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View of Use of antikeratin antibodies to distinguish between rheumatoid arthritis and polyarthritis associated with hepatitis C infection

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Academic year: 2021

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COMMENTO

L’infezione da HCV rappresenta oggi un pro- blema per molti specialisti di differente estra- zione. Tra questi particolarmente coinvolti sono i reumatologi. Se volessimo infatti arbitrariamente elencare le problematiche che l’infezione da HCV pone al clinico nella pratica quotidiana, potremmo distinguerle in problematiche cliniche e problema- tiche terapeutiche.

Tra le prime sicuramente importanti sono le mani- festazioni extraepatiche che il virus può causare, molte di queste quali la crioglobulinemia mista ti- po II e la scialoadenite linfocitaria cronica sono or- mai ben definite altre, quali l’interstiziopatia pol- monare e il liken ruber planus e altre ancora sono tutte da verificare. Esiste inoltre il frequente pro- blema della diagnosi differenziale tra patologie pri- mitive e patologie secondarie all’infezione, del tut- to simili tra loro, che sono difficili da distinguere soprattutto quando le manifestazioni cliniche sono al loro esordio.

Nel secondo gruppo di problematiche, non meno importanti delle prime e con queste direttamente

correlate, segnaliamo i problemi legati alle terapie.

In primo luogo c’è la scelta terapeutica in sindro- mi reumatiche sostenute dal virus che mimano al- tre patologie autoimmuni o immunomediate pri- mitive. Altro punto caldo è quello della scelta dei farmaci da utilizzare nel trattamento di patologie autoimmuni o immunomediate in presenza di una infezione da HCV, parlo soprattutto dei FANS, dei corticosteroidi dei farmaci di fondo, degli immu- nosoppressori e, non ultimo, delle conseguenze che possono avere sulla storia naturale dell’infezione nuovi farmaci quali quelli biologici (Remicade, In- fliximab) entrati di recente nell’armamentario te- rapeutico del reumatologo. Ultimo aspetto tera- peutico e quello delle conseguenze che può avere l’uso degli interferoni su patologie autoimmuni preesistenti ovvero sul ruolo che essi possono ave- re nella comparsa di patologie autoimmuni ex no- vo. È infatti acquisito da tempo il fatto che possa risultare molto più rischioso trattare una patologia autoimmnune con interferoni, quale l’epatite cro- nica tipo I, piuttosto che trattare con corticosteroi- di patologie sostenute dall’infezione da HCV qua- le l’epatite cronica da HCV.

Use of antikeratin antibodies to distinguish between rheumatoid arthritis and polyarthritis associated

with hepatitis C infection

A. Kessel, I. Rosner, E. Zuckerman, T.D. Golan, E. Toubi

Division of Clinical Immunology and Allergy, Bnai Zion Medical Center and Faculty of Medicine, Technion, Haifa, Israel

RUBRICA DALLA RICERCA ALLA PRATICA

Reumatismo, 2001; 53(2):156-157

Reumatismo, 2001; 53(2):156-157

SUMMARY

Objective: To investigate whether antikeratin antibodies (AKA) could be usefull in the differential diagnosis of pa- tients with rheumatoid arthritis (RA) compared to patients with hepatitis C virus (HCV) associated polyarthritis, who are seropositive for rheumatoid factor (RF).

Methods: AKA were assayed in 3 different groups of patients; all were RF seropositive: Group 1: 25 patients with HCV associated polyarthralgia or arthritis. Group 2: 33 patients with RA. Group 3: 13 patients with autoimmune dis- orders other than RA. Fifteen healthy individuals served as controls.

Results: AKA were detected in 20/33 patients with RA (60.6%) compared to only 2/25 patients (8%) with HCV asso- ciated arthritis (p < 0.0001). AKA were observed in 2/13 patients of Group 3 (15.3%). These results were also statis- tically different from those of patients with RA (p = 0.008). AKA were not found in the sera of the healthy controls.

Conclusion: AKA is a useful marker to differentiate patients with RA from those with hepatitis C arthritis.

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Tutte queste tematiche potrebbero essere tema di un editoriale mirato perché di frequente riscontro quo- tidiano considerando che la prevalenza dell’infe- zione da HCV, sintomatica e non, nella popolazio- ne generale, viene calcolata oggi intorno al 3% con punte più alte in alcune popolazioni anche in Italia.

L’articolo che segnaliamo oggi nella nostra rubrica affronta uno dei problemi sopra citati e ne propone una possibile soluzione, problema che assume an- che grande importanza per i riflessi terapeutici che questo comporta, ci riferiamo alla diagnosi diffe- renziale tra artrite reumatoide e poliartrite simil- reumatoide direttamente sostenuta dal virus dell’epatite C. Gli autori, avendo selezionato tre

gruppi di pazienti due dei quali rispettivamente con poliartite o poliartralgie e con artrite reumatoide e uno con altre malattie autoimmunitarie, tutti con in comune la positività del fattore reumatoide, hanno concluso che il riscontro degli anticorpi circolanti anti-cheratina possa assumere un valore di grande importanza nella diagnosi differenziale tra AR e ar- trite da HCV. Se questo dato fosse confermato sa- rebbe risolto in parte uno dei problemi di non poca importanza clinica e terapeutica che il reumatolo- go deve spesso affrontare nella pratica quotidiana.

Mauro Galeazzi Istituto di Reumatologia, Siena

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