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P di medicina generale e meglio pagati

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Academic year: 2022

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p r o s p e t t i v e

6 M.D. Medicinae Doctor - Anno XXVI numero 5 - giugno-luglio 2019

P

otenziare e promuovere i te- am di cure primarie e la chance per poter rispondere adeguatamente alle sfide epocali che dovranno affrontare in futuro i sistemi sanitari.

A sottolineare ciò è la relazione dell’Ocse (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Econo- mico) al G7 dei Ministri della Salu- te, svoltosi di recente a Parigi. A detta dell’Ocse il successo delle politiche per rafforzare l’assistenza sanitaria di base dipende dalle giu- ste risorse e dalla buona organizza- zione in grado di fornire assistenza di alta qualità e accessibile alle per- sone. Una buona assistenza sanita- ria di base, quindi, porterebbe a mi- gliorare la salute, l’accesso finan- ziario alle cure e l’empowerment delle persone e ridurrebbe così le disuguaglianze sanitarie, portando i sistemi sanitari a una maggiore ef- ficienza.

“La relazione dell’Ocse al G7 dei ministri della salute riassume pun- tualmente tutte le sfide che da an- ni abbiamo lanciato alle istituzioni per il rilancio del Ssn attraverso la valorizzazione del ruolo della Me- dicina Generale - ha dichiarato Silvestro Scotti, segretario nazio- nale della Fimmg - a partire dall’in- cremento delle risorse per il finan- ziamento dei team multiprofessio- nali in cui il medico di medicina ge- nerale riorganizza le attività assi- stenziali con l’aiuto del proprio per- sonale infermieristico e ammini- strativo, oggi possibile in una per- centuale di casi ridicola, e in cui

possa essere prevedibile anche l’integrazione con diverse figure di supporto per la riabilitazione e l’as- sistenza sociale”.

“È significativo - continua Scotti - che l’Ocse non solo metta in rilievo l’importanza del pay for performan- ce come meccanismo di remune- razione più adeguato nei sistemi sanitari in grado di misurare i risul- tati dei percorsi di salute, ma riten- ga fondamentale la capillarità dell’assistenza territoriale e lo svi- luppo delle reti informatiche: tre aspetti che insieme possono esse- re riassunti nell’introduzione, nella prossima Convenzione, di aggrega- zioni funzionali, in un modello orga- nizzativo che deve mantenersi equo, diffuso e di qualità anche a fronte della citata diminuzione del numero di medici. Le premesse a tutto questo sono già presenti ne- gli atti legislativi e sul tavolo delle trattative, ma rischiano di restare lettera morta in assenza di nuovi in- vestimenti che, come da nostre proposte, devono trovare fonti di fi- nanziamento nella riduzione dell’I- VA al 4% per l’acquisto di strumen- tazioni diagnostiche da parte della medicina di famiglia e nel creare, attraverso una formazione specifi- ca per collaboratori di studio medi- co, decine di migliaia di posti di la- voro qualificati per gli aventi diritto al reddito di cittadinanza, con con- seguente miglioramento della qua- lità dell’assistenza ai cittadini e van- taggi fiscali per i medici medicina generale nella loro qualità di datori di lavoro”.

A sottolinearlo è la relazione dell’Ocse al G7 dei Ministri della Salute, svoltosi di recente a Parigi, in cui si precisa che le sfide epocali che la sanità dovrà affrontare si possono superare solo attraverso il potenziamento

e la promozione dei team di cure primarie.

Per Fimmg il documento dell’Ocse riassume tutte le sfide che da anni il sindacato ha lanciato alle istituzioni per il rilancio del Ssn

La sanità che verrà ha bisogno di più medici

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Il successo delle politiche per raf- forzare l’assistenza sanitaria di ba- se, secondo l’Ocse, dipende, infatti, dalle giuste risorse e dalla buona or- ganizzazione in grado di fornire assi- stenza di alta qualità e accessibile al- le persone. Una buona assistenza sa- nitaria di base, quindi, porterebbe a migliorare la salute, l’accesso finan- ziario alle cure e l’empowerment del- le persone e ridurrebbe così le disu- guaglianze sanitarie, portando i siste- mi sanitari a una maggiore efficienza.

