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E\ 5 P iS
V
V
MEMORIA
SULLO STATO
DELL' ARCHITETTURA CIVILE
NEL MEDIO-EVO
Digitized by the Internet Archive
in
2010 with funding from
Research Library, The Getty Research Institute
http://www.archive.org/details/memoriasullostatOOwieb
MEMORIA
SULLO STATO
DELL'ARCHITETTURA CIVILE
NEL MEDIO-EVO
ASTRATTA DALLE NOTIZIE LETTE DAL CONSIGLIERE DE-WIEBEKINCG ALL' INSTITUTO REALE DI FRANCIA
TRADUZIONE LIBERA
ED
AGGIUNTEDEL PROFESSORE
ARCHITETTO
GAULO AMATI
MEMBRO
DIVARIE ACCADEMIE
MILANO
Dalla Tii'Ografia pi Giacomo Tirola 1825
Cur nescirepiulel prave, qu.im disceic malo?
Oraz. Ari. Poet.
Edizione proietta dalle leggi.
MEMORIA
SULLO STATO
DELL'ARCHITETTURA CIVILE NEL MEDIO-EVO
L
-L fatto rimarcaliile ,che imprendiamo ad
esporre^ si è^ chementre
lamaggior
parte cleUV umano
sapere era indecadenza
nel medio-evOyche
noiprendiamo
?iel sensopia
esteso , /'ar- chitettura pratica si teneva in tanta considera- zione ,quan£
era Vimportanza
del suofine.La
soluzione di questo
problema non
potrà soltanto soddisfare la nostra curiosità,ma ben anco
ser- virà a chiarire qualche parte oscura delFistoria dell' architettura^ed
offeriràopportunamente
suf- ficienti ideeed
utili progetti eseguibilianco
a' nostri giorni.
Alcuna
fra le chiese più ragguar- devoli delmedio-evo dimostrano
inun modo
incontrastabile il grado di perfezione , in cui
e
trovavasi allora
V
architettura pratica.Questi
superbimonumenti
j clicportano
impresso ilcarattere nazionale ,
sono
le testimonianze più palpabili tFuna grande
disposizione de' nostri antenatiad
elevarsi a sublimi idee colle loro inspirazioni religiose e coi loro sforzi , portali persino algrado
dell'entusiasmo
^
per
aljJjellire le loro cittàcon
grantliosi e magnifici templij
di
modo che enumerandone
alcuno di essi ser- virà diprova
convincente all'assunto nostro.I."
Nell'Alemagna,
nellaBoemia,
nella Sviz- zera e ne' Paesi Bassi visono
:Le
cattedrali diBamberga
j diColonia
, di Friburgo, diMei
s-.sen y di
Monaco
j di Ratisbona , di Spira , diVienna,
diPraga,
diBerna, d'Anversa
ce. ec.2.'' Nell'Italia. 11
Duomo d'Arezzo,
di Fi- renze, diMilano,
di Pisa, diVenezia,
la basilica(li
Monza,
la chiesa delCarmine
di Pascià e la Certosa pressoPavia
, ecc. ecc.3." Nella
Francia
le cattedrali d'Amiens
,di
Bordò, diBowe,
di Chàlons, di Chartres, diCoutances
, diLaon
, diMantes
, diMetz
, diNantes
, diNarbona
, d' Orleans , di Parigi , di Pieims , di Pioanne, di Soissons, ecc. ecc.4.0
Ncir
Inghilterra le cattcdiali di Bath, diCantorbery,
diDurham,
d'Exeter, diLincoln,
di Lichfield, diNorwich
, di Piochesler, diWin-
7 Chester, di
Worcester
, diYork
e di Wcstiniu- stcr aLondra,
ecc. ecc.Fra
gli edifizj profanimeritano
d'essere an- noverati : il palazzo di Carlstein inBoemia
,
la
Wartbourg
, palazzo vicino
ad
Eiscnacli , ilpalazzo di
Marienbourg
sopra ilNogat
in Prus- sia ,^r
antica residenza delvescovo
diMer-
sbourg: i ponti di pietraad Avignone,
a Lione, a Ratisbona ed
aPraga
5 il palazzo pubblico aBologna
, il palazzovecchio
di Firenze j ilpalazzo di Città a
Locwcn
, aBruges,
aYprcs
ne' Paesi Bassied
aPadova
nelF Itaha
5a
Monza
quello di Giustizia,non
die parte del-l'
Ospedal grande
diMilano ed
il vastissimo Lazzeretto: i palazzi di Città a Peruggia , a Pi- stojaed
a Siena } i palazzi di Giustizia aPa-
rigi
ed
aRouen
3 il castello diW^indsor ed
il palazzo ducale di Venezia.Siffatti
monumenti
delmedio-evo sono
per lamassima
parte d'una
estensione straordinaria e diuna
struttura e costruzioneche
indicanocon
la perfetta loro esecuzione la più
grande
maestria e sapere'. Siammirano
opere dimuratura isodome
e
pseudoisodome
, e tagli di pietred'una
preci- sione portentosa , e spesse fiate queste pietresono
decoratecon
intagli e sculture rimarcabili,d'ornamenti
eleganti ebene
delincati, e di eccel-8
lenti «clipinli sulle invetriate.
Le
pietre di tagliosono
disposte solidamenteed
elaboratecon
cura^e d'
una mole
straordinaria3 esse furono elevateiilla loro sede
€on
ordigni emacchine ad
altezzenon
ordinarie.Le
volte e le scale di selce pietra (en hèlic)sono
eseguite di tal fattada
poterci servire d'u- tile esempio.La
cottura de'mattoni non potrebbe
essere migliore*ne
lamassima
parte delle odierne fornacipuò
fornire de'materiali così perfetti (i).Le
icnografie dimolte
chiese eV
esecuzionefanno presumere
delleprofonde
cognizioni nella statica e nellameccanica
jed
i sentimenti del portentoso e delmagico
effettoche
s' impri-mono
sullo spirito all' aspetto di quelle straor- dinarieopere
architettoniche (quantunque F
e- sterno di alcuni di questi edifizj lasciamolto
a desiderare sul merito dello stile dell'architettura)^non possono emergere
senon che da
esercita- zioni scientifiche eda
profondi studj e severemeditazioni.
