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(1)

1 ^- # V^* * #

-

^

A" A: A

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A*A»A« A'»A^ A'» A'/

^•^lA;»,^.*.^.*.^.* A* A^» A-' A-

v'^»iAi A* A'< A* A«A« A-* A*/

9

V^^^fc* Vfc^ ^^^KJ^K.^^

(2)

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in

2014

https://archive.org/details/letteradellemoerOObran

(3)

LETTERA

DELV EMO E RMO SIG. CARDINALE

CESARE BRANC ADORO

ARCIVESCOVO DI FERMO

AL

SIG.

ABATE FRANCESCO CANCELLIERI

3V

LA

DISSERTAZIONE

DEL

P.

GIACOMO PGVYARD CARMELITANO SOPRA L'ANTERIORITÀ' DEL BACIO

DE' PIEDI

DE' SOMMI PONTEFICI

all' ISfTRODVZlONE DELLA CROCE SVLLE LORO SCARPE O SALDALI E SOPRA LE DIVERSE FORME COLORI ED OR>fATI DI QV'ESTA PART£

DEL VESTIARIO PONTIFICIO NEGLI AN^TICHI

MONVMENTI

SACRI

€ON VNA LETTERA DEL SVDDETTO

P.

POVYARD

AL MEDESIMO PORPORATO

I SOPHA

LO

STESSO

ARGOMENTO

IN ROMA NEL MDCCCVIL

PRESSO

EHANC ESCO

BO V

R LI

£

(4)
(5)

Eruditissimo

,

e Gentilissimo

Sig. Abate

Il

ritardo a rfspontlere alla sua pregiatissima de'^ 20* prossimo passato , e a ringraziai ria della dotta Dissertazione dell' eruditis-

simo

Carmelitano ?•

Giacomo Fouyard

y

non

\o ^ttnbuiscsi di gra- zia 5a disistima ,a poco gradimento .

Mi

pervenne in

un

giorno y in cui

mi

occupava la Sacra Ordinazione . E' succe- duta poi la Festa della SS. Trinità j e la Cresima ^ óatSL ni Porto^ e a

Capodarca

5 picciola Villa > al che si aggiungano gli affari quotidiani, e le brighe continue delP Arcivescovato ; e prenda da ciò ragione a conoscere 3 se poteva io aver ozio da occuparmi nella Itttura del detto libro , di cui

mi

professo debitore alla di Lei generosità 5

ed

attenzione

Malgrado

però tutto questo, e in

mezzo

alla folla de' miei più sacri doveri ,

mi pungeva sempre

la smania di trovare un ritaglio di

tempo

da scorrerlo 5 per

am-

mirare

r

erudizione profonda , e la dottrina del

Ch. Autore

3 di cui sebbene io

non

abbia conosciuto in avanti altre produzioni ^

m* immaginava

già quel che fosse 5 per la testimonianza vantag- giosissima, ch'Ella

me

ne rendeva , essendo pur troppo vero ii

detto di

Tullio ^

non

esservi miglior lode 5 quanto laudari

a

laudato Viro

Argomenti

cosìsterilf,

come

sono ì"'anteriorità del bacio de"^piedi de*

Sommi

Fontejici ali* introduzione della Croce sulleloro Scarpep

$ Sandali , e sopra le diverse

forme

, colori, ed ornati di questa farte del Vestiario Pontificio ^ si sono tanto magistralmente trattati dal P.

Giacomo

, che

sembra

la materia esaurita in

modo

, che nulla sia sfuggito alla di Lui

somma

accuratezza , e singolare fa- tica .

Ammiro

il

buon

ordine , con cui ha Egli disposta questa materia, senza confonder tempi con tempi , usanze con usanze;

e in ragionando particolarmente delle

Scarpe

Pontificie , hsi^ìa- diziosamente distinti glt usi delleiSc^?^/?^

dc^W

antichi

Romani ^é^

quelli introdotti dai Longobardi , per meglio così distinguere la

foggia delle Scarpe de' primi piìi antichi Pontefici , anteriori ali*

invasione de' Barbari , da quella , che si usò in appresso» Dal che ae

ha

formata la giusta illazione dell'usanza primitiva9

ed

indi-

(6)

,

4

gena 5 coonestata

coHa

posteriore , ed estranea 5 la quale pr©- Susse un' altra foggia di Scarfe , diverse tanto da quelle , che si

«rane usate nei secoli più antichi 5

quanto

dalle altre introdotte posteriormente dai Barbari .

E

qui siami

permesso

dirlo ^

che anche

delie Scarpe avvenne ciò , che accadde della

Lìngua

, la

quale mista dell' antico latino , e del linguaggio barbarico ne pro- dusse

una

affatto

nuova

3

come

la italiana , che ora è in tant®

pregio fra i nostri

non meno

, che fra gli Oltramontani .

Chi

avrebbe saputo meglio del P'

Pouyard

combinare

una

serie precisa 5 e prodotta in figure delineate, e dilucidate col più esatto scrupolo5 delle Scarpe dei

Sommi

Pontefici a contare da S'Silvestrofiì^ìo al presente r

£

se

non

si sono potuti produrre

i disegni delle Scarpe , e de' loro ornati^ di ciascun Pontefice io

una

serie completa

,6

cronologica, si è poi tanto bene sviscera- la la sterile materia dal dotto Scrittore , che quanto ha potuto

egli produrre ,

dopo

le -più esatte 5 e minute ricerche ,

possiamo

dir con ragione , che corrisponde ad una serie completa . I

Sommi

pontefici

non

erano già leggieri , e volubili ,

come

Je

Pemine

j che

cambiano mode

j ed usanze a seconda del loro capriccio , e delle volubili loro teste .

