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MARIA SANTISSIMA. napoli, COMPONIMENTI POETICI SOPRA. a aaaiiia dii issala S. DOMENICO MAGGIORE

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(1)

'

r*

/

COMPONIMENTI POETICI SOPRA

a aaaiiia dii issala©

D

I

MARIA SANTISSIMA

DE’ FRATELLI DELLA REAL ARCICONFRATERNITA SOTTO TAL TITOLO ERETTA

IN

S. DOMENICO MAGGIORE

RECITATI Da'MEDESIMINEI.Di' 1. OTTOBRE l83l.

napoli,

(©affo.StabilimentoGipocjtapcoc)a(JiuAeppe .Seiretiuo

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c0

A

uovotIdia Pace

A

r77, 18e1 rj.

I

83

I .

*

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(2)

1

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(3)

A SUA

ECCELLENZA

REVERENDISSIMA

MONSIGNOR

FR.

GIANNANGELO TORTA DA CUNEO

VESCOVO DELLE

TERMOPOLI

,

PRELATO DOMESTICODISUA SANTITÀ*

,

ED

ASSISTENTEAL SOGLIOPONTIFICIO,

CONSULTORE DELLA

SACRA

CONGREGAZIONE

DELL’INDICE*

CAVALIERE

GRAN

CROCE, E VICE-GRANPRIORE DEL SACRO ORDINE COSTANTINIANO,

ABBATE

COMMENDATARIO DELLA

CHIESA DIS.ANTONIO VIENNESEDI

QUESTA

CITTA’, GIÀ*CONFESSORE,

ED

ELEMOSINIEREDIFERDINANDOI.

RE

DEI.

REGNO

DELLE

DUE

SICILIE DIGLORIOSA MEMORIA,

ED ATTUALMENTE

DISUA

ALTEZZA REALE

D.

LEOPOLDO

BORBONEPRINCIPE DISALERNO.

PER VIVACITÀ’D'INGEGNO, CANDIDEZZADI

COSTUME SAGGEZZA

D’OPERA

CON RAGIONE

AMMIRATO

QUESTIPOETICICOMPONIMENTI

SCRITTIPERCELEBRARE

LA GLORIA DEL ROSARIO DI M. VERGINE

LA

CONGREGAZIONE SOTTO

TAL

TITOLO

ERETTA

INS.

DOMENICO MAGGIORE DIVOTAMENTE

OFFERISCE,E CONSAGRA.

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(4)

Dioitized bvGpogie

(5)

ISmd'i) 022D32

DF.L

SACERDOTE

1).

GAETANO MASSARI

TRA

ISERVIDEVOTIDIMARIAIL PIU'UMILE

rs

ulla v’el)bc

mai

, chepareggiar potesse l’incan- to, checreava ili se 1’antica

Roma

trionfatrice.

Quest’ augusta Metropoli dell’Universo, nellacele- britàmagnifica delle feste

, se stessa vincca d’assai nellasolennitàpiùsplendida de’Trionfi.

Appena

il clangor delletrombe avvisava non lontana la

pom-

pa,che inviava ad incontrarla 1’

immenso

popolo ammiratore, evociferando altamente per ogni stra- da inebbriavasi tuttadi godimento, edi fasto. In- tanto dentro alle Porle lebande riceve degli squil- lanti strumenti

,accogliea millegl’inalberati tro- fei ,e giàvedeleimmagini delle Cittàconquistale, c1’oro mira, el’argento dilà in gran copiatra- sportato; poi lesvariate pitture, i vasellami mol- tiplici

, isimulacridiversi degli Dei stranieri; poi le

arme

nemiche

, le stranievesti, e le barbariche insegne de’Popoli soggiogati. Nel mentre stesso le smisurate moli degli Elefanti, le incoronate Aquile de’ vessilli

, la spirante ferocia del INIarso, e dcl- 1Apulo

, le occupano successivamente lo sguardo,

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(6)

6

che ornai si fa piò curioso dalla vicina comparsa de- vinti Duci,e de’

Re

prigionieri.

Oh

qualein quel punto, equantafaccvasi la superba! Ondeggiante per ogni parte

, il varcocercava per ispiarne isem- bianti

, efrenica connnovendosidi compiacenza nel-

1’indicarlidi rabbia raccesi, edi vergogna,che a fronte china,edispettosi insieme traevanolecatene d’avantial Cocchiorumoreggiante di un suo citta- din vincitore. Ecco, eccollui stesso frala nubedi odorosiprofumi, conla fronte inghirlandata diallo- ro, etratto superbamente da bianca quadriga, ec- colo,che risponde d’alto ai viva della sua Patria latta perlui maggiordi sestessa.

L

!esercito vitto- riosoche ilsegue, ilmilitare suon che 1’assorda

,

il fremito popolar chegliapplaude; c glisplendidi archi, cheloaccolgonper via e i Colli di Quiri- no,che l’ammirali da lungo, e’1Campidoglio ami- co col bicolorvessillo, clic all’auretrionfali gli si

apre d’avanti

, similenel pensiero lo farebbero a quelsuo Giove

^ sealcun non avessecon seco, che gli ricordi d’ esserMortale.

Or

,se

Roma

pagana neldovercredeasidi tri- butare omaggio, cdonore ad

un

liberator dellaPa- tria, diestrinsecaresegnali di riconoscenza

, e di

gratitudine ad

un

Console vittorioso de’suoi nemi- ci: quaisentimentidi culto

, divenerazion,di ri-. ,

spetto, di gioja, di consolazion

,di allegrezza rac- cogliernon debbo incuore, emanifestare,oltre 1’

usatoinviso,

Roma

Cristiana, eCattolica

, Napoli pietosa , edevota,e questa rispettabile

Adunanza

,

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(7)

7

'

che

mi

fadecorosa corona

, perColei, di cui sta scrittoacaratteri d’oro

, negl"inalterabilifastidella Chiesa, dal ditodi Diosegnati:

