• Non ci sono risultati.

MINISTERO DELLA DIFESA

N/A
N/A
Protected

Academic year: 2022

Condividi "MINISTERO DELLA DIFESA"

Copied!
113
0
0

Testo completo

(1)

MINISTERO DELLA DIFESA

SEGRETARIATO GENERALE DELLA DIFESA – DIREZIONE NAZIONALE ARMAMENTI DIREZIONE DEI LAVORI E DEL DEMANIO

Piazza della Marina, 4, 00196 Roma RM

REALIZZAZIONE DEL NUOVO COMPRENSORIO “LA COMINA”

NELL’AMBITO DEL PROGETTO “CASERME VERDI”

LOCALITA’: SAN QUIRINO (PN) CODICE ID IMMOBILE: ID 07425 CODICE ESIGENZA: E.F. 2021-257520 E.F. 2021-257620 E.F. 2021-207620

RESPONSABILE DEL PROCEDIMENTO

COMPILATORE/I

COMANDO INFRASTRUTTURE Ufficio Realizzazione Grandi Infrastrutture

APPALTO DEI SERVIZI

Relazione tecnica

SCALA: CODIFICA: DATA:

REVISIONI:

(2)

Pag. 2 di 113

SOMMARIO

1 PREMESSA ... 4

2 INQUADRAMENTO TERRITORIALE ... 5

3 CARATTERISTICHE FUNZIONALI E TECNICHE ... 6

3.1 Standardizzazione ... 6

3.2 Criteri Ambientali Minimi ... 7

3.3 Efficientamento energetico ... 8

3.3.1 Requisiti generali e certificazioni degli edifici ... 9

3.3.2 Approvvigionamento di energia ... 10

3.3.3 Impianti tecnologici e materiali ... 11

3.3.4 Smart Military District ... 11

3.3.5 Mobilità sostenibile ... 13

3.3.6 Gestione integrata acqua-energia-rifiuti ... 13

3.3.7 Sistema di gestione gerarchico e relative implicazioni di sicurezza ... 14

4 PROGETTAZIONE DELLE STRUTTURE... 14

4.1 Valutazione dell’azione sismica ... 14

4.2 Verifiche di regolarità ... 18

4.3 Classe di duttilità ... 19

4.4 Criteri di gerarchia per le diverse tipologie strutturali ... 22

4.5 Strutture a telaio ... 23

4.6 Strutture con controventi concentrici ... 24

4.7 Accuratezza della modellazione ... 24

4.8 Analisi di dettaglio nella progettazione delle strutture ... 25

4.9 Analisi delle caratteristiche delle sollecitazioni nella progettazione delle strutture .... 25

5 NORME TECNICHE DI RIFERIMENTO ... 25

(3)

Pag. 3 di 113

6 INDAGINI PRELIMINARI ALLA PROGETTAZIONE ... 29

7 IPOTESI DI INTERVENTO ... 29

7.1 Demolizioni ... 33

7.2 Infrastrutture di servizio ... 35

7.2.1 Infrastrutture per la mobilità ... 35

7.2.2 Infrastrutture di sicurezza ... 40

7.3 Impianti ... 45

7.4 Impianti rete/dati e TLC ... 47

7.5 Aree funzionali ... 48

7.5.1 Area Comando ... 49

7.5.2 Area Logistica ... 59

7.5.3 Area Addestrativa ... 75

7.5.4 Area Sportivo – Ricreativa ... 81

7.5.5 Area Alloggiativa ... 92

8 STIMA SOMMARIA DEI COSTI ... 100

(4)

Pag. 4 di 113

1 PREMESSA

Il quadro esigenziale dell’opera da realizzare, di cui all’art. 23 comma 3 del D.Lgs. 50/2016 e s.m.i., è stato redatto dall’Ufficio Realizzazioni Grandi Infrastrutture del Comando Infrastrutture dell’Esercito, sulla base del master plan approvato dalle Superiori Autorità ed è composto dai seguenti documenti:

− relazione illustrativa;

− relazione tecnica;

− elaborati grafici;

Il presente documento ha lo scopo di illustrare i lavori di adeguamento e ammodernamento del Centro sportivo “La Comina” (ID 7425) sito nel comune di San Quirino (PN), con lo scopo di rilocare il Comando 132a Brigata Corazzata “Ariete” e il relativo Reparto Comando e Supporti Tattici attualmenti presenti nella caserma “Mittica” sita nel comune Pordenone.

L’infrastruttura è inserita all’interno del più ampio Progetto “Caserme Verdi” che prevede la realizzazione di basi militari di nuova generazione che risultino efficienti, funzionali, pienamente rispondenti alle normative vigenti e ispirate a nuovi standard e secondo criteri costruttivi innovativi di modularità, replicabilità, rapidità costruttiva, basso impatto ambientale e ridotti costi di manutenzione.

Tali basi, concepite in un’ottica definibile “all inclusive” - comprensive cioè di aree addestrative, poli alloggiativi per famiglia nonché di impianti sportivi e spazi per il tempo libero – consentiranno di garantire idonee condizioni di vita e di benessere al personale dell’Esercito ed alle proprie famiglie, il tutto secondo moderni standard infrastrutturali perfettamente rispondenti alle normative vigenti in materia antisismica e di contenimento del consumo energetico.

In tale contesto, il comprensorio “La Comina” risulta tra le prime infrastrutture militari su cui avviare la trasformazione secondo la succitata moderna concezione.

La progettazione dovrà seguire le linee guida ed i criteri del Progetto “Caserme Verdi” che di seguito vengono elencati:

realizzazione di infrastrutture a basso consumo energetico (edifici nZEB);

ricerca di soluzioni per il contenimento dei costi di gestione e di mantenimento infrastrutturale;

ricorso a fonti di energia rinnovabile e sistemi di energy storage per la realizzazione di reti elettriche intelligenti (smart grids) ed a basso impatto inquinante (fuel saving dei gruppi elettrogeni);

pieno rispetto dell’ambiente ed integrazione con il tessuto sociale al fine di “accrescere” la connotazione “dual use” delle strutture;

(5)

Pag. 5 di 113

miglioramento delle qualità degli ambienti di lavoro destinati al personale della Difesa, secondo criteri standard e uniformi per tutte le infrastrutture miliatari;

innalzamento del livello qualitativo delle strutture destinate al benessere del personale e delle relative famiglie. Ciò, attraverso la realizzazione di specifici poli alloggiativi, centri sportivi multidisciplinari e strutture socio-ricreative;

apertura delle strutture socio-ricreative e sportive anche alla cittadinanza locale;

standardizzazione del livello qualitativo delle caserme sull’intero territorio nazionale, anche mediante l’adozione di progetti già realizzati e pienamente funzionali ad un nuovo e moderno Strumento militare.

sviluppo delle progettualità facendo ricorso a strutture modulari prefabbricate, replicabili, facilmente realizzabili, con impianti facilmente ispezionabili, al fine di contenere gli oneri di progettazione e i tempi di realizzazione delle infrastrutture.

2 INQUADRAMENTO TERRITORIALE

Il Comprensorio “La Comina” è un’infrastruttura militare di circa 86 ha (ettari) sede del Centro Sportivo della 132^ Brigata Corazzata “Ariete”, sita nel comune di San Quirino (PN), a nord del comune di Pordenone. Il sedime militare è limitato a Sud da via Pionieri del Volo, a ovest da Viale de la Comina (SR251), a nord da Via Comina e ad Est da via dei Tamplari (SP65).

(6)

Pag. 6 di 113

L’ingresso principale al comprensorio è a sud del sedime su Via Pionieri del Volo n. 83. Sono presenti, inoltre, altri 3 ingressi, due a ovest sulla strada SR251 e uno a nord su via Comina.

All’interno del bene sono attualmente presenti alcune installazioni sportive (campi sportivi, una piscina coperta, etc..) e un’ampia area utilizzata dai Reparti della citata Brigata “Ariete” per lo svolgimento di attività addestrative/operative.

Peraltro, sul lato orientale del sedine è presente anche un’aviosuperficie concessa in regime di “couso” a partire dal 1997 al Comune di Pordenone, che nel tempo ha dato in gestione il bene all’Aeroclub PORDENONE. L’area dell’aviosuperficie è esclusa dal progetto.

3 CARATTERISTICHE FUNZIONALI E TECNICHE 3.1 Standardizzazione

La Forza Armata, in ambito infrastrutturale, sta portando avanti un approccio proteso verso la standardizzazione delle infrastrutture militari, già applicato negli anni passati all’ingegneria ed all’architettura militare.

