tra i Paesi della UE. Qualche eccezione è stata tuttavia

intro-dotta nelle tavole relative ad alcuni fenomeni per prospettarne meglio le caratteristiche

territo-riali.

(15)

Ambiente e

Territorio

1

(16)

Indice delle tavole

Tavola 1.1

- Superficie territoriale per zona altimetrica e regione - Anno

1997 . . . .

11

Tavola 1.2

- Superficie territoriale per grado di sismicità e regione, al 31

dicem-bre 1996 . . . .

11

Tavola 1.3

- Temperature estreme, medie estive ed invernali per stazione

- Anno 1997 . . . .

13

Tavola 1.4

- Precipitazioni: quantità e frequenza. Vento: direzione

predominan-te e velocità massima, per stazione - Anno 1997 . . . .

14

Tavola 1.5

- Superficie forestale per zona altimetrica e regione al 31 dicembre

1995 . . . .

15

Tavola 1.6

Indicatori di densità della rete ferroviaria e stradale per regione

-Anno 1995 . . . .

17

Tavola 1.7

- Comuni, superficie territoriale, popolazione residente per regione

- Anno 1997 . . . .

17

Tavola 1.8

- Le unità territoriali nella nomenclatura unificata del territorio a

fini statistici (NUTS). Confronto con alcuni Paesi europei . . . .

18

Tavola 1.9

- Acque marine secondo la balneabilità e per regione - Anno 1997 .

21

Tavola 1.10

- Aree protette per regione al 31 dicembre 1997 . . . .

22

Tavola 1.11

- Incendi forestali per tipo di bosco e regione - Anno 1995 . . . .

22

Tavola 1.12

- Produzione di rifiuti speciali, tossici e nocivi sulla base dei

mo-delli unici di dichiarazione, per regione - Anno 1995 . . . .

23

Tavola 1.13

- Raccolta di rifiuti solidi urbani sulla base dei modelli unici di

dichia-razione, per regione - Anno 1995 . . . .

23

Tavola 1.14

- Prodotti fitosanitari distribuiti per uso agricolo, per regione - Anno

1995 . . . .

24

Tavola 1.15

- Indicatori energetici in Italia ed in alcuni paesi dell’Unione Europea

25

Tavola 1.16

- Vendite di benzina senza piombo per regione e vendite totali di

benzina al 31 dicembre degli anni indicati . . . .

26

Tavola 1.17

- Autovetture circolanti per tipo di alimentazione e regione - Anno 1995

26

Tavola 1.18

- Controlli effettuati dal Nucleo Operativo Ecologico (N.O.E.) del

Ministero dell’ambiente per ripartizione geografica e settore

opera-tivo - Anno 1996 . . . .

27

Tavola 1.19

- Famiglie per giudizio su alcune caratteristiche della zona in cui

(17)

Italia fisica, sismicità e climatologia

L'Italia si estende tra una latitudine ad estremo Sud

posta a 35 gradi e 30 primi e una latitudine a

estre-mo Nord a 47 gradi e 06 primi, e tra una

longitudi-ne ad estremo Ovest posta a - 5 gradi e 50 primi e

una longitudine ad estremo Est a 6 gradi e 04

primi. La lunghezza massima è di 1.200 Km (Vetta

d'Italia - Capo delle Correnti). La superficie

com-plessiva, aggiornata al 31.12.1997, ammonta a

30.134.103 ettari (esclusa la Repubblica di San

Marino e lo Stato della Città del Vaticano).

Alpi e Appennini sono le due catene montuose che

attraversano il territorio nazionale, quella delle Alpi,

in particolare, comprende le cinque vette maggiori

che oltrepassano i 4.000 m, nell'ordine: Monte

Bianco (4.810 m.), Monte Cervino, Monte Rosa,

Gran Paradiso, Pizzo Bernina.

I fiumi di lunghezza superiore a 300 km sono: il Po

(652 km), l’Adige, il Tevere e l’Adda, mentre i laghi

con superficie superiore a 100 kmq sono: il lago di

Garda (370 kmq), il lago Maggiore, il lago di Como,

il Lago Trasimeno e di Bolsena.

Gran parte del territorio italiano è bagnata dal

mare, molto elevata risulta pertanto l'estensione

delle coste marine (7.122 km), cui maggiormente

contribuiscono le due isole maggiori Sicilia (1.425

km) e Sardegna (1.636 km).

Zone altimetriche

L'elaborazione dei dati di superficie territoriale per

zone altimetriche (montagna, collina, pianura)

viene eseguita sulla base del sistema

circoscrizio-nale statistico istituito nel 1958. Tali zone sono

identificate sul territorio sulla base di valori soglia

altimetrici.

Le zone altimetriche di montagna e di collina sono

state divise, per tenere conto dell'azione

modera-trice del mare sul clima, rispettivamente, in zone

altimetriche di montagna interna e collina interna e

di montagna litoranea e collina litoranea,

compren-dendo in queste ultime i territori, esclusi dalla zona

di pianura, bagnati dal mare o in prossimità di

esso.

Molti Comuni si estendono territorialmente dalla

montagna alla collina o dalla collina alla pianura,

coprendo, talvolta, tutte e tre queste zone

altimetri-che. Tuttavia, per ragioni di carattere tecnico ed

amministrativo, è stato adottato il criterio della

inscindibilità del territorio comunale, da cui ne

segue che l'intero territorio del Comune è stato

attribuito all'una o all'altra zona altimetrica,

secon-do le caratteristiche fisiche e l'utilizzazione agraria

prevalente.

I dati della superficie territoriale dei Comuni sono

forniti dagli Uffici Tecnici Erariali di ciascuna

pro-vincia. Tale superficie è calcolata sulle mappe

catastali in scala 1:2.000 ed è il risultato di

misura-zioni planimetriche; solo una parte di tale

cartogra-fia risulta al momento digitalizzata. Occorre

ricor-dare che le mappe catastali sono realizzate

secon-do una proiezione diversa da quella utilizzata per

le mappe 1:25.000 dell'Istituto Geografico Militare

(IGM), che sono fonte molto spesso di mappe in

formato digitale. Le prime sono disegnate secondo

una proiezione Cassini-Soldner, con reticolo

Gauss-Boaga sovrapposto dal 1948, le seconde

seguono invece una rappresentazione conforme

Gauss-Boaga, inquadrata nel sistema geodetico

nazionale (ellissoide internazionale con

orienta-mento a Roma M. Mario - 1940) con reticolato

chi-lometrico della proiezione Universale Trasversa di

Mercatore (UTM) riferito al sistema geodetico

europeo (ED 1950).

La superficie territoriale misurata comprende, oltre

i suoli, i corpi idrici interni e le strade, mentre

ven-gono escluse le acque costiere. Le variazioni, tra

un anno e l'altro, nei dati delle superfici sono da

attribuirsi al ricalcolo effettuato dagli Uffici Tecnici

Erariali, all'informatizzazione del Catasto Terreni, a

fenomeni di bradisismo, erosione, passaggio di

una parte di territorio di un Comune facente parte

di una zona altimetrica ad altro Comune

confinan-te facenconfinan-te parconfinan-te di un'altra zona altimetrica, a

seguito di specifiche disposizioni di legge.

Dall'esame dei dati risulta evidente la forte

inci-denza del territorio classificato come "montagna" o

"collina", che rappresenta il 77% del territorio

nazionale. Piemonte e Trentino Alto- Adige sono le

Regioni che, con più di un milione di ettari

ciascu-na, maggiormente contribuiscono alla classe

"montagna", seguite dalla Lombardia, che

presen-ta anche la maggiore estensione di pianura.

Seguono, nell'ordine delle Regioni con maggiori

estensioni di territori pianeggianti, l'Emilia

Romagna, il Veneto e la Puglia rispettivamente con

1.057.037, 1.037.035 e 1.031.017 ettari attribuiti

alla classe "pianura".

Sismicità

L'esigenza di elaborare una classificazione sismica

del territorio nazionale nacque all'indomani del

ter-remoto di Reggio Calabria e Messina del 1908. Nel

corso degli anni successivi vennero, così, istituiti,

con decreto, degli elenchi di comuni nei quali

l'atti-vità costruttiva doveva essere regolata da norme

precise, ovviamente più severe e rigide rispetto al

resto del Paese. In pratica, un comune veniva

dichiarato sismico solo se, nella sua storia più o

meno recente, si era già verificato un terremoto nel

suo territorio.

(18)

disponibi-li conoscenze approfondite e territorialmente

gene-ralizzate di carattere geologico-strutturale e quindi

sismogenetico (1).

La classificazione attuale ha aumentato, rispetto a

quella precedente, le classi di sismicità: da due a

tre, con l'aggiunta della classe Bassa sismicità. E'

da rilevare che nel grado di sismicità

non

classifica-ta

sono compresi sia i comuni dove la sismicità è

assente sia quelli per i quali le attuali analisi non

consentono nessun procedimento di classificazione.