Che

ora schiac- chiato avessedell’infame Colubro 1’avvelenante ca- po; orainimiciziaeterna giuratoallesue seduzioni, e

magagne

: quandosurlafosse in Cielo piasplen- dida dell’argentea

Luna

,a segnar la stradaalpas- saggiertimoroso,che fra letenebre

, ele caligini della notte oscura dell’alleanzaantica non sapeaove poggiareil piede: quando spuntata sull’Orizzonte Aurora benigna,stendente d’intorno il roseo lem-

bo

, forieradiquel Sole desiato, da cui nellapie- nezzade’tempi aspettava la nazione novella sospira- to gorno di ristoro,e disalute:dove a trattoa trattoopporsi adifesa,qual fortebaluardo, etor- re maestosa,dacui millearmadure pendono

,ecen-

toscudi. a resisterea’colpipiù gagliardidella

Im-

pudenza, edella Resìa;cdoveschierarsia terrore

,

qualben guernitoesercito sul

campo

di battaglia

,

a liaccare 1’orgoglio de’nemicidella Verità

, c del-

la fede?Maria èdessa,cui atantamaggior ragio- ne inquesto giorno solenne,sacroallesue Vittorie

,

ed a’suoi Trionfi

,tributa 1universo

Mondo

fede- le, i più sinceri sentimenti del riconoscente suo cuore.

Rammenta

essodi fattiilcattolico

Mondo

1’epo- ca sventurata dell’infelicesecolododicesimo, in cui datasi fralorla

mano

la sfrontataProstituta diBa- bilonia

,cla mostruosa Bestia dell’Apocalissi; ed impazienti di vedersi trincieratenellangusto recinto

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(8)

s

della Contea di Tolosa, per la Francia, c perla Spagna scorrcanfrenetiche, ed inique, quella sul disegno d’inebbriarecol suo giojellatonappoquanti incontratiavessespiriti discoli, espensierati, que- stadi abbatterecon laforza chiunque osatoavesse diopporselecostante. Ricorda,

come,

qual’impe- tuoso torrente

, che precipitando dall’ alto di una rupe scenda ruinosoad avvolgere fra la sua piena quantoincontra nelrapidocorso,uscisserogliAlbi—

gesiadiffonderda per tutto, sulla Religioncalpe- stata,suiSacramentiderisi,suiSantuarj profanati, Yerrore, il libertinaggio, il delitto.

Ma

lesovvie- ne a

un tempo

, enebrilla dicontento inestingui- bile, edi meritatacompiacenza,

come

ad

un

trat- to caddela ben munita Tolosa, mercè il potere della gran

Donna

, che a tutta ragion maguifichia-

mo

, la qualevedutafuora incutere a’nemicidel Vangelo spaventamento, eterrore

,edora accresce- reagli amicidella Fede coraggio

, evalore.

La

ve- neravan supplichevoli con quella

norma

di preghie- ra

, che insegnataloro Ellastessa avea, i figlidel gran

Domenico

, Propagator primierodi si gradila Orazione, ecol cuortraile labbra

movendo

i loro*

voti, meglio che al religioso squillodelle trombe Sacerdotalicader sividero abbattute lesuperbe

mu-

ra diGerico sottoal

comando

dell’invittoGiosuè, apertasi videla breccia della Rocca, che parea inespugnabile

, per

man

del celebreColite di

Mon-

forte, dal consigliodirettodiMaria.

Vittorie son queste, etrionfi, che non ccssa-

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(9)

9

ronoaffatto con quell’ablxmrinevole stagione.

Ma

,

come

il brando diGolia appeso nel

Tempio

tifila Sinagoga ,servivain

mano

a Davidde inogni In- sognodelle Tribùbersagliate; cosìlapubblicaPre- ghiera detta delRosario, che celebriamo, servìal pari di schermo alla Chiesa, perimpegnare una tanta Signora contro ogn’ insultoassalitore. Il Golfo di Lepanto, sparso ditronchi cadaveri

, c di lace- ratebandiere, e dipiùcentinaja d’infrante vele, edi sdrucite navi, èil testimonio più famoso del dominioriportato da Maria, del braccio servitasidi Giovanni d’Austria, su quellaformidabile armata, chediOriente

movea

per avvolger trale sue cate- neilprigioniero Occidente.

Fa

eco a tanta gloria Corfù,quando,sotto l’Augusto Cesare Ciurlo VI., furono sbaragliati i Barbari, tostocehò comparvero sitibondi di sangue

umano

acoprir L’Arcipelago.

Risponde Belgrado, quando da quelle

mura

si fece loro la seconda fiata percepìtosa prender la fuga.

Applaudono

leNazioni, ediPopolituttidella ter- raCattolica, clic in ognicimento, inogni peri- glio,inogni imminente disastro invocandoa

Ma-

ria,ritrovano aita, sostegno, edifesa.

Alla Regina

adunque

delleVittorie

, alla

Ma-

dresotto altitolo venerata delRosario ognigloria si dia, ogni onordi tributo

,di venerazione, di trionfo. Oggi, oggistesso aguzzino i loro talenti gl’ingegnosi Vati

; nonsulParnassole.

Muse

, ina del Sanirr ed

Ennon

gli abitatori fedelidiriggano a Lei Inni giulivi, sacreCanzoni, e teneri

Poemi.

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(10)

IO

Del Santuario dimanei Ministri devoti alla maesto- saDiva

, i

memorandi

riti, lecerimonieantiche

,e

leLiturgie pietose rendan pubbliche, e pompose.

Ed

Ella

, ella stessadall’Imtnaginsua rappresenta- ta

,in fronteserena, in lietosembiante, in

mani

vermiglie, edi giacintiasperse

,compariscasulleno- stre Piazzetra musicali

,strumentieirumoreggianti tamburidellemilitari truppecorteggiata

, dalla nu- merosa Assembleaprecedutade’piùlidiFigli suoi

, e

dallareligiosacalcaseguita dellasupplichevol gente , cheLei invoca, esaluta,spargendo da perognidove candidi gigli

,e rubiconderose digrazie, edi fa- vorì. Si mostri in ciòveramente Sovrana delleno- strementi, ede’nostri cuori.

E

qual la vide il Profetafiancheggiante il

Trono

diDio, di ricca ve- steadorna, d’orointarsiata, edi argento più pu- ro

; tal’appaja fra noi, elaFè, la Carità,la Spe-

me

, leVirtù, ilMerito, ela salvezza eternacon- fermi frasuoi.

