1. SERVIZIO CIVILE ALL’ESTERO 2. CASCHI BIANCHI: ZAMBIA 2018
SCHEDA SINTETICA – ZAMBIA (CELIM) Volontari richiesti: 2 (Sede MONGU) PAESE DI REALIZZAZIONE DEL PROGETTO: ZAMBIA
Area di intervento: Cooperazione allo sviluppo ai sensi legge 125/2014INTRODUZIONE
FOCSIV è la più grande Federazione italiana di ONG che da oltre 40 anni lavora nei sud del mondo realizzando progetti di cooperazione internazionale. Punto fermo di tutti gli interventi è stato ed è quello di contribuire, attraverso il lavoro di partenariato e la promozione dell’autosviluppo al superamento di quelle condizioni di ingiustizia che potenzialmente sarebbero potute essere, sono o sono state fonte di conflitti e di maggiori ingiustizie, costruendo percorsi di pace. Per dare continuità al lavoro di prevenzione dei conflitti (intesi nel senso sopra descritto), volendo offrire la possibilità ai giovani italiani di sperimentarsi come operatori privilegiati della solidarietà internazionale, FOCSIV in collaborazione con l’Associazione Papa Giovanni XXIII, la Caritas Italiana e il GAVCI ha ripresentato nel febbraio del 2007, all’UNSC il progetto madre “Caschi Bianchi” che intende collocare la progettualità relativa al servizio civile all’estero come intervento di costruzione di processi pace nelle aree di crisi e di conflitto (armato, sociale, economico, religioso, culturale, etnico..) con mezzi e metodi non armati e nonviolenti attraverso l’implementazione di progetti di sviluppo tenendo presente che i conflitti trovano terreno fertile dove la povertà è di casa, i diritti umani non sono tutelati, i processi decisionali non sono democratici e partecipati ed alcune comunità sono emarginate. Il presente progetto di servizio civile vuole essere un ulteriore testimonianza dell’impegno della Federazione nella costruzione della pace nel mondo e vuol far sperimentare concretamente ai giovani in servizio civile che la migliore terapia per la costruzione di una società pacificata è lottare contro la povertà, la fame, l’esclusione sociale, il degrado ambientale; che le conflittualità possono essere dipanate attraverso percorsi di negoziazione, mediazione, di riconoscimento della positività dell’altro.
FOCSIV realizza il presente Progetto attraverso l’ente CELIM
CELIM Milano è presente in Zambia dal 1981, operando inizialmente nella Southern Province nel settore della formazione professionale in campo agricolo, con il progetto ZTF (Zambesi Training Farm) (dal 1982 al 1988): progetto di formazione con scuola agricola ed annessi terreni irrigati per gli agricoltori formati, soprattutto nella coltivazione della banana, nell'area di Chirundu. Successivamente sono stati realizzati diversi progetti, in collaborazione sia con alcune diocesi (Monze, Livingstone e Arcidiocesi di Lusaka) sia con i Ministeri della salute e dell’agricoltura, estendendo le attività alla Central e Western Province. I progetti di CELIM hanno interessato diversi ambiti di intervento con programmi monosettoriali o plurisettoriali che hanno avuto un’ampia copertura territoriale e numerica. Di tali progetti hanno beneficiato le popolazioni rurali più isolate e i gruppi più vulnerabili della popolazione come giovani, donne, orfani e malati di AIDS. Una scelta di target che è stata sempre apprezzata dalle controparti locali. Oltre al settore della formazione professionale in campo agricolo, si è intervenuto nei settori della sicurezza alimentare, del supporto alle donne e ai giovani, della formazione professionale e dell’educazione, della sanità, sia a livello di strutture ospedaliere sia di sensibilizzazione nelle comunità. Temi attuali di intervento CELIM in Zambia sono la salvaguardia ambientale e la riforestazione, la promozione di offerte turistiche gestite localmente con ricaduta economica sulle comunità ospitanti, il sostegno all’educazione primaria e la promozione dei diritti umani dei detenuti. Tra i suoi successi in Zambia CELIM annovera la creazione, nel 2008, dell’Istituzione di Microfinanza E-MFI, nata dalla fusione di due precedenti progetti CELIM di microcredito. Il YCTC (Youth Community Training Center) che dal 2003 costituisce una realtà di formazione e avviamento professionale ma anche uno spazio di socializzazione e svago per circa 300 ragazzi e ragazze. Sempre nel 2008 è stato avviato anche il progetto Olga’s che ha portato alla creazione di un ristorante e di una struttura ricettiva no- profit i cui ricavi sostengono finanziariamente le attività del YCTC. Dal 2010 nella Provincia dell’Ovest CELIM è diventata la ONG di riferimento per gli interventi in campo ambientale avendo contribuito a mappare e inventariare le foreste della zona e mettendo in pratica misure di conservazione e prevenzione riconosciute sia a livello locale che nazionale. Dal 2005 è iniziata l’esperienza di servizio civile in Zambia, affiancando il personale espatriato del CELIM e le controparti locali, nei progetti realizzati in collaborazione con i partner locali nei settori della formazione professione, dello sviluppo rurale, della salute di base, dell’educazione primaria e dell’alfabetizzazione. Da allora sono stati inviati in Zambia 68 volontari, che nello specifico sono stati impiegati nei seguenti progetti: Centro di Formazione Giovanile a Lusaka (2005-2006), Aiuto e Sicurezza Alimentare per l’Assistenza Domiciliare nella Diocesi di Monze (2006-2008), Sviluppo della Produzione di Reddito Famigliare nel Distretto di Gwembe (2006-2008), Supporto all’istruzione di base –
Community Schools – Southern and Lusaka Provinces (2009-2012), Riduzione della Povertà attraverso l’Utilizzo e la Gestione Sostenibile delle Foreste di Mongu (2009-2012), Learning by Doing:
Autofinanziamento e Crescita Professionale in un Centro Formativo con la Creazione di una Struttura Ricettiva a Livingstone (2011-2013), Biodiversità, Tutela Ambientale e Sviluppo Economico: la Sfida di Mongu (2012-2015), Istruzione di Qualità per uno Sviluppo Duraturo in Zambia (2013-2016), Produzione di bricchetti e green economy inclusiva a Mongu: verso un business sostenibile (2015-2017), Migliorare l’assistenza sanitaria e l’educazione all’interno delle prigioni Zambiane per donne e bambini attraverso la promozione dei diritti umani (2016-2019). I volontari in servizio civile hanno prestato servizio nei detti progetti svolgendo principalmente compiti di sensibilizzazione sui diversi temi, realizzazione di attività formative e aggregative volte a promuovere il valore della pace e della cittadinanza mondiale, e supporto alla realizzazione delle varie attività di progetto. Nella sua trentennale attività nel Paese CELIM ha raggiunto obiettivi significativi nei diversi ambiti di intervento dei suoi progetti quali l’incentivazione del microcredito e la promozione di cooperative di donne; il supporto a gruppi vulnerabili della popolazione con un attenzione particolare agli interventi educativi e di formazione professionale rivolti a bambini e giovani; la valorizzazione del patrimonio ambientale con il sostegno ad un settore in forte crescita come quello del turismo responsabile. Gli interventi di CELIM in Zambia e i risultati raggiunti sono in linea con la mission dell’associazione: Favorire il progresso duraturo di singole comunità condividendo processi di autodeterminazione e formazione nel corso di un intervento di durata finita in collaborazione con governi, istituzioni e ONG locali. In tre parole, IMPACT TO CHANGE. Questo approccio ha permesso ai progetti di essere efficaci e sostenibili nel tempo.
