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Academic year: 2022

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0828.720114 - unicosettimanale.it - redazione@unicosettimanale.it Anno XI n° 35 del 18 Settembre 2009

Editore: Calore s.r.l. Sede Legale: Via S. Giovanni, 86 - Villa Littorio - Laurino (Sa); Sede Redazionale: Via della Repubblica, 177 - Capaccio-Paestum (Sa) - Poste Italiane - Spedizione in a.p. - 45% - art. 2 comma 20/b legge 662/96 - Dir. Com. Business Salerno - Abb. annuale 25,00€

Lo è, innanzitutto, per quel grande contenitore di storia e di arte, che è il Centro Storico: un terrazzo spalan- cato sull’infinito del mare dei miti a conquista di oriz- zonti sconfinati, con in lon- tananza la Costa di Amalfi

ad ossificare paesi nelle rade paciose alle radici dei Lattari ed il gioiello di Capri, macchia terragna nelle acque delle Sire- ne.Dal Belvedere l’occhio spazia ad ampio raggio a conquista dell’ansa di Velia, culla del Pensiero Antico con Parmenide e Ze- none che riannodano i fili della Grande Filosofia fin lassù al Castello di Vatolla, dove, all’ombra di un ulivo sacro, Giam- battista Vico ideò e scrisse “La scienza nuova”, che rivoluzionò la cultura euro- pea dell’era moderna.

€ 1, 00

Alcatel, la vittoria

della battaglia

Il cinema, specchio sensi- bile degli orientamenti della società civile, presta molta attenzione a feno- meni socio-culturali di grande impatto sull’opi- nione pubblica. Al festival di Venezia è stata riserva-

ta molta attenzione a Videocracy - Basta apparire di Erik Gandini. La pel- licola la dice lunga sulle vicende che il paese sta vivendo e descrive il berlu- sconismo televisivo che rende gli ita- liani vittime di uno strumento molto pe- ricoloso.

Militanza ideologica e trasmissioni a tesi hanno favorito il costituirsi di un perfetto binomio tra intrattenimento te- levisivo e politica.

Funzionale a ben individuabili interes- si, esso è pagato a caro prezzo dal pub- blico per l’imporsi di un gusto vacuo e

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i l s e t t i m a n a l e d e l s a l e r n i t a n o

Valerio Calabrese a pagina 21

Marino e Silenzio tra

Puc e Paestum

Servizi

Oreste Mottola a pagina 6

CONTINUA A PAGINA2

N U N Z I A T E L L A

V

IABILITÀ

Nuova arteria per il Cilento

Una nuova arteria stradale per alleg- gerire il traffico sulla statale 18. E’

stato questo l’argomento del summit tenutosi giovedì presso il convento di Laurino alla presenza dell’assessore provinciale ai lavori pubblivi, Marcel- lo Feola. Campagna - Vallo della Lu- cania, è il tratto da farsi con fondi Fas e in base all’Accordo di reciprocità tra enti locali, condizione che accorgereb- be i tempi per accedere al finanzia- mento regione.

L’intesa con palazzo Santa Lucia, in- forma Feola, già c’è. Il protocollo d’in- tesa con l’assessorato regionale ai tra- sporti e viabilità è stato firmato a mag- gio.

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IL SELE

Feltri, Boffo e i cattolici

di Luigi Rossi

BATTIPAGLIA

CAPACCIO

Si chiama Rosaria Sabia una delle do- dici ragazze, l’unica della provincia di Salerno, ad entrare nella presti- giosa Accademia militare della Nun- ziatella di Napoli che, per la prima volta, ha consentito l’accesso alle donne.

Ha 16 anni, abita a Capaccio e la sua ambizione più grande è quella di di- ventare generale di corpo d’armata.

Rosaria, figlia di Pasquale Sabia, noto imprenditore di Capaccio e del- l’avvocato Rosita Ruggiero di Agro- poli, ha frequentato per due anni il liceo Piranesi di Capaccio Scalo e, da qualche giorno, ha iniziato il suo per- corso all’interno dell’Accademia,

C

APACCIO

-A

GROPOLI

Una ragazza, alla Nunziatella

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R OSARIA S ABIA

TRA LE

QUINDICI DONNE AMMESSE NELLA

A CCADEMIA

L

A PROPOSTA

Castellabate, città del libro

di Giuseppe Liuccio Nella mattinata del 16 settembre nei

palazzi del Parco si è riunito il Consi- glio Direttivo, l’organo democratico, per eleggere tre membri che assieme, al Presidente e il Vice, costituiranno la Giunta Esecutiva, l’organo governativo del Parco.

Dopo più di un anno di gestazione, co- minciata con la presidenza di Dome- nico De Masi, proseguita con Amilca- re Troiano, ecco che la giunta si mate- rializza a palazzo Mainenti di Vallo della Lucania.

È un risultato che porta acqua al muli- no di Troiano che, finora, ha dovuto ge- stire in modo monocratico l’ente parco.

Ovviamente, il parto non è stato indo-

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P

ARCO

C

ILENTO

/D

IANO

Una giunta per Troiano

di Giuseppe Scandizzo

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2 A t t u a l i t à N°35 del 18 settembre 2009

P ARCO C ILENTO /D IANO . Una giunta per Troiano

Alessandro, Carone e De Rosa la squadra

Giuseppe Liuccio su Castellabate

Libro, un premio per Gennaro Malzone

DALLA PRIMA

Alle spalle fa da quinta maesto- sa e solenne il Castello del- l’Abate, cuore pulsante del- l’evangelizzazione dei monaci benedettini della Badia di Cava, ma anche centro di potere poli- tico ed economico per la di- mensione geografica dei posse- dimenti e l’autorità di abati e monaci, che governarono anime, ma furono attenti anche al potere temporale, materializ- zato in porti ed attracchi difesi contro i corsari predoni e non solo, maneggiando con identi- ca disinvoltura croce e spada sulle “saette” veloci per i mari.

Là, ospite della famiglia Perrot- ti, Leoncavallo compose la splendida e notissima “Matti- nata”, ferito nel profondo dal- l’ispirazione dello spettacolo del panorama, unico ed irripe- tibile, a gloria di sole e mare. Di qui è passata la grande storia eternata in libri ponderosi da monaci colti e non solo.

Giù, lungo la costa, il territorio espone, con regale disinvoltura, bellezze da estasi di piacere, da Punta Tresino, mostro marino spiaggiato con la testa al cielo e coda e pinne nell’acqua, a Punta Licosa, dove la nenia della risacca canta lamenti di amore e morte della Sirena, gabbata ed umiliata nella sua forza di seduzione da Ulisse pellegrino.

Al centro Santa Maria esalta sto- ria di principato con quella villa sontuosa a margine di mare, dove i feudatari ricchi, potenti ed influenti accolsero regnanti e cardinali a vanto di casato, e San Marco conserva nei flutti

porti, navi ed anfore olearie, a memoria di dominio romano.

Su questo universo bello di gra- zia e di sorriso,, con i giardini pensili sul mare, ricco di storia grande e minuta, governa con intelligenza, passione e piglio decisionista quanto basta Co- stabile Maurano, sindaco eletto per due consiliature a riprova del suo radicamento sul territo- prio e dell’efficienza nella ge- stione della Cosa Pubblica. Ne ha dato una ulteriore testimo- nianza di recente, quando in una pubblica manifestazione in onore di Alfonso Gatto, che mi ha visto protagonista d’amore per un Amico e Maestro, ha co- municato di aver intitolato una strada al grande Poeta salernita- no nella ricorrenza del cente- nario della nascita, per le stra- ordinarie liriche dedicate al Ci- lento, tra cui una a San Marco di Castellabate, appunto. La manfestazione si è tenuta a Villa Matarazzo, un’oasi di serenità e di relax all’ombra di pini se- colari in pieno centro abitato.

La villa ricorda nel nome del primo proprietario un’altra pa- gina di storia cilentana, quella dell’emigrazione dei tanti, che, con il cuore in pena e gli occhi accesi di lacerante nostalgia, corsero la grande avventura della “fortuna” oltreoceano. La povera epopea dei senza patria e senza terra è stata esaltata da un altro illustre cittadino di Ca- stellabate, emigrante manco a dirlo,Costantino Ianni, in “Il sangue degli emigranti”, edito da Galzerano. A Villa Mataraz- zo si tiene da alcuni anni la

“Fiera del Libro Meridionale”.

Ideata e realizzata, con intelli- genza, impegno e notevoli sa- crifici personali dal Prof. Gen- naro Malzone, è cresciuta nel tempo per consenso di critica e per partecipazione di pubblico.

Ormai è un evento consolidato, anche se la Politica spesso lo snobba, preferendogli le sagre gastrodemenziali,passerelle della vanità e dell’incultura.

