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FILOSOFIA DELLO SPIRITO

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Academic year: 2022

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FILOSOFIA DELLO SPIRITO Lo Spirito è:

 l’idea che ritorna a sé dalla sua alterità,

 è la più alta manifestazione dell’Assoluto

 l’autorealizzarsi e l’autoconoscersi di Dio.

Idea logica e Natura in questa ottica vanno viste come poli dialettici di cui lo Spirito è la sintesi vivente.

La Filosofia dello Spirito è strutturata in maniera triadica ed è quindi divisa in tre momenti:

1) SPIRITO SOGGETTIVO: è quello legato alla finitudine. Le sue tappe sono:

a) L’antropologia, ossia lo studio dell’anima considerata nella sua fase aurorale;

b) La fenomenologia, che studia il processo che dalla coscienza, attraverso l’autocoscienza, porta alla ragione;

c) La psicologia, che studia lo spirito del singolo fino alla libertà.

2) SPIRITO OGGETTIVO: è quello che si realizza nella famiglia, nella società e nelle leggi dello Stato: è l’ ethos della vita etico-politica, è la storia che si fa. Le tappe della sua realizzazione sono:

a) Il diritto astratto b) La moralità c) L’eticità.

DIRITTO ASTRATTO: la volontà libera si concretizza nel rapporto con le cose e gli oggetti esterni.

MORALITÀ (MORALITAT): in essa la volontà libera formula i suoi giudizi morali secondo regole universali; morale soggettiva, desiderio di realizzare il bene che però resta non realizzato; si sa cos’è il bene ma non come realizzarlo (scarto fra essere e dover essere, fra reale ed ideale).

ETICITÀ(SITTLICHKEIT): morale sociale o realizzazione effettiva del bene. In essa la volontà del soggetto vuole fini concreti e si realizza gradualmente attraverso le istituzioni.

La morale soggettiva è incompleta. Hegel critica Kant perché, secondo la sua filosofia, la moralità non viene mai raggiunta, ma rimane soggettiva. Nella morale sociale, invece viene superata la contrapposizione tra interiorità/esteriorità. Passando dalla moralità all’eticità, il bene si realizza nella FAMIGLIA, nella SOCIETA’ CIVILE e nello STATO: forme istituzionali nelle quali il Bene di cui si sente l’esigenza viene promosso ed incarnato.

 FAMIGLIA: è la prima cellula sociale, basata sul matrimonio, sul patrimonio e sull’educazione dei figli. E’ una società in piccolo, destinata a rompersi quando i figli abbandoneranno la propria famiglia d’origine rompendo così ogni legame, per formarne un’altra. Da questo momento, la famiglia tende a trapassare alla seconda forma istituzionale, ossia la SOCIETA’ CIVILE (antitesi).

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 SOCIETA’ CIVILE: i legami non sono vincoli di sangue, ma gli individui sono uniti da interessi di tipo economico, regolati con norme giuridico-amministrative. Fra i componenti la società è presente una certa conflittualità. Il compito di questa istituzione è assicurare il benessere della maggior parte dei cittadini, di favorire produzione e scambio di beni, di orientare l’egoismo soggettivo verso il bene collettivo, poiché ciascun individuo ha dei bisogni che non è in grado di soddisfare da solo. In sintesi, mettendo insieme le risorse di più persone si può soddisfare il bisogno di tutti. L’educazione dei giovani deve essere finalizzata a far si che ognuno moderi il proprio egoismo ed eviti un eccessivo accaparramento di ricchezze. Le associazioni sindacali e professionali sono importanti proprio perché difendono gli interessi di un gruppo, non dei singoli, in particolare delle seguenti classi sociali: a) agricoltori (il cui patrimonio è dato dai prodotti della terra), b) commercianti e lavoratori dell’industria (che garantiscono la produzione e lo scambio di merci), c) funzionari pubblici (i quali si occupano degli aspetti legislativi ed amministrativi). Un ruolo importante è assegnato anche alla polizia, che salvaguardia la sicurezza. In sintesi, Hegel dà molta rilevanza alla dimensione collettiva.

