RISULTATI
Da marzo 2005 a Novembre 2012, presso la U.O. Chirurgia Toracica del Dipartimento Cardio-Toracico e Vascolare dell’Università di Pisa, sono stati trattati 165 pazienti con neoplasie timiche di cui 13 affetti da reimpianti pleurici da timoma. Tutti sono stati sottoposti ad exeresi chirurgica dei reimpianti seguita da HITHOC. Si è trattato di 8 maschi e 5 femmine, con età media di 46 anni (range 34-63). Nessun paziente era affetto da patologie renali o cardiovascolari precedenti all’intervento chirurgico. I reimpianti pleurici si sono presentati da 13 a 24 mesi dopo l’exeresi chirurgica del timoma che è stato asportato per via sternotomica in 7 casi, mediante una sterno- toracotomia in 3 casi e con un approccio miniinvasivo (VATS, in altra sede) nei rimanenti tre pazienti. Lo stadio Masaoka del timoma iniziale è stato IIA in 2 pazienti, IIB in 5 pazienti, III in 5 casi ed infine è stato riscontrato un paziente affetto da timoma con recidive sincrone nel cavo pleurico (stadio IVA). In tre casi i pazienti erano già stati sottoposti in precedenza ad exeresi di reimpianti pleurici da timoma.
Considerando il sistema di classificazione WHO, abbiamo osservato 1 caso di timoma A, 2 casi AB, 2 casi B1, 3 casi B2, 4 casi B3, mentre un paziente presentava una forma mista B2-B3. Nove pazienti erano inoltre affetti da Miastenia Gravis, due di questi hanno manifestato la sintomatologia neurologica successivamente alla timectomia.
Quattro pazienti sono stati sottoposti a trattamenti neoadiuvanti che sono consistiti nella chemioterapia in due casi e nella radioterapia nei rimanenti due.
In 4 pazienti è stato riscontrato un reimpianto singolo, mentre nei rimanenti 9 casi le recidive pleuriche erano multiple. In nessun caso è stato necessario eseguire una pleurectomia/decorticazione, né estese resezioni allargate al diaframma, al pericardio o
alla parete toracica. In tutti i casi eccetto uno la resezione era macroscopicamente R0. In un caso era presente una disseminazione di reimpianti a tutta la pleura parietale, viscerale, diaframmatica e mediastinica, per i quali è stata eseguita la massima citoriduzione possibile, preservando parenchima polmonare, strutture mediastiniche e diaframma. La chemioterapia ipertermica è stata effettuata sempre con Cisplatino (80 mg/mq) e doxorubicina (25 mg/mq) a 42.5°C per 60 minuti. La durata media della procedura è stata di 194 minuti (range 145-310 minuti).
La procedura è stata fattibile in tutti i casi ed è sempre stata condotta a termine con successo. Durante la perfusione, non si sono osservate instabilità emodinamiche significative né respiratorie, né eventi avversi riferibili all’ipertermia. Le temperature esofagea a e rettale si sono sempre mantenute al di sotto dei 38.5°C e 37.5°C rispettivamente. Nessun paziente ha infine mostrato segni o sintomi di tossicità sistemica durante la procedura.
Non è stato osservato alcun avvento avverso correlato alla procedura, più precisamente non si sono verificati eventi tromboembolici, né segni o sintomi di danno parenchimale polmonare, né tossicità renale o epatica nel primo mese successivo all’intervento. Non c’è stato alcun caso di mortalità post-operatoria mentre le complicanze, tutte da imputare all’atto chirurgico, sono consistite in un caso di prolungata perdita aerea e tre casi di sanguinamento post-operatorio e anemizzazione, per uno dei quali è stata necessaria una revisione del cavo pleurico ed emostasi in seconda giornata post- operatoria.
La degenza media è stata di 8.6 giorni (range 6-15 giorni).
Dopo l’intervento quattro pazienti sono stati sottoposti a trattamenti adiuvanti:
radioterapia sulla parete toracica in un caso, chemioterapia sistemica in un’altro caso, chemio e radioterapia nei restanti 2 pazienti.
Ad un follow-up medio di 50 mesi (range di 6 – 99), 1 paziente (l’unico R1 dopo citoriduzione dei reimpianti) è deceduto dopo 7 mesi dalla procedura per tossicità da chemioterapia (aplasia midollare), tutti gli altri sono viventi (mediana post-HITHOC di 56 mesi), 11 liberi da malattia 1 con metastasi linfonodali mediastinche e celiache attualmente in trattamento con chemio e radioterapia. Tre pazienti, tutti con timoma tipo B3, hanno presentato reimpianti pleurici singoli: 2 omolaterali (dopo 18 e 70 mesi da HITHOC), ritrattati chirurgicamente; 1 controlaterale (dopo 43 mesi), trattai con radioterapia sterotassica in altra sede.
Tutti i pazienti con miastenia gravis hanno manifestato una sostanziale stabilità della malattia, eccetto in 1 caso dove si è osservato un aggravamento con passaggio da stadio IIa a stadio IIb.
L’analisi statistica con il metodo di Kaplan-Meyer ha dimostrato una sopravvivenza attuariale a 5 anni del 91%, mentre la mediana di sopravvivenza non veniva raggiunta.