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ATS REte per la Biodiversità delle Specie Orticole in Puglia

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Academic year: 2022

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PSR PUGLIA 2007-2013 Misura 214 - Azione 4 - sub-azione a) PROGETTI INTEGRATI PER LA BIODIVERSITA’

DETERMINAZIONE DELL’AUTORITA’ DI GESTIONE PSR 2007-2013 N° 502 del 18/11/2013

ATS “REte per la Biodiversità delle Specie Orticole in Puglia”

RELAZIONE FINALE di Marialucrezia Colucci

Le indagini bibliografiche relative al Barattiere, Bietola da coste e Pomodoro Regina sono state condotte nelle biblioteche di Fasano, Ostuni, Bari e presso la Biblioteca Apostolica Vaticana. Quest’ultima è stata utile soprattutto per recuperare i cabrei dei Cavalieri di Malta relativi al Feudo di Santo Stefano, di cui facevano parte Monopoli, Fasano ed un tratto costiero di Ostuni.

Inoltre sono stati prodotti due tipi di questionari: uno sugli usi e sulle ricette, l’altro sulle pratiche agricole ed agronomiche relative ad ognuno dei tre prodotti in esame. Essi sono stati somministrati ad un campione di 10 individui.

Avendo poi visitato 12 aziende produttrici ortaggi ed operanti sul territorio da Polignano a Carovigno, è stato possibile eseguire 4 interviste.

Bietola da Coste

La bietola appartiene alla famiglia delle Chenopodiacee: nota anche come coste, delle bietole vanno consumate non solo le foglie, ma anche le coste fogliari, in pratica la parte iniziale delle foglie, quella più bianca e più spessa. Originaria dei litorali del Mediterraneo, la bietola da coste è un ortaggio piuttosto resistente alla siccità che va seminato all’inizio della primavera o alla fine dell’estate. In effetti è un ortaggio presente durante tutto il corso dell’anno sul mercato che viene apprezzato in cucina soprattutto per la ricchezza di sali minerali.

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Tutte le bietole attualmente coltivate derivano probabilmente dalla bietola selvatica, tipica delle aree costiere del Mediterraneo. L’enorme differenziazione tra le varie tipologie di bietole sarà stata dovuta alla selezione praticata nel tempo dall’uomo; si sono così avute, oltre all’originaria bietola selvatica, bietole da foraggio, bietole da zucchero e bietole da orto, che si suddividono, a loro volta, in bietole da foglia e bietole da costa o coste.

La bietolina selvatica (Beta vulgaris L. o Beta maritima L., famiglia delle Chenopodiacee) cresce sul litorale e sulla campagna inerbita da Polignano a Mare a Carovigno, ai bordi dei sentieri e dei campi e sui pendii incolti ricchi di sostanze organiche.

La bietola da coste era già nota presso gli Assisi e i Romani ne consumavano due varietà principali: secondo Plinio il Vecchio, tra l’altro, le bietole da costa rappresentavano un ottimo rimedio contro la dissenteria e l’itterizia. La bietola da costa è un ortaggio di origine Europea e Nord-Africana che attualmente è molto diffuso anche in America ed Asia.

E' una pianta resistente al freddo per cui vegeta durante l'inverno purchè non troppo rigido; si può quindi raccogliere tutto l'anno avendo cura di scegliere le foglie più tenere in caso le piante siano molto cresciute.

Simile alla versione coltivata "da taglio", ma abbastanza diversa da quella chiamata "da costa", presenta delle foglie lisce e carnose, con venature bianche o talvolta violacee, di colore verde scuro, di forma stretta e allungata nella pianta adulta.

In dialetto prende il nome di guaite o gneite.

PROPRIETÀ

La bietola da costa è un ortaggio formato soprattutto da acqua e particolarmente ricco di provitamina A o beta-carotene, vitamine indispensabile per la cura della pelle, per i tessuti e per la vista. Contiene buone quantità di magnesio e di ferro, sostanze nutritive molto importanti soprattutto nell’alimentazione dei bambini e degli adolescenti. Presenta proprietà antianemiche, rinfrescanti ed emollienti ed è un ortaggio indicato per chi soffre di anemia dato che contiene buone quantità di acido folico che favorisce la metabolizzazione del ferro. La bietola da coste inoltre è un ortaggio particolarmente digeribile e capace di regolare l’intestino pigro, indicato anche per chi soffre emorroidi.