Il nuovo modello infrastrutturale dell’Esercito prevede che le attività espletate all’interno di un accasermamento siano raggruppate in cinque “macroaree”:

1. Comando (COM), avente la macrofunzione di “centro direzionale”;

2. Logistica (LOG), avente la macrofunzione di “centro logistico”;

3. Addestrativa (ADD), avente la macrofunzione di “centro addestrativo”;

4. Ricreativa (RIC), suddivisa in Sportiva (SPV) e Servizi (SVZ), avente la macrofunzione di “centro ricreativo”;

5. Alloggiativa (ALG), avente la macrofunzione di “centro abitativo”.

Dal punto di vista funzionale, ognuna delle “macroaree” può essere scomposta in ulteriori “zone funzionali” o semplicemente “funzioni”, che costituiscono le attività essenziali. Per lo svolgimento di ciascuna attività si individua un elemento infrastrutturale “standard” con una determinata tipologia edilizia e dei requisiti prestazionali, replicabile in tutte le basi militari.

Pertanto, per alcune tipologie infrastrutturali sono stati elaborati degli standard di riferimento, un valido strumento di indirizzo e orientamento, che sono il risultato di:

− analisi e raffronti con progettazioni eseguite da Organi tecnici di Forza Armata nell’ambito di interventi di ristrutturazione ed ammodernamento delle infrastrutture militari;

− analisi delle dotazioni organiche dei vari EDRC;

(7)

Pag. 7 di 113

− comparazioni tra quanto di specifico interesse per le costruzioni militari e i vincoli/criteri imposti dalle varie normative tecniche in tema di edilizia civile;

− analisi statistiche sulla composizione e le esigenze alloggiative e di benessere del personale;

− dati di letteratura tecnica e di esperienza diretta.

In termini generali, le soluzioni progettuali dei singoli elementi infrastrutturali devono essere caratterizzate da:

durabilità dei componenti;

modularità;

ricorso alla prefabbricazione in luogo dell’edilizia tradizionale;

impianti e componenti edilizi facilmente ispezionabili;

basso impatto ambientale e risparmio energetico.

Tuttavia si ritiene opportuno precisare che gli standard di riferimento si intendono dinamici e flessibili, modificabili in funzione delle diversificate esigenze legate alle peculiarità dei singoli reparti.

La progettazione del nuovo comprensorio deve partire necessariamente da questi standard di riferimento elaborati dalla Forza Armata e riportati per alcuni elementi infrastrutturali nell’Elaborato Grafico Tav. P5 e deve avere l’obiettivo di definire per ogni elemento infrastrutturale una componente elementare, in grado di essere replicata continuativamente in base alle necessità, dando vita ad infinite configurazioni che potranno scaturire da altrettante composizioni. La componente elementare dovrà garantire funzionalità spaziale e costruttiva, garantendo il principio di economicità.

3.2 Criteri Ambientali Minimi

L’intervento in oggetto deve rispettare i Criteri Ambientali Minimi (CAM) definiti, nell'ambito di quanto stabilito dal Piano di Azione Nazionale sulla gestione del Green Pubblic Procurement (PAN – GPP), ossia il Piano d’azione per la sostenibilità ambientale dei consumi del settore della pubblica amministrazione, ed adottati con Decreto del Ministro dell'Ambiente della Tutela del Territorio e del Mare, per le diverse fasi del processo di acquisto e volti a individuare la soluzione progettuale, il prodotto o il servizio migliore sotto il profilo ambientale lungo il ciclo di vita, tenuto conto della disponibilità di mercato.

L'efficacia dei CAM è assicurata dall'art. 18 della Legge 221/2015 e, successivamente, dall'art. 34 recante

“Criteri di sostenibilità energetica e ambientale” del D.Lgs. 50/2016 “Codice degli appalti” (come modificato dal D.Lgs. 56/2017), che ne hanno reso obbligatoria l'applicazione da parte di tutte le stazioni

(8)

Pag. 8 di 113

appaltanti, in particolare per l’edilizia, con la successiva approvazione del D.M. 11 ottobre 2017: Criteri ambientali minimi per l’affidamento di servizi di progettazione e lavori per la nuova costruzione, ristrutturazione e manutenzione di edifici pubblici.

L'utilizzazione dei CAM individuati dal Decreto consente alla stazione appaltante di ridurre gli impatti ambientali degli interventi di nuova costruzione, ristrutturazione e manutenzione degli edifici (considerati, si ribadisce, in un'ottica di ciclo di vita), inoltre, afferiscono alle diverse fasi di definizione delle procedure di gara e consentono di migliorare il lavoro o il servizio prestato, assicurando prestazioni ambientali al di sopra della media del settore.

I criteri di base devono essere integrati nel progetto fin dal primo livello di approfondimento tecnico, in modo da assicurare il soddisfacimento dei requisiti definiti dal suddetto Decreto anche nei successivi livelli della progettazione e di mantenere tale conformità fino al progetto esecutivo e nella realizzazione dell’opera.

3.3 Efficientamento energetico

L’approccio energetico-ambientale da seguire nella progettazione del nuovo Comprensorio la “Comina”

dovrà essere improntato su criteri di sostenibilità ambientale, efficienza energetica e riduzione delle emissioni di CO2, al fine di creare un ecosistema antropizzato il più possibile autosufficiente (approccio NZEB) e con il minor impatto sull’ambiente.

Le caratteristiche costruttive e funzionali dovranno garantire il contenimento dei consumi energetici ed idrici, l’utilizzo spinto di fonti rinnovabili e di materiali ecocompatibili, la riduzione delle emissioni inquinanti o clima alteranti, la riduzione dei rifiuti e del consumo di suolo.

Le valutazioni progettuali dovranno riguardare anche la sostenibilità ambientale degli spazi esterni (controllo della temperatura superficiale e dei flussi d’aria, dell’inquinamento acustico, luminoso, atmosferico, elettromagnetico, del suolo e delle acque, della capacità drenante delle superfici calpestabili).

Dovranno esser utilizzate soluzioni tecniche che valorizzino gli elementi di architettura bioclimatica ed i sistemi di recupero e trattamento delle acque reflue e metereologiche per il loro riutilizzo.

Il comprensorio dovrà essere dotato di un sistema di gestione dell’energia sviluppato e implementato secondo la norma UNI CEI EN ISO 50001 (“Sistemi di gestione dell’energia - Requisiti e linee guida per l’uso”). Il sistema di Energy Management dovrà essere integrato con il controllo della smart grid in modo da fornire all’Energy Manager non solo gli strumenti di monitoraggio dell’intera rete elettrica e dei

(9)

Pag. 9 di 113

suoi componenti, ma anche il pieno controllo per intervenire sulla gestione e riparazione delle fonti energetiche, dei gruppi elettrogeni e degli UPS per isolare la rete in caso di emergenza.

Le scelte progettuali, assistite dalla gestione digitale dei processi informativi delle costruzioni (Building Information Modeling, BIM), dovranno essere effettuate dando priorità alle soluzioni tecnologiche utili a permettere l’accesso a forme di incentivazione e finanziamento previsti dalle normative vigenti per gli edifici di nuova costruzione nell’ambito della pubblica amministrazione, individuando gli ambiti di miglioramento possibili nelle fasi di affidamento successive.

Infine, il processo di progettazione integrata e progressivamente ottimizzata, dovrà tenere conto dei principi sanciti nella Strategia Energetica della Difesa (SED) e, in particolare, nel Documento di Indirizzo Strategico e Programmatico (DISP) del Ministero della Difesa, emanato nel luglio 2017.

3.3.1 Requisiti generali e certificazioni degli edifici

Le caratteristiche costruttive e funzionali degli edifici dovranno garantire il raggiungimento di elevati requisiti prestazionali in termini di qualità, sicurezza, compatibilità ambientale, efficienza energetica e comfort abitativo, mediante il contenimento dei consumi energetici ed idrici, l’utilizzo di fonti rinnovabili e di materiali ecocompatibili, la riduzione delle emissioni inquinanti o clima alteranti, la riduzione dei rifiuti e del consumo di suolo. L’utilizzo dei gruppi elettrogeni di emergenza, allo scopo di ridurne l’imopatto inquinante, andrà progettato nell’ottica di integrazione con le fonti rinnovabili e l’energy storage per azioni di fuel saving.

Gli elementi edilizi (involucro) e gli impianti tecnologici degli edifici di nuova realizzazione dovranno rispettare tutti i requisiti previsti dalla normativa vigente per gli edifici ad energia quasi zero (nZEB) definiti al paragrafo 3.4 dell’Allegato 1 al D.M. del 26.6.2015 (“Requisiti minimi”) e s.m.i., tra cui le prescrizioni dei capitoli 2 e 3 del medesimo Allegato 1, nonché il Decreto Interministeriale del 19.6.2017 (“PANZEB”).

(10)

Pag. 10 di 113

Dovranno essere utilizzate soluzioni tecniche che valorizzino gli elementi di architettura bioclimatica, garantiscano la qualità dell’aria e prevedano sistemi di recupero e trattamento delle acque reflue e metereologiche per il loro riutilizzo.

Dovranno, essere rispettati i Criteri Ambientali Minimi (C.A.M.) di cui al D.M. 11.1.2017 e s.m.i., con particolare riferimento all’Allegato 2 “Criteri ambientali minimi per l’affidamento di servizi di progettazione e lavori per la nuova costruzione, ristrutturazione e manutenzione di edifici pubblici”.