DESCRIZIONE DEL CONTESTO SOCIO POLITICO ED ECONOMICO DEL PAESE O DELL’AREA GEOGRAFICA DOVE SI REALIZZA IL PROGETTO:
Situato nel cuore dell’Africa meridionale lo Zambia, divenuto indipendente dal dominio coloniale inglese il 24 ottobre del 1964, è stato governato per 27 anni dal presidente Kenneth Kaunda, leader dell’Unip che fino al 1991 è stato l’unico partito politico legale del paese. Kaunda ha governato con pugno di ferro e l’isolamento internazionale e la pessima situazione economica del Paese lo hanno costretto, in seguito a pesanti proteste, a emendare la costituzione consentendo il multipartitismo. I risultati si sono subito fatti vedere: nel 1991 il candidato del MMD (Movement for Multiparty Democracy) Frederick Chiluba è stato eletto presidente a larga maggioranza. Chiluba si è impegnato in una politica di appoggio alle grandi istituzioni finanziarie internazionali, chiudendo le imprese minerarie statali ridotte ormai alla bancarotta e attuando una serie di riforme strutturali che hanno però provocato un pesante rialzo dei prezzi. Il crescente scontento nei confronti dell’amministrazione ha persino portato a un tentato golpe militare nell’ottobre 1997. Impossibilitato a modificare per la seconda volta la Costituzione, affinché potesse essere eletto per la terza volta, Chiluba ha dovuto cedere il passo al proprio delfino Levy Mwanawasa, eletto alla presidenza nel dicembre del 2001 e deceduto per gravi problemi di salute nel 2008. Il governo è stato quindi affidato al vice, Rupiah Banda, in carica fino alle elezioni del settembre 2011, vinte da Micheal Sata, le cui politiche si sono concentrate su lotta alla corruzione, redistribuzione della ricchezza generata dal settore minerario e riduzione della disoccupazione. Il 20 gennaio 2015 Edgar Lungu, candidato del Fronte patriottico (Pf), diventa il nuovo Presidente dello Zambia con l’incarico di portare a termine il mandato presidenziale di Michael Sata, morto per un malore nel 2014. Come suo successore è nominato il suo Vice Guy Scott, fino alle elezioni speciali del gennaio 2015, nelle quali viene poi eletto Edgar Lungu con il compito di terminare la carica di Sata fino alle elezioni ordinarie dell'agosto 2016. Edgar Lungu è stato rieletto alla carica di Presidente della Repubblica Zambiana per il mandato 2016-2021. Dal punto di vista economico, lo Zambia, che oggi è il terzo esportatore di rame al mondo, continua a essere dipendente in maniera preoccupante dalle sue miniere.
Nonostante la privatizzazione di molte delle industrie collegate al settore abbia permesso allo Stato di sgravarsi delle pesanti perdite causate dalla cattiva amministrazione precedente, il Paese è uno dei più poveri del mondo, con il 60,5% della popolazione che vive sotto la soglia di povertà. Negli ultimi anni il rialzo del prezzo dei minerali ha favorito una ripresa dell’industria estrattiva, che però ha causato gravi problemi legati all'inquinamento e alle piogge acide, che affliggono soprattutto le zone dedite alle attività estrattive e alla raffinazione dei minerali. Recentemente la crisi economica globale ha colpito anche lo Zambia, raddoppiando il tasso di inflazione, che attualmente si attesta intorno all’10%, aumentando la disoccupazione (15%) e riducendo il tasso di crescita del PIL dal 7,3% al 3,6% (Dati Banca Mondiale 2015). Nonostante si attesti un buon tasso di alfabetizzazione (63,4%), lo Zambia ha un indice di Sviluppo Umano medio-basso.
Si colloca infatti al 139° su 188 con un indice pari a 0,586 e una speranza di vita alla nascita di 58,2 anni per gli uomini e 62 per le donne (Dati UNDP 2016). Anche se lo Zambia ha compiuto progressi lodevoli per aumentare l'accesso e la parità di genere, più di 250.000 bambini non vanno a scuola e il 47% degli iscritti non completano il ciclo primario. Tra i fattori principali che causano l’abbandono degli studi si possono rilevare: alti costi, scarso livello di insegnamento, un ambiente povero di apprendimento; classi sovraffollate e poca sicurezza dentro e fuori degli istituti. Inoltre, sono presenti ostacoli culturali come i matrimoni e le gravidanze precoci; i riti d’iniziazione che richiedono alle ragazze periodi di assenza dalla scuola prolungati;
il lavoro minorile e in generale le credenze che attribuiscono un basso valore all'istruzione. Per arginare tali fenomeni il Governo dello Zambia ha preparato una nuova strategia per incentivare l’istruzione denominato:
“Piano d'azione 2014: verso la scolarizzazione entro il 2025”. Tale piano, mira a migliorare il lavoro degli insegnanti, l’apprendimento, e in generale, la qualità dell’educazione offerta, raggiungendo così più alti tassi di completamento scolastico nell’educazione secondaria e migliorando l’accesso nei livelli di educazione post secondaria e nelle competenze formative. Inoltre, ulteriori misure sono necessarie al fine di promuovere l’uguaglianza di genere e l’autonomia delle donne. Lo Zambia non ha fatto molti progressi nel raggiungimento di questo obiettivo. I matrimoni in giovane età, così come le gravidanze in età adolescenziale, HIV/AIDS impediscono infatti ancora oggi alle donne e alle ragazze di partecipare attivamente alla vita politica, sociale e culturale delle loro comunità. Infine, un aspetto importante riguarda l’ambiente. Lo Zambia, la cui stragrande maggioranza del territorio è occupata da foreste (solo il 4,6% di terra è coltivabile) protegge il 38% del territorio mediante 19 parchi e centinaia di riserve, dove si possono incontrare tutte le tipologie di flora e di fauna africana. Secondo l’agenzia USA per lo sviluppo internazionale lo Zambia fa parte dei primi 10 Paesi al mondo ad aver ampiamente contribuito alla produzione di gas serra a causa della deforestazione: infatti l’80% della popolazione rurale dipende dal legname per cucinare e scaldarsi e questo provoca una deforestazione che si attesta in media in 300.000 ettari all’anno. Lo Zambia dispone di circa 5 milioni di ettari di foreste il che significa che con questo ritmo, nel giro di quindici anni il Paese sarà totalmente desertificato (fonte: Daily Nation).
