20 settembre 2021
Nota trimestrale
sulle tendenze dell’occupazione
II trimestre 2021
L’Istat, il Ministero del lavoro e delle politiche sociali, l’Inps, l’Inail e l’Anpal pubblicano oggi, sui rispettivi siti web, la Nota trimestrale sulle tendenze dell’occupazione nel secondo trimestre 2021. In questo comunicato vengono utilizzate, come di consueto, diverse fonti di dati e sono forniti alcuni nuovi indicatori armonizzati e rielaborati (cfr. nota metodologica)
Allegati alla Nota, in formato excel, le serie storiche dei seguenti dati: i) i flussi di attivazioni, cessazioni e trasformazioni per settore di attività economica e tipologia contrattuale (Comunicazioni obbligatorie rielaborate, Ministero del lavoro e delle politiche sociali); ii) gli stock delle posizioni lavorative dipendenti nelle imprese industriali e dei servizi (Oros, Istat); iii) i flussi di attivazioni, cessazioni e trasformazioni per classe dimensionale e tipologia contrattuale (Uniemens, Inps).
QUADRO D’INSIEME
Nel secondo trimestre 2021 l’input di lavoro, misurato in termini di Ula (Unità di lavoro equivalenti a tempo pieno), aumenta sia su base trimestrale (+3,2% rispetto al I trimestre 2021) sia su base annua (+18,3%
rispetto al II trimestre 2020); lo stesso andamento si osserva per il Pil, in aumento rispettivamente di +2,7% e +17,3%. Anche l’occupazione mostra una crescita congiunturale e tendenziale.
In tale contesto, le informazioni provenienti dalle diverse fonti evidenziano i seguenti aspetti:
Su base congiunturale, la crescita dei dipendenti si osserva in termini sia di occupati (+1,7%, Istat, Rilevazione sulle forze di lavoro) sia di posizioni lavorative del settore privato extra-agricolo (+0,6%, Istat, Rilevazione Oros). Per queste ultime l’aumento è il risultato di una crescita che è lieve nell’industria in senso stretto (+0,3%, +11 mila posizioni), leggermente più significativa nei servizi (+0,5%, +42 mila posizioni) e più marcata nelle costruzioni (+3,2%, +30 mila posizioni; Tavola 1).
I dati del Ministero del lavoro e delle politiche sociali tratti dalle Comunicazioni obbligatorie (CO) rielaborate1 evidenziano un’ulteriore e più intensa crescita congiunturale delle posizioni lavorative dipendenti (+153 mila negli ultimi tre mesi; era +63 mila nel primo trimestre 2021), sintesi di un rallentamento dell’aumento di quelle a tempo indeterminato (+42 mila; era +135 mila nello scorso trimestre) e della ripresa delle posizioni a tempo determinato (+111 mila; era -71 mila lo scorso trimestre; Tavola 2). Nel secondo trimestre 2021 le attivazioni di rapporti di lavoro alle dipendenze sono state 2 milioni 163 mila (+3,5% in tre mesi) e le cessazioni 2 milioni 10 mila (-0,9%; Tavola 2).
In termini tendenziali, l’occupazione dipendente è in aumento in termini sia di occupati (+3,1%) sia di posizioni lavorative dei settori dell’industria e dei servizi (+3,6%). I dati delle CO, che includono tutti i settori di attività economica, mostrano una crescita delle posizioni lavorative (+754 mila rispetto al secondo trimestre del 2020), concentrato nelle costruzioni e nei servizi (in particolare nei comparti dell’istruzione e dei servizi alle famiglie); anche i dati dell’Inps-Uniemens, che hanno un diverso perimetro di osservazione2, registrano una sostenuta crescita delle posizioni lavorative (+677 mila in una anno; Tavola 1).
1 Il trattamento delle Comunicazioni obbligatorie, introdotto per la Nota trimestrale congiunta, viene descritto nella Nota metodologica.
2 Rispetto alle Comunicazioni obbligatorie, i dati Inps-Uniemens escludono il settore pubblico, il lavoro domestico e l’agricoltura mentre includono il lavoro somministrato e l’intermittente.
Su base annua, tra le posizioni lavorative a tempo indeterminato prosegue la crescita, seppur in lieve rallentamento, sia nei dati delle CO (+361 mila in un anno; era +384 mila nel primo trimestre 2021) sia in quelli dell’Uniemens (+181 mila e +205 mila, rispettivamente). La dinamica delle posizioni a tempo determinato torna positiva nei dati delle CO (+394 mila; era -31 mila nel primo trimestre 2021; Tavola 2) e, soprattutto, nei dati Uniemens riferiti alle sole imprese private (+496 mila unità; era -13 mila lo scorso trimestre) che registrano la situazione a fine periodo e comprendono anche il lavoro in somministrazione e intermittente.
Il lavoro indipendente, secondo la Rilevazione sulle forze di lavoro (Rfl), pur presentando un aumento in termini congiunturali (+33 mila occupati, +0,7%), continua a diminuire su base annua (-21 mila occupati, -0,4%).3
Nei dati Rfl, in termini congiunturali, la sostenuta crescita dell’occupazione (+338 mila, +1,5%) si associa alla diminuzione dei disoccupati e degli inattivi di 15-64 anni; su base tendenziale l’aumento degli occupati (+523 mila unità, +2,3%) e delle persone in cerca di occupazione (+514 mila, +27,0%) si accompagna al marcato calo degli inattivi (1 milione 253 mila in meno rispetto al secondo trimestre 2020; Tavola 1 e Tavola 3).
Considerando le CO, nel secondo trimestre 2021, il 35,1% delle posizioni lavorative attivate a tempo determinato ha una durata prevista fino a 30 giorni (+9,2 punti rispetto al secondo trimestre 2020), il 37,3% da due a sei mesi (-1,8 punti in un anno), e lo 0,6% supera un anno (Figura 4). Nel complesso, la quota delle durate brevi sul totale dei contratti a termine attivati nel trimestre è sensibilmente aumentata rispetto al 2020, tornando più simile ai valori precedenti la pandemia.
Dopo un calo ininterrotto dal primo trimestre del 2019 al terzo del 2020 (Figure 5 e 6), e la ripresa a partire dal quarto 2020, nel secondo trimestre 2021 il numero dei lavoratori in somministrazione presenta una accelerazione della crescita portandosi a 435 mila unità (+122 mila, +39,0% nei dati Inps-Uniemens). Anche il numero dei lavoratori a chiamata o intermittenti, dopo cinque trimestri di calo consecutivo, torna a crescere in modo sostenuto (+73 mila, +63,8% rispetto all’analogo trimestre del 2020 nei dati Inps-Uniemens) attestandosi a 187 mila unità.
