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La scelta di acquisire istruzione come segnale del talento (TEORIA CREDENZIALISTA)

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Academic year: 2021

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La scelta di acquisire istruzione come segnale del talento (TEORIA CREDENZIALISTA)

I lavoratori con maggiori livelli di istruzione ed esperienza di lavoro tendono ad avere retribuzioni più elevate. Per molti anni, la spiegazione più comune per questa correlazione è stata che il tempo passato a scuola o al lavoro, accresce i salari direttamente poiché provoca un aumento della produttività dei lavoratori. Tale spiegazione, che si basa sull’apprendimento, è legata alla teoria del capitale umano, come illustrato in precedenza. Sembra però improbabile che tale teoria possa spiegare interamente il differenziale salariale per diversi livelli di istruzione. Si è allora sviluppata la teoria credenzialista, in base a cui le persone nascono con caratteristiche che li renderanno più produttivi quando entreranno nel mondo del lavoro. Possiamo indicare tali caratteristiche col termine “abilità”.

L’ipotesi alla base della teoria credenzialista è che l’abilità non è influenzata da ciò che viene insegnato a scuola. Gli studenti che scelgono di restare più a lungo sui banchi di scuola, lo fanno per segnalare ai datori di lavoro che sono più abili.

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La teoria credenzialista può essere rappresentata in due modi:

1) la teoria del signalling (segnalazione)

2) la teoria dello screening (cernita o selezione). Nella prima è il lavoratore a segnalarsi nella seconda è l’impresa a fare la selezione.

SIGNALLING O SEGNALAZIONE Caratteristiche del modello:

1) La retribuzione legata all’istruzione non è più considerato “data” dal mercato ma è determinata come equilibrio tra le scelte delle imprese e le scelte degli aspiranti lavoratori. Questo equilibrio si forma in un contesto di asimmetria informativa seguendo le regole della teoria dei giochi. Ipotizziamo che l’impresa voglia assumere un’unità lavorativa e che voglia pagarla quanto giusto pagarla e possa farlo;

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2) Ogni agente conosce la propria condizione ma non conosce precisamente quella dell’altro e quindi formula delle aspettative sul comportamento altrui;

3) Inoltre la non diretta osservabilità crea dei conflitti di interessi:

a. L’impresa ha interesse a remunerare il lavoratore come se fosse sprovvisto di talento, ma preferisce assumere lavoratori “con” talento;

b. Il lavoratore ha interesse a dichiarare di essere portatore di un elevato talento, anche quando ciò non sia vero;

c. Inoltre vi sono anche conflitti tra lavoratori, in quanto l’impresa può decidere di dare a tutti gli assunti una retribuzione media o minima (pari a quella dei meno abili) e ovviamente i lavoratori che sono veramente più abili sarebbero penalizzati.

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4) Se l’impresa non riesce a discriminare, la soluzione più semplice è quella di pagare una retribuzione media a tutti.

Indichiamo il talento dell’individuo i-esimo con Ai e la retribuzione (I) aumenta

all’aumentare del talento. Ii = I(Ai ) I’= >0

 = (si legge phi) rappresenta la retribuzione (marginale) per ogni unità di talento posseduta Abbiamo due individui:

L’individuo 1 (High=h) HA un elevato talento L‘individuo 2 (Low=l) HA minor talento.

Per cui A h > A l e le imprese sono disposte a

pagare I(A h)> I(A l )

Se l’impresa non riesce a discriminare, la soluzione più semplice è quella di pagare una retribuzione media a tutti.

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Equilibrio unico (Pooling Equilibrium)

Indicando con  la retribuzione marginale per ogni unità di talento posseduta

Con 

I

= retribuzione media

Con 

A

= talento medio Dato da: [(1-nt)

A h +(nt) A l]

Dove nt rappresenta la quota della

popolazione non produttiva o meno produttiva e (1-nt) la quota della popolazione più produttiva.

Avremo che:

I

= 

A

= [(1-nt) A h +(nt) A l]

Si può riflettere sul fatto che la retribuzione che l’individuo più abile riceverebbe se il talento fosse riconoscibile I(A h) sarebbe maggiore di quella che riceve se l’impresa,

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non potendo riconoscere il talento, paga una retribuzione media per tutti

I

I(A h)>

I

Al contrario La retribuzione che l’individuo meno abile riceverebbe se il talento fosse riconoscibile I(Al) sarebbe minore di quella che riceve se l’impresa, non potendo riconoscere il talento, paga una retribuzione media

(A l) <

I

QUINDI LA NON OSSERVABILITA’ DEL TALENTO PRODUCE:

1) UN RIDUZIONE DEI DIVARI RETRIBUTIVI;

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2) UNA REDISTRIBUZIONE DA PARTE DEI MOLTO ABILI VERSO I POCO ABILI.