Ma

attaccati agli usi primitivi , e più antichi 9 derivanti dalia tradizione , e dalla ecclesiastica disciplina3 abbor-

rono

Ja leggierezza , e la noviià , e si studiano di conservare colla semplicità il decoro 5 e le

costumanze

de'

Loro

venerabili Predecessori5 senza cercare

nemmeno

in ciò un' affettazione

^ch^

renderebbe forse ridicolo il soggetto, che ne fauso

Che

se

dun- que r

egregio

Commentatore

delle Scarpe Pontificie è giunto a provare Ja foggia delle Scarpe da un secolo all' altro , possiamo asserire3 che ha egli così donata al Pubblico niente

meno

, che

una

serie cronologica delle Scarpe Pontificie^

come

se avesse pro- dotto il disegno delle Scarpe di tutti i Pontefici , che han seduto nella Cattedradel Vaticano, a contare

almeno

da S»SiÌvestro:i{^aQ al

nostro

Sommo

Pontefice Pio VII*

Convien

qui riflettere , <;he

un

qualche cangiamento è inevi- tabile 3 e che

r

introduzione di questo

non

è già p^ r decisa vo- lontà di chi ne fa uso ,

ma

del capriccio, e dell' arbitrio dell' Artista 5 cui si

commette

il lavoro *

Vediamo

colla quotidiana esperienza , che

qualunque

/Artista de' nostri tempi , e così sarà stato

sempre

in addietro , nell' eseguire

un modulo,

che glisi por- ge ,

non

istà mai attaccato a

non

preterire

un

apice neìT esecu-

zione:

o

l'ingrandisce, o Io sminuisce ,

o

l'accorcia, o l'allun-

ga

La

variazione del

momento

sarà da nulla , e

non

salterà

nem-

agli occhi5 di chi comaiette il lavoro ; niapassando da una

(7)

in altra

mano

, e succedendosi tempi con tempi 5 accade, cht

•quel divario accidentale , che col

tempo

diviene sensibile , si ri-i

marca

5

quando

si paragona l'oggetto con altri simili di molti an- ni addietro5 e specialmente se il paragone si fa con oggetti lavo- rati in due diversi secoli.

Che

di più invariabile della aianicra dei

fiacri l/^estìmentì^ o Levitici^ o Sacerdocaii o Fortificali^

EppiuQ

se le Dalmatiche^ se le Piacete , se le

Mitre

per esempio, che si

usano nei tempi nostri, si

mettono

a confronto con simili sacri arredi , e vestimenti , che si usarono cent' anni addietro, se

non

vi si scorge una varietà sostanziale , vi si osserva però una acci-- dentale , e subito si (ììvki questa foggia è del Secolo tale^e que^

:sta è la presente. Così

vediamo

nella forma de' Vasi sacri ^ dello

'^'àCì'Q suppellettili à\ ogni

maniera;

così della struttura delle Chis^

ij etC' Gli stessi abiti dei varj Ordini Religiosi

non

sonostati su*

i'cettibili di qualche accidentale

cambiamento

, o nel colore 5 o nel- la qualità 5 o nella forma

Cambiamento

peraltro introdotto,

non

dico per la lassezza dell'Istituto,

ma

per le circostanze , e

com-

binazioni de' tempi . Si osservi anche il colore delle sacre PorpO"

re Cardinalizie . Forseil colore^ che oggi si uf;a, assomiglia per- fettamente a quello 5 che si usava cinquanta, osessant'anni addie- tro ? E di questa 'variazione si

può

dar Ja colpa al capriccio , ovvero alle circostanze della

mancanza

di quelle tali droghe ne- cessarie a far riuscire un colore,

quando

più acceso ,

quando

più

xupo

j

o

pare anche alla maggiore , o minore perizia degli Ar-

tisti tintori f

Tornando

poi alle Scarpe , se di secolo in secolo vi è stata qualche accidentale variazione ,

non

si

può

questa ripetere dalla

^volontà di alcun

Sommo

Pontefice , che così abbia espressamente voluto,

ma

dall'esecuzione

ddr

Artista , che peressere stata an- che

poco

conosciuta , si sarà

ammessa

senza dif^coltà 0

Che

ciò sia vero , lo dimostrano abbastanza le figure delli otto varj disegna delle Croci , tratte da varie Scarpe de"*

Sommi

Pontefici di varj

tempi

3 espresse nella Tavola IV- Tutte son Croci^ perchè han

U

figura di Croce %

ma

il disegno di ciascuna differisce dall'altro ,

come

diverso è il disegno della Croc^ delle Scarpe del nostro

"Sommo

Pontefice da quellodel suo

immediato

Predecessore Pio

VL

<E dovrà dirsi per questo , che la variazione dell'idea siasi voluta da ciascuno di loro , o che sia stato piuttosto un capriccio dell*

Artista , che le hafatte ì Io son certo , che^ se maggiore indagine

si fosse fatta, si troverebbe quella varietà sulle varie Scarpe^ c\i^

vsiella durata rispettiva dei Pontificati si è usata dai

Sommi

Ponte-

(8)

6

Sci, e queir accidentale varietà nel dìsegi^o delle Croci

^ch^ V

dimostra avvenuta nei diversi Pontificati, che

nomina

.