È comunque probabile che, laddove vengano

atti-vate ulteriori indagini, lo spostamento eventuale si

debba produrre verso la bassa sismicità piuttosto

che verso altri livelli (come nel caso delle regioni

colpite dal terremoto nel 1980, le uniche con

comu-ni a bassa sismicità). Pertanto la nuova

classifica-zione adottata, anche se ha portato a risultati non

completamente soddisfacenti, certamente è in

grado di segnalare un livello minimo di esposizione

ai fenomeni sismici.

Secondo i dati di questa classificazione, il 44%

della superficie territoriale risulta soggetta ad un

livello medio-alto di sismicità. La regione

maggior-mente esposta è la Calabria: il 100% della

superfi-cie è classificata a livello medio e alto; seguono poi

Marche, Sicilia, Basilicata e Abruzzo.

Invece le regioni più favorite sono la Valle d'Aosta,

il Trentino-Alto Adige e la Sardegna, dove l'intero

territorio attualmente non è classificato con

nessu-no dei tre livelli di sismicità (alto, medio o basso) e

la Lombardia con solo il 3,5 % della superficie

con-siderata sismica a livello medio.

Climatologia

Le numerose e crescenti richieste di informazioni

sui principali fenomeni atmosferici, sia ai fini di una

più completa conoscenza del territorio nei suoi

aspetti fisico-ambientali, sia per una possibile

valu-tazione delle risorse di energia rinnovabili, hanno

condotto alla pubblicazione di dati climatici

annua-li elaborati sulla base delle rilevazioni effettuate da

74 stazioni meteorologiche, distribuite sul territorio

nazionale, appartenenti al Servizio Meteorologico

dell'Aeronautica Militare (SMAM), all'Ente

Nazionale di Assistenza al Volo (ENAV) ed alla

Rete Agrometeorologica Nazionale (RAN)

dell'Ufficio Centrale di Ecologia Agraria (UCEA).

Per l'elaborazione delle statistiche sono stati

utiliz-zati i dati delle suddette stazioni presenti nella

Banca Dati Agrometeorologica Nazionale del

Sistema Informativo Agricolo Nazionale (SIAN) del

Ministero per le Politiche Agricole.

Nelle tavole 1.3 e 1.4 sono riportati i valori di

alcu-ni parametri meteorologici rilevati durante il 1997 e,

come confronto, il corrispondente valore climatico,

calcolato su una serie storica sufficientemente

lunga (generalmente 1951-1997); per alcune

sta-zioni di più recente istituzione il calcolo è stato

ese-guito su un numero ridotto di anni (1991-1997). Per

le temperature estreme il valore climatico è stato

calcolato come media delle temperature massime

e minime annuali.

I fenomeni presi in esame sono:

- Temperature (estreme massime ed estreme

mini-me; media delle massime e delle minime estive ed

invernali, in gradi centigradi);

- Precipitazioni (quantità totale dell'anno, quantità

massima giornaliera e massima mensile in

milli-metri, mese di massima precipitazione; frequenza

in giorni);

- Vento (direzione predominante, velocità massima

giornaliera in metri al secondo).

Uso del suolo

L'intervento dell'uomo può alterare l'assetto del

ter-ritorio in vario modo: costruzione di edifici e

infra-strutture di trasporto, attività di estrazione di

mate-riali (apertura di cave), attività agricola ecc.. Da

questo tipo di zone si può passare, attraverso una

vasta gamma di interconnessioni, tipologie e forme

transizionali, ad altre meno modificate dall'attività

antropica e pertanto più vicine al loro assetto

natu-rale (forme vegetazionali di vario tipo, spiagge,

dune, zone ripariali, zone acquitrinose, corpi

d'ac-qua fluviali e lacuali) e categorie di uso del suolo

individuabili possono perciò essere molteplici.

Nei prossimi anni saranno disponibili in modo

com-pleto le informazioni ottenute dall'elaborazione di

immagini telerilevate del suolo italiano nell'ambito

del progetto comunitario di cartografia di uso del

suolo in scala 1:100.000 CORINE-Land Cover.

Tale progetto costituisce una parte fondamentale

del programma CORINE, sistema informativo

creato allo scopo di coordinare le attività di

rileva-mento, elaborazione, accumulo e gestione di dati

territoriali e ambientali. Definita e promossa

dall'Unione Europea, tale cartografia classifica il

territorio secondo una nomenclatura di tipo

gerar-chico a tre livelli, il primo dei quali prevede 5

clas-si, il secondo 15 e il terzo 44. Tale nomenclatura è

di tipo standard e risulta omogenea per tutti i Paesi

Europei che l'hanno adottata.

I dati relativi alla superficie forestale (tav. 1.5), alla

superficie delle località abitate (cartogramma 1.2),

nonchè gli indicatori dell'impatto della rete stradale

e ferroviaria sul territorio (tav. 1.6), anche se non

forniscono un quadro esaustivo dei possibili utilizzi

del suolo, possono dare in via preliminare alcune

principali indicazioni.

Nell'ambito delle indagini che l'ISTAT svolge

corren-temente, con l'ausilio del Corpo Forestale dello Stato,

per seguire l'andamento dell'economia forestale,

viene anche rilevata, annualmente, la superficie

occupata dalle foreste secondo diversi caratteri (tipo

di bosco, zona altimetrica, categoria di proprietà).

(1) Circa dieci anni fa il Servizio Sismico, quando ancora apparteneva al Consiglio Superiore dei lavori pubblici, ha provveduto a pubblicare un volu-me con cartografia e tavole, nelle quali è stata riportata per comune non solo la classificazione sismica ma anche una serie di informazioni utili ad analisi sulla sismicità. Tra queste si possono segnalare le elaborazioni riguardanti le abitazioni, provenienti dal censimento della popolazio-ne del 1981 e in parte ipopolazio-nedite. Cfr. Consiglio Superiore dei lavori pubblici, Servizio Sismico, Atlante della classificazione sismica nazionale,

(19)

Il patrimonio boschivo, che al 1995 è risultato di

6.821,3 migliaia di ettari, è ubicato per il 59,6% in

montagna, per il 35,4% in collina e per il 5,0% in

pianura.

Negli ultimi venti anni la superficie forestale è

aumentata di circa 517.000 ettari e, per quanto

concerne la distribuzione per zona altimetrica,

risulta favorita soltanto la collina.

Il rapporto tra superficie boscata e territorio è del

22,6%: esso permane inferiore alla media europea

malgrado la struttura orografica del paese,

costitui-to in prevalenza da montagna e collina.

La superficie cui si fa riferimento nel cartogramma

1.2 è quella delle località abitate, che sono state

individuate mediante l'uso di immagini telerilevate

in occasione del disegno delle basi territoriali per il

censimento del 1991. Tali aree sono relative a

zone edificate, in cui la soluzione di continuità

ammessa è al massimo di 70 metri; strade, zone di

verde urbano e agricole intercluse vengono

per-tanto conteggiate in tale superficie. Tali superfici

non fanno riferimento alle nomenclature standard

di uso del suolo (es. edificato urbano), tuttavia,

essendo state disegnate secondo una metodologia

standardizzata, risultano confrontabili per tutto il

territorio nazionale e possono essere utilizzate in

varie analisi comparative.

Dal cartogramma si evince che nelle provincie del

Centro e del Mezzogiorno la superficie

dell'urba-nizzato non supera mai il 10% della superficie

totale e che la classe più diffusa è quella con

valori compresi tra 2,01% e 6%. La classe a più

bassa incidenza di urbanizzato è maggiormente

presente nel Mezzogiorno con i due casi estremi

di Enna e Matera che presentano valori inferiori

all'uno per cento. Infine i casi più eclatanti per

incidenze elevate (maggiori del 20%) di territorio

urbanizzato si ritrovano, in ordine crescente, a

Roma, Varese, Trieste, Milano e Napoli,

quest'ul-tima in particolare con circa il 38% della

superfi-cie provinciale interessata da tale fenomeno. Le

Provincie rappresentate nel cartogramma sono

quelle esistenti al 1991.

Suddivisioni amministrative e

statisti-che del territorio

Le principali entità amministrative: Regioni,

Provincie e Comuni rappresentano un primo

impor-tante riferimento per la suddivisione del territorio a

fini statistici. Le Regioni sono a loro volta riunite in

Ripartizioni Geografiche (vedi Avvertenze generali).

Per realizzare confronti a livello internazionale

EUROSTAT, a fini statistici, ha suddiviso il

terri-torio in zone nel rispetto dei confini

amministrati-vi esistenti. Nella tavola 1.8 vengono presentate

le unità territoriali della nomenclatura unificata

del territorio a fini statistici (NUTS) per alcuni

paesi europei. La classificazione NUTS

suddivi-de il territorio in 6 livelli gerarchici, passando dal

livello 0, che corrisponde allo Stato nella sua

interezza, al livello 5, che corrisponde al livello

comunale.