Tutti gli edifici dovranno essere di classe energetica minima, secondo il D.M. del 26.06.2015 e s.m.i. –

“Linee Guida APE”, “A3” e possedere la Certificazione LEED (riconosciuta dall’USGBC - U.S. Green Building Council) della categoria minima “Gold”.

3.3.2 Approvvigionamento di energia

Al fine di massimizzare la resilienza energetica dell’installazione militare per aumentarne la capacità di reazione ad eventi imprevisti e favorire la possibile applicazione “duale” per il sostegno alle attività circostanti al comprensorio in caso di emergenza, dovrà essere garantita la diversificazione delle fonti di approvvigionamento di energia, con integrazione delle fonti rinnovabili secondo i principi minimi di cui all’Allegato 3, paragrafo 1, lettera c) del D.Lgs. del 03.3.2011, n. 28 e s.m.i.

In particolare, per l’energia elettrica la fornitura da rete nazionale dovrà essere integrata con il contributo di sistemi di autoproduzione, privilegiando sempre sistemi che garantiscano bassi costi di manutenzione.

La capacità autonoma di produrre energia elettrica per i propri fabbisogni o per una parte di essi (carichi prioritari in fase di emergenza) dovrà consentire l’operatività anche in assenza di collegamento con la normale rete elettrica di distribuzione, con un controllo intelligente delle risorse locali (generatori e carichi) secondo il concetto di smrt grid o, più propriamente in questo caso, di microgrid.

Nelle normali condizioni operative la microgrid dovrà essere connessa alla rete di distribuzione e dovrà essere in grado di gestire in modo intelligente i flussi di potenza al punto di connessione:

massimizzazione della produzione da PV, ricarica delle batterie, peak shaving, energy shifting.

(11)

Pag. 11 di 113

In caso di blackout la microgrid dovrà entrare automaticamente in modalità “isola” (funzione UPS) disconnetendo la rete esterna e mantenendo attivi i carichi prioritari mediante la riconfigurazione dei sistemi di generazione interna (PV e energy storage) ed attivando nel contempo i gruppi elettrogeni di emergenza.

3.3.3 Impianti tecnologici e materiali

Dovranno essere previsti sistemi Building Management Systems (BMS)\Building Automation And Control Systems (BACS)\Supervisory Control And Data Acquisition (SCADA) per il controllo e la regolazione degli impianti HVAC (riscaldamento, ventilazione, condizionamento dell'aria e refrigerazione) ed elettrici di classe minima B (UNI EN 15232), con protocolli e standard “non di proprietà” ed adeguato livello di protezione cibernetica.

Gli impianti d’illuminazione interna ed esterna dovranno utilizzare esclusivamente la tecnologia LED ed essere dimmerabili per renderli compatibili con i suddetti sistemi BACS.

I materiali utilizzati dovranno essere a “basso impatto”, privilegiando i prodotti riciclati, riciclabili, di recupero, con un basso bilancio energetico ambientale e di provenienza locale; dovranno rispettare i requisiti minimi definiti dai regolamenti comunitari emanati ai sensi delle Direttive 2009/125/CE e 2010/30/UE, nonché il D.Lgs. del 16.2.2011, n. 15 e s.m.i. ed i citati Criteri Ambientali Minimi (C.A.M.).

3.3.4 Smart Military District

Il nuovo comprensorio la “Comina” dovrà essere progettato per essere una “Smart Military District”, implementando una piattaforma infrastrutturale ove siano applicati i paradigmi avanzati di efficientamento e gestione energetica secondo i criteri del binomio energy-cyber security, nel rispetto della sostenibilità e riduzione del footprint ambientale. Per incrementare l’efficienza e la resilienza energetica del comprensorio, i nuovi edifici, e tutto lo stesso comprensorio, dovranno essere connessi mediante soluzioni avanzate di gestione di rete (smart grid), anche mediante l’utilizzo di sistemi di accumulo energetico. Anche l’infrastruttura IT dovrà tener conto dei fabbisogni derivanti dai sistemi di controllo energetico di tipo smart grid, che necessitano di canali di comunicazioni veloci (per l’energy metering ed il controllo dei dispositivi) e di macchine server dedicate (per la supervisione, il controllo e la storicizzazione dei dati).

(12)

Pag. 12 di 113

L’architettura della smart grid dovrà basarsi (come da linee guida dell’Institute of Electrical and Electronics Engineers - 2030-2011-IEEE) sui seguenti principi:

− standardizzazione (chiarezza, stabilità e disponibilità nel tempo);

− accessibilità e condivisibilità (tecnologia dell’infrastruttura accessibile a tutte le parti interessate, con l’utilizzo di risorse condivisibili, innovative e concorrenziali);

− interoperabilità (interfaccia personalizzabile in funzione dell’ubicazione della rete, della specificità applicativa, delle condizioni commerciali);

− security (protetta da accessi non autorizzati ed implementata con tutte le politiche di sicurezza e di privacy);

− estendibilità e scalabilità (modularità della rete, priva di vincoli di espandibilità e di integrabilità);

− gestibilità (controllo e modifica, anche in remoto, della configurazione dei singoli componenti, compresi l’identificazione e l’isolamento dei malfunzionamenti);

− aggiornamento (idoneità, in tal senso, di software, algoritmi e credenziali di sicurezza);

− integrità (livelli di performance elevati, capacità di operare in assenza di rete e di memorizzare ed elaborare i dati utili per il ripristino delle condizioni di funzionamento in caso di eventi di guasto);

− facilità d’uso (massimizzare la disponibilità di informazioni e la possibilità di scelta per l’utente, minimizzando le azioni d’interazione).

La rete dovrà poter funzionare sia autonomamente (staccata dalla rete principale, ovvero in “isola”) sia collegata alla rete principale o con altre micro-reti. In tale ottica, la micro-rete intelligente dovrà essere in grado di alternare strategie di controllo del tipo grid-following (che insegue la rete), e del tipo grid- forming (che forma la rete). Dovrà, all’uopo, essere dotata di un Advanced Metering Infrastructure (apparati di smart metering), dispositivi di interfaccia (separazione per il funzionamento isolato o in

(13)

Pag. 13 di 113

parallelo alla rete) e di generazione (attivazione/disattivazione dei gruppi di generazione singolarmente) e di una rete di interconnessione veloce.

3.3.5 Mobilità sostenibile

Il Comprensorio dovrà essere dotato di un parco veicolare a propulsione elettrica e/o endotermica con carburanti a minori emissioni rispetto a quelli tradizionali (almeno per i veicoli appartenenti alle

categorie M1 ed N1, come da Circolari prot. n. 2979/M368/2003 e. n.

1570/M368/2005 della D.G.M.S.T.T.). Dovranno prevedersi, inoltre, stazioni di ricarica per i veicoli elettrici (EV). Tali stazioni, nell’ottica di un continuo miglioramento della tecnologia delle batterie per EV, dovranno essere predisposte per ricariche di tipo Fast Charge ed Ultra Fast Charge, in modo da ridurre i tempi di ricarica dei veicoli. Considerata la presenza contemporanea del sistema di controllo per smart grid, i sistemi di ricarica dovranno essere bidirezionali, per rendere possibile, in caso di emergenza, l’utilizzo del parco auto come sistema di generazione autonomo per alimentare la rete elettrica dei carichi prioritari (funzionalità V2G – vehicle to grid).

Apposite colonnine di ricarica dovranno essere installate in tutto il comprensorio e dovranno essere dotate di prese Tipo 2 e Tipo 3A. Dovranno essere dotate di accesso controllato con interrutore chiave, al fine di consentire l’utilizzo solo a personale autorizzato, e di dispositivi di protezione contro guasti a terra in corrente continua.

3.3.6 Gestione integrata acqua-energia-rifiuti

Dovrà prevedersi un sistema di gestione delle risorse energetiche/idriche e dei rifiuti interno a tutto il Comprensorio che ne garantisca l’utilizzo integrato, efficiente e sostenibile, nel rispetto dei requisiti normativi di tutela ambientale. In particolare, dovrà essere previsto un sistema di raccolta delle acque meteoriche per tutti gli edifici, per piazzali e per le strade, secondo quanto previsto dalla normativa vigente. Le acque potranno così essere riutilizzate, dopo gli opportuni trattamenti, per l’irrigazione delle aree a verde o per altri usi all’interno degli edifici.si rimanda al paragrafo relativo agli impianti per le specifiche.

Tutti gli impianti alimentati da energia elettrica e termica dovranno essere ottimizzati in funzione dell’ottenimento di un alto livello di efficienza, utilizzando macchinari, in particolar modo per la climatizzazione degli ambienti, a basso consumo energetico, mentre per l’illiminazione, ove possibile, dovranno essere previsti sensori di presenza negli ambienti interni e riduttori di flusso luminoso

(14)

Pag. 14 di 113

comandati da sensori crepuscolari all’esterno. Su tutti gli edifici, inoltre, dovrà essere implementato un sistema integrato di monitoraggio dei consumi, gestito da una sala operativa unica per l’intero comprensorio, che consenta lo studio approfondito degli stessi consumi al fine di poter successivamente intervenire per raggiungere performance di risparmio energetico sempre più elevate.