Gennaro Malzone ha resistito imperterrito, incassando anche qualche colpo basso, ed ha re- galato al Cilento una bella ini- ziativa,che ha contribuito note- volmente a far crescere lo spiri- to critico e la coscienza civile del territorio. E sì, perchè libro nell’accezione latina del termi- ne liber ha la stessa radice di li- bertà. Senza libri una società isterilisce e muore, con i libri cresce e matura nella consape- voilezza della libertà e, quindi, della dignità dei singoli e della collettività.

Ed è per questo che vorrei som- messamente suggerire al sinda- co di proclamare, in un consi- glio comunale pubblico e so- lenne, “Castellabate città del libro”, come orgoglio di identi- tà e di appartenza del territorio e dell’intero Cilento a questa ci- viltà della cultura codificata con i libri e nei libri, ed anche, per- chè no, come valore aggiunto per una offerta turistica di qua- lità sui mercati nazionale ed esteri.

Questa scelta implica una serie di impegni

1- una programmazione di eventi culturali disseminati lungo tutto l’arco dell’anno;

2- la istituzione di una bibliote-

ca ben fornita con la partecipa- zione generosa di tutti gli edito- ri che nel corso degli anni hanno partecipato alla “Fiera”, biblioteca che possa diventare punto di riferimento di studiosi, intellettuali e, soprattutto, stu- denti del territorio;

3-recupero, catalogazione, va- lorizzazione ed esaltazione dei Beni Culturali e della Grande Storia del territorio, a comiciare dal monachesimo (Cava che nel 2011 celebra il millennio della Badia non può e non deve igno- rare Castellabate e destinargli ri- sorse, che sono cospicue, per eventi significativi sul territorio cilentano);

4- Destinare una “Festa” anche al libro e per il libro con

“Premi” significativi ai “lavora- tori” del prodotto librario:tipo- grafi, correttori di bozze, re- sponsabili dell’editin e, natural- mente, editori: un premio unico ed originale nel suo genere e che non esiste nel pur vasto pa- norama del “premificio” nazio- nale. Il tutto dovrebbe essere or- ganizzato con rilievo per l’edi- zione del “ventennale” per co- ronare degnamente il lavoro, tanto proficuo qianto silenzio- so, di Gennaro Malzone, per il quale propongo, fin da adesso, un prestigioso riconoscimento pubblico per la sua opera per la cultura del Cilento e per il Ci- lento.. Che ognuno faccia la sua parte, nell’ambito delle proprie funzioni e ruoli.

Io, per quel poco che conto e valgo, sono pronto a fare la mia. Giuseppe Liuccio g.liuccio@alice.it Il ritrovamento tra la Calabria e la

Campania di una nave carica di fusti radioattivi allarma i sindaci del Basso Cilento. Il relitto, indivi- duato a pochi chilometri di di- stanza da un´altra nave affondata, la Jolly Rosso, denominata la nave dei veleni, si trova a venti miglia nautiche al largo delle coste cala- bresi, una trentina dal golfo di Po- licastro, ed è stato ritrovato grazie al racconto del collaboratore di giustizia Francesco Fonti. Il penti- to ha riferito alla Procura di Paola di trenta navi cariche di fusti di scorie radioattive fatte affondare non troppo lontano dalle coste campane.

«Siamo molto preoccupati – ha di- chiarato Romano Speranza, sin- daco di Centola-Palinuro – le no- stre coste non sono molto distanti da quelle calabresi. E nei nostri comuni da qualche anno, inspie- gabilmente, sono aumentate le morti per tumori. Servono studi specifici. Confido nel lavoro della magistratura».

Nel 2005 l´allora procuratore di Vallo della Lucania Alfredo Greco indagò su quelle morti: «Nell´os- servare alcuni dati dell´Asl – ri- corda – rimasi sconvolto per il nu- mero elevato di decessi per tumo- re. Aprii un´inchiesta per accerta- re l´eventuale deposito di scorie radioattive in discariche della zona. Le indagini furono effettua- te solo a terra». Ora l´attenzione si sposta in fondo al mare. «Anche a Camerota – dichiara il sindaco Domenico Bortone – c´è tanta gente che muore di tumore. Il rin- venimento di fusti radioattivi ci preoccupa ma non credo ci sia bi- sogno di fare allarmismo. Chiede- rò indagini epidemiologiche». Pre- occupato anche Vito D´Agostino, sindaco di Sapri: «La notizia di questi fusti radioattivi ci impone molta prudenza. Nel mio comune non ci sono stati molti decessi per tumori ma dalle ultime notizie siamo rimasti scossi. Solleciterò controlli lungo il litorale».

E continuano le indagini del pro- curatore di Paola, Bruno Giorda- no: «Il ritrovamento della prima nave è un notevole passo in avan- ti – spiega il procuratore – le ri- cerche tra Campania e Calabria continuano.

In questo tratto di mare navigano numerosi pescatori, anche dell´in- terland napoletano. Mi rivolgo a loro per chiedere collaborazione.

Chi sa parli». Toccherà invece agli uomini della Guardia costiera di Cetraro, diretti dal tenente di va- scello Giuseppe Turiano, visiona- re i filmati dei fusti radioattivi ef- fettuati dal robot.

Allarme per la nave dei veleni

C

ILENTO

lore a causa delle diverse posi- zioni presenti in consiglio.

Spetterà al presidente e al suo vice, il compito di garantire tutti nella programmazione che si andrà a progettare. In- fatti, dopo un preconsiglio a porte chiuse nella sala del Pre- sidente e un consiglio inter- mezzato da una sospensione di venti minuti richiesta dai consiglieri, sempre a porte chiuse, si è arrivati alle vota- zioni. Hanno pubblicamente espresso l’intento di candidar- si solo tre consiglieri, gli stessi che risulteranno poi effettiva- mente eletti: Francesco Caro- ne, Donato De Rosa e Teresa Alessandro. Esposito, uno dei consiglieri papabili, prende la

parola per ringraziare il Presi- dente della proposta di candi- datura. Il prof. Emanuele Sal-

sano ci tiene a giustificare la sua astensione al voto in dis- senso con il criterio di scelta delle candidature. Anche Gi- rolamo Auricchio si astiene dal voto, oltre al Presidente che lo fa per ragioni di imparzialità.

Ai componenti della giunta la

responsabilità di affiancare Troiano nell’azione di recupe- ro di credibilità di un ente che sembra essersi svegliato dal le- targo in cui si era appisolato per troppo tempo. L’opera po- sitiva svolta finora è da accre- ditarsi alla sola volontà del presidente che ha saputo pren- dere in mano il testimone la- sciato da De Masi, rimotivan- do la struttura organizzativa e creando le condizioni per un confronto costruttivo con il ter- ritorio. Con il supporto della giunta è arrivato il momento di predisporre un piano orga- nico di rilancio che vada oltre l’emergenza della contingen- za.

Giuseppe Scandizzo

DA SINISTRATERESAALESSANDRO, FRANCESCO CARONE

E DONATODEROSA

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A t t u a l i t à

N°35 del 18 settembre 2009 3

DALLA PRIMA

sguaiato, che ha fatto la fortuna di personaggi discutibili, i quali hanno contribuito ad addor- mentare le coscienze e far ab- bassare la soglia di rigetto mo- rale come reazione all’imbar- barimento dei costumi. Intanto la stampa estera ha riproposto un’altra puntata del nostro tea- trino della politica per il grande risalto dato alle dimissioni di un giornalista “ultima vittima”

del premier, così l’edizione on- line del “New York Times”. No- nostante ciò, si è appreso che alla festa dei giovani del Pdl il premier avrebbe detto - il con- dizionale è d’obbligo per evi- tare l’accusa di fraintendimen- ti, come è capitato al presiden- te della Camera stando all’ulti- ma smentita, per la verità resti- tuita al mittente – “Per le ra- gazze è obbligatorio lasciare il numero di telefono”, frase infe- lice per le becere evocazioni e che ha meritato la piccata ri- sposta della giovane simpatiz- zante impegnata a porre una domanda. Questo modo di estrinsecare il proprio pensiero cedendo a battute che sembra- no spot pubblicitari ha deter- minato ulteriori imbarazzi al paese durante il recentissimo

incontro italo-spagnolo, con- clusosi con una lezione di “bon ton” da parte di Zapatero, che ha taciuto, per cortesia istitu- zionale, di fronte ai dieci mi- nuti di esternazioni, un “recital di cattivo gusto e di machismo”

che non ha fatto arrossire sol- tanto il premier spagnolo.

Il Presidente del Consiglio con- tinua, imperterrito, la frenesia delle battute che sanno d’im- prudenza o di provocazione e che inducono a dar ragione alla moglie circa una sua non per- fetta condizione di salute.