(1) // porticato esterno del tempio della
B. V-
presso s. Celso eun
modello di perfezione , siaper
i mattonicomponenti
lemura
e le volte ,che per
la construzione delle medesime.9
Ma
se questimonumenti sono
stati innalzati ne' secoli tenebrosi della barbarie e della deca-denza
j bisognache
cause efficientiabbiano
prodotto questi architettonicifenomeni
^ cheformano V
oggetto della nostraammirazione
e stupore, e noinon potremo
d'altronde chiarire codeste causeche
nelle induzioniche
or orasiamo per
esporre.1.°
Nel
quarto secolo dell'E.X,
molti ec- clesiasticij
precipuamente
quelliche
diflbndevano la primiera luce del cristianesimo ,ed
i loro successori,non che
i vescovi animatida
subli-me
spirito sioccupavano
dell' arte di edificare.La conseguenza
naturale eli'era,che
questi edi- ficatori ecclesiastici,
che
delineavano i piani delle loro chiese soprapergamene,
facendo con- struire in appresso de' modelli,avranno
impie- gati tutti imezzi
proprjper condurre ad
effettor opera da
essi divisata.Le
indagini dedotte dall' istoria dell' arcliitet- tiira e' instruiscono,che non
solo i primi di- vulgatori del cristianesimosono
stati gli archi- tettori delle loro chiese,come
i santiBenedetto
e Bonifazio aWilefried
, s.Willibald
, s.Bour-
kard, s. Severino, s.Corbien,s. Otto
diFrey-
sing e s. Gallo inAlemagna ed
in Isvizzera.—
sauti
Ambrogio, Donato,
Eustorgio,Pacifico,Pom-
IO
macO;
Sj'^mmacoed Etienne
nclFItalia.—
santi Agricola j Avito , Dionigi^ Niccso eMartino
in Francia— ed
in fine santi Agilberto , Agostino,
Bonifazio e Birin in Inghilterra
— ma ben anco
i loro successori.Più ancora
noi riscon- triamo dal quinto sino al quattordicesimo secolodelFE. X.
cento quattro ecclesiasticiperla mas- sima
parte vescovi,che
idearonocome
archi- tetti ilpiano
delle loro chiese inAlemagna
, inBoemia
, in Isvizzera e ne' Paesi Bassi.Ed
e verisimile^che
ilvescovo
s.Bernv^ard
di Hal- berstadt , abbia verso il cadere deldecimo
secolo inventato lo stile tedesco appellatocomu- nemente da
chinon
è istruito dell' istoria del-l' architettura
maniera
goUica.Neil' Italia ancora si
possono annoverare
inomi
di quindici altri architetti ecclesiastici (i).Il
vescovo Hildebrand
asceso quinci al solio papale ,sembra
essere egli stato l' ultimo di(1)
Noi siamo
dissenzienti che ilnumero pro-
digioso citato dal cons.De ìViehecking
fosse assolutamente di architetti^ma siamo
piuttosto indottia
congJdetturare che lamassima
pcwte di essifosse di zelantipromotori
della erezione de templi e degli cdificj destinati al culto ed al servigio della religione cristiana.II
questi edificatori.
La
ragione per cui in questa capitale delMondo
cristianoj piuttostoche
negli altri paesi siansi occupati gli architetti profani all'erezione delle chiese^ è senzadubbio
^
perchè r
architettura era già esercitata, presso i
Ro- mani
da' secolari , i qualiconseguentemente continuarono
nel loro esercizio , eperchè
gli Italiani furono i primiche
eressero de'grandi e magnifici palagi , delle case di delizie j e degli edifizj municipali5 in tal guisa il cleronon
si
occupò
intorno a siffatte construzioni profane.Questa
circostanza fu la causa jche
il clero di questa regionenon
trovasse cosi indispensabile d' occuparsi dell' architettura^
quanto
quello dell'Alemagna
, dellaFrancia
e dell'Inghilterra.In quanto
allaFrancia
il cons.De Wiebe-
cking nel terzo
volume
ricorda inoltre inomi
di trentaquattro architetti ecclesiastici
incomin-
ciandoda
s. Dionigi, sino alvescovo Odone
di Sullymorto
nel1208,6
finalmente nell'Inghil- terra inomi
di sessantatre architetti de'più di- stinti personaggi del clero.Dopo
il principio del settimo secolo sino al nascere del quattor- dicesimo y alcuno di essi architetti sioccupò anco
de' piani di palagi reali inmancanza
di architetti secolari.2." I
mezzi
e le cause^che inducevano
nel12
medio-evo ad
innalzareun numero
prodigiosodi cliiese
^ erano
oltremodo
estesi e forti. Iprimi motivi consistevano nelF indulgenze
^ nelle distribuzioni di carità , nelP
impiego
de' beni ecclesiastici, ne'legati pii, nelle spontanee pre- stazioni pel trasporto de' materiali ,ed
in fine nelle regole di s.Benedetto
, per le quali
una
data classe di religiosi era vincolata a prestarel'
opera
sua perF
erezione de'tempj del Signore.Il clero
medesimo
j^restava lamano
ai lavori,
ed
i laicinon potevano
