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CONCLUSIONI
Quando mi è stato proposto il presente lavoro di tesi dal Professore Gianluigi Goggi, non posso negare di esser stata, almeno in una fase iniziale, un po’ impaurita e titubante. Mi ero approcciata all’argomento solo in parte in seguito ad un corso di Letteratura francese tenuto proprio dal mio relatore ma non avevo mai avuto modo di incontrare, durante il mio cammino universitario, le opere protagoniste del seguente elaborato finale. Devo ammettere di essermi ben presto affascinata alle tematiche in questione soprattutto grazie agli intriganti e particolari testi consultati.
Si è avuto modo di constatare che sia il Voyage autour du monde che il Supplément au Voyage de Bougainville sono in un certo modo gli antidoti del rousseauismo estremo e
radicale. Con le descrizioni paradisiache Bougainville aveva fatto sognare la sua generazione che aveva creduto in un possibile ritorno dell’uomo allo stato di natura, ma in realtà le sue intenzioni non erano queste. Egli voleva, prima di tutto, esprimere una critica nei confronti della società degenerata in cui viveva, poiché essa tendeva a idealizzare e a ricercare un’età dell’oro ormai passata da secoli.
Per lui l’età dell’oro, identificata nel mondo selvaggio, non era poi così degna di ammirazione. Molti sono gli aspetti che impediscono all’uomo di ritornare a quello stadio primordiale tanto esaltato da tutti. Ad esempio, la descrizione dei Pécherais non difende certo lo stato di natura e, allo stesso modo, anche l’apparente idillio tahitiano nasconde considerazioni che non esaltano affatto il mito del selvaggio che vive secondo natura.
Quindi, Bougainville non è un ammiratore di Rousseau e, se da un lato sembra idealizzare
la società tahitiana, dall’altro ha anche sufficiente spirito critico per correggere la
rappresentazione che voleva fornire ai propri lettori. Per questo non può essere ritenuto
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