In effetti il paese paga lo scotto per la mancanza di coerenza tra abitudini individuali e di- chiarazioni pubbliche del suo ceto politico, un fatto non di destra o di sinistra, né tanto meno di centro, ma una situa- zione che dovrebbe far ergere tutti a custodi di un minimo di dignità e di coerenza. Solo così è possibile superare stereotipi che accompagnano ogni paese, ma che per noi risultano più duri a morire perché non si rie- sce a smentirli con comporta- menti coerenti. Ad esempio, s’invoca per se stessi e per la propria parte politica il garanti- smo, da rispettare sempre e co- munque, mentre per l’avversa-

rio si ricorre alla gogna condi- ta con dossier di oscura prove- nienza, quasi una sorta di sport nazionale. Perciò a Londra il

“Times”, in concomitanza con l’8 settembre ricorrenza del- l’armistizio, ha evocato una sorta di guerra civile dopo l’at- tacco del “Giornale” a Fini, se- gnale di profondo malessere al- l’interno della maggioranza, la quale sembra ritenere impro- ponibile ogni manifestazione di civile dissenso per salvaguar- dare una amalgama populista nostalgico della deferenza acri- tica verso il capo. Riteniamo, perciò, che da una parte sia giusto far cessare la martellan- te campagna contro un premier descritto sempre più come po- tenziale protagonista di novel- le alla Boccaccio, dall’altra egli dovrebbe pronunziare una pa- rola definitiva e calmare il suo potente gruppo editoriale che sforna veline per imbavagliare gli avversari. Rimangono però i fatti dei quali deve rispondere anche chi ha dichiarato di non essere un santo.

Circolano in questi giorni i ver- bali di un imprenditore di nuovo conio, appartenente alla lunga teoria di personaggi ai quali il mondo intero deve la

crisi economica più grave dal 1929. Figli della finanza crea- tiva e degli utili gonfiati, costo- ro ritengono codice deontolo- gico e comportamenti etici una variabile indipendente ed op- zionale rispetto ad una vita fatta di feste, nelle quali centro dell’attenzione e dell’interesse sembrerebbe essere la corru- zione dei potenti ricorrendo agli strumenti di seduzione più vecchi del mondo. Sul “Corrie- re della Sera” del 10 settembre a p. 6, leggendo le dichiarazio- ni di questo signore emerge un quadro talmente sconfortante che, per amor di patria, ci au- guriamo, se non falso, almeno risulti esagerato per fini di au- todifesa.

Non c’è bisogno di togliere il tricolore a palazzo Grazioli, come propone l’onorevole Gentiloni, essendo dimora pri- vata di un uomo pubblico, ma non mi pare che sia irresponsa- bile, come invece fa capire l’onorevole Bondi, pretendere un po’ di chiarezza. Certamen- te non si può far luce su tutto questo mondo con le sole bat- tute alla D’Alema, il quale si è difeso da accuse in parte simi- li sostenendo di limitarsi ad an- dare solo a cena, senza chie- dersi però con chi e come viene pagata!

Le accuse mosse non sono ve- nialità dal facile perdono uti- lizzate da avversari politici sempre più deboli nel trovare argomentazioni veramente in- teressanti ed utili per il bene del paese. E’ un segno eviden- te che a latitare è proprio la po- litica, malgrado l’invito alla ra- gionevolezza più volte manife- stato dal Presidente della Re- pubblica.

Ma è veramente difficile ritor- nare alla politica se il suggeri- tore più ascoltato del premier oggi sembra essere il suo avvo- cato personale, già questa una anomalia tutta italiana per aver- lo candidato al Parlamento. In- fatti, l’avvocato onorevole a volte sembra essere molto av- vocato e poco onorevole nel- l’uso di un lessico adeguato per codici e pandette, molto meno felice per l’”utilizzatore finale”

che dovrebbe essere il pubblico che vuol capire. Se egli è di- ventato il grande suggeritore dell’agenda politica del paese, come si è interrogato Pieluigi Battista sul “Corriere”, allora veramente siano scesi al livello del cavillo giuridico e la peni- sola è precipitata ancora una volta nella logica del puntiglio come nella lunga e superata stagione del teatro barocco.

Ciò è possibile anche perché sovente i giornalisti o, almeno, alcune testate, danno la sensa- zione di vendere i propri letto- ri alle forze politiche di riferi- mento, pronti ad invocare una

libertà di cronaca a senso unico, che mette a riparo dal- l’obbligo di fornire le prove di quanto si afferma, soprattutto quando si fruga impunemente nella vita privata di chi è og- getto dell’articolo. Un esempio è fornito proprio dalla vicenda dell’ex direttore di “Avvenire”

Dino Boffo, che ha dato le di- missioni dopo la circolazione di una velina la cui utilizzazio- ne ha procurato due denunce e l’apertura di due inchieste per l’ipotesi di reato di accesso abusivo a sistema informatico e di falsificazione di atto pubbli- co. Non si conosce il nome di chi ha estratto il certificato dal casellario giudiziario. Per pro- cedere in tal senso occorre di- gitare una parola chiave cono- sciuta soltanto da magistrati, personale dell’amministrazione pubblica autorizzato, forze del- l’ordine e servizi segreti.

Che dietro la vicenda ci si an- cora l’ombra di elementi rici- clati appartenenti ai famigerati servizi deviati, causa di tante tribolazioni per la patria in que- sti decenni?

Come cristiani non possiamo assistere indifferenti a tanto sfa- scio. Né pensare, con molta ipocrisia, che la soluzione di tutti i problemi delle giovani generazioni, immerse nella crisi dei valori respirati in un si- stema scolastico la cui propo- sta formativa lascia molto a de- siderare, sia nel ripristino del voto in condotta e nella minac- cia del 6 come discriminante tra promozione o bocciatura.

Se i modelli di vita loro propo- sti e ingigantiti dai media sono identificabili con quanto evo- cano i verbali di un imprendi- tore indagato abbiamo l’obbli- go della presa di posizione cri- tica e dell’impegno a porre ri- paro ritornando con coraggio ad un linguaggio di chiarezza.

Il nostro deve essere veramen- te un Sì Sì, No No perché mai come nei casi ventilati in pre- cedenza tutto il resto viene da mammona. In tal modo la chie- sa può rendere ancora oggi, come in passato, un servizio alla collettività. Nei momenti di maggiori difficoltà per l’Italia, i cristiani hanno assicurato al mondo politico ed al ceto diri- gente di vertice coscienze for- mate, mettendo a disposizioni dell’Italia uomini rettamente orientati per senso civico, se- gnalatisi per rigore personale e mitezza nella relazionarsi con gli altri.

Se si consente a protagonisti in grado di parlare soprattutto at- traverso la qualità della loro vita di emergere, è possibile impedire un ulteriore e più pe- ricoloso sfilacciarsi del tessuto sociale del paese, evitandogli un progressivo imbarbarimen- to.

Spiritualità e Società di Luigi Rossi

Dignità e chiarezza nelle news italiche

DALLA PRIMA

Alla presenza del consigliere provinciale Pasquale Caroccia, del presidente del Parco nazio- nale del Cilento e Vallo di Diano, Amilcare Troiano, e dei sindaci, gli amministratori ed i tecnici dei comuni di Castel San Lorenzo, Felitto, Monte- forte Cilento, Magliano Vetere, Stio, Campora, Sacco, Piaggi- ne, Valle dell’Angelo, Laurino e Moio della Civitella, l’asses- sore ha delineato il progetto che interesserà i comuni di Bel- losguardo, Aquara, Controne, Castelcivita, Postiglione, Serre, Campagna, Ottati e Roccada- spide. Il fine, ora, è accelerare le procedure.

“E’ evidente la rilevanza della nuova arteria di collegamento, alternativa all’asse viario tra Vallo della Lucania ed Atena Lucana, che consentirebbe di decongestionare il traffico sulla Tirrenica Meridionale (ss18, nda) - ha commentato l’asses- sore provinciale - e di incre- mentare l’accessibilità dell’area interna del Cilento, valoriz-

zando naturalmente il Parco nazionale e soprattutto ponen- do un argine al fenomeno di spopolamento dei piccoli co- muni interni”.

La tratta, ha terminato Feola, includerebbe anche il primo lotto della Fondovalle Calore,

“che è già appaltato nonché il secondo lotto che è in fase di fi- nanziamento e sfrutterebbe il primo lotto dell’Atena-Vallo che è in corso di aggiudicazio- ne”. Nuove (o rinnovate) infra- strutture il cui annuncio non è

passato inosservato in quei co- muni che, trovandosi tra le due tratte di maggiore collegamen- to con il Cilento (quella da rea- lizzarsi e la Ss18), si trovereb- bero fuori - o solo lambiti in maniera leggera - dal traffico veicolare, turistico e commer- ciale.

Eboli, e in particolare il centro città, potrebbe essere uno dei comuni out, considerato il fatto che la Tirrena meridionale at- traversa la zona periferica del territorio.