Che non

dirò poi della scrupolosa diligenza , usata dal

A«»'

tìcir investigare persino Ì2l materia^ di cui i

Sommi

Pontefici for-

mavano

le loro Scarpe\\i orr^amentì^ òì cui le decoravano ;il ^/z- njero delle stringhey con cui si legavano , e tutto il di più,

che con

tanta accurata precisione siè da lui esamiiVato ?

E

per parlare delle Scarpe usate da S. Sihestro , delie quali ci presenta il disegno nella Tav» !• , osserva benissimo da suo pari il P^

Pouyard

contro l'opinione di Monsig.

Rocca

^ che le Scarpey le quali esistono an- cora, e che si venerano

come

reliquia^ fosser di quelle , di cui faceva uso nelle sacre cerimonie , e

non

di quelle , che il Ponte-

fice usava

comunemente

Poteva Monsig.

Rocca

riflettere , che la semplicità dei Cristiani d'allora ,

eie

fatiche^ che

incombevana

maggiori ai Santi Pontefici per dilatare, ed assodare lafedeCatto^

lica , che

non prima

di queir epoca crasi potuta liberamente esercitare ,

non

esiggeva, che si pensasseacerti abbellimenti nelle Scarpegiornaliere , e di uso,

ma

soltanto in quelle, che servivano

nell'esercizio delle sacre Funzioni,

ad

Fontipcìam ma]estatem refe*

Yendam

; e se perciò si rinvengono le Scarpe di S» Silvestro di stoffh 'vellutatay e di color 'verde oscuro y

dobbiam

essere persuasi ,

che

servir

dovevano

nelle sacre cerimonie

ad

Pontificiam majestatem referendam ,

come appunto

i Vescovi antichi , e presenti, di altre Scarpe siservono per loro uso familiare , e di altre particolari nei loto Pontificaliy che si

chiaman

Sandali dalla sacra Liturgìa.

Riguardo poi al colore delle Scarpe dei

Sommi

Ponteficiy

non

si potrebbe al certo stabilire cosa di precisa , e che avesse

un fondamento

appoggiato alla Storia Se si dovesse ragionare sulP uso introdotto nella Chiesa ne' secoli posteriori, potrebbe dirsi, che il colore delle

S

carpey^ìm^vìo nelle sacre azioni, si uni- formasse al colore de^ paramenti ,

conforme

ai nostri tempi il co-' Jore de' Sandali de' Vescovi , che celebrano pontificalmente , si

uniforma al colore deiparamentiy che in quel giorno prescrive il rito delle Rubriche .

Ma

se5

come

dice il

Gavanto

( part. i»pag»

106. de color, paramentor. ) vestes Sacerdotaies per incrementa

ad eum

y qui

nune

hahetury

ornatum

, auctae sunt ; e se

prima

d' InnO'- cenzo

Uh non v'ha,

chi

numeri

i diversi colori dt"paramenti y

com'

Egli ne conta cinque ;

non

possiamo perciò asserire con giusta critica , che nei primi secoli della Chiesasi usasse c^t^tà varietà.

di coloriy e

molto meno,

che al colore óé' paramenti dovesse ri-

spondere quello delle Scarpe , In fatti se si vuol prender

norma

dalle antiche colorate effigie de'

Smml

Pontefici 3 che tuttora si

(9)

vedono

in varie Chiese di Rfìma , i

Loro

paramenti sono di

eohr

giallo a guisa di oro , e le Scarpe all' incontro di color nero

,

con

ornati bianchi , sino a Innocenzo

IL

, che nella sua effigie, la quale si osserva nella Tribuna di

S»M.

in

Trastevere

, presenta le Scarpe rosse fenestrate , eornate di perle

Che

però

non

poten- dosi avere unaragione da provare , da che sia derivato posterior-

mente

1'uso del colorrosso nelle Scarpe de'

Sommi

Pontefici^es- presso nelle loro pitture ,

potremo

dire col Balduino ( cap» io*

fSLQ,

Si,) ruheorum

ejusmodi calceorum

usum

ab Imperatoribus

ad Summos

Pontìfices fuisse traductum

Che

se esiste la Scarpa di S« Silvestro di color verde oscuro , e

non

rosso , possiam dire

,

che, essendo Egli stato il primo Pontefice^ a cui fu permesso di spiegare al pubblico la sua autorità, a differenza de' suoi predeces- sori ,

non

avea Egli per anco adottato il colore usato

dagP

Impe^

radori , e

comunicato

aiPontefici per la lor dignità ,

ma

che usasse soltanto quel colore^ che usato aveva, durante la persecuzione in addietro ; credendoio, che

h

Scarpa^ di cui favella il P.

Pouyard

y

c che si conserva tuttora,

come

Reliquia del Santo , sia

una

delle Scarpei adoperate n^ì? csq^cìlìo àQÌlQ sacrefunzioni^ piuttostochè negli usi quotidiani ^ Q dvmestici ; e si potrebbe perciò giustamen- te appellare piuttosto Scarpa Ecclesiastica , che civile, per wsare

r

espressione del

Ch* Autore

Riff^risce ben a proposito il

N.