Nei primi sei mesi del 2021 il Contratto di Prestazione Occasionale è rimasto in linea con i valori del 2020 coinvolgendo mediamente, ogni mese, circa 13 mila lavoratori (19 mila in media mensile nel 2019). Nello stesso periodo del 2021, il Libretto Famiglia registra un valore medio mensile di circa 26 mila prestatori. Il numero di lavoratori pagati con i titoli del Libretto Famiglia, a seguito delle disposizioni del c.d. bonus baby-sitting 2020, da marzo 2020 aveva avuto un progressivo aumento fino a superare le 300 mila unità a giugno 2020; da settembre il numero mensile era sceso a circa 11 mila, ritornando in linea con i livelli del 2019. L’inversione di tendenza registrata nel 2021 è dovuta alle nuove norme del DL 30/2021.
Gli infortuni sul lavoro, accaduti e denunciati all’Inail, nel secondo trimestre del 2021 sono stati 119 mila (103 mila in occasione di lavoro e 16 mila in itinere), quasi 25 mila denunce in più (+26,5%) rispetto all'analogo trimestre del 2020 (Tavola 1); quelli con esito mortale sono stati 231 (175 in occasione di lavoro e 56 in itinere), 68 in più rispetto al secondo trimestre del 2020. Il confronto con l’anno precedente è fortemente influenzato dalla pandemia da Covid-19: calano sensibilmente le denunce per infortunio “da contagio” (circa 4 mila contro le quasi 23 mila dell’anno precedente), mentre le denunce da infortunio “tradizionale” aumentano nettamente (circa 40 mila in più) rispetto a un 2020 condizionato dalle chiusure cautelative di molte attività e dalle limitazioni alla circolazione stradale.
Anche l’aumento dei casi mortali denunciati nel secondo trimestre del 2021 è sintesi della diminuzione delle denunce mortali da Covid-19 (10 casi in meno) e dell’incremento delle denunce “tradizionali” (78 casi in più).
Le malattie professionali denunciate all’Inail e protocollate nel secondo trimestre del 2021 sono state 15.347, 9.051 casi in più (+143,8%) rispetto all’analogo periodo dell’anno precedente (Tavola 1). Il forte aumento delle denunce riposiziona il dato del 2021 sui valori pre-pandemia del 2019 (16.736 casi. Il numero contenuto di denunce nel 2020 ha risentito di due effetti: da un lato la riduzione dell’esposizione al rischio di contrarre una malattia professionale per via della sospensione di molte attività e, dall’altro, la difficoltà di presentazione della denuncia (in molti casi rimandata al 2021) per gli accessi controllati e limitati ai presidi sanitari e amministrativi.
3 Per maggiori informazioni si veda il prospetto 3 della Statistica Flash “Il mercato del lavoro” dell’Istat rilasciata il 13 settembre 2021.
TAVOLA 1. PRINCIPALI INDICATORI DI STOCK DEL MERCATO DEL LAVORO ITALIANO (a) II trimestre 2021, valori e variazioni assolute in migliaia e variazioni percentuali
DATI DESTAGIONALIZZATI DATI GREZZI Valori in
migliaia
Variazioni congiunturali
II 2021 I 2021
Variazioni tendenziali
II 2021 II 2020
assolute % assolute %
INPUT DI LAVORO TOTALE (b) Istat, Contabilità nazionale
Unità di lavoro equivalenti a tempo pieno 22.956 704 3,2 3.561 18,3
OFFERTA DI LAVORO (b)
Istat, Rilevazione sulle Forze di lavoro
Occupati 22.785 338 1,5 523 2,3
Dipendenti 17.815 305 1,7 545 3,1
Indipendenti 4.970 33 0,7 -21 -0,4
Disoccupati 2.459 -55 -2,2 514 27,0
Inattivi 15-64 anni 13.529 -337 -2,4 -1.253 -8,5
DOMANDA DI LAVORO DIPENDENTE TOTALE (sezioni A-U Ateco 2007 escluso lavoro in somministrazione e intermittente) Ministero del lavoro e delle politiche sociali, Comunicazioni obbligatorie SISCO (rielaborate)
Posizioni lavorative - 153 - 754 -
Tempo indeterminato (incluso apprendistato) - 42 - 361 -
Tempo determinato (incluso stagionale) - 111 - 394 -
DOMANDA DI LAVORO DIPENDENTE - IMPRESE PRIVATE (sezioni B-U Ateco 2007 esclusi operai agricoli e lavoratori domestici) (b) Inps, Uniemens
Posizioni lavorative - - - 677 -
Tempo indeterminato (incluso apprendistato) - - - 181 -
Tempo determinato (incluso stagionale) - - - 496 -
DOMANDA DI LAVORO DIPENDENTE NELL'INDUSTRIA E NEI SERVIZI (sezioni B-S, escluso O Ateco 2007) (b) Istat, Rilevazione Oros
Posizioni lavorative 12.971 83 0,6 458 3,6
Industria in senso stretto (B-E) 3.655 11 0,3 42 1,2
Costruzioni (F) 969 30 3,2 124 14,4
Servizi (G-S, escluso O) 8.348 42 0,5 291 3,6
DENUNCE DI INFORTUNIO SUL LAVORO (sezioni A-T Ateco 2007, esclusi marittimi; al netto di studenti e casalinghe) (c) Inail, Open data mensili
Numero di denunce di infortunio totali (valori in migliaia) 119 - - 25 26,5
in occasione di lavoro 103 - - 17 20,3
in itinere 16 - - 8 89,7
Numero di denunce di infortunio con esito mortale (valori all’unità) 231 - - 68 41,7
in occasione di lavoro 175 - - 40 29,6
in itinere 56 - - 28 100,0
DENUNCE DI MALATTIA PROFESSIONALE (sezioni A-T Ateco 2007, esclusi marittimi; al netto di studenti) (c) Inail, Open data mensili
Numero di denunce di malattia professionale (valori all'unità) 15.347 9.051 143,8
(a) A seguito degli arrotondamenti alle migliaia, i totali potrebbero non coincidere con la somma dei singoli addendi (b) Dati provvisori
(c) I dati sulle denunce di infortunio sul lavoro e di malattia professionale sono non destagionalizzati [0] Il dato è inferiore a 500 unità
FIGURA 1. ATTIVAZIONI E CESSAZIONI, POSIZIONI LAVORATIVE (a) DIPENDENTI PER TIPOLOGIA DI CONTRATTO DELL’OCCUPAZIONE. I trimestre 2015 – II trimestre 2021, valori assoluti e variazioni assolute in migliaia
QUADRO CONGIUNTURALE
(DATI DESTAGIONALIZZATI IN MIGLIAIA) QUADRO TENDENZIALE (DATI GREZZI IN MIGLIAIA)
A - ATTIVAZIONI E CESSAZIONI NELL'ULTIMO TRIMESTRE (valori assoluti)
B - ATTIVAZIONI E CESSAZIONI NEGLI ULTIMI QUATTRO TRIMESTRI (valori assoluti)
C- POSIZIONI LAVORATIVE (a) PER TIPOLOGIA DI CONTRATTO
(variazioni congiunturali)
D- POSIZIONI LAVORATIVE (a) PER TIPOLOGIA DI CONTRATTO (variazioni tendenziali)
E- POSIZIONI LAVORATIVE PER SETTORE DI ATTIVITA’
(variazioni congiunturali)
F- POSIZIONI LAVORATIVE PER SETTORE DI ATTIVITA’
(variazioni tendenziali)
Fonte: Ministero del lavoro e delle politiche sociali, Comunicazioni obbligatorie SISCO (rielaborate)
(a) Posizioni lavorative totali: attivazioni - cessazioni; Posizioni lavorative a tempo indeterminato: (attivazioni a tempo indeterminato – cessazioni a tempo indeterminato) + trasformazioni a tempo indeterminato; Posizioni lavorative a tempo determinato: (attivazioni a tempo determinato – cessazioni a tempo determinato) – trasformazioni a tempo indeterminato.