3.3.7 Sistema di gestione gerarchico e relative implicazioni di sicurezza

I sub-sistemi BMS/BACS/SCADA installati sulle singole infrastrutture dovranno interfacciarsi in una piattaforma che consenta l’integrazione, in un unico macro-sistema, del security management con gli strumenti ed i processi di monitoraggio ed efficientamento energetico (in linea con i progetti, presentati al PNRM 2016, di “Sicurezza delle Infrastrutture Energetiche della Difesa - SIED” e “Energy efficiency e Cyber Security delle Infrastrutture Strategiche - NEFERIS”). A tale scopo, il sistema di governo della micro rete intelligente dovrà fondarsi su una struttura gerarchica costituita da un livello locale (almeno uno per ogni sottosistema) ed un livello centrale di “dialogo” tra i vari sottosistemi; inoltre, dovrà essere predisposto in modo tale da poter essere connesso con il sistema di gestione energetica di livello gerarchico superiore (Energy Management Centre), secondo quanto previsto nel citato DISP del Ministero della Difesa.

Il sistema deve essere in grado di effettuare la previsione giornaliera dei carichi di energia e programmare opportunamente l’approvvigionamento/produzione/accumulo/distribuzione dell’energia in maniera ottimizzata e priorizzata, utilizzando protocolli e standard “non di proprietà”.

4 PROGETTAZIONE DELLE STRUTTURE

La progettazione delle strutture riveste un aspetto significativo al fine di poter quantizzare le opere in maniera analitica, tale aspetto verrà ampiamente esaminato in fase di validazione così come gli altri aspetti significativi della progettazione.

Pertanto, di seguito vengono riportate le informazioni minime che si ritiene opportuno fornire al progettista.

4.1 Valutazione dell’azione sismica

Per ridurre gli effetti del terremoto, l’azione dello Stato si è concentrata sulla classificazione del territorio, in base all’intensità e frequenza dei terremoti del passato e sull’applicazione di speciali norme per le costruzioni nelle zone classificate sismiche. La legislazione antisismica italiana, allineata alle più moderne normative a livello internazionale prescrive norme tecniche in base alle quali un edificio debba

(15)

Pag. 15 di 113

sopportare senza gravi danni i terremoti meno forti e senza crollare i terremoti più forti, salvaguardando prima di tutto le vite umane.

L’Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 3274 del 20 marzo 2003, sulla Gazzetta Ufficiale n. 105 dell’8 maggio 2003 detta i principi generali sulla base dei quali le Regioni, a cui lo Stato ha delegato l’adozione della classificazione sismica del territorio (Decreto Legislativo n. 112 del 1998 e Decreto del Presidente della Repubblica n. 380 del 2001 - "Testo Unico delle Norme per l’Edilizia”), hanno compilato l’elenco dei comuni con la relativa attribuzione ad una delle quattro zone, a pericolosità decrescente, nelle quali è stato riclassificato il territorio nazionale.

Zona 1 - È la zona più pericolosa. La probabilità che capiti un forte terremoto è alta Zona 2 - In questa zona forti terremoti sono possibili

Zona 3 - In questa zona i forti terremoti sono meno probabili rispetto alla zona 1 e 2

Zona 4 - È la zona meno pericolosa: la probabilità che capiti un terremoto è molto bassa

Di fatto, sparisce il territorio “non classificato”, e viene introdotta la zona 4, nella quale è facoltà delle Regioni prescrivere l’obbligo della progettazione antisismica. A ciascuna zona, inoltre, viene attribuito un valore dell’azione sismica utile per la progettazione, espresso in termini di accelerazione massima su roccia (zona 1=0.35 g, zona 2=0.25 g. zona 3=0.15 g, zona 4=0.05 g).

L'attuazione dell'Ordinanza n.3274 del 2003 ha permesso di ridurre notevolmente la distanza fra la conoscenza scientifica consolidata e la sua traduzione in strumenti normativi ed ha portato a progettare e realizzare costruzioni nuove, più sicure ed aperte all’uso di tecnologie innovative.

Le novità introdotte con l’Ordinanza sono state pienamente recepite e ulteriormente affinate, grazie anche agli studi svolti dai centri di competenza (INGV, Reluis, Eucentre). Un aggiornamento dello studio di pericolosità di riferimento nazionale (Gruppo di Lavoro, 2004), previsto dall’OPCM 3274/03, è stato adottato con l’Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 3519 del 28 aprile 2006.

Il nuovo studio di pericolosità, allegato all’OPCM n. 3519, ha fornito alle Regioni uno strumento aggiornato per la classificazione del proprio territorio, introducendo degli intervalli di accelerazione (ag), con probabilità di superamento pari al 10% in 50 anni, da attribuire alle 4 zone sismiche.

Suddivisione delle zone sismiche in relazione all’accelerazione di picco su terreno rigido (OPCM 3519/06)

(16)

Pag. 16 di 113

Zona sismica Accelerazione con probabilità di superamento pari al 10%

in 50 anni (ag)

1 ag >0.25

2 0.15 <ag≤ 0.25 3 0.05 <ag≤ 0.15

4 ag ≤ 0.05

Le attuali Norme Tecniche per le Costruzioni (Prima il Decreto Ministeriale 14 Gennaio 2008 ed oggi il Decreto Ministeriale del 17 gennaio 2018 con annessa la Circolare del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti 21 gennaio 2019, n. 7 del Consiglio superiore del Lavori Pubblici recante “Istruzioni per l’applicazione dell’«Aggiornamento delle “Norme tecniche per le costruzioni”»), infatti, hanno modificato il ruolo che la classificazione sismica aveva ai fini progettuali: per ciascuna zona e quindi territorio comunale precedentemente veniva fornito un valore di accelerazione di picco e quindi di spettro di risposta elastico da utilizzare per il calcolo delle azioni sismiche.

Dal 1° luglio 2009 con l’entrata in vigore delle Norme Tecniche per le Costruzioni del 2008, per ogni costruzione ci si deve riferire ad una accelerazione di riferimento “propria” individuata sulla base delle coordinate geografiche dell’area di progetto e in funzione della vita nominale dell’opera. Un valore di pericolosità di base, dunque, definito per ogni punto del territorio nazionale, su una maglia quadrata di 5 km di lato, indipendentemente dai confini amministrativi comunali.

La classificazione sismica (zona sismica di appartenenza del comune) rimane utile solo per la gestione della pianificazione e per il controllo del territorio da parte degli enti preposti (Regione, Genio civile, ecc.).

Il comune di San Quirino (PN) secondo la classificazione sismica allegata al D.M. 14 gennaio 2008

“Nuove norme tecniche per le costruzioni” e s.m.i. è considerato in zona 2.

Le strutture da realizzare essendo catalogate come strategiche avranno una vita nominale ≥ 100 anni e classe d’uso IV.

Il calcolo della struttura dovrà essere eseguito con il metodo degli stati limite considerando il corretto fattore di struttura in base alla tipologia costruttiva, secondo quanto prescritto dalla normativa italiana attraverso un procedimento di calcolo automatico e verifiche specifiche condotte manualmente.

(17)

Pag. 17 di 113

Le verifiche di resistenza allo Stato Limite Ultimo dovranno essere eseguite tenendo conto del comportamento non lineare dei materiali e della gerarchia delle resistenze introdotta dalle Nuove Norme Tecniche per le Costruzioni.

Attraverso un’analisi di tipo lineare verranno valutate le sollecitazioni in tutti gli stati limite in esame (stati limite ultimi, di salvaguardia della vita umana, di danno e di operatività). La norma prescrive di applicare i carichi derivanti dalle analisi in centri che differiscono dal baricentro della struttura per un termine di eccentricità aggiuntiva assunto pari al ±5% dei lati dell’edificio.

Le sollecitazioni dovute all’azione sismica devono essere calcolate mediante analisi dinamica lungo due direzioni ortogonali e combinate secondo quanto prescritto dalle norme. Le verifiche di resistenza del terreno e del sistema di fondazione saranno effettuate in base alle classiche teorie della geotecnica sulla portanza dei terreni, confrontando le sollecitazioni di progetto con la resistenza di progetto. Le condizioni di carico devono comprendere:

− Peso proprio

− Carichi permanenti

− Carichi accidentali

− Carico da neve

− Sisma.

L’azione sismica sarà valutata in conformità alle indicazioni riportate nelle “Norme tecniche per le Costruzioni” delle NTC 2018. In particolare il procedimento per la definizione degli spettri di progetto per i vari Stati Limite sarà il seguente:

− Definizione della Vita Nominale e della Classe d’Uso della struttura, il cui uso combinato ha portato alla definizione del Periodo di Riferimento dell’azione sismica.

− Individuazione, tramite latitudine e longitudine, dei parametri sismici di base ag, F0 e T* c per tutti e quattro gli Stati Limite previsti (SLO, SLD, SLV e SLC);

− Determinazione dei coefficienti di amplificazione stratigrafica e topografica.