C ILENTO E V ALLE DEL C ALORE

Più vicine con una nuova strada

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A t t u a l i t à N°35 del 18 settembre 2009

4

Un giovedì mattina a Paestum, quando l’estate non è ancora fi- nita – così com’è il refrain del- l’insonne conduttore irpino di Rai Uno – e l’autunno non è an- cora incominciato.

Claudio il parcheggiatore è lì a chiedere l’obolo. “Nun c’è cchiù nisciuno”, commenta infastidi- to. Interno dell’area archeologi- ca, nella parte terminale di viale Magna Grecia. Le lingue che si sentono sono di inglesi, olande- si e tedeschi. Gigi Di Fiore, gior- nalista/inchiestista di vaglia e scrittore affermato, in forza alla redazione centrale de “Il Matti- no” è qui per un reportage. “Vo- glio comportarmi come un nor- male turista”, chiede. Niente appuntamenti prefissati, si na- viga a vista.

EPOCA, PUBBLICITA’

ABUSIVA

Il primo impatto è con “Epoca”, il nome dell’agenzia agropolese di pratiche automobilistiche che ha i manifesti che fanno capoli- no direttamente dalla recinzio- ne dell’area archeologica di Pae- stum ed altri, sempre della stes- sa, si possono vedere in un tom- bino. Vabbè, quisquilie da vigi- li urbani ed ufficio comunale af- fissioni. Il giornalista napoleta- no, reduce da Pompei, va avan- ti ed è incuriosito dall’organiz- zazione delle guide turistiche.

“Nessun fenomeno d’abusivi- smo e né episodi di tariffe au- mentate, anzi, - racconta Anna Caramante, efficiente punto d’informazione dell’Azienda di Soggiorno e Turismo – qui rac- contano d’episodi opposti”.

Non c’è il tempo di conoscere l’attore non protagonista di

“Pani e tulipani” e conferenzie- re nelle migliori università ame- ricane e tedesche, Nunzio Da- niele. Sentiamo però gli ap- plausi che un gruppo di turisti tedeschi gli concede alla fine della visita nel Museo. Siamo così nella casa della “governa- trice” di Paestum, Marina Ci- priani, che non c’è per impegni scientifici (un congresso in Gre- cia).

I FONDI CON IL CONTAGOCCE A sostituirla è un molto cortese ma timido - sospettoso Gianni Avagliano. “Nel 2008 - raccon- ta – non c’è arrivato un euro per la manutenzione dell’intera area archeologica. Ora stiamo

ultimando le gare d’appalto per spendere 250 mila euro”. Alla fine della stagione turistica?

“Per due anni – ribatte – ci siamo arrangiati con poco più di 50 mila euro e turni con due operai. Capirete che con questi soldi forse si può pulire i giar- dini di un paio di condomini.

Invece qui parliamo di un’area archeologica di 22 ettari, cinta da 5 chilometri di mura, con una superficie complessiva di 122 ettari”. Ed il Museo come se la passa? Anche peggio. “I fondi a disposizione – aggiunge Ava- gliano mentre raggiungiamo il suo ufficio – non bastano nem- meno per la più stretta delle or- dinarie amministrazioni. La bolletta Enel è in media di 16 mila euro ogni due mesi. Per 5 mila metri quadrati di un Museo che conserva i reperti di uno dei siti archeologici più im- portanti del mondo è previsto un monte ore quotidiano di sette ore”.

QUEI CAMPI DI MAIS E la questione che Gillo Dorfles solleva ogni anno dalle colonne nazionali del “Corriere della Sera” relativa ai campi di mais che, all’interno delle mura mo- numentali, continuano a far da sfondo ai templi come al Museo? “Quest’anno è andata bene – ammette Avagliano – ab- biamo acquisito 12.600 mq alle spalle del tempio di Cerere ot- tenendo una zona omogenea dalle mura alla zona archeolo- gica”. La Soprintendenza vole- va anche un paio di palazzotti

nelle adiacenze del museo, le proprietà Di Foggia e Di Maria, qui però non c’è stato niente da fare. “Si sono confrontati ag- guerriti studi legali privati con gli uffici interni dell’ammini- strazione statale, non c’è stata partita”, ci sussurrano nei pa- raggi. Accanto alla fondazione Lebano che vuole vendere ecco le Curie Vescovili di Salerno e

Vallo della Lucania proprietarie d’altri appezzamenti dai quali ricavano canoni d’affitto para- metrati a due secoli fa: 100 euro.

“Questi aspettano solo l’offerta dallo Stato. Pretese minime”, ammette Avagliano. Non è così per gli altri.

Qui ci sono i più bei nomi del- l’aristocrazia terriera capaccese:

Barlotti, Franco e Salati. Di La-

scio è legato alla gestione delle proprietà Lebano. Sentita a Ca- paccio qualche voce discorde?

Mai. Il cronista si ricorda anco- ra di un politico ancora oggi di riferimento che prima si espres- se a favore dell’idea di Dorfles (esproprio dei terreni agricoli e nuovi scavi) e poi lo rincorse per far cassare quell’afferma- zione. Pentito, subito.

PALAZZO LEBANO, IL COMUNE ASPETTA I SOLDI C’è anche il palazzo Lebano, a ridosso del vicolo delle Taver- nelle, è già del comune che la- menta di non riuscire a reperire i finanziamenti per avviarne il recupero. Lo status di “proprie- tà privata” blocca anche l’ipote- si di recupero delle vestigia ro- mane di Porta Marina. “Quante volte puoi mai vedere que- st’area archeologica? Due…

forse tre. Da bambino ti ci por- tano i genitori, poi la scuola e, se davvero ti appassiona, ci torni da giovanotto. Poi, stop, qui è tutto uguale”, riflette Nunzio Daniele, che a Bruno Bambacaro contende – in gran- de amicizia – il titolo d’uomo – immagine della Paestum post anni Duemila. “Qui però si sta bene, si respira, c’è il mare..”, ci rassicura Gigi Di Fiore. “Ad Er- colano, Pompei, invece…”. Non basta. Servirebbe una nuova campagna di scavi con l’aper- tura di nuovi musei. Rinviamo ad un’altra trattazione i capito- li relativi all’uso dei finanzia- menti del Grande Attrattore Paestum – Velia. In attesa della visita guidata che più volte Ma- rina Cipriani, indispettita dalle accuse qui e là piovute, ha pro- messo per diradare, “sul campo e non sulle carte”, assai veleno- se polemiche.

L’EX HOTEL AMBASSADOR Sempre a gettare altri cerini sulla benzina ci si è messa l’am- ministrazione provinciale, ma già quella di Villani, con il capi- tolo dell’ex Hotel Ambassador – sorto in piena area 220, off li- mits alle nuove costruzioni, ma dove oggi c’è una scuola alber- ghiera pubblica. “La legge Za- notti Bianco non è abrogata e non prevede eccezioni di quel tipo. Che si fa?”, si fa sapere in ambienti assai vicini alla So- printendenza.

1/Continua

Oreste Mottola

P AESTUM . L’eterno scandalo dei campi mais che coprono i reperti archeologici

Fondi col contagocce per la manutenzione

SOPRA LA PUBBLICITÀ ABUSIVA SULLA RECINZIONE DELLAREA ARCHEOLOGICA.

A DESTRA I RESTI DI UN ARCO DELLANFITEATRO ROMANO SEPOLTO

SOTTO LA STRADA

I CAMPI DI GILLO DORFLES

“…Sono davvero molti anni ormai, che mi chiedo — e chiedo agli specialisti e alle autorità locali — come mai la solenne città di Po- seidonia sia ancora per più della metà sottoterra, anzi sotto il gran- turco che la ricopre. Come mai non possiamo ammirare gli altri settori dell’antica città greca anche nel suo quartiere degli affari, delle botteghe e delle abitazioni? E come mai dell’anfiteatro solo un terzo appare visibile al di là della strada asfaltata, che ancora interrompe a mezzo la città? Perché tutto il resto sta esso pure sotto le «proprietà private» che, ovviamente, potrebbero — anzi dovrebbero — essere requisite o comunque liberate da ogni inter- ferenza data la ineffabile importanza di questo «sito archeologi- co»; certo il più solenne di tutta la Magna Grecia? Credo che nes- suna scusante tecnica o politica possa giustificare questo stato di cose…”

Gillo Dorfles

“Il Corriere della Sera” del 25 luglio 2009

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C a p a c c i o N°35 del 18 settembre 2009

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L A SETTIMANA DELLA POLITICA . Pasquale Quaglia verso il centrodestra?

Le spine dei debiti della società di servizi ed il Puc

“A Pasquale Marino l’avevo avvertito che non poteva gesti- re da solo la complessa partita della società di servizi in house.

