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L'INDENNIZZO DEL DANNO PATRIMONIALE DA RIDUZIONE DELLA CAPACITÀ LAVORATIVA IN GERMANIA

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L'INDENNIZZO DEL DANNO PATRIMONIALE DA RIDUZIONE DELLA

CAPACITÀ LAVORATIVA IN GERMANIA

di

Gerhard Küppersbusch*

L’indennizzo del danno patrimoniale derivante da riduzione della capacità lavorativa si basa sul diritto nazionale. Mi limiterò dunque alle considerazioni del lucro cessante secondo il diritto tedesco che presenta differenze fondamentali rispetto al diritto italiano.

Secondo il diritto tedesco l’incapacità lavorativa totale o parziale non costituisce di per sé un danno patrimoniale da risarcire. Questa regola è il filo rosso che condiziona tutte le forme e variazioni del diritto all’indennizzo. Sono in compenso da risarcire tutti i danni economici subiti dalla vittima perché la sua capacità lavorativa è più o meno ridotta.

Non importa, pertanto, il grado di riduzione della capacità lavorativa. L’assicuratore tedesco deve stabilire le entrate o altri vantaggi economici della vittima, nel caso non fosse avvenuto l’incidente. A questi si oppongono (rispetto ad un determinato arco di tempo) le entrate reali della vittima. La differenza che può subire una correzione normativa (quando p.es. il datore di lavoro continua a pagare il salario), costituisce il primo danno patrimoniale da risarcire.

Vorrei dimostrarlo con un esempio concreto:

CASO 1

Un impiegato statale di 40 anni rimane gravemente ferito. Subisce un’amputazione della gamba (arto inferiore) che comporta una riduzione della capacità lavorativa permanente astratta del 70%.

Dopo la riabilitazione medica di un anno riprende pienamente la sua attività lavorativa. Il suo stipendio mensile lordo è di DM 7,000, dunque DM 91,000 annui.

• Secondo il diritto tedesco l’assicurazione deve indennizzare il lucro cessante

per un anno e per un ammontare di (lordi) DM 91'000

L’impiegato stesso non ha alcun danno economico perché il suo datore di lavoro continuava a pagare il salario. Sulla base di una correzione normativa si finge, però, un danno dell’ammontare dei compensi pagati. A causa del pagamento di questi contributi il diritto al risarcimento è inoltrato al datore di lavoro (in questo caso lo Stato) che secondo il § 87a della legge dell’impiego statale agisce in via di regresso contro l’assicurazione.

Dopo la ripresa dell’attività lavorativa non esiste più un danno da lucro cessante. Non ha alcuna importanza che la riduzione della capacità lavorativa fosse stabilita con 70%. In compenso, l’assicurazione deve assumersi le spese per le nuove esigenze della vittima, come p.es. indennizzare le limitazioni nello svolgere attività abituali in casa, oppure nuovi vestiti, le spese di assistenza ortopedica ecc. Può aggiungersi un risarcimento per danno morale il cui ammontare dipende, fra l’altro, dal grado della riduzione della capacità lavorativa.

Il risarcimento secondo il diritto italiano

Il diritto italiano stabilirebbe, se non sbaglio, il seguente risarcimento:

* Direttore Allianz Versicherungs-Aktiengesellschaft, München

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• 1 anno di perdita del salario netto, cioè dopo la detrazione

delle imposte sul reddito (ca. DM 13,000) DM 78'000

• Danno patrimoniale da incapacità lavorativa permanente DM 78,000 x fattore di capitalizzazione 16 (durata di vita) x 70% riduzione della capacità lavorativa = DM 873,00, da detrarre DM 174,720 (20% scarto da durata di vita/termine

attività lavorativa) DM 698'880

• Totale DM 776'880

Il diritto tedesco

Che cosa dev’essere risarcito secondo il diritto tedesco? Non solo il danno patrimoniale da lucro cessante per un lavoratore dipendente o un libero professionista, ma tutti i vantaggi economici persi, se non sono stati raggiunti illegalmente. Vengono dunque risarciti:

• lo stipendio di un lavoratore dipendente, incluso i compensi straordinari,

• il danno patrimoniale da incapacità lavorativa di un libero professionista

• le entrate secondarie e mance

• nel caso di un lavoro non retribuito nell’azienda a conduzione familiare, il salario che sarebbe stato pagato ad un lavoratore regolarmente assunto (correzione normativa)

• una riduzione o limitazione nelle mansioni in casa o giardino causate dall’incidente, anche nel caso di lavori manuali o di riparazioni in casa se contribuiscono al budget familiare. (La riduzione dell’autonomia della vittima viene risarcito nell’ambito delle esigenze modificate.)

Non vengono risarciti entrate che contravvengono alla legge, come p. es.