A. la proibizione fatta

da

/f^- relsano , di cui parla il Balduino sulla fede del Vopisco^ à^WQ Scar-

fe

di color rosso3 torchino , bianco , e verde , laquale però

non

si estendeva alle

Donne

Io

non

voglio investigarel'impulso, ch^ebbe

queir

Imperadore per una taleproibizione, se pure

non

fu per to- gliere il lusso straordinariB 5 che in questa parte di vestiario si era forse introdotto , e per togliere la leggerezza , e 1' effeminatezza degli

Vomlni^

che si perdevano in cose si frivole

Ma

sia stato

qualunque il motivo , a noi basta di poterne dedurre

due

argo- menti , i quali

mi sembrano

molto a proposito per ciò , che riguar«

da

r

uso delle Scarpe de'

Sommi

Pontefici di

queltempo

o

Se 1' Imperadore Aureliano fu

mosso

a fare una tale

pramma*

X\Z2,^tà2à\2i leggerezza degli

Vomici

^ e dal lusso , nè l'una, nè l'altro poteva percuotere i

Sommi

Pontefici ,i Fedeli de' giorni suoi ; poiché

o

vivessero sconosciuti nelle grotte o in speluncis^ et .cavernis terrae ,o vivesseroin pubblico , senza farsi conoscere, è in- dubitato, che per il loro cristiano fervore, e per la

moderazione

della lor vita, e per l'abjura alle

pompe mondane

professata nel sacro lavacro di rigenerazione , o posta a sperimento per conse- guire

appunto,

e farsi degni del S* Battesimo j

non

si

occupavano

(10)

8

di tali cffsminatezzc ; e se

dovevano

uniformarsi alleco^umatixe de£

popolo,

si tenevano

sempre

lontani dal ricercarne,

ed

eseguirne, quella parte , che poteva indicarle ,

come appunto

nei tem- pi nostri gli

uomini

più

dabbene non

cercano la

moda

delle Scar:^

pe

puntute , nè della

punta

rotonda^ nò dei lacci ,

ma

si contenta-

no

di averle Scarpe ^

com2

lageneralità Jel Popolo suol usare v c se

mai

anche queste persone s^aggie sogliono accomodarsi slUsl r/ìO'^

da

, ciò avviene ,

quando

questa è divenuta

comune

presso la ge-

fjeralltà , e ciò si fa anche per il riflesso di

non

rendersi singolari

,

col ritenere

un

uso, che per un altro verso renderebbe ridicolo ii

soggetto5 che Io ritiene,

come

l'esperienza ci fa conoscere .

Ciò

presupposto 3- ecco le conseguenze , che crederei se

ne

potesser dedarre Sia stato

qualunque

il motivo, che mosse ^z^- reliano a proibire i divisati colori delle Scarpe ^ q]XQ%t\ motivi

non potevano

cadere nella frugalità; ^ aella semplicità , nella santità, dèi

Sommi

Pontefici , i quali avevano bene in

memoria

i precetti y ed i consigli del Redentore

Onde

per questa parte io-credo esser andati esenti dall' ammetters-qualsivoglia riforma dicolore nelle lo*

ro Scarpe^ siccome

non

le

avranno

usate , che semplicissime ; e ciò riguardar

puo

i tempi, che

precedono

la

prammatica

Ma

pec

ciò , che seguì

dopo

tzìt proibizione ,

molto meno

possiam sospet- tare, che essi volessero allontanarsene; giacché

sappiam

,

quanto

fossero gelosi i primi Cristiani di osservare ed ubbidire alle

Leggi delle Potestà secolariy che li riguardavano,

quando

queste Leggi

non

si

opponevano

coi divini precetti ,

Dunque

se noi

non abbiamo monumenti

sicuri della foggia delle Scarpe de'

Sommi

pontefici , anteriori a S. Silvestro ,

possiamo

però credere , che in

mezzo

anchj al /^xxa signoreggiante su questa parte di vestiario y.

essi si contenessero nella cristiana semplicità y ed usassero Scarpey

non

delle più vili , ed antiche foggie , per

non

esser citati a dito , e distinguersi ,

almeno

di quelle, che si usavano dalla co-

mune

del Popoloy le più lontane cioè da squisitezza di

ornamenti,

da ricercati colori , e dalle forme affettate-

credo , eh' essi nella celebrazione de' Divini Mister] cercas- sero

una

foggia particolare-.

Sappiamo

dalle Storie, che persegui- tata fieramente la nascente Cristiana Religione erano costretti i

Sommi

Pontefici di tenersi nascosti, e celati:, edi fare con tanta segretezza le Cristiane adunanze , che usavan perfino

^\

Altari di

Legno

y fatti a guisa di

Arca

y per poter più facilmente nasconde- re la sacra azione , se d' improvviso venisser sorpresi .

Or

si figuri., se potevano pensare a distinzioni , ed ornamenti nelle proprie

^f^jrp^3

basundo

loroj, che quei

buoni

/vflfWi fossero

intimamente

(11)

persuasi delfa venerazione ^ che meritavano ,

come

SaeeessòTè del Prìncipe degli Apostoliy e

come

Vicarj di Gesri €. qui in terra. Del resto poi

non

abbisognavano distinguersi nelle loro Scarpe , conoscendo abbastanza le Pecorelle del loro Ovile

U

preziosità dei Piedi di chi evangelizza Ja pace, e i beni spiritua-

li5 indicata già da S. Paolo nella sua lettera ai

Romani

,

quam

speciosi Pedes evangelizantium

pacem

Finite poi le persecuzioni

^

e ridonata ai Cristiani la pace , conveniva pur troppo, che il

Supremo

Gerarca uscendo dai suoi nascondigli ^ e dalle spelon- che 5 dove aveva fatti tanti Proseliti alla Religione , e d'

onde

craa sortite tante niigliaja di Atleti a combattere le verità della f'ede , collo spargimento del proprio sangue , in tnezzo ai più ri- -cercati Martirj, ed assiso nella prima Cattedra Cristianesimo ^ spiegasse con pifi decoro la maestà della sua divina rappresentan- za ; e

come

un

Monarca

terreno si fa distinguere

non

solo col suo

comando

sopra i popoli , che signoreggia ,

ma

ancora dalla csterior

pompa

, che è atta ad imprimere nell'

animo

dei sudditi ubbidienza, venerazione, e rispetto ; cosi anche il

Supremo Ge-

rarca di S. Chiesa doveva negli esteriori ecclesia-stici

ornamenti

cercare di produrre quella Maestà , che si conveniva alla sua ec- celsa , e impareggiabile rappresentanza .