A

Voi adunque

,sacriPoeti

,pietosi Leviti

, cari Confratelli

, aVoi.

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(11)

PRAESBYTERI PHlLlPPI

I)E

BLA SIO

Sireii scu Virgo monetDorylam,scuDominicum, ut co- ra/ioriempe.Rosariocoralìiscompositocaput Ifydrae con- terainimirum;haeresiniAlbigcnsiurn,r/uaelunetemporis grassabatur-

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(13)

i.3

EJUSDEM LATINA VERSIO EGLOGA PISCATORIA

S OMNIUM

luminisin rapidiripis

dum membra

quietem

Carpebant

placidam, per

amica

sileniialunae Pausilypitranquilla

ad

littoraMergellinae

Aera

per vacuimiferri

sum

visus:

amoena

Attonìtusproprio lustro

dum

lamine tempe

Muscosos

fontes,pisces, algasquevirentes Findent.es

pwpero

cursu

vada

salsaphaselos

Ecce

mihi occurritSiren moestissima Siren

Exanimis

, laniata

sinum

, lugubris, et

amens

:

Non

secus ac genitrix absorptam Jluctibus

almam

Fletprolem,scopulisque sedens conviciaIjrmphis Ingerii, etmoestis loca circumululatibus implet.

Quid

miser obtutu,

heu

, haeres defixus in

uno

?

Nonne

vides illicpositosinlittore casses, IIic

hamiim

, ut ceteetriphias

jam

cuspide

pugnax Exturbat

pelagus,

necnon genus

ornile

feranim

? IIuc oculos,

bue

verte tuossuper aequoris

undas

Cerne

pium

errantem

Dorylam

,

quem

perfida venti Tempestas boreae

poenarum

gurgite mersit.

Frigidus ossa timortenuit

dum

taliavidi.

Ferì

animus rerum

rimari, etquaererecausas;

Haec

lacrymas

geminans

spississingultibusinfit.

Fando

aliquidsiforte tuas accessit

ad

aures

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i4

Formosi Dorylae nomai

flavissimasardi

Fax

nostri,hydruntis qui cium capita allaCocyti Frangereserpentisrogitatper caerula

saxa

Turbine ventorum pressus( quidtristiarursus

Mccum

agito

demens

)

curarum

Jluctuetaestu.

Talia

dum

loquitur

vox

recidilaferturcuiaures Consiliivis expers

quantum

estrebus inanis:

Unde

venit

vox

istarogo!

quem

vidimus, inquit

,

Veniis ludibrium contrivitgrandia cete Coraliifranco

tantum

suffultus inuno.

Diditur extemplo hic

immensa

per

acquora rumor

Naiacles, Tritones, Pilorci

,

examen

et ornile yfpplauserc, uni Glauci,

Nimpliaeque

sorores,

Ft T

lieti

s

,atque

Nereus una cum

maire

Palaemon.

Ast quae nuper

eratSiren moerore subacta Induitur faciali

Divae

, sicincipitalto

Eloquio

fari,penclenl dicentisabore:

Fluctibus inmediis, ettempestatibus urbis

Jactatum quamvis

semper caput egeritundis

Coralium Dorylae

; luteedicenssemersit in linda.

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(15)

i5 PER LA FESTIVITÀ’ DEL

SS.

ROSARIO

DEL SACERDOTE

MARCO LO MONACO

ODE

1 .

Infausta etàdolente

Caveadistragi, edivetusti errori ,

Sccol d* ira fremente Chi Ila

, che sparga in techiari colori

E

descriva i profondi

Abissituoi, chealVulgo ignaroascondi?

2.

-Nell’ atro oscuroseno

Tuttelefolte nebbieraccogliesti

Di

cuivàstige pieno;

E

gliappestatidetti alcielo infesti Immerserolaterra

In caligine fosca, ein crudaguerra.

3.

Non

così Pelia, ed Ossa

Piegarlafronte,ed iTitani alsuolo Eslrem’aspra percossa

Ebber

da Giove con

un

colposolo

Come

chinòdal

pondo

D’iniqui tadeoppressoil basso

Mondo*

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(16)

i6

l

Indarno alzar la voce .

D'Albi, eTolosa i venerandiEroi Perdeviarla Idee

Di

tanti mali, che sconcanoa noi

,

GliAlbigesitacendo,

Preparaloalla

colpo più orrendo.

5.

Qualesupicciol

monte

Nuvolettaingrandisce i fianchi alati

Ed

il vastoOrizzonte

Ammanta

di bufere in tutt’i lati, Così lorfuocointerno

Fuori

avvampò

per provvocar 1’Eterno.

6

. Il Manicheo

Superbo

Di nuovo

surse, e dasofist’ardito

Negava

alDiviri

Verbo

Carne mortale

, c’l naturaleordito,

Ed

in

empia

contesa Si alfida

, ecorre adoltraggiar la Chiesa.

7* Contro iRiti più egregi

Snodò labocca infida, ebaldanzosa Al Matrimonioipregi

Tolsedell’union sacr-amorosa

E

’l

Nume

sull’altare

Immolato

per noi vollenegare.

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(17)

8.:

O

malnata genia

D’ empietà

madre

iniqua

, efuribonda Deponi tuafollia;

E

nonvedi’l

Gusman

, che giàsi affonda Nell’oblio,e laluce

Apportatordi pace alfinconduce?

9

*

Viva

il gran Dio,che spinse

Suo

fortebraccio in

mezzo

dell’agone,

L’armò

,discese,e vinse Religion nella feral tenzone

,

Come

al garzone

Ebreo Donò

vittoriaincontra alFilisteo.

10.

a

Ma

con qual segnoalpiano Costuidiscese inorrido conflitto

E

’l suo nemicoinsauo

Costrinse, edebellòychesconfitto.

L’

empio

alla fin siprostra

E

s’ange, e priega, e’lservo piè gli mostra t 11.

Eccels’amabil Diva

Tu

secondavile sue invittemossei

Altuofavor si ascriva

Sein findistruttele tartaree posse

Non

piùdiree faville

Fumaron

arse le Cittadi

, e Ville.