dispensarsi dalla stessa pratica.I corpi degli artieri ^ in allora convenienti
,
ma
ora perniciosi , a cui era soltanto liberor
esercizio dell' arti ^ o mestierida
essi profes- sati fecero construire alcune cliiese a proprio carico. I motiviadunque che
influirono sulla construzione delle grandi chiese j trae 1' origine dailumi
degli architetti ecclesiastici , dal loro ardore per la propagazione della religione di Cristo j dal loro projoonimento d' ingigantire la gloria della religionemedesima
colmezzo
della grandezza e della magnificenza de' templi.Po-
trebbesi inoltre supporre 1' idea
, quella cioè
,
di fissare 1'
epoca
fortunata d'una
città, o diuna
provincia col piantare un'immensa
e splen- dida cattedrale^ o diaumentare
ilnumero
deglii3 abitanti , o di fondare
una
città , imuri
della qualeed
il coraggio de' cittadini potessero di- fendere i frutti del suolo e le ricchezze controi
padroni
dellecampagne
^ vale a dire i beni de' cittadini contro le ostilità de' nobili e la rapacità de' malvagi. Egli èegualmente
natu- raleche r
impressione stampata nell'anima
dalla religione cristianaproduceva
sullo spirito il de- siderio di elevare ^ e di possedere delle grandi chiese per esercitarvidegnamente
il culto del Si- gnore. I tempjhanno
la superiorità sopra gli altri edifizj^
perchè
l'economia non
circonscrive limiti alle idee dell' inventore ^che
s' affatica per la propria gloria eper
quella della sua patriaj al fine ditramandare
le produzioni del suo genio e de' suoilumi
all'ammirazione
della posterità.Non
solo città libere e repubbliche,come per esempio Ulm^ Brème^ Amborg, Lubeck^ Franc-
fort ,
Luca
, Pistoja^Arezzo
^ Firenze ,Genova,
Pisa j Siena ,Venezia
j ecc. construirono delle magnifiche cattedrali e delle fortificazioni,ma
ben anco
de' potentati e de' vescovi , sia per far obbliare la perduta libertà repubblicana,
come
peresempio
feceGaleazzo
Visconti ,per
1' erezione del
Duomo Mediolanensc
5 sia per dimostrare le loro dovizie^ o la loro pietà reli-i4
giosaj sia per contribuire al pubblico
bene
delle loro citta , e per difendersicon
fortificazioni contro gì' insulti provenienti dall'indipendenza
della nobiltà e della feudalità ,ove
prevalevail diritto del più forte e del più potente.
3." Dietro l'invenzione delle volte diagonali
ed
a crociera, sì svelte e leggierij vale a dire della construzione delle volte allamaniera
te- desca ,che incominciò
a manifestarsi nell' Ale-magna
verso il declinare del secolodecimo
nella cattedrale di Zeiz, diMeissen
, diNaumborg
,
e di
Mersbourg
inNormandia
5 inFrancia
verso il1020
nella cattedrale di Chartres, versoil
io3o
nella chiesa diGoutance
nellaNorman-
dia, nel
io5o
nella chiesa de' ss.Padri
aGhar-
tres j nella stessa
Normandia
nel1082
, ossia1
09
1 nella chiesa diMorten
3 e nell'Inghilterra verso ilii3o
nella cattedrale e nella chiesa di s.Groce
a W^inchester.I
tempj non
richiedevano muraglie tanto va- ste e ponti d' appoggio e rinfianchi per contro- spingere all' urto delle volte, tanto considerabili e costosi j ciòche
constituiva un'economia
ignota fino allora nell'arte edificatoria.Per
sif- fatta ragioneprocurarono
gli edificatoriun
ri-sparmio
vistoso nellemasse
deimuri
,che
sipuò francamente
calcolare di circaun
terzo , ei5 questo risparmio
promosse
essenzialmente la costruzione de' grandi edifizj cristiani ^ econ-
tribuì
portentosamente
alla loro propagazione.4.° Quegli
che
si accignead esaminare con
occhio erudito alcuno di sì fattimonumenti
,
non
obhlierà la fermezza architettonica della loro esecuzione e la sceltaavveduta
de'mate-
riali
componenti.
Il nostro secolonon
potrà di- spensarsi dal confessareche non
ècapace
di sorpassarli.Ma non
bastavache
ilVescovo
,dopo
avere proposto ilpiano
della sua catte- drale, fosse
provveduto
di ricco censo e di materiali indispensabili all'esecuzione dell'opera,donde dipende
lo splendore della sua diocesi e la riconoscenza de'contemporanei
e della posterità; la realizzazione esigeva inoltredeoh
artieri e degli operatori periti nell' arte
per
effettuare i progetti
con
solidezza e precisione.Ma come mai
inuna
stagione,
ove
le belle arti erano indecadenza
^ potcvasi rinvenire
un numero
d' arteficicomspondcnte
allamano
d'
opera che
esigeva la construzione di templi colossali, vasti conventi , fortificati castelli e palazzi ?