Lui si è creduto un Unto dal si- gnore, non mi ha ascoltato, ed eccoci nei guai con questa pre- tesa del socialismo municipale anche da noi”. Lo sfogo appar- tiene a Giuseppe Troncone, il generale dell’esercito n pensio- ne che guida l’assai poco guer- reggiante opposizione consilia- re a Capaccio.

Con l’eccezione di Troncone, ovviamente, che fa quel che può arrivando a mettere su In- ternet quinta late di delibere, determine, lettere e relazioni. Si ricomincia da qui, dopo l’esta- te che qui blocca tutto, da Puc, gestione della società di servizi e manovre di riposizionamento del ceto politico una volta tutto a sinistra e che ora guarda in- teressato a destra sono le nuove spine del “sindaco della gente”. Sul Puc siamo all’“Avanti Savoia”, come si gridava durante le cariche della cavalleria di una volta, dando

velocità alla mano del profes- sore Forte (l’urbanista napole- tano che ci lavora fin dal 2002).

Pasquale Marino questo stra- maledetto Puc lo vuole, mentre Paolino potrebbe non mettersi più di traverso se venissero ac- colte certe sue posizioni. Dal fronte più decisamente politico lo scontro nazionale all’interno del centrodestra Berlusconi – Fini – Feltri qui si traduce nel duello Farro – Di Sirio – Enzo Sica – Marco D’Auria rischian-

do di far pre- maturamen- te implodere l’Asse politi- co al quale si accinge ad accodarsi Pa- squale Qua- glia (già pre- sidente del Consorzio di Bonifica Pae- stum). Qua- glia vira a destra perché è da quella parte politica che vuole essere appoggiato nelle imminenti elezioni con- sortili. Sono i “granai” d’Alta- villa, Albanella e Fonte di Roc- cadaspide che gli fanno gola e sono tutti guardati a vista da nomi come Rosario Gallo, Giu- seppe Capezzuto e Mario Miano, tutti recentemente col- piti, come Saul sulla via di Da- masco, dal nuovo Verbo. Qua- glia va all’attacco di Roberto Ciuccio, assessore ai lavori pubblici di Pasquale Marino, che vuol sedersi sulla sua ex poltrona.

LA SOCIETA’ DI SERVIZI L’imprevisto “colpo di scena”

si registra nella vicenda della srl “Capaccio – Paestum ser- vizi” con un uno – due non da poco. Il sindaco incassa le

“dimissioni volontarie” del tandem Velia Cursaro – An- gelo Quaglia e nomina Pa- squale Silenzio nella doppia figura di Amministratore Unico e Direttore Generale.

L’esperto Silenzio, come suo primo atto, si mette con le spalle al sicuro con una rela- zione sullo stato patrimonia- le che trasmette a tutti i con- siglieri comunali. “Allo stato risulta una situazione ri- schiosa per quanto riguarda la società Interim 25, relativa ai versamenti contributivi.

Nel caso specifico – avverte Silenzio – si terrà una con- dotta vigile e responsabile”.

Non vi sarebbe traccia, a quanto è dato sapere, anche del tfr (il salario differito, la cosidetta liquidazione) che i lavoratori avrebbero dovuto percepire a giugno scorso.

“Interim 25” è una società di Bari di somministrazione la- voro (assume e licenzia per

conto terzi) e che non esita a dire al comune che deve avere ancora quasi 200mila euro di spettanze. “Ed altre spettanze potrebbero saltare presto fuori e c’è il rischio – avverte Tron- cone – di un raddoppio del de- ficit”. Ed a pagare saranno le casse comunali. Per Troncone anche la posizione di Pasquale Silenzio è discutibile in punta di diritto: “Indossa contempo- raneamente due vestiti, quello di controllore e controllante”.

PUC

Il punto di maggiore scontro, trattandosi di Capaccio, è sem- pre quello dell’assetto urbani- stico disegnato dal Puc. Qui è sembrato che il sindaco (Pa- squale Marino) ed il presiden- te del consiglio comunale (Paolo Paolino) per qualche mese perseguissero disegni di- versi. Marino voleva portare a casa il risultato (un nuovo Puc) e Paolino voleva buttare per aria il tavolo (revocando l’inca- rico al tecnico incaricato, il pro- fessore Francesco Forte). Ad un certo punto la distanza delle due posizioni aveva fatto addi- rittura pensare che in gioco ci potesse essere la stessa soprav- vivenza della consiliatura e sin- dacatura. La dialettica sembra ora archiviata a semplice gioco delle parti con Paolino che preme su Forte affinchè il punto di compromesso (velo- cizzazione del Puc ed accetta- zione delle linee tecniche d’in- dirizzo della maggioranza) non incontrino quelle resistenze che l’urbanista – cattedratico atte- sta su di un piano squisita- mente tecnico – legale – pro- fessionale. Forte dice: datemi le indicazioni che mi possano far capire realmente, ed al 2008, lo stato non solo del “già costrui- to” ma anche degli “impegni”

di volumetria edilizia, residen- ziale, industriale, commerciale ed agricola già realizzata che sia stata condonata, o per la quale l’Utc abbia attestato la le- gittima condonabilità. Forte vuol dire anche perimetrazio- ne, consistenza e caratteri degli insediamenti abusivi. Insom- ma, va mettere la mazza in una serie di vespai ancora aperti e sanguinanti e che probabil- mente sono fondamentali nel mantenimenti di certi equilibri politici. Per Forte le prese di

posizione di Paolo Paolino sono “confuse” e “contraddit- torie”. Così come balza agli occhi l’accusa di “agnostici- smo” – rivolta sempre a Paoli- no - nei confronti degli obbli- ghi di tutela dell’ingente patri- monio archeologico di Pae- stum. “Meraviglia che le più alte responsabilità comunali – mette nero su bianco il profes- sore Forte – ritengano che il pa- trimonio Unesco dichiarato di rilevanza mondiale, ed i siti d’interesse comunitario possa- no essere tutelati con la per- missiva disciplina edilizia del- l’uso agricolo vigente in Cam- pania, i cui effetti sul territorio sono già riscontrabili sul terri- torio comunale”. La matita rossa del professore tocca anche i progetti di nuova edili- zia prevista per Cannito. “Mi state facendo perdere tempo.

Pagatemi i danni”, sembra dire l’urbanista. Per la verità il con- siglio comunale, con la delibe- ra 65/2008, era corso ai ripari, fornendo tutte le chiarificazio- ni richieste. Forte non le aveva giudicate sufficienti ed aveva mosso altri rilievi. “Le sue os- servazioni – gli scrive allora un irato Pasquale Marino – meri- tano una puntuale disamina per la loro gravità e tendenzio- sità, forse miranti a precosti- tuirsi giustificazioni in sede di un eventuale contenzioso”. Il tavolo, come si vede, traballa vistosamente.

Si controbatte anche all’accusa di lassismo in materia di tutela delle risorse archeologiche: “La posizione del Consiglio comu- nale è chiara: solo i vincoli ob- bligatori per legge e non altri vincoli non previsti dalla legge”. Il concorso internazio- nale d’idee per la riqualifica- zione dell’area “bianca” pro- tetta dalla legge 220 ha sposta- to in avanti la questione, sot- traendola alla discussione lo- cale, così come a Forte è stato offerto il ramoscello d’ulivo di una continuazione dell’incari- co di tecnico “redigente” il Puc.

Basterà tutto ciò per avere il nuovo strumento urbanistico a disposizione e, soprattutto, a non allungare ulteriormente i tempi? Lo sapremo presto, forse già dalle prossime due, tre settimane.

Oreste Mottola

C ULTURA . Dora Amato e il libro di sè

“Ho chiuso l’uscio”

La poesia è l’essenza della vita.

Quando, poi, una vita si racconta in versi è il momento dell’esaltazione della parola da cui tracimano vissuti e sentimenti.

Dora Amato, giornalista, scrittrice e, soprattutto, donna fedele a se stessa e ai suoi affetti ha voluto e saputo rac- contarsi e raccontare la sua vita, e quelle delle persone che hanno con- tribuito a renderla quella che oggi è, in “Ho dischiuso l’uscio”, un libro che sa tenere compagnia.

Al momento della presentazione al pubblico ha voluto essere lei stessa a declamare i versi che ha composto.

Non era scontato che ci riuscisse senza farsi tradire dall’emozione. In- vece, è risultato un vero e proprio spettacolo vederla e sentirla ritrovar- si nelle parole che lei stessa ha messo insieme per esporre agli altri il pro- prio io. Gli amici e i curiosi ospiti della bella struttura che è il lido Dum Dum, di Biancaluna Bifulco, hanno molto apprezzato la performance di Dora che ha ben messo in “scena” se stessa. Biancaluna e Francesco D’Episcopo, che le sedevano a fianco,

non hanno che potuto assolvere al ruolo di felici “comparse” e testimo- ni con i loro lodevoli e apprezzati in- terventi di commento e accompagna- mento. Il libro (edizioni Intra Moe- nia) va letto di getto e poi, col tempo, riaperto a caso e gustato a piccole dosi.

