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Federauto chiede di modificare il decreto Cura Italia e invia una nota al presidente del Consiglio

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Il Presidente

Roma, 23 Marzo 2020

Signor

Prof. Avv. Giuseppe Conte

Presidente del Consiglio dei Ministri Sede

Gentile Presidente,

in premessa ad alcune considerazioni relative all’impatto del Covid-19 sul nostro settore e delle conseguenti proposte che mi permetto sottoporre alla Sua cortese attenzione e del Governo, mi preme evidenziarLe che, fino all’emergenza in corso, tutte le componenti del mercato automobilistico, ossia autovetture, veicoli commerciali, veicoli industriali e autobus, si stavano lentamente risollevando dai pesanti effetti della lunga crisi economico- finanziaria che tra il 2007 e il 2019 aveva portato ad un calo delle immatricolazioni, segnatamente del -23,2% sul mercato delle autovetture nuove ossia quello in cui è forte il peso degli acquisti da parte delle famiglie italiane.

Il calo delle immatricolazioni si è tradotto in una netta diminuzione del numero dei concessionari, passati da 2.950 nel 2007 a 1.373 nel 2019 seguendo, quindi, un trend di costante riduzione del numero delle imprese in rete.

E’ prevedibile che le immatricolazioni del 2020 subiscano una caduta del 60%.

Attualmente l’attività di vendita di autoveicoli è azzerata e quella di assistenza è limitata ai casi di urgenza, determinando una situazione molto simile a quella del settore turistico, con l’aggravante che il business degli autoveicoli ha delle peculiarità che lo rendono molto complesso, anche in chiave di una possibile futura ripresa. Da un lato, infatti, nell’attuale contingenza di crisi le concessionarie scontano la loro posizione di anello intermedio fra fabbrica e cliente finale, dall’altro, operano in un mercato che per caratteristiche dei beni venduti in termini di valore e di necessità di accesso al credito precipita velocemente ma recupera lentamente. Lo si è già visto nella crisi apertasi nel 2008.

Già con il calo di marzo, prossimo all’80% del volume d’affari naturale, per le concessionarie si pongono tre criticità:

- gestione del personale, per il momento affrontata con lo strumento delle ferie ma necessariamente diretta verso l’utilizzo massimo degli ammortizzatori sociali varati dal Governo;

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- sostegno alla mancanza di liquidità dell’impresa, determinata dal calo del fatturato;

- gestione degli stock di autoveicoli e parti di ricambio che oltre a creare un rilevante immobilizzo patrimoniale pongono necessità finanziarie.

Rispetto alle misure introdotte con il Decreto-legge 17 marzo 2020 n.18 (c.d. Cura Italia), esiste la necessità di alcune modifiche dettate dall’esigenza di rendere fruibili per le concessionarie alcune misure in grado di supportarle nel periodo critico di blocco dell’attività. I punti di criticità delle concessionarie si focalizzano sulla necessità di un in sostegno normativo grado di favorire il reperimento di liquidità per la sopravvivenza aziendale, tenendo presente che si tratta di aziende caratterizzate da un ciclo labour and capital intensive.

A tal fine proponiamo quanto segue:

• L’attività di concessionari per la vendita e riparazione di autoveicoli e motoveicoli, in ragione dell’elevato valore dei singoli beni ricade totalmente fra le imprese con un fatturato superiore ai 2 milioni di euro. Non godendo delle agevolazioni di differimento dei termini di pagamento alla Pubblica Amministrazione, si chiede che in sede di conversione in legge del decreto sia inserito un esplicito richiamo a tale attività, utilizzando il parametro del patrimonio netto al 31.12.2018, ultimo bilancio approvato, nel limite di € 100 milioni.

• La compensazione orizzontale dei crediti Iva sia nei confronti dell’Erario che per la parte contributiva sarebbe un grosso supporto alla liquidità delle imprese. Oggi vige il limite di

€ 700.000 annui (art. 9 comma 2 D.L. 35/2013). Si chiede di allargare il limite trasformandolo in mensile. Quindi la compensazione orizzontale varrà per un importo massimo mensile pari a € 700.000.

• Il decreto è lacunoso nel trattare il caso che riguarda la situazione di dilazione dello stock. Il quesito a cui dare una risposta è: il credito ceduto pro soluto a una banca terza è da considerarsi alla stessa stregua della sospensione prevista per i debiti bancari a medio lungo? Ciò in relazione all’art. 56 comma 2b per prestiti non rateali che proroga di fatto al 30.09.2020 le scadenze. Per rendere tutto più chiaro si propone di estendere l’art. 56 comma 5 anche alle imprese con patrimonio netto inferiore a € 100 milioni quanto previsto dal comma 2b, ampliandone la portata ed includendo anche lo strumento del finstock a mezzo factoring.

• Con riferimento alle previsioni dell’art. 57, occorre che l’attività condotta dalle concessionarie auto sia ricompresa nell’emanando decreto applicativo.

Nel restare a Sua completa disposizione, La ringrazio per l’attenzione che vorrà dare alla presente.

Distinti ossequi.

Adolfo De Stefani Cosentino

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