La disaggregazione del territorio nazionale si

spinge anche a livello subcomunale, per il quale

sono state individuate Località Abitate (Centri e

Nuclei) e Sezioni di Censimento, per esigenze di

rilevazione di dati, le Circoscrizioni

Amministra-tive dei grandi Comuni, preposte a svolgere

fun-zioni di gestione del territorio, e le zone statistiche

di alcuni Comuni realizzate prevalentemente a

scopo pianificatorio e programmatorio locale

(Prospetto 1.1).

Prospetto 1.1 - Principali unità territoriali amministrative, funzionali e

statisti-che: numerosità, popolazione minima e massima

UNITÀ TERRITORIALI Numero Popolazioneminima Popolazionemassima

Unità amministrative

Regioni (1) 20 175.624 8.920.666

Provincie (1) 103 92.016 3.802.868

Comuni (1) 8.102 29 2.653.245

Circoscrizioni amministrative dei grandi Comuni (2) (a) 196 2.528 205.208

Unità funzionali

Collegi elettorali uninominali (2) (b)

-Camera dei Deputati 475 95.320 144.942

-Senato della Repubblica 232 100.624 304.069

Aziende sanitarie locali (3) 228 41.969 1.246.092

Distretti giudiziari (Corti d'Appello) (1) 29 329.894 5.255.196

Sistemi locali del lavoro (2) 784 2.851 3.314.237

Unità statistiche Località abitate -Centri abitati (2) 21.949 (c) - 2.515.951 -Nuclei abitati (2) 37.745 (c) - 2.042 Sezioni di censimento (2) 323.502 - 3.214 (1) Dati al 31.12.1997.

(2) Dati riferiti al Censimento della Popolazione del 1991. (3) Dati al 31.12.1995.

(a) I grandi comuni sono quelli che alla data del Censimento della Popolazione 1991 presentavano popolazione superiore a 250.000 abitanti. (b) Unità territoriali definite per le elezioni politiche del 1994.

(20)

Altre suddivisioni di interesse risultano essere

quelle relative ai Collegi Elettorali ricostruiti per le

elezioni del 1994, Le Aziende Sanitarie Locali, i

Distretti Giudiziari e i Sistemi Locali del Lavoro.

Tali suddivisioni del territorio sono di tipo

gerarchi-co, motivo per cui dalle Sezioni di Censimento si

può risalire per somma alle Località Abitate, al

Comune, alle Circoscrizioni Amministrative e alle

zone statistiche subcomunali. Le competenze

terri-toriali di Aziende Sanitarie Locali si ottengono per

somma di Comuni e/o Circoscrizioni mentre

l'ag-gregazione di Comuni permette di ricostruire i

Distretti Giudiziari e i Sistemi Locali del Lavoro.

I Sistemi Locali del Lavoro (cartogramma 1.3) sono

unità territoriali individuate in base agli

spostamen-ti sistemaspostamen-tici intercomunali realizzaspostamen-ti dagli occupaspostamen-ti

per recarsi al luogo di lavoro, sulla base dei dati

censuari 1991. A tale data la numerosità di tali

sistemi risulta essere pari a 784. Tra tali Sistemi

Locali ne sono stati selezionati dodici, definiti in

questo caso Metropolitani, in quanto presentano

come Comune principale uno dei dodici comuni a

maggiore dimensione demografica. I Sistemi

Locali del Lavoro sono stati inoltre caratterizzati

secondo un criterio di prevalenza dell'attività

indu-striale e tale analisi ha permesso di definire i

Distretti Industriali.

Tali suddivisioni del territorio, essendo disponibili

anche in formato numerico, consentono il

riferi-mento geografico dei dati, si prestano ad analisi

statistiche di vario tipo e forniscono un supporto

per la rappresentazione dei dati stessi.

Nel cartogramma 1.4 viene presentata la

classifi-cazione delle Provincie secondo la loro densità di

popolazione (0-100, 101-200, 301-400, oltre 400),

da cui risulta che la classe più diffusa è quella con

valori compresi tra 100 e 200 abitanti per

chilome-tro quadrato. La classe a più bassa densità di

popolazione è presente più al Centro-Nord che nel

Mezzogiorno, quella superiore a 400 abitanti per

chilometro quadrato si concentra al Nord, dove si è

costituito un polo ad alta densità di popolazione

formato dalle Provincie di Como, Varese e Milano;

infine i valori estremi si registrano nelle Provincie di

Trieste, Milano, Napoli e sono rispettivamente pari

a 1.184, 1.886 e 2.662 abitanti per chilometro

qua-drato.

Ambiente

L'impostazione dei paragrafi successivi riflette le

caratteristiche dei fenomeni ambientali, i quali

nascono per il contributo di molteplici cause,

per-corrono in modo trasversale sia le scelte di

produ-zione che le modalità di consumo, necessitano sia

di politiche generali che di politiche settoriali, e

sono spiegabili in virtù di contributi scientifici

ricon-ducibili a discipline diversificate. In questo quadro

complesso è più difficile individuare indicatori

diret-tamente espressivi, così come avviene per le

stati-stiche economiche e sociali, ma risulta cruciale,

per lo sviluppo delle conoscenze e per il sostegno

alle politiche, individuare un insieme di indicatori

idonei per consentire la stima di effetti delle attività

antropiche sull'ambiente.

La prevenzione e la tutela dell'ambiente sono

peraltro coniugabili con lo sviluppo economico

attraverso il concetto di "sostenibilità",

rappresen-tabile attraverso l'integrazione di obiettivi

economi-ci e settoriali con obiettivi di salvaguardia

ambien-tale.

Nei paragrafi successivi sono forniti dati relativi alla

qualità di alcuni media ambientali, indicatori

rap-presentativi delle pressioni che soprattutto le

atti-vità antropiche esercitano sull'ambiente, indicatori

delle "risposte" che gli agenti economici danno ed

infine le percezioni delle famiglie rispetto ai

princi-pali problemi ambientali.

Il livello di sviluppo economico di un paese e, più in

generale, le attività antropiche possono causare il

depauperamento delle risorse ambientali. Il

rap-porto tra le attività produttive e le condizioni

del-l'ambiente può essere influenzato dalla dinamica

della crescita industriale e dal diverso peso delle

industrie tradizionali e di quelle innovative.

Indicatori relativi alle caratteristiche delle attività

produttive in tal senso sono reperibili in altri

capito-li di questo Annuario. Qui, inoltre, si presentano

tavole su alcune relazioni con l'ambiente del

setto-re Agricoltura e del settosetto-re Energia; il primo per

quanto concerne l'uso di prodotti fitosanitari e

con-cimi chimici, il secondo per quanto concerne la

produzione di energia e l'intensità energetica del

sistema economico e per la componente degli usi

energetici relativa al trasporto di persone.

Acque marine

L'idoneità alla balneazione delle acque interne e

marine viene accertata in base ai controlli previsti

dal DPR 470/82.

I Presidi Multizonali di Prevenzione effettuano le

analisi nei punti di prelievo individuati dalle Regioni

durante un periodo di sei mesi (maggio-settembre)

e, in base ai risultati ottenuti, entro il 15 gennaio

dell'anno successivo viene stilato l'elenco delle

zone non balneabili.

I Comuni interessati hanno il compito di apporre i

divieti di balneazione.

I requisiti di qualità delle acque marine destinate

alla balneazione, specificati nel DPR 470/82,

riguardano 11 parametri indicanti la

contaminazio-ne fecale (coliformi totali, coliformi fecali,

strepto-cocchi), la presenza di organismi patogeni

(salmo-nelle, enterovirus), l'alterazione delle condizioni

naturali derivanti da scarichi urbani, agricoli e

indu-striali (ph, fenoli, sostanze tensioattive, ossigeno

disciolto), la presenza di idrocarburi e l'aspetto

esteriore (colorazione, trasparenza).

(21)

Osservando i dati regionali la più alta

percentua-le di costa balneabipercentua-le si riscontra in Molise

(97%), seguita dall'Abruzzo, dalla Basilicata e

dalla Calabria. Per quanto riguarda la costa non

balneabile per inquinamento accertato, la

Campania presenta la percentuale maggiore

(15%).

Per quanto riguarda i controlli è da notare l'alta

per-centuale di costa non balneabile per assenza o

insufficienza di analisi (13,6%) rispetto alla

percen-tuale di costa non balneabile per inquinamento

permanente e accertato (rispettivamente pari al

3,8% e al 2,6%).

Conservazione della natura

Aree protette

È stato pubblicato in data 10-5-1991 il decreto del

Ministro dell'ambiente che istituisce il registro delle

aree protette italiane. Tale registro, articolato in un

repertorio amministrativo e uno cartografico, deve

essere tenuto dal Servizio Conservazione della

Natura del Ministero dell'ambiente, il quale più in

generale deve provvedere alla elaborazione dei

dati relativi alle aree protette esistenti sul territorio

nazionale da effettuarsi sia per articolazione

terri-toriale sia per quantità e qualità.

Il Repertorio amministrativo è la raccolta degli atti

che istituiscono il regime di tutela delle singole

aree protette sotto forma di decreti ministeriali e

leggi regionali o statali, mentre il Repertorio

carto-grafico è la raccolta delle cartografie ufficiali di

perimetrazione e di eventuale zonizzazione di ogni

area protetta.