E

allora io credo , che anche nelle Scarpe^

come

in tutto il resto, si cominciasse a in- trodurre qualche variazione , la quale 5

come

esser doveva lon- tana da qualunque

ombra

di vanità , «ervir soltanto dovesse ad accrescerne la maestà , e la venerazione , specialmente de' divi- ni Misterj 5 c delle Ecclesiastiche Funzioni .

Ed

è per questo.^

per quanto io credo, che se il N. A. , ha trovata la foggia del- le Scarpe usata da S, Silvestro^

primo

dei Pontefìcis^ che potè ia pubblico 5 e senza opposizrione esercitare il suo Pontificato 3 ha trovato insieme le prime Scarpe Pontificie•i che furono suscetti- bili di qualche

ornameuto

per le già dette ragioni.

In

mezzo

però della Vi vasta erudizione , con cui

T Autore

ha trattato dell' uso , e della qualità delle Scarpe de'

Sommi

Pon-

tefici 5

non

sarebbe stato fuori di proposito , se si fosse un

poc©

più spaziato nel ricercare , qual sorta di Scarpe usasse il

Divia

•Redentorey e i suoi Apostoli^

non

già , perchè

non avendone

trat- tato con precisione, abbia Egli fatta un' omissione^ poiché tale

argomento,

in realtà

non

era del tutto essenziale a trattarsi per

V

oggetto 5 che aveva in mira ,

ma

solamente

come

analogo , e solo per poter dire, di aver

pienamente

esaurito un simile tras- tato dal suo principioc

(12)

/

l-O

Egìi è ben vero 5 che sterilissiino sarebbe stata

T

assunto

ma

anche il poco , che si fosse potuto dire , avrebbe dato pi^i risalto alla materia colla giunta delle critiche riflessioni dell' eru- ditissimo P.

Fovyard

.

E

qui a proposito

mi

cade

un

riflesso , che

mi

sug$<erisce

appunto

I' erudizione del N. A. 5 con aver detto , che i primi Personaggi adopravano più di

un

Laccio per fermare

le loro Scarpe , e gli altri

uno

solo .

Accorrendo

i Popoli della

Giudea

^ e di Gerosolima ad tìscoltare il Battista nel Deserto jche battezzava5 e predicava

baptismum

poenttentiae in

remhsionem

pec- catorum ^

come

ci assicura

Marco

nt\ suo

Vangelo

al

Gap.

I.

parlando del Salvadore^ à\<:QV2i ^ 'veniet fortior post me^cu]usnù?i

sum

dignus

procumbens

solvere corrigiam calceame.ntotum ejus

Or

io facendo riflesso all' espressione corrigiam calceamentorum 5 in vece di corrlgias^ azzarderei un' osservazione 3forse, frivola,

ma

che 5 ciò

non

ostante 5

mi

piace di sottoporre alle savie , 0 giuste riflessioni del

N.A.5

tanto più, che anche in

Luca

( Gap. III.

vers. 16.) trovo ripetuta

uniformemeute

simile espressione.

Ci

dice

dunque

il ?* Po'vyardj, che le persone più distinte, e quel- le 5 che usavano nel vestiario piìi lusso , impiegavano nelle loro Scarpe

un maggior numero

dì Lacci, ^ differenza di quelli, che5 vivendo

con

semplicità , ve ne

impiegavano uno

solo .

Or, noa

sarebbe egli verisimile, che \\ Frecursore dicesse corrigiam calcea-

mentorum^

piuttosto che corrigiasj per denotare, che il Redento^

^'e nella profondissima sua umiltà , in cui apparve nel

Mondo

j

usasse la più semplice, e la più

comune

maniera delie Scarpe y fermate

con un

sol laccio y e

non

coli' abbellimento di molti^ co-

me

usavano 1 più grandi5 e distintif

Mi

protestai per altro più sopra della frivolezza di questa

mia

riflessione ; giacché potrebbe anche dirsi , che il Battista così si esprimesse,

non

già per de- notare, che il Redentore avesse nelle sue Scarpe \\n Laccio soloi

ma

perchè Egli

non

era

degno

di scioglierne neppur

uno

,

Onde

io

non

pretendo con ciò di dare

un tuono

a questa

mia

riflessio-

ne,

che accenno soltanto , per essermi caduta, in

mente

^ e non.

mai

perchè ne faccia

un

gran caso

E

giacché il

^.Fovyard

era entrato nel!'

argomento

delle Scarpe y avrebbe anche potuto analizzare il precetto, che diede

G.

C. in ylf^^rco (cap. 6. )5

quando

disse rA^i? quid tollerent in DÌa 5 nisi

virgam

tantum;

non peram

^ neque

panem

^ neque in zo»

aes y sed calceatos Sandaliis ;

avendo

detto all' incontro in S.