0 1.000 2.000 3.000 4.000 5.000 6.000 7.000 8.000
I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II
2015 2016 2017 2018 2019 2020 2021
Attivazioni Cessazioni
4.000 5.000 6.000 7.000 8.000 9.000 10.000 11.000 12.000
I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II
2015 2016 2017 2018 2019 2020 2021
Attivazioni Cessazioni
-600 -400 -200 0 200 400 600 800
I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II
2015 2016 2017 2018 2019 2020 2021
Posizioni lavorative totali Posizioni a tempo indeterminato Posizioni a tempo determinato
-600 -400 -200 0 200 400 600 800
I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II
2015 2016 2017 2018 2019 2020 2021
Posizioni lavorative totali Posizioni a tempo indeterminato Posizioni a tempo determinato
-600 -400 -200 0 200 400 600 800
I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II
2015 2016 2017 2018 2019 2020 2021
Agricoltura Industria ss Costruzioni
Servizi di mercato Altri servizi Totale
-600 -400 -200 0 200 400 600 800
I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II
2015 2016 2017 2018 2019 2020 2021
Agricoltura Industria ss Costruzioni
Servizi di mercato Altri servizi Totale
FIGURA 2. OCCUPATI, DIPENDENTI E INDIPENDENTI I trim. 2015 – II trim. 2021, dati destagionalizzati, valori assoluti (scala sinistra) e variazioni congiunturali assolute (scala destra), valori in migliaia (dati provvisori)
Fonte: Istat, Rilevazione sulle forze di lavoro
FIGURA 3. POSIZIONI LAVORATIVE DIPENDENTI
NELL’INDUSTRIA E NEI SERVIZI. I trim. 2015 – II trim. 2021, dati destagionalizzati, valori assoluti (scala sinistra) e variazioni congiunturali assolute (scala destra), valori in migliaia (dati provvisori)
Fonte: Istat, Indicatori del lavoro sulle imprese (Oros)
TAVOLA 2. PRINCIPALI INDICATORI DI FLUSSO DEL MERCATO DEL LAVORO ITALIANO PER SETTORE DI ATTIVITÀ ECONOMICA E TIPOLOGIA DI CONTRATTO DELL’OCCUPAZIONE (a)
II trimestre 2021, valori in migliaia
DOMANDA DI LAVORO DIPENDENTE TOTALE (escluso lavoro in somministrazione e intermittente)
Agricoltura
(A) Industria (B-F)
Industria in senso stretto
(B-E)
Costruzioni (F) Servizi
(G-U)
Servizi mercato di
(G-N) Altri servizi
(O-U)
Totale (A-U)
DATI GREZZI (b) Tempo
indeterminato (incluso apprendistato)
Attivazioni 14 452 267 185 1.365 683 682 1.831
Trasformazioni a tempo indeterminato 4 154 93 61 326 240 86 483
Cessazioni 14 513 339 174 1.427 805 622 1.953
Posizioni lavorative (d) 4 93 21 72 264 118 146 361
Tempo determinato
(incluso stagionale)
Attivazioni 1.580 919 502 416 4.402 2.581 1.821 6.900
Trasformazioni a tempo indeterminato -4 -154 -93 -61 -326 -240 -86 -483
Cessazioni 1.549 689 377 312 3.785 2.222 1.563 6.023
Posizioni lavorative (d) 27 76 32 44 291 118 173 394
Totale
Attivazioni 1.594 1.371 769 601 5.766 3.263 2.503 8.731
Cessazioni 1.563 1.202 717 485 5.212 3.027 2.184 7.977
Posizioni lavorative (d) 31 169 53 116 555 236 319 754
DATI DESTAGIONALIZZATI (c) Tempo
indeterminato (incluso apprendistato)
Attivazioni 3 111 67 44 351 184 167 465
Trasformazioni a tempo indeterminato 1 31 18 13 65 46 20 97
Cessazioni 4 142 93 49 374 215 159 520
Posizioni lavorative (d) 1 0 -8 7 42 14 27 42
Tempo determinato
(incluso stagionale)
Attivazioni 394 248 135 113 1.056 591 465 1.698
Trasformazioni a tempo indeterminato -1 -31 -18 -13 -65 -46 -20 -97
Cessazioni 383 180 93 87 927 503 424 1.490
Posizioni lavorative (d) 10 37 23 14 64 42 22 111
Totale
Attivazioni 397 359 202 157 1.407 775 632 2.163
Cessazioni 387 322 186 136 1.301 719 583 2.010
Posizioni lavorative (d) 10 37 16 21 106 56 50 153
(a) A seguito degli arrotondamenti alle migliaia, i totali potrebbero non coincidere con la somma dei singoli addendi (b) Attivazioni, trasformazioni a tempo indeterminato e cessazioni rilevate negli ultimi quattro trimestri
(c) Attivazioni, trasformazioni a tempo indeterminato e cessazioni rilevate nell’ultimo trimestre
(d) Differenza tra le attivazioni e le cessazioni. Tale differenza equivale alla variazione tendenziale (dati grezzi) e congiunturale (dati destagionalizzati) dello stock medio trimestrale delle posizioni lavorative dipendenti
[0] Il dato è inferiore a 500 unità
Fonte: Ministero del lavoro e delle politiche sociali, Comunicazioni obbligatorie SISCO (rielaborate) -800
-600 -400 -200 0 200 400
21.600 21.800 22.000 22.200 22.400 22.600 22.800 23.000 23.200 23.400 23.600
I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II
2015 2016 2017 2018 2019 2020 2021
Indipendente Dipendente Occupati
-500 -400 -300 -200 -100 0 100 200
11.200 11.400 11.600 11.800 12.000 12.200 12.400 12.600 12.800 13.000 13.200
I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II
2015 2016 2017 2018 2019 2020 2021
Servizi (scala sinistra) Industria (scala sinistra) Industria e servizi (scala destra)
Occupati, disoccupati e inattivi per genere, età e ripartizione geografica
Sulla base dei dati della Rilevazione sulle forze di lavoro dell’Istat, che include tutte le forme di lavoro autonomo e alle dipendenze, nel secondo trimestre 2021 l’occupazione stimata al netto degli effetti stagionali è pari a 22 milioni 785 mila persone, in aumento in termini congiunturali (+1,5%, +338 mila) e su base annua (+2,3%, +523 mila). Contestualmente, il numero di disoccupati cala in termini congiunturali ed è ancora in crescita nel confronto annuale, mentre quello di inattivi diminuisce in entrambi i confronti (Tavola 3).
