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Sesta Conferenza dei Presidenti delle Corti d’appello dell’Unione europea
Nei giorni 25, 26 e 27 Settembre 2019, presso la Corte di Appello di Roma, si è svolta la Sesta Conferenza dei Presidenti delle Corti d’appello dell’Unione europea.
Il Primo Presidente della Corte di cassazione Giovanni Mammone, nel saluto introduttivo (di seguito riportato), ha evidenziato l’importanza del rapporto che esiste tra l’efficienza della Giustizia e la competitività del Paese. Ed ha sottolineato come, in questo ambito, la Corte di Cassazione ricopra un ruolo fondamentale: quello di fornire indicazioni chiare agli operatori del diritto, nonché quello di contribuire alla certezza nell’attività d’interpretazione della legge, formulando principi diretti a tutti coloro che intendono accedere alla Giustizia, prima ancora che ai giudici.
Saluto introduttivo del Primo Presidente
Sono lieto di dare il mio saluto alle Autorità ed ai Colleghi, italiani e stranieri, giunti a Roma per partecipare alla Conferenza dei Presidenti delle Corti d’appello europee.
Un ringraziamento rivolgo alla Corte d’appello di Roma ed al suo Presidente Giovanni Panzani per aver assunto lo sforzo organizzativo dell’evento e per aver predisposto un programma di lavoro stimolante e quanto mai attuale per gli argomenti affrontati.
Due sono gli argomenti di questo programma che vorrei segnalare alla vostra attenzione, in quanto di particolare importanza ed attualmente all’attenzione anche della rete dei Presidenti delle Corti Supreme dell’Unione europea, del cui Consiglio direttivo il Presidente della Corte di cassazione è componente.
Nell’odierna sessione mattutina avete preso in esame il rapporto che esiste tra l’efficienza della Giustizia e la competitività del Paese, un argomento che, nella sua vastità, interessa prima ancora che gli uffici giudiziari, la società moderna nel suo complesso. Al riguardo la discussione deve muoversi su basi che, nella loro problematicità, partano da dati concreti. Non esiste infatti il sistema giudiziario perfetto, dato che ogni sistema nazionale ha i suoi punti di forza e di sofferenza, sul piano legislativo, amministrativo ed organizzativo ed il suo grado di efficienza complessivo è frutto di una serie di varianti che gli operatori del settore sono chiamati a gestire. E’ importante che tutti i soggetti impegnati con l’organizzazione giudiziaria svolgano il proprio compito con l’obiettivo di raggiungere un risultato che vada oltre la conservazione del presente e consenta di migliorare le prospettive future: il legislatore scrivendo buone leggi, l’amministrazione ponendo a disposizione idonee strutture e risorse umane e finanziarie, i responsabili degli uffici giudiziari utilizzando
al meglio le risorse. In particolare, ai magistrati e agli altri operatori del diritto è richiesto di improntare i loro sistemi di lavoro a funzionalità, con quel tasso di innovatività che consenta di far progredire la performance del sistema. Nel campo dell’efficienza dei sistemi organizzativi, lo scambio di esperienze è essenziale e l’odierna occasione di confronto con i sistemi degli altri Paesi UE sarà sicuramente utile.
Questo incontro è, in altre parole, un confronto reciproco sul modo di intendere il “fare giustizia”, partendo dalla comune base normativa europea, rispettando le proprie prassi organizzative ed aprendo a nuove modalità di lavoro meglio finalizzate all’efficace risposta della giurisdizione alla domanda di Giustizia che gli individui, il mondo economico e la società nel suo complesso richiedono.
La Corte di cassazione in questo ambito ricopre un ruolo fondamentale. Suo compito è quello di mettere a disposizione degli operatori del diritto chiare indicazioni e di formulare principi che diano certezza nell’interpretazione della legge, prima ancora che ai giudici, a tutti coloro che intendono rivolgersi al giudice per risolvere le loro controversie. Tale compito, di fronte alla grande richiesta di accesso alla giustizia di legittimità, la Corte sta svolgendo potenziando la propria struttura mediante il razionale impiego delle sue risorse, umane e materiali, sia sul piano dell’organizzazione del lavoro giudiziario, sia sul piano dell’innovazione tecnologica, molto investendo negli strumenti informatici, in questo favorita dal profondo rinnovamento generazionale dei suoi componenti.
Nella sessione di domani affronterete alcuni problemi di ordinamento giudiziario significativamente ricompresi nella domanda Come scegliere i propri giudici? Questo interrogativo postula la chiara consapevolezza circa l’effettivo contenuto della garanzia di autonomia ed indipendenza che gli ordinamenti debbono riconoscere ai giudici (e ai pubblici ministeri quando, come nel sistema italiano, sono ad essi garantite le stesse prerogative dei magistrati giudicanti). Questo principio è alla base della formula istituzionale dello Stato di diritto, la Rule of law, che è richiamata nel Trattato istitutivo dell’Unione europea e di quest’ultima costituisce il basilare fondamento, così conferendo legittimazione democratica agli Stati che dell’Unione sono membri. Allo Stato di diritto sono dedicati importanti documenti comunitari (o unionali) che qui debbono essere richiamati e discussi, dato che il corretto sistema di scelta dei giudici è uno dei più importanti segnali dell’attuazione effettiva e non meramente formale di questa vera e propria ragione di esistenza dell’Istituzione europea.
Con queste considerazioni concludo il mio saluto introduttivo, augurando a tutti buone giornate di lavoro.