Ciò
èquanto
merita d' essere disvi- luppato, per ciòche
appartiene all'istoria uni- versale e all' architettura sotto tutti gii aspetti.I più vetusti
documenti
dellaCongrega
deglii6
artieri furono pubblicati
ed
accompag-natida
postille dal dottore
Krause
a Dresda. Essifanno
conoscere le regole e l'organizzazione di siffatta società e delle sue figliazioni^ le quali realiz-zavano
le vaste idee de'grandi edifizj nelmedio- evo
:Queste
società, di cui parlano 1' istoria,
e la constituzione loro
devono
inconseguenza
essere di grave rimarco.Suir
esempio
delle societàromane
per la ere- zione degli edifizj , delle aggregazioni misteriosed' operaj si
sono
formateben anco
nelmedio-
evo. Siaggregavano
alcorpo
quegli artieriche
erano espertinon
solo nell' arte dimurare
,
ma ancora
nel taglio delle pietre, (detto ste-
reotomìa
) nella scultura , nella fabbrica degliornamenti
siano intagliati in pietra^che
gettaticon
creta cottamacinata,
nelle opere di stucco;o
nella fabbricazione de'mattoni
e degli embrici.I loro capi-maestri , o proto-muratori
sono
chiamati ne'documenti sunnominati
^ magistrl la- picides, ossia, magistri fahricce^ e gli architetti rectores fahrlccE.Le compagnie
d'artierifurono
autorizzatecon
privilegi diPapi
^ d'Imperadori
e di
Re ad
esercitare la loro professioneovun-
que
loro fosse aflìdata la construzione d'un
edi- fizioj senzache
ilcorpo
de' maestri del luogo potesse opporre ostacolo alcuno.*7 11
capo congregava
imembri
delcorpo
inun
dato luogo permotivo
d'ascrivereun
novizio o di consultare intorno gli affari della società,
o di sviluppare le idee sopra
un
progettoche
intendevasi eseguire.Questo
loco delleadunanze
si
denominò
la loggia. 11 granmaestro
d'una
loggia capitaleaveva
sotto la sua tutelamolle
logge affigliate: p. e. 1'Alemagna
fu divisa in più tlipartimenti di loggejed una
risoluzione del-l' imperatore
Ferdinando
I. fissòU numero
di quattro logge capitali degli artieri inAlemagna
5
cioè
una
per Strasburgo ^una
perVienna, una
per Zurigo e l'ultimaper
Colonia5 siffatta de- cisione seguì nel1459
nella dieta tenuta in que- sta città di Colonia.Eranvi ancora
de' maestri in queste logge, cioè architetti
, vescovi
ed
altripersonaggi di alta sfera intelligentissimi ncìF ar- chitettonica arte.
Se
queste società avessero i loro particolaii simboli è incontrastabile,quando vogliamo
ripor- tarci aipiù vetustied
autenticidocumenti, mentre
tuttora si scorgono di tali simboli in alcune chie- se,che
esse società edificarono: p. e. nella porla della cella sepolcraleuscendo
dalDuomo
diWurzbourg
si osserva a tergo d'un
capitello sopraun
fascio dicolonne
lamisteriosa inscriisior»eJachim.
e sopra la corri.spondentecolonna
dal- 2i8
r
altro IatoBoaz.
Cosìappunto
all' ingresso deltempio
diSalomone
aGerusalemme
eravi in- vscritto nellecolonne che reggevano
il lacunare delpronao
, e cosìpure
ledue colonne
a fian- co delle porte delle logge degli artieriavevano
la stessa inscrizione.
Gli autori inglesi
precipuamente
, e fra que-sti
Anderson
, cihanno
lasciate dellememorie
importanti suU' esistenza e sulle regole degli operaj ,od
artieri. 11 più anticodocumento
ri-monta
airanno 92G
j e viene detto la consti- tuzione , o rituale di York.Questo
rituale fu tradotto dall'idioma
anglo-sassone in latino . e fu autenticatocon
le testimonianzeda
Stone-house
jErskine
eVandjk,
Questo regolamento
contieneun
preciso, o ri- strettodelfistoriadell'architetturajche secondo
ilu-mi
di quella stagione eranaturalmente
circonscrittoed
indeterminato.Seguono
quinci sei articoliche comprendono
i regolamenti de'corpi degli artieri^
la di cui sposizione ci
dilungherebbe
dal nostro assunto.Chi
volesse apieno
erudirsi^ potrà ap- jìagare la propria curiosità nelle citate opered'
Anderson
e di Krause. L' istoria però si ri-duce ad un
di presso a ciòche siamo
per esporre.Prima
del regno d" Adclstan re di Sassonia,
'9 molte
chiese e lauti conventi , in allora solo asilo delle scienze e dclF architettura , furono ahbattuti daiDanesi
;ed
essendo i loro ar- chiVj incendiatied
i religiosi massacrati • sidovette in seguito ricorrere agli operaj italiani
^
per ristaurare e riedificare tali edifizj.
Per
ac- celerarer
assunta erezione de' cristiani edifrzj sotto ladominazione
del re Adelstan ^ il di lui fratelloEdwin
si accinse allo studio della geo- metria e deir architettura , econgregò
colcon-
senso del Ile i capi de'fabbri-muratori aYorck
,
ove
colmezzo
d'una
revisione e riduzione dei loro riti antecedenti ^non che
sotto leggi diver- sey fu stabilitoun regolamento
generale.Sotto il
regno
d'Edgar
fiorìancora
l'arte del fabbri-muratorij nel qualtempo
fugran-mastro
il
vescovo
s.Dunstano. Nel mentre che
infieri-vano
l'ostilità contro iDanesi
^ essa prccipit') nelladecadenza
jma
il giovaneMacheth
figlio diMalcolm
re di Scoziay
procurò
di riparare nelio4o
colmezzo
d'Anderson.
L' Inghiltorra fu conquistata in parte nell'annoioi3 da Ca- nuto
re de'Danesi
eGuglielmo
I.duca
dellaNormandia
^terminò
la conquista nel 1066.Questi
nominò
ilvescovo
di llochestreGan-
dolfo e
Roger
diMontgommerj
gran -mastri degli artieri-muratori. Essi fecero construivc il20
palazzo (li
Tower
aLondra
o molt' altri pa- lazzi , (quinci fortificati sotto la condotta del conte diShrewsbury
,che chiamò
a se dallaFrancia
, e precisamente dallaNormandia
degli abilied
esperti artefici.David
I. re di Scoziaaccordò
de"* privilegi a questi corpi d'opera] nel1124^
e si dichiaròegli stesso il loro gran-maestro. Neil' Inghil- terra i
Re medesimi
elessero pressochésempre
de' vescovi e degli
uomini
di stato gran-mastri di queste corporazioni.Eduardo
III. volleuna
revisione delle loro leggi,ed
ordinò ncll'anno
1
358
un'assemblea
generale de'muratori, in cui fu determinato ,che
i capi opera)non com-
presi nel
corpo
degli artefici, dovessero subirer esame da
questi. Neil'anno 14^5
il parla-mento
vietòche
1' assemblea generale degli ar- tieri-muratori si congregasse nelle logge , o ca- pitoli ,ma
quest' attonon
fu posto in attività.Al
contrarioEnrico VI
neli44o
ratificò il loro regolamento, edue
annidopo
si fece eglimedesimo
ascrivere qual
membro
della corporazione degli artefici.Ricardo Bochamp vescovo
di Salisburyesperto nell' arte di fabbricare fu elevato nel
1471
al gradosupremo
digran-mastro, ed
il successoreEnrico VII
diresse in questo gradosupremo
le opere della cappella diWestminster.