Un primo estratto del Registro, con alcune

elabo-razioni statistiche, è uscito a gennaio del 1991 ed

un secondo, con le stesse caratteristiche e con dati

ovviamente aggiornati, soprattutto in relazione alla

situazione delle aree protette istituite dalle Regioni,

a giugno dello stesso anno (2).

Il Ministero ha poi affidato al Centro di studio per la

genetica evoluzionistica del CNR l'elaborazione e

la pubblicazione degli aggiornamenti successivi.

Questi ultimi si riferiscono alle aree per le quali

sono stati emanati specifici provvedimenti di tutela,

in particolare con la determinazione delle superfici

da proteggere, anche se, in qualche caso, l'iter

deve ancora concludersi con altri atti di

perfezio-namento. Sono pertanto escluse quelle aree per le

quali non si è andati oltre la semplice

dichiarazio-ne di principio senza alcun atto particolare di

tute-la. Per conseguenza tali dati sono sensibilmente

inferiori a quelli del Registro delle aree protette, nel

quale invece figurano anche le cosiddette aree "in

itinere".

I provvedimenti statali riguardano essenzialmente i

parchi nazionali, le riserve naturali statali e le zone

umide; quelli regionali si riferiscono in gran parte ai

parchi regionali o naturali e alle riserve naturali

regionali.

Per la costruzione di un quadro attendibile alcune

indicazioni possono trarsi dall'elenco ufficiale delle

aree protette, approvato dal Comitato per le aree

naturali e protette in accordo con quanto previsto

dalla legge 394/1991. Questo elenco riporta le

aree per le quali, sulla base degli accertamenti

compiuti dal Ministero, sono state già messe in atto

e garantite alcune attività di protezione e in primo

luogo la costituzione dell' Ente gestore.

In base a quanto approvato con Delibera del

Comitato per le aree naturali e protette il 2

dicem-bre 1996, le aree menzionate nell'elenco ufficiale

sono 501 con una estensione di 2.106.225 ettari; a

queste sono da aggiungere 7 riserve naturali

mari-ne statali per 160.205 ettari di estensiomari-ne

com-plessiva su mare.

Occorre ricordare, infine, su questa materia

quan-to previsquan-to dalla legge quadro sulle aree protette

approvata a dicembre 1991. Obiettivo

fondamenta-le di questa fondamenta-legge (n. 394 del 6-12-1991) è quello

di arrivare ad una programmazione della politica di

tutela delle aree nel quadro di una chiara

definizio-ne dei rapporti e delle competenze tra Stato,

Regioni ed Enti locali. A questo scopo viene

previ-sta la creazione di alcuni nuovi organi, a livello

centrale o per ogni area protetta, l'elaborazione di

piani di parco, di piani di promozione

economico-sociale, di una Carta della natura ed il

riconosci-mento della piena autonomia delle Regioni per

l'i-stituzione delle aree protette regionali (3).

Per rispondere ai bisogni di programmazione è

stato approvato dal Comitato per le aree naturali e

protette, a dicembre 1995, il II Programma

trienna-le per trienna-le aree naturali e protette 1994-96. Questo

Comitato è stato, peraltro, recentemente

soppres-so e le relative funzioni soppres-sono state trasferite alla

Conferenza Stato-Regioni secondo quanto

stabili-to dal D.L.vo 28 agosstabili-to 1997 n. 281 (art.7, c.1).

Più recentemente il programma triennale per le

aree naturali e protette è soppresso con l'art. 76

del D.L.vo 31/3/1998 n. 112, con il quale sono

con-ferite funzioni e compiti amministrativi dello Stato

alle regioni ed agli enti locali. Con questo Decreto

legislativo hanno rilievo nazionale (art. 77) i

compi-ti e le funzioni in materia di parchi naturali e

riser-ve statali, marine e terrestri, attribuiti allo Stato

dalla legge n. 394/1991. Per l'individuazione,

l'isti-tuzione e la disciplina generale dei parchi e delle

riserve nazionali, comprese quelle marine e le

rela-tive misure di salvaguardia sulla base delle linee

fondamentali della Carta della natura, è richiesto il

parere della Conferenza unificata (D.L.vo n.

112/1998, art. 77).

(2) Cfr. Ministro dell'ambiente, Registro delle aree protette italiane,Roma, 1991.

(22)

Sono conferite alle regioni e agli enti locali tutte le

altre funzioni amministrative.

Le riserve statali non collocate nei parchi

naziona-li e la cui gestione è affidata a regioni ed enti

loca-li vanno individuate con atto di indirizzo e

coordi-namento sulla base di criteri condivisi con la

Conferenza Stato - Regioni (D.Lvo n. 112, art. 78).

Rifiuti

Il decreto legislativo n. 22 del 5 febbraio 1997,

cosiddetto "decreto Ronchi", con il quale è stata

data attuazione alle direttive comunitarie sui rifiuti

(91/156/CEE), sui rifiuti pericolosi (91/689/CEE) e

sugli imballaggi e sui rifiuti di imballaggio

(94/62/CEE), introduce novità di rilievo nella

gestione dei rifiuti. Alcune modifiche ed

integrazio-ni a tale decreto vengono introdotte con il

succes-sivo D.L.vo n. 389 dell'8 novembre 1997 che nasce

in seguito alla nota della Commissione dell'Unione

Europea del 29 settembre 1997 n. 6465.

Il decreto Ronchi imposta la disciplina dei rifiuti in

un quadro complessivo che vede la protezione

del-l'ambiente e la creazione di controlli efficaci

affian-carsi alla gestione dei rifiuti intesa come

regolazio-ne dell'intero ciclo di vita del rifiuto. Il decreto

pre-sta attenzione sia alle fasi di

produzione-smalti-mento-recupero dei rifiuti sia alle attività che

con-sentono di prevenire e contenere la produzione dei

rifiuti e la relativa pericolosità.

Una nuova nozione di rifiuto e una nuova

classifi-cazione alla quale ricondurre la tipologia

diversifi-cata dei rifiuti vengono introdotte con il decreto

Ronchi. La nuova nozione di rifiuto, la quale usa sia

elementi soggettivi che oggettivi previsti nella

diret-tiva CEE 91/156, fa riferimento a "qualsiasi

sostan-za od oggetto che rientra nelle categorie riportate

nell'allegato A e di cui il detentore si disfi o abbia

deciso o abbia l'obbligo di disfarsi". La

classifica-zione introdotta conferma la distinclassifica-zione tra rifiuti

urbani e rifiuti speciali, mentre innova introducendo

i rifiuti pericolosi - che comprendono i rifiuti tossici e

quelli nocivi - e quelli non pericolosi.

Sono pericolosi i rifiuti non domestici precisati

nel-l'elenco di cui all'allegato D del decreto Ronchi,

sulla base degli allegati G, H, I del decreto

legisla-tivo 8/11/1997 n. 389.

Nel decreto sono quantificati, inoltre, obiettivi da

raggiungere in termini di raccolta differenziata sul

totale dei rifiuti prodotti. Il decreto definisce la

rac-colta differenziata come la racrac-colta idonea a

rag-gruppare i rifiuti urbani in frazioni merceologiche

omogenee, compresa la frazione organica umida,

destinate al riutilizzo, al riciclaggio ed al recupero

di materia prima. La quota della raccolta

differen-ziata sul totale entro i primi due anni successivi

all'entrata in vigore del Decreto deve essere pari al

15%; questa quota entro quattro anni deve essere

portata al 25% ed entro sei anni deve essere

por-tata al 35%.

Ai fini della raccolta statistica di dati ambientali una

legge da tenere presente, per il momento per

quanto riguarda i rifiuti ma in prospettiva anche per

altri residui a rilevanza ambientale, è la legge 25

gennaio 1970 n. 94. Con questa legge sono stati

introdotti elementi di semplificazione negli

adempi-menti in materia ambientale, sanitaria e di

sicurez-za, poiché tutti gli obblighi di dichiarazione

vengo-no unificati nell'ambito del Modello Unico di

Dichiarazione (MUD), da presentare allo sportello

delle Camere di Commercio annualmente; tale

Modello è stato adottato con due diversi

provvedi-menti: il primo approvato con D.P.C.M. 6 luglio

1995 e successivamente modificato con D.P.C.M.

21 marzo 1997, poco dopo l'approvazione del

decreto Ronchi.

Il decreto Ronchi modifica anche la legge 25

gen-naio 1994 n. 70, disponendo, infatti, che le

infor-mazioni ottenute con la raccolta del MUD debbano

alimentare il Catasto dei rifiuti e creare il

presup-posto per una politica di razionalizzazione e di

gestione dei rifiuti. Il Catasto è stato oggetto di una

normativa che si è modificata nel tempo. Il decreto

Ronchi all'art. 11 stabilisce che il Catasto debba

essere articolato in una sede nazionale

organizza-ta dall'Agenzia Nazionale per la Protezione

dell'Ambiente ed in sedi regionali create presso le

Agenzie Regionali e le Province autonome per la

protezione dell'ambiente (ARPA).