TAVOLA 3. PRINCIPALI INDICATORI DELL’OFFERTA DI LAVORO PER GENERE E CLASSE DI ETÀ. II trimestre 2021
DATI DESTAGIONALIZZATI DATI GREZZI DATI
DESTAGIONALIZZATI DATI GREZZI Valori in
migliaia Variazioni
congiunturali Variazioni
tendenziali Valore
% Variazione
congiunturale Variazione tendenziale
assolute % Assolute %
Occupati Tasso di occupazione 15-64 anni
Totale 22.785 338 1,5 523 2,3 58,0 1,0 1,7
Genere
Maschi 13.197 185 1,4 228 1,8 67,0 1,1 1,4
Femmine 9.588 153 1,6 295 3,2 49,1 0,9 1,9
Classi di età
15-34 anni 4.974 174 3,6 294 6,3 40,6 1,5 2,8
35-49 anni 8.966 45 0,5 21 0,2 73,0 0,8 2,0
50 anni e oltre (a) 8.846 119 1,4 208 2,4 60,2 0,7 0,5
Ripartizione geografica
Nord 11.883 178 1,5 220 1,9 66,3 1,1 1,4
Centro 4.816 49 1,0 62 1,3 61,9 0,6 1,2
Mezzogiorno 6.086 112 1,9 241 4,1 44,9 1,0 2,1
Disoccupati Tasso di disoccupazione
Totale 2.459 -55 -2,2 514 27,0 9,8 -0,3 1,7
Genere
Maschi 1.279 -50 -3,7 223 21,7 8,9 -0,4 1,3
Femmine 1.180 -6 -0,5 291 33,0 8,3 -0,2 2,2
Classi di età
15-34 anni 1.115 -35 -3,0 243 28,5 18,3 -1,0 2,6
35-49 anni 782 -38 -4,6 118 18,1 8,0 -0,4 1,1
50 anni e oltre (a) 562 17 3,2 153 38,1 6,0 0,1 1,5
Ripartizione geografica
Nord 793 -23 -2,8 143 22,9 6,3 -0,3 1,0
Centro 466 -20 -4,0 133 42,9 8,9 -0,4 2,3
Mezzogiorno 1.200 -13 -1,1 239 24,5 16,5 -0,4 2,3
Inattivi 15-64 anni Tasso di inattività 15-64 anni
Totale 13.529 -337 -2,4 -1.253 -8,5 35,6 -0,8 -3,0
Genere
Maschi 5.001 -159 -3,1 -531 -9,6 26,4 -0,8 -2,6
Femmine 8.528 -178 -2,0 -722 -7,8 44,7 -0,9 -3,4
Classi di età
15-34 anni 6.148 -156 -2,5 -659 -9,7 50,2 -1,2 -4,8
35-49 anni 2.541 -86 -3,3 -449 -15,3 20,7 -0,6 -3,1
50-64 anni 4.840 -95 -1,9 -145 -2,9 35,8 -0,8 -1,5
Ripartizione geografica
Nord 5.068 -171 -3,3 -417 -7,6 29,2 -1,0 -2,2
Centro 2.399 -31 -1,3 -244 -9,3 31,9 -0,4 -3,0
Mezzogiorno 6.063 -136 -2,2 -592 -8,9 46,1 -0,9 -4,0
(a) per i tassi di occupazione e di disoccupazione la classe di età è 50-64 anni Fonte: Istat. Rilevazione sulle forze di lavoro
A tali andamenti corrispondono la crescita congiunturale e tendenziale del tasso di occupazione (+1,0 e +1,7 punti), il calo congiunturale e l’aumento su base annua del tasso di disoccupazione (-0,3 e +1,7 punti rispettivamente), la diminuzione congiunturale (-0,8 punti) e, soprattutto, tendenziale (-3,0 punti) del tasso di inattività.
L’aumento del tasso di occupazione nel confronto congiunturale è più accentuato nel Nord (+1,1 punti) e nel Mezzogiorno (+1 punto), che registra anche una crescita più intensa dell’indicatore in termini tendenziali (+2,1 punti rispetto al secondo trimestre 2020). La dinamica del tasso di disoccupazione è più accentuata nelle regioni centro-meridionali mentre il calo del tasso di inattività, congiunturalmente più forte per il Nord e il Mezzogiorno, rispetto a un anno prima è più intenso nelle regioni meridionali (-4,0%).
La dinamica positiva dell'occupazione, in valore assoluto e nel tasso, è simile per entrambe le componenti di genere nel confronto congiunturale e più accentuata per le donne in quello tendenziale; la diminuzione congiunturale della disoccupazione e del relativo tasso è maggiore per gli uomini, mentre la crescita tendenziale coinvolge maggiormente le donne. La diminuzione del numero di inattivi è più intensa per la componente maschile in entrambi i confronti, ma il relativo tasso mostra una diminuzione femminile più marcata, soprattutto nel confronto con l’anno precedente.
Nel secondo trimestre 2021, tra i giovani di 15-34 anni si osserva il più forte aumento dell'occupazione e del relativo tasso in termini congiunturali (3,6% e 1,5 punti, rispettivamente) e, soprattutto, tendenziali (6,3% e 2,8 punti), che si associa alla variazione più accentuata del tasso di disoccupazione e al più forte calo di quello di inattività. Tra i 35-49enni l’aumento del numero di occupati è più contenuto e si accompagna a una maggiore riduzione congiunturale del numero di disoccupati e a un più intenso calo dell’inattività in entrambi i confronti.
Anche tra gli ultracinquantenni si osserva una crescita dell’occupazione e una diminuzione dell’inattività ma, rispetto alle altre classi di età, tra gli over 50 si rileva un aumento della disoccupazione in termini congiunturali, a cui corrisponde una lieve crescita del tasso di disoccupazione.
Posizioni lavorative per tipologia di contratto dell’occupazione, settore di attività economica e classe dimensionale dell’impresa
La domanda di lavoro dipendente regolare, riferita all’intera economia nei dati destagionalizzati delle CO del Ministero del lavoro e delle politiche sociali, mostra un nuovo e più intenso aumento delle posizioni lavorative (+153 mila posizioni nel secondo trimestre 2021; era +63 mila nel primo 2021; Figura 1C). Dopo il calo dello scorso trimestre, tornano a crescere le posizioni a tempo determinato (+111 mila; era -71 mila nel primo trimestre 2021) mentre rallenta l’aumento di quelle a tempo indeterminato (+42 mila rispetto a +135 mila nel primo trimestre). Nel complesso, la dinamica congiunturale positiva dei rapporti di lavoro alle dipendenze è il risultato della differenza tra 2 milioni 163 mila attivazioni, soprattutto a tempo determinato, e 2 milioni 10 mila cessazioni.