21
Dopo Enrico Vili
ogni cittadinonon
nobileche non possedeva
stabile censo ,ed
aspiravaad
essere elettomembro
delparlamento
era tenuto di farsicomprendere
inuna
corporaziono d' artieri, per la qual cosa molte
persone
di distinzione si rivolsero in allora a quelle degli edificatori, i quali gli accoglievano nel loro corjDO
come
accetti-muratori per distinguerli dai franchi-artieri già in attività.Per
siffatta fratel- lanza questa instituzione procuròun cangiamento o
piuttosto la rovina al suo primitivo utile scopo.Ciò
nuir ostante queste corporazioni siman-
tennero in seguito sotto la direzione dell' archi- tetto Inigo Jones , e
dopo
di lui Cristoforo^Vien
jche
fu gran-mastro nelle logge. I cava-lieri di
Malta avevano
essipure guadagnata
del-l' influenza in più logge , di
maniera che F
origi- naria organizzazione de'fabbri-muratorisembrava
essere stata intieramente disciolta nell'Indiilterra verso la fine del secolodecimo
settimo, al qual successosembrano
avere influito le tre seguenti circostanze.I." Gli sforzi delle corporazioni locali dei mestieri e de' muratori ,
non che
de' taglia- pietreper
procurarsi esclusivamente le opere.2.^^
L'allontanamento
di queste corporazioni^2
d' artefici dalla primitiva loro instituzione e regola.
3." Il
piano immaginato da
alcuno dipiantare delle corporazioni avviluppate ne' riti mistici e ne' simboli.Finalmente
nel 1717 sorse ilnuovo regolamento
d'York
,che
obbliòonninamente r
utilescopo
dell' architettura , inmaniera
taleche non
serbò senon
alcuni simboli dell'antica sua corporazione.I tre gran luminari di questa
nuova Congrega erano
laSaggi
ezza . laForza
e la Bella^che sembrano
essere statida
loro tanto stimati,
quanto
dai primitivi institutori.Non
è nostro divisamcnto d' immischiarci nell'istoria dellemoderne
aggregazioni^o
con- venticole sostituite ai corpi degli artieri •ma
quegli
che bramassero
instruirsi,potranno
scor- rere ivolumi
citati più sopraed
idocumenti
della constituzione loro,
compresi
nelle tre ta- vole d' Alten])Ourg. Ne' primi troverannopur anco
le regole riguardanti i taglia-pietre ^ e quelle de'muratori di Strasburgo dell'anno i563;, le quali regole essendo state sanzionate dall'im-
peratore (FAlemagua corrispondono
inmolto
parti alregolamento
inglese dell'anno
926.Erano
di già maestri delle logge principali nelXni
secolo Architetti profani , o secolari2'^
come
Erwiii (li Steiiibach a Strasburgoed
i loro privilegivennero
confermati dall'Imperadore.
Neir anno i4^9
^^^ stabilita a Ratisbonauna
simile loggia^ e se
non
volessimoargomentare
dall'antico
regolamento
degli artieri d'Ingliiltcrra sopra quelle dell'Alemagna,
noi possiajno veri- similmente congliietturare clic i loro capi eran )vescovi sino all'epoca
die
essi cessarono d'oc- cuparsi dell'architettura•ma sembra
elicgli an- tichi privilegi di cpieste aggregazioniabbiano
terminato d'essere in vigore verso la fine delXVI
secolo.
Quest' asserzione
sembra
convalidata dall'epoca
in cui molti muratori si ricoverarono in alcune vallate del Tirolo ^ove
trovansi tuttora dell' in- terecomunità
assai esperte nel taglio delle pie- tre , e nell' istessotempo
abili nell'arte dimu-
rare.
Per
deficienza degli operai taglia-pietre nell'Alemagna
furono in grannumero
impiegati^col più felice risultato
^ questi Tirolesi intorno
le fortificazioni di Coblcnza.
Queste
aggTCgazioni trasportate dall'Inghilterra nell'Alemagna
nel secoloXVII,
oXVIII
furono^
come abbiamo
già osservato, del tutto al rove- scio delle vetuste. Sussistevaben anco
nell'Itahala
Congrega
degli artieri edificatori^con
alcune ramificazioni,che probabilmente
saranno dcri-24
vate
da Romane
corporazioni (i).Nell'anno 1292
esistevauna
loggia considerabile a Siena, ove.per quanto
sipuò
rilevare^ l'^gge tuttora il rego- lamento.Ed
allorché fu eretta la cattedrale di questa città furono congregati ottanta maestrimuratori^
ead
Orvieto esistevaancora
neir an-no i4o2 una
loggia eguale, avente per proto-maestro Giovanni da
Friburgo.Quantunque non
siabbiano
testimonianze vali- de^ o sufìicicntiper
provare resistenza di siffatticorpi nella
Francia
e nell'Ispagna,sembra
ciònon
pertanto verisimiley eh' essi esistessero in que-.•^te parti nel
medio-evo, perchè
iRomani
, senon
furono fondatori, furonoalmeno
protettori dei collegi de' fabbri (coUcgia Jabrorum )
^ iquali verisimilmente esistevano digih presso
gli Etruschi,
che molte
fabbriche robuste e co- lossali innalzavano5ed
è dallaFrancia che
queste(I) Neil"Italia era
costume
di collocare nelle basiliche, o ne tempj le statue de benemeritipa-
troni del collegio,o
prefetti defabbri dendro-
fori
, qui tigna ]iavibus conficiendis dolabant. Cosìanco ne
grandiosi edifizj del collegio de Cente- narii, de Marteiisi^ o Veterani, i quali collegi esistevanoancora
atempi
diMassimiano Erculeo
imperatore, cioèalnasceredelIP^
secolo dellE.V.