 STATO: massima realizzazione del Bene, l’unico che riesce appunto a realizzare l’armonia fra individuale ed universale. Lo Stato è l’idea stessa che si manifesta nel mondo e il cittadino esiste solo in quanto membro dello Stato. La concezione di Hegel è quella di uno Stato etico, nel senso che lo Stato rappresenta l’incarnazione della moralità sociale. Tale idea rientra in una concezione organicistica, cioè lo Stato è assimilato ad un grande organismo che esiste prima dei cittadini ed è più importante di loro. Egli riprende l’idea greca secondo la quale l’uomo si realizza solo nella misura in cui è cittadino. Critica le concezioni contrattualistiche di Stato (ad esempio quelle di Hobbes, Locke, Rousseau), secondo le quali lo Stato è un corpo artificiale che nasce in seguito alla stipulazione di un contratto (per cui i cittadini esistono prima dello Stato). In sintesi, per Hegel lo Stato c’è prima degli individui, che sono parte di un tutto, che è appunto lo Stato, preesistente ai cittadini (il principio di Stato).

3) SPIRITO ASSOLUTO: TRIADE ARTE-RELIGIONE-FILOSOFIA

L’idea conclude il suo “ritorno a sé” nell’autoconoscersi assoluto. Lo Spirito assoluto è l’idea che auto conosce in maniera assoluta, è Dio che si concilia con la sua comunità e con sé stesso. Anche lo Spirito Assoluto si sviluppa in un senso triadico, che corre parallelamente alla Storia del mondo per conciliarsi ed unificarsi con essa nella fase della cristianità germanica. Le fasi principali di questo processo sono:

 L’ARTE, cioè l’intuizione sensibile, che presenta alla coscienza la Verità sotto forma sensibile; essa è intesa e ricostruita in tre tappe: arte orientale, arte classica e arte romantica;

 La RELIGIONE, ossia la rappresentazione della fede, la quale trasferisce l’Assoluto

nell’interiorità del soggetto; si distinguono tre momenti: religione orientale, religione greca e religione cristiana.

 La FILOSOFIA, il concetto puro, in cui si unificano l’oggettività dell’Arte e la soggettività della Religione. Qui, dice Hegel, l’Idea eterna essente-in-sé-e-per-sé si attiva, si produce e gode di se stessa eternamente come Spirito Assoluto. La filosofia è il proprio tempo espresso nel concetto, compito della filosofia è infatti comprendere le proprie epoche ed esprimerle nel concetto. Hegel parla della filosofia come la nottola di Minerva, per sottolineare che la filosofia arriva a riflettere sulla storia dopo che il percorso storico si è già

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compiuto, perché per capire l’essenza di un periodo storico bisogna che questo si sia compiuto e che la storia abbia effettuato il proprio corso. La filosofia è vista nel suo dispiegarsi in tre momenti: dell’antichità greca, della cristianità medievale, della modernità germanica.

In sintesi, l’arte, la religione e la filosofia sono tre forme attraverso le quali noi conosciamo Dio e Dio si conosce. Il risultato finale dello sviluppo, che si incarna storicamente e necessariamente nella filosofia hegeliana, è Dio stesso in quanto si auto conosce e porta così a compimento tutte le cose.