− Calcolo del periodo Tc corrispondente all’inizio del tratto a velocità costante dello Spettro.

Inquadramento del sito di installazione:

Nelle tabelle allegate alla normativa vengono forniti, per 10751 punti del reticolo di riferimento e per 9 valori del periodo di ritorno TR (30 anni, 50 anni, 72 anni, 101 anni, 140 anni, 201 anni, 475 anni, 975 anni, 2475 anni), i valori dei parametri ag, F0, TC* da utilizzare per definire l’azione sismica nei modi previsti dalle NTC. I punti del reticolo di riferimento sono definiti in termini di Latitudine e Longitudine

(18)

Pag. 18 di 113

ed ordinati a Latitudine e Longitudine crescenti, facendo variare prima la Longitudine e poi la Latitudine.

L’accelerazione al sito ag è espressa in g/10; F0 è adimensionale, TC* è espresso in secondi.

Si riporta di seguito una tabella riassuntiva in base alle coordinate geografiche del sito rispetto al Datum ED50:

− posizione sito: SAN QUIRINO (PN)

− vita nominale dell’opera Vn = 100 anni

− classe d’uso dell’opera IV Cu = 2

− Vita di riferimento dell’opera: VR = CU ⋅ VN = 200 anni 4.2 Verifiche di regolarità

Dovranno essere privilegiate strutture con regolarità in pianta ed in altezza. In funzione della scelta del metodo di calcolo e della tipologia strutturale adottata viene determinato, in funzione della predetta regolarità in pianta ed in altezza, il fattore di struttura. Ovviamente tale parametro ha rilevanza nelle progettazioni dissipative. La tabella seguente riepiloga, le condizioni di regolarità in pianta ed in altezza.

(19)

Pag. 19 di 113

4.3 Classe di duttilità

La classe di duttilità è rappresentativa della capacità dell’edificio di dissipare energia in campo anelastico per azioni cicliche ripetute. Le deformazioni anelastiche devono essere distribuite nel maggior numero di elementi duttili, in particolare le travi, salvaguardando in tal modo i pilastri e soprattutto i nodi travi pilastro che sono gli elementi più fragili. Il D.M. 14 gennaio 2008 e s.m.i. definisce due tipi di comportamento strutturale:

a) comportamento strutturale non-dissipativo;

b) comportamento strutturale dissipativo. Per strutture con comportamento strutturale dissipativo si distinguono due livelli di Capacità Dissipativa o Classi di Duttilità (CD).

− CD”A” (Alta);

− CD”B” (Bassa).

La differenza tra le due classi risiede nell’entità delle plasticizzazioni cui ci si riconduce in fase di progettazione; per ambedue le classi, onde assicurare alla struttura un comportamento dissipativo e duttile, evitando rotture fragili e la formazione di meccanismi instabili imprevisti, si fa ricorso ai procedimenti tipici della gerarchia delle resistenze.

(20)

Pag. 20 di 113

La struttura deve essere progettata preferibilmente in classe di duttilità classe "BASSA".

In accordo ai principi precedentemente descritti, gli edifici sismo-resistenti in acciaio possono essere progettati assumendo uno dei seguenti comportamenti strutturali:

- Comportamento non dissipativo;

- Comportamento dissipativo;

Nel primo caso, le strutture saranno progettate per resistere alle azioni indotte dal terremoto distruttivo attraverso un comportamento di tipo elastico. Ne consegue che lo spettro delle accelerazioni di progetto cui fare riferimento è quello elastico smorzato (q=1) e che la resistenza degli elementi strutturali è l’unico parametro che deve essere controllato, non essendo necessario soddisfare requisiti di duttilità né al livello locale né a livello globale.

Nelle strutture a comportamento dissipativo deve invece essere presa in considerazione la capacità di parti delle stesse strutture (zone dissipative) di resistere alle azioni sismiche oltre il campo elastico. Dal punto di vista progettuale tali sistemi, come già precedentemente evidenziato, possono essere dimensionati nei confronti dello stato limite ultimo, valutando la risposta strutturale sotto azioni più basse di quelle corrispondenti a quella indefinitivamente elastica mediante l’utilizzo del fattore di struttura q.

Quest’ultimo è strettamente correlato alla duttilità locale disponibile delle membrature e tale dipendenza è dichiarata, in modo più o meno esplicito, in tutte le normative di III generazione.

La suddivisione delle membrature in classi di duttilità è dunque un aspetto fondamentale nella progettazione sismica delle strutture di acciaio ed è per questo motivo che tutte le normative del settore introducono al riguardo specifici criteri di classificazione, tra l’altro non sempre coincidenti, dai quali fanno dipendere sia le ricadute in termini di duttilità globale (fattore di struttura) sia quelle legate ai criteri di dimensionamento (gerarchia delle resistenze).

L’Eurocodice 8, ad esempio, adotta quale criterio di classificazione delle sezioni trasversali quello proposto dall’Eurocodice 3, il quale suddivide le stesse in quattro classi: duttili o plastiche (classe 1), compatte (classe 2), semicompatte (classe 3) e snelle (classe 4).

Le sezioni di classe 1 e 2 sono in grado di attingere e superare, con differente livello di duttilità, il momento plastico. Quelle di classe 3 e 4, invece, non garantiscono tale soglia di resistenza al punto che le ultime non godono di alcuna riserva “inelastica” a causa dell’instabilità locale.

La definizione della classe di appartenenza si basa sul calcolo delle snellezze delle parti compresse della sezione trasversale, che vengono distinte in elementi interni e flange esterne. Tale classificazione è dunque basata esclusivamente sui rapporti di snellezza “c/t” dei piatti costituenti la sezione trasversale.

Nel progetto sismico secondo l’EC8 la corrispondenza tra la classe di duttilità del sistema strutturale e

(21)

Pag. 21 di 113

quella di appartenenza delle sezioni trasversali delle membrature dissipative è quella indicata nella tabella in Figura.

Appare dunque evidente la relazione intrinseca tra la classe della sezione trasversale dell’elemento dissipativo ed il livello di duttilità globale della struttura.

L’OPCM 3274, invece, adotta un criterio di classificazione che suddivide le membrature in tre categorie, sulla base del valore assunto da un parametro di snellezza(s), definito come rapporto tra la tensione corrispondente all’instabilità locale e quella di snervamento. Pertanto, in accordo a tale criterio, le membrature di acciaio possono essere:

- Duttili (s > 1,2): l’instabilità locale delle parti compresse della sezione si sviluppa in campo plastico ed è sufficientemente ritardata per consentire alle membrature di sviluppare grandi deformazioni plastiche, in regime incrudente, senza significative riduzioni della capacità portante;

- Plastiche (1 < s > 1,2): l’instabilità locale si sviluppa in campo plastico ma i rapporti tra larghezza e spessore non sono tali da consentire deformazioni significative;

- Snelle (s < 1): l’instabilità locale avviene in campo elastico senza consentire l’inizio di plasticizzazioni.

La corrispondenza tra risposta flessionale delle membrature, caratterizzata dal diagramma momento- rotazione, e la classificazione proposta dall’Ordinanza è riportata in Figura.

(22)

Pag. 22 di 113

Con riferimento alle ricadute della classificazione sulla duttilità globale, nella Figura è riportata inoltre la relazione esplicita tra il valore assunto dal parametro s per le membrature destinate ad ospitare le cerniere plastiche ed il fattore KD, che modifica il fattore di struttura di riferimento.

Quest’ultimo, in modo alquanto consolidato nell’ambito delle norme di III generazione, viene fatto essenzialmente dipendere dalla tipologia della strutturale e dalla classe di duttilità.

4.4 Criteri di gerarchia per le diverse tipologie strutturali

Come precedentemente sottolineato, il comportamento strutturale dissipativo prevede che alcune parti della struttura (zone dissipative) plasticizzino sotto le azioni sismiche di progetto, mentre le altre (zone non dissipative) devono possedere un’adeguata sovra resistenza, in modo da rispondere in campo elastico alle azioni trasmesse durante un terremoto violento.

In pratica, gli elementi duttili devono essere meno resistenti di quelli fragili. In modo da agire come fusibili strutturali, salvaguardando l’integrità della struttura nel suo complesso. Questo è, in sintesi, l’obiettivo progettuale dei criteri di “gerarchia delle resistenze”: garantire un’adeguata sovra resistenza degli elementi fragili per consentire la crisi delle parti duttili ad esse collegate.

Nel caso specifico delle strutture di acciaio ciò si traduce, a livello locale, nel garantire la sovra resistenza dei collegamenti tra le zone dissipative e le restanti parti della struttura. Al contempo, al livello globale, le membrature non dissipative dovranno risultare adeguatamente sovra resistenti rispetto a quelle dissipative.

Per il raggiungimento di tali obiettivi le norme di III generazione adottano una strategia concettualmente molto simile. A livello locale viene prescritta una sovra resistenza dei collegamenti che risulta mediamente dell’ordine del 40% ed è in funzione generalmente di due fattori: uno legato alla aleatorietà della resistenza del materiale, l’altro al fenomeno dell’incrudimento.

