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1 DISPENSA ARRAMPICATA/ALPINISMO- OSSOLA OUTDOOR SCHOOL

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Academic year: 2022

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TERMINI TECNICI E ATTREZZATURE ROCCIA - GHIACCIO

• IMBRAGATURA. Composta da:

o Cintura

o Fibbie ripassate e non apribili (possono essere 1, 3 o 4) o Cosciali

o Ponte

o Anello di servizio o Porta materiali

• FRENO. Tutti i dispositivi frenanti di assicurazione

o DINAMICI (richiedono pratica, guanti e costante attenzione)

▪ manuale a singola funzione per l’assicurazione al primo di cordata (da tutti conosciuto come secchiello) e la discesa in corda doppia

▪ manuale a doppia funzione (si dice ‘in modalità guida’ o ATC - Air Traffic Controller, tipo Petzl Reverso) per l’assicurazione al primo di cordata, il recupero auto bloccante del secondo di cordata e la discesa in corda doppia

o STATICI (non devono considerarsi automatici ma riducono gli errori umani)

▪ meccanico a bloccaggio assistito (Petzl Gri Gri, CAMP Matik, Trango Vergo, Edelrid Eddy, Wild Country Revo)

▪ manuale a bloccaggio assistito (CT Click Up, Edelrid MicroJul, Mammut Smart, Salewa Ergo, BD Pilot)

TERMINI TECNICI E ATTREZZATURE GHIACCIO

• CORPO MORTO. Ancoraggio precostruito o improvvisato (sacca dei ramponi, picozza, manico della pala, sci…) che viene infisso o annegato e pressato nella neve

• PROGRESSIONE SU GHIACCIAIO. Camminata su ghiacciaio in cui una particolare disposizione della cordata, costituita da 2 o più componenti, rappresenta l’elemento di sicurezza che trattiene un’eventuale caduta in un crepaccio di un componente

MORFOLOGIA DEL TERRENO ROCCIOSO

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• PLACCA. Porzione di parete inclinata sotto la verticale e, spesso, povera di appigli

• MURO. Porzione di parete rocciosa verticale o con inclinazione nei pressi della verticale

• STRAPIOMBO. Porzione di parete rocciosa con inclinazione negativa, oltre la verticale

• RAMPA. Porzione di parete rocciosa inclinata ma, agevole, in un contesto di parete ripida

MORFOLOGIA TERRENO ALTA MONTAGNA (NEVE E GHIACCIO)

• SCIVOLO. Piano inclinato ed omogeneo di neve o di ghiaccio

• NEVAIO. Accumulo di neve normalmente posto alla base delle pareti di roccia

• NEVATO. Neve perenne che resiste alla stagione estiva per caratteristiche morfologiche del territorio e destinata a trasformarsi in ghiaccio

• GHIACCIO VIVO. Ghiaccio secco di ghiacciaio

• VEDRETTA. Bacino glaciale statico e non di flusso di piccole e medie dimensioni (non presenta mediamente crepacci)

• GHIACCIAIO. Bacino glaciale con zone di accumulo e di flusso con crepacci OPERAZIONI - TERMINOLOGIA

• LEGATURA - NODO DI LEGATURA. Collegamento dell’arrampicatore alla corda.

• NODO DELLE GUIDE CON FRIZIONE O NODO A ‘8’ INSEGUITO. Consigliato per tutti i principianti.

o Vantaggi:

▪ facilmente visibile e riconoscibile in caso di errata esecuzione

▪ sicuro, se correttamente eseguito non si allenta nemmeno con corde nuove e rigide con trattamento idrorepellente

o Svantaggi: in caso di corde sottili, con calza consumata e in seguito ad un forte carico, può essere difficoltoso aprirlo

• NODO BULINO di legatura

o Semi infilato (consigliato per utenti avanzati)

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▪ Svantaggi: più difficile da verificare nel partner check rispetto al nodo delle Guide

▪ Vantaggi:

• si apre facilmente dopo forte carico

• NODO BULINO multi funzione. Utile per svariate attività, dalla costruzione della longe, di soste, di chiusura di asole a spalla, asole distanziatrici, della corda in spalla…

• NODO AUTOBLOCCANTE. Costruito in svariati modi può essere mono direzionale o bidirezionale e sfrutta il principio dell’attrito di un cordino che aggira con un numero di spire una corda di diametro maggiore. Maggiore è il carico, maggiore sarà la sua tenuta. Ha molte applicazioni in campo alpinistico e di autosoccorso. I più comuni sono Machard e Prusik

COMUNICAZIONE RECIPROCA

In campo alpinistico la comunicazione tra i compagni di cordata è fondamentale. Oltre ai comandi fissi di seguito esposti, è importante parlarsi e confrontarsi durante tutto l’avvicinamento su tutto quanto riguarda l’evoluzione meteorologica, il terreno, l’orientamento, le strategie, i cambi di assetto, la valutazione di rinuncia o presa in considerazione di piano alternativo, dubbi, paure e timori di uno o dell’altro. E’ poi importante parlarsi prima di affrontare l’itinerario, guardarsi a vicenda per verificare lo stato fisico, psico attitudinale senza aver paura a dimostrare apertamente debolezze e lasciare la guida al componente più predisposto. Non tutti i giorni siamo gli stessi alpinisti e nessun alpinista amatore deve dimostrare nulla. Il problema di un singolo diventa il problema della cordata, meglio rendere partecipi tutti di eventuali problematiche prima di esporre se stessi e la cordata a rischi evitabili con una buona comunicazione. Durante la salita ci si continuerà a confrontare su difficoltà attese, si controlleranno reciprocamente le manovre, gli atteggiamenti, il passaggio del materiale, eventuali criticità, lunghezza dei tiri di corda, cosa fare nel caso non ci si sentisse a voce.

• ‘ASSICURATO’. Chi assicura comunica di aver inserito correttamente la corda nel proprio dispositivo di assicurazione (o freno)

• ‘PARTO’. Chi scala avverte il compagno che assicura che è pronto per la scalata

• ‘VAI’. Chi assicura conferma a chi scala di aver recepito il comando ‘parto’

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ATTEGGIAMENTO

Alcuni di questi comandi tra cordate affiatate, possono essere omessi a patto che siano sostituiti:

• dall’esperienza dei componenti che conoscono le manovre, prevedono le azioni del compagno, il corretto atteggiamento e l’utilizzo più favorevole del proprio freno, che ha già esperienza su come trattenere una caduta

• dall’attenzione costante dell’assicuratore lungo tutta la durata del tiro

• dall’esperienza di chi scala consapevole di ogni gesto ed operazione, che sa valutare, leggere e prevedere dal basso eventuali sezioni difficili e le conseguenze in caso di caduta in relazione alla morfologia (cenge, traversi, pilastri, diedri, sezioni dure a pochi metri da terra, ecc…), che sa valutare il proprio margine tecnico in relazione alla difficoltà e stile dell’itinerario, la qualità della roccia, la qualità e caratteristiche della chiodatura (distanza degli ancoraggi, loro posizionamento ‘intelligente’ o meno, stima sulla loro età)

• dalla conoscenza reciproca e delle abitudini dei singoli ATTEGGIAMENTO DELL’ASSICURATORE

• Presta massima attenzione sempre, ma, soprattutto, durante i primi metri dalla partenza della sosta (fattore di caduta alto) come anche le ripartenze dalle cenge

• Anticipa e regola lasco di corda in relazione alle operazioni del primo di cordata, si prepara e si imposta se ha i segnali di un eventuale volo

• Controlla eventuali danneggiamenti della corda mentre la corda scorre tra le sue mani

• Valuta la differenza di peso con l’arrampicatore e attua eventuali accorgimenti ATTEGGIAMENTO DELLO SCALATORE

• Affronta un itinerario ben consapevole di quello che lo aspetta e lo comunica al proprio compagno insieme a dubbi, paure, eventualità, tratti problematici

MITIGAZIONE DEL RISCHIO e UTILITA’ DELL’ERRORE

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Il rischio zero in ambienti non controllati non esiste e la sicurezza totale non può esistere (spesso nemmeno anche negli ambienti controllati come le palestre indoor).