Luca

: Nolite portare sacculum , neque

peram

, neque calcea-

menta

;

con

che si distingue ben chiara la differenza^ che passava dai calceamenti ai Sandali3 siccome i cakeamenti erano ad essi:

(13)

irietati5 e soltanto usar potevano i Sandali» Finalmente avrebbe potuto fare qualche osser^^azione sull' ordine , che V

Angelo

dei Signore diede a S. Filtroy

quando

Io trasse fuori dalle prigioni di

Erode

y dicendogli , calcea te xalìgas tuas . Argoinenti vera-

mente

sono questi tutti steriiissioii;

ma

per

uno,

che si è posto a trattare ex professo una materia egualmente sterile , potevano aver luogo nel suo dotto Libro, ed essere esauriti colle di Lui più diligenti ricerche .

Ma non

più di Scarpe ; giacche il nostro P.

Giacomo

ne ha detto abbastanza, nè io saprei, che altro aggiungere

dopo

tante di Lui accuratissime riflessioni ,

Veniamo

al bacìo de""

Fkdì

^

zhvo argomento

da Lui trattato, sebbene con ristrettezza maggiore.

E

questo porta seco la terza di Lui ricerca snìWa^terlorltà di quest'aio, a qutllo della Croce ^ sopra le Scarpe, Potrebbe ta- luno opinare, che i Cm^ij/^i cominciassero a introdurre di ba- ciare i Piedi del

Sommo

Pontefice in grazia principalmente della Croce y ch' Essi usavano nelle Scarpe e che perciò 1' uso della :CroC(? fosse anteriore uso del bacio dei Piedi*

Ma

; e dice benissimo il P.

Povyard

,

Vuso

del bacio fu molto più antico dell' uso della Crocey e ^ih antico di secoli^ e secoli

Onde

senza al-

cun

dubbio si

può

, e si deve asserire, che da' tutt' altro , fuorché dalla Croce , avesse origine

V

uso del bacio del Piede dei

Sommi Fon

tefici -,

Prego però il P.

Povyard

a perdonarmi , se io

non

conven-

go

con esso, che le adorazioni fatte a G. C. , tanto à'à\? Archi- sinagogo, quanto dalie

Femina

Emorroissa , de' quali due ci dice

il Testo Evangelico, che prociderunt ante pedes é'j/^^, consistesse nel bacio dei piedi^ con\G del Centurione prostrato avanti S, /^/V- tro . Dissi,, che

non convengo

nella sua opinione , perchè il Te- sto Evangelico

non

parla di bacio di piedi ,

ma

di sola prostra- zione , che è l'atto principale

àd?

adorazione Sarà stata una si-

gnificazione maggiore il bacio dei piedi ma.- che vi fosse,

non

lo

sappiamo,

subitochè il Testo Evangelico

non

l'esprime» 1

Magi

ancora , che colla scorta della prodigiosa Stella si portarono a Bettlem ^ procidentes adoraverunt il neo-nato Salvadore ; e il Cie- co nato y

dopo

riacquistata la luce, in ringraziamento procidens adoravit .eum

Ma

i

Magi

^il Cieco ^

almeno

secondo l'es-

pressione degli Evangelisti y sappiamo^ che oltre all' atto deli'

adorazione , consistente unicamente nella prostrazione avanti ai piedi di

G.C.

,

come

si presentarono i

Magi

^ il Cieco nato^ e

r

Archisinagogo y la

Donna

Emorroissa^ e il Centurione Cornelio avanti a S. /-VV^ro 3 aggiungessero il bacio

àó

piedi .

h ,3

(14)

Se noi vogliam seguitare le tracce del Testo Evangelico j

nca sappiamo

5 che ^hvi baciasse i piedi del Salvadore^ fuori della

Donna

peccatrice ^ che^

meDtvc

Gesù discumbebat y 2i\ convito del Fariseo ^ gli si accostò presso i piedi senza essere da Lai vedu- ta ; perchè il Redentore assiso alla Tavola 3 secondo la maniera

di que' tempi 3 stava colla faccia rivolta verso la Me^isa ^e

man-

dava indietro i suoi piedi ' Per quanto dice 1' Fvangelista: stappi retro secus pedes ejus : e tutta umiliata struggendosi in lagrime^ con queste li bagnava asciugandoli coi capelli ^ ed

imprimeva

baci di santo

amore

, ungendoli insieme del prezioso

unguento

*

Ecco

le parole del

Testo,

che ce l'insegnano-: Sta/^s retro secui pedes ejus <y lacrymis coepit rigare pedesr ejus y et capillis capiti^

mi

tergebat y et osculabatur pedes ejus5 et unguento ungebat .

Ed

ecco l'unico passo Evangelico, in cui si. dice , che 2\

Nazareno^

0

per adorazione ^ o per rispetto , o per ancore y fossero baciati

1 piedi

Ora vediamo

y. cosa volesse con ciò significare la

Donna

pentita

Non può

dubitarsi 3 che la

mossa

principale di tutte queste di Lei azioui fosse quella del pentimento de' suoi passati trascor-

si .

M

pentimento sincero dei

commessi

falli 3 contiene mille belle virtù» Contiene

V

umiltà-^ per cui si

conoscono

le colpe e si con- fessano . Contiene la cognizione òq\ merito della persona offesa 9 per cui dimostrasi dispiacere Contiene

V amore

verso 1' oggetto offeso 5 per cui dispiace di aver oltraggiato , chi noi meritava .

Contiene il desiderio delle virtù opposte ai vizj , che si detesta*

no

-, e contiene finalmente il proposito di tenersi

sempre

lontano dal

commettere nuove

colpe:.