In termini tendenziali, il numero di dipendenti è in marcato aumento riguardo sia agli occupati (+3,1%) sia alle posizioni lavorative dei settori dell’industria e dei servizi (+3,6%). Una forte crescita è presente anche nei dati non destagionalizzati delle CO (+754 mila rispetto al secondo trimestre del 2020) e in quelli dell’Inps-Uniemens (+677 mila posizioni in un anno). Sulla base delle CO, la crescita tendenziale delle posizioni lavorative riguarda tutti i settori e più marcatamente le costruzioni (+116 mila posizioni rispetto al secondo trimestre 2020; Tavola 2) e i servizi (+555 mila posizioni in un anno), in particolare l’istruzione (+153 mila) e i servizi alle famiglie (+107 mila); dopo quattro trimestri consecutivi di calo, torna a crescere anche il comparto di alloggio e ristorazione (+50 mila in un anno).
Sulla base delle CO, le posizioni lavorative a tempo indeterminato presentano un nuovo aumento tendenziale (+361 mila unità; Tavola 1), sebbene meno intenso rispetto al precedente trimestre (+384 mila nel primo trimestre 2021; Figura 1D); la crescita si rileva anche nei dati Inps-Uniemens (+181 nel secondo trimestre 2021 in confronto a un anno prima). Nei dati delle CO, dopo nove trimestri consecutivi di calo, tornano a crescere le posizioni a tempo determinato (+394 mila rispetto a -31 nel primo 2021, -40 mila e -291 mila nel quarto e nel terzo trimestre 2020); l’aumento si accentua nei dati Inps-Uniemens riferiti al settore privato (+496 mila in un anno) che comprendono anche il lavoro in somministrazione e a chiamata, e per metodologia di costruzione registrano la situazione a fine periodo4. Il numero di trasformazioni da tempo determinato a tempo indeterminato, nei dati delle CO, è di 483 mila in un anno, in rallentamento in confronto al recente passato (497 mila nel primo trimestre 2021, 505 mila e 541 mila nel quarto e terzo trimestre 2020).
4I dati dell’Inps tengono conto dei flussi di attivazioni e cessazioni dal 30 giugno 2020 al 30 giugno 2021 mentre i dati delle CO si riferiscono a una media dei dati cumulati del periodo. Gli effetti delle differenze nei trattamenti divengono evidenti e acquistano portata informativa nei casi vi sia un forte cambiamento nell’andamento trimestrale. Per maggiori dettagli si veda la Nota metodologica.
TAVOLA 4. POSIZIONI LAVORATIVE DIPENDENTI NELLE IMPRESE PER SETTORE DI ATTIVITÀ ECONOMICA (a) II trimestre 2021, valori in migliaia e variazioni percentuali congiunturali e tendenziali (dati provvisori)
SETTORI
Posizioni lavorative
DATI DESTAGIONALIZZATI DATI GREZZI Valori in
migliaia Variazioni
congiunturali (%) Variazioni tendenziali (%) II 2021 II 2021
I 2021
II 2021 II 2020
Industria (B-F) 4.623 0,9 3,7
B-E Industria in senso stretto 3.655 0,3 1,2
C Attività manifatturiere 3.351 0,3 1,1
D Fornitura di energia elettrica, gas, vapore e aria condizionata 84 0,4 1,6
E Fornitura di acqua; reti fognarie, attività di gestione dei rifiuti e risanamento 200 0,4 2,1
F Costruzioni 969 3,2 14,4
Servizi (G-S escluso O) 8.348 0,5 3,6
G-N Servizi di mercato 7.227 0,5 3,9
G Commercio all’ingrosso e al dettaglio, riparazione di autoveicoli e motocicli 2.239 -0,1 1,9
H Trasporto e magazzinaggio 1.055 0,0 2,2
I Attività dei servizi di alloggio e di ristorazione 979 1,4 3,2
J Servizi di informazione e comunicazione 543 1,6 6,6
K Attività finanziarie ed assicurative 454 0,4 -0,1
L, M, N Attività immobiliari, Attività professionali, scientifiche e tecniche,
Noleggio, agenzie di viaggio, servizi di supporto alle imprese 1.957 0,9 7,8
di cui: Posizioni lavorative in somministrazione 380 5,2 38,0
P-S Istruzione, sanità e assistenza sociale, attività artistiche e altre dei servizi 1.121 0,4 1,5
Industria e servizi di mercato (B-N) 11.851 0,7 3,8
Industria e servizi (B-S, escluso O) 12.971 0,6 3,6
(a) A seguito degli arrotondamenti alle migliaia, i totali potrebbero non coincidere con la somma dei singoli addendi Fonte: Istat, Indicatori del lavoro sulle imprese (Oros)
Le posizioni lavorative dipendenti nelle imprese industriali e dei servizi (Istat, Rilevazione Oros) crescono dello 0,6% su base congiunturale e, dopo quattro trimestri di dinamica negativa, registrano una sostenuta crescita anche su base tendenziale (+3,6%). Al netto della stagionalità, nel secondo trimestre 2021 il numero di posizioni si attesta a 12 milioni 971 mila, un valore prossimo ai livelli massimi della serie storica rilevati nel periodo pre-crisi; la crescita congiunturale è dello 0,9% nell’industria e dello 0,5% nei servizi. Prosegue la sostenuta crescita delle posizioni in somministrazione, che registrano una variazione del +5,2% in termini congiunturali e del +38% su base annua, evidenziando non solo un effetto di rientro del calo registrato nello stesso trimestre dell’anno precedente, ma anche un importante segnale di ripresa della domanda di lavoro (Tavola 4).
Secondo i dati Inps, nel secondo trimestre del 2021 il saldo tra le attivazioni e le cessazioni nel corso di un anno è positivo per tutte le classi dimensionali d’impresa (Tavola 5). Il maggiore aumento si riscontra nella classe fino a nove dipendenti (+296 mila).