Il MUD rappresenta, quindi, la più complessa e la

più articolata fonte di informazioni in materia di

rifiuti; negli ultimi due anni hanno comunicato i

rifiu-ti prodotrifiu-ti e smalrifiu-tirifiu-ti circa seimila comuni e

cinque-centomila imprese.

I dati evidenziano, con riferimento al 1995, una

produzione di rifiuti speciali, tossici e nocivi di circa

31 milioni di tonnellate, di cui il 95% sono riffiuti

speciali. Occorre sottolineare che le tipologie di

rifiuto riportate nella tavola rispondono alle

defini-zioni presenti nel glossario, in quanto si tratta di

dati precedenti l'entrata in vigore del decreto

Ronchi.

La sezione sui rifiuti solidi urbani presente nel

modello di dichiarazione unico consente di avere

alcune informazioni sull'attività di raccolta e altre

attività di smaltimento diverse dalla raccolta

effettuate dai comuni. I comuni hanno cioè

l'ob-bligo di comunicare a quanto ammontano le

fra-zioni di rifiuti raccolte differenziatamente perché

riutilizzabili e, per quanto riguarda le altre attività

di smaltimento distinte in trasporto, trattamento e

stoccaggio definitivo (discarica), se esse sono

svolte in proprio o da terzi. In particolare, nel

1995, si è avuta una raccolta di circa 453 kg di

rifiuti solidi per abitante e una percentuale di

rac-colta differenziata del 7%. Tale valore, anche se

nel Nord-Centro raggiunge il 9,8% risulta ancora

molto inferiore alla quota prevista dal decreto

Ronchi.

Agricoltura

(23)

Si tratta, quindi, di dati relativi alla distribuzione di

tali prodotti, che però non dovrebbero discostarsi di

molto da quelli sul consumo effettivo e cioè

sull'u-tilizzo reale nei terreni agricoli.

Nella lettura dei dati per ettaro si deve tener conto

che la determinazione della superficie, a cui sono

rapportati i quantitativi di prodotti chimici distribuiti,

è del tutto teorica in quanto è ottenuta per

defini-zione dalla somma delle superfici dei seminativi (al

netto dei terreni a riposo), delle coltivazioni

legno-se agrarie (al netto dei canneti), delle coltivazioni

foraggere permanenti (al netto dei pascoli) e degli

orti familiari. È pertanto una superficie massima

potenzialmente trattabile o concimabile, il che

significa nella realtà che una parte della superficie

potrebbe non essere investita da tali prodotti e che

pertanto nella restante parte i quantitativi per

etta-ro realmente impiegati potrebbeetta-ro rivelarsi di gran

lunga superiori.

Energia, mobilità

Il settore dell'energia è rilevante in un'ottica

ambientale, sia se viene considerato dal punto di

vista delle risorse - produzione di energia e offerta

totale di energia primaria - sia se viene analizzato

dal lato degli impieghi, a fini produttivi, per

traspor-ti, per usi domestici.

Dal punto di vista delle risorse, la produzione

inter-na di energia e l'offerta totale di energia primaria

possono contribuire a costruire indicatori di

depau-peramento di stock di risorse esauribili disponibili

in un paese. Le fonti energetiche hanno, inoltre, un

impatto diretto sulle condizioni dell'ambiente, in

quanto producono emissioni inquinanti, le quali

sono funzione del processo di produzione che le

caratterizza.

Dai dati contenuti nella tavola 1.15 emerge che per

l'Italia la quota della produzione interna di energia

rispetto all'offerta totale, necessaria a soddisfare le

esigenze del paese, è molto più limitata che negli

altri paesi europei. Nel 1985 la quota di

produzio-ne di eproduzio-nergia sull'offerta totale di eproduzio-nergia primaria

era del 16,5%, mentre nel 1995 tale quota è salita,

in misura molto contenuta al 17,8%. Nell'insieme

dei paesi europei le quote interne rappresentavano

rispettivamente, il 58,4% nel 1985 ed il 54,1% nel

1995. Questa quota risente del fatto che il Regno

Unito ha una quota di produzione interna di

ener-gia superiore dell'offerta totale, poiché esporta il

petrolio del Mare del Nord. Il fenomeno, tuttavia,

emerge con evidenza anche per la Francia (42,9%

nel 1985 e 52,6% nel 1995) e la Germania (57,8 %

nel 1985 e 42,1% nel 1995).

L'intensità energetica (cioè il rapporto tra l'offerta

totale di energia primaria ed il Prodotto Interno

Lordo, espresso in dollari 1990 a parità di potere di

acquisto) in Italia è leggermente decrescente negli

anni osservati; si passa dagli 0,166 tep per migliaia

di dollari agli 0,161 tep nel 1995.

Questi valori sono nettamente inferiori (quasi del

30%) a quelli registrati dall'insieme dei paesi

dell'Unione Europea. Allo stato attuale delle

cono-scenze una intensità energetica decrescente

rap-presenta un'efficienza energetica crescente del

sistema economico di un paese e migliori

condi-zioni climatiche.

L'offerta di energia primaria pro-capite, viceversa,

risulta crescente sia in Italia che nell'Unione

Europea negli anni osservati. In Italia, tuttavia, il

tep procapite medio risulta inferiore di circa il 20%

rispetto a quello della media europea.

La conoscenza degli impieghi dei prodotti

energe-tici consente, tra l'altro, di costruire indicatori,

attra-verso i quali stimare valutazioni sugli impatti dei

consumi sull'ambiente. Le statistiche sugli usi

energetici risentono, tuttavia, della disponibilità

limitata e della qualità dei dati, limiti che dovranno

essere rapidamente superati.

Poiché una componente degli usi energetici che

provoca un impatto sulla qualità dei media

ambien-tali è legata al trasporto su strada, sono incluse in

questo paragrafo due tavole, che quantificano gli

input che gli agenti economici usano per

soddisfa-re la domanda di mobilità: il carburante e gli

auto-veicoli.

Una utile informazione è data dalle vendite di un

carburante privo della componente del piombo e

dalla incidenza di questa sul totale delle vendite di

benzina. Dai dati emerge che le vendite della

ben-zina senza piombo sono aumentate sensibilmente

in questi ultimi anni, passando dal 15,6% del

tota-le nel 1992 fino al 45,3% del 1996, in virtù

dell'in-novazione tecnologica delle vetture di nuova

pro-duzione a partire dal 1993.

Una seconda serie di informazioni è quella relativa

alla distribuzione per regione e per alimentazione

delle autovetture circolanti, per il trasporto privato

di persone, il cui stock aumenta, dal 1985 al 1995,

del 34,3%. Questo incremento è dovuto alla forte

crescita delle autovetture a benzina (+34%), alla

crescita positiva degli autoveicoli a gas liquido

(+46% circa) e ai decrementi dello stock

alimenta-to con il metano e con l'elettricità. Nel 1995, in

par-ticolare, erano prevalenti gli automezzi alimentati a

benzina pari all'85,2% del totale; i mezzi

alimenta-ti a gasolio e a gas liquido ammontano al 10% ed

al 4% circa del totale.

(24)

Percezione dei problemi ambientali

Famiglie e ambiente

L'indagine Multiscopo "Aspetti della vita

quotidia-na" del 1997 ha evidenziato come i maggiori

pro-blemi che le famiglie indicano rispetto alla zona in

cui abitano sono il traffico (47,3%), il rumore

(38,4%), l'inquinamento (38,5%) e la difficoltà di

parcheggio (37,9%). Il rischio di criminalità, la

diffi-coltà di collegamento con i mezzi pubblici e la

sporcizia nelle strade sono stati lamentati da poco

meno del 30% delle famiglie.

La percezione dei questi problemi non mostra una

forte variabilità nel tempo ma è caratterizzata da

un lieve alleggerimento.

Considerando le ripartizioni geografiche, il Nord

Est si presenta come la zona in cui le famiglie

dichiarano la minor presenza di problemi per tutte

le dimensioni considerate. Al contrario nel Nord

Ovest si raggiungono i valori di massima intensità

di tali inconvenienti, tranne che per il problema

del collegamento coi mezzi pubblici che interessa

fortemente il Mezzogiorno.

Per quanto riguarda il traffico, la percezione

dell'in-quinamento, la possibilità di parcheggio e la

spor-cizia nelle strade i problemi continuano a rimanere

più sentiti nel Nord Ovest e al Centro.

Nell'erogazione dell'acqua continua a rimanere

attorno al 12% la percentuale di famiglie che si

lamentano di tale problema e rimane critica la

situazione della Calabria (32,4%).

