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ALTRI OGGETTI IN ARGENTO

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Academic year: 2021

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Lucchetti, perni, borchie e profili

Il piccolo perno del tesoro di Hoxne (figura 44), costituisce, insieme ai due lucchetti (figura 39), alle borchie (figura 40) e ad altri oggetti in ferro (come chiodi, perni ed anellini), la prova più evidente che piccoli contenitori di minori dimensioni rispetto al baule ligneo in cui il tesoro fu sepolto, erano stati posizionati all’interno del baule stesso per dividere le varie categorie di oggetti le une dalle altre (vedi pp. 88-90). I lucchetti di forma squadrata molto elementare (2.3 x 2.8 cm) sono troppo piccoli per immaginare che fossero appartenuti al baule (che sappiamo misurava circa 60 x 45x 30 cm, vedi p. 88) ed appartengono certamente ad altri contenitori di minori dimensioni evidentemente costituiti da materiale deperibile e non conservatisi.

I vari piccoli profili argentei e le borchie dovevano decorare questi stessi contenitori, gli uni lungo gli orli, le altre probabilmente sul corpo.47

47 Per la catalogazione di tutti questi frammenti vedi Johns, 2010, pp. 141-147, 240-244.

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OGGETTI IN MATERIALE DEPERIBILE

Frammenti di una pisside

I più notevoli, tra gli oggetti in materiale deperibile rinvenuti nel tesoro di Hoxne, sono i frammenti di una pisside in avorio, di cui uno a forma di satiro, che, nonostante le piccolissime dimensioni (da 1 a 3 cm) e assai danneggiati, dimostrano come il contenitore originario dovesse essere stato sofisticato e di fattura raffinata. Il minuscolo satiro danzante (vedi figura 41), con braccio sinistro alzato e appoggiato probabilmente ad un albero, faceva parte della decorazione in rilievo di una pisside, ricostruibile solo in parte attraverso questo ed altri frammenti e che costituiva un prezioso oggetto forse utilizzato per contenere alcuni dei gioielli del tesoro stesso.

Frammenti decorativi in osso e legno lavorati

Altri pezzi che attestano la presenza di eleganti piccoli contenitori in materiale deperibile sono i vari frammenti lignei decorati a linee geometriche incise ed i frammenti in osso lavorato, troppo poco conservati, tuttavia, per permettere di avere un’idea dei contenitori di cui dovevano costituire le decorazioni. 48

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Considerazioni conclusive sugli oggetti del tesoro di Hoxne

I tesori sin qui menzionati, sono quelli che più spiccatamente presentano analogie tipologico – stilistiche di alcuni degli oggetti con quelli del tesoro di Hoxne.

Questi possono essere suddivisi in due categorie, ossia quella dei tesori provenienti dal territorio della provincia di Britannia (Thetford, Mildenhall, Water Newton, Corbridge, Traprain Law) e quella dei tesori rinvenuti al di fuori della provincia stessa, in un territorio appartenente anticamente alla Gallia ed attualmente corrispondente alla Francia (Chaourse e Lyon-Lazaristes) e alla Svizzera (Kaiseraugst). Tra quelli rinvenuti nella provincia di Britannia quelli di Corbridge, Mildenhall e Water Newton sarebbero stati deposti attorno all'ultimo quarto del IV secolo d. C. (vedi pp. 40, 112-114) quello di Traprain Law attorno al 410 d.C. (il terminus post quem è fornito dalla moneta di Onorio, vedi p. 49), ed appartengono, dunque, come quello di Hoxne, ad un epoca considerata l'ultima fase della provincia romana di Britannia. Il tesoro di Thetford è di datazione incerta ma, dato lo stile degli oggetti, questo non può essere considerato lontano cronologicamente da quelli sopra menzionati (parrebbe, anzi, del tutto contemporaneo a quello di Hoxne, vedi p. 112).

Sulla base di queste considerazioni e dei parallelismi che si possono instaurare tra i vari oggetti, si possono ora formulare delle ipotesi sulle maestranze e le officine che produssero gli ori e gli argenti del tesoro di Hoxne.

L'impressione generale che si ricava dai parallelismi tra bracciali, anelli e collane, (Hoxne, Thetford, Corbridge, Lyon-Lazaristes), scodelle (Hoxne, Mildenhall, Kaiseraugst, Traprain Law), brocche (Hoxne, Water Newton, Seuso) cucchiai (Hoxne, Thetford, Kaiseraugst, Traprain Law), colini (Hoxne Thetford, Kaiseruagst, Chaourse) e

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80 utensili da tavola appuntiti (Hoxne, Thetford, Kaiseraugst), è quella della presenza di una κοινή stilistica nella produzione di oggetti di lusso in oro e argento, formatasi nelle provincie occidentali dell'Impero in botteghe situate dapprima nelle aree della Gallia e del Reno e poi spostatesi nella più recente provincia britannica, probabilmente seguendo la crescente domanda dei ricchi cittadini romano-britannici che avrebbero in un primo tempo commissionato questi prodotti di lusso alle botteghe sul continente, poi agli artigiani di origine gallica stabilitisi progressivamente sull'isola. 49

A favore di questa ipotesi giocano diversi elementi: il fatto che le monete rinvenute nel tesoro di Hoxne e nei tesori sopra menzionati, siano state tutte coniate nelle zecche occidentali dell'Impero (vedi p. 10), il fatto che le iscrizioni presenti sugli oggetti siano tutte in latino e che le forme ceramiche di certi pezzi in argento (come le scodelle e l'alto bicchiere, vedi pp. 40, 48-49) presentino analogie con la produzione ceramica delle aree galliche e del Reno. 50

Per quanto riguarda la cronologia dei gioielli e degli oggetti in argento del tesoro di Hoxne, l'unico punto certo rimane il terminus post quem costituito dalla moneta di Graziano coniata tra il 367 e il 375 d.C. e sicuramente fissata alla catena per il corpo al momento della creazione del gioiello stesso (vedi p. 19). Le altre collane del tesoro a lavorazione del tutto analoga, vengono di conseguenza datate pure almeno alla seconda metà del IV secolo d.C., così some quelle del tesoro di Thetford (vedi p. 112).

D'altro canto, il fatto che cigni e cochlearia analoghi a quelli di Hoxne si trovino sia in tesori come quelli di Mildenhall e Traprain Law (databili all'epoca di Magnus Maximus, cioè alla seconda metà del IV secolo, vedi pp. 49, 114), che in tesori come quello di Corbridge (il cui terminus post

49 Hobbs, 2006, p. 55.

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quem è invece collocato dalle monete all'inizio del V secolo, vedi p. 40)

dimostra che queste tipologie di utensili da tavola furono probabilmente in uso per lunghi periodi, come del resto le scene di caccia e le iscrizioni di appartenenza sul vasellame da tavola, sono caratteristiche di tutti i tempi.

I simboli cristiani presenti sulle posate di Hoxne, sul bicchiere e su una delle collane, indicano, tuttavia, che la fase principale di accumulo degli oggetti di Hoxne doveva essere avvenuta dopo la metà del IV secolo d.C., in concomitanza, del resto, con il nucleo principale delle monete che si data alla stessa epoca (vedi pp. 10-16).

Pare quindi assai probabile che la maggior parte degli oggetti in oro e argento del tesoro fosse stata prodotta tra la metà del IV e l'inizio del V secolo d. C. in botteghe ormai stabilitesi in territorio britannico da almeno due generazioni, ma di maestranze di origine e provenienza gallica. 51

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