25
corporazioni sipropagarono
ncll'Inghilterra, co-me
fu dimostrato parlando più sopra di quest'ul-timo
paese.Certamente
esse corporazioni sisono mantenute
inFrancia
fino altempo
in cui icorpi dell' arti
meccaniche
le fecero annullare.Ma
le società de'nominati
operaj ^imitando
quelle de'Romani
sismarrirono
nell'Alemagna
,
come
nella Franciaj nell'Italia e nell'Inghilterra.D'allora in poi
decrebbe
tanto 1'abilità de' taglia- pietre jche
soltanto nell' Inghilterra si sostenne più a lungoj
perchè
colà proseguironoad
in- nalzare delle chiese di stile tedesco.Al
luogo degli artieri si locarono i corpi dell' artimec-
caniche de' muratori^ de' taglia-pietre e de' fale- gnami. I maestri privilegiati furono spesse fiate i tiranni e gli oppressori de'loro allievi^ed
al- lora ipadroni
degli edifizj si trovarono nelladura
necessità di pagare a caro prezzo le difet- tose loro construzioni.Essi
non
piùcuravano^ come
per F addietro,né attendevano
alla perfetta fabbricazione de'mat-
toni j delle tegoleod
embrici, della malta o delcemento
,non
più alla solidità delle muraglie,
ne
aireconomìa ed impiego
de'legnami
pei tetti e per learmature
,
perchè
i proprietarj^che
in-traprendevano ad
innalzareun
fabbricato,erano
costretti di valersi delle
maestranze
del paese26
medesimo
\ equanto
più era d'uopo
dimaggior
copia di materialej tanto piùpingue emergeva
il loro lucro. Nelle puLbliclic intraprese gli al- lievi erano assoldati
come
maestri^ e ciascuno di quegli allievi acquistava il diritto dimaestro
muratore. In tal guisa i capi maestri dell' artimeccaniche
s' arricchirono ^ nelmentre che
gli architetti al servigio dello Stato^ o della Città,
che
y((y\\avevano
senon
il mensile stipendio sisarebl^ero impoveriti^ se essi
non
si fossero ap- pigliati al partito di far causacomune
co'proto-muratori
e coi somministratori di materiali^ semai
essimedesimi non
fosseroanco
gì' intra- prenditori delle construzioni degli edifizj (i).Un
simileandamento
di cose sussisteancora
in molti paesi,ed
in altre parti ilcorpo
degli ar- tefici è inun
assolutodecadimento.
L' istoria dell'architettura civile del
medio-evo
c'instruisce.I."
Che
in quest'epoca
alcuni architetti ,(i) Siffatte
mescolanze degradano
la nobiltà dell arte architettonica e (jiwlXestimazione^ che incorrotta deve serbareV
ardiitetto nel suo su-premo
esercizio di tutteV
arti soggette. Vitruviocon patema
insinuazione ciammaestra
alpro-
posito nel L. I. Cap. I.^7
principalmente noli'Italia, liannonon
solo innal- zato (Ielle chiese, de^ conventi , degli ospedali,
de' palagi, delle case municipali,
ma ben anco
delle fortificazioni, degli arsenali, de'ponti, de' porti j delle cloache , degli acquedotti a dellestrade.
2."
Che
imedesimi
architetti effettuarono inmolte
città de' grandi fabbricati, ementre
esiste
ancora
in alcuni luoghiun corpo nume-
roso d' ingegneri, d'
intendenze luminose
, o dihurò
di construzionipubbliche
jed un numero
prodigioso di registrature
,
pure
in diverse partimanca
1' opportunità per gli studj di ciascunramo
dell'architettura, ocssendovcne sono
essi imperfetti.Da
queste osservazioni derivano le seguenti proposizioni.Neil'
Alemagna
avvi urgente necessità di fon- dareuna
scuola d' architettura,ove non
solo fosse dettata la civile,ma ancora
sicomprendes-
sero gli altrirami
di questa scienza, vale a direl'architettura idraulica, la militare e l' arte di minare.
Essa dovrebbe
inoltrecomprendere
la classe per instruire gli operaj nella pratica , e nell' esecuzione de' modelli,che
tantogiovano
all' intelligenza de' progetti delineati. Gli allievi allorché
avranno
appresi questi studj,dovranno
28
accignersi alle osservazioni pratiche sulla salu- brità de' siti, sulla natura e resistenza de' ter- renij ne' quali s' intenderebbe di edificare.
La
condotta de' travagli pubbliciha
d'uopo
d' essere semplificata in tutti i paesi.
Lo
stabi- limento dellecompagnie
de' lavoratoriuscendo da una
scuola in tal guisa organizzatojnon
po- trebbeche
offerire grandissimi vantaggij dima-
nierache
gli architetti^
gì' ingegneri d'
acque
e strade ^ militari e per lemine
j
potranno
assi- curarsi d' effettuare le loro intraprese collamas- sima
precisioneed economia
jimpiegando
dei lavoratori inslruitied
esercitati nelmaneggio
della loro arte^ e così risulteranno l'opere
scevreda
qualsiasi sinistro risultato,Instruiti così gli architetti e gì' ingegneri in
una
sì utile scuolaj e per pratica e per scien-tifici viaggij
ed
in fine per istudj eper
occu- pazioninon
interrotte,
potranno con
fiducia es- sere impiegatinon
solo nelF architettura civile,
ma
eziandio negli altrirami
e nelle operemi-
litari^
non che
in tutte le sorta dipubbliche
construzioni.Si potrebbero adopcj'are nelle grandi intraprese
i militari,
come provvidamente mandò ad
effettol'
Impero
Austriaco per le grandi strade.Con
tal
mezzo
queste milizie diverrannoanco
più^9
utili in
conseguenza
dello statobenefico dipace,ed
acquisterannoun andamento
lodevole nelP ese- cuzione delleopere
, le qualiagevolano ancora
le operazioni della guerra.