1 Risorse. È necessario mettere in campo risorse adeguate in primo luogo ad incrementare il nu- mero di professionisti, oggi carente:

un primo passo fondamentale per garantire un’assistenza adeguata e accessibile alle persone, che oggi esprimono bisogni sanitari sempre più complessi. Un adeguamento dei livelli numerici dei professionisti con- sentirebbe inoltre di eliminare le in- congruenze che oggi si registrano nella loro attività: il 76% dei medici e il 79% degli infermieri, secondo l’in- dagine Ocse, ritengono infatti di svolgere attività quotidiane deman- sionanti, ovvero non in linea con le loro qualifiche professionali, cosa che - se si considera la durata e il co- sto della formazione di questi profes- sionisti - rappresenta uno spreco di capitale umano. L’Ocse proprio per combattere la carenza e l’impiego improprio del personale medico - hanno adottato misure finalizzate ad attribuire funzioni, servizi e ruoli più avanzati a infermieri e farmacisti, mentre altri hanno utilizzato altre le- ve, come l’aumento della retribuzio- ne o il miglioramento delle condizioni lavorative. Tra i Paesi che si sono mossi meglio in direzione di un mi- gliore impiego delle competenze dei professionisti non medici, il docu-

mento Ocse cita la Francia, che “dà agli infermieri ruoli avanzati e amplia il ruolo dei farmacisti comunitari nella prevenzione o gestione di malattie croniche”, misure che “consentono un migliore uso della salute capitale umano dei professionisti”. Oltre alla Francia, una menzione è riservata anche a USA, Canada e Italia, dove

“i farmacisti di comunità sono for- mati per migliorare l’accesso alla pre- venzione e alla gestione malattie in aree remote dove c’è carenza di me- dici di base dell’assistenza sanitaria”.

2 Nuovo modello di assistenza primaria. I nuovi modelli devo- no essere basati sul lavoro in team e sulla connessione in rete, alla luce dei bisogni sempre più articolati e complessi dei cittadini. I team devo- no possedere conoscenze e com- petenze anche trasversali a quelle cliniche: dalla tecnologia digitale, al- la consulenza, alla comunicazione condivisa. Aumentare la formazione su questi ambiti è uno dei driver per favorire implementazione delle cure primarie. Il lavoro in team, inoltre, migliorara l’alfabetizzazione sanita- ria dei pazienti: lo sviluppo digitale, in particolare, deve essere utilizzato e sfruttato per affrontare i problemi di accesso legati alle distanze geo- grafiche e al fine di fornire un’assi- stenza sempre più personalizzata, che consenta una migliore accessi- bilità alle cure.

3 Retribuzioni: fare di più. Sono ancora troppo pochi i Paesi che hanno introdotto nuovi modelli di pa- gamento per incoraggiare l’assisten- za sanitaria di base di alta qualità.

Quelli che lo hanno fatto si sono mossi su quattro tipi di sistemi di re- munerazione: pagare attività specifi- che, tra le quali il coordinamento del- le cure, le attività di prevenzione o la

gestione delle malattie; pagare per le prestazioni (pay-for-performance), premiando i fornitori che erogano cu- re di alta qualità; pagare “a pacchet- to” (modello utilizzato in particolare per le cronicità), corrispondendo un compenso che vada a remunerare il costo di tutti i servizi e le prestazioni di assistenza sanitaria forniti dall’inte- ra gamma di fornitori durante un pe- riodo di tempo definito; pagamenti basati sulla popolazione, dove opera- tori sanitari come medici, medici specialisti, reti di pratica o ospedali indipendenti sono pagati in base alla gamma di servizi di assistenza sani- taria che offrono ad un certo gruppo definito di popolazione.

4 Valutazione degli esiti. Per l’Ocse i sistemi sanitari sanno ancora poco su come l’assistenza sanitaria primaria contribuisce al mi- glioramento della salute delle perso- ne e dei servizi e come va incontro alle aspettative e alle esigenze delle persone, perché la maggior parte degli indicatori si concentra su input e utilizzo e le misure di outcome so- no limitate a ospedalizzazioni evita- bili per pazienti con patologie croni- che o a prescrizioni appropriate in ambito sanitario primario. Le valuta- zioni delle esperienze sono essen- ziali per migliorare la qualità dell’as- sistenza e garantire che i servizi sia- no in risposta ai bisogni e alle prefe- renze delle persone, ma vengono raccolte per confronti internazionali solo in 18 paesi dell’Ocse.

Come potenziare l’assistenza primaria: i suggerimenti dell’Ocse

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