DESCRIZIONE DEL PROGETTO PER SEDE
MONGU (CELIM MI 76436)La provincia selezionata per l’implementazione del progetto è la Western Province organizzata in sette distretti, che copre un’area di circa 122.000 km² (17% del territorio nazionale).
Il distretto di Mongu, con una popolazione di 902.974 abitanti si trova al centro del territorio provinciale di cui è capitale. Il distretto confina a nord con il distretto di Lukulu, a est con Kaoma, a sud con Senanga e ovest con Kalabo. La Western Province si differenzia da tutte le altre province zambiane per la particolarità governativa che qua vige in quanto il potere tradizionale non è rappresentato da uno o più capi tradizionali, ma da un vero e proprio governo monarchico, il Barotse Royal Establishment, composto da ministri propri, gli Induna, e da un re, Litunga. Accanto ad esso opera anche un governo centrale che ha tuttavia poteri e risorse limitati. La Western Province è considerata come una delle regioni più povere del Paese, dove la maggioranza della popolazione, composta prevalentemente da agricoltori e taglialegna, vive sotto la soglia di povertà, con un tasso di povertà assoluta dell’84%. L’aspettativa di vita alla nascita è di 42 anni, che nelle zone rurali si abbassa a 37. Nonostante questa fotografia della situazione, in realtà le potenzialità di sviluppo dell’area, soprattutto quelle derivanti dall’agricoltura e dallo sfruttamento delle risorse naturali potrebbero essere molto alte, ma sembra sempre più difficile, per lo sviluppo nazionale, raggiungere questa provincia.
Non sono presenti attività industriali e le infrastrutture esistenti sono molto degradate. Le risorse naturali, come legname, pesce e terre fertili, il cui utilizzo potrebbe contribuire allo sviluppo della regione, sono piuttosto abbondanti, ma vengono costantemente sfruttate da pochi grandi investitori stranieri in modo sistematico e dalla popolazione secondo metodi spesso insostenibili. Le comunità sfruttano la fauna e la flora raccogliendo quanto queste hanno da offrire e destinandone una parte alla vendita, ma senza attuare delle strategie per la preservazione ambientale in modo da poter garantire una gestione sostenibile e a lungo termine delle risorse stesse. La rigenerazione spontanea delle risorse faunistiche e floristiche è seriamente compromessa da queste pratiche tradizionali che si inseriscono in un contesto di pressione demografica costantemente in aumento e di cambiamento climatico. Le leggi preposte alla regolamentazione dello sfruttamento delle risorse naturali sono confuse e poco trasparenti e ne rendono difficile l’applicazione. Il mercato nel distretto di Mongu rispecchia la struttura dei mercati a livello nazionale e si divide in formale e informale. Il mercato formale si articola in attività relative al taglio degli alberi e risicoltura, con qualche possibilità di lavoro nel settore dei servizi (limitatamente alle città). Anche l’agricoltura si articola secondo sistemi misti di formalità e informalità (come vendita al dettaglio, ambulante ecc). Il settore informale è infine composto da tutte quelle attività di diversificazione del reddito che le famiglie del distretto mettono in atto come strategie di sopravvivenza o coping strategies.
a) Settore di intervento del progetto: Donne e Sviluppo
Lo Zambia ha affermato la sua volontà e il suo impegno nel promuovere il progresso delle donne, con particolare attenzione al raggiungimento della parità dei sessi all’interno del processo di sviluppo socio- economico entro il 2030.1 Questo significa portare le donne ad avere voce in capitolo all’interno della sfera pubblica, di quella privata e della società civile in generale, in modo che possano partecipare attivamente al
1https://www.lusakatimes.com/2016/03/17/zambia-reaffirms-commitment-to-women-advancement-at-un-meeting/
processo decisionale e ai piani di sviluppo del paese, garantendo i diritti della donna così come stabilito all’interno della Costituzione. Il paese tuttavia ha ancora molte sfide da affrontare in questo campo, soprattutto quella di ridurre il livello di povertà tra i gruppi sociali più vulnerabili, vedi le donne e le famiglie guidate da queste ultime. Particolare attenzione va riservata al quartiere di Kapulanga di Mongu, quartiere particolarmente popolato e che vede un’alta presenza di vulnerabilità femminile. In questo quartiere, la congregazione delle Suore Missionarie Comboniane rappresenta un punto di riferimento per le donne e non solo. Dal 2008 sono presenti nella diocesi di Mongu e si adoperano con progetti di assistenza alle donne, fondando anche il St. Agatha Women’s Skill Centre, un centro di formazione professionale e di supporto psico-sociale che negli anni si è sempre più ingrandito diventando una realtà di riferimento per il quartiere.
Il progetto si propone di incidere sui seguenti bisogni e relativi indicatori:
Scarso potere economico della donna. L'economia di Mongu si basa principalmente sulle attività del comparto agro-zootecnico, agricoltura di sussistenza, allevamento e pesca. Sebbene la donna sia coinvolta in queste attività al pari dell’uomo, i benefici che essa ne trae spesso sono minori. Nonostante il grande contributo che apportano in questo settore, esse hanno uno scarso controllo sui processi decisionali all’interno della famiglia, soprattutto per quanto riguarda la gestione finanziaria.2 Nelle zone urbane e rurali dello Zambia, infatti, le donne non hanno uguali opportunità di accesso rispetto agli uomini. Ad esempio, per quanto riguarda l’accesso alla terra, le donne si trovano di fronte a barriere politiche, culturali ed economiche che ne limitano l’accesso a risorse e benefici3. Infatti per legge una donna potrebbe ereditare un appezzamento di terra, ma in pratica normalmente queste terre vengono comunque intestate ai figli maschi. Questo limita quindi enormemente tutte le attività imprenditoriali legate all'utilizzo di terra. Anche l’allevamento del bovini e caprini è tradizionalmente competenza dell’uomo, per cui le donne, non avendo accesso a questa risorsa, ricorrono all’allevamento di polli, oche e maiali più facilmente gestibili e normalmente condotti all'interno dell'abitazione. Queste attività rappresentano un’importante fonte di reddito e di proteine per molte famiglie nel distretto di Mongu.
Queste piccole forme di allevamento spesso sono portate avanti dalle donne anche nell’ottica di avere un’indipendenza economica dal marito. Nonostante questo, nel quartiere di Kapulanga si stima che circa 1500 donne non abbiano un’attività economica propria. Il fatto, poi, che queste donne non abbiano avuto accesso a una formazione professionale, fa sì che le competenze per implementare un’attività generatrice di reddito siano scarse.