(25)

Tavola 1.1 - Superficie territoriale per zona altimetrica e regione - Anno 1997

(in ettari)

MONTAGNA COLLINA

Interna Litoranea Totale Interna Litoranea Totale

PIANURA Totale REGIONI Piemonte 1.098.686 - 1.098.686 769.861 - 769.861 671.347 2.539.894 Valle d'Aosta 326.341 - 326.341 - - - - 326.341 Lombardia 967.281 - 967.281 296.383 - 296.383 1.122.401 2.386.065 Trentino-Alto Adige 1.360.685 - 1.360.685 - - - - 1.360.685 Bolzano-Bozen 739.998 - 739.998 - - - - 739.998 Trento 620.687 - 620.687 - - - - 620.687 Veneto 535.814 - 535.814 266.235 - 266.235 1.037.035 1.839.084 Friuli-Venezia Giulia 334.154 - 334.154 130.659 21.182 151.841 299.502 785.497 Liguria 304.687 48.127 352.814 62.997 126.269 189.266 - 542.080 Emilia-Romagna 556.040 - 556.040 578.593 20.699 599.292 1.057.037 2.212.369 Toscana 546.850 30.217 577.067 1.180.620 348.991 1.529.611 193.048 2.299.726 Umbria 247.602 - 247.602 598.002 - 598.002 - 845.604 Marche 302.183 - 302.183 350.508 316.662 667.170 - 969.353 Lazio 449.196 - 449.196 785.843 143.236 929.079 342.468 1.720.743 Abruzzo 702.909 - 702.909 167.803 209.066 376.869 - 1.079.778 Molise 245.564 - 245.564 142.038 56.156 198.194 - 443.758 Campania 469.782 - 469.782 535.602 154.871 690.473 199.278 1.359.533 Puglia 28.655 - 28.655 611.604 265.032 876.636 1.031.017 1.936.308 Basilicata 450.519 17.397 467.916 451.006 - 451.006 80.305 999.227 Calabria 421.807 208.995 630.802 319.378 422.478 741.856 135.374 1.508.032 Sicilia 463.827 164.998 628.825 980.051 597.984 1.578.035 364.177 2.571.037 Sardegna 328.683 - 328.683 906.978 728.230 1.635.208 445098 2.408.989 ITALIA 10.141.265 469.734 10.610.999 9.134.161 3.410.856 12.545.017 6.978.087 30.134.103 NORD-CENTRO 7.029.519 78.344 7.107.863 5.019.701 977.039 5.996.740 4.722.838 17.827.441 MEZZOGIORNO 3.111.746 391.390 3.503.136 4.114.460 2.433.817 6.548.277 2.255.249 12.306.662 Fonte: R 1.5, E 1.9

(26)

montagna interna

montagna litoranea

collina interna

collina litoranea

pianura

(27)

Tavola 1.3 - Temperature estreme, medie estive ed invernali per stazione - Anno

1997

(a), (b)

(temperatura in gradi centigradi)

ESTREME MASSIME

ESTREME

MINIME ESTATE INVERNO

MEDIA MASSIME MEDIA MINIME MEDIA MASSIME MEDIA MINIME Valore climatico STAZIONI 1997 Valore climatico 1997 Valore climatico 1997 Valore climatico 1997 Valore climatico 1997 Valore climatico 1997 Carpeneto (AL) 32,7 32,3 -2,1 -2,0 24,0 26,7 14,2 15,8 7,5 8,8 2,1 1,6 Mondovì (CN) 31,0 29,4 -6,5 -4,2 25,1 24,8 16,8 16,6 6,6 7,1 1,0 1,9 Torino-Caselle 32,3 31,4 -9,6 -8,1 26,3 26,7 15,4 16,2 7,2 9,0 -1,9 0,2 D'Ejola (AO) 24,2 22,6 -16,2 -0,2 16,8 16,5 6,4 6,3 0,7 0,5 -7,0 -6,5 Brescia-Ghedi 33,6 32,4 -9,9 -5,8 27,6 28,0 16,9 16,7 6,2 8,1 -1,2 0,1 Milano-Malpensa (VA) 33,3 32,4 -12,2 -9,7 27,1 27,1 14,4 15,1 7,3 8,9 -2,8 -2,1 Montanaso Lombardo (LO) 33,4 32,2 -7,5 -5,9 27,7 27,1 16,6 16,4 6,4 7,0 -0,3 0,3 Orio al Serio (BG) 32,5 31,9 -8,4 -4,8 26,6 27,5 16,1 17,1 6,9 9,1 -0,5 1,5 Zanzarina (MN) 32,5 35,2 -7,2 -9,1 27,2 30,0 14,0 15,8 8,0 8,0 1,5 -0,2 Bolzano-Bozen 34,6 31,7 -12,1 -5,7 27,9 26,8 14,0 14,9 7,3 8,3 -3,7 -1,8 Dobbiaco (BZ) 28,1 32,2 -19,2 -14,5 20,2 20,1 8,4 9,7 1,2 1,9 -8,0 -6,4 Paganella (TN) 20,0 18,6 -17,6 -11,4 12,7 12,7 6,1 6,5 -2,6 -1,4 -7,0 -5,0 Susegana (TV) 33,1 30,8 -7,7 -5,2 25,2 26,1 14,5 15,3 9,4 8,4 1,4 0,3 Venezia-Tessera 32,2 30,7 -6,7 -3,6 24,5 26,9 15,4 17,4 8,3 8,5 1,5 1,5 Verona-Villafranca 33,8 32,4 -9,3 -3,9 27,8 27,7 16,6 17,1 6,9 8,4 -0,7 0,4 Vicenza 33,9 33,8 -9,2 -4,5 27,8 28,1 16,4 17,4 7,7 9,1 -0,6 0,1 Udine-Rivolto 33,4 33,2 -8,4 -4,3 25,2 26,8 14,4 16,2 9,6 9,7 1,4 1,7 Tarvisio (UD) 31,0 33,6 -16,0 -9,2 22,6 24,7 10,6 12,1 2,6 3,1 -5,1 -3,6 Trieste 33,6 30,3 -3,3 0,8 27,1 26,2 19,3 19,9 8,2 9,1 4,1 5,0 Capo Mele (SV) 32,2 33,1 -0,1 -1,5 23,2 25,9 16,7 18,7 13,3 13,3 8,1 8,0 Genova-Sestri 32,7 32,0 -0,7 -1,7 23,9 26,3 17,5 20,6 12,9 12,5 7,0 7,0 Sarzana-Luni (SP) 34,5 34,0 -3,6 -1,2 28,0 28,1 17,4 17,8 11,9 13,5 3,9 4,8 Bologna-Borgo Panigale 35,6 38,8 -8,7 -4,3 28,6 30,0 17,3 18,8 6,7 8,8 0,7 1,6 Cervia (RA) 35,2 34,0 -7,3 -3,7 27,8 28,7 15,6 16,3 7,9 8,7 0,4 0,7 Piacenza-S.Damiano 33,7 32,6 -10,5 -6,4 27,7 27,7 15,4 16,4 5,9 7,5 -1,3 0,2 Rimini-Miramare (RN) 34,8 33,5 -7,1 -3,0 26,9 27,5 16,6 17,6 8,3 9,3 1,1 1,6 Arezzo 35,7 34,2 -8,1 -5,0 28,5 28,9 12,9 14,4 9,6 10,6 0,7 0,6 Elba (LI) 31,2 32,4 -2,1 2,4 25,0 24,9 17,7 18,4 9,8 10,7 5,4 6,5 Firenze-Peretola 37,0 36,2 -7,1 -3,1 29,7 30,5 16,4 18,5 11,0 13,4 2,5 3,9 Grosseto 35,5 34,4 -5,1 -1,0 29,0 29,3 15,8 16,7 12,6 13,7 3,2 4,0 Passo della Cisa (MS) 27,4 24,4 -10,7 -6,2 20,1 19,5 12,4 13,0 2,3 3,6 -1,9 -0,2 Pisa-San Giusto 35,1 36,0 -5,7 -2,0 27,9 28,4 16,1 17,0 11,8 13,1 2,5 4,1 Perugia-S.Egidio 35,5 32,8 -7,7 -6,7 28,6 28,3 14,4 15,0 9,6 10,1 1,2 1,0 Santa Fista (PG) 33,3 33,7 -10,8 -6,9 26,6 28,8 10,6 12,8 10,6 10,1 1,5 -0,1 Ancona-Falconara 34,6 33,6 -6,6 -1,9 25,0 27,4 13,9 17,1 10,9 10,3 3,2 2,6 Monsampolo (AP) 33,1 32,5 -4,2 -1,9 26,6 28,6 14,4 16,5 12,6 12,0 4,0 2,8 Civitavecchia (RM) 30,4 30,8 0,7 4,6 25,8 25,5 19,6 20,4 13,4 13,9 7,6 8,9 Frosinone 36,4 36,8 -6,3 -3,6 29,3 31,4 15,2 16,1 11,7 13,4 1,4 2,1 Latina 35,3 33,6 -3,8 -0,6 29,1 29,2 16,5 17,9 13,9 14,5 3,9 5,2 Roma-Urbe 36,5 36,9 -4,7 -1,7 29,9 31,0 16,1 17,1 13,0 15,0 3,0 3,1 Monte Terminillo (RI) 23,4 22,8 -14,3 -10,2 15,3 17,0 9,4 10,3 0,2 2,7 -4,2 -2,4 Viterbo 35,0 33,9 -6,7 -1,6 28,1 29,0 14,1 15,1 10,5 11,3 1,6 2,7 Pescara 36,0 36,6 -4,6 -2,3 27,8 28,1 16,3 16,5 11,5 13,0 2,7 2,8 Campochiaro (CB) 33,4 35,3 -10,8 -9,2 26,1 29,2 8,5 10,1 11,5 11,2 0,4 -0,6 Termoli (CB) 35,9 36,0 0,3 3,8 26,3 27,4 20,4 20,9 11,5 12,6 6,4 6,8 Grazzanise (CE) 35,2 35,2 -3,2 0,0 28,6 29,5 16,5 17,2 13,4 14,3 4,0 5,0 Napoli-Capodichino 35,2 38,4 -2,4 -2,0 28,5 30,3 17,6 19,2 13,2 15,6 4,9 6,5 Piano Cappelle (BN) 34,2 36,3 -2,9 -3,8 27,7 30,5 12,2 14,6 13,1 11,9 4,6 2,7 Pontecagnano (SA) 33,7 35,7 -2,6 -2,5 28,6 29,0 15,2 20,3 15,1 15,1 4,5 4,1 Bari-Palese 37,0 39,8 -1,1 -0,5 27,9 29,5 18,5 18,8 13,0 13,3 5,5 4,8 Brindisi 36,5 39,0 -0,2 2,0 27,9 28,5 19,6 20,7 13,5 13,8 6,9 7,4 Foggia-Amendola 38,7 37,2 -4,2 -4,0 30,6 30,9 17,0 17,6 12,4 13,3 3,5 4,0 S.Maria di Leuca (LE) 34,6 32,2 0,8 3,0 27,6 27,3 20,5 20,6 13,0 13,6 8,0 8,5 Turi (BA) 35,5 36,3 -4,1 -2,6 29,0 28,0 16,6 16,0 10,9 11,6 2,8 2,9 Latronico (PZ) 31,1 32,4 -5,9 -2,4 23,1 24,9 15,5 16,1 6,6 8,8 2,2 3,2 Potenza 32,5 34,2 -6,6 -2,8 24,5 25,9 14,6 15,4 7,1 9,9 1,6 3,1 Crotone-Isola C.Rizzuto (KR) 36,9 34,4 -0,6 2,6 29,7 29,2 18,5 18,3 13,2 14,0 6,2 7,0 Lamezia Terme (CZ) 35,7 36,9 -1,8 -1,2 27,9 28,6 17,4 18,5 14,5 15,5 6,2 6,7 Monte Scuro (CS) 26,6 29,2 -10,7 -8,8 18,6 20,5 11,3 11,1 2,8 4,8 -1,7 -1,1 Reggio di Calabria 37,2 35,9 2,7 5,3 27,3 30,6 18,1 21,5 17,1 17,1 9,9 9,5 Sibari (CS) 37,5 38,2 -1,1 -2,0 31,5 31,4 17,8 17,7 14,6 14,5 5,5 4,6 Cozzo Spadaro (SR) 35,1 37,0 3,4 5,0 28,6 29,5 20,9 21,9 15,7 17,3 9,7 10,6 Enna 32,2 35,4 -2,5 -2,4 25,8 27,4 17,4 18,4 8,0 9,9 3,7 5,6 Gela (CL) 33,4 37,4 3,2 4,8 23,7 29,9 20,0 22,3 16,7 17,3 9,1 10,1 Libertinia (CT) 40,7 42,5 -0,5 -2,3 31,3 33,9 13,9 16,6 16,3 14,8 6,1 3,7 Messina 35,1 33,4 4,0 3,8 28,8 29,2 22,2 23,0 14,4 15,7 10,3 11,4 Palermo-Punta Raisi 37,4 36,1 4,6 1,5 27,7 29,1 22,0 21,5 15,4 16,7 10,6 10,3 Pietranera (AG) 40,0 40,7 -1,6 -2,6 30,0 32,5 11,6 14,3 16,2 15,2 5,5 3,5 Trapani-Birgi 37,1 39,8 1,8 1,8 26,5 30,0 16,4 19,6 16,8 16,7 9,8 8,9 Alghero-Fertilia (SS) 36,3 37,9 -0,9 1,3 27,8 29,3 16,9 17,6 13,9 15,6 6,5 6,5 Cagliari-Elmas 36,4 35,8 -1,1 1,2 28,7 29,8 18,0 19,0 14,6 16,0 6,1 7,1 Chilivani (SS) 39,4 42,7 -4,7 -3,2 29,2 32,2 11,4 14,8 14,7 14,0 4,2 3,2 Olbia-Costa Smeralda (SS) 36,5 36,2 -1,1 -1,8 27,0 31,2 17,3 17,4 15,8 16,1 5,4 5,5 Santa Lucia (OR) 39,2 40,8 -1,7 -0,6 28,3 30,8 14,3 17,5 16,5 11,3 7,1 6,1 Fonte: R 1.2