I
Romani, che impiegarono
migliaja d'operaj alla construzioneed
alconservamento
de' loro pubblici edifizj,avevano
dellecompagnie
d'ar- tieri instruitied
esercitati, i quali erano in ob- bligo di seguire le legioni durante il corso delle ostilità. L' istoria ciammaestra ancora che
que- ste legioni, vincitrici di tanti popoli,non
isde-gnarono
di deporre le loroarmi
vittorioseed
iloro trofei ne'
tempi
dipace
,
per
occuparsi nel-r
erezione de'monumenti
,che per
la loro sta- bilità e magnificenzahanno portentosamente
ser- vito a perpetuare la gloria e lo splendore deiRomani.
Siffattadeterminazione comprende
i piùforti motivi,
per
cui questo intraprendentepo-
polo giunsead
effettuare inbreve tempo
degliedifizj
immensi
e colossali (i).II
rinomato
architettoRondclet
,
propose
nella(i) // sorprendente e vastissimo colosseo, ossia anfiteatro Flavio
fu
eretto inmanco
d'un
quin-quennio
, e gli archi trionjali dipietra o di
mar-
mo
si effettuavano dagli antichiRomani
colla rapulità dellampo
, riscuotendo essi tuttora la nostra ammirazione.3o
sua opera disliiita sulF arie dì faljbiicarc, 1' jii-
stituzione d'
una
scuola pratica e laformazione d'una compagnia
d'operaj.Quest'ultima
propo- sizione fu adottata nell'Impero Russo per
ladirezione generale delle
comunicazioni
interne,
ed
in molti altri paesi pel servigio dell' artiglierìa.Questi stabilimenti estesi sopra tutti i
rami
dell' architettura
^
potranno
surrogare le società degli artieri delmedio-evo
• l'esecuzione de'quali agevolerà le piùimponenti
intraprese e la effezione de'grandi progetti dell' architettura ci- vilenon
solo,ma
forniràanco
all'uopo ponto-
nieri y minatorij falegnami e tutti quegli abili artieri
ed
assistenti,che
il miglior servigio della guerra esige.Troviamo
inoltre dover nostro di qui <i.. atti-gnere
alcune dilucidazioni, relativaìnejiii l o~dierna
noncuranza
in diversi iinportantiss, ;- gettiche
interessano lafermezza
delle co . zionifra
noi, la quale,come
requisitoprec
onell'architettura^ meriterebbe le
più
serie em-
siderazioni
ed
ipia
saggiprovvedimenti
,mas- sime
che in questi ultimi amii sipuh franca- mente
asserire essersi pressoche un
terzo della nostra città riedificatoed
abbellito di ìuiove opere,non
cessando tuttora e lesupreme mu-
nifiche determinazioni
ed
il zelo de' cittadini3i di continuare col
medesimo andamento a
nobi- litareed
accrescere pubblicinon meno
che pri- vati cdiftzj.1
principali vizj, di cuiV
indocili maestranzeadoperano
nellamaggior
parte delle odierne construzioni e strutture, sipossono
ridurrea
cinque,che riguardano
:i.o
La
trascuranza demuratori
nellafab-
bricazione dellemuraglie
e delle volte^ quella ,
cioè di
non cementare
i latiminori, o
verticali de mattoni, bastando loro,a
grave scapito della solidità, di stendere soltanto il glutinesopra
inon
quasimai
rettifdari de mattoni
medesimi.2.°
La
neglettamacerazione
e misticazione dellamalta
,V
incertamisura degV
ingredienti e rinosservata qualità della calce e delle arene,
cose tutte
abbandonate
all'arbitrio dell' inscienzaed
air insaziabile venalità degli intraprenditori.A
tempi diRoma
orgogliosa era statutoche
sotto la vigilanza degli Edili (i) si dovesse stemperare.(i) Gli Edili erano, a'tempi di
Roma
Imperiale, Magislrati die vegliavano alla fabbricazione de'mat-
toni^ alle fornaci, alle cavedella pozzolana, al taglio de'legnami, ed a tutto ciò che aj)parteneva agli edi-
fizj pubblici ed anco privati: soprintendevano essi alle feste, ai giuochi ed agli spettacoli.
Erano
così chiamati ab cedibus curaiidis^ perchè avevano la cura'1
02
o misiìcare la malta pel corso continuo di
due
giornate; orafra
noipochi minuti
bastano.3.°
La dannosissima
pratica di piantare le teste de'' travi nelle muraglie dinuova
con- struzione soggettiad
essere infraciditi, allorchénon
siadoperano
de riguardi e preservativiper
sceverarli dall'umido
;ed
inoltre ladimenticanza
dinon munire
le dentature de cavalietticon
istaffe o cingoli diferro.
^.^
La
cattiva scelta e destinazione dema-
teriali e delle pietre, le quali abbondantissime trovansi
fra
noi; equantunque
lamassima
parte di queste pietre siano vistoseed
eccellenti,pure
veggonsi in alcune recenti e ragguardevoli deco- razioni preferite le pietre arenose, dettemolerà,
ridotte già in alcune partiad uno
stato umiliante,a
causacK
essenon reggono agV
insultied
all'in- temperie delle stagioni.de'tempi e degli edifizj. Gli Edili aveano sollo la loro custodia la polizia e conservazione delle tei-nie, degli acquedotti, delle piazze o fori, delle strade e delle
mura
della città, ecc. ecc. , ed esteudevasi perfino il loro diritto ad impedire le usure uè' con-tratti e cose simili.
