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CAPITOLO PRIMO.PROFILI EPISTEMOLOGICI DELLA PROVA IN GENERALE. LA VERITA' GIUDIZIALE E LA CONCEZIONE DIALETTICA DELLA PROVA.

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CAPITOLO PRIMO.

PROFILI EPISTEMOLOGICI DELLA PROVA IN GENERALE. LA VERITA' GIUDIZIALE E LA CONCEZIONE DIALETTICA DELLA PROVA.

1 Tante verità, altrettanti processi.

1.1 La verità materiale e formale, la concezione dimostrativa e argomentativa della prova, l'ordine asimmetrico e isonomico del processo.

1.2 La verità giudiziale e la concezione dialettica della prova.

2 Anzi, una sola verità.

3 Modelli di conoscenza e modelli processuali.

4 Verso un aggiornamento della contrapposizione dei modelli processuali sulla base dei principi del “giusto processo”.

CAPITOLO SECONDO.

LA DIALETTICA PROBATORIA A CONFRONTO CON LA PROVA SCIENTIFICA.

Parte prima. Evoluzione del pensiero scientifico e del metodo probatorio: due binari che si intersecano.

1. Scienza positivista e conseguenze sul piano della prova penale: il ruolo del giudice e degli esperti nella disciplina ante 1988.

2. L'affermazione del falsificazionismo e della dialetticità probatoria.

3. Un passo avanti e uno indietro.

4. Le lacune nella disciplina della raccolta delle prove nel codice del 1988 e i pericoli involutivi.

5. Costituzionalizzazione dei principi del giusto processo e del metodo del contraddittorio; Segue. La legge 397/2000.

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6. Un percorso in fieri: ostacoli all'applicazione del metodo del contraddittorio sulla prova scientifica.

Parte Seconda. Il procedimento probatorio nella prospettiva dialettica della prova scientifica.

1. L'ammissione della prova scientifica. 2. L'assunzione della prova scientifica.

3. La valutazione della prova scientifica attraverso le sentenze di legittimità. Le sentenze Franzese, Quaglierini, Cozzini, Cantore. a) La sentenza Franzese riconduce la prova scientifica

all'interno dell'epistemologia giudiziaria; la “probabilità logica” come canone epistemologico giudiziario.

b) La sentenza Quaglierini: il giudice “utilizzatore” e “creatore” delle leggi scientifiche.

c) La sentenza Cozzini: il giudice “custode del sapere scientifico”.

d) La sentenza Cantore e la compartecipazione dei giudici e dei tecnici nella determinazione della teoria scientifica idonea a spiegare il caso concreto.

4. Una verifica della posizione del nostro processo nella distinzione tra sistemi processuali aggiornata.

CAPITOLO TERZO.

LA DIALETTICA PROBATORIA A CONFRONTO CON LA PROVA NEUROSCIENTIFICA.

Parte Prima. Conoscenze e tecnologie neuroscientifiche. Sviluppi e implicazioni processuali.

1. Neuroscienza e neuroscienze.

2. L'evoluzione delle ricerche neuroscientifiche. 3. Strumenti di indagine neuroscientifica.

(3)

1. Le tecniche di neuroimaging;

2. Le tecniche di lie-detection e di memory-detection; 3. Gli accertamenti genetici.

4. Implicazioni in materia di libero arbitrio, responsabilità, pena. Cenni di “neuroetica”.

5. Principali ambiti di applicazione delle ricerche e delle tecnologie neuroscientifiche nel processo penale.

1. La valutazione della capacità di intendere e volere. 2. Il controllo scientifico sulle dichiarazioni.

Parte Seconda. La giurisprudenza italiana di fronte alla prova neuroscientifica. Una verifica del metodo dialettico della prova.

1. L'applicazione della prova neuroscientifica attraverso le sentenze delle corti di merito italiane.

a) La sentenza n. 5/2009 della Corte d'Assise d'Appello di Trieste. Dall'indeterminatezza delle indagini psichiatriche alla certezza della genetica.

b) La sentenza n. 536/2011 del Tribunale di Como: prime luci nella comprensione del ruolo del giudice e del perito, ancora ombre sul contraddittorio scientifico.

c) La sentenza n. 109/2011 del Tribunale di Cremona e la difesa dell'utilizzo di strumenti di indagine sulla memoria individuale.

d) La sentenza n. 296/2013 del Tribunale di Venezia. Verso un contraddittorio sulla prova neuroscientifica.

2. Una valutazione complessiva dei pronunciamenti. Per una dialettica probatoria neuroscientifica.

a) Ammissione e assunzione della prova neuroscientifica; b) La valutazione della prova neuroscientifica.

c) Segue. Alcune valutazioni conclusive alla luce dell'esperienza italiana dei giudici di merito di fronte alla prova neuroscientifica.

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