A livello globale, in modo sostanzialmente analogo per ogni tipologia strutturale, è richiesto invece di verificare la resistenza di progetto degli elementi non dissipativi (elementi fragili) considerando la

(23)

Pag. 23 di 113

presenza delle sollecitazioni prodotte dai carichi verticali e di quelle sismiche amplificate di un fattore alfa. Questo, sempre maggiore di 1, tiene conto del passaggio dalle sollecitazioni elastiche a quelle plastiche, che corrispondono al meccanismo dissipativo previsto per la struttura.

4.5 Strutture a telaio

Nel caso delle strutture intelaiate l’applicazione del criterio di gerarchia delle resistenze, a livello globale, consiste nel progettare le colonne più resistenti delle travi (principio trave debole-colonna forte), in modo da attivare meccanismi di collasso globali caratterizzati da cerniere plastiche nelle sezioni di estremità delle membrature orizzontali (zone dissipative) e nelle sole sezioni di base dei pilastri. Tali meccanismi consentono infatti di sfruttare la duttilità delle membrature in modo diffuso ed uniforme, presentando rotazioni plastiche simili in tutte le travi, e soprattutto limitando la formazione di cerniere plastiche nei pilastri. Queste ultime, infatti, risultano incompatibili con cinematismi, di collasso più efficienti sia

(24)

Pag. 24 di 113

perché possono dar luogo a meccanismi di piano (piano soffice), sia in considerazione della minore capacità dissipativa degli elementi presso-inflessi.

A livello locale dovrà invece essere adeguatamente garantita la sovra resistenza dei collegamenti tra- colonna e quella dei pannelli nodali.

4.6 Strutture con controventi concentrici

Nelle Strutture di acciaio con controventi reticolari concentrici la dissipazione dell’energia sismica in ingresso è affidata alle aste diagonali.

Di conseguenza per consentire la plasticizzazione delle diagonali tese, i collegamenti di estremità delle stesse, le travi e le colonne devono essere progettati con un’adeguata sovra resistenza. In particolare, il criterio di gerarchia sovraesposto si traduce nell’imporre di progettare travi e colonne in modo da garantire che le rispettive resistenze assiali di progetto siano superiori allo sforzo normale derivante dalla plasticizzazione delle diagonali.

La filosofia di progetto trascura generalmente il contributo dissipativo della diagonale compressa a favore di quello relativo all’asta tesa. Tuttavia la presenza delle diagonali compresse influenza il comportamento dell’intera struttura in campo elastico, ed in particolare i valori delle frequenze, dei modi di vibrazione nonché delle forze sismiche di progetto. Queste ultime andrebbero calcolate considerando sia il contributo delle diagonali tese che di quelle compresse. In questa fase dovrebbe quindi anche essere verificata la stabilità delle diagonali compresse per gli sforzi normali indotti dalle forze di progetto.

In sintesi, il comportamento dei sistemi con controventi concentrici può essere schematizzato con riferimento a due fasi di comportamento limite.

Nella fase di comportamento elastico, tutte le diagonali compresse sono stabili. Le proprietà dinamiche e le forze sismiche di progetto sono determinate in questo caso sul modello a doppia diagonale. Nella fase di comportamento plastico, le diagonali compresse si considerano tutte instabilizzate e la loro resistenza residua si considera trascurabile. Il modello con le sole diagonali tese si utilizza per calcolare la resistenza di piano ed applicare il criterio di gerarchia delle resistenze.

4.7 Accuratezza della modellazione

Il grado di accuratezza nella progettazione strutturale potrà seguire quello delle scelte architettoniche, tuttavia il progettista delle opere strutturali potrà eseguire delle giustificate semplificazioni di modellazione ove lo si ritenesse utile e giustificabile.

(25)

Pag. 25 di 113

4.8 Analisi di dettaglio nella progettazione delle strutture

Nella fase di progettazione strutturale esecutiva, sarà necessario procede con il calcolo delle strutture secondarie in modo da poter definire ogni livello di dettaglio. Come strutture secondarie andranno intese sia quelle facenti parte la struttura principale ma non modellate, quelle relative ai corpi annessi (ad esempio i montanti delle ringhiere dei ballatoi, ringhiere delle scale, strutture di supporto di eventuali pannellature, pali illuminazione, insegne, ecc…..).

Particolare attenzione dovrà essere posta all’analisi dei carichi, in fase di validazione verranno esaminate in primis le corrispondenze tra i pacchetti costruttivi impiegati nelle analisi energetiche e quelli impiegati nelle analisi delle strutture in modo da evitare delle divergenze.

4.9 Analisi delle caratteristiche delle sollecitazioni nella progettazione delle strutture

Sicuramente un aspetto rilevante nella progettazione delle strutture sarà quello della valutazione di particolari sollecitazioni che potranno generarsi in funzione di particolari esigenze architettoniche, vedi ampi sbalzi, opere soggette ad azioni cicliche, effetti risonanti, effetti del secondo ordine, ecc…. si precisa che particolare attenzione andrà posta anche nella progettazione delle opere infrastrutturali a partire da quelle stradali, considerando ogni azione possibile per i mezzi in dotazione al Reggimento per non trascurare le importanti peculiarità delle strutture strategiche e soggette a particolari azioni dinamiche ed impulsive (esplosive come ad esempio nella progettazione della “riservetta”).

5 NORME TECNICHE DI RIFERIMENTO

Tutte le infrastrutture, di seguito riportate nella trattazione, dovranno rispettare tutti i requisiti di legge previsti, in relazione alle diversificate destinazioni d’uso. In particolare, si dovrà tener conto della normativa igienico-sanitaria e dei riferimenti normativi in materia di sicurezza del personale e della collettività, a cui sono destinate le infrastrutture oggetto del presente documento.

Inoltre, dovranno essere rispettati tutti i requisiti minimi previsti dalla legge in materia di impianti e di efficientamento energetico. A tal proposito si precisa che tutti gli edifici di nuova realizzazione occupati da enti pubblici dovranno essere realizzati, a partire dal 1° gennaio 2019, come “edifici ad energia quasi zero” (nZEB). A tal fine sono stati fissati, a livello nazionale, i requisiti minimi di prestazione energetica per gli edifici e le unità immobiliari finalizzati a raggiungere livelli ottimali in funzione dei costi. Tali requisiti consentono un equilibrio ottimale in funzione dei costi tra gli investimenti necessari e i risparmi energetici realizzabili nel ciclo di vita di un edificio. Per la progettazione di un nuovo edificio è necessario, pertanto, procedere con una progettazione integrata e multidisciplinare che abbia come scopo l’ottimizzazione tecnico-economica del procedimento progettuale.

(26)

Pag. 26 di 113

L’intero compendio dovrà rispettare le misure vincolanti imposte dalle Enti preposti, al fine di ridurre al minimo l’impatto ambientale, salvaguardando il territorio nonché i beni paesaggistici, culturali ed architettonici del contesto. A tal proposito si specifica che ogni scelta progettuale in merito a tematiche specifiche (quali l’antincendio e la salvaguardia dei beni paesaggistici e ambientali) dovrà essere rimandata a seguito dell’ottenimento dei pareri rilasciati dagli organi preposti al controllo della fattibilità.

Inoltre, ai fini dell’ottenimento di un progetto fattibile e coerente con la specifica destinazione d’uso della nuova base militare, l’A.D. renderà disponibile alla consultazione le principali direttive e pubblicazioni in vigore relativamente alla sicurezza delle infrastrutture militari, al fine di poter consentire all’aggiudicatario del servizio lo studio e l’analisi dei documenti in questione. Saranno, inoltre, necessari fin dalle prime fasi della progettazione incontri con gli Uffici del Ministero della Difesa compententi per attagliare la progettazione ai dovuti requisiti di sicurezza di infrastrutture e impianti.

Si precisa che nella trattazione seguente si riportano alcuni dei principali aspetti che si reputano fondamentali in sede di progettazione, tuttavia da integrare con quanto previsto dalla totalità dei documenti normativi, al fine di rendere il progetto perfettamente coerente e fattibile.

Di seguito si riporta un elenco delle principali norme di riferimento.

Norme in materia di contratti pubblici

− D.Lgs. 18 aprile 2016 n. 50;

− D.P.R. 5 ottobre 2010 n. 207 Norme in materia urbanistica

− D.P.R. 380/2001 s.m.i.

− D.P.R. 447 del 20/10/1998 e s.m.i., Norme in materia strutturale e antisismica

− O.P.C.M. 3274 del 20/03/2003 e s.m.i.

− D.P.C.M. 21/10/2003

− O.P.C.M. 3431 del 03/05/2005 e s.m.i.

− D.M.I. 14/09/2005, D.M.I. 14/01/2008 e s.m.i. e Circolare 02/02/2009 n. 617

− C.S.LL.PP.

− L. 77/2009 e s.m.i.

− D.M.I. 17/01/2018

Norme in materia igienico sanitaria, di sicurezza, di prevenzione incendi e di superamento delle barriere architettoniche

− L. 13 del 09/01/1989, D.M. 236 del 14/06/1989, D.P.R. 503 del 24/07/1996 e s.m.i.