Questo aiuterà il lettore ad essere pro- tagonista in quelle pagine che Dora ha regalato, prima a sé e poi a tutti noi.

DA SINISTRACIUCCIO, MARINO ETARALLO

DORAAMATO

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C a p a c c i o

N°35 del 18 settembre 2009 7

Dietro ogni splendida realtà si nasconde sempre qualcosa. Solitamente dietro il bello si nasconde un grande lavoro, un minuzio- so e acuto progetto. Una delle meraviglie del Mondo è indubbiamente l’area archeo- logica di Paestum. Cosa c’è dietro questo spettacolo immutabile da secoli? Cosa c’è oltre le mura antiche? La risposta è banale, la Stazione Ferroviaria. Se non si vive nello stretto raggio della cinta muraria o non si è uno sfortunato turista, raramente capita di usufruire della suddetta.

Quelli che la vivono per lavoro e per turi- smo, la dipingono brutta, sporca e cattiva. Il perché è scontato. Il giudizio sulla Stazione di Paestum, è nel racconto di chi la stazio- ne la conosce e la vive ogni giorno. Le no- stre domande sono state indirizzate quindi a: Tassisti, operatori dell’informazione, turi- sti e visitatori, che hanno espresso le loro opinioni, al sole di una bella mattina di set- tembre. Vi raccontiamo la Stazione di Pae- stum vista attraverso i loro occhi. All’arri- vo si può notare che la stazione è stata pri- vata della sua porta e delle sue finestre, qualcuno in una passeggiata notturna avrà avuto voglia di appropriarsene e a quanto

pare senza opposizione alcuna ha potuto farlo.

Questo implica, ci suggerisce un tassista dal- l’aria demotivata, un bisogno non di mag- giore sorveglianza. La vita notturna di una piccola stazione, come quella di Paestum, meraviglia e sconvolge chi abita e passeg- gia per le vie dell’Antica Città. Non tutti

hanno voglia di raccontare ciò che vedono, forse per noia, forse per disagio, forse per quieto vivere, ma… attenzione ad adden- trarvi in una camminata notturna. Il bisogno di sicurezza, espresso da chi lavora all’In- fo-point, dai tassisti e dagli stessi turisti, non fa certo riferimento alle porte rubate. Le vio- lenze tentate o perpetrate ai danni di giova- ni donne, non sono solo indegno ed ese- crabile fenomeno delle più grandi e rino- mate stazioni italiane, ma che capitano anche alla Stazione di Paestum, però nessu- no ne parla, per paura di ritorsioni. Il mal- contento è comune. I pendolari vorrebbero una stazione degna di portare una tale nome: “un’edicola, un caffè, una bottiglia d’acqua è forse chiedere troppo”? I turisti, poveri loro, chiedono il minimo indispen- sabile, ad esempio di non rischiare la vita per arrivare alla pensilina di fronte alla sta- zione, situata proprio in una doppia curva in stile go-kart. Fortunatamente però, un pic- colo barlume di speranza s’intravede nel buio dell’abbandono, da pochi mesi, all’in- gresso della Stazione c’è un pannello, che ti- tola : “Infopoint”. Era ora!! Grazie all’im- pegno e all’idea dell’Associazione Cultura-

le Leonardo, i nostri turisti dallo scorso 23 Luglio usufruiscono di un puto informativo, una novità per il nostro paese, ma scontato altrove. Parlando con il presidente Pietro Ca- vallo, tocchiamo con mano quanto possa essere difficile voler dare concretezza a ciò che in tutt’Italia, in Europa e nel mondo va da sé, cioè dare informazioni turistiche ai turisti. L’impegno di tutti i volontari è rigo- rosissimo, il progetto prevede la disponibi- lità dell’infopoint fino al 31 Dicembre ma le intenzioni dell’Associazione Culturale Leonardo sono tutt’altre: Dare vivibilità alla stazione anche nei mesi invernali, poter ga- rantire ai viaggiatori un orario di ufficio anche pomeridiano, rendere accettabili i servizi e tanto altro. Nella speranza che tutto ciò un giorno si realizzi, vi auguriamo un buon viaggio. Chiaramente il nostro consi- glio è quello di scegliere un treno dalle ore 08:30 alle ore 14:30, orari coperti dall’info- point. Il servizio informativo funge anche da biglietteria, ma solo per alcune tratte, in fu- turo si vedrà. Per ora non ci resta che at- tendere e sperare.

Tania Marino

Di notte qui è terra di nessuno. Neanche un caffè o una bottiglia d’acqua

La divina stazione di Paestum come i gironi della commedia

L A NOVITÀ . Il nuovo cappio viario

Il mistero buffo e tragico di un Puc mai nato

Il PUC ( Piano Urbanistico Comunale ) non potrà mai nascere in un paese, come Capaccio, che ha fondato la sua economia sulla speculazione e sull’abu- so. Il tentativo di Luigi Airaldi, e di un grande consigliere comunale Luigi Di Lascio, di regolare, tra gli anni ’70 e ’80, una crescita disordinata e tumultuosa, che aveva portato il caso Paestum sulla prima pagina dell’Espresso, è risultato vano. Le disposizioni e il riassetto urba- no date dal PRG Airaldi, sulla viabilità, sulla soluzione dell’abusivismo nella zona archeologica e nell’area vincolata della 220, sulla riorganizzazione delle borgate rurali in funzione agrituristica , sul recupero di Capaccio Paese, sulla sal- vaguardia e valorizzazione della Pineta e della fascia costiera, sulla realizzazio- ne di strutture e servizi nella periferia ur- bana del Borgo Gueglia ora Capaccio Scalo, sono rimaste pie illusioni, previ- sioni di piano disattese e seppellite. Il ri- sultato di trent’anni di speculazione im- mobiliare è sotto i nostri occhi, è la Nuova Capaccio, che qualche buon tempone con mania di grandezza vor- rebbe elevare al rango di Città col nome di Paestum Marittima. Come si fa a defi- nire città un borgo della riforma. La Gue- glia come Milano Marittima? Una con- traddizione in termini, un paradosso ur- banistico, una malefatta storico-architet- tonica realizzata con malcelata avidità, una periferia del nulla che sarebbe op- portuno chiamare Capaccio –Squallido o Capaccio-Squalo, come dicono tanti e tante che fuggono o vorrebbero fuggire dal suo squallore e dal suo opprimente morso urbano che dai Fornilli all’Eliseo, dalla Ferrovia al Mercato, ne confinano la misera vita. Il risultato di trent’anni di inerzia politico-amministrativa e di man- cata applicazione delle direttive del PRG di Airaldi hanno portato ad un peggiora- mento della qualità della vita, alla disa-

strosa situazione ambientale, all’aumen- to esponenziale dell’abusimismo, alla crisi economica nei settori primari del- l’agricoltura e del turismo. Oggi viviamo l’ennesima storia infinita del PUC, affi- dato al professor Francesco Forte, che giustamente, per continuare il suo lavo- ro, ha chiesto una nuova aereofoto- grammetria e dati aggiornati su tutto quello che è stato realizzato negli ultimi tre anni. Qualcosa di ben visibile può es- sere messo in discussione, ci aspettiamo una presa di posizione e un giudizio da parte dell’illustrissimo professor Forte, sul nuovo cappio viario realizzato attor- no alle Mura Antiche di Paestum, che ne soffoca la vista. Sulla distruzione della piazza antistante la stazione di Paestum, che la rendeva suggestivamente integra- ta con l’antica Porta Sirena, quale uni- cum ininterrotto tra antichi trenisti e nuovi viaggiatori, che scesi dal treno si

avviavano felici e incoscienti verso la meraviglia, senza l’angoscia di finire am- mazzati. Sulla chiusura del passaggio a livello di Paestum e la mancata realizza- zione del sottopasso ferroviario.

Sull’inutile realizzazione dei nuovi par- cheggi, perennemenne illuminati, e de- solatamente vuoti. Sul dilagare del disa- stro ambientale delle campagne, ridotte ormai ad un letamaio puzzolente e irre- spirabile. Sulla mancata acquisizione al Demanio dello Stato dei 100 ettari di ter- reni privati della Città Antica di Paestum.

Tutto questo è in discussione da cin- quantanni, qualcuno che abbia il corag- gio e gli attributi per dire “ cancelliamo tutte queste mostruosità , eliminiamo gli abusi ” ci deve pur essere! Nel caso non ci fosse ribaltiamo i termini della “ Que- stione”. Si smontino i Templi e si ricon- segnino ai Greci, leggittimi proprietari.