TAVOLA 5. ATTIVAZIONI, CESSAZIONI E POSIZIONI LAVORATIVE DIPENDENTI PER CLASSE DIMENSIONALE NELLE IMPRESE PRIVATE (a)
II trimestre 2021, dati grezzi, valori in migliaia (dati provvisori) DOMANDA DI LAVORO DIPENDENTE -
IMPRESE PRIVATE (sezioni B-U Ateco 2007 esclusi operai agricoli e i lavoratori domestici)
fino a 9
dipendenti da 10 a 49
dipendenti da 50 a 249
dipendenti 250 dipendenti
e oltre Totale
Attivazioni (b) 2,129 1,574 931 1,711 6,346
Cessazioni (c) 1,833 1,419 862 1,555 5,669
Posizioni lavorative (d) 296 155 70 156 677
(a) A seguito degli arrotondamenti alle migliaia, i totali potrebbero non coincidere con la somma dei singoli addendi; (b) Attivazioni rilevate negli ultimi quattro trimestri (c) Cessazioni rilevate negli ultimi quattro trimestri; (d) Differenza tra le attivazioni e le cessazioni. Tale differenza equivale alla variazione tendenziale dello stock medio trimestrale delle posizioni lavorative dipendenti.
Fonte: Inps, Uniemens
Le durate previste all’attivazione dei contratti a tempo determinato
I contratti a tempo determinato si distribuiscono per durate previste5 molto diverse a seconda dei settori di attività, della stagionalità del lavoro e delle motivazioni sottostanti il loro l’utilizzo (ad esempio la sostituzione di lavoratori assenti).
Sulla base dei dati delle CO, nel secondo trimestre 2021 il 35,1% delle posizioni lavorative attivate prevedono una durata fino a 30 giorni (l’11,4% un solo giorno), il 37,3% da due a sei mesi e lo 0,6% superiore all’anno (Figura 4). Nel complesso, si riscontra un aumento dell’incidenza delle attivazioni dei contratti di brevissima durata (19,8% fino a una settimana, +11 punti in confronto allo stesso trimestre dell’anno precedente) e una riduzione sul totale per tutte le altre durate. Ciò dipende sia dal maggiore aumento delle attivazioni nei settori caratterizzati da contratti più brevi sia da una generale diminuzione della durata prevista per i nuovi contratti attivati, fatta eccezione per il comparto dell’industria.
Nel settore dell’informazione e comunicazione (che include le attività cinematografiche, televisive ed editoriali) le assunzioni con durata prevista di un solo giorno incidono per il 67,7% e il 18,2% quelle da due a sette giorni (nel complesso 85,9% rispetto al 71,7% nel secondo trimestre 2020). Altri comparti caratterizzati da durate molto brevi sono quelli della pubblica amministrazione, istruzione e sanità, dove i contratti giornalieri incidono per il 19,8% e quelli da 2 a 7 giorni per il 22,2%. Negli alberghi e ristorazione circa un quarto dei rapporti attivati durano fino a un mese (il 24,3%). Differentemente, nei settori dell’industria, del commercio e dei trasporti è maggiore l’incidenza di contratti con durate previste da uno a sei mesi.
Peraltro, in determinati comparti – agricoltura, alberghi e ristorazione, istruzione – c’è una considerevole variabilità delle durate nei quattro trimestri dell’anno dovuta alla rilevante incidenza del lavoro stagionale o concentrato in alcuni periodi dell’anno.
FIGURA 4. ATTIVAZIONI A TEMPO DETERMINATO PER DURATA PREVISTA PER SEZIONI DI ATTIVITÀ ECONOMICA
(a)
II trimestre 2021 (composizioni percentuali)Fonte: Ministero del lavoro e delle politiche sociali, Comunicazioni obbligatorie SISCO
(a) Negli “Altri servizi di mercato” sono incluse le attività finanziarie e assicurative, le attività immobiliari, le attività professionali, scientifiche e tecniche e il noleggio, agenzie di viaggi e servizi di supporto alle imprese; negli” Altri servizi” sono incluse le attività artistiche, sportive, ricreative, altre attività di servizi, i servizi alle famiglie, e le organizzazioni extra-territoriali.
Inoltre, oltre alla diversa incidenza delle assunzioni a tempo determinato sul totale delle attivazioni nei differenti settori di attività economica, occorre considerare la presenza di altre forme di lavoro breve (lavoratori a chiamata, somministrati, lavoro occasionale) non incluse in questi dati.
5 Al momento della comunicazione di attivazione di un rapporto di lavoro a tempo determinato i datori di lavoro sono obbligati a indicare la data di inizio e la data prevista di fine rapporto. La durata prevista corrisponde al periodo temporale che intercorre tra la data di inizio e quella di fine prevista. Questa può non coincidere con la durata effettiva del rapporto di lavoro, che può essere interrotto in anticipo oppure essere prorogato una o più volte. Per calcolare le durate previste sono stati utilizzati i dati grezzi originali delle CO relativi alle attivazioni del trimestre di riferimento che mantengono la stagionalità dei rapporti di lavoro attivati.
0,2 0,7
0,8 1,1
7,7
67,7 3,3
19,8 7,5
11,4 1,7 2,4
4,6 2,0
7,0
18,2 5,5
22,2 10,8
8,4 19,4 13,5
24,2 11,1
9,6
5,6 14,5
26,4 13,4
15,3 17,8 16,7
23,8 13,2
10,7
3,2 14,4
10,4 10,4
12,9
31,1 42,4
35,0 50,9
58,8
3,2 45,8
11,3 46,8
37,3
29,5 23,7
11,2 21,1
6,1 2,1 15,5
8,7 9,9 14,2
0,3 0,6 0,4 0,6 0,1 0,1 0,9
1,3 1,3 0,6 Agricoltura (A)
Industria in ss (B-E) Costruzioni (F) Commercio e trasporti (G-H)
Alberghi e ristorazione (I) Informazione e comunicazione (J) Altri servizi di mercato (K-N) PA, Istruzione e Sanità (O-Q) Altri servizi (R-U) Totale
1 giorno 2-7 giorni 8-30 giorni 31-60 giorni 61-180 giorni 181-365 giorni Oltre 365 giorni
Lavoro a chiamata, somministrato e occasionale
Il lavoro a chiamata (intermittente) e quello in somministrazione sono tipologie contrattuali caratterizzate da una componente di stagionalità e da un’intensità lavorativa minore rispetto al lavoro standard. Queste figure lavorative hanno risentito più di altre degli effetti dovuti all’emergenza sanitaria, in particolare gli intermittenti.
Nel secondo trimestre 2021, dopo sette trimestri di calo consecutivo su base annua e l’aumento nei precedenti due trimestri, il numero dei lavoratori in somministrazione (435 mila unità) presenta una forte accelerazione della crescita in termini tendenziali (+122 mila unità corrispondenti a +39,0%; Figure 5 e 6). Il numero medio delle giornate retribuite6 mostra una lieve diminuzione tendenziale (22,3 rispetto a 22,6 del secondo trimestre 2020).
Nel secondo trimestre 2021, dopo cinque trimestri di calo consecutivo, in forte crescita anche il numero di lavoratori intermittenti (+73 mila unità, +63,8% rispetto al secondo trimestre 2020; Figure 5 e 6), che si attestano a 187 mila unità. Secondo i dati Inps, i lavoratori a chiamata hanno svolto in media 10,6 giornate retribuite al mese (in media erano 9,7 giornate un anno prima).