Basso livello di istruzione tra le donne. Nel distretto di Mongu la percentuale di alfabetizzazione tra gli uomini è del 64,2%, mentre per quanto riguarda le donne si ferma al 54,3%. (quindi circa 39.300 donne non sono alfabetizzate). Nello specifico nel quartiere di Kapulanga, circa 1000 donne non sono alfabetizzate. Questo problema è evidente soprattutto nelle famiglie più povere che non possono affrontare le elevate spese scolastiche; in questi casi quindi sono solitamente i figli maschi che vengono mandati a scuola, mentre le femmine rimangono a casa ad aiutare le madri nelle faccende domestiche, con gravi ripercussioni sul futuro delle bambine. La mancanza di educazione pone ovviamente un grave ostacolo al raggiungimento dell’empowerment della donna, aumentando ulteriormente la sua dipendenza dal marito. Un maggiore livello di istruzione delle donne contribuirebbe ad aumentare notevolmente le condizioni economiche della famiglia, il livello nutrizionale dei bambini, a ridurre la diffusione di HIV/AIDS, nonché ad aumentare il potere socio-economico della donna.
Basso tasso di empowerment della donna. Il livello di empowerment della donna comprende diversi indicatori sia economici che sociali. Tra gli indicatori sociali troviamo: la violenza contro donne e bambini, la capacità di controllo del tasso di fertilità, il senso di autostima, il potere decisionale sulla propria vita;
tra gli indicatori economici abbiamo l’accesso alle risorse e alle opportunità economiche, e il potere decisionale sulle risorse economiche della famiglia e la capacità di influenzare la società. Nonostante lo Zambia sia firmatario di diverse convenzioni internazionali sui diritti umani e in particolare sui diritti della donna, e sia impegnato sul fronte del raggiungimento delle pari opportunità, troppo spesso il ruolo sociale della donna all’interno della famiglia rimane subordinato a quello dell’uomo. Le donne in Zambia infatti rimangono indietro per quanto riguarda il livello di istruzione, le competenze tecniche, professionali e manageriali, e l’accesso all'informazione. Tutti questi parametri se migliorati, potrebbero contribuire a rafforzare il grado di empowerment delle donne e potrebbero rafforzare la loro posizione all’interno della famiglia e della società in generale. Questo è evidente sia a livello nazionale che provinciale; per quanto riguarda la Western Province, ad esempio, dati recenti mostrano che solo il 20,4% delle donne sposate che hanno una propria fonte di reddito decide autonomamente come usarlo, rappresentando la
2 Pitamber S. 2006. Multi-Sector Country Gender Profile: Agriculture and Rural Development North-East and South Region. Washington, DC: African Development Bank, African Development Fund.
3 Rajaratnam S, Cole SM, Fox KM, Dierksmeier B, Puskur R, Zulu F,
Teoh SJ and Situmo J. 2015. Social and gender analysis report: Barotse Floodplain, Western Province, Zambia. Penang, Malaysia: CGIAR Research Program on Aquatic Agricultural Systems. Program Report: AAS-2015-18.
percentuale più bassa a livello nazionale4. Per quanto riguarda invece l’accesso a importanti risorse come la casa e la terra, solo il 30,1% possiede una casa e il 21% possiede la terra. Altri aspetti che influenzano l’empowerment della donna sono la capacità della stessa di prendere decisioni autonomamente per quanto riguarda: il proprio stato di salute, la pianificazione delle spese familiari, le spese da affrontare quotidianamente e la possibilità di visitare parenti e amici. Anche in questo caso il numero di donne che prende decisioni autonomamente dal proprio marito è piuttosto basso e rappresenta solo il 50,1% del totale. All’interno della sfera famigliare anche per quanto riguarda le relazioni sessuali, la donna è culturalmente subordinata al marito e spesso i rapporti non protetti avvengono per volontà dell’uomo e ne consegue una grande diffusione dell’HIV/AIDS5.I dati mostrano inoltre che almeno il 38,6% delle donne della Western Province ha subito violenze fisiche. Una delle maggiori cause dell’espandersi di questo problema è la mancanza di educazione rispetto al ruolo e ai diritti della donna, soprattutto nelle zone rurali, dove molte giovani donne non hanno accesso a tali informazioni. Il problema dell’HIV/AIDS ha inoltre gravi ripercussioni a livello famigliare ed economico, visto il grande lavoro svolto dalle donne nell’agricoltura e il loro ruolo nel mantenimento della famiglia e dei figli. Anche nel quartiere di Kapulanga il tasso di consapevolezza circa i diritti delle donne è molto basso. A seguito di un’intervista, risulta che delle circa 100 donne che frequentano il st. Agatha Women’s Centre, soltanto 18 sono consapevoli dei diritti che spettano alle donne.
Destinatari diretti:
50 donne appartenenti al St. Agatha Women’s Skill Centre di Mongu e le loro famiglie
n. 100 persone destinatarie dei corsi di alfabetizzazione Beneficiari:
Gli abitanti del quartiere Kapulanga di Mongu, circa 5000 persone
Settori di intervento del progetto: Sicurezza alimentare e Accesso all’Acqua e Tutela dell’Ambiente Lo Zambia è uno dei 22 Paesi africani con il più alto numero di bambini malnutriti sotto i 5 anni. Migliaia di donne e bambini sono affetti da una o più forme di malnutrizione, inclusi basso peso alla nascita, deperimento, arresto della crescita e carenza di micronutrienti come vitamina A, ferro, zinco e iodio. Il numero dei bambini con ritardi di crescita è aumentato da 685.000 nel 1992 a 1.14 milioni nel 2013. In aggiunta, vi è una sostanziale differenza tra la popolazione urbana, dove la povertà è passata da 40% a 26%
dal 1996 e, la popolazione rurale, dove il tasso di povertà negli ultimi 10 anni rimane superiore al 75%.
Numerosi fattori portano a questa situazione. Tra questi, il fatto che la dieta Zambiana ad esempio è povera e non bilanciata e infatti è ricca di carboidrati ma povera di proteine, vitamine e minerali dal momento che si basa essenzialmente sul consumo di ‘nshima.