• lavorando al nero

• eludendo le norme sul trasporto di passeggeri

• accettando tangenti

Non vengono risarciti il tempo libero o le vancanze. Vengono però risarciti in parte le spese e gli indennizzi da separazione, ma soltanto se la vittima non avrebbe avuto queste spese nel caso fosse rimasta illesa. Anche una prostituta che svolge un’attività non illegale ma moralmente disapprovato, riceve un risarcimento parziale; la nostra Corte Suprema Federale sostiene che ci sia da risarcire il minimo necessario che potrebbe essere raggiunto da qualsiasi persona illesa.

Abbastanza complessa è la questione del risarcimento lordo o netto, vale a dire le imposte sul reddito e i contributi sociali inclusi o esclusi. Mi limito qui all’affermazione che i tribunali e gli assicuratori tedeschi sono molto precisi in questi casi, non ci sono forfettazioni e stime. Le imposte sul reddito sono da retribuire quando ci sono realmente: perciò viene di solito risarcito al lordo un libero professionista, mentre viene calcolato l’indennizzo al netto nel caso di un lavoratore dipendente. Nell’ambito dei contributi sociali la questione è ancora più complessa, qui abbiamo delle volte una rivendicazione diretta da parte dell'Ente di Previdenza Sociale sul risarcimento, p. es.

dell’INPS sul risarcimento di contributi pensionistici.

Per stabilire l’indennizzo bisogna sempre ipotizzare come si sarebbero sviluppate le entrate della vittima se non fosse avvenuto l’incidente. L’onere della prova sta alla vittima che, però, ha delle agevolazioni. Normalmente basta una probabilità prevalente accettata dal giudice (§§ 252 BGB, 287 ZPO). Da un lato sono da prendere in considerazione aumenti di stipendio a causa della carriera oppure dello sviluppo generale. Dall’altro lato può provare l’assicuratore - anche in questo caso con probabilità prevalente - che la vittima avrebbe avuto un lucro cessante indipendentemente dall’incidente per il fallimento del suo datore di lavoro, per una malattia senza nesso causale con l’incidente ecc. I tribunali sono pertanto molto cauti.

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Un lucro cessante è da risarcire fino al termine dell'attività lavorativa. Secondo le statistiche va in pensione un lavoratore dipendente nella media con 60 anni. Per i lavoratori indipendenti il termine dell'attività lavorativa avviene più tardi, nella prassi per lo più con 63 anni. Anche qui si nota una differenza sostanziale rispetto al diritto italiano, come illustrerò:

CASO 2

Un insegnante di pianoforte di 60 anni che saltuariamente si esisbisce anche in concerti, rimane ferito alla mano. Bisogna amputare il pollice. La riduzione della capacità lavorativa astratta viene stabilita con 20%. La vittima non riesce più a suonare bene il pianoforte. Il lucro cessante da entrate mensili lordi è di DM 10,000 circa, dunque DM 120,000 annui. La vittima avrebbe sicuramente smesso di lavorare a 65 anni.

Secondo il diritto tedesco il danno patrimoniale è da risarcire fino ai 65 anni. Una capitalizzazione viene calcolata come segue:

• DM 120,000 annui x fattore di capitalizzazione 4,265 (tasso d'interesse 5%) DM 512'000 Secondo il diritto italiano:

• Per il tempo della cura medica (3 mesi) 3x DM 8,000 netti DM 24'000

• Incapacità lavorativa permanente DM 96,000 x 20% Riduzione della capacità lavorativa specifica x fattore di capitalizzazione 11

(fino al termine di vita) = DM 211,000 - DM 42,240 (20% scarto) DM 168'960

• Totale DM 264'960

Somme più alte si otterrebbero se il tribunale aumenterebbe la riduzione della capacità lavorativa specifica a causa delle ripercussioni sulla vita professionale della vittima.

Questo caso dimostra bene la differenza nelle consequenze del lucro cessante astratto che nel diritto tedesco comporta, malgrado la leggera riduzione della capacità lavorativa, un risarcimento totale del lucro cessante a causa delle ripercussioni concrete sulla vita professionale.

Secondo il diritto tedesco la vittima è obbligata a contribuire, nei limiti del ragionevole, alla riduzione del danno. Se continua a lavorare nell'attività di prima, ma raggiunge entrate minore, gli sarà pagato la differenza di entrate. Se la vittima non può più lavorare nella sua vecchia attività, è obbligata a riadattare la sua formazione professionale. Se si rifiuta di avviare un'altra formazione professionale e l'assicuratore può provare che la vittima avrebbe trovato un posto di lavoro nella professione riadattata, il risarcimento per il lucro cessante si riduce per l'ammontare delle nuove entrate che sarebbero state raggiunte. L'assicuratore pagherà le spese della formazione professionale.

Per un guadagno minore nella professione riadattata la vittima sarà risarcita. Se invece rimane senza un posto di lavoro anche dopo aver seguito un'altra formazione professionale, sarà risarcito integralmente.