VARIETÀ

Le bietola da costa vengono anche chiamate comunemente coste e possono essere divise in diverse varietà.

Sostanzialmente vengono divise in varietà primaverili ed autunnali e si presentano con un aspetto diverso in base alla bollosità delle foglie, alla grandezza e al colore delle coste. Fra le diverse varietà ci sono le bietole con gambi che tendono al rosso e all’arancione, ma in Italia sono più note le varietà a gambi bianchi. Esistono anche delle varietà di bietoline più piccole, note come bietoline da taglio.

CURIOSITÀ

Prima di cucinare le bietola da costa, è necessario pulirle: in pratica il gambo va diviso dalla foglia e vanno rispettati i diversi tempi di cottura. Per cuocere insieme sia le foglie sia i gambi si dovrebbero tagliare le coste verticalmente per poter favorire una cottura uniforme. Possono essere cucinate in diversi modi:

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tempo di cottura tende anche ad essere diverso: le foglie possono cuocere a vapore per 15 minuti e in pentola per 5 minuti mentre le coste richiedono circa 5 minuti di cottura in più. Le bietole da coste possono essere servite come contorno, come ingrediente per la zuppa, come ripieno, possono essere cotte al vapore o stufate.

La ricetta più tradizionale vuole che dopo averle lessate, le bietole vanno unite a un sugo fatto di pomodori al filo: si chiamano gnaite azzeise.

Barattiere

La barattiere, Cucumis melo L., appartiene alla famiglia dei meloni. Al genere Cucumis L. appartengono le più importanti specie coltivate; le 32 specie ascritte al genere sono distinte in due gruppi in base al centro di origine e al numero di cromosomi. Il gruppo di origine africana (2n = 24) includerebbe Cucumis melo L., quello di origine asiatica (2n = 14) la specie Cucumis sativus L. (Kirkbride, 1993). Il centro di origine di C.

melo è dibattuto ma con molta probabilità è situato nell’Africa orientale (Kerje e Grum, 2000), da dove si sarebbe diffuso ampiamente nelle aree tropicali e subtropicali del pianeta. Le testimonianze più antiche di melone coltivato risalgono a scritture cinesi del 2000 a.C. e a pitture murarie egizie che sembra facciano riferimento a varietà di melone non dolce.

Il motivo per il quale soprattutto nel fasanese, esso venga denominato tradizionalmente Barattiere è presto detto. Il primo a coltivarlo è stato Leonardo Pinto, un contadino di Fasano soprannominato "barattiere", da qui il nome di questo frutto ibrido che ha il colore dal cetriolo e la forma dal cocomero. Molti, a Fasano e dintorni, lo chiamano "cucumarazz", avallando la tesi che si tratti di un ibrido, visto che non è né cetriolo e né un melone o cocomero. La prima coltivazione di questo prodotto risalirebbe alla fine degli anni Quaranta, quando Leonardo Pinto, deceduto circa 30 anni fa, piantò dei semi regalategli da un suo amico monaco. La facilità di coltivazione, la forma strana, il sapore rinfrescante e gradevole, sono gli elementi che probabilmente hanno decretato il successo di questo strano prodotto. Così altri contadini cominciarono a chiedere a Pinto il seme. Questi «non si faceva pregare più di tanto per regalare semi a quanti ne facevano richiesta (forse da qui il suo soprannome u barattir - racconta Pietro Margaritondo, collaboratore di Le Grottaglie, azienda ortofrutticola di Fasano. Però "u cumarazz d' barattir" era il più ricercato. Era il più saporito». «da giugno a settembre il prodotto è più saporito - sottolinea Margaritondo - ed è anche l' epoca del barattiere coltivato nelle immediate vicinanze del mare, quindi più morbido e più fragrante, forse per effetto del clima e delle acque salmastre utilizzate per l' irrigazione dei campi di cucumarazz. Ad agosto e sino a tutto ottobre, è invece disponibile il barattiere coltivato sulle colline sopra Fasano, in campi privi di irrigazione, così le radici cercano refrigerio nelle lingue di terreno che si formano tra una roccia e l' altra.