Tutto il paese soffre inoltre di deforestazione, perdita di fertilità del suolo, compattazione del suolo, scarsità d'acqua e sovrappascolo. Le principali aree di preoccupazione sono arrestare e invertire la deforestazione, controllare l'erosione e la gestione del suolo, gestire l'umidità del suolo e l'acqua, fermare il degrado dei pascoli e preservare la biodiversità. La provincia Occidentale e il Distretto di Mongu sono considerate come le aree più povere dello Zambia, dove la maggior parte della popolazione, composta da contadini e taglialegna, vive sotto la soglia di povertà. In queste circostanze, la deforestazione procede senza freno portando ad una situazione di grave rischio ambientale, senza pratiche di rigenerazione in atto e l'assenza totale di una strategia di impatto ambientale a lungo termine. Il progetto si propone di incidere sui seguenti bisogni e relativi indicatori:
Malnutrizione: Secondo la più recente indagine demografica e sanitaria dello Zambia condotta tra aprile e ottobre 2007, la prevalenza di arresto della crescita nei bambini sotto i 5 anni di età era del 39%, la prevalenza di deperimento era del 5% e quella del sottopeso è stata stimata al 19%. I tassi di malnutrizione in Zambia sono rimasti praticamente invariati sin dai primi anni '90 e attualmente il 40%
dei bambini sotto i 5 anni soffre di arresto della crescita, il 6% di deperimento e il 15% invece è sottopeso6. Nei 3 villaggi di Namshekende, Kalundwana, e Nanjucha del Distretto di Mongu circa 5.000 abitanti sono malnutriti.
Deforestazione e degrado ambientale: Sebbene negli ultimi anni la questione abbia ricevuto l'interesse del settore politico, la deforestazione sta aumentando sempre più a causa della mancanza di interventi educativi, strutturali e organizzativi e la perdita della diversità biologica sta avendo un impatto
4 Central Statistical Office (CSO) [Zambia], Ministry of Health (MOH) [Zambia], and ICF International. 2014. Zambia Demographic and Health Survey 2013-14. Rockville, Maryland, USA: Central Statistical Office, Ministry of Health, and ICF International.
5 Simona BMM, Imbwae LM and Lewanika SMM. 2004. Awareness of Women’s Reality in Mongu District, Western Zambia, Southern Africa. San Antonio, Texas: Women’s Global Connection Conference.
6Zambia Demographic and Health Survey 2013-14
profondo sul sostentamento della popolazione locale, ormai gravemente in gioco. Secondo il report della FAO del 2011, il 67% (circa 50.000.000 ettari) del territorio zambiano è coperto da foreste e tra il 1990 e il 2000 il Paese ha perso una media di 444.800 ettari di foresta all'anno. Attualmente si stima che i tassi di deforestazione media annuali varino tra 165.000 ettari (0.33%) e 250.000-300.000 ha (0.50-0.60%) del totale copertura forestale. Al 2011 risulta quindi che il Paese abbia perso circa il 12,52%
(6.263.000 ettari) di foreste.
Destinatari diretti:
150 contadini, di cui 75 donne e 75 uomini, divisi nei 3 villaggi di Namshekende, Kalundwana, e Nanjucha del Distretto di Mongu
Beneficiari:
I membri delle famiglie dei 150 contadini, per un totale di 750 persone che beneficeranno di una migliore sicurezza alimentare e nutrizione e che saranno capaci di contrastare gli effetti del cambiamento climatico
Per la realizzazione del presente progetto CELIM collaborerà con i seguenti partner:
La Diocesi di Mongu https://it.wikipedia.org/wiki/Diocesi_di_Mongu attraverso il suo centro operativo, Diocese of Mongu Development Center (DMDC). Il DMDC venne istituito il 1 luglio 1997. La Diocesi copre cinque dei sette distretti della provincia occidentale ed è divisa in 13 parrocchie, che ricoprono un’area di circa 88.000 kmq con una popolazione di 760.000 abitanti. Tra le attività svolte dalla diocesi, sono numerosi gli impegni per la promozione dello sviluppo umano che avviene attraverso lo svolgimento di programmi ricreativi ed educativi, che hanno come obiettivo il far assumere alle persone che vi partecipano la consapevolezza dei loro diritti. A ciò si affiancano le attività per la sensibilizzazione sul tema dell’HIV/AIDS, la lotta alla prevenzione e l’accoglienza di orfani i cui genitori sono rimasti vittime del virus, che necessitano di istruzione e assistenza medica e legale. DMDC fornisce inoltre assistenza agricola agli addetti che lavorano in questo settore, per affinare le loro competenze e la loro professionalità in un’ottica di un possibile miglioramento delle condizioni economiche della società che soprattutto in questo settore ripone le proprie speranze. Inoltre la Diocesi, da sempre, è attiva nel promuovere iniziative atte a preservare e migliorare l’ambiente e il patrimonio forestale dell’area. Attualmente la Diocesi e CELIM stanno collaborando in un progetto che promuove la conservazione e l’utilizzo sostenibile delle risorse forestali e i rapporti tra i due enti sono sanciti da un accordo pluriennale, rinnovabile e trasversale su più interventi in corso e in fase di definizione.
OBIETTIVI DEL PROGETTO a) Settore: Donne e Sviluppo
Favorire la formazione professionale per 50 donne di Kapulanga
Garantire l’alfabetizzazione per 100 donne del quartiere di Kapulanga
Promuovere la consapevolezza delle restanti 82 donne sui loro diritti
b) Settori: Sicurezza alimentare e Accesso all’Acqua e Tutela dell’Ambiente
Diversificare e arricchire la dieta di 750 abitanti dei 3 villaggi del Distretto di Mongu
Garantire la piantumazione di 7.500 alberi di Moringa nei 3 villaggi del Distretto di Mongu COMPLESSO DELLE ATTIVITA’ PREVISTE PER IL RAGGIUNGIMENTO DEGLI OBIETTIVI
Per ogni sede di realizzazione del progetto si riportano di seguito il dettaglio delle attività previste per il raggiungimento degli obiettivi precedentemente identificati.
a) Settore: Donne e Sviluppo
Azione1: Rafforzamento delle competenze tecniche di circa 50 donne per stimolare la loro indipendenza economica
1.
Creazione di n. 1 corso di sartoria2.
Creazione di n. 1 corso di maglieria3.
Creazione di n. 1 corso di computer4.
Creazione di n. 1 corso di cucina5.
Creazione di n. 1 laboratorio per la produzione di vaselina vegetale6.
Avvio di forme di auto sostentamento: rivendita di riso dopo sua brillatura e apertura di un negozio di beni generici7.
Creazione di n. 1 gruppo di risparmio8.
Organizzazione di n. 1 corso di amministrazione e contabilità (self sustainability) Azione 2: Miglioramento del livello di alfabetizzazione di 100 donne1.
Organizzazione di n. 7 corsi di alfabetizzazione per donne nelle aree rurali di Mongu2.
Attivazione di una biblioteca presso S. Agatha Women’s Skills Centre3.
Organizzazione di n. 3 laboratori di letturaAzione 3. Organizzazione di campagne di awareness per le comunità.
1.
Creazione di un centro di counselling:•
Attivazione di uno sportello di ascolto•
Organizzazione di incontri trimestrali di gruppo per promozione della crescita e della dignità delle donne, aumento dell’autostima e aumento della consapevolezza di sé•
Organizzazione di n. 2 corsi di prevenzione su HIV/AIDS2.