(a) I dati si riferiscono all'anno meteorologico che ha inizio con il mese di dicembre dell'anno solare precedente e termina con il mese di novembre di quello indicato. - (b) Il valore climatico è riferito, in generale, al periodo 1951-1997.

(28)

Carpeneto (AL) 758,0 378,8 64,2 138,0 giugno 82 57 W S 12,1 13,9 Mondovì (CN) 683,5 298,6 34,0 71,5 nvembre 86 60 W E 33,4 15,4 Torino-Caselle 897,7 443,3 52,8 120,8 giugno 122 77 E W 41,2 13,4 D'ejola (AO) 1.182,4 803,3 58,8 210,5 giugno 111 104 …. …. …. …. Brescia-Ghedi 861,9 454,2 62,1 154,4 giugno 133 101 E E 24,2 20,6 Milano-Malpensa (VA) 1.090,8 950,0 179,0 410,2 giugno 118 53 N N 38,6 13,4 Montanaso Lombardo (LO) 744,8 929,8 75,2 260,0 giugno 115 140 W W 13,5 10,6 Orio al Serio (BG) 1.037,1 649,3 109,0 289,2 giugno 117 69 NE N 41,7 10,8 Zanzarina (MN) 760,9 860,6 96,6 198,4 dicembre 162 161 W E 16,4 12,9 Bolzano-Bozen 678,7 389,9 56,0 201,7 giugno 115 91 S S 28,8 9,8 Dobbiaco (BZ) 717,4 601,0 26,0 164,3 giugno 124 103 E …. 26,8 …. Paganella (TN) 838,2 671,7 118,0 360,5 giugno 132 117 N SW 41,2 18,0 Susegana (TV) 899,0 835,6 58,6 147,6 novembre 128 122 NW NW 13,8 10,3 Venezia-Tessera 812,3 434,4 38,0 92,8 luglio 120 84 NE N 41,2 16,5 Verona-Villafranca 815,0 473,3 44,1 150,7 giugno 123 95 E E 30,9 11,8 Vicenza 1.095,6 469,7 36,0 107,7 novembre 132 87 E E 17,0 9,3 Udine-Rivolto 1.205,9 755,7 93,0 187,3 giugno 128 109 NE N 41,2 11,8 Tarvisio (UD) 1.426,5 549,6 44,0 180,0 giugno 146 87 W E 18,5 6,7 Trieste 1.006,8 737,2 49,0 175,9 novembre 120 106 E …. 29,8 …. Capo Mele (SV) 678,9 498,7 56,0 132,3 novembre 86 69 N N 36,0 28,3 Genova-Sestri 1.061,6 996,6 89,0 166,6 ottobre 110 86 NE NE 41,2 19,0 Sarzana-Luni (SP) 1.124,6 891,8 69,1 210,6 gennaio 122 96 NW NW 41,2 3,5 Bologna-Borgo Panigale 690,1 416,9 58,6 110,8 dicembre 116 79 SW W 29,8 12,9 Cervia (RA) 677,4 449,3 70,0 144,0 novembre 123 100 W W 20,1 11,8 Piacenza-S.Damiano 830,1 583,1 54,4 214,7 giugno 120 86 W W 33,4 13,9 Rimini-Miramare (RN) 711,4 310,3 30,1 76,8 giugno 130 103 W S 47,3 14,9 Arezzo 747,0 689,9 45,0 179,8 novembre 122 100 SW E 25,7 8,7 Elba (LI) 610,2 562,1 49,0 224,0 novembre 132 73 N N 28,3 19,0 Firenze-Peretola 886,1 675,8 32,0 147,0 novembre 122 101 NE W 41,2 15,9 Grosseto 638,1 710,2 66,0 280,7 novembre 110 88 NE NE 22,6 22,6 Passo della Cisa (MS) 1.529,0 1264,1 116,0 426,8 novembre 136 94 S N 42,2 20,6 Pisa-San Giusto 903,2 765,9 94,0 120,1 gennaio 120 115 E E 36,5 13,9 Perugia-S.Egidio 815,9 746,1 70,0 165,5 novembre 124 103 N N 49,9 13,9 Santa Fista (PG) 709,2 907,8 59,4 194,0 novembre 177 177 W SW 14,1 13,4 Ancona-Falconara 701,6 542,1 43,0 111,8 novembre 124 94 N S 41,2 18,0 Monsampolo (AP) 599,2 853,6 57,0 158,6 ottobre 114 121 W W 13,1 12,8 Civitavecchia (RM) 639,6 965,9 83,0 284,7 novembre 88 89 E E 49,9 15,4 Frosinone 1.252,3 1101,6 55,0 351,5 novembre 140 112 S S 34,5 9,3 Latina 901,1 739,5 48,0 212,8 novembre 123 115 W SE 20,1 12,9 Roma-Urbe 753,2 538,0 55,0 126,4 novembre 112 76 SW N 41,2 11,3 Monte Terminillo (RI) 740,5 729,4 56,0 159,2 novembre 119 83 W W 41,2 33,4 Viterbo 707,6 888,0 82,0 263,6 novembre 105 76 NE NE 36,0 14,9 Pescara 659,4 611,9 42,6 115,0 ottobre 111 96 SW SW 38,6 13,9 Campochiaro (CB) 1.003,4 1084,0 62,4 196,2 novembre 204 169 SE NW 17,2 12,9 Termoli (CB) 392,3 295,9 29,0 88,0 ottobre 96 75 NW NW 29,3 24,7 Grazzanise (CE) 867,4 936,1 96,0 194,5 dicembre 118 88 NE NE 31,9 10,3 Napoli-Capodichino 964,9 536,8 40,2 106,2 novembre 120 74 S N 49,4 49,4 Piano Cappelle (BN) 714,2 675,0 48,6 132,4 ottobre 155 135 SW W 15,1 15,1 Pontecagnano (SA) 666,7 373,6 19,6 82,8 dicembre 124 111 NW SW 14,0 14,0 Bari-Palese 587,1 525,0 119,0 207,5 novembre 107 78 W W 32,9 13,4 Brindisi 603,6 434,4 35,0 139,6 ottobre 116 83 NW W 27,3 14,4 Foggia-Amendola 474,1 451,6 65,0 142,3 ottobre 116 70 W W 31,9 15,4 S.Maria di Leuca (LE) 651,5 455,4 60,0 120,0 ottobre 90 70 N N 23,7 17,0 Turi (BA) 534,4 702,4 50,2 160,4 novembre 119 133 S S 18,6 14,2 Latronico (PZ) 862,1 502,2 60,0 150,0 ottobre 110 68 SW SW 32,9 21,6 Potenza 623,1 333,2 27,0 63,1 ottobre 121 78 W SW 25,7 16,5 Crotone-Isola C.Rizzuto (KR) 681,6 413,2 57,0 77,4 ottobre 88 60 N N 38,6 14,4 Lamezia Terme (CZ) 742,7 743,6 55,0 212,0 novembre 103 88 W E 41,2 15,4 Monte Scuro (CS) 801,5 409,4 73,0 169,2 novembre 107 77 NW W 41,2 17,0 Reggio di Calabria 539,9 423,6 43,0 120,2 dicembre 89 68 N N 36,0 15,9 Sibari (CS) 664,2 715,8 134,0 291,2 dicembre 115 129 W W 15,3 15,3 Cozzo Spadaro (SR) 455,6 521,2 47,2 95,9 dicembre 74 77 W W 41,2 33,4