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(18)

i8

12,

Ai riveritosuono

Deituo bel

nome

, e aglialti tuoiprodigi Scorse

mal

fermo il

Trono

Ilfiero Reggitor dei

campi

Stigi

,

E

piendi folle rabbia

Arrizza ilcrine, e mordasilelabbia.

i3.

Al Sacro Ovil diCristo Riede colui

,che infranse

un

dìsuaLegge

E

pelnovello acquisto

De’traviali Agnelliesulta il gregge;

E

su'di bianca pietra,

Segnasi l’alto augusto,eplaude l’Etra.

i4- Dalle raggiantispere

Ove

ilpremio fruisciatedovuto Nostre caldepreghiere

Madre

gradisci

, einsicml’umil tributo;

Mentrealtuo

sommo

merlo Intessiamdi Rose

un

tenueserto.

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(19)

DEL

S1GJN0R

J(

J

SALVATORE PESCATORI

SONETTO

Non

si sgomenta

l’uomo, ma

più intima Nelvorticeterribil delpeccalo:

De’SantiDritti la sorgentepura Intorbida col pièda scellerato.

Altra Babelled’innalzarprocura,

E

a compier 1’opra, s’èdi ferroarmato

0

del genere

uman

nova sventural..

Domenico

gridò forte-adirato.

Pianse, pregò,

commosse

il Cielo, cun’

arma

Dalla Vergineottenne

,che blandita

Che

alsololampeggiar 1’oste disarma.

Dcssa è il Rosario, che ha talfilo,e

pondo

, Ch’all’

uomo

ridonando epace.e vita

,

Tuttasalvò la Progenie del

Mondo

!

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(20)

20

DEL SACERDOTE

D.

GAETANO BARBATI

Quivièlasapienza,elapossanza,

Cheaprì lastrada tra7cielo,elaterra.

DanteParati.23.

ELEGIA P

oichè do’miei penali il dolce oblio Pellegrino nescorge adaltro suolo,

Son

ratioa contemplar1’oprediDio.

E

lasciatoalpensier romito,esolo Allor

,

clictutte

dormono

le cose,

E

1’almaè

sgombra

daldiurno duolo

,

Più belleappaion le sembianze ascose Della natura

? eh’ alcelesteSire,

E

algran disegno fida corrispose;

Là mi

trasportail giovani! desile7

Ove

allefellonie d’ognimortale 11 granriscatto cominciossi aordire.

E

sulasponda delGiordanregale I’vidisorgerquelbeatoostello

,

Per cuiSionneinonoranza or sale.

Ergea lacima qualsu

muto

avella Sublime ColiseoalCiels’avvanza Prodigiodistruttura

, ediscalpello.

Quivi èilsapere

,io sciamo,ela possanza

?

Che

dischiuseil sentici’tracielo

,e terra,

Onde

giàfu lunga disianza.

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(21)

21

Quivi al

Drago

delTarlavos'atterra,

E

siabbatteil non

mai

sazioorgoglio

,

E

alCristianoatletasi disserra L’ uscio segnatodell’etereo soglio:

Quivi sicompie il sempiterno patto

Onde

T

umano germe

alriocordoglio

,

In chefu

immerso

, veggiam sottratto,

E

’lgranlavoro dell’

Adam

primiero

Fu

visto comparirtutto rifatto.

Taicoseio ravvolgeain

mio

pensiero Cosi

,che tuttele

memorie

sparte

Rimembro

del Giudaico emispero.

Star

mi

parca su le presaghecarte

,

Che

già vergavo

Aggeo

, cdIsaja,

Onde

alfuturo ildenso vel siparte; -r

Allor, clic !accigliato

Geremia

Allaingrata cittàceppi

, e catene

,

E

servitute minacciars’udia.

E

d’altra parte su Vaduste arene

Di

Babilone il luridoProfeta

^

Prediced’Israel meta alle pene.

Ma come

?ed’onde? o qualfaustopianeta

O

qual

nume

Sovran nunziodipace L’irene’ petti celestiali acqueta?

Scendisul capo, qualeterea face, Pietosa vision

, e’lpetto accendi D’altrice

speme

, ecarità verace.

E

dirò

come

il tuo braccio sospendi

Di

lampi

, e tuoni armatoallevendette

;

Gran Dio,

ch’ai tutto tua possanza estendi. .

f>4

Dir,'.:edbyCoogli

(22)

E

voitergete il ciglio, o genti elette:

Al granriscatto èpreparatoilprezzo:

Salvezza a voidipace

un

Dio promette.

Era

lanotte

, edelsuogiro a

mezzo

Cinliarcggea ibianchicorridori Allor

, cheinteso

, ea primiuffici avvezzo,

Dio a Se chiama dacelesti cori Gabriel, chetra primierailsecondo,

E

si glidice.

Or

tunon difurori

Ma

di pace ne vainunzio giocondo, Interprete fedel, cd in

mio nome

Reca i decreti aldesolato

mondo.

Dille, eh’a Plutosonleforze

dome

,

Che

’l trattato dipace ègià conchiuso,

E

1’

uom

de’mali è toltoall’aspre some.

Vanne

posciaa Colei

, che

manda

suso In ciel caldi sospiri, egli proponi Gl’ingenuisensi deli’arcanoastruso

,

Che

messaggicrlifo di

mie

ragioni.

Quegli, eh’a cclerfolgoresomiglia

Fende

i

nembi

, lesfere, egl’Aquiloni.

Esultandoimortali alzarle ciglia Al

nuovo

objelto

, a tuttoil grand’Atlante Allorsi scosseperlameraviglia.

Intanto il Messo ilcrine,il piè raggiante Sostasi

,e’ngentil attoossequioso Alla Donzella Nazarcad’innante.

E

salve

, disse. o Spirto avventuroso;

Tu

benedettasei frale donzelle

,

Che

formanodiDio l’almoriposo.

(23)

A

tale

immago

siconturba, e aquelle Voci

umane

laDiva, elepaiole S’arrestalisu lelabra verginelle.

Come

aromita donna avvenir suole

,

Simigliante adunfior

, pria,che smaltalo

Di

raggiilvengaa colorareil sole.