La Madalena

pertanto , stans vetro secus pedes ejus 5 dimo«

strò abbastanza

V

umiltà sua j col

non

aver avuto coraggio di pre- sentarglisi innanzi ,

ma

gli si pose in quella parte , in cui

non

era

da

Lui veduta , mentre lo era peraltro da tutti i convitati; con che mostrandosi indegna di farsi vedere, da chi era stato da lei of- feso 5

non

si vergognava peraltro di farsi conoscere umiliata , c pentita , da chi aveva piena cognizione de' suoi peccati» In- tanto però umiliatasi ai piedi del Redentore y da cui implorava

il perdotio de' falli

commessi. La

copia delle lagrime , con cui ba-

gnava

i di Lui Santissimi Fiedi5 esprimevano il di Lei pentimen^

lo ;

ma

perchè questo

non può

esser disgiunto dalla dilezione ,

non

cessava di baciare i /^/V^//, accoppiando con Cìh umiltà -^pen^

timentoy ed aniore Infatti il

Nazareno

y nel rispondere a Simo- ne y scandalizzato dal farsi G. C» toccare da una pubblica

Mere^

tricc^ rimarcò principalmente

? amore

y per cui aveva meritato il

(15)

perc!ono delie stie colpe : Rsmìttw^tur peccata tf7fdta^ qti6fftam dileoàf r/jultum .

Cui

effim minus dirr^lttitur ^ miì7us. diliglt . Ven-

go

ora al proposito

1 5or/2n2Ì Fontejìó^

come Vkarj

di

G.-C

, e

come

Successo^

ri del

f

recipe degli /^postoli^

hanno

in tutti i secoli riscossa la

più alta venerazione da tutti i Fedeli .

Chiunque

si presenta avanti al

Sommo

Fontejice^ presentandocisi colla /<?i^ , di ricono- scere in Lui il Vicarìa dì G» C. 3 qual altro luminoso esempio poteva avere di venerazione,

amore

, rispetto 5 fuori di quello, che diede la

Madakna

in Casa del Fariseo l In vano gli Etero^

dossi si sono scagliati contro questo sacro rito , rappresentandolo

come

preteso da'

Sommi

Fonteficì^ che essi si sforzano di assomi- gliare a Diocleziano , il quale 5 secondo Pomponio,

dopo

d' aver trionfato do" Fersì^ esiggeva , che gli si baciassero i piedi

y^à

a Cajo Caligolay che a dire di

Zonara^

dava il suo piede a bar

dare

ai Senatori^ ed a varj. altri superbi Principi di tal natura .

Ma

questi nemici dichiarati delia supremazia del

Sommo

fontefi^

ce nella Chiesa di Gesù Cristo,

non

si

avveggono

di ragionar sen- za critica5 e che le loro assertive

non

reggono , se si

mettono

in bila4icia le pretensioni dei nominati superbi Frincipij e Tuso introdotto coi

Sommi

Pontefici,

Avevano

i primi il pieno

tempo-

rale

dominio

, e tiranneggiando sopra i loro sudditi 5 pretende- van da loro simili on^aggi,

che,

malgrado il volere dei sudditi, forzati dal timore,, erano obbligati a prestare, e il pericolo del- ia vita li obbligava ad arrendersi a tali pretensioni 1

Sommi

Von-

tefici all'incontro signoreggiavano sulle coscienze, ed erano

Mae-

stri de' Fedeli nella Scuola del Vangelo ^ che è quanto dire nel- la scuola delia più ipx^o^orìàsi umiltà ; lo che basta a. far

compren-

dere, che neppure da lungi avrebber potuto pretendere dai Cri- stiani

un

simile

omaggio

. Poiché se mentre Ji

ammaestravano

rjella via della virti^, e della perfezione, si fosser mostrati a que- sto segno superbìy qual mai credenza avrebbero essi meritata dai iiuovi Discepoli della morale di G» C- , il quale aveva inculcato doversi da Lui apprendere rumiJtà: Discite a

me

^ quìa mitis

sum

^

€t humilis corde :

Vumìltà

bensì , e la scuola del S* Vangelo po- tevano loro ispirare 1' esercizio delle virtù , nelle quali erano ammaestrati. E siccome fra queste teneva il suo luogo

Vumìltà

insegnata da

G.C. medesimo

col suo esempio,, e raccomandata

sì' spesso suoi Discepoli, e a tutti i Fedeli' nel suo Evangelo ; ohe maraviglia, se i fervorosi primi Cristiani esercitassero que- sta virtù nobilissima,col prostrarsi al hacio do* piediy di chi eser- citava le. veci di Gesù Cristo ^ di chi era venerato,

come Capà

(16)

supremo della Chiesa^ t dì chi dava loro i precetti dell' eterna salute, di chi li scioglieva dalie colpe^ o li ridonava alla gra- zia ^ di chi li cibava delle carni immacolate à^ì

Divino

Agnello-^

e di chi in

somma

apriva loro il Cielo 5 e chiudeva

V

Infernoì Se gli Eterodossi facessero questa critica riflessione 5

mettendo

a confronto la coazione degli

omaggi

^ che si rendevano ai super- bi Principij colla spontanea so-mmissione ^ che protestavano i pri-

mi

Fedeli verso il Vicario di G. C« , Maestro del santo Van- gelo , banditore delle verità da G. C« insegnate ,e 'precettore del- Jc più sublimi virtù,

non

avrebbero certamente il coraggio di azzardare la falsa loro assertiva, che i Ss* Pontefici abbian pre- teso dai Fedeli il bacio d^' piedi^

come

lo pretesero e Dioclezia-

no

5 e Caligola 5 ed altri simili mostri ài crudeltà , e di super- bia ;

ma

che educati i Fedeli nella scuola dell' umiltà appresa daiP esinanizione del Figliuolo di