FIGURA 5. LAVORATORI SOMMINISTRATI E A CHIAMATA I trim. 2015 – II trim. 2021 (valori assoluti)
FIGURA 6. LAVORATORI SOMMINISTRATI E A CHIAMATA I trim. 2015 – II trim. 2021 (variazioni tendenziali percentuali)
Fonte: Inps, Uniemens Fonte: Inps, Uniemens
A giugno del 2017, in sede di conversione del decreto legge 24 aprile 2017, n. 50, il legislatore ha introdotto due nuove forme contrattuali destinate a regolare lo svolgimento di prestazioni di natura occasionale: il Libretto Famiglia (LF) e il Contratto di Prestazione Occasionale (CPO). Il primo riguarda i datori di lavoro persone fisiche non nell’esercizio di attività imprenditoriale o professionale, il secondo tutti gli altri soggetti (associazioni, fondazioni, imprese, pubbliche amministrazioni, ecc.).7
Nel corso del 2019 la consistenza dei lavoratori impiegati con Contratti di Prestazione Occasionale (CPO) è stata di circa 19 mila unità, con un importo mensile lordo medio di 240 euro; nel 2020 sono stati mediamente coinvolti, ogni mese, circa 13 mila lavoratori, con un importo mensile lordo medio di 250 euro. Non si registrano differenze di rilievo nei primi sei mesi del 2021.
Per quanto attiene ai lavoratori pagati con i titoli del Libretto Famiglia (LF), nel 2019 si sono attestati su circa 9 mila unità, con un importo mensile lordo medio di 210 euro. Tra gennaio e febbraio 2020 la numerosità media mensile di lavoratori pagati con questa modalità è stata in linea con l’anno precedente, mentre nei successivi mesi vi è stato un progressivo e rilevante aumento: ha superato le 100 mila unità a marzo e ha raggiunto il suo valore massimo a giugno con oltre 300 mila unità: da settembre in poi il numero è stato di circa 11 mila unità, in linea con il 2019. Anche gli importi medi mensili hanno registrato un forte aumento, passando dai 180 euro dei mesi di gennaio e febbraio, ai 500-600 euro del periodo tra marzo e agosto, riportandosi a una media di 180 euro al mese da settembre. Il dato riflette le disposizioni sul c.d. bonus baby-sitting 2020 istituito agli articoli 23 e 25 del DL n. 18/2020 (decreto “Cura Italia”) e dall’articolo 72 del DL n. 34/2020 (decreto “Rilancio”), pagato con titoli del libretto famiglia per i periodi di attività compresi tra marzo e agosto. Nei primi sei mesi del 2021 si registra un numero medio mensile di circa 26 mila prestatori per un importo mensile lordo medio di circa 230 euro. Il dato riflette le disposizioni sul c.d. bonus baby-sitting 2021 istituito all’articolo 2 del DL n.
30/2021 pagato con titoli del libretto famiglia per i periodi di attività compresi tra gennaio e giugno.
6 Per i lavoratori in somministrazione il rapporto di lavoro può essere a tempo pieno o part time e la giornata lavorativa è conteggiata a prescindere dal regime orario.
7 Le due nuove forme contrattuali sono state introdotte allo scopo di mettere a disposizione del mercato del lavoro strumenti in grado di favorire la gestione dei rapporti subordinati di natura occasionale, sostituendo il lavoro accessorio (voucher) soppresso a marzo 2017.
0 50.000 100.000 150.000 200.000 250.000 300.000 350.000 400.000 450.000
I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II
2015 2016 2017 2018 2019 2020 2021
Lavoratori in somministrazione Lavoratori a chiamata (intermittente)
-80-70 -60-50 -40-30 -20-101020304050607080900 100
I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II
2015 2016 2017 2018 2019 2020 2021
Lavoratori in somministrazione Lavoratori a chiamata (intermittente)
Denunce di infortunio sul lavoro e di malattia professionale
Nel secondo trimestre del 20218 gli infortuni sul lavoro accaduti e denunciati9 all’Inail sono stati 119 mila (103 mila in occasione di lavoro e 16 mila in itinere10), in aumento di 24.943 denunce (+26,5%) rispetto all’analogo trimestre del 2020 (Tavola 1). Il periodo osservato è stato caratterizzato da una netta riduzione dei casi denunciati per contagio da Covid-1911 rispetto a un anno prima: nel secondo trimestre 2021 le denunce pervenute per infezione in ambiente lavorativo o a causa dello svolgimento dell'attività lavorativa sono state circa 4 mila (rilevazione al 30 giugno 2021), contro le quasi 23 mila del secondo trimestre 2020; al netto di questi casi risulta quindi rafforzato l’aumento per gli infortuni “tradizionali” rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, ancora condizionato (aprile in particolare e parte di maggio 2020) dalle chiusure cautelative di molte attività e dalle limitazioni alla circolazione stradale.
L’aumento del 26,5% delle denunce di infortunio è media di una crescita del 20,3% (17.368 in più) dei casi in occasione di lavoro, su cui incidono le denunce da Covid-19 con relativi andamenti, e del notevole incremento di quelli in itinere (7.575 in più, +89,7%) a causa della ripresa della circolazione stradale rispetto al pari periodo dell’anno precedente. Confermato comunque l’effetto “calmierante” sulla casistica “in itinere” del lavoro agile, tuttora diffuso tra molti lavoratori: nel secondo trimestre del 2019 (ante pandemia), le denunce in itinere furono 21 mila, 5 mila in più delle 16 mila del secondo trimestre del 2021 (e quasi il triplo delle 8 mila del secondo trimestre del 2020).
Per gli infortuni in occasione di lavoro, l’aumento di 17 mila denunce (+20,3%) è dovuto principalmente alle attività industriali (15 mila denunce in più, +63,3% rispetto ad un anno prima), ma anche le denunce agricole fanno registrare significativi incrementi in termini percentuali (+11,0%, circa 700 denunce in più), mentre quelle dei servizi limitano l’aumento a un +2,6% (circa 1.400 casi in più). Tra le attività industriali che registrano il maggior incremento, le manifatturiere e le costruzioni; nei servizi, si distinguono per aumenti in termini assoluti, il commercio e i trasporti; la sanità, al contrario, è in forte contrazione.
Gli infortuni sul lavoro con esito mortale del secondo trimestre 2021 denunciati all’Inail sono stati 231 (175 in occasione di lavoro e 56 in itinere), 68 in più (+41,7%) rispetto al secondo trimestre del 2020 (Tavola 1). Come per i casi in complesso, le denunce mortali da Covid-19 si sono contratte rispetto ad un anno prima (10 in meno), rafforzando quindi l’aumento in percentuale delle denunce “tradizionali” (+56,5%) incrementatesi di 78 casi. Aumentano sia i decessi in occasione di lavoro (+29,6%, 40 in più) che quelli in itinere (raddoppiatisi, da 28 a 56); per i casi in itinere, come per gli infortuni in complesso, il notevole aumento è da ricondurre alla ripresa rispetto a un anno fa della circolazione stradale.