Lucio Capo

LA STAZIONE DIPAESTUM

PAESTUM: AEREOFOTOGRAMMETRIA

DALLA PRIMA

dove conseguirà la licenza liceale per poi accedere all’Accademia di Mo- dena. “Sognava di entrare nell’Acca- demia della Nunziatella – racconta

una compagna di scuola – da quando frequentava le scuole elementari, ogni volta che ci recavamo a Napoli, mi diceva che desiderava vedere la Nunziatella. Quando è uscito il con- corso è stata felicissima”. Rosaria ha presentato la domanda ed era tra le 150 donne che partecipavano nel- l’ambito dei licei scientifici italiani.

Superati i test di ingresso ha dovuto sottoporsi ad una serie di prove che ha superato brillantemente. “Marte- dì mi ha raccontato la sua prima gior- nata in Accademia – conclude l’ami- ca– era molto entusiasta, è una scel- ta che ha intrapreso con grande con- vinzione”.

Rosaria Sabia entra

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A g r o p o l i

N°35 del 18 settembre 2009 9

Anche si ti definiscono, o per meglio dire ti definisci, uno scrittore umoristico, di quelli che scrivono solamente per de- stare il riso e, nel migliore dei casi, anche una riflessione sulle problematiche della vita quoti- diana, talvolta ti arrendi. Non hai nulla di dire, come Pierino quando ruba la marmellata dalla dispensa della nonna, op- pure l’onorevole disonesto quando si appropria, indebita- mente, di contributi o danaro pubblico in genere, in maniera dei tutto illegale    o quanto meno fraudolenta. Allora per evadere dalla cucina, dove tua moglie sta vedendo lo stupido sceneggiato fatto coi piedi, dal salone dove tuo figlio sta ve- dendo la partita di calcio, gio- cata pure coi piedi, non ti resta da fare altro che rifugiarti nel bagno e lì, dopo aver chiuso a chiave la porta, sederti sul water e sentirti, fino a quando non bussano alla porta urlando la fa- tidica domanda:” Ma che stai facente li turozzule??? ( trad. vai stitico?). Ti senti un re sul suo trono. Il dominatore assoluto di

un’area non accessibile al ne- mico. Insomma ti senti proprie- tario completo del tuo diritto alla privacy. Anche se non hai la convinzione di rendere a madre natura per via anale ciò che ti ha fornito, con enorme sollazzo gastrico, per via orale all’ora di pranzo. Passi in rasse- gna il campo di battaglia, par- don, il bagno, e sulla mensola posta al di sopra della lavatrice, sull’attento, fermi, immobili, l’esercito del reparto detersivi del supermercato. Proiettili per la lavatrice, dal sapone in pol- vere all’anticalcare, deodoranti di tutti i gusti e per tutti i gusti, schiuma da barba, lamette, do- pobarba, schiuma, acque di co- lonia. In un angolo le armi:

rasoi, forbici di tutti i tipi, ta- gliaunghie, dalle piccole per il mignolo a quelle per il cavallo.

Ma sopra tutti domina, quasi un carro armato o un obice da 305, il bidone del detersivo per i capi sintetici. Che non sono i capi dello spionaggio dell’esercito nemico, ma gli indumenti che provengono dalla Cina e che si possono trovare a tre euro al

mercato del giovedì o a cin- quanta euro nella boutique della piazza centrale del paese.

Un bidone di dieci litri pieno di liquido vischioso di colore az- zurro mare nel mese di giugno, prima che arrivino i bagnanti, che fa schifo solo a vederlo. Of- ferta speciale di offerta speciale.

Compri una bottiglia di mezzo litro e ti diamo un bidone di dieci litri in omaggio. Non serve a niente: e solo allora ti accorgi che era un bidone. Ma sulla mensola si trovano anche delle cose piacevoli: Durbans sempre sorridente, Proraso che ti rende la barba liscia, Stira e ammira, Mira Lanza, e poi la regina di tutti i bagni: Intima di Karinzia.

L’Omino bianco se ne sta in di- sparte e non appena la nota  si alza il coperchio. Ma Mastro Lindo, figlio di Mister Muscolo gli molla un calcio nel fondo…confezione che per poco non lo fa cadere dalla mensola sulla lavatrice. Quan- do entrate nel bagno di casa vo- stra contate le confezioni che ci sono sulla maxi mensola sulla lavatrice. Se sono meno di cin-

quanta ( tra scatole, botti- glie e botti- gliette, bom- bolette e creme) può si- gnificare due cose: o siete

miserabili o vostra moglie li tiene nascosti nello sgabuzzino fuori al balcone. Qualcuno dice che tengono compagnia. In ef- fetti è la verità, Perché le scato- le sono le uniche a non rompe- re le scatole. Ma se cade qual- che bottiglietta di quel liquido vischioso, dovete pulire voi.

Guai a chiamare vostra moglie.

Vorreste evacuare tutti dalla mensola. Ma poi pensate che è meglio che evacuate voi. Non all’Isola di Sant’Elena, ma sedu- to in poltrona, accanto a vostra moglie che sta vedendo da tre ore l’Isola dei Famosi. E ricor- date, infine, di lavarvi col sapo- ne le mani non meno di cin- quanta volte al giorno col sapo- ne (di qualsiasi marca) altri- menti potreste anche acchiap- pare il virus A!!!

Catello Nastro

Sedici squadre per rivivere un passato glorioso

La città sede della “Tenzone Aurea”, il campionato sbandieratori

Chiarine splendenti e tamburi damascati,drappi di velluto e bandiere dai colori sgargianti:

rosso, verde, giallo, blu, bianco, nero, oro, bordeaux, grigio, az- zurro. Gigli, fiamme, onde e gi- randole, sono solo alcuni dei simboli impressi sulle bandiere che sventolano nell’aria, lancia- te con precisione dagli sbandie- ratori, che per tre giorni si sono alternati tra strade e piazza di Agropoli.

Infatti, dall’11 al 13 agosto Agro- poli ha vestito i colori e i suoni tipici delle tenzoni medievali, facendo da cornice alla XXIX edizione della “Tenzone Aurea”

il Campionato Italiano Sbandie- ratori. Sono stati più di 800, tra sbandieratori, tamburini e chia- rinisti, gli artisti che si sono sfi- dati nelle 4 diverse categorie di gara: la Specialità Singolo Tra- dizionale, eseguita da un solo sbandieratore al fine di eviden- ziare le proprie capacità, dando prova di abilità nel maneggiare fino a sei bandiere contempora- neamente; la Specialità Coppia Tradizionale, effettuata da due atleti con numeri di spettacola- rità, sincronismo e difficoltà; la Specialità Piccola Squadra, rea-

lizzata da sei atleti; la Specialità Grande Squadra e Musici, ese- guita da un minimo di 8 a un massimo di 16 sbandieratori che si amalgama a quello eseguito in contemporanea dal gruppo musici.

Da Padova a Brindisi, percor- rendo tutto lo Stivale, ben 16 sono state le squadre, che si sono sfidate, per riuscire a strappare il titolo di campioni nazionali ai veneti del Gruppo Sbandieratori e Musici “Città di Murata”, di Montagnana in

provinica di Padova, vincitori della scorsa edizione. Che però, si sono riconfermati campioni anche quest’anno, riuscendo ad aggiudicarsi il primo posto nelle categorie Grande Squadra, Pic- cola Squadra e quella dei Musi- ci. Secondo posto, invece, per il gruppo Ente Palio di Ferrara, che si è aggiudicata la vittoria nelle specialità di Singolo Tra- dizionale e Coppia Tradiziona- le.

Le prestazioni sono state tutte giudicate da una giuria compo-

sta esclusivamente da esponen- ti della Federazione Italiana Sbandieratori e dislocate sui due campi di gara: Piazza Vit- torio Veneto e il Parcheggio Ex Stadio Landolfi. Un intero anno per esercitarsi ad ideare le per- formances da presentare in gara, provarle, migliorarle, sin- cronizzando movimenti, suoni e acrobazie. Lanci laterali, otto, lancioni, tese e vele sono state il pane quotidiano per molti di questi artisti, che, per l’impegno e la passione che mettono nei loro esercizi, non si sono visti mancare il sostegno di amici e familiari, che li hanno accom- pagnati in questa avventura, fin qui, nel Cilento, avendo modo, così, di scoprire e visitare anche le bellezze delle nostre terre.