Enna 509,3 491,8 38,0 113,6 novembre 89 79 W W 49,9 20,6

Gela (CL) 374,2 409,6 36,0 125,6 ottobre 71 65 W NE 39,1 20,6 Libertinia (CT) 433,6 689,2 76,0 162,6 ottobre 98 128 SW SW 17,8 16,6 Messina 859,7 740,0 94,0 190,2 dicembre 123 97 N N 38,1 12,3 Palermo-Punta Raisi 604,0 560,1 77,0 152,9 dicembre 102 88 NE S 40,1 17,0 Pietranera (AG) 523,2 685,4 70,6 179,3 ottobre 112 133 NE NE 17,4 12,5 Trapani-Birgi 455,8 420,8 79,0 116,4 ottobre 98 95 N SE 30,9 18,0 Alghero-Fertilia (SS) 858,5 412,8 50,0 115,4 novembre 112 71 W N 36,0 12,3 Cagliari-Elmas 425,0 419,9 43,0 118,1 dicembre 121 98 NW NW 49,9 17,0 Chilivani (SS) 346,8 364,4 35,4 104,6 novembre 113 129 SW SW 13,8 12,5 Olbia-Costa Smeralda (SS) 514,5 444,2 44,0 110,4 dicembre 105 100 W W 37,0 16,5 Santa Lucia (OR) 490,2 623,6 64,2 199,4 dicembre 122 121 NE NE 18,6 12,7

Fonte: R 1.2

(a) La quantità indica il complesso delle precipitazioni (nebbia, pioggia, neve, grandine, ecc.) ridotte in acqua. Per frequenza si intende il numero dei giorni in cui la quantità ha raggiunto un millimetro di altezza. - (b) Cfr. nota (a), (b) alla tavola 1.3.

QUANTITÀ FREQUENZA DIREZIONE PREDO-MINANTE VELOCITÀ MASSIMA GIORNALIERA Valore climatico STAZIONI Totale Massima giorna-liera Massima mensile Mese della massima mensile Valore climatico 1997 Valore climatico 1997 Valore climatico 1997 PRECIPITAZIONI

Tavola 1.4 - Precipitazioni: quantità e frequenza. Vento: direzione predominante

e velocità massima, per stazione - Anno 1997

(a), (b)

(quantità in

milli-metri, frequenza in giorni, velocità in metri al secondo)

VENTO

(29)

Tavola 1.5 - Superficie forestale per zona altimetrica e regione al 31 dicembre

1995 (in ettari)

ANNI

REGIONI Montagna Collina Pianura Ettari In % dellasuperficie territoriale Ettari per 100 abitanti 1991 4.049.956 2.378.160 335.832 6.763.948 22,4 11,7 1992 4.052.138 2.383.264 336.220 6.771.622 22,5 11,9 1993 4.054.994 2.384.915 336.460 6.776.369 22,5 11,9 1994 4.058.521 2.384.231 336.461 6.779.213 22,5 11,8 1995 - PER REGIONE Piemonte 431.461 190.626 43.267 665.354 26,2 15,5 Valle d'Aosta 78.134 - - 78.134 23,9 65,8 Lombardia 359.794 62.879 71.189 493.862 20,7 5,5 Trentino-Alto Adige 632.936 - - 632.936 46,5 69,3 Bolzano-Bozen 308.817 - - 308.817 41,7 68,4 Trento 324.119 - - 324.119 52,2 70,2 Veneto 211.603 45.752 14.530 271.885 14,8 6,1 Friuli-Venezia Giulia 135.278 35.320 13.490 184.088 23,5 15,5 Liguria 205.413 82.846 - 288.259 53,2 17,4 Emilia-Romagna 271.764 111.017 20.391 403.172 18,2 10,3 Toscana 317.638 528.424 45.049 891.111 38,8 25,3 Umbria 90.304 172.989 - 263.293 31,1 31,9 Marche 104.891 55.184 - 160.075 16,5 11,1 Lazio 171.704 178.238 32.124 382.066 22,2 7,3 Abruzzo 207.416 18.240 - 225.656 20,9 17,8 Molise 51.984 18.963 - 70.947 16,0 21,4 Campania 136.460 141.832 10.769 289.061 21,3 5,0 Puglia 3.267 91.846 21.063 116.176 6,0 2,8 Basilicata 123.055 56.058 12.473 191.586 19,2 31,4 Calabria 314.977 154.143 10.685 479.805 31,8 23,1 Sicilia 112.819 99.276 7.327 219.422 8,5 4,3 Sardegna 101.743 371.589 41.061 514.393 21,4 31,0 ITALIA 4.062.641 2.415.222 343.418 6.821.281 22,6 11,9 Fonte: R 1.4 TOTALE

«Per saperne di più»

ISTAT,

Climatologia,

in:

Bollettino mensile di statistica

. Roma, 1998.

ISTAT,

Coordinate geografiche dei Comuni e delle località abitate. Anno

1997.

(Floppy disk).

ISTAT,

Famiglie, abitazioni, servizi di pubblica utilità. Indagini multiscopo sulle

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. Roma, 1996. (Argomenti n. 6).

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Gli impianti di depurazione delle acque reflue urbane. Anno 1993.

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Il processo di depurazione e la qualità delle acque reflue urbane. Anno

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Indagine multiscopo sulle famiglie. Aspetti

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La vita quotidiana nel 1996

.

Indagine multiscopo sulle famiglie. Aspetti

della vita quotidiana. Anno 1996

. Roma, 1998. (Informazioni n. 60).

(30)

fino a 2

2,01 - 6

6,01 - 10

10,01 - 20

oltre 20

valori percentuali

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