Esclameremo
noi con Vitruvio : TJtlnam Dii iinmorLalesfeclssent,quod
ca lexnon modo
paoUcis . scd etlam privutis acdifìciù cssct constitilla....33
5."
La
temerità ignorante delle maestranze nella construzione dellecanne
de'cammini
e delle stufe, che ilpiù
delle volte espone a gravissinù ineendj
, ecompromette
la vita e le proprietà de^cittadini^mentre
esse maestranze innestanosolaj,
travi
ed
altri materiali combustibili,non
solo incontattoaW
internointegumento
demattoni
^ma
ben
aìicoa nudo
delvano
interno dellacanna
y
ove scorre il
fumo. Sarebbe
pertanto indispen- sabileper
lapubblicafelicità e sicurezzacomune
,che
fosse iìistituitauna
scuola di pratiche eser- citazioni suir importantissima arte edifcaloria.Da
sì fattaprovida
instituzione dovrebbeemer-
gerejche^lemanualanze,
gli assistenti e tuttiquegliche /
incaricano dell' esecuzione delle opere dìfabbrica
,non
fossero autorizzatiad
esercitare liberamente la loro arte, seprima non
avessero riportata la patente itidoneità dalcorpo degV
in- stitutori inconseguenza
della sostenutadisamina
sopra i diversirami
degli studj pratici, ne'quali antecedentemente saixbberostatiammaestrati
. Cioè:I."
Nei metodi
dimurare con
soliditàusando
de mattonio
delle pietre, dicementare con
esat- tezza e maestria, di applicare diversi intonachi allemuraglie
^ atti a resistere all'inclemenza
de tempi ,ed
inoltre confacenti alle dipiìiture (è buon-fresco.a
34
2." -f^ conoscere la giusta lìiisura e la qua-
lità
degV
ingredientiper formare una
malta vi-schiosa e tenace^
non
che ilmodo più
utileper
la
macerazione
della calce eper
lamanipolazione
delcemento per
le muraglie,per
gli intonachi eper
i terrazzi,ed a
valutare gli effetti nocivi che risultano talora dallamescolanza
del gesso colla malta.S.''
Ad
istahilire le stagioni pel taglio de'le-gnami,
e conoscere la loro resistenza e bontà;a
fissare il loropia
conveniente uso,ed
a prescri- vere imetodi
di preservarli inqualunque fun-
zionea
cui essi siano destinati.4.°
A
classificare i materiali difornace,
e valutare la loro resistenzaper
adattarli agli usied
alle diverse strutture; a conoscere la qualità e lanatura
delle argilleper
laformazione
dei mattoni, degli embrici o tegole,ed
ilmodo
di prepararle, macerarle e purgarle dalle pietruzzee dair arena.
5.^
A
trattare esattamente la stereoiomia,
ossia rarte di tagliare i solidi
per formare
gli ar-chi e le volte di qualsivoglia struttura, e
per
leopere
isodome
epseudoisodome
(i), aggiugnen-(i) Questa parte che riguarda il taglio delle pie- tre, ed iu generale qualunque lavoro di scarpelhno
35
do\>i i modelli
per
agevolare Vintelligenza nelle construzioni e negliaccozzamenti
de' solidi.6.**
^d
instruirsicon
iscrupolosa attenzione in tutto ciòche
risguarda la construzione deicammini
; K>alea
direa
conoscerecon
giustezzale proporzioni de vani de
cammini
rclativameiife allecamere
in cuisono
^ e leforme
dellecanne
e de fumajuoli.
A
sistemare le soffitteed
i tetti, e le travature presso lecanne
in cui scorre ilfumo
;ed
inoltread
usare de'preservativiper
allontanare qualsiasi inconveniente o causa d'in- cendio, che alfui del conto eun
oggetto dellapia
altaimportanza per
la sicurezza della vita e delle sostanze de cittadini (i).n.'^
A
valutare /'importanza
delle dentaturee congiunzioni delle
arnmture
de tetti e de ponti,non che
della loro tessitura ecomposizione
;ad
applicare le chiavi, le fasciatureed
ifermagli
diferro
,ed
a conoscere le diverse qiudità deiI
ha fatto grandi avanzamenti fra noi, in
modo
dareggere al confronto delle strutture aiiticlie e del medio-evo. Viggiù principalmente e Baveiio sul lago Maggiore ed anco Vigano somministrano valenti ope-
ra] scarpellini di quadratura e di decorazione orna- mentale.
(i) Franklin voi.
IX
de la collection académique, ed il trattato pratico sopra i caniniiai pubb. aLon-
dra nel 1777.36
ferri
per
fendersene con\>eniente7nente-^ a
formare
le pontellazioni
per
sottomurare eper
le opere di sostruzione;ad
ideare e tessere solidearma- mature per V
esecuzione delle volte, delle cupole e degliarchi;a
piantare scientemente palafitte ?ieiterreni paludosi, atte a surreggere ponti, torri
o fabbrica qualunque
della civileo
militare archi- tettura.Questo ramo
essenziale dellepratiche con- struzionipotrà
rendersi agevole alla capacità de- glioperaj col sussidiode
modelli dedotti dall'opere emacchine pia
stimateed
ingegnose in sì fatto genere dimeccanica
^non ommessi pur anco què
modelli che
possono
serviread
agevolare ilma-
neggioed
il trasporto de materiali in qualsivoglia locazione, opiana
^ o bassa,od
elevata straordi- nariamente.Da
questa utile instituzioneemanerà
quella classed
artieri cotanto benemerita alV arteimpor-
tantissima d' edificare,che imprimerà
sia nellemodeste
construzionidie
nellegrandi
strutture e decorazioniV
onorevolemarchio
della loro felice educazione e di quellafranchigia
legittimamente accordata dal benemerito consessodegV
institutori pel libero esercizio dell'arte loro.Così il cittadino consacrerà