Anche quello autunnale è un prodotto dal sapore gustosissimo e rinfrescante. Comunque sono due prodotti diversi quelli di luglio e quelli di agosto ottobre. Cambia leggermente il colore, verde tendente al chiaro quello di collina, che è privo anche di quella vena gradevolmente salmastra e sapore più delicato e più morbido del cucumarazz disponibile nel mese di luglio.

Esso si raccoglie e si mangia immaturo e crudo. Si accompagna alla pasta al sugo col cacioricotta o come ingrediente di tante insalate. Una fra tutti, la cialledda: essa non è nient’altro che Barattiere tagliato a cubetti, origano, pomodori regina, pane raffermo tagliato a quadretti e acqua (o ghiaccio) e sale.

In dialetto prende il nome di barattir o cucumarazz. A Polignano c’è la varietà Mezzo Lungo di Polignano che acquista il nome di carusidd.

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PROPRIETÀ

Il Barattiere è un ortaggio formato soprattutto da acqua (95%) e su 100 gr ha un val. energetico di 13 kcal, quindi è molto utilizzato in diete ipocaloriche, assicurando sazietà vista la discreta presenza di fibre.

CURIOSITÀ/NOTE

È entrato a far parte dei prodotti De.C.O. di Fasano da aprile 2014.

È UNO DEI PRODOTTI TIPICI DI PUGLIA Si approfondisce il suo argomento in:

Bianco V.V., Pace m., 1979. confronto tra popolazioni di “Carosello”. Atti convegno “la coltura del melone in Italia”, 1979 Verona: 165-172.

Rotolo G 1978. La coltura in asciutto del “carosello” in agro di Alberobello. Tesi di Laurea in Orticoltura.

Fac di Agraria. Univ. Di Bari.

Pomodoro Regina

È un pomodoro da serbo (Solanum lycopersicum L.) tradizionalmente coltivato in aridocoltura, in terreni prospicienti il mare. Le bacche hanno un peduncolo con sepali all’insù, come una corona: di qui il nome Regina. Esso viene raccolto da fine giugno ad agosto e ogni bacca viene cucita, con un filo di cotone, a formare un grappolone detto Ramasola (termine dialettale fasanese, di dubbia etimologia) o ‘nzerta (barese) o chioppa (Ostuni). I pomodorini, legati per il peduncolo con il filo di cotone a formare le ramasole, sono appesi alle volte delle masserie e si conservano fino alla fine del mese di aprile dell’anno successivo. Un tempo il possesso di molte ramasole era un’espressione di prestigio sociale e di ricchezza famigliare: le ragazze in età da marito che ne possedevano molte erano ambite.

Dai cabrei dei Cavalieri di Malta, si evince che nel XVII sec, tra Torre Canne e Torre Spaccata ci fosse un’area denominata Pezza della Bambage in cui si coltivava cotone e pomodoro: è forse da questo momento che inizia la storia della compresenza di filari di cotone e di pomodoro e quindi la produzione della ramasola.

In particolar modo, il pomodoro è una pianta originaria come noto dell’America; nella zona compresa tra Messico e Perù, era già diffusa nella civiltà azteca, che la chiamava xitomati, da cui la parola tomato che, con diverse varianti, è il termine utilizzato anche oggi per chiamare il pomodoro in diverse lingue e in alcuni dialetti italiani. Se la salsa di pomodoro era un ingrediente della cucina azteca, gli Europei iniziarono ad apprezzarlo solo tardi: infatti Cortés portò le prime piante in Europa nel 1540, ma la sua espansione e coltivazione nel Vecchio Mondo si ha solo nella seconda metà del XVII secolo.

PROPRIETÀ

Contiene il 94% di acqua , 20 cal x 100 grammi, vitamina C (21mg), betacarotene e il licopene, un potente carotenoide antiossidante che aumenta le difese naturali contro l’invecchiamento e le patologie cardiovascolari e tumorali., rivitalizzante e diuretico. Il pomodoro è un anticalcare naturale, un rimedio casalingo per pulire l’ottone macchiato, strofinandolo proprio con la polpa di un pomodoro maturo.

CURIOSITÀ/NOTE

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È entrato a far parte dei prodotti De.C.O. di Fasano da aprile 2014.

È in uscita nel 2016 un quadernetto tematico facente parte della colonna I Quaderni del Parco dune costiere, edito da Stiloeditrice.

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