Ma

confortoìla 1’Angelobeato

,

Sciamando; ahnon temer

,che tudi Dio

Sarai la

Madre

, eper

Te

poi cangiato .

Sara ildestindell’

uom

protervo

, erio:

Del

mondo

or da

Te

pcude la salvezza,

E

per

Te

inulto resteranno il fio.

Voleacolui piùdir;

ma

T intramezza

La

Diva: e

come

ciò,se di mortale Gl’ amplessi1’alma miadisdegna

,e sprezza ? Mortali amplessi? Ali

Tu

nonsai perquale Sconosciuto sentierdarai aluce

De’colli il desiatogerme immortale.

Alta virtùt’

adombra

, c ’nte produco Di DioloSpirto quelgermoglio eletto

,

Che

pace, e

norma

, e vitaal

mondo

adduce.

Ma come

ilparanimfo ebbe sidetto

,

Ilfiatn’attendeva; ed Ella il grave

Suo

parlarsottopose algran concetto. . ii

Le

sferearmonizzardi più soave

Angelicamelode allor

, che ilsuono A.

Udirdel fiat, eripetetter1’ave.

E

’l messaggierosu l’etereo trono

Ne

reca idetticelere, efestoso,

Clic fur pegnid’

amore

, edi perdono.

Ed

alla vegliain

me

cesseil riposo.

(24)

PRIMO MISTERO GAUDIOSO

2.\

DEL SIGNOR

F. S. V.

SONETTO n V^on Èva

antica Angiolribelle tratta;

Saluta Angioldi luce

Èva

novella:

L’ mia divii

menzogna

il cors’imbratta; L’ altra col labro verità favella.

In-folle error l’intera

umana

schiatta Sospintavien dall’albagia di quella

;

Dall’umiltàdiquestan’èsottratta

,

Che

del fiutolesi protesta ancella.

Pluton trionfanel cader colei;

E

mentregiùn’esulta il bujo regno,

L uomo

da durilacci avvintogiace.

Il valor inudito dicostei,

Un

vanto ne riportaassai più degno

,

Che

Plutoatterra

, erendeall’

uom

la pace.

DigitizedbyGoogle

(25)

SULLO STESSO MISTERO DEL SIGNOR

GIUSTINIANO SERRILLI

SONETTO

^\_vvezza

a germinartriboli espine Daldì che maledissela 1’Eterno, Pertutto oflìiala Terra alteruine

,

Ed

eral’uomo ereditàd’inferno.

- Solodi Nazarcttenelconfine

Brillava

un

raggio di favorsuperno.

Che

attender fea ledisiatebrine Possentia disgombrarsì crudo verno.

Ma

giàsi schiudeilCielo, el’etcrfende Lietissimo1’Arcangel che saluta

»

L’umile ed altapiùclic creatura.

La

stelladiGiacobbe giàrisplende,

E

I’infelice

Umanità

perduta Risorge ad immortaigloria futura.

(26)

26

SULLO STESSO MISTERO DELL’ AVVOCATO SIGNOR GIUSEPPE D’ALTERIO

Pulomeniliilseire,itisiJcsurn Chrislum etlumecrucifixum. S.Augusl.

SONETTO

Ecco

rara cruenta; eI’ostiaequesta Cui piacque <Tespiare il

mio

delitto,

Umil

si tace,insanguinata

, emesta,

E

pur leleggidiNatura liascritto:

Tartarea si

muovea

fieratempesta

Priadell’eventoall’

uman

spirtoafllilto,

E

lapienamarca scossefunesta Il nostro alCieloereditario dritto.

Un’

Ave

fu, clicallor Gabriel veloce Recò quaggiùdalla celesteCorte,

Di

calma uni versaiprimiera voce.

; spalancò Maria del Ciel le porle:

Gesù

per1’

Ave

oblia Golgota, eCroce,

E

all’

Ave

diMariafogge la Morte.

(27)

'

SULLO STESSO MISTERO

27

DEL SIGNOR

MICHELE AULETTA

Etverbum carofactumest eie.

SONETTO P

rimaclic il

tempo

fosse, ed ilcrealo

Era

giàil

Verbo

, edera Diod’appresso;

Ed

eraancora Dio il Verbo istesso

Sempre

nelscn del Gcnitorbeato.

Quel Verbo

èfattocarne:oli! fortunato

Germe

di

Adam

!vedertifu concesso

Un

Dio, del solo

Amor

pe’lgrand’ eccesso

,

Onde

ingrandire a te

, nel

tempo

nato.

È

Dio

, edèver-

uomo.

Al padreè uguale Qual Dio

; qual

uomo

èalui minore;

Eternoèaltempostesso?edè mortale.

.

Chi

può tantocapir ?

La

fe,del senso Aldifetto supplisca

, econstupore L’

uomo ammiri

d’

un

Dio l’

amor

immenso.

-

loilizedbyCooglc

(28)

SULLO STESSO MISTERO DEL SIGNOR

MICHELANGELO PETRILLO

«

SONETTO

-A.

ve, gran

Donna

, a genitriceeletta

Di

chila genitalcolpa cancella.

Il diyinocandordell’almabella.

Ti

fadelRedentor

madre

diletta.

Del

Nume

ilmessaggier parla; easpetta Ansanteilvotodell’EbreaDonzella.

M’

attonita Ella resta

, enon favella;

E muta

par cheal grandeonorrifletta.

Riscossaalfine: Allasovranainchiesta

Di un

Dio, chetanta gloria a

me

destina

,

Mi

umilio disse

, ed abbassòlatesta.

plausoilCielo

, ela

nomò

Regina;

Ma

Plutosistrappòla ignitacresta

Che

prossima vedealasua rovina.

pigitizedbyQoogle

(29)

2

9 SECONDO MISTERO GAUDIOSO

DEL SIGNOR

MARCO DEGNI

Fra

gli

Àrcadi

di

Roma

FILODEMO CIPRICO

SONETTO

'

v; .li

lorae d’

Anna

lafiglia albel desio

D’Amistà

, clicla

move

, altorisponde:

Semplice,

ma

1’auree chiome bionde Del suoincolto vestir vinconl’oblio!