Organizzazione di n. 1 corso sulla conoscenza dei diritti della donna e del bambino3.
Organizzazione di n. 2 campagne di sensibilizzazione contro la violenza sulle donne b) Settori: Sicurezza alimentare e Accesso all’Acqua e Tutela dell’AmbienteAzione 1 : Aumento del la produzione di colture tradizionali di 150 contadini e loro famiglie nei 3 villaggi target
1.
Selezione di 150 contadini nei 3 villaggi target2.
Organizzazione di training per 150 agricoltori su coltivazione e requisiti agronomici della Moringa Oleifera3.
Installazione di 150 vivai con 500 semi in ciascuno dei 3 villaggi target4.
Organizzazione di training per 150 contadini su succo di Moringa e il suo uso come fertilizzante e stimolatore della crescita5.
Produzione di succo Moringa e applicazione su 150 lotti coltivati con colture tradizionali Azione 2: Diversificazione e arricchimento dei valori nutrizionali della dieta di 750 abitanti1.
Seminario sulle caratteristiche nutrizionali della Moringa Oleifera2.
Formazione pratica sull'uso della Moringa Oleifera nella preparazione degli alimenti Azione 3: Aumento e rafforzamento della salute dell'ambiente1.
Formazione sui benefici della Moringa per contrastare gli effetti del cambiamento climatico ed in particolare la deforestazione anche attraverso le tecniche agroforestali2.
Trapianto di 50 piantine per ogni agricoltore per l'imboschimento e attività agroforestali nei 3 villaggi Azione 4: Promozione dell'introduzione della Moringa Oleifera nei progetti governativi e delle ONG1. Organizzazione di 4 incontri tra le ONG che lavorano con progetti ambientali e gli stakeholder istituzionali che lavorano nell'agricoltura (Ministero dell'Agricoltura, Associazione degli agricoltori, Dipartimento forestale, Barotseland royal establishment) sugli usi e sulle proprietà della MO2. Organizzazione di 4 visite sul campo che coinvolgono ONG che lavorano con progetti ambientali e gli stakeholder istituzionali che lavorano nell'agricoltura (Ministero dell'Agricoltura, Associazione degli agricoltori, Dipartimento forestale, Barotseland royal establishment) nei 3 villaggi destinatari del progetto
3. Stesura di un articolo scientifico sui risultati ottenuti Ruolo ed attività previste per i volontari nell’ambito del progetto:
a) Settore: Donne e Sviluppo
Il volontario/a in Servizio Civile n°1 sarà di supporto nelle seguenti attività:
Supporto all’ organizzazione di corsi di formazione per apprendere e gestire piccole unità produttive (es. sartoria, maglieria, computer, cucina)
Supporto alla creazione di un laboratorio per la produzione di vaselina vegetale
Supporto alla creazione di un gruppo di risparmio
Supporto alla organizzazione di un corso di amministrazione e contabilità (self sustainability)
Supporto alla organizzazione di corsi di alfabetizzazione per donne nelle aree rurali di Mongu
Supporto alla attivazione di una biblioteca presso S. Agatha Women’s Skills Centre
Supporto all’ organizzazione di laboratori di lettura.
Supporto alla creazione di un centro di counseling:
Supporto alla attivazione di uno sportello di ascolto
Supporto all’organizzazione di incontri di gruppo per promozione della crescita e della dignità delle donne.
Supporto alla organizzazione di corsi di prevenzione su HIV/AIDS
Supporto alla organizzazione di un corso sulla conoscenza dei diritti della donna e del bambino
Supporto alla organizzazione di campagne di sensibilizzazione contro la violenza sulle donne b) Settori: Sicurezza alimentare e Accesso all’Acqua e Tutela dell’Ambiente
Il volontario/a in Servizio Civile n°2 sarà di supporto nelle seguenti attività:
Supporto all’organizzazione di training sul succo di Moringa e il suo uso come fertilizzante e stimolatore della crescita per 150 agricoltori
Supporto all’organizzazione di seminari sulle caratteristiche nutrizionali della Moringa Oleifera
Supporto all’organizzazione della formazione pratica sull'uso della Moringa Oleifera nella preparazione degli alimenti
Supporto all’organizzazione di incontri con ONG e stakeholder istituzionali sugli usi e sulle proprietà della MO
Supporto all’organizzazione di visite sul campo all’interno dei 3 villaggi
Supporto alla stesura di 1 articolo sui risultati ottenuti
REQUISITI RICHIESTI AI CANDIDATI PER LA PRESENTAZIONE DELLA DOMANDA
Si ritiene di suddividere i requisiti che preferibilmente i candidati devono possedere tra generici, che tutti devono possedere, e specifici, inerenti gli aspetti tecnici connessi alle singole sedi e alle singole attività che i Volontari andranno ad implementare.
Generici:
Esperienza nel mondo del volontariato;
Conoscenza della Federazione o di uno degli Organismi ad essa associati e delle attività da questi promossi;
Competenze informatiche di base e di Internet;Specifici:
Volontario/a n° 1
1. Preferibile formazione in campo educativo 2. Preferibile buona conoscenza della lingua inglese Volontario/a n°2
3. Preferibile diploma di scuola superiore e\o laurea in qualsiasi disciplina, preferibilmente inerenti l’ambiente e lo sviluppo sostenibile;
4. Preferibile buona conoscenza della lingua inglese
ULTERIORI INFORMAZIONI ORGANIZZATIVE
NUMERO ORE DI SERVIZIO SETTIMANALI DEI VOLONTARI: 35 GIORNI DI SERVIZIO A SETTIMANA DEI VOLONTARI: 5
MESI DI PERMANENZA ALL’ESTERO: I volontari in servizio civile permarranno all’estero mediamente 10 mesi
EVENTUALI PARTICOLARI OBBLIGHI DEI VOLONTARI DURANTE IL PERIODO DI SERVIZIO:
Ai volontari in servizio, su tutte le sedi, si richiede:
elevato spirito di adattabilità;
flessibilità oraria;
eventuale svolgimento del servizio anche durante alcuni fine settimana;
attenersi alle disposizioni impartite dai responsabili dei propri organismi e dei partner locali di riferimento, osservando attentamente le indicazioni soprattutto in materia di prevenzione dei rischi sociali, ambientali e di tutela della salute;
comunicare al proprio responsabile in loco qualsiasi tipo di spostamento al di la di quelli già programmati e previsti dal progetto;
partecipazione a situazioni di vita comunitaria;
I volontari sono tenuti ad abitare nelle strutture indicate dall’Ente;
rispettare i termini degli accordi con le controparti locali;
partecipare a incontri/eventi di sensibilizzazione e di testimonianza ai temi della solidarietà internazionale al termine della permanenza all’estero;
scrivere almeno tre (3) articoli sull’esperienza di servizio e/o sull’analisi delle problematiche settoriali locali, da pubblicare sul sito “Antenne di Pace”, portale della Rete Caschi Bianchi;
partecipare ad un modulo di formazione comunitaria e residenziale prima della partenza per l’estero.