Tutte le attività outdoor si confrontano con 3 diverse tipologie di pericolo derivanti da:

1. CONDIZIONI AMBIENTALI, CLIMATICHE E METEOROLOGICHE

2. TERRENO (errori di itinerario, ritardi, rottura di ancoraggi o cedimento di porzioni di roccia su cui sono fissati gli ancoraggi, cedimento di porzioni di roccia, caduta sassi…)

3. FATTORE UMANO

Il metodo di mitigazione del rischio è un approccio all’attività outdoor secondo il quale si accetta un pericolo maggiore di zero (esistente e a prescindere dall’uomo) e lo si

Nel FATTORE UMANO rientrano sia incidenti da ‘inconsapevolezza’ (inesperienza, di chi ignora il problema e il pericolo) sia, all’estremo opposto, eccesso di confidenza che, spesso,

STATISTICHE DI INCIDENTE e CONCLUSIONI

E’ dovuta una riflessione leggendo alcuni dati presi dal report del CNSAS sul territorio italiano riguardante gli interventi di squadre di terra ed elisoccorso nel 2019 e 2020.

L’escursionismo è al primo posto nella richiesta di intervento agli organi di emergenza con il 47% (4512 interventi). Segue lo sci in aree controllate (16% - 1500), la mountain bike (7% - 685), l’alpinismo (6% - 550), la ricerca di funghi (5% - 381), lo scialpinismo (3% - 280), le vie ferrate (2,3% - 217), l’arrampicata sportiva (1,3% - 128), il canyoning (0,5% - 45), le cascate di ghiaccio (0,3% - 25).

Si può affermare che, nonostante l’alto pericolo oggettivo dell’ambiente in cui l’alpinismo si svolge, il numero di interventi non sono molti in rapporto al numero di praticanti sempre in crescita (decine di migliaia) soprattutto concentrati nei mesi estivi.

Escursionismo, sci alpino, mountain bike e cercatori di funghi impegnano gli organi di soccorso alpino per il 75% pur non svolgendosi in altezza.

Ma ci sono dei dati che vanno presi in considerazione:

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La SCALA DELLE DIFFICOLTA’ FRANCESE (inglese e americana le altre più comuni) è quella che prendiamo come riferimento perché la più diffusa sul nostro territorio

Francia UIAA YDS GB AUS Livello

1 I 5 3a Novizio ↓

2 II 5.1/5.2 3b 11

3 III 5.3/5.4 3c 12

4a IV 5.5 4a VD 13 Principiante ↓

4b IV+ 5.6 4b S 14

4c V 5.7 4c HS 15

5a V+ 5.8 VS 16

5b VI- 5.9 5a HVS 17 Intermedio ↓

5c VI 5.10a E1 18

6a VI+ 5.10b 5b 19

6a+ VII- 5.10c E2 20

6b VII 5.10d 5c 21

6b+ VII+ 5.11a E3 22 Avanzato ↓

6c VIII- 5.11b 23

6c+ VIII 5.11c 6a E4 24

7a VIII+ 5.11d 25

7a+ IX- 5.12a E5 26

7b IX- IX 5.12b 6b Esperto ↓

7b+ IX 5.12c E6 27

7c IX IX+ 5.12d 6c 28

7c+ IX+ 5.13a E7 29

8a IX+ X- 5.13b Super Esperto ↓

8a+ X- 5.13c 7a 30

8b X 5.13d E8 31 Elite ↓

8b+ X+ 5.14a 32

8c X+ XI- 5.14b 7b 33

8c+ XI- 5.14c E9 34

9a XI 5.14d 7c 33 Super Elite ↓

9a+ XI+ 5.15a 36

9b XII- 5.15b 37

9b+ XII 5.15c 38

9c XII+ 5.15d 39 Alieno!