Va

in

Ebron

per

cammino

alpestro crio,

Laddove

Elisainsua virtùsiasconde:

Ridonoairaidegliocchi suoi le fronde

,

E

lieto scorreper1’erbetteilrio.

"r ' .

La

-saluta

, elafapiena dispeme

,

De

7prischiaffannila

memoria

acerba Del cor di Lei, sepregnante, disgombra.

Entrambe

posciasi abbracciaroinsieme:

Le

rimirò Natura

, ein sesuperba felicevide11 suoavvenire inombra.

.igitizedbyGoogle

(30)

3o

SULLO STESSO MISTERO ACOLYTIII DOMINICI VITOLO

ELEGIA

<

^^uo

properatcroceisoriens

Aurora

capillis

Digna

suo

niveum fundere

abore'dieni?

Sat

càpio: Virgo fruticosa per

ardua

moiitis

Errat, et innocuos urget

ad

altapedes.

Nullaque

Virgineurnretinerepericula

gressum

, Dicere nec possentsiste,puella,graduai.

Non

siscrpentessurgant,fera monstra, leones>

Nullus perturbai fortia cordatimor.

Praebét

Amor

vires

, volucresquedat

anxius

alas, Praecipitique

fuga

devia montisadit.

Dumque

teritcallem, splendorscintillai ocellis, Gratuset ambrosiovertice

manat

odor.

Non

itasplendescit,

signum

coelesle,

Virago

,

ArdentiSolis

cum magis

igne nilet.

Blanda

supercilioCharisinsidet

,ut

coma

splendei/

Ut

superant primaslaelea colla nives!

Omnia Reginam

mirantur, et

omnia

Divani,

Ac

praebent

Dominae muncra

grata suae.

Jank nemus

umbrosiimdiscitresonare Mariani,

Jamque

levivolucresgutiuredicit,Are.

Concentus zephyri noscunt,et Ienesusurrant,

Et

fraenatcele

rem

mobilis

aura fugaci

.

Tuta

menus florum

pedibussubiccta tenellis.

Ludricafestivisdarlisirnulacramodis.

DigitizedbyGoogle

(31)

Graniina quae

niveas tanguntridentiaplantas,

Basta

doniplantis, etdecus inde trahunt.

Hìc

mollesviolae, illincpietàpapavera surgunt,

Hìc

aloe, costimilàc

, hìc

amaranthus

olet.

Jam

quaercuspassiniJlaventia niellaministrant,

Et

vario

Dominam

Jloresalutaiager

.

Sed iam

tenipus adest caras accedere

ad JEdcs

?

Diva

subi: Elisabeth

iam

patuerefores.

Vix

adit, et plausutestaiur

gaudia

Elisa,

Nescitet ardores dissimulare Puer.

JYoster

amor

salve,inquit

,per

quem

vita,sulusque

Natalem

nobis contigitante diem.

O

Jelix , casta

Solem quod

condis inalvo,

Et mox

illaesavirginitate pares.

O longum

terranmi plurimagloria salve,

Grande

decus

Mundi

,spes,

Cjnosura

,Salus.

rvi Vi' -

g&sji•( jjhir&

sb

ì&Ml'

.

Bigi!'.’

fjbyCoogle

(32)

32

SULLO STESSO MISTERO DEL SIGNOR

NICOLA DE MATTEIS

\

ODE

C^ual

di lontane

mura

,

Move

leggiadra Vergine Insuo candor secura

,

Pari acolomba, che all’opposto poi Sciolgaimpavidail voi!

Tuttiiperiglisprezza Per lecontradeinospiti!

Anche

delsuol1’asprezza!

Ella

ha

in

grembo

ilMessia

,

germe

Diviu,

soffermail

cammin

! Ilsuobel corla sprona

Pietosiuffici a compiere, Ilsanto

amor

corona

Sìpure

brame

,e intorno a Lei dalciel Stendela Grazia

un

vel.

All’

orme

oneste esante Sorrideilfiordiporpora ;

Tocco daquellepiante

Superbo ilgiglioadegnail suo candor Di tanta

Donna

alcor.

DigitizedbyGoogle

(33)

«*•

w Mugghia

inremoto speco

Celato il freddo Borea;

Fugge

ove regna 1’

Eco

Il glacialturbo , nèdipiovaappai- Vicino il furiar.

Così naturaarride

Al

viaggio

Alfine attonita

Annosa

coppia vide

La-Peregrinain

Ebron

, e’l piacer

Fu

il salutoforier.

Clicparlo! Elisaappena

Ne

raccogliea1’ossequio All’obbrobrio, alla pena

S’invola, è

madre

, e’l fruttodel suosen Perde ilnatiovelen.

E

qual rugiada in vello Provean milTaltregrazie

Su

quelbeato ostello

,

Ove

volleMaria

(stupendo a dir! ) Pertrelune servir.

maifu inorgoglita Al suon di giuste laudi Della congiunta adita,

Le

volsea Dio, eh’oltra l’

umano

stil

Levò

lapolve umil.

Oh

scuolavirtuosa!

Oh memorabil

visita!

La

Vergine

, la sposa,

Ogni mortai ne apprenda: il cuore

uman Non

vi si forma irivau.

3 V-*

v

w

3

(34)

34

»

TERZO MISTERO GAUDIOSO DIACONI VINCENTI! M1NJCHINI

Af>

SOMNVM

ELEGIA

O

tu, qui fascis

humeros

circumdatusalis,

Par nodi

lacitosJersque,refersque gradus.

Oliasollicitis ajfersplacidissimacuris

,

Fessaque

nectareo

membra

sopore rigas.

Tu

reparas vires, reddisque laboribus optasi

Et

proculinvisoscogis abesse metus.

Huc age

verte

gradus

per

amica

silentia noctis,

In

rigido

cursum

colli

ge

, sonine, spccu.

Te

cupit

almus Amor

,gelido

dum

vagit inantro,

Blandule somne

veni,

somnule

blande veni.

Quid

cessas? placido

cunabula

sparge sopore,

Jam

tua Divinus

munera

poscit

Amor.

Somne

veni: quale furtivas per inania

pennas

, IIuc ades,

huc

celeres

somnule

Jlectepedes.