Una retribuzione media conviene ai meno abili e non conviene ai più abili. Un equilibrio non separato o unificato è meno efficiente.

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Equilibri separati

I lavoratori possono fornire informazioni alle imprese, ad esempio basate su diversi livelli di istruzione, in modo tale da far capire agli

imprenditori le loro abilità o il loro talento (segnalazione o signalling).

In questo caso l’impresa accetta il segnale

come valido solo se è convinta del fatto che il segnale riesca effettivamente a discriminare le abilità. L’impresa quindi accetta il segnale solo che crede nel segnale stesso.

Se le imprese accettano l’istruzione come segnale, la retribuzione sarà:

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Ii =  Si

La retribuzione dipende dall’istruzione ma

non perché l’istruzione accresce la

produttività, ma perché le imprese accettano l’istruzione come segnale di una caratteristica non osservabile, ovvero il talento.

Pertanto la quantità di istruzione acquisita dipende da quanto talento l’individuo ha.

Si = S(Ai)

Il gioco è tra: la persona informata che invia informazioni a quella meno informata. L’individuo fa la prima mossa, scegliendo un segnale per il proprio talento (l’istruzione), l’impresa lo accetta o meno come un segnale efficace.

Le ipotesi di un modello con segnalazione possono essere così riassunte:

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1) l’impresa sa che esistono lavoratori più e meno bravi, ma non può riconoscerli prima dell’assunzione. L’impresa conosce solo la distribuzione percentuale del talento nella popolazione: cioè i lavoratori con talento costituiscono il (1-nt%) della popolazione mentre quelli senza talento sono l’(nt)% della popolazione;

2) Il lavoratori più bravi sanno che, se fanno capire all’impresa le loro qualità, possono chiedere e ottenere un salario maggiore;

3) I lavoratori possono allora inviare dei segnali della loro bravura ed uno dei segnali è l’istruzione;

4) Scelgono di investire in istruzione solo coloro che sono più abili, che in questo modo si autoselezionano (sorting).

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Affinché questa politica sia efficace per separare gli individui secondo il talento “non osservabile” occorre che siano rispettati due vincoli di autoselezione o partecipazione:

I) il costo che deve sostenere il meno abile, per ottenere una

maggiore istruzione, “deve

essere maggiore” del beneficio

addizionale che otterrebbe

fingendo di essere abile (tramite una istruzione maggiore).

II) il costo che deve sostenere il più

abile, per una istruzione più elevata, “deve essere inferiore” al beneficio addizionale che ottiene segnalando la sua abilità tramite l’istruzione più elevata.

Quando si parla di costi maggiori, ci si riferisce prevalentemente a costi non

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monetari, altrimenti si correrebbe il rischio di avere una maggiore istruzione e quindi un segnale di talento quando è maggiore la disponibilità economica e non l’abilità.

Formalizzando

Indichiamo con SA l’istruzione alta;

ed SB l’istruzione bassa;

Indichiamo con  h (si legge lambda) il

costo marginale dell’istruzione per

l’individuo 1 (abile);

ed  l il costo marginale

dell’istruzione per l’individuo 2 (non abile o meno abile);

Indichiamo con S la retribuzione commisurata all’istruzione.

Le due condizioni, o vincoli di

autoselezione sono:

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SA -  h SASB -  h SB

Il beneficio netto dell’istruzione alta è

maggiore del beneficio netto

dell’istruzione bassa da cui

(SA - SB)  h (SA - SB)

Da cui   h il beneficio marginale per

l’individuo abile deve essere maggiore del SUO costo marginale.

Per l’individuo 2 “senza” talento:

SA -  l SASB -  l SB

da cui

(SA - SB)  l (SA - SB)

Da cui   l il beneficio marginale per

l’individuo meno abile deve essere minore del SUO costo marginale.

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l  h

ciò è possibile solo se il costo marginale per l’individuo MENO PRODUTTIVO è maggiore del costo marginale dell’individuo PRODUTTIVO – il costo è in questo caso personale dell’individuo.

h  l

In questo caso l’istruzione non fornisce alcun contributo al potenziale produttivo della persona, ma ne alza la retribuzione grazie alle informazioni che riesce a trasmettere. Purché l’impresa ritenga che l’informazione sia corretta ed è corretta se si rispetta la condizione che:

h  l

Considerare l’istruzione come un segnale è uno spreco dal punto di vista sociale e l’equilibrio di separazione non corrisponde ad un equilibrio Pareto efficiente, in quanto si è costretti ad impegnare risorse all’unico scopo di acquisire il segnale, ed è plausibile che vi siano metodi meno costosi per capire se una

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persona è abile o meno, es: un periodo di prova sul lavoro.

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