CONCEZIONE DELLA STORIA

La storia del mondo, nata dalla dialettica degli Stati, è il dispiegarsi dell’Idea e si svolge secondo un piano razionale, ben preciso, non a caso, per cui la filosofia della storia non è altro che la conoscenza scientifica di tale piano. Tale idea di un piano razionale richiama alla mente il concetto cristiano della Provvidenza. Quale differenza c’è tra la Provvidenza cristiana e la concezione hegeliana? La differenza è che la prima, che ha l’obiettivo di compiere il Bene ma è imperscrutabile e noi non abbiamo la pretesa di comprendere quel piano nel dettaglio e di comprenderlo; invece Hegel ha la presunzione e la convinzione di poter conoscere tale piano anche nei dettagli, infatti la sua filosofia è appunto il tentativo di capire i piani, i mezzi e lo scopo della Ragione Assoluta. La Ragione di Hegel è detta TEODICEA, cioè la conoscenza della giustizia divina e conseguente giustificazione di ciò che appare come male di fronte al potere assoluto della ragione: anche di fronte ad un singolo evento che di per sé appare come male, negativo, insopportabile, ingiusto, secondo tale visione bisogna pensare che tale evento negativo, messo in relazione al tutto, contribuisce alla realizzazione del bene, per cui c’è una giustificazione di Dio. Quello del male è stato un problema al centro della filosofia di molti filosofi come sant’Agostino, di Plotino. Il male va visto dal punto di vista non del finito ma dell’infinito, del tutto. Leibnitz sostiene che il mondo in cui viviamo è il migliore dei mondi possibili, perché afferma che essendo Dio perfetto, non può che volere il meglio. Ogni evento contribuisce all’affermazione finale del bene. Il concetto è la forma più adeguata per esprimere l’Assoluto, mentre per Hegel l’arte è limitata.

Anche dagli eventi negativi si ha la molla per generare il movimento quindi per promuovere la dialettica. I popoli giocano un ruolo fondamentale nella processualità della storia. Nel corso della storia si ha la dominanza di un popolo rispetto ad un altro. Ad esempio nell’epoca classica hanno dominato i greci, successivamente al loro declino hanno dominato i romani. Hegel sottolinea come elemento trainante per ciò che riguarda il progredire della storia, siano individui definiti eroi o storico universali o veggenti, quegli uomini che attraverso le loro passioni riescono a realizzare e promuovere molto di più di quello che era nelle loro intenzioni. Gli effetti delle azioni trascendono, ovvero superano, le intenzioni di colui che le compie. Gli eroi sono in grado di lavorare per l’avvenire perché colgono in modo intuitivo, prima degli altri, qual è la direzione verso cui deve compiersi la storia. Qual è il segnale che consente di riconoscere questi eroi? E’ il successo delle loro azioni. Il caso più esemplare è quello di Napoleone Bonaparte (“Ho visto l’Assoluto passare a cavallo”) che riporta un successo dietro l’altro mettendo insieme gran parte dell’Europa, segnale evidente che egli era un eroe, perché stava cambiando il corso della storia.

Altro concetto importante è quello della ASTUZIA DELLA RAGIONE (List Der Vernuft):

l’Assoluto sfrutta le passioni degli eroi, ma dopo i successi a volte gli eroi cadono in disgrazia

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(come Napoleone che viene esiliato); secondo Hegel questi eroi smettono di essere tali quando la Ragione non ha più bisogno di loro per promuovere i propri scopi. La ragione assoluta si serve in modo strumentale gli uomini, ne sfrutta le passioni finchè questi gli servono. Il tutto infatti è più importante del singolo (l’uomo è una piccola parte, finita, dell’infinito). Alcuni filosofi muovono ad Hegel la critica di non aver valorizzato il singolo. Anche la storia del mondo passa attraverso tante dialettiche che segnano un progressivo incremento di razionalità e di libertà, in modo particolare Hegel individua tre momenti: quello del mondo orientale, mondo greco-romano e mondo cristiano- germanico. Nel passaggio da una civiltà all’altra si ha incremento sia di razionalità sia di libertà Nel mondo orientale era libero un solo uomo infatti vigeva un regime tirannico o assolutistico (tiranno+sudditi). Nel mondo greco romano solo alcuni erano liberi, coloro a cui era riconosciuta la cittadinanza (la libertà non era un diritto di tutti, ma vigeva la schiavitù). Con il cristianesimo la libertà è estesa a tutti.

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essere

ESSERE nulla qualcosa

Posizione (IDEA) divenire qualcos’altro

altro da sé ESSENZA

CONCETTO

A MECCANICA

S Negazione (NATURA) FISICA

S ORGANICA

O L

U antropologia

T SOGGETTIVO fenomenologia

O psicologia

diritto

Superamento (SPIRITO) OGGETTIVO moralità

famiglia eticità società civile

Stato

arte ASSOLUTO religione

Filosofia

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