Somne

veni: cristatacadet tibicaesa volucris;

Alae

spargenturlacte,

meroque

tuae.

Accelera, propera, quid

adhuc mea

votamoraris?

Quid

surda mollesebibisaure preces?

Somne

veni

,

formose

veni, bone

somne

venito} Adsis,

dum

placido teiegit

umbra

sinu.

Forsan teda

petis Phrjgiis innixa columnist Depigtasquetrabes,

marmoreumque

solum.

DigitizedbyGoogle

(35)

I

35 An Ty

riaexoptas aurato aulaea parata,

Die age

in

exesa num

pudetesse

specu?

Invenies Pueruin,

quo non

formosioralier,

Qui

stipulatenero molliterore ge/nit.

Candidus

et roseus

Puer

est,Tiitido ore ligustris Concolorest niveis, concolororerosis.

Splend'ululinivealudunt cervicecapilli

,

Et coma cognatum

fulva lacessitebur.

Jrradiant grato tenerne discrimine

malac

,

Et

superant primaslaetea collanives.

Quid

referam, ambrosiisut stillant

meda

labellis, linde legunt superne inumerà mellisapes.

Millibus emultis electus

, etaureus

unus

MillesuperJlores, sideramillenitet.

llle

Deus

, natusque

Deo

,nutu quisideratorquet,

Et

jubetalternas temporisire vices.

Jamque

novisInfans repletvagitibus

antrum

,

Irrigai

heu

!pulchras roreJluenta genas.

In

terea Genitrixrefovetpia pignusin ulnis

,

Et

lepidum blandoconcinit ore melos.

Donni

,

pupe

, canit

,

donni

mellite

soporem

, Istesopor dulcispignoramellis habet.

Somnus

adest,

formose Puer

,

da lumina

sonino,

Quid

irahisinlongas olialenta

moras

? sili !

tandem

mollis capelenia

dona

quietis

,

Dolce

deeus

dormi

, deliciaequemei.

Pupulus

envictusvigilantes clatulit ocellos:

Comprime

dulcisonos

Virgo

tenellamodos.

V«Sftaiti^edbyGoogIe

(36)

36

SULLO STESSO MISTERO DEL SIGNOR

TITO BERNI

UNA BELLA INVIDIA

JNfon

v’invidio

, ovaghifiori

Che

ivivissimicolori

Or

mostratealpar di

gemme Là

nell’antro diBetlemme.

Non

invidioil gelsomino

Che

al già nato

Dio

vicino Solfa

pompa

di candore

E

tramanda amicoodore.

Non

invidiosemplicetta

La

modesta

mammoletta Che

per1’umil sua virtù Tanto piaceal

mio

Gesù.

Non

invidiono la rosa

Mezzo

aperta

,

mezzo

ascosa

Che

coprìconvel di brine

Le

sue foglie porporine

E

che solaemular puote Del

Bambino

elabbra e gote Soloinvidio lebeate

Paglie belle edonorale

Che

su i fiori furo elette

(37)

37

Dalle

mani

morbidetfe Della

Madre

dell’

amore

\

DellaVergin del candore

Per

servir difreddostrato

Albel Pargolo giànato.

Paglie

sante, paglie belle

Più

de’ fior

,più delle stelle Io con voicangiar desio

La

mia sorte

, edilcuor

mio*

DigitizedbyGoogle

(38)

38

SULLO STESSO MISTERO DEL PADRE

D.

RAFFAELE DE BLASIO

DELLACOJiGREGAZlOHEDE’FU OPERAMI

CANZONE

CorodiPastori'

Il Messia che viene a noi

Goda

tutto ilnostro

amor

CorodiAngeli-

Il Barnhin,che nasce avoi

E

1’attesoRedenlor.

I.

/

Pastori.

Ferma

il giro, o pigra notte,

Nacque

ilSol; nonsei piùbruna;

E

siosserva nella

Luna

Duplicatoilbelchiaror.

E

lestelle sifermàro Alla vistadel portento Giubilàroa lor talento, Plausofero al DioSignor.

DigitizedbyGoogle

(39)

CoroiliAngeli..

E

lestelle già formàio

La

coronaal Redentor.

IL

IPastori.

Già

spuntò sulbronco ilgiglio,

E

la rosa sula spina:

GiàTarista alsuols’inchina ,

E

lamesse maturò.

Nuovo

corso preseil rio,

E

sdegnandoil lettoantico, Risalì sulcolle aprico,

E

levignefecondò.

Corodi Angeli.

E

dirose,egigli un pio Serto in cielsipreparò.

III.

I

Pastori.

Scenderà 1’ucceldiGiove Dallesfere inquesto suolo

Ed

andràcon1’usignuolo Ricantandoilnuovodì.

Ed

illupo con 1

!

agnello Boracheto alfonte islesso Il Bifolcoal bued’appresso Nell’aratro il Pardo unì.

(40)

4o

Corodi Angeli'.

E

di lodi al

uom

novello

Un

gran libro in cielsi apri.

IV.

/

Pastori.

Quest’ èil pegnodella pace,

Che

ritorna su la terra

Non

più rarmi

, e non la guerra L’

uom

dall’

uom

dividerà.

E

vivran con 1’

uomo

insieme L’innocenza, edil candore Il guerriero

, edil pastore

Sempre

unito viverà.

Coro diAngioli.

Il

Bambin

, eli’èvostra

speme La

suapace a voidarà

Corodi Pastori.

E

Maria, eh’è

Madre

a noi Offra aquegliilnostro amor.

Corodi Angioli.

E

Maria peimerlisuoi Incorona il Redentor.

DigitlzedbyGoogle

(41)

I

4i SULLO STESSO MISTERO

DEL CAV.

DOMENICO ROTONDO

InDirumJosephumJcsu queruli ora suaviantem.

AS CLETI ADEl

'ulveter quciter, o

maxime

caelitum,

Cui

Jesulicuit basia lambere,

Quem

orbissuspiciuntpendere cardines,

Ad

cujusque potens imperami tremimi.

Haeserunt Superi,dulcia basia,

Te

libante

,

Dei

purpureis genis,

Qui

justus,bonus,

ac

arbiter

omnium

Certalege vices dirigitoptime.