(27)

Pag. 27 di 113

− D.M. 10 marzo 1998, D.M. 22 febbraio 2006, D.P.R. 151 del 1 agosto 2011,

− D.M. 8 giugno 2016 e s.m.i.

− D.M. 37 del 22/01/2008 e s.m.i.

− D. Lgs. 09/04/2008 n. 81

− D.M.I. del 07/08/2012

Norme in materia di risparmio e contenimento energetico

− D.M. del 26.6.2015 e s.m.i.: “Applicazione delle metodologie di calcolo delle prestazioni energetiche e definizione delle prescrizioni e dei requisiti minimi degli edifici.”;

− Decreto Interministeriale 19.06.2017: “Piano per l’incremento gli edifici ad energia quasi Zero”;

− D.M. del 26.6.2015 e s.m.i.: “Adeguamento del decreto del Ministro dello sviluppo economico, 26 giugno 2009 - Linee guida nazionali per la certificazione energetica degli edifici”;

− Decreto 11.01.2017 e s.m.i.: “Adozione dei criteri ambientali minimi per gli arredi per interni, per l’edilizia e per i prodotti tessili” - Allegato 2 “Criteri ambientali minimi per l’affidamento di servizi di progettazione e lavori per la nuova costruzione, ristrutturazione e manutenzione di edifici pubblici”;

− D.Lgs. 03.03.2011, n. 28 e s.m.i.: “Attuazione della direttiva 2009/28/CE sulla promozione dell'uso dell'energia da fonti rinnovabili, recante modifica e successiva abrogazione delle direttive 2001/77/CE e 2003/30/CE.”;

− UNI 11337 “Edilizia e opere di ingegneria civile - Gestione digitale dei processi informativi delle costruzioni”;

− UNI EN 15232 “Prestazione energetica degli edifici – Incidenza dell’automazione, della regolazione de della gestione tecnica degli edifici”;

− D.Lgs. del 16.2.2011 n. 15 e s.m.i.: “Attuazione della direttiva 2009/125/CE relativa all’istituzione di un quadro per l’elaborazione di specifiche per progettazione ecocompatibile dei prodotti connessi all’energia.”;

− Direttiva 2010/31/UE “Energy Performance of Building”;

− Decreto Legislativo 19.08.2005, n. 192 e s.m.i. “Attuazione della direttiva 2002/91/CE relativa al rendimento energetico nell'edilizia”;

− D.Lgs. 04.06.2013, n. 63 e s.m.i. “Disposizioni urgenti per il recepimento della Direttiva 2010/31/UE del Parlamento europeo e del Consiglio del 19 maggio 2010, sulla prestazione energetica nell'edilizia per la definizione delle procedure d'infrazione avviate dalla Commissione europea, nonchè altre disposizioni in materia di coesione sociale.”;

(28)

Pag. 28 di 113

− D.Lgs. 30.05.2008, n. 115 e s.m.i.: “Attuazione della direttiva 2006/32/CE relativa all'efficienza degli usi finali dell'energia e i servizi energetici e abrogazione della direttiva 93/76/CEE.”;

− UNI 11235 “Istruzioni per la progettazione, l’esecuzione, il controllo e la manutenzione di coperture a verde.”

− UNI CEI EN ISO 50001:2011 e s.m.i.: “Sistemi di gestione dell’energia - Requisiti e linee guida per l’uso”;

− Guida dell’IEEE - Institute of Electrical and Electronics Engineer: 2030-2011-IEEE “Guide for Smart Grid Interoperability of Energy Technology and Information Technology Operation with the Electric Power System (EPS), End-Use Applications, and Loads”;

− D.Lgs. 4.7.2014, n. 102 e s.m.i “Attuazione della direttiva 2012/27/UE sull’efficienza energetica, che modifica le direttive 2009/125/CE e 2010/30/UE e abroga le direttive 2004/8/CE e 2006/32/CE";

− D.Lgs. 18.07.2016, n. 141 e s.m.i. “Disposizioni integrative al decreto legislativo 4 luglio 2014, n.

102, di attuazione della direttiva 2012/27/UE sull'efficienza energetica, che modifica le direttive 2009/125/CE e 2010/30/UE e abroga le direttive 2004/8/CE e 2006/32/CE.”;

− D.M. del 26.6.2015 e s.m.i.: “Applicazione delle metodologie di calcolo delle prestazioni energetiche e definizione delle prescrizioni e dei requisiti minimi degli edifici.”;

− D.Lgs. 3.4.2006, n. 152 e s.m.i.: “Norme in materia ambientale”.

Norme in materia di sicurezza

− Decreto del PCM 06 novembre 2015, nr. 5/2015 - “Disposizioni per la tutela amministrativa del segreto di Stato e delle informazioni classificate e a diffusione esclusiva” e successive modifiche ed integrazioni;

− Direttiva PCM-ANS 1/2006 “Disposizioni in materia di tutela e gestione dei documenti classificati e di accordi di sicurezza”;

− Direttiva PCM-ONS 3/2019 “Information Assurance”;

− Direttiva PCM-ANS 6/2006 “Misure di sicurezza materiale per la salvaguardia delle informazioni classificate”; − PCM-ANS-256(B) “Norme relative all’installazione di Apparati Elettrici/Elettronici che elaborano Informazioni Classificate “ – Edizione 1998;

− Direttiva SME COMSEC 34/R (B) "La Sicurezza delle Comunicazioni"; − Circolare SME 2111

“La sicurezza fisica” – Edizione 2020.

Norme in materia di tutela dei beni culturali

− D.Lgs. 22/01/2004 s.m.i., n. 42;

(29)

Pag. 29 di 113

− D.P.C.M. 09/02/2011 D.M. 14/01/2008

− Circolare MIBAC n. 15 prot. 5041 del 30/04/2015 Criteri Ambientali Minimi

− D.M. 11/10/2017

6 INDAGINI PRELIMINARI ALLA PROGETTAZIONE

Per quanto concerne le indagini geognostiche, geologiche si rimanda agli elaborati tecnico specialistici allegati alla presente relazione (All.A). Inoltre, sono previste tutte le indagini preliminare e gli studi necessari, quali ad esempio indagini idrauliche, indagini archeologiche preliminari, monitoraggio delle strutture, monitoraggio ambientale, etc….

7 IPOTESI DI INTERVENTO

Sulla base delle esigenze operative acquisite dal Comando 132a Brigata Corazzata “Ariete” e dal relativo Reparto Comando e Supporti Tattici è stata elaborato un masterplan, in linea con il progetto “Caserme Verdi”. L’ipotesi progettuale, descritta nella relazione illustrativa, prevede la suddivisione del comprensorio in 5 macroaree funzionali (vds. Tav. P3):

1. Area Comando;

2. Area Logistica;

3. Area Addestrativa;

4. Area Sportiva/Ricreativa;

5. Area Alloggiativa.

Il nuovo Comprensorio è stato suddiviso in cinque aree funzionali. Nella zona perimetrale del Comprensorio, vicino all’ingresso principale a sud su via Pionieri del Volo, sono collocate le aree che per la loro natura consentono una maggiore apertura alla collettività. Queste aree, visibili in Figura sono l’Area alloggiativa (verde) e l’Area sportiva/Ricreativa (gialla). Proseguendo a nord si ha l’area Comando

(30)

Pag. 30 di 113

(rossa), posizionata in una zona baricentrica e, a seguire, ancora più a nord l’area Logistica (blu). La restante parte del comprensorio è dedicata all’area Addestrativa (grigia) che per gran parte rimane area verde.

Sono previsti due accessi al nuovo comprensorio, uno principale a sud e uno secondario a nord.

L’ingresso principale è collocato su via Pionieri del Volo ed è concepito per effettuare il controllo contemporaneo di due accessi, differenziando quello alle aree prettamente militari (area “sensibile”) da quello alle aree aperte alla collettività. Pertanto, ci sarà un ingresso con controlli di sicurezza più stringenti per l’area Comando, Logistica, Addestrativa e per alcune palazzine alloggi, e un ingresso con controlli meno stringenti per l’Area sportiva e ricreativa, aperta eventualmente anche a personale non della Difesa.

L’ingresso secondario è a nord che comprensorio su via Comina. Questo secondo accesso evita l’utilizzo dell’accesso principale da parte delle unità in addestramento e dei mezzi logistici e tattici.

La viabilità principale interna è costituita da un “cardo” Nord-Sud che collega i due accessi garantendo, altresì, di raggiungere capillarmente le varie aree funzionali attraverso vie con sezione gerarchicamente decrescente.

Il masterplan è stato concepito in maniera tale da garantire spostamenti fluidi tra le varie aree funzionali.

Si è previsto una permeabilità variabile dell’area che permette, in funzione di necessità, di “aprire”

l’infrastruttura al mondo esterno con la fruizione di alcune zone funzionali direttamente dal sedime cittadino. Tale caratteristica è particolarmente evidente nella zona residenziale, il cui spazio, in base alle esigenze, può essere compreso interamente all’interno del sedime militare oppure completamente enucleabile oppure ancora prevedere soluzioni miste, come nel caso studio proposto.