partecipare alla valutazione finale progettuale
rientrare in Italia al termine del servizio
vivere in casa con altri volontari (in servizio civile e non)
PARTICOLARI CONDIZIONI DI DISAGIO PER I VOLONTARI CONNESSE ALLA REALIZZAZIONE DEL PROGETTO
Nello svolgimento del proprio servizio, i volontari impiegati all’estero nelle sedi del presente progetto sono soggetti alle seguenti condizioni di disagio:
il disagio di ritrovarsi immersi in una realtà diversa da quella conosciuta e non avere le giuste coordinate per comprenderla, per capire come relazionarsi e comportarsi sia nei confronti delle controparti locali che delle istituzioni locali;
il disagio di dover utilizzare quotidianamente particolari accorgimenti sanitari resi necessari dal vivere in territori in cui sono presenti patologie endemiche (malaria, aids e/o tubercolosi, ..)
il disagio di ritrovarsi in territori in cui le condizioni climatiche possono, in certe situazioni, ostacolare o/e ritardare le attività previste dal progetto
il disagio di vivere in territori dove le comunicazioni telefoniche ed il collegamento internet non è sempre continuo ed assicurato.
Il disagio di non avere l’accesso quotidiano e permanente a mezzi di comunicazione normalmente utilizzati (posta elettronica, social network e skype)
il disagio di convivere con altri volontari, in alloggi semplici da condividerePARTICOLARI CONDIZIONI DI RISCHIO PER I VOLONTARI CONNESSE ALLA REALIZZAZIONE DEL PROGETTO
Rischi politici e di ordine pubblico:
SITUAZIONE POLITICA: Le condizioni generali di sicurezza in Zambia si sono mantenute sinora sostanzialmente stabili. Sono tuttavia sempre possibili manifestazioni isolate, da parte di sostenitori del partito al potere o del maggiore partito di opposizione, che potrebbero sfociare, anche improvvisamente, in disordini e violenze. Le aree maggiormente interessate sono i grandi centri urbani, le principali arterie stradali e i dintorni dei campus universitari. In caso si decida di prendere parte ad eventi locali quali feste religiose, tradizionali ecc., e’ preferibile essere accompagnati da una guida locale per evitare di trovarsi, anche solo involontariamente, in situazioni di imbarazzo e di potenziale conflitto con gli usi locali.
CRIMINALITA’: La criminalità è in costante aumento, seppure in termini non allarmanti. Soprattutto nelle maggiori città si registrano occasionali episodi di criminalità ai danni di turisti stranieri. Si raccomanda di limitare gli spostamenti nelle ore notturne. Le precarie condizioni di strade urbane ed extraurbane, così come la prevalente mancanza di illuminazione e segnaletica, richiedono estrema cautela nella guida e sconsigliano
lunghi spostamenti notturni. Nei quartieri poveri delle grandi agglomerazioni urbane (“compounds”), come avviene cronicamente durante la stagione delle piogge a causa della carenza del sistema fognario, si verificano casi di colera che quest’anno sono particolarmente frequenti. Si suggerisce di evitare di frequentare i compounds se non prendendo adeguate precauzioni (profilassi e norme di igiene). Il Paese condivide con la più parte del resto del mondo il rischio di poter essere esposto ad azioni legate a fenomeni di terrorismo internazionale.
ALTRE ATTIVITA’ CRIMINALI: Non si rilevano specifiche zone di rischio, ma si consiglia unicamente di non rimanere isolati quando si visitano zone periferiche del Paese, in particolare al confine con l’Angola e nella Provincia del Copperbelt al confine con il Congo, dove c’è stato un deterioramento delle condizioni di sicurezza a causa di un massiccio afflusso di profughi.
TERRORISMO: Il Paese condivide con la più parte del resto del mondo il rischio di poter essere esposto ad azioni legate a fenomeni di terrorismo internazionale, anche se negli ultimi anni non abbiamo rilievo di tali fenomeni e le sedi di progetto non sono state oggetto di fenomeni legati al terrorismo.
Rischi sanitari:
STRUTTURE SANITARIE: Gli ospedali, soprattutto pubblici che offrono una assistenza del tutto inadeguata e molto al di sotto degli standard occidentali.
MALATTIE PRESENTI: le malattie più diffuse, anche nelle città, sono l’AIDS, la malaria, la tubercolosi, la bilarzia (schistosomiasi.), la meningite, la poliomielite. Si evidenzia inoltre che durante la stagione delle piogge (da novembre ad aprile) si possono manifestare epidemie di colera, soprattutto nelle aree rurali, dove più precarie sono le condizioni igienico-sanitarie. Dal mese di febbraio 2016 sono stati riscontrati oltre 850 casi di colera e il 22 febbraio è stata proclamata l’allerta colera nella capitale. Nonostante misure prese da parte del Ministero della Salute, i casi sono aumentati rapidamente, coinvolgendo soprattutto, oltre all’area di Lusaka, seppur con minor incidenza, altri 6 dipartimenti. Il più recente rapporto WHO evidenzia infatti a metà aprile 863 casi, con 16 decessi. Si raccomanda pertanto di usare ogni misura preventiva nell’utilizzo di servizi sanitario-igienici e nella scelta di punti di ristoro (sono sconsigliati gli alimenti crudi). Nella provincia del Copperbelt la malaria è diffusa ed è raccomandabile l’uso di repellenti e zanzariere. Stesse precauzioni per soggiorni o escursioni lungo i corsi d`acqua (fiumi Zambesi, Kafue, lago Kariba ecc.) La profilassi antimalarica è comunque consigliabile solo per brevi soggiorni.
USO DI FARMACI:
Alcuni prodotti farmaceutici considerati comuni in Italia, quali psicofarmaci, calmanti ed antidepressivi (ad esempio Valium e Prozac) sono considerati dalla legge locale stupefacenti, se non accompagnati da prescrizione medica. Si sono verificati, infatti, casi di arresto e di incriminazione per traffico di stupefacenti per il semplice possesso di quantità anche limitate di psicofarmaci ma in eccesso rispetto alla quantità prescritta.
COMPETENZE ACQUISIBILI
Conseguentemente a quanto esposto e precisato nei precedenti punti, i giovani coinvolti nel presente progetto, avranno l’opportunità di acquisire sia specifiche conoscenze, utili alla propria crescita professionale, a seconda della sede di attuazione del progetto, sia di maturare una capacità di vivere la propria cittadinanza, nazionale ed internazionale, in termini attivi e solidali, con una crescita della consapevolezza dei problemi legati allo sviluppo dei sud del mondo.
