• Non ci sono risultati.

La persona affetta da demenza in ospedale

N/A
N/A
Protected

Academic year: 2021

Condividi "La persona affetta da demenza in ospedale"

Copied!
1
0
0

Testo completo

(1)

REVISIONE PERIODICA DELLA LETTERATURA E RECENSIONI

31

ANNOV - N. 3 - 2007

I luoghidella cura

proposte innovative per migliorare la vita di tutti? Sembrerebbe una contraddizione, ma forse è proprio così: dare più spazio ai giovani per

costruire una società più giusta an- che verso gli anziani. Abbiamo il co- raggio di sostenere la proposta? Po- trebbe essere significativo che fosse

portata avanti anche da chi si occu- pa professionalmente della “prote- zione” dell’anziano e quindi non è sospettabile di ageismo!

“L’ospedale rappresenta an- cora oggi, nell’immaginario della maggior parte della popolazione, il luogo dove si riceve una risposta alla sofferenza e dove viene sempre trovata una qualche forma di protezione, in qualsiasi momento”.

Fino a pochi anni fa i malati di demen- za rappresentavano una realtà confi- nata al di fuori delle strutture ospeda- liere in quanto portatori di un male diffusamente considerato emblema di una condanna irreversibile e definitiva.

Una spaventosa condanna alla perdita della parola, della autosufficienza, del proprio ruolo, degli affetti, della perso- nalità, del sé.

La geriatria come scienza che si impe- gna quotidianamente nel cercare ri- sposte alle complesse problematiche a cui va incontro chi invecchia non è, purtroppo, nonostante gli sforzi e le ri- sorse impiegate nella ricerca, ancora riuscita a trovare “la cura” che blocchi l’avanzare del male o, secondo pro- spettive ancora più ottimistiche, che annulli progressivamente le regressio- ni causate dalla demenza.

Non per questo si è arresa. Non per questo ha gettato la spugna abbando- nando coloro che soffrono e che nel- la medicina ripongono le proprie spe- ranze per un futuro migliore. L’affer- mazione della dignità della persona che, in quanto tale, ha il pieno diritto ad essere curata ed assistita nel modo

più competente possibile, è sicura- mente un importante e fondamentale traguardo raggiunto dalla geriatria. La naturale conseguenza dell’affermazio- ne di questo principio è la trasforma- zione che l’ospedale sta subendo, e subirà nel prossimo futuro: il crescen- te aumento della popolazione anzia- na, sempre più soggetta a pluripatolo- gie, tra cui emergono le demenze, ol- tre ad influenzare la struttura della so- cietà, il comune sentire e le riflessioni politiche, ha iniziato a trasformare an- che gli ospedali. Se sul versante prati- co esistono già alcune strutture che si stanno impegnando attivamente per configurarsi in modo da poter rispon- dere efficacemente alle esigenze di questa nuova fascia di utenza, a livello teorico mancano riferimenti specifici.

Questo testo nasce dalla competente esperienza di professionisti che da an- ni si occupano di demenze proprio per offrire indicazioni concrete che possano migliorare la pratica assisten- ziale attraverso dati che descrivono il quadro dei ricoveri ospedalieri nei di- partimenti di medicina, chirurgia, tera- pia intensiva e pronto soccorso; attra- verso l’approfondimento di temi quali la riabilitazione, la prevenzione di eventi avversi e del delirium; attraver- so la forte promozione di un’idea di assistenza come atto del “prendersi cura”, che ha inizio con l’accoglienza nella struttura ospedaliera e prosegue

fino alla dimissione, e che diventa sup- porto nell’affrontare un’esistenza fatta di importanti perdite, e di piccole, fati- cose, conquiste quotidiane. Gli aspetti etici vengono descritti ed affrontati of- frendo una panoramica chiara e com- pleta della comunicazione della dia- gnosi, del consenso all’atto medico, della ricerca sui pazienti dementi, non- ché delle attualissime direttive antici- pate e testamento di vita. Non manca- no, inoltre, le esperienze di ospedaliz- zazione, cariche di sofferenze e solitu- dine, che mostrano come molto ci sia ancora da fare per garantire dignità e cure adeguate ai malati di demenza.

Concludono il testo alcuni interroga- tivi circa la capacità, dell’ospedale del futuro, di coniugare avanzata tecnolo- gia e problemi quotidiani, unitamente ad una gestione economica sostenibi- le; la scelta di rendere la struttura ospedaliera flessibile, e quindi in gra- do di organizzarsi intervenendo sulla condizione clinica complessiva degli utenti, e non esclusivamente su speci- fiche problematiche; la valorizzazione del ruolo infermieristico attraverso la formazione continua.

Ampliando la riflessione alla nostra epoca, l’ospedale potrà essere in grado di mettere in atto tutto quanto è stato fino a questo momento auspicato solo se troverà posto all’interno di una più ampia e ramificata rete di servizi sanita- ri e sociosanitari. Le caratteristiche del- la demenza impongono una riflessione che travalica le strutture preposte alla cura e all’assistenza fino a giungere nel- le case, vero teatro della quotidianità di una malattia che accompagna fino alla morte. Solo attraverso un chiaro e condiviso progetto di continuità tera- peutica l’ospedale, e le diverse struttu- re della rete, potranno concretamente avvicinarsi all’umano dolore che rende il demente fragile.

La persona affetta da demenza in ospedale

Dal libro di Marco Trabucchi, Carocci Faber, Roma 2007

a cura di Chiara Ciglia

Gruppo di Ricerca Geriatrica di Brescia

Riferimenti

Documenti correlati

Il malato anziano e affetto da demenza che arriva al DEA, pertanto, viene spesso ricoverato in quanto la gravità della sua patologia somatica acuta necessita di

Secondariamente, oltre alla caratteristica tendenza del- l’anziano a sottoriportare i sintomi (ad esempio il do- lore) o a non manifestare i propri disturbi, e alla

L a storia della cura delle persone affette da ma- lattia di Alzheimer, anche in questi ultimi due de- cenni di rinnovato interesse per la malattia, è troppo spesso gravata

Appare necessario quindi far diventare l’alterità un problema legato alla responsabilità verso l’altro, non affrontabile con la semplice tolleranza ma andando verso

A questo punto il paziente entra di diritto nella seconda fase del processo, la fase della competenza, sicuramente più impegnativa, poiché se nella fase dell’esplorazione il

Ma se la competenza sanitaria nella cura e nell’assistenza della persona malata così come la disponibilità dei mezzi sono i presupposti perché il malato possa esercitare la

Resta, com’è stato detto e scritto più volte, la necessità di riempire stabilmente il grande spazio vuoto sotto l’orologio di piazza Vittoria (dove ora c’è il manifesto per

Gli alunni che non partecipano al laboratorio con la Dott.ssa Moneta, nella stesse date, svolgeranno attività laboratoriale finalizzate alla realizzazione del giochi e degli