Dio

, umiliatosi fino alla morte di Croce j

non

si recavano a viltà, se si abbassavano

ad

atti simili di

sommissione

verso di chi rappresentava le veci del Salvatore^ ed insieme Legislatore, e Maestro . Resta

dunque

da ciò

sempre

pifi stabilmente provato, che 1' uso introdotto del bacio de' pie*

di

Sommi

Pontefici^

non

fu un effetto di coazione, la quale troppo offenderebbe la modestia, e le virtù di que'

SS*

Ponte

fi--

ci 3 e che il solo pretenderlo avrebbe distrutto il

fondamento

della celeste loro Dottrina , e invece di accrescere il

numero

dei credenti,

T

avrebbe diminuito;

ma

fu una necessaria constguen^

za dei precetti della celeste dottrina , appresa da que' primi buo- ni Cristiani dalla Scuola del Vangelo , e in conseguenza della fede della venerazione , e deli' ajjetto , che essi protestavano al

Precettore della morale evangelica ,

come

Vicario di G. C»

Le

più antiche

memorie,

che

abbiamo

dalle Storie, del bacio de* piedi prestato ai

Sommi

Pontefici , sono presso Anastasio in Costantino PP» de Tiberio Imp.

cum

regno in capite sese prostra-

^iti pedes osculans Fontifi'cis

Lo

stesso in LeoneIV' così dicei

Coactum

, invitumque exhinde abstrahentes

cum

hymnis , laudibus^

que praecipuis

ad

Laterane^ise Patrsarchium perduxerunt\ qui mO'

rem

conservantes

antiquum

, -omnes osculati sunt pedes E qui si

noti l'espressione,

morem

conseìvantes

antiquum^

\^ quale fa ve- dere, che la cerimonia

non

erasi allora introdotta,

ma

che ri-

peteva il suo principio da

un

uso inveterato, che per conseguen- za rimontar doveva ad un' epoca antichissima . Di questa costu-

manza

ha scritto lungamente /Viccola

Alemanni

nelle note ali*

Istoria di procopio^ che si

può

consultare»

Ma

io sarei

sempre

fermo

sei credere ^ che J' uso del bacio d^^piedi rimonti al pri-

(17)

mo

secolo della Chiesa e che fosse introdotto per la

somma

venerazione , ed

amore

insieme , che i primi Fedeli portavano al primo Gerarca di S. Chiesa . 1^ siccome essi

dopo

rigenerati alla grazia col

mezzo

delle acque saìetifere del Battesimo , piangevano ciò

non

ostante le colpe dell' f^o^^o vecchio , così prostrati ai piedi di chi teneva qui in terra le veci cT.G. C- ,

T

esempio imitarono della penitente y^/^i^/^;'/^ 5 che prostraxa ai piedi del Salvatore^

non

contenta dell'intimo suo pentimento, e dell' interno

amore

del cuore 3 esternava il

primo

colle copiose lacinie, e il secon-

do

col baciare li piedi di colui j da cui soltan»o sperar poteva

il perdono .

Questo

a un- dipresso è quello , che

dopo

brevi riflessioni

ho

io potuto osservare sull' opera eruditissima rì^l P.

Giacomo

Po'vyard .

Non

pretendoj che queste mie osservazioni meritino alcun peso, perchè

non

Io meritano affatto ;

ma

esser potranno a Lei

un pegno

più sicuro del gradimento del

dono,

che

mi

ha fatto 5 e al Ch. A. una riprova di quella stima, che io faccia del- la sua erudizione, de' suoi talenti , e del suo studio .

Torno

qui a rinnovarle le

mie

scuse per aver tanto dilazio-

nato a riscontrarla del prezioso

dono,

che

mi

ha fattole a rea- derlene le dovute grazie . Se posso servirla,

non mi

risparmi , e a tutte prove

mi

creda suo S. ed A»

C». Card. Brancadoro ,

Fernj.e I2«,

Giugno

1807-

(18)

LETTERA

J>EL

P.

GIACOMO POVYARD

J^ SVA EMINENZA REVERENDISSIMA

IL SIC. CARDINALE

CESARE BRANCADORO

EMINENZA

Il

Sig»

Abate

Francesco Cafscellìeri ^

mìo

particolare

Amico

5

mi

ha partecipato la sua eruditissima Lettera , sopra la debole

Ope-

retta 5 che

ho

ultimamente pubblicata .

Non mai mi

sarei aspet- tato di avere la bella sorte, che.

un

Porporato celebre pel suo va- sto sapere5 si degnasse impiegare alcuno de^ suoi preziosissimi

mo-

menti air

esame

critico di questa tenue produzione, al

punto

di onorarla col suo suffragio , e di somministrarmi de' lumi per migliorarla . Io

non

posso , che

ammirare

le osservazioni delT

Emza

Vostra;e se avessi avuto conoscenza della sua Lettera, pri-

ma

di stampare il

mio Opuscolo,

sicuramente ci avrebbe infinita-

mente guadagnato

.

Ed

infatti giudiziosissime sono le sue rifiessioni sopra le

mn*

tazìofji

<i che strascina seco la successione de' tempii tanto nelle

Lingue

y che ne'

modi

di 'vestirsi ^ de' Secolari^ che degli Ec- clesiastici^

come

lo

provano

la quantità di termini nuovi^ che s'in--

Iroducgao , 5 le varietà accadute ns' sacri usstimenti Levitici

s

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