Di seguito gli ambiti nei quali si prevede una acquisizione di specifiche conoscenze:
Accrescimento della consapevolezza della possibilità di esercitare in maniera efficace il proprio diritto di cittadinanza attiva anche a livello internazionale;
Approfondimento delle conoscenze di politica internazionale e di cooperazione allo sviluppo interpretate alla luce di una cultura politica fondata sulla solidarietà;
Accrescimento del panorama delle informazioni utili per una efficace relazione interculturale;
Acquisizione di conoscenze tecniche relative alla progettualità;
Acquisizione della conoscenza dei modelli e delle tecniche necessarie per l’intervento sul territorio;
Rafforzamento delle conoscenze relative al dialogo sociale;
Acquisizione della conoscenza dei modelli e delle tecniche necessarie per l’analisi, la sintesi e l’orientamento all’obiettivo
Accrescimento della comprensione dei modelli di problem solving;
Approfondimento delle tecniche di animazione e\o educazione;
Accrescimento della comprensione dei modelli di lavoro in equipe;
Accrescimento della comprensione dei modelli di lavoro associativo e di rete (centro – periferia e viceversa);
Acquisizione delle conoscenze tecniche relative al proprio settore di formazione.Verrà anche rilasciata, da parte FOCSIV, una certificazione delle conoscenze acquisite nella realizzazione delle specifiche attività previste dal presente progetto
FORMAZIONE GENERALE DEI VOLONTARI
La formazione generale verrà erogata come evidenziato nel sistema di formazione accreditato. E sarà realizzata all’inizio dell’anno di servizio in un corso residenziale. La durata della formazione generale sarà nel suo complesso di ore 50 e sarà erogata entro e non oltre il 180° giorno dall’avvio del progetto
FORMAZIONE SPECIFICA (RELATIVA AL SINGOLO PROGETTO) DEI VOLONTARI
La formazione specifica sarà realizzata in parte Italia e in parte in loco, nei Paesi di realizzazione del progetto. La durata complessiva della formazione specifica sarà di 80 ore, una parte delle quali sarà realizzata nelle sedi di appoggio in Italia e per la restante parte realizzata nelle sedi all’estero di attuazione del progetto, entro e non oltre 90 giorni dall’avvio dello stesso.
Tematiche di formazione Formazione Comune ai 2 volontari
Presentazione della cultura, della storia e della situazione socio-economica dello Zambia e della sede di servizio Presentazione del progetto
Presentazione dell’ente di invio e della sua esperienza nel territorio di realizzazione del progetto Conoscenza dei partner locali di progetto
Conoscenza di usi e costumi locali
Presentazione nel dettaglio delle attività di impiego e del ruolo specifico dei volontari
Formazione e informazione sui rischi connessi all’impiego dei volontari nel progetto di servizio civile sulla sede (presentazione dei rischi presenti e indicazione delle misure di prevenzione ed emergenza adottate)
Informazioni di tipo logistico
Modalità di comunicazione e relazione con la sede in Italia Monitoraggio dell’esperienza e gestione dei momenti di crisi Totale ore Formazione Comune
a)
Settore Donne e SviluppoLa condizione della donna in Africa. Contesti antropologici e problematiche sul ruolo della donna e sui suoi diritti
Elementi base per l’organizzazione e gestione di attività di sensibilizzazione in contesti rurali in Africa in ambito nutrizionale, alfabetizzazione, diritti della donna e dei bambini
Elementi base per l’organizzazione e gestione di attività di sensibilizzazione in contesti rurali in Africa in ambito diritti della donna e dei bambini e prevenzione HIV/AIDS
Elementi base per l’organizzazione e gestione di corsi di formazione in contesti rurali in Africa in ambito ambientale, amministrativo, gestione del risparmio, produzione di piccole attività produttive
Elementi base di tecniche di ascolto e di counseling
Totale ore formazione specifica nell’area Donne e Sviluppo Totale ore formazione 1° volontario
b)
Settore Sicurezza Alimentare e Tutela Ambiente Elementi di base di tutela ambientale e sviluppo sostenibileElementi base per l’organizzazione e gestione di corsi di formazione e eventi informativi e di sensibilizzazione sul tema ambientale
Elementi di base di scienze forestali in contesti tropicali
Elementi di base di tecniche di produzione di culture tradizionali in particolare la Moringa Oleifera
Elementi base per l’organizzazione di corsi di sensibilizzazione sull’uso del succo di Moringa come fertilizzante e come integratore e miglioratore della dieta alimentare
Elementi di base per la di realizzazione di seminari sulle caratteristiche nutrizionali della Moringa oleifera Elementi base per organizzare formazioni pratiche sull’uso alimentare della Moringa Oleifera
Elementi base di tecniche di animazione e di sensibilizzazione in culture diverse dalle nostre Totale ore formazione specifica nell’area Sicurezza Alimentare e Tutela Ambiente Totale ore formazione 2° volontario
COSA SERVE PER CANDIDARTI
Per presentare la tua candidatura a questo progetto, è necessario produrre una serie di moduli.
l’ allegato 3 Domanda di Partecipazione alla quale specificare la sede progetto per la quale si intende concorrere;
l’allegato 4 Dichiarazione titoli, che può essere accompagnato dal un CV;
l’allegato 5 Informativa privacy UNSC;
Modulo sul consenso al trattamento dei dati FOCSIV, previa lettura dell’informativa Privacy;
Copia di un documento d’identità valido;
Fotocopia del proprio Codice fiscale;
Qualsiasi certificato o documento che si ritiene significativo ai fini della selezione
N.B.: nella domanda specificare sempre la sede (Città, Paese), per la quale si intende concorrere Per maggiori dettagli consultare la sezione del sito FOCSIV “Come Candidarsi”
DOVE INVIARE LA CANDIDATURA
5. a mano (entro le ore 18.00 del 28 settembre) all’indirizzo sotto riportato;
6. a mezzo “raccomandata A/R” ( spedite entro le ore 23:59 del 28/09/2018, fa fede il timbro dell’Ufficio Postale di invio), ) all’indirizzo sotto riportato;
ENTE CITTA’ INDIRIZZO TELEFONO SITO
CELIM MI Milano
VIA DEGLI ARCIMBOLDI, 5 -
20123 02-58316324 www.celim.it
tramite Posta Elettronica Certificata (PEC) (spedita entro le ore 23:59 del 28/09/2018) di cui è titolare l'interessato, allegando la documentazione richiesta in formato pdf, a [email protected] e avendo cura di specificare nell'oggetto il titolo del progetto “CASCHI BIANCHI: ZAMBIA 2018”
Nota Bene: per inviare la candidatura via PEC
è necessario possedere un indirizzo PEC di invio (non funziona da una mail normale),
non è possibile utilizzare indirizzi di pec gratuiti con la desinenza "postacertificata.gov.it", utili al solo dialogo con gli Enti pubblici.