CASO 3

Un lavoratore edile di 30 anni subisce una ferita grave al ginocchio. La riduzione della capacità lavorativa permanente è di 30%. Non gli sarà più possibile continuare il lavoro edile fisicamente pesante. Dopo la riabilitazione medica ed alcune misure preparatorie il lavoratore avvia una formazione professionale di 3 anni per diventare disegnatore tecnico (industriale). Il suo sforzo risulta efficace. Dopo un anno di ricerca, dunque 5 anni dopo l'incidente, il lavoratore trova un'altro posto di lavoro. Come lavoratore edile avrebbe guadagnato DM 5,000, nella sua nuova professione raggiunge, però, soltanto DM 4,000 al mese. Il lucro cessante è dunque di DM 1,000 al mese.

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Secondo il diritto tedesco subentrano nel calcolo del risarcimento a questo punto tutte le finezze e le sfumature rispetto al compenso per i contributo sociali e le imposte sul reddito. Per non entrare nei particolari affermo semplicemente che l'assicuratore tedesco in questo caso pagherebbe per 5 anni circa DM 4,000, in parte alla vittima direttamente, in parte all'Ente di Previdenza Sociale e al datore di lavoro.

• Risarcimento di DM 4,000 mensili x 12 x 5 anni DM 240'000

(Per i primi 5 anni non viene calcolata alcuna capitalizzazione)

• Si aggiungono le spese per la riadattazione della formazione professionale DM 100'000 Indennizzo per il lucro cessante da riduzione del guadagno

che viene capitalizzato quanto segue:

• DM 1,000 x 12 x fattore di capitalizzazione 15,113

(in questo caso vengono stabilit gli anni di vita di 65) DM 181'000

• Risarcimento totale DM 521'000

Secondo il diritto italiano il risarcimento si calcola come segue:

• calcolo concreto fino alla consolidazione DM 36,000 netti x 5 anni DM 180,000 Incapacità lavorativa parziale permanente:

• DM 36,000 (netto annuo) x 30% riduzione della capacità lavorativa x fattore di capitalizzazione 18,7 (fino alla fine della vita)

= DM 201,960 - DM 40,392 (20% scarto) DM 161,568

• Totale DM 401,568

Questo caso è un'altro esempio che dimostra che il diritto tedesco non indennizza la riduzione della capacità lavorativa astratta, ma il lucro cessante concreto. Prevede, peraltro, un risarcimento soltanto fino al termine dell'attività lavorativa. Infine stabilisce che l'assicuratore si deve assumere le spese per una riadattazione della formazione professionale della vittima. Se la vittima trova un nuovo lavoro riadattato, sarà risarcito soltanto per la differenza fra il guadagno di prima e il nuovo guadagno. Risarcimenti multipli non sono previsti dal diritto tedesco. Se ci sono terzi che effettuano prestazioni per risarcire il lucro cessante, il diritto al risarcimento passa dalla vittima a questo terzo.

Questo terzo agisce, poi, in via di regresso contro l'assicuratore. In questo modo si evitano da un lato arricchimenti da parte del danneggiato, d'altro lato un discarico del danneggiatore. Il datore di lavoro e l'Ente di Previdenza Sociale vengono compensati per i contributi sociali versati, naturalmente nel quadro del diritto al risarcimento. Questo regresso da terzi è altamente sviluppato nel diritto tedesco. Esistono il diritto al risarcimento da parte:

• del datore di lavoro per il periodo del continuato pagamento del salario (lordo, incluso contributi sociali, imposte e pagamenti straordinari)

• della cassa di malattia per il pagamento dell'indennità di malattia dopo il termine del pagamento del salario (netto, ma con i contributi dell'assicurazione malattia),

• dell'assicurazione contro gli infortuni nel caso di incidenti sul lavoro per il pagamento di spese per una riadattazione della formazione professionale,

• dell'INPS per il pagamento di una pensione per incapacità lavorativa totale (netto, senza imposte)

• dell'INPS per un mancato pagamento di contributi INPS.

Conclusione

Secondo il diritto tedesco viene calcolato e risarcito con molta precisione il danno patrimoniale da incapacità lavorativa. Fofettazioni esistono soltanto in casi eccezionali, vale a dire quando non si riesce a calcolare concretamente il danno (p.es. limitazione nell'esercitare mansioni a casa), ma in

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questi casi il parametro è il costo reale o fittizio di un/a sostituto/a. Correzioni normative vengono fatte quando terzi effettuano prestazioni per risarcire il lucro cessante; in questo caso non sarà esentato il danneggiante. Il grado della riduzione della capacità lavorativa astratta, le conseguenze psichiche della perdita del posto di lavoro saranno considerati soltanto nel quadro del danno morale.

Non ci sono tendenze a modificare questo sistema del calcolo concreto del danno patrimoniale da lucro cessante.

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