Delle 40 denunce mortali in più avvenute in occasione di lavoro, 19 si concentrano nelle attività industriali (principalmente nelle costruzioni), 12 in agricoltura e 9 nelle attività dei servizi (gli aumenti riguardano i trasporti e il commercio).
Anche nel primo trimestre 2021 si è registrato un aumento delle denunce di infortunio in complesso rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, ma molto meno marcato: le 121 mila denunce tra gennaio e marzo del 2021 hanno fatto segnare un aumento del 6,2% (7.100 casi in più) rispetto al primo trimestre 2020; al netto delle denunce da contagio professionale (circa 20 mila nel primo trimestre 2021, il doppio rispetto al 2020 interessato dal Covid-19 praticamente solo nell’ultimo mese, marzo), si rileverebbe una diminuzione del 3%.
In aumento anche i casi mortali: 184 nel primo trimestre 2021 contro i 163 di un anno prima con un incremento del 13%; questo aumento, a differenza dei casi in complesso, in ugual misura si conferma anche per le denunce mortali “tradizionali” (ossia al netto dei decessi da Covid-19).
In conclusione, l’analisi tendenziale del fenomeno infortunistico nel 2021 è ancora influenzata dalla pandemia, seppur in forte attenuazione, con confronti mensili che risentono delle diverse ondate di contagi che hanno caratterizzato il 2020. Le denunce di infortunio conseguenti il contagio da nuovo Coronavirus in ambito professionale sono oggetto di comunicati istituzionali mensili dell’Inail12: dal primo monitoraggio – che al 21 aprile 2020 rilevava 28 mila contagi denunciati (di cui 98 con esito mortale) – fino all’ultimo, quello al 30 giugno 2021 in ordine di pubblicazione, che ne ha evidenziati quasi 177 mila (di cui 682 decessi).
8 Si precisa che le statistiche sugli infortuni sul lavoro di questo comunicato congiunto si riferiscono normalmente a un intervallo temporale precedente rispetto ai comunicati mensili/trimestrali diffusi dall’Inail che riportano dati dell’ultimo mese disponibile con relativo cumulo rispetto a inizio d’anno.
9 Si tratta della denuncia di infortunio, alla quale segue necessariamente un accertamento amministrativo-sanitario e, solo in caso di esito positivo, l’infortunio sarà classificato come effettivamente da lavoro e tutelato.
10 Sono considerati infortuni in itinere quelli occorsi nei tragitti casa-lavoro/i-casa, le cui variazioni risentono di molteplici fattori esogeni all’attività lavorativa in senso stretto, tra cui la variabilità della viabilità (condizionata ad esempio da scioperi dei mezzi pubblici, prezzo dei carburanti, ecc.), dalle condizioni meteo, dallo stato infrastrutturale.
11L’Inail tutela tali affezioni morbose, inquadrandole, per l’aspetto assicurativo, nella categoria degli infortuni sul lavoro: in questi casi, infatti, la causa virulenta è equiparata a quella violenta.
12 Per approfondimenti si rimanda al link: https://www.inail.it/cs/internet/comunicazione/covid-19-prodotti-informativi/report-covid-19.html .
Nel secondo trimestre del 2021 le denunce di malattie professionali protocollate dall’Inail sono state 15.347, in forte aumento rispetto all’analogo trimestre dell’anno precedente (9.051 casi in più, pari al +143,8%). Pur in presenza dello stato emergenziale per il contenimento dell’epidemia da nuovo coronavirus, il 2021 non è stato sottoposto alle stesse chiusure e limitazioni che hanno interessato l’analogo periodo del 2020 (con numerosi comparti produttivi in lockdown fino a metà maggio riaperti parzialmente e progressivamente nei mesi successivi), con la conseguenza, da un lato, di una ripresa dell’esposizione al rischio di contrarre una malattia professionale e, dall’altro, della possibilità di ricorrere con più facilità ai presidi sanitari e amministrativi per la presentazione della denuncia di malattia professionale.
L’82% delle malattie professionali denunciate ha interessato i settori di attività economica dell’industria e servizi per i quali si registrano 12.524 denunce nel secondo trimestre del 2021 e 7.418 casi in più (+145,3%) nel confronto di periodo. L’incremento delle denunce ha riguardato anche le altre principali gestioni assicurative: l’agricoltura ha registrato 2.683 casi e un aumento del 136,2% con 1.547 casi in più, la gestione per conto dello Stato 140 casi, 86 in più pari al +159,3%. Rispetto al secondo trimestre del 2020 l’aumento delle denunce ha riguardato tutte le patologie: quelle a carico del sistema osteomuscolare (+236,8%) – le più numerose (55,5% del complesso delle denunce, circa la metà sono disturbi dei tessuti molli) – seguono le malattie del sistema nervoso (9,7% del totale, quasi esclusivamente sindromi del tunnel carpale) e dell’orecchio (5,5%, ipoacusie) (Tavola 6).
Nel primo trimestre del 2021 si registra, al contrario, una contrazione delle denunce di malattie professionali:
13.583 casi rispetto ai 14.101 del primo trimestre 2020 (pari al -3,7%). La riduzione ha interessato tutte le gestioni assicurative: in termini assoluti l’industria e servizi (-386 casi) e l’agricoltura (-93) mentre in termini relativi il conto Stato, che ha registrato un calo di circa un quarto delle denunce (39 casi in meno). Ai 518 casi in meno rispetto al primo trimestre 2020 concorrono tutte le principali patologie; in particolare i cali più importanti si osservano nelle malattie del sistema respiratorio (-173 casi, pari al -30.9%), nei tumori (-90 casi, pari al -21,5%) e tra le malattie del sistema osteomuscolare, le più numerose tra le patologie professionali (- 127 casi, -1,7%, riduzione relativa più contenuta rispetto a quella media complessiva).
TAVOLA 6. DENUNCE DI MALATTIA PROFESSIONALE
II trimestre 2021, valori all’unità (dati grezzi), variazioni assolute e percentuali DENUNCE DI MALATTIA PROFESSIONALE (sezioni A-T Ateco 2007, esclusi
marittimi; al netto di studenti) per classificazione ICD-X (settore) Valori
assoluti Variazioni tendenziali (II 2021 / II 2020)
Assolute %
Numero di denunce di malattia professionale 15.347 9.051 143,8
di cui le principali
Malattie del sistema osteomuscolare e del tessuto connettivo 8.522 5.992 236,8
Malattie del sistema nervoso 1.484 1.029 226,2
Malattie dell’orecchio e dell’apofisi mastoide 800 510 175,9
Tumori 357 177 98,3
Malattie del sistema respiratorio 340 188 123,7
Fonte: Inail, Open data mensili