E’ la prima volta, infatti, che la Campania ospita i campionati di categoria A1, ed è stata sicu- ramente una grande occasione per noi poter accogliere que- sto importante evento, pro- prio nel Cilento ed in parti- colare ad Agropoli. Il promo mandato in onda su internet, accompagnato da una musi- ca carica di pathos, recitava:”

“Nello spirito di una sana

competizione, i migliori gruppi di sbandieratori e musici si sfi- dano per il titolo di Campione d’Italia. Storia, Tradizioni, Ami- cizia, Passione, Voglia di insie- me, nella splendida città di Agropoli”. Ed è stato proprio così! Ovunque si potevano ve- dere giovani provenienti da tutta Italia, stare insieme, eser- citarsi in ogni vicoletto possibi- le della piazza, per ripetere gli esercizi prima della propria esi- bizione, e poi, lunghi cortei per le strade cittadine, colori e suoni.

Un modo, questo, per far rivi- vere un passato che ancora oggi sa parlare al cuore dei propri cit- tadini, che sa parlare della storia delle proprie origini, delle tra- dizioni locali, tramandate di padre in figlio, dei valori gran- di e universali come quelli del- l’amicizia e del saper stare in- sieme.

Angela Russo

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A parer mio di Catello Nastro

Come napoletani sul water...loo

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A l b a n e l l a / A l t a v i l l a N°35 del 18 settembre 2009

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«Vogliamo che questo territo- rio», dice il presidente Antonio Miniaci, «riacquisti il bagaglio culturale legato ai cavalli» . L’appello è stato recepito da An- tonio Canu, direttore delle Oasi del Wwf, e dallo storico Antoni- no Gallotta. «Abbiamo dato la nostra disponibilità», dice Canu,

«a partecipare a un programma che recuperi un patrimonio im- portante e straordinario del ter- ritorio. Del resto l’Oasi è parte del territorio storico che ha ospi- tato questo animale. «Serve una struttura minima di accoglien- za», dice Alduino Ventimiglia,

«e uomini specializzati nella cura del cavallo di Persano». Di qui l’idea di istituire dei corsi per i giovani. Si cerca di ripara- re così al “delitto” del giorno in cui un provvedimento ministe- riale decise di troncare la Storia:

il 30 settembre 1972. I cancelli del Centro di Allevamento e Ri- fornimento Quadrupedi di Per- sano si aprirono per lasciar an- dare via per sempre 246 esem-

plari della «Real Razza»: l’im- perioso cavallo dall’elegante profilo voluto nel XVIII secolo dal Re Carlo di Borbone. Lì col- locato e lasciato in eredità ai mi- nistri dell’Unità d’Italia. Fino a quando, appunto, a Roma si de- cise che la razza del cavallo di Persano non poteva più rimane-

re nel luogo dov’era nata. In una nota del 1971, il ministro della Difesa Mario Tanassi fa sapere all’onorevole Fiorentino Sullo, interessatosi della vicenda, che è necessario «riordinare il Ser- vizio in maniera più funzionale ed economica». E così puledri, fattrici e stalloni furono caricati

e portati al Centro di Grosseto.

A nulla valsero le perplessità dei butteri che ipotizzavano

«l’estinzione della razza che mal avrebbe sopportato il clima della Maremma Toscana». An- darono via i cavalli e poco dopo arrivarono i mezzi blindati. Si girava pagina.

Persano nel ’900 è il fulcro eco- nomico del territorio: vi conver- gono maestranze locali, giu- mentari, butteri, domatori, sel- lai. La struttura militare si avva- le infatti anche di manodopera civile. Nel villaggio, su circa 3500 ettari, vivono 200 fami- glie. Una realtà agricola che ruota intorno al cavallo e che dà lavoro a centinaia di persone provenienti anche dai comuni vicini: Altavilla Silentina, Eboli, Serre. Nel libro Persano, viaggio della memoria tra butteri e ca- valli, Antonino Gallotta cita anche la famosa transumanza del giugno 1952, quando tutti i cavalli affrontarono 110 km per raggiungere l’altopiano di Man-

drano dopo una sosta nei pressi della Certosa di Padula. Poi, di colpo, lo sradicamento e il viag- gio verso Grosseto.

P ERSANO . Come venne ucciso il cavallo della razza più famosa del mondo

Il cavallo si prepara a ritornare grazie al Wwf

IL 12 settembre 2009 il Museo Naturalistico ha permesso ai visitatori di ammirare il nuovo Museo Naturalistico.

L’ Evento è stato preceduto da un primo convegno dal tema : Musei : Ricerca e Covervazio- ne. Sono intervenuti il Presi- dente del Museo Naturalistico Dott.Nicola Auricchio il Cura- tore Scientifico Dott. Camillo Pignataro, il Curatore del Museo Zoologico Università Federico II di Napoli Prof. Ni- cola Maio il Componente del Comitato Scientifico del Museo Naturalistico Prof. P. Persico, il Presidente del Parco Naziona- le del Cilento e Vallo di Diano Avv. Amilcare Troiano.

Al secondo convegno dal tema Fondazioni: modelli di gestio- ne pubblico-privato hanno preso parte il Sindaco del Co- mune di Corleto Monforte Geom. Antonio Sicilia, il Diret- tore della BCC Monte Pruno di Rossigno Rag. Michele Alba- nese, il Consigliere di Ammi- nistrazione della Fondazione Comunità Salernitana Dott.

Antonio Calandriello.

Le conclusioni sono state affi- date al Senatore Alfonso An- dria.

Oltre alla sottoscrizione di un

protocollo di intesa per la promozione e la gestione del Museo Naturalistico, sinteticamen- te è stata pro- dotta una pia- nificazione che che la si può così rias- sumere.

NESSO, COE-

RENZA, FUNZIONE DEL MUSEO NATURALISTICO Un Museo è comunemente in- teso come il luogo destinato a conservare e a raccogliere, in un ordine prestabilito, colle- zioni di opere d’arte, di ogget- ti e prodotti vari, raccolte di storia naturale o di documenti storici, aperto al pubblico per scopi di cultura e studio.

Oggi, il Museo non è solo un contenitore di prodotti d’arte, di storia naturale, etc.; esso è un bene fruibile che interagisce con il visitatore, il quale si trova innanzi ad un processo didattico prestabilito. E’ come se egli facesse un viaggio al- l’interno di una realtà che si vuole non solo rappresentare ma dove è possibile fare dei

confronti, ricercare per poter cogliere in pieno il messaggio che il Museo vuole comunica- re. E ancora, un Museo inteso come centro studi, il posto in cui non solo è possibile appro- fondire un argomento, ma anche il luogo dove si scopro- no nuovi dati e si arricchisce di materiale. Ecco che cogliamo un nuovo concetto di cultura, che ci riporta al suo significato primordiale e cioè cultura che coincide quasi con educazione intellettuale e morale; l’uomo colto è colui che partecipa ai valori più alti conservati dalla tradizione intellettuale e mo- rale di un gruppo sociale.

Ancora, Museo come veicolo di sensibilizzazione che è per tutti coloro che lo visitano uno

strumento di educazione non solo alla memoria, alla conser- vazione, alla fruizione ma so- prattutto al rispetto. Infine, i Musei come risorse di svilup- po, di crescita socio-culturale ed economica. Grazie ad una maggiore sensibilità verso que- ste tematiche e alle straordina- rie opportunità offerte dallo sviluppo delle tecnologie del- l’informazione, i musei - e tra essi il Museo Naturalistico di Corleto Monforte - stanno at- traversando un periodo di cambiamento continuo e senza precedenti, in cui emerge, ac- canto al ruolo tradizionale, una specificità in materia di forma- zione continua e servizi al ter- ritorio.

Giuseppe Capozzolo

C ORLETO M ONFORTE . Inaugurata la nuova ala espositiva del Museo naturalistico

Parco, Bcc Mp e comune insieme nella gestione

A LBANELLA

Borse di studio in ricordo di Antonio Scorzelli

Si terrà sabato 19 settembre, a Matinella, la selezione per l’assegnazione della borsa di studio “Dott. Antonio Scor- zelli”. L’iniziativa, patrocina- ta dal Comune di Albanella, è promossa dal comitato auto- nomo “Dottor Antonio Scor- zelli” che si è fatto carico della volontà della famiglia del giovane e stimato medi- co matinellese, cui la borsa è dedicata e scomparso prema- turamente lo scorso anno, di sostenere i ragazzi più meri- tevoli nel prosieguo dei loro studi. L’iniziativa ha trovato immediatamente il sostegno degli amici di Antonio, non- ché dell’Amministrazione co- munale di Albanella. Antonio Scorzelli si è sempre distinto per l’amore agli studi e per questo si è pensato di onora- re la sua memoria con questa iniziativa, il cui scopo è quel- lo di contribuire ad sostene- re, al di là delle capacità eco- nomiche, i giovani nei loro studi. Il concorso è infatti ri- servato a ragazzi che abbia- no conseguito il diploma di maturità nell’anno scolastico 2008-2009 e residenti nel co- mune di Albanella. Il vincito- re verrà premiato in una pub- blica manifestazione nella se- rata del 19 settembre ad Al- banella presso il Palazzo Spi- nelli.

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