Josephsalve iterurn; castaque

dum

oscula AJJigis

Domino

, sis

memor

imprecar.

Nostrum

, qui

puerum

vindicem honoribus.

V

otis, et

modico munerc

supplices Certatim colimuspoplite Jlexili,

Est

cuinostra salus

, vitaque eredita.

%

-^BiginzedbyGoogle

(42)

42

VERSIONE LIBERA

ODE

/

Quei

,che sul Cieloimpera,

E

con

sommo

poter tutto ilcreato Sostiene

, e regge; vera Uiniltade insegna, enonturbato Si presentaalMortai, eh’è’l suo diletto,

Da

servo umilein tetrospeco abjctto.

SalvediDio Custode,

Che

a

Te

fudato d’abbracciar1’Infante Talepoter

, che gode

Solspirto colpensiero aDiod’avante,

Ove

splendon trefiamme da

un

sol

lume

,

Tre

lePersone, una Sostanza,

un Nume.

E

tecounitiiCori

Celestiali a’bacituoi ferventi,

Danno

al

Bambin

glionori EbridiDivo

Amore

, intaliaccenti:

Paceall’

Uomo;

morte aSatanna; calGiusto Digloriaplauso

, plauso a

Lui

vetusto, Plauso risponde 1’

Eco

,

Rinnovandosi allorNatura intera;

E Noi

prostrati teco Atlenderem con

anima

sincera Dall’Infante

, chealla ragioneaddila Qual’ è lavia

,la verità, la vita.

DigitizedbyGoogle

(43)

SULLO STESSO MISTERO 43

DEL SACERDOTE

D.

LUIGI DEGNI EGLOGA PASTORALE

Tirsi, a Dumeto,fratelli.

Dani. Oh

!Ciel,

German,

che avvenne mai,Pastori?

Deh

!niun risponde, e

come me

quisolo Lasciartra i non apparsi

mai

fulgori!

Tai

ragginon uscirdall’alto polo; Qualdolcesuond’intorno esulta

,ederra?

Di rose, efior perchè smaltatoil suolo ? Forsedel Ciel leporte Iddio disserra?

Oh

!che panni vedere

un

Paradiso,

Che

in questanotte si dimostrainterra!

Ma

ecco

Damela

, oh!qual glibrilla inviso Gioja, epiacer,che tutto ilcorgliassale

Non

gliapparve mai taldolce sorriso!

Tir.

Come

qui tu

German

! metti in noncale Il lutto

Darri

Ma

purdì che

mai

avvenne?

Tir.

No

noipuoteridir lingua mortale.

Dani.

Ma

dì...bella...perchè... nottedivenne!

Perchè talsuon?perchè saltellalisnelle

Le

capre...gliagnellài?

IjigitizedbyGoogle

(44)

Tir* c * ' .* * ' * Sappi

> clicvenne

0 mio German

, chi il Sol creò

, le stalle

,

Il

mar

,laterra

,e tuttocciòcheèin

moto

Quegli

d

‘<= regnainleregionpiù belle;’

1elClel5 colulche tutto

move immoto Venne

per noisalvar ,

, e inviicapanna In mezzo ad animaisen giaceignoto.

Andiamo

,

andiam

,

Dameta

a dirl’osanna Alnato or orbel

Nume

pargoletto

Che

ognigloriamortai, povero, appanna.,

Ala tuva, corrial pastoraltuotetto Piendiidoni migliori

, equanto puoi Per tostoriparareal suodifetto

Prima

che sorga il Soldai lidiEoi ;

Io quit aspetto celere ritorni

Con

la consorte

, eco’tre-figli tuoi.

am

'

Che

favelli

,

German,

non vai, che adorni

Pi

doni andiamo

, basta

un

solo agnello Acci°clie 11«ostro gir non sifrastorni.

1

ir.Prendilo pur,

ma

che sia vago,e bello:

Sarò^ teco giulivoall’opra intento

Andiamo

al nato

Dio,

alBambinello....

Ma

ve la grotta! insen qualerisento Sensi di viva gioja

, criverenza

,

Che

fuor di

me

rimango intal

momento

!

Qui

ladivina creatrice essenza

Giace per

me

si misera, elanguente

O

vista!o confusione! o conoscenza!

Dam.

Amabile

Bambin

nella

mia

mente Qual muovesi piacerdi dolcealletto

,

v Qui nelmirartiperlo algorgemente

;

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45

Vorrei tutto donarli, edie il

mio

petto

Nudra

soloper tefervido

amore

,

Ma

ti dono per ora

un

agnelletto:

AccettalodelCielgran

Re

, Signore

Se

tantopovero

Bambin

diletto, Dinascerpiacqueti Inquesto tetto Forse di

un

misero,

Che

tal

mi

sono, Avrai gratissimo Ilpicciol dono.

Tir.

Ma

poichéamabile Il tuo bel cor Risenteilfervido Divino

amore Deh

! rapidissimo

Più d’

un

baleno

Tu

lo comunica Inquesto seno.

A

due.

Signor, secompiere Taicaldi voti Vorraibenefico De’tuoidevoti.

Godrem

sull’etera Del tuobel viso Nell’altagloria Del Paradiso.

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4G

QUARTO MISTERO GAUDIOSO DEL SIGNOR

N. ' N.

CANZONETTA

Ecco

Vergine Ebbradifè UmilealTempio Indrizzailpiè.

Va

ilFiglioamabile Al Padreaoffrir

;

VuolpurelaEbraica Leggeeseguir.

Simeonsollecito D’amorripien IlBambintenero Sistringe al seu.

Molledilacrime Sciamacosi:

Nume

Santissimo Troncaimieidì.

Orellebenefico Sìgranfavor Concedi prodigo

A

questo cor.

AllagranVergine Congliocchiinsu Mostraloscempio PoidiGesù.

Spinedurissime,

Aceto

,efiel

,

Crocegravissima,

Mortecrudel.

Spadaacutissima D’aspro dolor,

Vedraitrafiggere Iltuobel cor.

Elladichiarasi Pront’asoffrir,

E

giàpreparasi Algranmartir.

A

untal’esempio Potess’ inme Spemecongiungere Amore,efe!

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