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Prima di affrontare un itinerario in un luogo che non si conosce lo si affronti iniziando da un livello molto più basso rispetto a quello che normalmente è quello limite. In questo modo si potrà, in maniera conservativa, conoscere gradualmente lo stile della scalata, le caratteristiche e lo stato della chiodatura e delle soste, se la valutazione teorica sulla carta corrisponde agli standard a cui siamo abituati, Spesso accade che, cambiando stile e roccia, e, soprattutto sugli itinerari storici classici, ci si imbatta in gradi molto più severi rispetto a quanto siamo abituati. In altri casi, molti siti di arrampicata storici presentano valutazioni strette perché un tempo la scala delle difficoltà era molto più limitata verso l’alto rispetto ad oggi e i gradi medi e bassi sono sempre quelli maggiormente coinvolti da questa spirale. Non affidiamoci quindi ciecamente alle informazioni locali o delle guide di arrampicata ma tastiamo il terreno in punta di piedi in relazione a noi stessi in quel giorno, alle nostre capacità, alle nostre abitudini, attitudini e preferenze. Un

atteggiamento umile potrà essere la chiave di successo per una giornata di divertimento in luogo di grandi spaventi!

AUTOSOCCORSO – RICHIESTA SOCCORSO ORGANIZZATO Saper operare in ambito di autosoccorso è spesso la chiave per risolvere in autonomia molti problemi, velocizzare i tempi di eventuale ospedalizzazione, limitare i costi per la comunità di un intervento organizzato di terra o di elisoccorso. Le regole da tenere a mente sono:

• non peggiorare la situazione, non mettere in pericolo se stessi ed altre persone

• qualunque azione di rimedio venga attuata solo da persone che abbiano

competenze altrimenti non agire, non muovere l’infortunato soprattutto in caso di sospetti impatti al cranio ed alla colonna

TECNICA DI ARRAMPICATA

La metodologia per l’apprendimento della tecnica di arrampicata si basa sul metodo

‘Caruso’. Paolo Caruso è una Guida Alpina che, per primo, ha studiato gli istinti motori animali ed umani, ha valutato la loro efficienza in funzione di terreno ed obiettivi e, successivamente, li ha applicati alla progressione su terreno ripido (roccia, neve, ghiaccio) codificandoli in un testo diviso in:

• principi fondamentali

• schemi motori

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• posizioni/progressione

L’aspetto innovativo di questo testo è di approccio cosciente all’attività e si fonda su:

• scoprire la consapevolezza del proprio corpo nello spazio, dell’equilibrio, delle forze in gioco e di come usarle al meglio, e permette di iniziare e poi continuare la progressione tecnica in maniera più efficiente, efficace e veloce

• la filosofia della lentezza, di una progressione tecnica e culturale poco

competitiva ma basata sullo sperimentare in maniera cosciente e poco istintiva, sull’apertura mentale a provare e riprovare per fare meglio, più efficienti e più sicuri una determinata azione in un infinito lavoro di affinamento individuale, di approccio e di gruppo

AREE ALPINISTICHE ROCCIOSE ATTREZZATE O SEMI ATTREZZATE

E’ bene ricordare, non tutti lo sanno, che il patrimonio di centinaia di migliaia di tiri arrampicata nel mondo, lo si deve al duro di volontari, spesso locals dell’area. Dietro ad ogni sito si celano centinaia di ore di duro lavoro a partire dalla scoperta, la valutazione, la pulizia, la messa in sicurezza delle pareti, la tracciatura dei sentieri ed attrezzatura con ancoraggi fissi spesso auto finanziati. Se il terreno sportivo è più soggetto a pulizia e manutenzione, quello alpinistico lo è di meno. La roccia può essere meno controllata e meno verificata, gli spit, dove presenti, potrebbero essere

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