La zona sportivo-ricreativa è pensata per essere utilizzata non solo dal personale della Difesa ma anche dalla collettività. In questo caso l’accesso agli impianti sportivi e commerciali avviene tramite il corpo di guardia principale su via Pionieri del Volo, tramite un ingresso dedicato. L’area sportiva-commerciale deve essere recintata e comunque raggiungibile dall’area comando e dall’area residenziale attraverso un varco controllato apribile con badge. Lungo le direttrici pedonali, di sosta breve e di socializzazione sono previste essenze arboree per garantire un microclima favorevole.

La progettazione dell’opera dovrà essere ispirata ai principi di durabilità, facilità ed economicità della manutenzione e volta all’ottenimento del minor impatto/disturbo possibile nello svolgimento della stessa sull’attività dell’utenza. Inoltre, dovrà essere privilegiato un sistema costruttivo modulare a secco prefabbricato.

(31)

Pag. 31 di 113

In generale gli obiettivi che la progettazione dovrà perseguire sono i seguenti:

1. Obiettivi funzionali

Creazione di ambienti logisticamente e funzionalmente fruibili dal personale. La progettazione dovrà essere ispirata ai principi di:

− razionalità e semplicità di utilizzo degli spazi;

− chiara identificazione delle funzioni e dei percorsi interni ed esterni;

− funzionalità ed ergonomia dei locali;

− ottimizzazione della gestione degli immobili mirando a bassi consumi energetici e a basso tasso di manutenzione;

− elevata affidabilità sia dal punto di vista della continuità ed omogeneità dei servizi che di quello della vita media nel tempo di tutti i componenti, e dovrà permettere un’ottimale interazione tra i diversi ambienti e le diverse funzioni.

2. Obiettivi estetici

Il comprensorio sarà destinato a diverse funzioni, le soluzioni architettoniche dovranno perseguire i seguenti obiettivi:

− integrazione e minimo impatto possibile nel contesto ambientale esistente;

− utilizzo di materiali e tecniche costruttive di moderna concezione, preferibilmente sistemi costruttivi a secco prefabbricati, pur nel rispetto degli eventuali vincoli normativi imposti;

− utilizzo di materiali e soluzioni architettoniche che trasmettano il concetto di sostenibilità ambientale;

− utilizzo di materiali e finitura per ottenere il massimo contenimento delle dispersioni energetiche, e quindi il minimo consumo per la climatizzazione, per mirare ad ottenere un edificio passivo (nZEB);

− forte utilizzo di luce naturale, negli spazi in cui l’illuminamento è necessario;

− utilizzo di materiali e finitura con bassa necessità di manutenzione nel tempo.

3. Obiettivi relativi alla sicurezza e al rispetto normativo

La progettazione dovrà garantire la sicurezza dell’utenza relativamente ai seguenti aspetti:

− sicurezza strutturale, intesa come resistenza ai carichi verticali e orizzontali e alle azioni sismiche;

− sicurezza antincendio e nella gestione delle emergenze, intesa come rispetto della normativa antincendio delle attività soggette a prevenzione incendi da insediare presso il Comprensorio e studio delle vie di esodo;

(32)

Pag. 32 di 113

− sicurezza nella fruizione degli spazi, intesa come progettazione delle caratteristiche dimensionali e materiche dei locali al fine di tutelare la sicurezza dell’utenza;

− sicurezza igienico-sanitaria, intesa come rispetto del Regolamento di igiene e di sanità pubblica comunale, dei requisiti cogenti nazionali e regionali, e di ulteriori prescrizioni e precauzioni di buona prassi;

− sicurezza esterna all’edificio, intesa come studio dei percorsi volti a garantire la sicurezza dei fruitori in entrata ed in uscita dal fabbricato;

− sicurezza da effrazioni ed atti vandalici, intesa come presenza di sistemi di videosorveglianza, di rilevazione delle intrusioni e controllo degli accessi;

− sicurezza impiantistica, intesa come realizzazione degli impianti secondo le norme tecniche di riferimento ponendo particolare attenzione alla tipologia di utilizzatore finale;

− sicurezza dei materiali, in sede di progettazione dovrà essere curata con particolare attenzione l’applicazione della normativa europea relativa alla marcatura CE dei prodotti da costruzione e delle ulteriori norme volte alla tutela della salute.

4. Obiettivi relativi alla dotazione tecnologica

La dotazione tecnologica dell’edificio dovrà ispirarsi alle seguenti soluzioni (a titolo esemplificativo e non esaustivo):

− presenza di dotazione impiantistica di base;

− telecontrollo e telegestione degli impianti;

− illuminazione a basso consumo energetico utilizzando tecnologie LED, garantendo il rispetto dei livelli di illuminamento, riflessione, abbagliamento e uniformità previsti dalle norme per le singole destinazioni d’uso;

− sistemi di produzione dell’energia termica necessaria per la climatizzazione (invernale ed estiva) utilizzando fonti rinnovabili, che unitamente alle prestazioni dell’involucro edilizio mirino ad un edificio passivo dal punto di vista energetico;

− utilizzo di tecnologie di climatizzazione e ricambio d’aria ad alta efficienza che permettano un adeguato controllo dei parametri termoigrometrici e di qualità dell’aria, sfruttando fonti rinnovabili;

− presenza di copertura WIFI e di rete dati fissa per le postazioni di lavoro ed all’interno delle altre strutture;

− illuminazione esterna con comandi crepuscolari e sensori di movimento;

− sistemi di rilevazione incendi e di spegnimento automatici;

− sistema idrico acqua sanitaria e di scarico;

(33)

Pag. 33 di 113

− presenza di un numero congruo di impianto di sollevamento persone e cose;

− adeguata presenza di punti di forza motrice;

− illuminazione di emergenza e sicurezza;

− impianto di protezione dalle scariche atmosferiche;

− utilizzo di sistemi di controllo degli accessi mediante badge o rilevatori di prossimità;

− sistemi di rilevazione delle presenze;

− sistemi di videosorveglianza tramite IP;

− sistemi di controllo della chiusura e dell’apertura degli infissi e delle schermature solari;

− controllo remoto illuminazione di emergenza e sicurezza;

− presenza di gruppi di continuità per salvaguardare la strumentazione che possa risultare compromessa dalla mancanza di energia elettrica;

− sistemi di produzione dell’energia elettrica da fonti rinnovabili, mirando all’autonomia energetica.

Per rafforzare la proprietà di resilienza si dovranno mettere in sinergia i sistemi tecnologici, secondo un processo “multi-obiettivo”, integrando a livello gerarchico le molteplici componenti di tutte le potenziali risorse.

Di seguito si descrivono gli interventi previsti.

7.1 Demolizioni

L’area in questione presenta alcuni fabbricati che dovranno essere demoliti al fine di poter realizzare l’intervento oggetto del presente documento. Dovranno essere rimosse tutte le strutture permanenti e provvisorie che non rientrano nell’ipotesi progettuale della nuova installazione militare.

L’area evidenziata in rosso dovrà essere sgombra di tutte le strutture attualemente esistenti.

In particolare, nell’area meridionale del sedime, in prossimità dell’incrocio tra la SR251, via Roveredo e Via Pionieri del Volo è presente l’attuale ufficio del comandante dell’area sportiva “La Comina”. Tale struttura, monopiano e da una copertura a falda, dovrà essere rimossa per far spazio ad una rotatoria di smistamento del traffico veicolare, a cura degli Enti locali. Dovrà

Riferimenti

Documenti correlati

rilascio di Autorizzazione allo scarico di acque reflue domestiche con recapito diverso dalla rete fognaria pubblica. Rinnovo precedente Autorizzazione rilasciata il , PG

T Pozzetto con bocca tassata dimensioni 2,00 mx2,00 m Pozzetto &#34;tipo Padova&#34; con caditoia ghisa D400. Fossi

LA PROPRIETA' DI QUESTO DOCUMENTO E' RISERVATA IL PRESENTE PROGETTO COSTITUISCE CONTRIBUTO INTELLETTUALE ORIGINALE DEL PROFESSIONISTA INCARICATO ED E' TUTELATO AI

3) dimensioni l’impianto di depurazione specificando parametri e forme dell’impianto a fanghi attivi che permetta di scaricare la portata depurata in un corso d’acqua la cui

I tetti verdi forniscono un utile contributo per mantenere il ciclo naturale dell’acqua. A seconda della stratigrafia del tetto verde si possono trattenere fra il 30 ed il 90%

Scarico in corpo idrico superficiale Scarico sul suolo Depuratore acque reflue urbane. Depuratore acque reflue urbane Trattamento in loco Trattamento

a svuotamento periodico dotata di galleggiante con sistema d'allarme. collegamento al

a) l’origine delle varie tipologie di scarico (civili, industriali, di raffreddamento, ecc) differenziando i colori per ogni tipologia ed indicando i pozzetti